Integrazione UE, il lavoro del Laboratorio Europa-Eurispes sulle sfide aperte.

Il Laboratorio ha presentato i report elaborati su energia, economia, Europa sociale, all’insegna di una via europea alla sostenibilità. Un approfondimento di notevole interesse in vista delle Europee del 2024.

Di fronte al rapido cambiamento in corso nel mondo, a conflitti e a nuove crisi cresce la consapevolezza che l’Unione Europea sia ormai giunta davanti a un bivio: o cambiare nel senso di una maggiore integrazione, di una unione più profonda che la renda capace di affrontare le nuove sfide oppure ritornare ad essere solo un mercato unico. Anche le elezioni europee del prossimo anno possono costituire un’occasione per reagire e per definire una risposta politica articolata e di ampio respiro.

E proprio delle sfide aperte per l’integrazione dell’UE si è discusso ieri l’altro, venerdì 10 novembre, a Roma, presso lo spazio “Esperienza Europa”, promosso dal Parlamento e dalla Commissione europea e intitolato all’ex presidente del Parlamento europeo David Sassoli, nel corso di una conferenza del Laboratorio Europa dell’Eurispes sui risultati del lavoro di riflessione e approfondimento svolto in questi mesi dal medesimo think tank – coordinato sin dalla sua costituzione dal compianto sindacalista della UIL Carmelo Cedrone, e ora dal prof. Umberto Triulzi – su temi centrali per l’integrazione europea. Un lavoro che nei mesi scorsi si è concentrato in tre incontri seminariali su altrettante sfide per l’UE, quelle dell’Europa sociale, dell’energia e dell’economia all’insegna di una via europea alla sostenibilità.

La sfida dell’Europa sociale consiste nel mettere sullo stesso piano competenze, innovazione e protezione sociale. Per questo il Piano di Azione del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, pubblicato l’anno scorso, si concentra su tre obbiettivi principali entro il 2030: l’occupazione, la formazione e la riduzione della povertà. Si tratta di intervenire per accompagnare i cittadini di fronte ai grandi cambiamenti prodotti dall’introduzione di nuovi strumenti informatici ad alta definizione, tra cui l’Intelligenza Artificiale, la Robotica, i Big Data, per evitare che prevalga un sentimento di paura e che si creino nuove forme di disuguaglianze.

Da qui la proposta del Laboratorio Europa di organizzare in ambito UE dei centri di osservazione sociale, veri e propri punti di intelligence sociale, per valutare questi aspetti  dei cambiamenti sociali che operano in profondità al fine di migliorare gli standard, i parametri, gli indicatori europei condivisi, vale a dire una tassonomia sociale ben definita, attraverso cui poi l’Europa possa prende decisioni prescrittive e vincolanti nella definizione della dimensione sociale dello sviluppo sostenibile e valutarne i reali  benefici sociali piuttosto che gli aspetti che meritano di essere rimodulati.

La seconda sfida per l’UE, quella economica, riguarda in profondità il dibattito in corso sulla riforma del Patto di Stabilità. Si tratta di trovare un accordo tra chi ritiene che la Commissione Europea operi con un eccesso di discrezionalità (i cosiddetti Paesi “frugali”) e chi lamenta un eccesso di rigidità e arbitrarietà che danneggia Paesi con debiti molto alti come quelli mediterranei. Ma di fronte alla questione ambientale, alla transizione geopolitica, con i suoi conflitti aperti in Europa e nel Mediterraneo, l’UE non può rimanere imbrigliata nell’immobilismo. Ecco allora emergere in una nuova luce, e con una maggiore urgenza che nel passato, il tema della cooperazione rafforzata per gli stati membri che vogliano procedere ad una unione più profonda che riguardi anche una fiscalità comune che consenta di avere un bilancio comune per far fronte nell’ottica della sussidiarietà a problemi rispetto ai quali gli stati nazionali non sembrano più avere la necessaria dimensione.

Sulla terza sfida per l’UE, individuata dal Laboratorio  Europa, quella energetica, si sottolinea che merita un approccio equilibrato capace di tener conto di tutti i fattori che concorrono alla transizione ambientale (dagli aspetti finanziari legati al carbon pricing, caratterizzato sia dallo scambio di quote di emissioni, il cosiddetto ETS, sia dalla tassazione diretta sulla produzione di CO2, ai nuovi legami commerciali con il Sud Globale per le terre rare, alla neutralità tecnologica rispetto alle modalità con cui ottenere energia pulita).

Il lavoro di approfondimento e di dibatto del Laboratorio Europa dell’Eurispes proseguirà nei prossimi mesi, continuando a mettere a disposizione dei decisori analisi, idee e proposte di notevole interesse.