Il gossip sul caso Meloni Giambruno evidenzia una democrazia malata

Il fenomeno limita gli approfondimenti necessari in un Paese tormentato. Per giunta, il gossip lascia spazi su cui i poteri, senza nessuna investitura democratica, aumentano il loro volume di azione.

La fine del rapporto tra la presidente del consiglio e il suo compagno è un tema che sta riscuotendo un diffuso interesse. Le guerre in Ucraina e nel Medio Oriente, dai risvolti preoccupanti, sono seguite con minore attenzione rispetto al caso Meloni-Giambruno. Anche la stampa internazionale dedica spazi non riscontrati nel passato. È una brutta vicenda soprattutto umana che dovrebbe essere gestita dagli organi di informazione con maggiore prudenza. 

Il gossip certamente aumenta “l’ascolto” ma crea delle difficoltà serie nel percorso della necessaria consapevolezza verso problemi veri. 

Il gossip limita gli approfondimenti necessari in un Paese tormentato. Il gossip limita il pensare e lascia spazi su cui i poteri, senza nessuna investitura democratica, aumentano il loro volume di azione.

In questi giorni molti mi hanno chiesto notizie e pareri sulla storia della Meloni e del suo compagno. Non ho notizie aggiuntive e non ho commenti da fare se non quelli di auspicare il riserbo e il rispetto umano per i protagonisti di questa storia (una bimba di 7 anni che va protetta). 

Tutto questo mi porta ad una considerazione molto amara nel constatare che sulle grandi questioni c’è apatia. Un disinteresse disarmante difronte una democrazia in affanno: un Parlamento umiliato (il governo impedisce anche la presentazione di emendamenti dei parlamentari della maggioranza alla legge di bilancio), un progetto eversivo di un premierato forte (il sindaco d’Italia), una giustizia che segna il passo della inefficienza, una legge elettorale per cui i parlamentari si nominano e non si eleggono, un disegno di legge che scompone il Paese con il regionalismo differenziato, la nostra politica estera che non trova sufficienti spazi mentre in Africa la fa l’Eni!

Questo il segno di una democrazia malata. 

Dopo anni di vuoto politico di partiti inesistenti, di sindacati e associazioni di rappresentanza trasformati in apparati del sistema, la vitalità della Paese è stata compromessa. Se la partecipazione non c’è più, sensibilità e volontà si stemperano. 

Il gossip ben gestito con chiare finalità speculative puo essere il motore? No, sarebbe la fine. Le vicende umane vanno viste con giudizio e non usate strumentalmente. Oggi le sfide sono altre. C’è bisogno di rintracciare il senso del nostro cammino ritrovando coscienza e responsabilità!

 

[Il testo è tratto dal profilo Fb dell’autore]