Stavolta gli ex radicali, nella spiegazione della loro linea politica, si mostrano abbastanza poco…radicali. A chiusura dell’Assemblea nazionale di +Europa, svoltasi ieri a Roma, lanciano l’idea di una lista – Per gli Stati Uniti d’Europa – suggestiva ma generica: non si capisce per adesso quale composizione dovrebbe avere. Da notare, in effetti, è l’accenno a “non dare per scontato” un accordo con le forze collocate idealmente nell’area politica di centro. Da ciò sembra dedursi una certa disponibilità al dialogo con Calenda a condizione che i diritti civili campeggino sovrani nel programma. Nel comunicato finale si alternano considerazioni e propositi che restano circonfusi in aura di indeterminatezza.
“Abbiamo deciso di lanciare la piattaforma di una lista per gli Stati Uniti d’Europa in vista delle prossime europee” – ha detto il segretario Riccardo Magi. “Una lista che abbia al centro le sfide e i problemi dell’Ue a partire dalla necessità di un salto di qualità nell’integrazione politica europea con maggiore sovranità e un più efficace assetto istituzionale, una lista che è una impresa aperta, che cercherà l’interlocuzione con personalità e soggetti che condividano questa priorità politica. E ci sarà evidentemente l’interlocuzione con quelle forze che hanno affinità politica con noi su questi temi.
Ma è lecito, senza megalomanie ma anche senza complessi di inferiorità – ha sottolineato il segretario di +E – non dare per scontato che l’alternativa liberale che ricerchiamo si faccia con chi tutti i giorni ricorda che ha posizioni conservatrici o che vuole fare il centro come luogo geometrico della politica?
Da questo punto di vista, saremo intransigenti su questioni come libertà individuali, diritti civili, libertà economiche e di un approccio alla questione migratoria che sia coerente con le necessità del nostro paese. Questa chiarezza è il nostro contributo al dialogo nella nostra area – ha aggiunto Magi – riportando al centro la politica, evitando di morire di tatticismi e di mossette a fini mediatici. E proprio da questo appuntamento importante per le scelte e la democrazia interna del nostro partito, quale è l’assemblea nazionale, abbiamo deciso di lanciare la piattaforma di una lista per gli Stati Uniti d’Europa in vista delle prossime europee”.
Questo il discorso a viarie uscite del segretario di +Europa. Va letto, riletto e interpretato, cercando di coglierne l’essenza. Non è facile. Su tali basi potrebbe accadere che l’alleanza elettorale con Calenda si risolva in un cupio dissolvi tanto dei “riformisti non radicali” quanto dei “radicali non progressisti” (quest’ultimi così definiti dall’ex senatore Marco Perduca, storico dirigente del partito della Bonino). In effetti, l’unione di +Europa e Azione lascia intravedere un incrocio di motivazioni e prospettive senza un’intima coerenza. Che tutto ciò possa reggere al confronto con l’elettorato, consentendo di raggiungere la fatidica soglia di sbarramento al 4 per cento, è tutto da verificare. Per questo il disegno si presta a una deriva imbalordita. Si vedrà.