Il 16 marzo del 1978 veniva rapito Aldo Moro e massacrata la Sua scorta da parte delle Brigate Rosse. Abbattere gli uomini di scorta e prendere il presidente della Dc fu una operazione militare di altissimo livello. Sono stato sempre convinto che nel gruppo di fuoco ci fossero elementi stranieri.
Su questo aspetto ci si è soffermati molto poco. Il sistema sicurezza del Paese si trovò inadeguato malgrado il terrorismo avesse già versato il sangue di tanti onesti servitori dello Stato. Quel giorno iniziava l’agonia di Aldo Moro e della democrazia. Il terrorismo aveva colpito in alto. Si entrava in una fase nuova che superava i riferimenti culturali su cui si era affermata la Repubblica.
Un ricordo struggente di quel giorno, una lacerazione profonda, uno strappo violento. Dopo il 16 marzo e l’epilogo del 9 maggio, vi è stata una svolta che avrebbe segnato il nostro futuro. In quei giorni il Paese prese consapevolezza. Le energie politiche, culturali, civili si ritrovarono a contrastare e sconfiggere il terrorismo.
Ma si era aperto un varco su cui negli anni successivi si sarebbero inseriti movimenti eversivi che, sfruttando le novità intervenute a livello internazionale come la crisi del comunismo con la caduta del muro di Berlino, hanno sostanzialmente dilapidato il patrimonio delle libertà democratiche, costituzionalmente garantite.
La politica messa in crisi, i partiti trasformati in aggregazioni personali, un Parlamento di nominati svuotato, un corollario di poteri e sottopoteri diffusi, veri centri decisionali senza nessun controllo popolare, sono i dati del declino. Dove non riuscirono i terroristi rossi e neri il sistema di garanzia democratico è stato smantellato da procuratori d’assalto, da apparati infedeli dello Stato, da una sinistra alla ricerca di un riscatto storico e realtà presenti in partiti democratici, vinti dal sogno del sol dell’avvenire per soddisfare le proprie ambizioni.
Viviamo oggi in una realtà precaria: un vuoto. Questo era il disegno dei terroristi uccidendo, attraverso Moro e tanti servitori dello Stato, il sistema democratico. Ricordiamo le date come quella del 16 marzo 1978 non solo per una giusta commemorazione, ma per interrogarsi e agire ritrovando la fede nella libertà.
[Pubblicato sulla pagina Fb dell’autore]