Tempi Nuovi partecipa alla costruzione del centro, non alla sua divisione.

Si è riunito ieri pomeriggio a Roma il Comitato direttivo nazionale di Tempi Nuovi. Sono stati sedici gli interventi nel corso della riunione, Di seguito riportiamo il testo dell’introduzione di Fioroni.

Tempi Nuovi partecipa alla costruzione del centro, non alla sua divisione.

 

Si è riunito ieri pomeriggio a Roma il Comitato direttivo nazionale di Tempi Nuovi. Sono stati sedici gli interventi nel corso della riunione, Di seguito riportiamo il testo dell’introduzione di Fioroni.

 

Giuseppe Fioroni

 

 

“Siamo un partito liberamente raccolto attorno agli ideali della ispirazione cristiana, che costituiscono parte significativa della tradizione e della storia italiana”. Con queste parole Benigno Zaccagnini definiva la  Democrazia cristiana, il partito che lo ebbe come fulgido interprete del “rinnovamento”, dal 1975 alla guida di un gruppo dirigente che costruì sapientemente la prospettiva della solidarietà nazionale (1976-1979) e la tragedia di via Fani, con il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro. È un tempo lontano dal nostro, ma non così lontano da rendere impossibile un ritorno alle radici ideali e politica di una storia importante, con l’intento però di guardare avanti e mettere in campo una visione di nuova politica. Per questo anche noi, sulla scia di Zaccagnini, vogliamo riferirci a questa idea di partito “liberamente raccolto attorno agli ideali dell’ispirazione cristiana”.

Il Comitato direttivo nazionale non può non esprimere in questo Natale funestato dalla guerra in Ucraina e nella Striscia di Gaza la sua ferma condanna per gli atti che ne hanno determinato il drammatico innesco – da un lato l’azione imperialistica della Russia, dall’altro l’assalto terrostico di Hamas – riprovando al tempo stesso tutto ciò che mette a repentaglio il rispetto dei diritti umanitari sanciti dalle Convenzioni internazionali. Una incessante “offensiva di pace” richiede ancora più impegno, specie da parte degli Stati Uniti e dell’Europa, perché l’Occidente democratico non deve rinunciare alla edificazione di un sistema di relazioni tra popoli e nazioni all’insegna della solidarietà e della pacifica convivenza, dato essenziale per la giustizia e il progresso del mondo.

I Popolari, storicamente, hanno un ruolo politico, culturale e sociale nel nostro paese se riescono a dispiegare la loro presenza ed originalità. Occorre da un lato ricomporre l’area cattolico popolare e sociale, oggi ancora frammentata e troppo dispersa o ridotta a giocare un ruolo del tutto ininfluente, se non addirittura inutile, sia a destra che a sinistra; come pure, dall’altro, rilanciare un Centro dinamico, innovativo, riformista e di governo attraverso la riscoperta di una vera e credibile “politica di centro”. Obiettivi che richiedono, però, uno sforzo di unità e di inclusione che superino definitivamente ed irreversibilmente le piccole meschinità, personali e politiche, a cui abbiamo assistito in questi ultimi tempi in un campo che era e resta decisivo per il rinnovamento e il cambiamento della politica italiana. Perché un luogo politico centrista e riformista non potrà che essere culturalmente plurale e con una leadership diffusa. Dove, cioè, vince il pluralismo e la convergenza di più culture politiche per riaffermare con forza e convinzione un progetto politico che sia in grado di battere alla radice quel bipolarismo e quella radicalizzazione della lotta politica che erano e restano nefasti per la qualità della  nostra democrazia.

Solo attraverso questo percorso, politico e civico, saremo in grado di rimettere in gioco il popolarismo di ispirazione cristiana. Grandi sfide interrogano le coscienze e le menti degli uomini di questo tempo. Noi, laici impegnati in politica, non pretendiamo di avere l’esclusiva nella trasposizione dell’insegnamento sociale della Chiesa, bensì cerchiamo di assumerci le nostre responsabilità in piena autonomia, anche se con partecipe attenzione al messaggio di Papa Francesco sui temi principali della nostra epoca, dalla pace nel mondo, appunto, alla battaglia per un’economia sostenibile, fino alla salvaguardia del creato nell’ottica di un pensiero conforme alla visione di un’ecologia integrale.

Guardiamo alle prossime scadenze politiche, in particolare allle elezioni europee, con un sentimento di aggravata preoccupazione.

L’impegno per l’Europa significa per noi un salto in avanti sulla scia di una storia che muove dall’intuizione e dal coraggio di Alcide De Gasperi, dei democratici cristiani,  dell’intera classe dirigente democratica del secondo dopoguerra. Oggi si tratta di sconfiggere anzitutto il virus del populismo e del sovranismo, dando più energia alla politica di integrazione come sviluppo di una politica coerentemente indirizzata alla costituzione degli Stati Uniti d’Europa.

Tempi Nuovi ha pertanto aderito al Partito Democratico Europeo perché sicuramente, più di quanto possa accadere stando nel Partito Popolare Europeo – tradizionale luogo di convergenza storica, fino all’ingresso di Forza Italia e del Partido Popular, dei partiti di autentica matrice democratico cristiana – questa scelta garantisce il prosieguo della cooperazione tra le grandi famiglie dell’europeismo, in contrasto con l’avventura di un governo europeo di tipo conservatore, fatalmente esposto alle insidie della destra nazionalista.

