Dove sono nascosti i cattolici democratici?

Prima o poi la politica dei partiti” è destinata a ritornare dopo una stagione contrassegnata dalla sola politica del governo”. Con essa si attende la rinascita delle culture e delle tradizioni politiche. È un segnale da non trascurare per gli eredi – quali saranno in virtù di nuove elaborazioni fuori da mimesi grottesche – che avranno la responsabilità di rinverdire il patrimonio democratico di matrice cristiana.

 

Giorgio Merlo

 

Il quadro politico italiano, ormai è evidente a quasi tutti, subirà una profonda scomposizione e ricomposizione dopo l’esito delle elezioni amministrative. Certo, l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica non sarà, al riguardo, una variabile indipendente rispetto alla naturale evoluzione che ci sarà a partire dall’indomani del risultato nelle varie città italiane. E questo per svariati motivi.

 

Innanzitutto i due schieramenti attuali saranno arricchiti da nuovi soggetti/partiti/liste di “centro”. È del tutto chiaro che il nuovo bipolarismo non potrà reggersi solo sulle “estreme”. E cioè, sul massimalismo della sinistra e il populismo dei 5 stelle da un lato e sul sovranismo spinto della destra dall’altro. È inevitabile che saranno di nuovo presenti anche forze riformiste, di centro, con una spiccata cultura di governo e che fanno della cultura della mediazione il faro della loro azione politica quotidiana. Cioè forze che respingono alla radice quella radicalizzazione della lotta politica a cui puntano invece, ormai in modo persin troppo plateale, Letta da un lato e Salvini dall’altro. Una radicalizzazione che se non viene fermata rischia di indebolire la stessa qualità della democrazia e la credibilità delle nostre istituzioni democratiche.

 

In secondo luogo la cultura delle alleanze – indispensabile in un sistema che continua ad essere largamente maggioritario – non potrà non avere al suo interno soggetti politici caratterizzati. Certo, non è un’operazione facile in una stagione politica post ideologica e con partiti prevalentemente personali e modellati come semplici e banali cartelli elettorali, avere partiti con una identità e un profilo politico riconoscibili. Ma anche in contesti attraversati da una profonda crisi della politica e dei partiti non si potrà rinunciare a questa caratteristica.

 

In terzo luogo, in questo processo di scomposizione e di riaggregazione nasceranno nuovi leader e nuovi punti di riferimento. Anche su questo versante ci saranno novità. Perchè è del tutto naturale che quando il quadro politico muta e si arricchisce di nuovi soggetti – soprattutto sul versante del “centro” – emergono anche nuove leadership.

 

Ecco perchè, in un quadro del genere, la politica ritornerà ad essere vivace, e si spera anche protagonista, dopo il voto amministrativo. In vista, come ovvio, delle prossime consultazioni politiche generali. Ed è proprio all’interno di questo quadro che una cultura, una presenza, una classe dirigente e una tradizione come quella cattolico democratica, popolare e sociale non potrà più essere sostanzialmente assente come, invece, oggi è. Ma questo non significa, com’è altrettanto ovvio e scontato, dar vita a soggetti politici fortemente identitari o che, grottescamente, vogliono scimmiottare la riproposizione di formule organizzative e di modelli politici ormai consegnati alla storia e agli archivi.

 

No, la scommessa vera e la stessa ambizione restano quelle che, nel profondo cambiamento che ci sarà in vista delle ormai prossime elezioni politiche, ritorni ad essere protagonista anche quella cultura o attraverso la presenza di liste/movimenti di centro oppure con una rinnovata presenza all’interno degli attuali contenitori elettorali sempre meno caratterizzati sotto il profilo politico e culturale. Perchè se è vero, com’è vero, che la cultura e i leader del cattolicesimo politico italiano sono sempre stati determinanti e decisivi con la loro azione e il loro progetto politico ogniqualvolta il nostro paese si trovava di fronte ad una svolta o ad un crocevia – in compagnia di altre culture e leader politici di altre formazioni politiche – non c’è motivo per non credere che anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali non ci sia questa presenza.

 

E questo anche per un altro motivo. Accanto alla necessità, come ricordavo poc’anzi, di una rinnovata presenza di partiti/liste/movimenti di “centro” nell’agone politico contemporaneo, non possiamo non ricordare che di fronte alla latitanza di questa cultura nella dialettica politica italiana da ormai molti anni, esiste una presenza capillare di classe dirigente e di concreta elaborazione ideale e politica disseminata in tutto il paese che non aspetta altro che un segnale concreto e tangibile di presenza politica ed organizzativa.

 

Dunque, ho voluto ricordare solo un aspetto che contribuirà a cambiare e a rinnovare lo scenario politico italiano dei prossimi mesi dopo l’esito delle elezioni amministrative. E questo anche perchè, prima o poi, la “politica dei partiti” è destinata a ritornare dopo una stagione contrassegnata dalla sola “politica del governo”. Il commissariamento di fatto dei partiti, semprechè esistano ancora, è destinato ad arrivare presto al capolinea. E, di conseguenza, con il ritorno dei partiti anche delle rispettive culture politiche. E, tra queste, anche e soprattutto quella cattolico democratica, popolare e sociale.