L’attacco a Mosca unisce il mondo nella condanna del terrorismo

Unanime condanna dell'attentato terroristico, a tarda sera rivendicato dall’Isis. Il cordoglio espresso dalle massime autorità nazionali, europee e mondiali. Anche la moglie di Navalny si è unita al dolore del popolo russo.

Di fronte all’attacco terroristicco avvenuto ieri sera a Mosca presso la sala da concerti più grande della città, la Crocus City Hall, con un bilancio di più di 60 morti e 140 feriti, la comunità internazionale si è dimostrata unita nel condannare questa strage di civili, che ne richiama alla memoria altre, avvenute in Europa, in particolare quella del 13 novembre 2015 al teatro Bataclan di Parigi. L’attentato di ieri però si inserisce in un contesto molto più delicato e incandescente di quello dello scorso decennio, nel bel mezzo del conflitto in corso in Ucraina. Il governo di Kiev si è detto subito totalmente estraneo e privo di responsabilità per quanto accaduto nella capitale russa. È giunta poi una rivendicazione dell’Isis, per la quale ancora a tarda sera si valatutava l’attendibilità.

La ferma condanna anche da parte dei Paesi occidentali, manifesta la volontà degli stati e delle organizzazioni internazionali come UE e Nato di mantenere il controllo della situazione a fronte dell’azione spregiudicata di forze oscure, in quanto al momento non ancora identificate, che invece stanno puntando a gettare benzina sul fuoco del conflitto russo ucraino. Insieme alle vittime che ha prodotto, è questo l’altro grande danno che l’attentato a Mosca tende a provocare. Quello di logorare ancor di più le relazioni e la fiducia fra gli stati, di fare sembrare ancora di più di quanto già molti dicano, la guerra come unica via da percorrere. Per questo, come ha ricordato l’ambasciatore Riccardo Sessa, presidente della Sioi, in un commento a caldo a Tg2 Post, la cosa più importante in queste ore è mantenere nervi saldi, lucidità, non giungere a conclusioni affrettate, non fare dietrologie che potrebbero condurre a sviluppi fuori controllo, ma attendere il procedere delle indagini e l’emergere di un quadro di valutazione con maggiori e più fondati elementi. 

Una prova di responsabilità che devono dare tutte le parti, in particolare lo stato colpito, la Russia, che dovrà dimostrare di saper evitare di strumentalizzare questa strage in relazione all’andamento della guerra di aggressione che conduce in Ucraina. Questo attentato mette a durissima prova la capacità degli stati di non lasciarsi travolgere dagli eventi, rafforzando la reciproca fiducia, e nel contempo sembra costituire un avvertimento, non difficile da interpretare quanto al fine che vorrebbe ottenere, circa il rischio che azioni mirate di forze e gruppi particolari possano tentare, in una fase così tesa come l’attuale a livello internazionale, al di là della volontà delle istituzioni, di forzare la mano o addirittura di fare deragliare la catena degli eventi verso direzioni che nessuno, ovvero nessun potere legalmente costituito intende imboccare.

L’impegno comune a tutta la comunità internazionale, come ha ricordato il presidente Sergio Mattarella, a combattere ogni forma di terrorismo, è la prima e migliore risposta che si possa dare a crimini come quello commesso nel teatro moscovita, facendo diventare un brutale atto terroristico un’occasione per ribadire i valori fondamentali alla base delle relazioni fra i popoli e i loro legittimi rappresentanti, anche in un mondo caratterizzato dalla presenza di molti conflitti in corso e da una non ancora lineare ricerca di un nuovo ordine globale che garantisca stabilità, pace, giustizia e inclusività per l’avvenire.

 

P.S. Molto ferma la condanna di Yulia Navalnaya: “Condoglianze alle famiglie delle vittime – ha scritto su X – e auguri di pronta guarigione ai feriti. Tutti coloro che sono coinvolti in questo crimine devono essere trovati e chiamati a rispondere delle loro responsabilità”.