Spese militari, contro la Schlein rinnovata sintonia tra Italia Viva e Azione.

Nel giorno in cui Calenda dichiara irreversibile il divorzio da Renzi, Enrico Borghi (IV) e Maria Stella Gelmini (Azione) convergono nell’esprimere la netta contrarietà per l’uscita “antimilitarista” della segretaria del Pd.

Dopo la presa di posizione dellex ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, con parole certamente garbate ma non per questo poco incisive, non c’è solo il fronte riformista del Nazareno a tenere alto il dibattito sulla questione delle spese militari. Anche Italia Viva e Azione, nonostante la rottura del patto che dalle elezioni avrebbe dovuto portare alla costituzione di un nuovo partito di centro, dissentono dalla giovane segretaria del Pd.

“Elly Schlein decide scientemente, su un tema che a sinistra è delicato come quello della pace, di scaricare in un colpo tutte le politiche dei suoi predecessori per abbracciare in toto la posizione di Giuseppe Conte”. Questo è ciò che scrive il senatore di Italia Viva Enrico Borghi, presidente del Gruppo Azione-Italia Viva al Senato su IlRiformista.it.

“Quale credibilità – si legge – potrebbe acquistare un`Italia che si chiamasse fuori in sede NATO da accordi presi, nel momento in cui in quella sede vi è una discussione sul futuro dell`Alleanza dopo la guerra in Ucraina? In realtà la posizione sulle armi della segretaria Pd comporta una serie di conseguenze negative per il nostro Paese in termini di geopolitica e di politica esterna, interna e di difesa”.

“Il ‘nuovo Pd’ dell`estate militante – prosegue Borghi – pensa che sia più facile risolvere tutto cantando John Lennon in una ospitata televisiva o strimpellare una chitarra nel segno della ‘peace and love’, ovviamente sempre in favore di telecamera.

Peccato che, là fuori, il mondo sia terribilmente più complicato. E che le politiche di difesa, sicurezza e alleanza richiedono statisti dotati di lungimiranza e forza d`animo necessarie per guidare i loro popoli verso la speranza, e non – conclude il senatore di Italia Viva – demagoghi improvvisati, anche se travestiti da menestrelli pop”.

Analogo il tono della dichiarazione di Maria Stella Gelmini (Azione). “Dispiace che la segretaria del Pd Schlein scelga di archiviare una stagione atlantista, di buon senso, in politica estera, del suo partito. Non rispettare gli impegni Nato sulle spese militari rischia di diventare un abbraccio mortale con l’antiatlantismo di Giuseppe Conte: scelta ancor più incomprensibile perché la determinazione atlantica nel difendere le ragioni della comunità europea è il vero collante contro ogni nazionalismo fuori tempo”.

Allora, che conclusioni trarre in una battuta? In effetti la Schlein è riuscita a compiere il miracolo di rimettere insieme le forze neo-centriste. Almeno per un giorno.