i rischi dei Sindaci e una realtà associativa…a rischio

Nei confronti dei Sindaci è facile fare demagogia. Per altri versi, occorre domandarsi come possa risultare credibile un’Associazione che rappresenta tutti i Comuni quando al suo interno esistono situazioni a dir poco imbarazzanti.

Non ho mai condiviso e ho sempre duramente avversato la sub cultura e la deriva populista, qualunquista, demagogica ed irresponsabile dei 5 stelle, di buona parte della sinistra post ed ex comunista e di alcuni settori della destra sui “costi della politica”. E di conseguenza, sui “costi della democrazia”. Era, ed è, una posizione che ha contribuito – com’è ormai evidente a quasi tutti, salvo agli ipocriti e agli ingenui – alla crisi della democrazia, all’indebolimento delle istituzioni democratiche e al precipizio di credibilità della stessa classe dirigente politica. A tutti i livelli.

Detto ciò, con forza e convinzione, emergono però a volte notizie che semplicemente ti fanno rimanere basiti e addirittura frastornati. È il caso degli stipendi sontuosi e stratosferici di alcuni dirigenti dell’Anci, l’Associazione che raggruppa i Comuni italiani, emersa da una recente inchiesta della trasmissione “Fuori dal coro”. Senza fare nomi e cognomi, già fatti del resto dalla trasmissione in questione, ci limitiamo a ricordare che alcuni dirigenti dell’Anci guadagnano molto di più del Presidente della Repubblica. Per l’esattezza, il segretario generale dell’Anci percepisce, sommando le varie indennità, un totale di 282 mila euro annui. Ma non si tratta di un caso isolato perchè, sempre secondo ciò che riporta l’inchiesta, non mancano altri stipendi stellari di altri dirigenti della suddetta associazione, tutti ben al di sopra dei 200 mila euro annui contro i 179 mila del Capo dello Stato.

Ora, da Sindaco di un piccolo Comune montano anche se “olimpico” come Pragelato e con una forte vocazione turistica e sportiva, mi limito a richiamare due soli aspetti.
Innanzitutto i compensi. Adesso, credo, assisteremo alla solita litania, squallida ed indecente, dei professionisti dell’anti casta guidata dai populisti dei 5 Stelle e puntualmente supportata dai noti organi di informazione con i relativi talk televisivi, per l’aumento dei compensi ai Sindaci di poche centinaia di euro. Mi riferisco ai grandi Comuni, come ovvio, perchè la stragrande maggioranza dei Sindaci italiani, essendo alla guida di piccoli Comuni, percepiranno un incremento del tutto irrisorio rispetto a quello avuto sino ad oggi. Con tutto il carico di responsabilità e di rischi personali che proprio i Sindaci continuano a pagare direttamente per l’insipienza e la persistente indifferenza del legislatore. Ma, comunque sia, aspettiamoci trasmissioni televisive e commenti giornalistici da parte di opinionisti che, dall’alto dei loro contratti milionari, scaraventeranno insulti e ogni sorta di contestazioni per l’aumento di 100 o 200 euro mensili ai Sindaci….

Ma, accanto a questa considerazione, persin scontata ma purtroppo realistica, credo sia importante anche avanzare un’altra osservazione. Che riguarda direttamente l’Anci. E cioè, come può essere credibile una Associazione che rappresenta tutti i Comuni italiani quando poi al suo interno esistono situazioni a dir poco equivoche, contraddittorie, imbarazzanti e anche opache? Com’è possibile che i Sindaci, soprattutto i Sindaci di piccoli Comuni – che rappresentano, tuttavia, l’ossatura centrale del sistema delle autonomie locali del nostro paese – continuino ad avere fiducia in una struttura che contempla al suo interno stipendi e consulenze stellari che suscitano francamente vergogna?
Ecco perchè, se vogliamo fugare qualsiasi equivoco e cancellare zone d’ombra che gettano discredito sull’Anci e, di conseguenza, sull’intero comparto delle autonomie locali, i vertici dell’Associazione Nazionale dei Comuni italiani hanno il dovere di dire pubblicamente come vengono spese le risorse della medesima Associazione. E questo non per assecondare l’anti politica dei populisti grillini e di chi li sostiene a livello politico e giornalistico – purtroppo ancora tantissimi – ma, al contrario, per ridare la dovuta credibilità al mondo delle autonomie locali e a chi li rappresentata a livello nazionale. Per la credibilità della politica e non per il solito spirito moralistico.