Una nuova consapevolezza ci scuote, in questi primi due decenni del nuovo secolo: le democrazie sono minacciate nel mondo, il valore umano è travolto dalla disumanità, la violenza e le guerre sembrano prevalere all’orizzonte. Restano le coscienze il luogo ove proteggere la democrazia, affermare la fraternità universale, costruire le vie della pace.
Mai come oggi la politica appare indebolita di fronte al potere e agli interessi dei pochi, dei più forti, eppure mai come oggi essa appare così necessaria, alla guida dei Paesi, dei processi di unità nel mondo, a cominciare dall’Unione Europea, del dialogo internazionale tra i popoli.
Il valore della politica, la dignità della politica, l’efficacia della politica, unica via nonviolenta per il futuro dell’umanità.
Di nuovo la coscienza è chiamata in causa, oggi come ieri. Nel baratro della sconfitta, gli antifascisti e i resistenti riflettevano sul futuro. Esserci, partecipare è ancora il nostro compito, oggi. Non lasciare campo libero agli autocrati, alle persone sole al comando, a chi detiene le leve della finanza, dell’economia, degli eserciti, della comunicazione, talvolta della stessa rappresentanza religiosa intrecciata al potere. Non è questo il secolo che avevamo immaginato dopo le sfide del ‘900, dopo le catastrofi del ‘900, dopo le liberazioni del ‘900. Dopo la nascita delle Costituzioni democratiche, la proclamazione dei diritti umani universali, il dialogo tra le religioni che ha aperto orizzonti nuovi all’umanità.
La sfida è questa, oggi: difendere la democrazia, difendere il valore umano, il diritto, la salvaguardia del pianeta, portare l’umanità al potere, rendere ineluttabile la pace.
Con la cultura, con la solidarietà, con il dialogo tra le religioni, con la politica. Con la politica, nella sua espressione democratica, cioè con i partiti. Logorati dalla storia, travolti non di rado dalla corruzione, dai comportamenti autoreferenziali, dall’incompetenza, eppure sempre necessari per far vincere la volontà dei più, del popolo, unico sovrano in democrazia.
La vicenda del Partito Democratico, dalla sua nascita nel 2007 ad oggi, è tutta iscritta in questo nostro tempo. Nato dalla volontà di unire forze politiche e culturali diverse, secondo lo spirito di questi decenni, di cui il processo di unità dell’Europa è simbolo – “unità delle diversità”, come recita il suo motto –, il Partito Democratico ha affrontato l’indebolimento della politica, la supplenza dei governi dei tecnici, le insidie del populismo e del nazionalismo, il venir meno dell’orizzonte del “noi”, della fiducia nel futuro delle nostre società, del consenso degli elettori.
[Il titolo originale scelto dai redattori di “c3dem” è “Il tempo politico e le scelte”]
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