Rivista Il Mulino | Radiografia del turismo spirituale

Nel 2011 sono state circa 660 milioni le persone che hanno viaggiato per motivi religiosi. Questo tipo di viaggi desta ampio interesse mediatico. Di seguito un ampio stralcio dell’articolo edito dalla rivista bolognese.

Giovanna Rech

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Nello scenario religioso contemporaneo, il numero considerevole di viaggiatori coinvolti nelle varie forme di mobilità spirituale e linteresse per i beni anche latamente religiosi è un indizio importante di un cambiamento a livello sociale. I temi specifici mobilizzati in relazione a questi cammini, percorsi, itinerari e pellegrinaggi consentono di rilevare unesperienza religiosa che viene filtrata attraverso le iniziative proprie della passione sportiva, della crescita personale e dellauto-realizzazione, nellambito più ampio dei consumi emotivi (cfr. G. Lipovetsky, Una felicità paradossale: sulla società delliperconsumo, trad.it. Cortina, 2007) e di un marketing che esalta leconomia delle esperienze.

La più recente estensione alla nozione di spiritualità mostra come gli individui e le agenzie di promozione e valorizzazione turistica non abbiano espulso il senso del sacro ma, anzi, questo sia foriero di una nuova centratura sul sé e sulle sue potenzialità, con unenfasi posta sulla dimensione immateriale e spirituale nella componente ludica delle attività sociali e delle conoscenze storico-culturali.

Luso della semantica del sacro costituisce qui lindizio più manifesto di questa commistione che si riflette in unofferta turistica che, sotto limperativo dellofferta di esperienze autentiche, sfida anche la fragilità di molti territori e ambienti, come quello delle Terre alte. I percorsi di memoria religiosa sono altresì un esempio dove si può intercettare il modo in cui una società secolarizzata guarda in maniera curiosa, distratta e bisognosa di senso alluniverso religioso, in relazione al valore intrinseco di antichità che queste rappresentazioni portano e porteranno con sé.

Nellanalisi delle forme turistiche, molto spazio è tradizionalmente dato alla motivazione del viaggiatore e allo scopo del suo viaggio. Nella nota classificazione fornita dallOrganizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (Unwto), è turista anche chi viaggia per motivi religiosi o di pellegrinaggio. Tre elementi costituiscono le condizioni necessarie a intraprendere un viaggio: la disponibilità di tempo libero, un reddito disponibile e la desiderabilità sociale del viaggio (che può essere letta anche attraverso il suo reciproco ossia la pressione sociale al movimento).

Nella ricerca di dati affidabili sul turismo e la mobilità spirituale i numeri si rincorrono. Questo tipo di viaggi desta ampio interesse mediatico. Nella stampa, in occasione di manifestazioni commerciali e nelle più recenti iniziative di programmazione e sostegno del turismo da parte del governo italiano, i numeri lusingano e rendono interessante un fenomeno dai confini fluidi. La Unwto ha stimato nel 2011 in circa 660 milioni le persone che viaggiavano per motivi religiosi: ciò significa che quasi la metà dell1,46 miliardi di viaggi internazionali pre-Covid era motivato dalla religione: per questo il turismo religioso è di fatto la più ampia nicchia di mercato del turismo mondiale.

Se, su scala mondiale, il turismo religioso e il pellegrinaggio muovono molti milioni di persone, soprattutto in Asia e Medio Oriente, una destinazione importante resta certamente lItalia. E se ogni anno lHajj il pellegrinaggio rituale alla Mecca coinvolge circa due milioni di pellegrini (benché la pandemia abbia contratto notevolmente il numero di pellegrini ammessi), un rapporto sul turismo religioso curato da Mintel nel 2012 (Religious and Pilgrimage Tourism – International – February 2012, Mintel International Group Ltd: London) stimava che il Vaticano avesse più che raddoppiato i pellegrini nel primo decennio del millennio, raggiungendo per la prima volta i cinque milioni di visitatori, con un andamento crescente fra il Giubileo del 2000 e il 2006 (che è un anno spartiacque a causa della recessione economica).

Se il turismo religioso e il pellegrinaggio muovono molti milioni di persone, soprattutto in Asia e Medio Oriente, una destinazione importante resta certamente lItalia

La qualità dei dati disponibili per lItalia, tuttavia, è estremamente disomogenea. Nel 2009, la Trademark Italia cura una sintesi che mette in luce una domanda e unofferta di turismo religioso crescenti, ma ammette altresì che le cifre affidabili sul movimento esclusivo dei turisti religiosi, confrontati coi turisti che uniscono gli interessi culturali, quelli artistici e quelli religiosi, è davvero difficile per mete come Roma o per città di pellegrinaggio dotate di un patrimonio storico-artistico notevole, come ad esempio Assisi.

Nel 2020, Isnart (che cura le ricerche per le Camere di commercio per il turismo e la cultura) ha raggruppato i risultati delle sue inchieste campionarie secondo alcune tipologie di viaggiatori: una di queste è il turista spirituale (le altre riguardano cultura, enogastronomia, natura e sport). I risultati di questo particolare cluster non sorprendono: il turista viene definito un senior (con un range molto ampio, ossia i nati fra il 1965 e il 1980), il cui soggiorno dura fra 4 e 6 notti e ha una discreta capacità di spesa. La complessità di questo segmento è data da un abbinamento tra il benessere dellanima e quello, molto più laico, legato alla ricerca di aspetti culturali ma anche enogastronomici e ricreativi.

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https://www.rivistailmulino.it/a/le-catene-del-valore-del-turismo