Reinventare l’Europa, un compito arduo che richiede una volontà incrollabile.

“I venti maligni del populismo si riversano sulle nostre democrazie, che si trovano ad affrontare una crisi di rappresentatività”. Lettera ai delegati presenti al congresso del Pde (Firenze. 8 marzo 2024).

Il mondo è ad un punto di svolta. Forse dalla fine della guerra fredda il futuro non è mai apparso così oscuro e pericoloso. Siamo di fronte al ritorno della guerra sul nostro continente, alla volontà dei grandi Paesi di controllare tecnologie ed economie, agli sconvolgimenti climatici, alla messa in discussione degli equilibri di potere e al rischio che il peggio si diffonda. L’organizzazione politica del nostro continente e una stretta alleanza delle potenze di media grandezza come sono i nostri Paesi, sono l’unica assicurazione possibile per i nostri concittadini e per le generazioni future.

L’Unione europea è stata costruita passo dopo passo dalle macerie della Seconda guerra mondiale, una catastrofe senza precedenti nei secoli della nostra storia, dalla quale il nostro continente non è realmente mai uscito.

Convinti che l’aiuto reciproco, la solidarietà e gli interessi comuni fossero più forti degli antagonismi del passato, spiriti pionieri e conquistatori hanno unito i popoli europei. I loro nomi sono Jean Monnet, Robert Schuman, Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Paul-Henri Spaak e, più recentemente, Altiero Spinelli, Jacques Delors e Bronislaw Geremek. Siamo gli eredi e i promotori di questo patrimonio ed è nostro dovere dimostrare lo stesso senso della storia di quei pionieri nel progettare l’Europa di domani.

Ci troviamo di fronte a una successione di shock violenti che mettono in discussione il principio stesso delle nostre democrazie. La guerra della Russia contro l’Ucraina è un crimine contro la storia. Toccando il principio essenziale del diritto internazionale che è quello dell’inviolabilità delle frontiere, uno dei principi fondanti dell’Unione europea, Vladimir Putin, con il suo desiderio di sottomettere l’Ucraina, ha infranto un tabù e sta correndo il folle rischio di far allargare l’incendio. Allo stesso tempo, sta dispiegando nel suo Paese tutti gli elementi di una dittatura apertamente costruita sul cinico assassinio dei suoi oppositori. Col cinico attacco terroristico del 7 ottobre, Hamas ha raggiunto il suo obiettivo di incendiare il Medio Oriente e le ripercussioni, in termini di insicurezza generale e danni umani, sono notevoli. In Oriente, il crollo demografico della Cina fa da sfondo a una politica di eccesso di riarmo economico, tecnologico e commerciale e a disegni imperialisti che minacciano apertamente Taiwan. E gli Stati Uniti, nel mezzo di un confronto durissimo e polarizzato all’interno dell’opinione pubblica, minacciano di tornare a una politica di brutale dominio tecnologico e di disinteresse per la situazione dei loro alleati, in particolare quelli europei. In tutto il mondo, la democrazia è sotto attacco, minata da sovranismo e populismo.

 

Questa nuova era sta avendo un impatto sulle nostre società europee. La crisi inflazionistica derivante da questi problemi sta minando l’equilibrio sociale già indebolito. Alimentando le peggiori idee, l’estrema destra è vicina a prendere il potere in molti Paesi. I partiti tradizionali si stanno disgregando e i venti maligni del populismo si riversano sulle nostre democrazie, che si trovano ad affrontare una crisi di rappresentatività.

Da quando il nostro movimento è stato fondato, vent’anni fa, le sfide si sono accumulate. Siamo sempre stati abbastanza pragmatici da mettere in discussione alcune delle nostre abitudini di pensiero. Abbiamo imparato dalla crisi finanziaria globale, che ha colpito direttamente molti cittadini europei e ha evidenziato le crescenti disparità economiche. Allo stesso modo, abbiamo tratto insegnamento dalla pandemia e dai conflitti ai nostri confini, che hanno rivelato la nostra vulnerabilità in alcune situazioni, in particolare la nostra pericolosa dipendenza da centri di produzione fuori dal nostro controllo.

Il 2024 sarà quindi un anno cruciale. Per la prima volta, ci avviciniamo alle elezioni europee non sulla difensiva, ma con la certezza che nessuno può presentarsi davanti ai popoli europei senza riconoscere l’urgenza e la necessità di un’Unione europea che difenda la parte più preziosa di ciò che siamo.

Alla vigilia delle elezioni europee del 2024, è essenziale riaffermare la centralità del progetto politico europeo. Reinventare l’Europa è un compito arduo che richiede una volontà incrollabile. Noi abbiamo questa volontà. E dobbiamo costruire un futuro europeo in cui brillino la giustizia, l’unità e i valori comuni.

Noi Democratici siamo determinati a promuovere l’inclusione, la solidarietà, la prosperità e lo scambio con tutti i cittadini europei, ponendoli al centro della nostra azione, rispettati come veri interlocutori. La nostra voce umanista e profondamente europeista deve essere ascoltata da tutti coloro che condividono i nostri valori di democrazia, stato di diritto, rispetto dei diritti fondamentali, delle identità e delle diversità, promozione del progresso sociale, inclusione e solidarietà tra territori, popoli e generazioni.

Siamo una famiglia. Da Roma a Rotterdam, da Brno a Bilbao, da Lubiana a Larnaca, da Venezia a Vilnius, da Madeira a Monaco di Baviera, da Strasburgo a Santa Cruz de Tenerife, siamo spinti dalla ragione e dalla fede a costruire questa Europa la cui esistenza e i cui valori sono così gravemente minacciati. Sappiamo che l’Europa può sopravvivere e svilupparsi solo se è «unita nella diversità». Ecco, questo può e deve rappresentare, anche al di là dei suoi confini, un esempio di pace e determinazione per questo mondo così tormentato.

 

François Bayrou

Presidente del Partito Democratico Europeo

 

Per saperne di più

https://democrats.eu/it/le-nostre-idee/