Da molto tempo illustri politologi, tuttologi del web e opinionisti di vario genere ci pongono questa domanda. Cercano, con modi via via più convincenti, di screditare un popolo che lotta per la sua libertà. Una lotta iniziata ormai da molti anni contro un nemico famelico. Un nemico che si beffa delle regole internazionali e che non capisce che è dovere dei paesi più potenti proteggere i più deboli. Un nemico che vuole imporre la sua visione del mondo con ogni mezzo. Anche il nostro Capo dello Stato si dice “inorridito” da alcuni “comportamenti disumani” messi in campo dalle Forze armate russe che colpiscono abitazioni e infrastrutture civili. Ecco perché, secondo lui, è indispensabile la coesione dell’Ue “contro ogni impulso imperialista frutto di esasperazioni nazionalistiche”. Ma questo non è il solo motivo di un nostro coinvolgimento sempre più permeante nel conflitto. La verità è che l’Europa non sta supportando l’Ucraina per poter acquisire una dominazione sul mondo o per un rientro economico. Il nostro scopo non è l’aggressione o la riduzione di una nazione a livello di stato satellite.
Quello è un privilegio che lasciamo volentieri ai russi. Lo scontro tra civiltà non rientra nelle nostre tradizioni. Libertà, democrazia, uguaglianza e Stato di diritto, promozione della pace e della stabilità è il sogno che ha spinto i padri fondatori a realizzare l’Europa. Proprio per questo non possiamo permettere che i nostri sogni, la nostra cultura vengano sconvolti da un nemico barbaro e brutale. Le libertà individuali, quali il rispetto della vita privata, la libertà di pensiero, di religione, di riunione, di espressione e di informazione, sono tutelate dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE.
Abbiamo sempre ripudiato la guerra e ci siamo dati come regola quella di prevenire i conflitti, costruire la pace e rafforzare la sicurezza internazionale. Contribuire alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli non è per noi europei solo un modo di dire. Siamo riusciti a creare un equilibrio tra società e individuo, solidarietà collettiva e responsabilità individuale e non siamo disposti a negoziare i nostri principi. Nel corso della nostra breve storia abbiamo sempre unito i popoli, avvicinato le nazioni e sviluppato il loro senso di appartenenza ad una comunità più ampia. Abbiamo lottato per estirpare le diseguaglianze e fornire pari diritti a tutti. E tutto questo senza mai sparare un colpo.
Ragion per cui con la Decisione 2021/509, il Consiglio Europeo ha istituito lo strumento europeo per la pace (EPF – European Peace Facility); si tratta di un istituto volto al finanziamento, da parte degli Stati membri, delle azioni comuni dell’Unione nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune (PESC) per preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale.
Pace che, al momento, può essere raggiunta solo replicando alle idee maligne e guerrafondaie provenienti da chi si vuole erigere a despota di un popolo libero e democratico.