Sangiorgi scrive del padre e racconta una storia grande

“Babbo Sangiorgi non parlava del passato, specie del suo. Era un uomo riservato, e penso timido”. Perché scrivere di lui? Basti ricordare il suo rapporto con De Gasperi. Di seguito la presentazione del libro.

La storia di un uomo, che si intreccia con quella dell’Italia del Novecento e di alcuni fra i suoi maggiori protagonisti, da Alcide De Gasperi a papa Montini, a tanti altri, dando vita a un originale formato editoriale, insieme racconto, documento storiografico e saggio politico. La storia di un uomo, che diventa in tale modo biografia personale e romanzo di una generazione, sullo sfondo di una Roma occupata dai nazisti della quale si ricostruiscono passaggi assolutamente inediti.

L’uomo si chiama Giovanni Sangiorgi. È stato molte cose nella sua lunga vita: militante-cattolico dai tempi eroici della Azione Cattolica e della Fuci del primo Novecento, giornalista dell’«Osservatore Romano», tra i fondatori della Democrazia Cristiana, antifascista, spiato dalla polizia di Mussolini, partigiano, confidente di De Gasperi e di Montini, tramite riservato fra di loro, artefice del “Popolo” clandestino durante l’occupazione di Roma tra il 1943 e il 1944.

Nel dopoguerra, è stato dirigente nazionale delle attività artistiche della Democrazia Cristiana, fondatore e segretario generale di un ente, i «Premi Roma» a palazzo Barberini, dando vita per quaranta anni a molte fra le maggiori iniziative culturali della Capitale e alla scoperta di molti fra i maggiori pittori e scultori della seconda metà del secolo scorso. Il volume è frutto di una ricerca durata alcuni anni, che apre uno spaccato inedito sulla storia del Paese e sulla attualità, ancora oggi, di esperienze, ideali e passioni che sembrava appartenessero ormai soltanto al passato.

 

[Il testo è la sinossi del volume da pochi giorni in libreria: Giuseppe Sangiorgi, Babbo Sangiorgi. Il romanzo di una generazione,Rubettino, 2024]

 

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