Salviamo la pluriclasse di Tiglieto, un caso locale che parla all’Italia.

Come direttore e poi ispettore, ho sempre sostenuto e difeso la causa delle scuole dei piccoli paesi, un vero riferimento culturale per l’intera comunità, un genius loci da conservare.

Il fatto che i media si occupino anche di cronache locali contribuisce a conoscere meglio situazioni e contesti comunitari che resterebbero circoscritti alle piccole realtà territoriali che li riguardano. Eppure in quei microcosmi si ritrovano problemi e aspettative legati a temi che riscontriamo altrove, in modo più esteso, a livello sociale. Ad esempio la salute, gli stili di vita, la scuola, i servizi pubblici.

Così la notizia che prende a circolare intorno al fatto che la scuola primaria pluriclasse di Tiglieto – paesino di 500 abitanti nell’Appennino Ligure, famoso per l’Abbazia di Santa Maria alla Croce, risalente al XII secolo –  rischierebbe di essere soppressa con il prossimo anno scolastico perché dei 4 alunni attualmente presenti ne rimarrebbe uno solo, desta interesse ma anche qualche preoccupazione: se non si raccolgono altre iscrizioni, il piccolo plesso scolastico potrebbe essere chiuso da settembre. Ad onor del vero la cronaca stessa riferisce della possibilità che due bambini di una famiglia austriaca trasferita in quel luogo possano essere iscritti e accolti a scuola, risolvendo il problema almeno per qualche anno. 

Negli anni ‘80, per due anni scolastici, ero stato il Direttore Didattico del Circolo di Masone, che comprendeva la scuoletta di Tiglieto dove mi recavo in visita per adempiere ai miei doveri professionali trovando sempre un ambiente umano accogliente, ospitale, sereno, operoso. Anche allora c’era una sola insegnante pur se gli alunni erano più numerosi: l’ambiente era quanto di meglio si potesse desiderare dal punto di vista relazionale, umano ed educativo. Un contesto didattico ideale per apprendere, con serenità e gioia di farne parte: ho sempre pensato che andare a scuola volentieri sia la precondizione essenziale per ottenere risultati formativi adeguati. 

E – come direttore e poi come ispettore – ho sempre sostenuto e difeso la causa delle scuole dei piccoli paesi, un vero riferimento culturale per l’intera comunità, un genius loci da conservare perché parte essenziale e costitutiva delle tradizioni di ogni – pur piccolo – contesto umano e abitativo, un’occasione di incontro, conoscenza, aggregazione, crescita.

Avere una scuola per un paese è sempre una ricchezza da custodire con affetto e valorizzare ed è pure il miglior investimento che lo Stato possa realizzare, per tramandare radici, storia, identità. C’era sempre stata sintonia con il Sindaco di quegli anni e c’è oggi ancor di più con quello attuale, il dott. Giorgio Leoncini, persona retta e integerrima, eccellente amministratore stimato dalla sua comunità. 

La burocrazia ha le sue regole ma va applicata con buon senso, con sapientia cordis – direi. Occorre guardare oltre, togliere la scuoletta ad un paesino significa privarlo di una linfa vitale per il futuro. Non possiamo immaginare che il mondo sia solo costituito da macro-fenomeni demografici, culturali, che si riduca alla globalizzazione della realtà, rendendo omologato il pianeta su standard uguali per tutti. Preservare le peculiarità dei contesti e le tradizioni, gli usi, i costumi delle piccole comunità diventa un dovere di fronte ad una cultura massiva che passa attraverso i social media, internet, il web e le tecnologie che spesso aiutano, altre volte complicano la nostra vita, fino a confondere le nostre identità.

Avendo un poco di esperienza in tema di scuola, di sistema formativo, di diritto allo studio, di uguaglianza delle opportunità educative, di promozione e valorizzazione degli apprendimenti sono convinto che investire sulla scuola, garantendone la presenza istituzionale e umana più estesa possibile, tutelando le realtà locali di cui essa fa parte costituisca una scelta prioritaria. Il Pnrr prevede fondi per la digitalizzazione del sistema scolastico, sarebbe importante destinarne una parte alla conservazione delle scuole in tutti i contesti territoriali possibili. Mantenere una scuola come parte di una pur piccola comunità è – come scrisse Marguerite Yourcenar – “ammassare riserve contro l’inverno dello spirito, per scoprire sotto le pietre (dell’impegno e dello studio) il segreto delle sorgenti”. Speriamo che Tiglieto, piccolo paese ricco di storia e di cultura, possa conservare la propria scuola.