Formiche | Cirino Pomicino critica Meloni su legge di bilancio e Ue.

Il governo aumenta il debito ma non ha una strategia. Nei confronti dell’Unione europea serve un atteggiamento responsabile. Riportiamo la seconda parte dell’intervista all’ex ministro Dc apparsa ieri su formiche.net.

Federico Di Bisceglie

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Tra pochi mesi si voterà in Europa. L’Italia che partita deve giocare?

Se Meloni vorrà davvero diventare la guida di un gruppo di conservatori “potabili” per assumere un ruolo di rilievo nella governance europea, dovrà seguire il più possibile la linea di Guido Crosetto, che è un democristiano. Fratelli d’Italia dovrebbe selezionare un gruppo di intellettuali, politici e imprenditori per dare pensiero e prospettiva al partito. Diversamente si rischia di avere una vecchia storia vestita a festa. Ci vogliono i contenuti per fare una politica estera degna di questo nome.

 

In politica estera però Meloni è stata riconosciuta come leader credibile e affidabile. Anche in virtù del saldo ancoraggio atlantista, ridimensionando i rapporti privilegiati con i Paesi Arabi ai quali la politica della Prima Repubblica si era sempre rivolta.

 

Il premier ha fatto una scelta che in qualche misura interpreta l’ortodossia della società italiana che in grande maggioranza è europeista e filo atlantica. Però non ci dimentichiamo che la politica della Prima Repubblica seppe da sempre coltivare i rapporti con i Paesi Arabi mantenendo intatta una linea convintamente filo atlantica. Arafat nell’82 fu ospitato da Andreotti a Montecitorio nella seduta dell’interparlamentare, con qualche mugugno degli Stati Uniti. Undici anni dopo Arafat e Rabin firmarono gli accordi di Oslo alla presenza di un raggiante Bill Clinton.

 

A proposito di Israele. Quale potrebbe essere il ruolo dell’Italia nell’ambito del conflitto innescato dall’attacco di Hamas?

L’Italia deve essere un facilitatore per la pace. In prospettiva il governo dovrebbe pensare a una sorta di “Piano Mattei” per la Terra Santa. Solo attraverso un robusto piano di sviluppo sostenuto dal mondo Occidentale e da quello Arabo si potranno ottenere due popoli e due stati capaci di dialogare.

 

Sul piano interno l’esecutivo è alle prese con la stesura della Manovra. Che idea si è fatto?

Questa manovra è uguale a tutte quelle che sono state fatte negli ultimi trent’anni. Qualche intervento spot, qua e la, ma nessuno davvero strutturale e orientato alla crescita. Non c’è, insomma, il respiro necessario cui dovrebbe ambire un grande Paese come il nostro.

 

Bisogna fare i conti, al di là della congiuntura non facile, con un debito pubblico piuttosto pesante.

Il debito di 2850 miliardi toglie al benessere del Paese cento miliardi di interessi all’anno. Ciò che manca è, però, una visione di lungo periodo. Quando si è costretti a fare un debito, bisogna anche avere la capacità di crescere, come avvenne negli anni ’80 quando il Paese cresceva di 2,5 punti reali al netto dell’inflazione. Oggi siamo indebitati e impoveriti.

 

Fonte: formiche.net

Titolo originale: Gli estremismi in Ue non funzionano. Meloni segua la linea Crosetto. Parla Pomicino.