Il nostro è un Paese modesto, intriso di altrettanti modesti battibecchi. Ultimo dei quali il pagamento di tasca propria della nostra Premier saldando il conto ad un ristorante in Albania dove alcuni nostri connazionali si erano resi protagonisti di una fuga per non tirare fuori una lira.
Se un rimprovero si dovesse semmai fare alla Meloni è quello di aver ecceduto in nobiltà aprendo il suo portafoglio, mentre sarebbe stato più corretto impegnare le casse dello Stato posto che era l’immagine del nostro Paese a dover essere recuperato.
L’opposizione politica non ha perso occasione per contestare la Meloni invece di apprezzarne l’iniziativa. Se è questa la consistenza delle forze avversarie al Governo quest’ultimo può dormire sonni tranquilli.
Per non farci mancare nulla il generale Vannacci appena rimosso dal suo incarico di Comandante dell’Istituto Geografico militare di Firenze sta facendo parlare di sé per aver scritto un libro con idee che vanno in un verso contropelo al pensiero che potrebbe sembrare oggi dominante.
Vannacci è un ardito ed ha puntato deciso il dito contro un modo di leggere i modi correnti scatenando così il finimondo. Lo accusano di essersela presa contro i gay, le femministe, gli ambientalisti ed i migranti.
Sarà che da buon Generale è uno abituato a prendere posizione senza timidezze e così ha fatto quando anni addietro ha accusato di omissioni i vertici militari in ordine alla tutela della salute dei soldati a contatto con l’uranio impoverito in quel dell’Iraq. Roba da poco.
Nelle premesse del suo libro a titolo “Il mondo al contrario” si legge “Quest’opera rappresenta una forma di libera manifestazione del pensiero ed espressione delle personali opinioni dell’autore e non interpreta posizioni istituzionali e attribuibili ad altre organizzazioni statali e governative”.
Intuendone la scandalosa dinamica esplosiva continua, nelle avvertenze, con una ammonizione “Se ne consiglia la lettura ad un pubblico adulto e maturo in grado di comprendere gli argomenti proposti senza denaturarli, interpretarli parzialmente o faziosamente, compromettendone, così, la corretta espressione e l’originale significato”.
Ciò non è bastato ad evitare polemiche. Vannucci, al pari dei suoi contestatori, è partito lancia in resta utilizzando un termine dove il mondo fa acrobazie di ogni tipo pur di non farne ricorso.
“Normale” secondo la Treccani deriva dal latino “normalis” cioè perpendicolare ed è un derivato di norma, che segue la norma, quindi consueto, ordinario, regolare.
Vannacci, se ben capiamo, in costante assetto perpendicolare, in una intervista di chiarimento a “la Repubblica”, sostiene che i gay non sono normali così come non lo è lui che ha scelto nella vita di fare un mestiere a dir poco insolito. Aggiunge che sono una minoranza così come lo sono altre categorie, portando ad esempio i cacciatori, senza darne un giudizio discriminante.
Sembra farne una valutazione piuttosto di carattere statistico registrando come oggi la omosessualità sia sovra rappresentata. Ne fa, per come possa intendersi, un discorso di proporzioni evitando di strizzare l’occhio al trend contemporaneo.
Così attribuisce la stessa valenza riguardo un insulto rivolto agli ebrei a quello indirizzato ai cristiani, senza che una offesa ai primi abbia più peso di quella rivolta ai secondi.
Quanto ai migranti ritiene che per integrarsi debbano accettare le regole ed i principi del paese di accoglienza. Aggiunge che i genitori delle terre da dove muovono i migranti dovrebbero impegnarsi nei loro paesi per offrire ai figli condizioni accettabili per una miglior vita.
Ci dice poi di odiare gli stupratori e chi fa del male ai bambini. Il perdono è una virtù non obbligatoria a questo mondo e c’è da giurare che il nostro Generale non è solo in questo suo sentimento. Gli si potrebbero consigliare, in materia, letture che possano aiutare a superare questo istintivo più che umano atteggiamento di rabbia e detestazione.
Se fosse cristiano, saggi di Jaques Derrida, di Gianfranco Ravasi ed Enzo Bianchi sul tema potrebbero risultargli preziosi.
Infine, sempre portando esempi a sostegno dei suoi convincimenti, sul “Corriere della Sera” si legge come abbia detto che la nostra formidabile campionessa di volley Paola Egonu, pur essendo pienamente cittadina italiana, avendo genitori nigeriani, ha tratti somatici che non rappresentano la italianità.
Sul primo punto una critica potrebbe rivolgersi a Vannacci ed è quella di rendere immediatamente assimilabile il concetto di “Normalità” con quello di maggioranza e minoranza. Una equiparazione un po’ forzata e che presenta qualche rischio. Una minoranza, per intenderci, nella accezione comune, può essere anche normale e non essere fuori dall’ordinario o insolita.
Diversamente, se si resta strettamente sul piano dei numeri, la riflessione del Generale ritrova sua sostenibilità.
Sugli altri temi, sui chiarimenti dati alla stampa, appare difficile accusarlo di dire cose fuori di senso.
Il libro proprio perché scivoloso e border line andrebbe letto per intero per una valutazione obiettiva delle opinioni sostenute. Qui il punto cruciale della questione.
L’autore rivendica il diritto di libertà di parola e vuole che tutte le parole, anche le sue, possano godere di una legittima libertà.
E’ stato un incursore e non ha badato questa volta a coprirsi le spalle impegnato com’era a rappresentare le sue idee. Dal mondo PD sono arrivate censure feroci. Lo hanno accusato di aver dato discredito e disonore alle forze armate e di aver rappresentato contenuti apertamente eversivi ed incostituzionali.
La collera di quel partito nasconde il sospetto è che dietro le parole di Vannacci ci sia un sentimento di dispregio in qualche modo appena occultato verso certe fasce della società. La dietrologia è un affare da prendere sempre con le molle.
C’è sempre chi è certo di saper leggere il vero spirito delle parole espresse, da non prendere alla leggera, che vanno subito rintuzzate perché non sono affatto da intendersi come parole di spirito.
Occorrerebbe maggior buon senso, non trascurando le parole del Manzoni quando diceva che “il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto per paura del senso comune”.
Per certo tutta questa gazzarra sta regalando allo scritto una ribalta pubblicitaria di tutto rilievo.
La faccia di Vannacci ricorda per qualche tratto quella del nostro portierone Gigi Buffon. Non sappiamo se parerà i dardi che gli stanno tirando. Una cosa è certa. Giusto o sbagliato che sia resterà della sua opinione, con il rischio che, se si chiedesse in giro, non pochi altri la condividerebbero.
Forse tutto finirà come con le parole di Jean Jacques Rosseau nelle Fantasticherie del passeggiatore solitario: “Tutto è finito per me sulla terra, nessuno può farmi né bene né male…tranquillo in fondo all’abisso…ma impassibile al pari di Dio”.