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La Voce del Popolo | O la va o la spacca: il linguaggio di oggi…

È lo spirito del tempo che suggerisce pose gladiatorie. Resta il fatto però che la politica italiana, per sua natura, rifugge dagli ultimatum e punisce assai severamente chi li lancia con troppa disinvoltura.

Quel perentorio “o la va o la spacca” non è precisamente il linguaggio più consono alle riforme istituzionali. Si può capire l’ansia della Meloni di mostrarsi una leader tutta d’un pezzo, capace di rischiare, convinta fino in fondo delle proprie ragioni. È il suo profilo, e nessuno può mettersi al suo posto. Ma è proprio quella perentorietà la ragione per cui ella non sembra più capace di allargare i propri consensi. Dunque, forse farebbe bene a tornare sull’argomento con parole più sfumate, politicamente più garbate. 

Si dirà che proprio quel tratto ruvido e genuino fin qui le ha portato fortuna. E che in fondo, a suo tempo, Renzi aveva imboccato lo stesso percorso: riforme a maggioranza, referendum, solenni promesse di ritirarsi se l’avesse perso. È lo spirito del tempo, insomma, che suggerisce pose gladiatorie, e non sarebbe corretto farne carico solo e soltanto a “Giorgia”. 

Peraltro quella sua nettezza, una certa genuinità, un modo fin troppo diretto di dire la sua sono tutte cose che, almeno fin qui, le hanno portato fortuna. Non fosse altro perché rispecchiano il suo carattere senza mai sovrapporvi gli artifici a cui molti dei suoi colleghi si piegano spesso e volentieri. 

Resta il fatto però che la politica italiana, per sua natura, rifugge dagli ultimatum e punisce assai severamente chi li lancia con troppa disinvoltura. Essa reclama piuttosto la sottigliezza delle mediazioni, la combinazione degli opposti, il parlare suadente. Tutte cose che vengono contestate quando vanno per la maggiore e però poi amaramente rimpiante non appena lasciano posto agli eccessi altrui.

 

Fonte: La Voce del Popolo – 30 maggio 2024

[Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia]