Il virus è mutante. Il no-vax anche.

 

La disperazione è tale che, per soffocare la loro psicopatologia non curata, i no vax cercano di riproporre gli schemi che portarono al sequestro e alla morte del povero Aldo Moro. Sempre più si stanno assottigliando le distinzioni tra criminali e sovversivi. Dietro a un criminale non sempre vi è un sovversivo; ma dietro a ogni sovversivo può esserci un criminale.

 

Danilo Campanella

 

Quando un virus si replica o crea copie di se stesso a volte cambia leggermente. Questi cambiamenti sono chiamati “mutazioni”. Anche il virus Sars-CoV-2, responsabile della malattia COVID-19, presenta delle mutazioni sulla cosiddetta proteina ‘spike’, che è quella con cui il virus ‘si attacca’ alla cellula. Queste varianti hanno dato prova di una maggiore trasmissibilità rispetto al virus ‘originale’. La decisione di dichiarare un ceppo virale come VOC (variante preoccupante) e riconoscerle un preciso lignaggio numerico, è dovuta alla presenza, nel virus-variante, di diverse mutazioni che potrebbero avere un impatto sul comportamento dello stesso, anche in termini di gravità della malattia o della capacità di diffusione.

Le “voc” attualmente scoperte sono: la ‘variante inglese’ o ‘Alpha’ (B.1.1.7) è stata isolata per la prima volta nel settembre 2020; la ‘variante sudafricana’ o ‘Beta’ (B.1.351) è stata isolata per la prima volta nell’ottobre 2020 in Sud Africa; la ‘variante brasiliana’ o ‘Gamma’ (P.1) è stata isolata per la prima volta nel gennaio 2021 in Brasile e Giappone; la variante ‘indiana’ o ‘Delta’ (B.1.617.2), è stata isolata per la prima volta nel dicembre 2020 in India. Il 26 novembre l’Oms ha designato con il lignaggio B.1.1.529 la voc “Omicron”. La variante è stata isolata per la prima volta in campioni raccolti l’11 novembre in Botswana e il 14 novembre in Sud Africa.

Come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), al momento le misure per prevenire l’infezione rimangono invariate da quelle finora in uso. Pertanto, utilizzo delle mascherine, distanziamento sociale e igiene delle mani devono continuare ad essere rigorosamente adottate e rispettate in qualsiasi circostanza. Naturalmente, è fondamentale rispettare anche tutte le indicazioni e le restrizioni imposte dalle normative attualmente in vigore.

Alla variante virale se ne è aggiunta un’altra: quella del no-vax ‘terrorista’. Il dissenso è ‘mutato’ in qualcosa di virulento, feroce, ideologico, organizzato. Si è passati dal ‘motivare’ il proprio dissenso nei confronti dle vaccino – o nella possibile obbligatorietà di quest’ultimo – alle manifestazioni di piazza, al furto e alla vendita di green pass, alla fabbricazione di green pass (fasulli9, all’aggressione contro cose e istituzioni: medici, infermieri, sindacati.

In un tempo imprecisato, comunque molto lontano, gli esseri umani hanno cercato di dare un senso a ciò che per loro era inspiegabile: dal fulmine nel cielo, che doveva, per forza, essere opera di un dio, alla causa dei malori, nel periodo in cui non vi era microscopio che potesse mostrare piccoli ‘animalini’ chiamati poi batteri, o virus. Tuttavia la mente, l’insieme dei processi cognitivi del cervello, tende, per cultura e predisposizione, ad essere razionale, o irrazionale. La mente irrazionale poggia le sue sicurezze sulla passione e sul sentimento; potremmo dire sull’impressione. È la mente arcaica, animale, antica. Non a caso, tutto ciò che è “natura”, e ritorno alle origini, viene consacrato, dai conservatori di questa predisposizione mentale.

Questo “irrazionalismo antropologico” si basa sulla certezza che vi sia “qualcosa” indipendente da noi che ci guida dall’alto, una “super-stitio”, un qualcosa che dirige le nostre esistenze. Come gli uomini primitivi si sentivano dipendenti dagli incendi prodotti dai fulmini, o dalle alluvioni prodotte dalle tempeste, o dai terremoti, dalle malattie, etc. nei loro successori è rimasto un frammento emotivo di questa ansia, di questo fatalismo, direi di questo “istinto” e che, in gergo tecnico, possiamo definire semplicemente come “superstizione”. In senso storico, quindi collettivo, possiamo identificare tre fasi della superstizione: il mito, la religione e la cospirazione. Nel primo stadio, legato all’epoca più antica della nostra storia, il divario tra irrazionale e razionale era molto ampio: non si cercava una risposta al volere degli dei. Grazie alla filosofia le domande hanno pervaso tutto (anche grazie a quel fastidioso ‘tafano’ di Socrate) ed anche il mito, è divenuto un costrutto nuovo, in cui gli esseri umani sono partecipi, in qualche misura, del disegno del dio. Quando la scienza sperimentale prese piede, questa convinzione cominciò razionalmente a sgretolarsi. Ma datosi che alcuni uomini e donne sono emotivamente predisposti non a ragionare, ma a “sentire” (ciò non significa che non ragionino in senso assoluto) la loro mente è rimasta impermeabile ed ha utilizzato il nuovo lessico tecnico-scientifico (Steiner docet) per dare una nuova forma alla superstizione: una forma che fosse coerente con le loro aspettative. Per questo motivo hanno sostituito gli dei con gli alieni, poi con le sette degli illuminati; il disegno divino con quello umano.

Questo tentativo di far combaciare tessere diverse di un disegno che non esiste, se non nella mente di chi lo concepisce, dandolo in eredità ad altri, costruendo una nuova narrazione neo-mitica o pseudo-religiosa, possiamo definirlo “cospirazionismo”, da un termine che è già in uso e sul quale non vi sono ad ora studi accademici che consentano di storicizzarne i contenuti. Dal dissenso ‘sragionato’ lentamente si arriverà allo scontro, proprio come negli anni Settanta il dissenso extraparlamentare della sinistra radicale produsse, in taluni ambienti, le Brigate Rosse. Un’esagerazione? Non si direbbe, dato che il 1 dicembre Corrado Formigli ha aperto la puntata di PiazzaPulita su La7 con un’inchiesta di Fanpage.it, su una frangia di estremisti che ha provato ad alzare il livello dello scontro con le istituzioni proponendo di “sequestrare un politico”. La disperazione di questi no-vax è tale che, per soffocare la loro psicopatologia non curata, cercano di riproporre gli schemi che portarono al sequestro e alla morte del povero Aldo Moro, per citare il più noto simbolo di un mondo che credevamo esserci lasciati alle spalle.

Nelle città lasciate in custodia alla polizia e ai pubblici amministratori, che hanno il mandato del popolo, criminali e sovversivi stanno tessendo i loro fili invisibili. A chi spetta, e cosa aspetta, a reciderli? Ci troviamo ora in una situazione surreale in cui ogni cittadino si sente un giudice, un poliziotto, un medico, e che, di fatto, impedisce ai primi di espletare le loro sacrosante funzioni. Dobbiamo riconoscerlo: sempre più si stanno assottigliando le distinzioni tra criminali e sovversivi. Dietro a un criminale non sempre vi è un sovversivo; ma dietro a ogni sovversivo può esserci un criminale. In un Paese debole, con una cittadinanza ancora ‘bambina’, ad alcuni spetta il compito di educare, ad altri quello di curare, ad altri spetterebbe il compito di reprimere. In questo delicato momento, la repressione è, forse, il miglior vaccino.