Quella di Ricolfi sul Messaggero di oggi è la migliore analisi del voto che ha cambiato la geografia politica dei comuni italiani. Il cuore di questa analisi consiste nel definire il Pd un partito troppo grande rispetto alla natura di un “partito radicale di massa”, erede non già della cultura e della tradizione solidaristica della sinistra (e neppure – aggiungiamo noi – del popolarismo d’ispirazione cristiana), ma fondamentalmente delle battaglie per i diritti civili del partito di Pannella e Bonino.
Ricolfi riconosce che l’evoluzione in senso neo-borghese del partito comunista era stata prevista, molti anni fa, da Augusto Del Noce. A differenza della nottola di Minerva, descritta da Hegel, la filosofia di Del Noce non si è alzata al crepuscolo, alla fine cioè di un processo politico: lo ha invece anticipato e descritto.
Ora, dice Ricolfi, se di questo destino si è fatto carne e sangue il Pd, ben difficilmente le sue dimensioni elettorali possono andare oltre gli attuali livelli. Anzi, c’è il fondato sospetto che possano ulteriormente contrarsi.
Il radicalismo, ancorché di massa, incontra un limite fisiologico nel suo insediamento sociale ed elettorale, come struttura politica organica, che ambisce a non ridursi alla logica di interventi settoriali, dentro l’involucro delle proposte referendarie, per essere dunque forza stabile di governo.
Il problema, in effetti, è la vocazione “radicale” del Pd, che negli ultimi anni, malgrado l’attenuarsi del retaggio post-comunista per effetto della “rottamazione” renziana, si è andata stabilizzando e rafforzando. E di conseguenza, prima ancora di elucidare le obiezioni che nascono dalla diuturna attività di partito, con tutti gli aspetti connessi agli equilibri di potere tra le diverse componenti, spicca su tutto il dilemma circa l’improbabile omogeneità dei popolari al Pd come partito radicale di massa.
Questo dibattito, in conclusione, non può essere omesso. Dentro e fuori i confini del Pd occorre riprendere a discutere seriamente sul tipo di incardinamento possibile a riguardo della posizione cattolico popolare.