Una nuova fratellanza. In Piemonte documento interconfessionale per la pace.

“Adottiamo all’unanimità -  sono parole del Presidente Leo - la richiesta di rilascio incondizionato degli ostaggi in mano ad Hamas e la cessazione dei bombardamenti israeliani in seguito agli attacchi del 7 ottobre”.

Nell’ultima riunione del Comitato Diritti Umani e Civili della Regione Piemonte, svoltasi il 6 aprile a Palazzo Lascaris, s’è tirato un ideale bilancio finale delle attività portate avanti dal 2021 fino a oggi. “Abbiamo svolto un grandissimo lavoro in questi anni, con numerosi eventi che hanno spaziato su molti argomenti. Il Piemonte è l’unica regione ad aver istituito questo organismo e possiamo dire di aver vinto questa scommessa perché i risultati ci confortano. Ci siamo impegnati con passione e dedizione per difendere i principi fondamentali di giustizia, uguaglianza e dignità per tutte le persone, spesso vittime di regimi illiberali o realtà in stato di guerra”, ha spiegato il presidente del Consiglio regionale e presidente del Comitato Stefano Allasia, che ha anche ringraziato tutte le realtà che compongono l’organismo.
L’incontro è stata l’occasione per approvare un documento proposto unitariamente dal Coordinamento interconfessionale del Piemonte, come ha spiegato il vicepresidente del Comitato Giampiero Leo: “Adottiamo all’unanimità la richiesta di rilascio incondizionato degli ostaggi in mano ad Hamas e la cessazione dei bombardamenti israeliani in seguito agli attacchi del 7 ottobre. Non possiamo accettare, inoltre, che si boicottino i rapporti fra istituzioni culturali quali le università, che sono invece campi aperti alla conoscenza e allo scambio dei saperi. Con l’ovvia eccezione che si tratti di accordi che prevedono ricerche con finalità militari”.
Durante la seduta sono intervenuti due rappresentanti di Defend Kurdistan, iniziativa in difesa della libertà in quelle zone per un popolo – sostiene l’organizzazione – che da secoli subisce un genocidio e sta provando a mettere in atto un esperimento di democrazia in un luogo dove i diritti sono pesantemente attaccati da più parti, in particolare da Turchia e Isis. Dall’organismo regionale l’impegno a continuare la collaborazione su questi temi.
Lo stesso impegno è stato assunto nei confronti dell’associazione Aglietta e altre che hanno richiamto l’attenzione sulla già tragica situazione della popolazione ucraina, ulteriormente aggravata dagli ultimi feroci attacchi sui civili da parte russa.
Il Comitato ha infine espresso solidarietà per le popolazioni colpite dal terremoto a Taiwan.

 


Il documento del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”

Come coordinamento fra fedi religiose differenti non possiamo non avere una concezione della Pace come una qualità dello Spirito ma i tempi che viviamo ci sembrano mostrare segnali di grave dimenticanza di questa qualità. L’oscuramento della ragione e la propaganda profana, privano i credenti di una chiarezza d’intenzione, essi non sono più capaci di porsi al servizio del bene comune, mentre si esasperano le animosità e le contrapposizioni.

Come religiosi siamo chiamati a reagire a questa morte dell’intelligenza e a preparare insieme le basi di una nuova fratellanza e alleanza basata sulla virtù della fede. Temiamo che non ci possa essere una pace autentica in nessun luogo del mondo se non si ferma questa involuzione diffusa della mentalità e se non si fa prevalere una prospettiva di conoscenza spirituale, ripartendo dalle letture delle nostre benedette fonti dottrinali.

La storia ci insegna che anche nei momenti più bui delle guerre l’incontro fra persone di elevata caratura spirituale come per esempio quello tra San Francesco e il sultano al-Malik al-Kamil Muhammad Ayubi possono produrre miracoli e determinare una conversione dei cuori e un nuovo ciclo di rapporti tra popoli e credenti. Non ci resta che pregare, ciascuno a proprio modo, lo stesso Principio, alla base di ogni religione autentica, di essere parte di questo cambiamento spirituale.

Per scendere nelle contingenze non possiamo non chiedere il rilascio incondizionato degli ostaggi in mano ad Hamas e la cessazione dei bombardamenti israeliani, non possiamo non pregare per la fine delle soffenzenze cominciate il 7 ottobre 2023.

E non possiamo accettare che si boicottino i rapporti fra istituzioni culturali quali le università; l’ambito della istruzione dovrebbe essere un campo aperto alla conoscenza e allo scambio dei saperi, invece di boicottaggi uniamo i nostri sforzi perché le università siano effettivamente ciò per cui sono nate e non arene per dibattiti politici faziosi.