Pragelato, una piazza dedicata a Piersanti Mattarella.

Era solito recarsi da giovane, con altri dell’Azione Cattolica, a Casa Alpina per seguire i corsi estivi di formazione. Vittima della mafia, il Comune ha deciso di onorarne la memoria

 

 

 

 

Domenica 30 luglio Pragelato, nel torinese, dedicherà una piazza a Piersanti Mattarella. Detta così potrebbe apparire quasi una non notizia, considerando i numerosissimi luoghi pubblici dedicati nel tempo ad un grande servitore dello Stato e ad un raffinato, colto e coraggioso leader politico della Democrazia Cristiana barbaramente ucciso dalla mafia nel gennaio del 1980 quando era Presidente della Regione Sicilia.

 

Certo, la motivazione è riconducibile al sacrificio e alla vita negata a Piersanti Mattarella, ma è legata anche ad un episodio specifico e che riguarda e coinvolge proprio Pragelato, il Comune di cui sono momentaneamente Sindaco. E il motivo è semplice e al tempo stesso importante per la comunità di questo Comune “olimpico”. E cioè, per venire alla cronaca, alla fine degli anni ‘50 Piersanti e Sergio Mattarella, con molti altri giovani dell’Azione Cattolica di Palermo, si recavano a Casa Alpina don Giovanni Barra per i corsi di formazione culturale e spirituale. Giovani provenienti da tutta Italia. Ed è proprio il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a confermare tempo fa a don Giorgio Grietti – un sacerdote pinerolese recentemente scomparso – , autore di un libro sulla figura di don Giovanni Barra, il suo ricordo di Pragelato, di Casa Alpina e di don Barra in particolare. E, proprio parlando di don Barra, Sergio Mattarella lo definisce “una splendida figura che cresce nel ricordo e nell’ammirazione con il trascorrere del tempo”.

 

Ecco il legame stretto tra Piersanti e Sergio Mattarella con Pragelato. Nello specifico, con Casa Alpina e con il magistero prezioso, fecondo e ricco di don Giovanni Barra. Perchè Casa Alpina, e le stesse parole di Sergio Mattarella lo confermano, ha svolto un ruolo importante e decisivo nella formazione di moltissimi giovani cattolici italiani in quella fase storica. Un centro di formazione culturale e spirituale indubbiamente legato alla figura carismatica di don Giovanni Barra che grazie alla sua azione pastorale da un lato e alla sua sterminata produzione editoriale e di libri dall’altro, era in quegli anni un importante e qualificato interlocutore del mondo cattolico italiano. E la sua amicizia, ad esempio, con Don Primo Mazzolari, con il futuro cardinale di Torino Michele Pellegrino e con molti altri intellettuali ed esponenti di primo piano dell’area cattolica italiana, ha fatto proprio di Casa Alpina negli anni ‘50, ‘60 e ‘70 un punto di riferimento e di aggregazione importante e qualificato per l’intera galassia cattolica italiana. E non solo per la formazione spirituale e culturale dei giovani cattolici – anche se quella era la vera “ragione sociale” di Casa Alpina – ma anche, e soprattutto, perchè Casa Alpina in quegli anni era un luogo di confronto, di dialogo e di approfondimento tra molti esponenti di primo piano del cattolicesimo democratico, popolare e sociale del nostro paese.

 

È appena sufficiente citare esponenti come Carlo Donat-Cattin, Guido Bodrato e moltissimi dirigenti della Cisl, delle Acli e della sinistra democristiana dell’epoca. Cioè quel mondo politico, sindacale e culturale che era più sensibile alle istanze e alle domande che provenivano dall’area del cattolicesimo sociale, popolare e democratico. Insomma, Casa Alpina di Pragelato, grazie al magistero prezioso di Don Giovanni Barra e, appena dopo, di Don Vittorio Morero – intellettuale cattolico, sacerdote e giornalista in qualità di futuro Direttore del settimanale locale Eco del Chisone – ha rappresentato un tassello importante nello scacchiere del mondo cattolico italiano. E per molti anni.

 

Ed è per noi importante, al riguardo, riconoscere questo ruolo pubblicamente e legarlo ad una personalità – Piersanti Mattarella, appunto – attraverso l’intestazione di una piazza, che ha incrociato Pragelato nei suoi anni giovanili e prima di dedicare la sua vita per una politica sana, trasparente, rinnovata e coraggiosa. Vita che gli è stata negata in modo violento e terroristico proprio perchè ha declinato concretamente e coerentemente nel suo territorio quei valori cristiani, cattolici, democratici e laici che ha acquisito e fatto propri in luoghi come la Casa Alpina di Pragelato attraverso l’insegnamento e la testimonianza di sacerdoti e pastori come Don Giovanni Barra.