“Le tendenze demografiche lasciano prevedere, ancora per vari anni, una continuazione della pressione migratoria verso i paesi avanzati. Chi si troverà a gestirla sarà chiamato a ricercare difficili equilibri, bilanciando costi e benefici, istanze etiche e dinamiche sociali non sempre agevolmente conciliabili”. Così Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, con un intervento al Rotary Club a La Spezia.
“In tutto questo – ha proseguito – non dovrebbe perdere di vista il fatto puro e semplice che, se le tendenze demografiche non cambieranno drasticamente (e non sono, di regola, variabili che cambino in fretta), il declino e l’invecchiamento della popolazione, i relativi riflessi sulla crescita e la sostenibilità, sono un problema delle società avanzate che la pressione migratoria, se gestita con oculatezza, può contribuire a risolvere”.
“Al di fuori dell’ambito strettamente economico, restano, senza toccare questioni ideologiche o identitarie, su cui non vogliamo dir nulla in questa sede, vari potenziali issues di ordine culturale, sociale, legale. Tutto quanto abbiamo detto fin qui presuppone flussi autorizzati, impieghi regolari e comportamenti rispettosi della legge da parte di tutti, migranti e nativi. Non tocca l’arduo problema di gestire l’immigrazione illegale e le relative emergenze. Non abbiamo né competenza né titolo per fornire dati o raccomandazioni in proposito”, ha detto.
“Diremo soltanto una cosa. Le scene, a volte dure, che i media ci mettono sotto gli occhi mostrano che grandi numeri di persone, anche senza contare i rifugiati, che sono un’altra storia, sono disposte a tutto pur di perseguire in terre lontane l’obiettivo di un destino migliore: a impiegare i risparmi di una vita; a mettere a repentaglio la vita stessa, la propria e quella dei propri cari, affidandosi a intermediari senza scrupoli. Comunque lo si voglia giudicare, è un fatto. Difficile, realisticamente, pensare di potere gestire questa intensa pressione senza prepararsi a offrire a qualcuno la chance di un ingresso regolare – ha affermato Signorini – a condizioni ben definite, con politiche di integrazione ben disegnate e programmi di ingresso calibrati, che tengano conto delle esigenze delle nostre economie. Quanto più un fenomeno è arduo da arrestare, tanto più pare opportuno che un paese che sta affrontando un marcato declino demografico lo veda non, o se credete non solo, come un problema, ma anche come un’occasione da cogliere”.
“Massimo Livi Bacci, in un suo bel libro che ripercorre diverse vicende migratorie antiche e recenti, ricorda che gli spostamenti di popolazione hanno accompagnato nel bene e nel male tutta la storia dell’umanità. Trova addirittura in Seneca ‘tutti gli argomenti di un moderno dibattito’: dal fatto che ‘la migrazione è connaturata alla specie umana’ ai modi, caratteristiche e cause delle migrazioni: ‘si migra perché ‘privati di ogni cosa’, perché scacciati dai conflitti o da flagelli naturali come le pestilenze o i terremoti. Oppure per fattori che oggi si chiamerebbero malthusiani, ‘per eccessiva densità di popolazione’à oppure ‘perché attratti dalla nomea di una contrada fertile, decantata come la migliore””.
“Dice Livi Bacci: ‘Anche oggi, come ai tempi di Seneca, è evidente la mescolanza di popoli e di etnie, conseguenza della stratificazione storica delle migrazioni’. Ce lo confermano le parole liguri che si sentono ancora nello spagnolo del Río de la Plata – ha concluso – specie nell’antico insediamento genovese della Boca (anzi: “da Bocca”) a Buenos Aires; o el dia del fainà che, leggo, si celebra ogni anno a Montevideo il 27 agosto, in onore di quello che è diventato un piatto nazionale dell’Uruguay”.
Fonte: Notiziario Askanews.