Salario minimo, Sbarra (Cisl): bene Cnel per confronto parti sociali

Roma, 13 ago. (askanews) – “Aprire un confronto al Cnel è un modo per valorizzare il ruolo centrale delle parti sociali ed avviare un percorso-istruttorio che deve portare ad una norma quadro “leggera” capace di estendere e rafforzare la contrattazione collettiva, assicurando salari dignitosi e la copertura dei contratti leader e maggiormente diffusi a tutti i lavoratori, senza alcuna deroga”. E’ quanto sottolina oggi il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra in una intervista a “Il Messaggero” e “Il Mattino”.

“Per noi la soluzione resta quella dell’estensione settore per settore del trattamento economico complessivo dei contratti nazionali maggiormente diffusi e applicati ai pochi segmenti non ancora coperti da contratti nazionali e a quelli colpiti da contrattazione pirata. È la formula sollecitata anche dall’Unione Europea nella Direttiva, che indica la via della “cifra legale” solo per quei Paesi a bassa intensità di relazioni industriali. Come lo stesso Cnel ha certificato l’ Italia ha CCNL che coprono circa il 98% dei segmenti produttivi. Come titolo di riferimento, in Germania la contrattazione copre non più del 55/60 per cento» aggiunge il leader Cisl che rilancia il tema della detassIone dei salari.

“Azzerare la tassazione sui frutti della contrattazione decentrata, sia nel privato che nel pubblico impiego può portare benefici alla crescita economica ed alla produttività, così come può incentivare lo sblocco dei contratti scaduti che e’ una della principali cause del progressivo calo del potere d’acquisto dei salari. Ci sono contratti come quello delle società di handling negli aeroporti che non si rinnova da 7 anni; abbiamo rinnovato da poco dopo 8 anni quello delle guardie giurate; si continua a negare il diritto alla contrattazione per milioni di persone in settori come turismo commercio , servizi; il Ccnl delle RSA Sanità Privata non si rinnova da 13 anni. Mi lasci dire , una vera vergogna nazionale che va avanti nell’indifferenza generale e sopratutto della politica. Bisognerebbe trovare un sistema per sanzionare le imprese che rifiutano di trattare i rinnovi con il sindacato”.