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mercoledì, Aprile 16, 2025
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Sguardi lunghi sulla destra italiana: da un amico un’analisi profetica

Meloni e Salvini fanno finta di litigare. Almeno su questo hanno impostato il loro accordo di governo. Sta di fatto, però, che FdI cerca di  protendersi al centro (quindi…un centro inzuppato di destra).

Avevo un debito verso di lui. E ognuno di noi dovrebbe fare “mea culpa” quando non riconosce agli altri il merito di aver azzeccato alcune previsioni, anche se espresse con ironia e sarcasmo politico ma, devo aggiungere, con un forte intuito. Dopo il recente Congresso fiorentino della Lega, ci siamo però risentiti al telefono. Subito dopo, cioè, che Vannacci ha deciso di iscriversi a questo partito esibendo la tessera alle telecamere. Un partito, quello di Salvini, ricordo, originariamente legato a orizzonti chiusi, regionali e comunali; con un Nord autosufficiente e sovrano nella sua differente repubblica padana autonoma. Oggi è il partito italiano più antieuropeista sulla scena e il più spostato sui valori della nuova destra mondiale guidata dal “teocrate” tycoon salva mondo Trump.

Mi sono infatti ricordato della provocatoria idea di questo mio amico, manifestata a ridosso della vittoria di FdI nelle elezioni del settembre 2022, e subito dopo che la Meloni era salita da Mattarella. Un’idea che, conoscendo il passato e la formazione politica, ideologica e culturale della vincitrice, futura capo del governo italiano, a me pareva bislacca e solo scherzosa.

Questo mio amico, un poco per celia, ma anche un poco nervoso per la svolta storica registrata in Italia dopo circa 75 anni con la vittoria di un partito ex Msi che ancora oggi si trascina la fiamma accesa nel simbolo, mi partecipò tuttavia un suo pensierino sul futuro della politica italiana. Riguardava la direzione di marcia e la strada che avrebbero intrapreso i due alleati del nuovo governo: FdI e Lega. Devo aggiungere, per onestà, che, come dicevo, in quei giorni ci ho creduto poco. Ma negli ultimi due anni mi sono gradualmente ricreduto, sino al recente Congresso leghista di Firenze che mi ha chiarito per bene le idee.

Col saluto di Musk, fondatore di Tesla e ricchissimo proprietario di satelliti e piattaforme, che, collegato da Washington con l’evento salviniano, lancia un messaggio tranquillizzante: “…ci saranno in Ue attentati terroristici, con uccisioni di massa… state in guardia e armatevi!”, sembra dire. Continuando con il videomessaggio scontato della Meloni – assente – che ha fatto tuttavia pensare agli accordi sottobanco presi in privato con Salvini subito dopo le elezioni: “Avanti pancia a terra… sino a fine legislatura”; con quello di Marine Le Pen che fa arrivare paradossalmente una notizia opposta a quella di Musk: “…la mia battaglia è pacifica, come quella di Martin Luther King”, citando addirittura Luther King con il suo “Sogno”. E concludendo col saluto inviato dal “democratico” Primo Ministro ungherese Viktor Orbán che, da dichiarato sovranista e con il suo regime autoritario, ha messo a tacere lo Stato di diritto, la libertà di stampa e chiude in carcere a suo personale piacere: “…vi mando un saluto da Budapest, capitale dell’Ungheria sovrana…”, e a te caro Matteo faccio sapere che “…hai rischiato pure la libertà per proteggere gli italiani e la civiltà europea dagli immigrati clandestini”.

Insomma, a Firenze una sfilata di nomi e una serie di parole che indicano bene il profilo politico e culturale delle forze che ci governano, assieme alla crisi piena e pericolosa della democrazia italiana rappresentativa e partecipata dei nostri giorni. Quel modello di democrazia, cioè, che abbiamo conosciuto per tanti anni e che la Chiesa italiana preoccupata – e non la politica, i politici, o i tanti leader italiani disinteressati e noncuranti – ha chiesto ad alta voce a Trieste con la sua Settimana Sociale. Una preoccupazione non da poco su quella democrazia monocratica dell’uomo forte senza partiti e senza Parlamento, già avviata e che ci aspetta dietro l’angolo.

Non faccio il nome di questo mio amico lungimirante perché lui non lo desidera. L’ho sentito per questo mio appunto e lo volevo citare, e lui mi ha detto: “…lascia perdere!”.

Ma devo precisare che quello che scrivo grosso modo gli appartiene e non è mio: “…vedrai che questo governo durerà molto! La strategia che hanno deciso di seguire, pur di fronte al 50% di non votanti, è quella di scambiarsi i ruoli e l’offerta politica: tu vai a destra, mentre io mi sposto al centro. Spostare cioè tutto a destra il tonfo di Salvini col suo 9% e, nello stesso tempo, far spostare verso il centro il boom e la crescita imprevista della Meloni col suo 26%, sottraendo voti a FI. Vedrai che il tacito accordo sottobanco e riservato fra i due, fatto nel corso di una cena intima a casa della Meloni – aggiungeva con una risata – è anche quello di litigare spesso, col proposito di esibire alla comunicazione politica pubblica e ai social un dissenso che è solo per la politica spettacolo… perché loro rimarranno sempre d’accordo, in tacito silenzio e con finte divergenze, e andranno avanti tentando sino alle prossime elezioni di scambiarsi i loro ruoli ideologici e di intercettare, con il loro nuovo posizionamento politico, il vecchio elettorato di destra e quello sbandato, mutevole e variabile di centro, solo in parte nelle mani di Tajani. E… mentre esibiranno i loro studiati dissensi e le loro apparenti divergenze… proseguiranno invece uniti e insieme nel governare l’Italia, prenotando le prossime elezioni. Ci accorgeremo che così facendo non li sposterà nessuno, per molti anni…”.

Non lo ricordo per intero, ma questo è stato più o meno il pensiero volutamente scherzoso, ma non tanto, di questo mio amico in quei giorni.

Ora, dopo circa tre anni, il nome del nazionalista patriottico e sovranista Vannacci, con le sue idee scandalose fuori dalla storia e fuori dal binomio eguaglianza e fraternità, come quelle che credono nelle differenze etniche e del colore della pelle, che la maggioranza degli omicidi in Italia sono fatti dagli immigrati, che essere gay è una grave malattia, si candida a prossimo segretario di quella Lega di destra del trumpiano Salvini: questo chiarisce il disegno. Assieme a quello di “Giorgia”, che con le sue ultime idee tiepidamente europeiste e moderate, si protende con il suo retropensiero verso un agognato e atteso centro inzuppato di destra. Un centro che, se pur dovrebbe e potrebbe essere necessario di fronte all’attuale bipolarismo coalizzato forzatamente, ma con molte divergenze e con moltissimi leader chiusi nei loro partiti personali, potrebbe tuttavia fare acqua da tutte le parti. Un centro politico che non è certamente quello che una leader politica di nome Meloni potrebbe realizzare, oppure quello frantumato esistente. Compreso il centro unitario sognato da anni dai cattolici italiani, dimenticando che sin dai tempi di Sturzo c’era un cattolicesimo democratico avanzato e progressista di sinistra e un cattolicesimo conservatore e tradizionalista di destra.

Tuttavia, i pronostici scherzosi di questo mio amico gli hanno finalmente dato piena ragione. E devo ammettere e riconoscere che la realtà è quella che lui aveva previsto.

Bisogna solo avere pazienza e aspettare i prossimi sviluppi.