Si sono svolti ieri, ad Anzio, il funerali dell’ex parlamentare. Oltre al Presidente della Regione Zingaretti e al Sindaco di Roma Gualtieri, ha espresso il suo cordoglio il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La testimonianza di Di Pietrantonio porta alla luce l’impegno di Pasetto sul territorio, nel collegio elettorale di Prenestino-Centocelle.
Luciano Di Pietrantonio
Quando un amico come Giorgio Pasetto all’improvviso ci lascia, si provano sentimenti spesso contraddittori: di grande tristezza per la scomparsa di una persona con la quale hai condiviso un tratto della sua vita nell’impegno politico, ma anche di riconoscenza per ciò che ha rappresentato, cercando sempre di fare il proprio dovere di eletto dai cittadini con spirito di servizio, con dedizione, con professionalità e con umiltà.
Crediamo che la sua militanza prima nella Gioventù di Azione Cattolica, poi nella Democrazia Cristiana e, successivamente a tutta la diaspora democristiana, con i Popolari, L’Ulivo, La Margherita e il Partito Democratico, ha reso Giorgio Pasetto uno dei cattolici democratici più rappresentativi e riconoscibili nello scenario politico. Gli incarichi che ha ricoperto a livello di partito, e quelli Istituzionali come Sindaco di Anzio, consigliere provinciale e regionale (con due anni di Presidenza della Regione Lazio), deputato nel Collegio Prenestino-Centocelle, per due legislature, e poi senatore, hanno contribuito a rendere Pasetto un grande “esperto istituzionale”.
Tornano alla mente, nel tempo del suo mandato di deputato nel quadrante Est di Roma, i tanti momenti significativi di un impegno politico, svolto a Centocelle nella sede di via delle Acacie, dove si parlava di questioni contingenti, ma anche di progetti per il futuro e delle amarezze per i ritardi nell’avviare le scelte di trasformazione del territorio. Quando cioè si metteva alla prova, in una parola, la politica come rappresentanza delle aspirazioni dei cittadini. Quindi una politica come veicolo di partecipazione alle decisioni per la comunità, ma anche di approfondimento e conoscenza di norme tecniche e giuridiche: per Pasetto la preparazione culturale dei cittadini impegnati nel sociale era fondamentale, perché la conoscenza di chi si occupa del bene comune deve essere sempre aggiornata.
Spesso le riunioni si trasformavano in discussioni che avevano più la caratteristica pedagogica che non quella della rivendicazione politica.
Ecco perché Giorgio ha rappresentato per oltre dieci anni (era il deputato del territorio) questo tipo di approccio fra eletto ed elettori. E così si creò la realtà di via delle Acacie, fatta appunto di politica e formazione, nonché di occasioni di gioia e si potrebbe dire di “agape amicale”. In quel contesto sono cresciute persone che poi sono state elette nel Consiglio Municipale e in Campidoglio. Quindi, non possiamo che ricordare, in particolare, la quotidianità di un impegno nel quale non è mai venuto meno l’essere un cattolico democratico, in una fase di trasformazioni con l’avvio della costruzione della Metro C (la cui caratteristica fondamentale rimane l’assenza del conducente), la via Prenestina Bis, la valorizzazione della tenuta di Mistica, e le tante opere minori che hanno in parte migliorato le condizioni di vita del territorio.
Bisogna far memoria di tutto questo. Giorgio si è spento giovedì 12 maggio a Roma, avrebbe compiuto 81 anni il prossimo 4 luglio. Ieri pomeriggio ad Anzio, nella Chiesa parrocchiale dei Santi Pio e Antonio, si sono svolti i funerali. Hanno partecipato alla cerimonia religiosa, insieme ai famigliari, uomini e donne che nel tempo hanno conosciuto e apprezzato il suo impegno pubblico, le autorità comunali e tante persone che hanno portato l’estremo saluto al loro ex-Sindaco. La Chiesa era affollata.
Durante la cerimonia, sentita e partecipata, il Parroco ne ha tratteggiato la figura, ricordando episodi inediti e sottolineando i pregi dell’uomo. Un’amica personale di Giorgio, con una toccante testimonianza, ha richiamato alcuni aspetti di vita quotidiana. Infine il figlio Francesco ha letto il telegramma che il Presidente della Repubblica ha inviato alla famiglia. Mattarella, nel formulare le proprie condoglianze, ha messo in risalto la sensibilità e concretezza di Giorgio, suo collega per anni in Parlamento, ma prima ancora amico.
Cosa possiamo aggiungere? Poche parole, ma sentite. Ti salutiamo, caro Giorgio, con le nostre preghiere, esprimendo tutta la nostra vicinanza ai tuoi cari, in modo particolare a Tua moglie e a tuo figlio Francesco.