15.1 C
Roma
mercoledì, Febbraio 12, 2025
Home GiornalePARTITA DAL BASSO, L’AZIONE DI RICUCITURA ESIGE UNA VISIONE APERTA DEL POPOLARISMO.

PARTITA DAL BASSO, L’AZIONE DI RICUCITURA ESIGE UNA VISIONE APERTA DEL POPOLARISMO.

Si tratta di affrontare con generosità – si legge in questa nota di Merlo – la spinta alla riaggregazione dei Popolari. “Nessun paletto, nessuna pregiudiziale personale o ideologica, nessun atteggiamento altezzoso ed arrogante ma, semmai, la volontà di ricostruire e ridare cittadinanza ad una cultura politica che non ha più alcuna speranza in altri campi politici e post ideologici”.

 

Preso atto che, come si direbbe negli ordini del giorno, il ruolo dei Popolari e dei cattolici sociali è fuori luogo e anche fuori tempo nel processo della ricostruzione della sinistra italiana post comunista e difficile da declinare nel campo alternativo della destra, la necessità di proseguire con la “ricomposizione” dell’area Popolare a livello nazionale deve andare di pari passo con l’altrettanto importante processo di allargamento ed aggregazione della suddetta area. Certo, passo dopo passo, ma senza anteporre paletti ideologici e recinti esclusivistici.

Una prassi, questa, praticata nell’esperienza dell’ultimo Pd dove le correnti sono diventate organismi di potere autoreferenziali e ben delimitate e dove la cittadinanza è preclusa a chi non dimostra assoluta fedeltà al capo banda. Il metodo che, al contrario, deve accompagnare il processo di “ricomposizione” e di “allargamento” dell’area Popolare dopo le forti novità politiche che sono intervenute nella politica italiana, anche e soprattutto dopo il voto del 25 settembre scorso, dev’essere esattamente l’opposto.

Nessun paletto, nessuna pregiudiziale personale o ideologica, nessun atteggiamento altezzoso ed arrogante ma, semmai, la volontà di ricostruire e ridare cittadinanza ad una cultura politica che non ha più alcuna speranza in altri campi politici e post ideologici. Nè, come evidente, nella attuale sinistra ormai proiettata, e giustamente, a riscoprire le sue radici culturali e politiche post ed ex comuniste, nè nella attuale destra ancora, e purtroppo, troppo sovranista e, come ovvio e scontato, tralasciando del tutto il populismo demagogico, anti politico, giustizialista, manettaro e adesso anche grottescamente assistenzialista e pauperista dei 5 Stelle. L’unico spazio, del resto storico e politicamente più congeniale e pertinente, è quello di Centro. Dove, cioè, è possibile declinare concretamente e credibilmente quella “politica di centro” che era e resta il cuore della sfida politica dei cattolici popolari e sociali.

Ma per centrare questo obiettivo è indispensabile coinvolgere realmente tutta l’area Popolare e far sì, al contempo, che i partiti di riferimento non si riducano ad essere banali soggetti politici “personali” alle dirette dipendenze del “capo”. E questo perchè esistono mondi vitali, amministratori locali, gruppi riconducibili all’associazionismo cattolico, movimenti all’interno della società civile che si riconoscono nella cultura e nella tradizione del popolarismo di matrice cristiana. Donne e uomini, giovani e anziani che, però, non hanno ormai da tempo una rappresentanza politica e una proiezione istituzionale. Semplicemente si tratta di un’area politica e culturale che non può più limitarsi a giocare un ruolo prepolitico e, di conseguenza, puramente testimoniale. Serve una assunzione di responsabilità e un rinnovato protagonismo politico, culturale, programmatico e anche e soprattutto di natura organizzativa.

Ecco perchè il processo costituente che è partito dal basso, a differenza di altre stagioni storiche, adesso deve fare un salto di qualità coinvolgendo le varie realtà disseminate nella periferia italiana. Privilegiando, comunque sia, la qualità dell’azione politica, i contenuti e, soprattutto, gli elementi distintivi della nostra cultura politica che non sono più affatto riconducibili nè alla prospettiva della sinistra post comunista e nè alla attuale destra e che restano di una straordinaria attualità. Il processo, finalmente, è partito. Tocca al mondo Popolare, adesso, indicare la rotta attraverso il ritorno della politica, della militanza, del radicamento territoriale e della elaborazione culturale. Elementi, del resto, distintivi e specifici della tradizione popolare e cattolico sociale.