Agli italiani va spiegato quanto lo schieramento di destra patisca il formidabile condizionamento della Lega, ora più che mai allineata in Europa a pericolose forze ultra-nazionaliste e xenofobe, incompatibili con la formula della cosiddetta “maggioranza Ursula”. A maggior ragione, dunque, una lista di centro, forte di premesse e ambizioni genuinamente europeistiche, potrebbe fornire piena rassicurazione a un elettorato in cerca di un approdo convincente, senza cioè il ricatto dell’alternativa secca tra destra e sinistra.

Da ciò deriva un preciso elemento di giudizio che qualifica la posizione di Tempi Nuovi: la chiusura a destra non contempla la subalternità alla sinistra. Infatti, il nuovo corso del Partito democratico, con l’avvento di Elly Schlein alla segretaria, ha infranto il patto che sosteneva la scommessa del “partito unico dei riformisti”, con la conseguente riduzione dei cattolici democratici a pallidi testimoni di un’istanza di solidarismo in seno alla comunità politica più adesiva e confacente al disegno del neo-radicalismo di massa. A dispetto di alcune aperture, pubblicamente esibite come nuovo dialogo con i cattolici, il partito che doveva tradurre l’uscita dal Novecento in una formula di riformismo “a base umanistica” arretra in direzione di una politica “a vocazione radicale”, destinata a unire minoranze non in grado di comporre una maggioranza.

Come promuovere, dunque, un’alternativa largamente attesa? Siamo obbligati, nostro malgrado, a dover registrare la frammentazione della rappresentanza parlamentare derivante dal risultato elettorale del 2022, quando il Terzo Polo ha visto un primo esempio delle evidenti potenzialità di una proposta politica in via di attecchimento nella società. Siamo convinti perciò che la una lista unitaria di centro farebbe da volano a un processo di rimobilitazione dell’elettorato a cavallo tra disillusione e frustrazione.

Sta di fatto però che il divorzio in sede parlamentare tra Italia Viva e Azione chiude questa prospettiva di larga convergenza e consegna la bandiera del centro – democratico e popolare – ad una indebita competizione tra forze nondimeno portatrici di visioni programmatiche comuni. Lo stallo non si supera con i proclami a vuoto. Realisticamente, l’unico varco aperto è rapppresentato per adesso dal lavoro molecolare nello spazio delle comunità locali e regionali, laddove si può e si deve tentare di proseguire sulla strada della cooperazione, in particolare sulla scorta di esperienze positive, come nel caso recente delle elezioni comunali a Foggia nelle quali, per altro, Tempi Nuovi ha dato un contributo significativo.

Dobbiamo tenere fermo il punto decisivo della nostra iniziativa politica. Il centro a cui siamo interessati non vive nell’ossessione dell’equidistanza e della moderazione, sebbene vi sia della verità in queste parole della politica; ma vive soprattutto nel dinamismo di riforme che servano ad allontanare l’Italia dalle false aspettative, imprimendo nuovo vigore alle necessarie scelte di risanamento economico e sviluppo produttivo, per dare speranze alle giovani gionerazioni.

Arriviamo, dunque, alle conclusioni. Non vogliamo un partito tutto nostro, secondo una concezione oltranzista dell’identità, ma neppure accettiamo un’aggregazione transitoria, di pura convenienza, solo per mettere a segno un qualche risultato elettorale (ammesso che sia positivo). L’entusiasmo si genera se proviamo a dare forma e sostanza a un’idea di “umanesimo democratico”: contro le deformazioni o lo svuotamento della democrazia, di cui ne è prova il disegno di riforma costituzionale (con l’introduzione del premierato assoluto, avrebbe detto Leopoldo Elia); l’esasperazione anche cinica delle questioni correlate all’immigrazione; la resa in molti casi alle ingiustizie e alle sperequazioni della società; il cieco abbandono alle logiche di una tecnoscienza nemica dell’umano; il cedimento a un’etica lesiva della dignità delle persone; la svalutazione in via pratica della cultura della solidarietà e dell’inclusione.

Si può costruire un partito nuovo, un partito che innervi un progetto di “blocco democratico” per uscire dalla crisi del bipolarismo, aprendo l’orizzonte alla riconversione di forze tendenzialmente amiche, con un quadro politico che abbia l’ambizione di aggregare la maggioranza reale del popolo italiano.

Fedeli alla tradizione del cattolicesimo democratico e popolare, gettiamo le basi per una rinnovata presenza nella società. A tal fine, rivolgiamo un caloroso invito i coordinatori regionali ad attivare iniziative sul territorio per dare gambe e braccia al progetto di Tempi Nuovi. Prendiamo dunque impegno a convocare entro la fine di marzo la prima Assemblea nazionale per eleggere democraticamente tutti gli organismi dirigenti. Siamo in marcia, dobbiamo avanzare a passo spedito.

 

Roma, 14 dicembre 2023