L’Arera: i mercati energetici sono ancora tesi, un errore pensare a una nuova normalità

Roma, 11 lug. (askanews) – “La scelta, per nulla ovvia, operata nel luglio del 2022” dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, “di cambiamento della modalità di fissazione del prezzo per il servizio di tutela gas” ha consentito risparmi per 3 miliardi di euro. Lo ha rilevato il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, nella sua Relazione al Parlamento sull’attività del 2022.

“Come noto si è passati da una indicizzazione basata su prodotti Ttf trimestrali forward, ad un indice basato sul prezzo ex-post, mensile, formato al Psv (Punto di scambio virtuale, ndr) italiano”. “Forse il dato più indicativo per valutare l’opportunità di questa scelta risiede nel confronto tra il prezzo che i consumatori in tutela gas avrebbero pagato con il metodo precedente e quello effettivamente determinatosi nel trimestre ottobre – dicembre 2022”.

“Nel primo caso – ha spiegato – avremmo avuto un prezzo fisso per tutto il IV trimestre ’22 pari a 240 euro/MWh, da confrontare con un prezzo medio, realizzatosi nel trimestre, di circa 95 e/MWh. Nel semestre invernale 2022-2023 il cambiamento ha comportato un vantaggio, per il consumatore in tutela, che possiamo stimare in circa 3 miliardi di euro”.

“La crisi dei prezzi morde con meno intensità, ma i mercati energetici sono ancora tesi, esposti a forti oscillazioni e pronti a reagire negativamente al mancato sviluppo di quelle iniziative di riallineamento strutturale del bilancio domanda offerta, che sono state intraprese nel corso dell’emergenza”. Questo il monito lanciato dal presidente dell’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, Stefano Besseghini, nell’apertura della Relazione al Parlamento sull’attività del 2022. Il presidente ha evidenziato come i temi dell’energia abbiano “guadagnato una centralità dovuta, ma con una drammaticità che speriamo possa considerarsi superata”.

“Sarebbe però un grave errore pensare che la situazione sia già rientrata in nuova normalità, da gestire ordinariamente. La fase dell’emergenza ci ha obbligato ad affrontare nuovamente alcuni aspetti che davamo per consolidati e su cui facevamo leva per imprimere una rilevante accelerazione al processo della transizione energetica”, ha evidenziato Besseghini in riferimentmo alla crisi energetica dello scorso anno con i picchi dei prezzi del gas acuiti dallo scoppio della guerra in Ucraina.

“Il conto, salato, di questo cambio lo abbiamo pagato e lo stiamo pagando a livello nazionale ed europeo”, ha aggiunto il presidente.

L’acqua diventerà sempre di più una risorsa scarsa, un enorme problema cui si affiancherà quello, già nei fatti, di un cambiamento strutturale delle precipitazioni. Ha evidenziato l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente.

“Si suole dire – ha sottolineato Stefano Besseghini – che le future guerre si combatteranno per l’acqua e non per il petrolio. Non so farmi profeta ma certamente, come abbiamo drammaticamente avuto modo di verificare anche nel corso di questi anni, non avremo solo un problema di scarsità della risorsa, ma un cambio strutturale del meccanismo delle precipitazioni con una estremizzazione dei fenomeni”.

“Avere acqua non vuol dire avere ingenti risorse idriche, ma vuol dire avere acqua nella quantità e qualità che serve, nel momento in cui serve”. Oltre al potenziamento degli investimenti e al ruolo crescente che potrebbero avere “gli operatori del servizio idrico”, Besseghini ricorda che “tra i fattori chiave, per garantire una necessaria ‘capacità di adattamento’, rientra sicuramente la possibilità di integrare efficacemente la raccolta e il convogliamento delle acque meteoriche con il restante sistema infrastrutturale”.

“Il repentino evolversi dello scenario climatico, con una maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi – ha spiegato Besseghini – suggerisce di assegnare un’elevata priorità al processo di integrazione infrastrutturale, affinché siano realizzate e tenute in esercizio regolare le opere necessarie alla gestione degli effetti che questi eventi meteorologici determinano”.

“Il riuso potrebbe determinare un interessante punto di contatto tra il ciclo idrico integrato ed il settore di maggiore impiego dell’acqua, vale a dire il settore agricolo”.