Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Caro direttore, caro Lucio,
sto seguendo con interesse e – come ben sai – con tanti dubbi il vostro dibattito sul futuro di “Rete Bianca”, per un ritorno sulla scena politica di quello che voi definite “Centro moderato cattolico-democratico e popolare”.
Succede che domenica 18 agosto mi sono incontrato casualmente su”La Stampa”, con un articoletto di Letizia Tortorello, dedicato ad Augusto Del Noce: “Ritornare a Del Noce tra democrazia e cristianesimo” Te lo allego.
La Tortorello – che io non conosco – dimostra però di saperla lunga. E una volta persuasa che la “…rilettura di Del Noce è oggi più che mai urgente” per evitare rischi di nuovi totalitarismi, recensisce e riassume efficacemente in 10 righe un recente libro di Luca Del Pozzo (“Filosofia cristiana e politica in Augusto Del Noce”) con cui l’autore sostiene “…l’urgenza di una nuova stagione di un cattolicesimo politico italiano” .
Di primo acchito, sembrerebbe dunque la tesi cara a “Rete Bianca”, sostenuta dalle indubitabili convinzioni del buon Giorgio Merlo, suo indefesso e coriaceo sostenitore.
Ma non è così!
Continuando a leggere la breve recensione, ci si può accorgere che Del Pozzo si proietta in quella analisi che, con strumenti conoscitivi e di studio sicuramente più modesti, io mi sono permesso di accennare tempo fa.
Essendo sprovveduto tralascio la “Metafisica civile” come sintesi di quel che Del Noce intendeva per ri-cristianizzare la democrazia. La lascio a voi filosofi della politica.
A me interessano le conclusioni.
Secondo Del Pozzo, Del Noce “…spinge il lettore a porsi la domanda cruciale se l’Italia sia ancora un paese cattolico, e per cattolici maturi”, e sostenendoci dalle sue categorie, spinge a ” …chiederci quale sia oggi la ‘superideologia’ dominante dopo che abbiamo visto la destra separarsi dalla sua visione morale, e la sinistra abbandonare il suo obiettivo sociale” .
Con la sorprendente – e per me consolatoria – constatazione che “…gli schemi politici novecenteschi sono saltati”(sic!) .
Ricorderai, caro direttore, che con alcune mie divagazioni primaverili ed estive da te pubblicate mi sono permesso di proporre l’atroce dubbio che le categorie politiche spaziali e geometriche orizzontali novecentesche di Centro, Sinistra e Destra, sono superate dalla storia che viviamo; e che bisogna vivere l’oggi per guardare al futuro.
Alcuni amici di ex sinistra mi hanno rimproverato; molti amici di ex centro mi hanno invece detto di non essere precipitoso e di osservare con attenzione quel 40% degli aventi diritti al voto che rimane a casa in pantofole; qualche conoscente di ex destra mi ha detto che chi non pensa prima alla Patria e dopo agli “invasori” emigranti non può essere di destra e che la destra a tutela della nostra nazione è ancora viva e utile.
Detto doverosamente ciò, ho sostenuto che secondo me è oggi meglio, molto meglio, trasferirsi cristianamente sulla geometria verticale: Alti e Bassi; Ricchi e poveri; Superiori e Inferiori; Eguali e disuguali; amici e nemici; grande Europa e piccolo paese; Italexit e Nord Italia, e via divagando, al posto di rimanere ancorati a quella orizzontale degli emicicli novecenteschi; mi sono permesso di divagare sulle “Identità” del passato viste come scatole chiuse e pie illusioni che ci portano fuori strada; mi sono permesso di supporre che il “cattolicesimo moderato” non è cosa per noi, di forte formazione cattolico-democratica e popolare; ho ricordato che vietandoci e impedendoci da noi medesimi – ma dimenticando Sturzo – di osservare la società, studiarla, descriverla e quindi progettare “…Il domani”, è cosa cattiva e sbagliata.
Mentre invece scommettere sulla cultura e sulla formazione prima di affidarci ai desideri (pur legittimi ) suggeriti solo da una mera legge proporzionale, è invece cosa buona e giusta.
Un caro saluto.
N.B. Comprerò il libro.