La Dc non c’è più ma ci sono e si riconoscono i democristiani

 

Giorgio Merlo

 

Conosciamo a memoria il ritornello. La Dc non torna più, è archiviata perchè, per dirla con Guido Bodrato, è un “fatto storico”. Prodotto e conseguenza di una specifica e determinata fase storica del nostro paese. E sin qui nulla di strano. Almeno sotto il profilo del ruolo politico, del modello organizzativo e dell’identità politica e culturale di quel partito. Ma, appunto, persiste un “ma”. Detto in altri termini, di fronte a questioni politiche decisive e cruciali, c’è quasi sempre un “democristiano” che si impone per le sue riflessioni. Puntuali, corrette, equilibrate e squisitamente politiche.

 

È il caso, nello specifico, di Pier Ferdinando Casini che, alla vigilia di una importante consultazione decisa dalla Premier Giorgia Meloni con i partiti dell’opposizione in vista della possibile e del tutto potenziale riforma costituzionale, richiama gli aspetti politici centrali che sono sul tappeto. Con razionalità e buona educazione. E cioè, dal ruolo della Presidente della Repubblica nel sistema politico italiano alla centralità del Parlamento; dalla necessità di praticare sempre il dialogo e il confronto tra maggioranza ed opposizione contro ogni forma di radicalizzazione della lotta politica e polarizzazione ideologica all’esaltazione dalla cultura della mediazione, soprattutto sul versante delle riforme istituzionali e costituzionale.

 

Ecco, la riflessione di Casini, per fermarsi a Casini e al tema che ritorna ad essere centrale nell’agenda politica italiana, è particolarmente calzante e puntuale. Certo, una riflessione che si potrebbe liquidare come espressione, seppur autorevole, di un “democristiano”. Io credo, invece, che si tratta di una riflessione che racchiude non solo una cultura politica storica ma anche, e soprattutto, un “metodo” politico che non è così particolarmente gettonato nella cittadella politica italiana contemporanea. Del resto, dopo il grossolano populismo carico di anti politica, demagogia e qualunquismo del grillismo è subentrata, come da copione, la tesi cara a tutti gli estremisti: ovvero, la radicalizzazione più bieca della lotta politica. Come ci spiega quotidianamente il “nuovo corso” politico del Partito democratico.

 

Comunque sia, in tutti i tornanti più delicati della vita pubblica italiana, seppur in assenza di quella Dc conosciuta per 50 anni nella esperienza della prima repubblica, c’è sempre un politico autorevole – di norma un “democristiano” – che esprime opinioni di buon senso, di saggezza politica, di coerenza culturale e di coraggio civico che, attraverso le sue riflessioni, può contribuire ad affrontare e forse anche a risolvere i problemi con un necessario realismo e una giusta consapevolezza. E Pier Ferdinando Casini, al riguardo, resta un “democristiano” di rango che offre quelle valutazioni, e quel metodo, che non si possono banalmente e semplicisticamente aggirare.