Quousque tandem…lo spettacolo di martiri televisivi milionari?

Smettiamola di trasformare in martiri della democrazia e della libertà conduttori e artisti televisivi milionari oggi - e miliardari ieri -che fanno del business quasi l’unica ragione di vita.

Sì, lo sappiamo anche noi. I conduttori e gli artisti televisivi si comportano seguendo le regole del mercato in quel particolare settore, e più sono bravi – cioè se fanno molti ascolti con le loro trasmissioni e raccolgono, di conseguenza, molta pubblicità – più sono pagati. Non c’è alcun limite o problema etico in tutto ciò. È il mercato, bellezza, verrebbe da dire.

Però, e per fermarsi al caso italiano – perché di questo si tratta – adesso forse è anche arrivato il momento per dirci una semplice, persino banale verità. Ovvero, smettiamola di trasformare in martiri della democrazia e della libertà conduttori e artisti televisivi milionari oggi – e miliardari ieri –

che fanno del business quasi l’unica ragione di vita. E forse anche giustamente, dal loro punto di vista.

Ora, tutti sappiamo che il caravanserraglio della sinistra politica, editoriale, artistica ed accademica italiana fa del “martirio” dei conduttori ed artisti televisivi quasi una ragion d’essere della loro battaglia politica e culturale. È appena sufficiente ascoltare i talk quotidiani e settimanali dei conduttori più faziosi della sinistra televisiva per rendersene conto. Quasi che la condizione professionale di questi milionari fosse in cima alle preoccupazioni dei ceti popolari e più marginali nel nostro paese. E poi ci si chiede il perché il consenso della sinistra ex e post comunista – cioè del principale partito della sinistra italiana – è ormai stabilmente al di sotto del 20% dell’elettorato. Perché le battaglie che hanno più visibilità, condotte con maggior insistenza ed evidenziando l’ormai grottesca attesa del “regime” prende, di norma, spunto dalla situazione concreta di questo gruppo di milionari e della loro concreta presenza sulle reti televisive.

Certo, possiamo dirlo apertamente e senza tema di essere smentiti. Fa un po’ impressione quando si apprendono, al di là della propaganda – questa sì da regime – gli incassi di questi neo martiri della democrazia italiana. Fanno impressione perché la vulgata propagandistica dell’attuale ed indomita sinistra italiana è quella di far credere che con lo spostamento di questi milionari da una emittente televisiva all’altra si rischia di indebolire definitivamente la democrazia italiana, di mettere in discussione la garanzia e il mantenimento della libertà nel nostro paese e, soprattutto, di cancellare quel pluralismo di cui questi milionari sono paladini da sempre. E questo anche grazie ai compensi che percepiscono. Se la cosa non fosse vera ci sarebbe da ridere per settimane. Eppure la narrazione continua. Senza sosta e senza pietà alcuna.

Ecco perché, scoperto il giochetto seppur un po’ in ritardo, questa polemica non porta consensi. Perché sin quando il cittadino comune non legge i compensi forse cade nella trappola. Ma quando percepisce che si parla di milioni e milioni di euro, la solidarietà per questi neo martiri della libertà, della democrazia, del pluralismo e della Costituzione “tradita” comincia ad incrinarsi sino a scomparire del tutto. Purtroppo, però, il gioco dura poco. Perché all’orizzonte c’è sempre un martire che spunta con il relativo compenso milionario. Così va il mondo della sinistra italiana contemporanea.