Umanesimo e digitalizzazione, due termini che fanno capo a realtà complesse e a prima vista discordanti: da un lato il millenario percorso di scoperta da parte dell’uomo delle proprie risorse spirituali e cognitive, consolidatosi nell’autoconsapevolezza della propria specificità, dall’altro una rivoluzione tecnologica – opera anch’essa umana – che incide a tal punto sulle coordinate spazio-temporali dell’esperienza naturale da sovvertire l’umana autocoscienza e la percezione della realtà nel suo complesso. Se pure così distanti, umanesimo e digitalizzazione sembrano oggi avanzare un’incalzante pretesa di complementarità.
Il sintomo più evidente, ma non certo l’unico, di questo processo in atto sono i nuovi percorsi disciplinari compresi nelle Digital Humanities e addirittura il formarsi di una nuova disciplina, il cui nome – Informatica umanistica – non lascia dubbi circa l’ordine di priorità fra i due termini. Ma in base a quali criteri tale priorità andrebbe accertata? Se uno dei tratti distintivi dell’umanesimo consiste nel far precedere la prassi da adeguata riflessione, allora è molto importante riflettere sia sulle implicanze della nuova simbiosi sia sulle sue diverse applicazioni.
I contributi raccolti nel presente volume, affidati a studiosi di fama internazionale, intendono offrire un agile strumento non solo per orientarsi fra le applicazioni più significative della digitalizzazione nell’ambito delle discipline umanistiche, ma anche per formarsi un’opinione più circostanziata su un fenomeno sociale già ampiamente diffuso ma dai contorni ancora vaghi.
In occasione di un convegno interdisciplinare dedicato a Humanism and Digitization e svoltosi nella sede milanese dell’Università Cattolica il 4-5 maggio 2022, furono invitati a esporre le rispettive posizioni e a dialogare fra loro: Giorgio Buccellati, archeologo e assirologo presso la UCLA e direttore del programma di archeologia digitale Cybernetica mesopotamica; Vittorio Hösle, professore di Filosofia alla Notre Dame University e studioso del rapporto fra ermeneutica e scienze dello spirito nel contesto contemporaneo; Marco Passarotti, professore di Linguistica computazionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore ed estensore dell’Index Thomisticus Treebank; Smail Rapic, professore di Filosofia pratica presso la Bergische Universität di Wuppertal, afferente alla linea di tradizione francofortese; Gerhard Lauer, esponente di punta delle Digital Humanities e Gutenberg Professor for Book and Reading Studies all’Università di Mainz; Maryanne Wolf, neuroscienziata e direttrice del Center for Dyslexia, Diverse Learners, and Social Justice presso la UCLA. Un confronto tra gli archeologi Marco Sannazaro, Giorgio Buccellati, Marilyn Kelly-Buccellati, Giorgio Baratti e Enrico Giannichedda concluse il Convegno.
[Il testo qui raccolto è la sinossi del volume presente sul sito di Vita e Pensiero]
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