Italia Informa | La rivoluzione delle auto elettriche.

Lo scenario europeo non è favorevole all’Italia, la cui industria appare fragile. Di seguito riportiamo, per gentile concessione dell’autore, la parte conclusiva dell’articolo apparso sull’ultimo numero della rivista “Italia Informa”.

L’evoluzione del settore automobilistico dà torto alla tesi che il capitalismo manifatturiero si sarebbe esaurito, aprendo all’economia dei servizi tutto il mercato. Si è aperto, invece, un nuovo ciclo tecnologico ed economico, dove l’industria tedesca è prevedibilmente il leader della fabbrica intelligente in Europa. L’imprenditoria europea si trova a gestire una fase in cui necessitano elevati investimenti in R&S, in particolare nel campo delle batterie al litio. 

 

È realistico pensare che la nuova tecnologia “elettrica” cambierà l’attuale struttura dell’industria dell’auto a favore dei soggetti che saranno in grado di fare massicci investimenti nelle nuove tecnologie digitali, ad iniziare dall’intelligenza artificiale. Tuttavia, perchè ciò avvenga è indispensabile sciogliere il nodo dell’evoluzione della rete elettrica, al servizio della ricarica delle auto. Le “utilities” elettriche dovranno realizzare programmi di investimenti finalizzati a rispondere positivamente alla nuova domanda di elettricità, che avrà una diffusione territoriale molto articolata e orari di utilizzo molto diversi dagli attuali. Il settore elettrico è ora caratterizzato da poche grandi centrali, secondo logiche di gestione centralizzata. Invece, l’auto elettrica richiede generatori-distributori in numero elevato e di piccole dimensioni diffusi su tutto il territorio. Un radicale cambiamento impiantistico e gestionale rispetto al presente.

 

Altra importante innovazione riguarda la componentistica digitale per auto. Mentre, negli ultimi decenni, i costruttori di automobili sono sensibilmente diminuiti, al contrario i produttori di componenti sono cresciuti, anche per effetto degli investimenti fatti dalle piccole e medie imprese del settore. Infatti, la filosofia di questo comparto produttivo è l’applicazione con intensità delle tecnologie più avanzate ottenendo prodotti rivoluzionari.

 

E l’industria italiana dove sta andando? Lo scenario europeo non è favorevole all’Italia, la cui industria appare fragile. La fusione tra Fca e Psa, che ha dato origine a Stellantis, non sembra favorevole al nostro Paese: l’asse della gestione si è decisamente spostata a Parigi. La fragilità del sistema produttivo italiano è accentuata dalla cessione ai Giapponesi della “Magneti Marelli”, un’eccellenza della componentistica digitale, cessione che indebolisce in misura sensibile il patrimonio tecnologico dell’industria automobilistica italiana. Sul piano manifatturiero, nel 2023, gli stabilimenti di Mirafiori e di Cassino evidenziano un ridimensionamento della produzione; a Pomigliano d’Arco e a Melfi è scattata la Cassa integrazione guadagni (CIG): il rischio di una perdita di posti di lavoro è realistica.

 

Viene spontaneo porre la domanda: per l’industria dell’auto quale politica vuole perseguire il Governo italiano? I fondi del Pnrr ignorano le nuove tecnologie digitali dell’auto?

[Fonte: Italia Informa – Titolo originale: Auto elettrica]