Lavender è il Terminator di Israele

Il programma di intelligenza artificiale ha messo nel mucchio appartenenti ad Hamas. Lavender richiama un po’ le cinque guerre di Vandea di qualche secolo fa, che sembra abbiano prodotto intorno ai 200.000 morti.

Sembra che se le dessero di santa ragione anche ai tempi dell’Homo Sapiens. Da allora ad oggi, c’è stato comunque un salto di tecnologia. Delle otto specie umane differenti dalla nostra, siamo sopravvissuti solo noi, i più feroci e pericolosi.

La pace deriva dalla radice indoeuropea “pax” che sta per pattuire, unire, saldare etc etc. Tutta questa è roba vecchia. La parola, di questi tempi, ha perduto ogni sua rilevanza, ha un peso specifico insignificante fuori da ogni scala di misura. È una pronuncia priva di suono, monca nella intenzione e nel fiato, nessuna traccia di un soffio che le dia vita.

Gli Israeliani hanno attivato purtroppo una risposta perfettamente proporzionata alla mattanza degli oltre 1200 civili sterminati gratuitamente dalla gentaglia di Hamas. A completamento, i prigionieri non più nelle mani degli assassini riferiscono di violenze e di stupri subiti. Non proprio una gita giornaliera al luna park.

Così il popolo eletto di Dio ha risposto con tutto il fuoco che ha avuto a disposizione, stanando per ogni dove ovunque ci fosse puzzo di banditi. Si sperava in una risposta “sproporzionata”, quindi di calibro minore, diverso dall’offesa subita. Così non è stato.

Si è poi fatto ricorso all’uso di “Lavender”, un programma di intelligenza artificiale che ti dice dove, come, quando e chi colpire. Il sistema ha messo nel mucchio appartenenti ad Hamas, relativi familiari e altri potenziali contatti, individuando oltre 37000 obiettivi.

Alla fine, qualche uomo con le stellette approva il da farsi in meno di una manciata di secondi, dando seguito all’azione che Lavender suggerisce per la giornata. Si gettano sugli obiettivi le “dumb bomb”, le bombe stupide che costano assai meno di quelle intelligenti. Centrano senza troppo riguardo i predestinati, insieme a tutti quelli che in quel momento hanno la sventura di ronzargli attorno.

C’è solo un piccolo particolare, una notizia passata ad un telegiornale nazionale, detta per amore di verità ma quasi tra i titoli di coda, sperando nella scarsa attenzione dei telespettatori, quasi biascicata perché non fosse del tutto intesa. Lavender sembra che proceda facendo ingoiare l’idea di un danno collaterale pari a 20 vittime, un ammissibile sacrificio, pur di far fuori un solo nemico.  In caso di uccisione di un alto rappresentante di Hamas i danni collaterali sopportabili sarebbero valutati fino a 100 vittime.

Se è vero che Lavender ha un margine del 10% di errore, è facile contare ad oggi oltre 3000 morti del tutto innocenti, a cui vanno aggiunti i morti collaterali di cui si è appena detto. Lavender non è solo ma affiancato anche dal programma “Gospel”, che individua le strutture da abbattere ancor prima delle persone. Per chiudere il cerchio, in campo è anche “Where’s Daddy?” che ha il compito invece, più intimo, di indicare se il terrorista è dentro la sua casa, nel raccoglimento familiare. Lì sarà più facile eliminarlo.

I nomi fanno sorridere. Si va dalla intensa musica gospel alla ricerca di un papà da trovare, sino ad arrivare al profumo di lavanda che in tempi antichi era usata come pianta per la purificazione del corpo.

La pianta era usata infatti per lavarsi. Oggi potrebbe tornare utile per lavarsi anche la coscienza, scaricando ogni responsabilità su un programma tecnologico dal quale è facile prendere, quando occorresse, le distanze.

Lavender richiama, ad orecchio, un po’ le cinque guerre di Vandea di qualche secolo fa, che sembra abbiano prodotto intorno ai 200.000 morti. Speriamo non costituisca una ulteriore fonte di ispirazione della nostra brava Intelligenza Artificiale.

Basterebbe forse ispirarsi ad una più semplice lavata di capo, se non dei piedi, e chiudere finalmente la partita. Il danno collaterale fa parte in pieno della partita. Non c’è da stupirsi. Possiamo solo sperare che non ci sia il proposito di proporzioni più ingenti. C’è solo un programma che gira a vuoto. Ha un nome sinistro, che stona all’orecchio degli attori della contesa: “Where’s the peace?”.