Milano, 30 ott. (askanews) – Nel 2023 il sistema bancario italiano ha registrato un utile aggregato pari a 34,6 miliardi, raddoppiato rispetto ai 17,3 miliardi del 2022, coi dividendi incassati cresciuti del 47,8% e gli indicatori di redditività che hanno segnato livelli record, spinti dagli elevati tassi di interesse a partire dal secondo semestre del 2022. E’ quanto emerge dal rapporto sulle principali società italiane dell’Area Studi di Mediobanca. Nel 2023 la classifica delle prime 20 banche italiane non subisce variazioni di rilievo: il podio vede stabile al primo posto Intesa Sanpaolo il cui attivo tangibile è pari a 953,2 miliardi, davanti a UniCredit (782,7mld) e Cdp (396,2 mld, -1,1%). Le prime due banche hanno un attivo tangibile pari all’83% del Pil italiano.
Il Total Capital Ratio di sistema si attesta al 19,7% (pari alla media europea) confermandone la solidità patrimoniale, rafforzata nel 2023 per via dei 5,9 miliardi destinati alla riserva non distribuibile in luogo dell’imposta straordinaria “extraprofitto”.
Dai dati sull’occupazione emerge la diminuzione della forza lavoro pari all’1,7% (poco più di 4.500 unità) dovuta in gran parte ad incentivi all’esodo. Complessivamente, negli ultimi dieci anni, il taglio è stato di oltre 50mila unità (-11,4%). Il principale datore di lavoro è Intesa Sanpaolo (94.368 risorse), con una presenza femminile pari al 54% e di under30 al 7,6%. Si segnala la chiusura di circa 800 sportelli (-3,9% a 19.691): estendendo il confronto a inizio decennio, la contrazione è pari al 33,1%, fenomeno – sottolinea il rapporto – che produce la cosiddetta desertificazione degli sportelli considerando che in Italia, a fine 2023, i comuni privi di presenza bancaria sono oltre 3.300, il 41,5% del totale.
Nel 2023 è proseguita la politica di aggregazioni (nel decennio si è passati da 508 a 323 entità, 185 in meno), che hanno interessato soprattutto le BCC con 5 operazioni di incorporazione.