Siamo di fronte a nuove sfide e occorre perciò voltare definitivamente pagina. E, soprattutto, vanno abbandonate le alleanze con i partiti populisti e sovranisti. Il corso della storia guarda ormai altrove. Adesso un nuovo progetto va perseguito con razionalità, intelligenza e coraggio.

La politica è cambiata. È profondamente cambiata. Già prima dell’invasione russa nei confronti dell’Ucraina e di una guerra che è destinata a mutare definitivamente gli equilibri geopolitici mondiali. E, di conseguenza, anche il ruolo e la “mission” della stessa Europa. Ci sarà un cambiamento profondo di fronte al quale tutte le forze politiche debbono misurarsi. Di destra, di sinistra e di centro.

Ma sono due gli elementi di fondo che emergono in modo netto dopo questo drammatico evento bellico – che purtroppo non si è ancora concluso – e alla vigilia di elezioni che, piaccia o non piaccia ai 5 stelle, si celebreranno nel nostro paese il prossimo anno a primavera dopo una legislatura caratterizzata dal trasformismo politico e dall’opportunismo parlamentare.

E le due sub culture che sono destinate a tramontare, seppur lentamente ma irreversibilmente, sono il populismo e il sovranismo.

Il populismo, innanzitutto. Lo abbiamo conosciuto bene in questi anni. Prima del 2018 nelle piazze. Dopo il 2018 nelle aule parlamentari e al governo. Una pagina triste e decadente per la salute della nostra democrazia, una parentesi da dimenticare al più presto e, soprattutto, una stagione devastante per l’azione di governo nel nostro paese. Oltre ad avere praticato in modo disinvolto alcuni disvalori profondi della politica italiana: dal trasformismo politico all’opportunismo parlamentare. Una fase, comunque sia, che ha contribuito in modo decisivo a dequalificare la politica, ad impoverire la democrazia e a ridurre l’efficacia della stessa azione di governo.

In secondo luogo il sovranismo. Lo abbiamo conosciuto in Italia con l’esperienza della Lega di Salvini. Anche su questo versante, e dopo la drammatica vicenda bellica che riporta nuovamente la politica estera al centro della nostra elaborazione politica, culturale, programmatica e di governo, è indubbio che il sovranismo – almeno per come lo abbiamo conosciuto e sperimentato nel nostro paese – è destinato a cambiare profondamente. Se non addirittura ad essere definitivamente azzerato e superato. Il campanilismo nazionalista e il sovranismo del singolo paese, oggettivamente, non reggono più di fronte al riequilibrio della geopolitica europea ed internazionale. Vanno riprese, finalmente e purtroppo tardivamente, le categorie politiche e culturali che hanno reso il nostro paese un interlocutore importante e decisivo nel corso della sua storia democratica. Un ruolo che è stato reso possibile da una classe dirigente all’altezza della situazione, preparata e riconosciuta a livello internazionale. 

Non c’è sovranismo o populismo che tenga di fronte alle nuove sfide. Occorre voltare definitivamente pagina. E, soprattutto, vanno abbandonate le alleanze con i partiti populisti e sovranisti. Il corso della storia guarda ormai altrove. Adesso un nuovo progetto va perseguito con razionalità, intelligenza e coraggio. Si apre, appunto, un’altra fase storica e politica. Tocca, di conseguenza, a chi ha sempre combattuto questi “opposti estremismi”, e cioè il populismo e il sovranismo, guidare la nuova fase politica che si sta aprendo anche nel nostro paese.