Dunque, la Dc è stato un “partito stragista”. La sentenza arriva da Piero Sansonetti, direttore della “L’Unità” nonché ottimo giornalista e osservatore politico. Ma questa volta l’ha fatta davvero grossa. Attenzione, non è il solo esponente che proviene dall’universo della sinistra ex e post comunista a dare questa lettura della storia democratica del nostro paese.
Lo dico però con le parole di Sansonetti per evitare equivoci e interpretazioni distorte: “Qual era il riferimento politico di quel pezzo di borghesia che si mise alla testa della strategia della tensione e della teoria degli opposti estremismi?…La verità è cristallina. Il riferimento politico era la Democrazia Cristiana. Il partito-stato. Era stata la Dc a disegnare la strategia della tensione. Fu la Dc a guidarla e a coprirla. Fu la Dc ad ottenerne i vantaggi”. Per poi concludere con una ferocia inaudita che “Nel terrorismo di Stato la responsabilità principale è quella della Dc”. Fin qui Sansonetti. Per la verità, alle stesse conclusioni arriva anche il direttore del “Fatto Quotidiano” Marco Travaglio il quale, candidamente, sostiene che fu la Dc ad ottenere i maggiori vantaggi politici dalle stragi di Stato.
Ora, è anche imbarazzante replicare a chi propugna questa versione della storia repubblicana più recente, versione per la quale la Dc sarebbe stata una sorta di mandante politico delle stragi di stato. Un partito, quindi, che avrebbe ricevuto enormi vantaggi politici nel pianificare, progettare o coprire le stragi di Stato. Un partito, infine, che sostanzialmente ha governato il nostro paese di comune accordo con stragisti, criminali e malfattori di ogni genere.
Dunque, un partito criminale.
Ecco perché, a fronte di una lettura politica della Dc e sulla Dc che non è affatto univoca o inedita nel campo della sinistra italiana – seppur, e come ovvio, molto articolata e variegata – mi limito a porre alcune domande essendo talmente macroscopiche le accuse che diventa anche difficile offrire una risposta sufficientemente argomentata e puntuale attraverso un semplice articolo.
Qual è stato il partito italiano che ha pagato con più sangue – attraverso i suoi esponenti nazionali e locali – la brutale stagione del terrorismo e della violenza politica nel nostro paese? La Democrazia Cristiana. Chi è stato il Ministro del Lavoro, pardon “dei lavoratori”, che ha raccolto la protesta dei lavoratori italiani e della classe operaia alla fine degli anni ‘60 per “far entrare la Costituzione nelle fabbriche” varando lo “Statuto dei lavoratori”? Carlo Donat-Cattin, leader della sinistra sociale di Forze Nuove e statista della Dc. Qual era il partito che, insieme al Pci di Berlinguer, ha varato i governi di “solidarietà nazionale”? La Democrazia Cristiana. Fuorchè si pensi che per il Pci era normale governare il paese con un “partito stragista”. Quale fu il partito che nel corso della sua esperienza cinquantennale ha rappresentato, seppur con alti e bassi, un vero argine democratico e costituzionale contro la deriva illiberale ed autoritaria – quella sì che era veramente illiberale ed autoritaria – proveniente tanto dalla destra quanto dalla sinistra? Il partito della Democrazia Cristiana anche, e soprattutto, attraverso la proficua collaborazione con i suoi storici alleati di governo.
Infine, senza il ruolo, la presenza, il progetto e l’azione politica e di governo della Dc quale sarebbe stato l’orizzonte e la prospettiva del nostro paese? Con i “se” non si ragiona mai ma non è affatto difficile immaginare quale sarebbe stato l’epilogo…Ora, con buona pace del Direttore Sansonetti e di tutti coloro che continuano a coltivare i soliti e ben noti ed atavici pregiudizi politici, ideologici e culturali sulla Dc, resta un’ultima domanda: ma secondo tutti costoro l’Italia dal 1945 al 1994 da chi è stata guidata, governata, amministrata e indirizzata? Questa volta non lo dico perchè quasi mi vergogno nel pensare alla risposta che costoro avanzerebbero…