Nascita della liberal-democrazia, impossibile senza il cristianesimo.

Un dialogo appassionato, a partire da una domanda che Antiseri pone a Pera: «Un’Europa scristianizzata è ancora Europa?». Per gentile concessione dell’autore riproponiamo l’articolo apparso ieri sul quotidiano Avvenire.

Europa senz’anima? Politica, cristianesimo, scienza (Scholé, 2024, pp. 146) è solo l’ulteriore tappa di un lungo cammino che ha visto Dario Antiseri e Marcello Pera procedere per lunghi tratti insieme, incontrandosi e distinguendosi. Entrambi filosofi della scienza, studiosi di Karl Popper e del liberalismo, autori sempre attenti al rapporto tra scienza e fede. A loro dobbiamo la pubblicazione di questo libro, un dialogo appassionato, a partire da una domanda che Antiseri pone a Pera: «Un’Europa scristianizzata è ancora Europa?». È forse proprio questo il cuore del libro e il fulcro di un dialogo che nasce dalla lettura, da parte di Antiseri, del libro di Pera dedicato ad Agostino, pubblicato da Morcelliana nel 2022: Lo sguardo della caduta. Agostino e la superbia del secolarismo.

Il libro si articola in due parti; la prima è curata da Antiseri e la seconda da Pera. Nella prima parte Antiseri si concentra su tre aspetti, dai quali emergeranno tre distinte domande. Innanzitutto, Antiseri riflette sui fallimenti di una ragione autosufficiente e sullo spazio della fede; in secondo luogo, l’Autore si concentra sul liberalismo di Agostino e sull’Europa di oggi; infine, il filosofo analizza il rapporto tra scienza e Scrittura in Agostino e in Galilei. Come abbiamo scritto poc’anzi, da questa complessa analisi su fede, politica e scienza, emergono tre domande che Antiseri pone a Pera. In primo luogo, si solleva la questione del relativismo e della conseguente scelta di credere; domanda Antiseri: al pari del credere, «l’ateismo non è forse l’esito di una decisione e non la conclusione di un’argomentazione scientifica?». In secondo luogo, con riferimento al tema agostiniano della “caduta”, Antiseri pone a Pera una domanda cruciale: «Questi consigli sono consigli utili perché validi, e validi in quanto conseguenze di una fede che è verità, oppure sono utili in quanto sorprendentemente d’accordo con prese di posizioni filosofiche, morali, politologiche già fatte proprie ed abbracciate per ragioni ben diverse da quelle religiose?». Infine, la questione della scienza, Antiseri domanda a Pera: «“Dio creò il mondo…” è una forma di sapere o il primo dogma di fede del Credo dei cristiani?».

Cruciale nella riflessione di Antiseri è un passaggio dell’intervista rilasciata dall’allora cardinale Ratzinger ad Antonio Socci nel 2003. In questa intervista, il futuro papa, riprendendo un passo del suo libro Fede, verità e tolleranza (Cantagalli, 2003) ebbe modo di ribadire che il relativismo in politica è il benvenuto perché ci vaccina dalla tentazione utopica, impedendo l’identificazione di una qualsiasi religione con lo Stato e concludendo che la visione liberal-democratica non sarebbe mai potuta nascere senza l’avvenimento cristiano che ha diviso i due mondi, ponendo i presupposti di una nuova libertà

Alle domande di Antiseri, Pera risponde in maniera accurata, non tralasciando nulla e non nascondendo il disaccordo dal suo interlocutore. Rispetto al relativismo, Pera ritiene che se la morale cristiana si presenta come la più adatta a mantenere la concordia e l’ordine liberale, quelle che la contrastano andrebbero respinte; è lo stesso Pera ad ammettere che non si tratta di un argomento razionale in termini tecnici, ma sposta l’onere della prova nel campo di chi si oppone al cristianesimo. In merito alla seconda questione, Pera sostiene che liberalismo e cristianesimo sono “congeneri”, di conseguenza appare impossibile, se non suicida, distaccarli. Pera distingue tra credere nella fede cristiana e credere nella cultura cristiana e, sebbene ammetta che non si possano distinguere, chiede che si possa sospendere il giudizio su questo o quel dogma, senza per questo rifiutare il cuore del cristianesimo: «il messaggio della Croce». Infine, nel rapporto tra scienza e religione cristiana, Pera sostiene che sebbene Agostino avrebbe apprezzato Galilei, di certo non l’avrebbe seguito. In breve, così come nel campo della politica, anche in quello scientifico, la fede cristiana può rappresentare una preziosa pietra d’inciampo rispetto alle pretese assolutistiche della ragione scientifica e così limitarsi a vicenda.

È probabile che Antiseri non abbia convinto Pera e che Pera non sia riuscito a convincere Antiseri, ma non era certo questo l’obiettivo del dialogo, come conclude lo stesso Pera: «Avrò convinto Dario Antiseri? Forse no o non completamente. Ma abbiamo discusso. E questo è un dono prezioso».

 

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