L’Europa non può affrontare nuovi impegni, come richiesto dalle pressanti sfide del momento, a partire dalla difesa comune, senza la spinta delle nazioni e dei popoli che ne fanno l’unico esperimento di unità sovranazionale realizzato con successo dopo la sciagura della seconda guerra mondiale. La partecipazione elettorale è perciò indispensabile, se non vogliamo che l’ideale dell’europeismo ristagni nell’indifferenza o peggio nell’insofferenza.
Oggi il pericolo è che si rafforzino, proprio a causa dell’astensionismo, i partiti che amano mescolare nella retorica etno-patriottarda i veleni dell’autarchismo e della xenofobia, mettendo a rischio il disegno di un’Europa capace di rendersi protagonista sulla scena del mondo.
Si adombra la possibilità di rompere a Strasburgo e a Bruxelles l’intesa tra Popolari, Socialisti e Liberal-democratici: se ciò avvenisse, avremmo un’Europa in balia di forze irresponsabili. Sarebbe troppo forte il condizionamento dei sovranisti, quando è, semmai, la loro emarginazione a garantire lo sviluppo di una sana politica dell’integrazione.
Ci siamo battuti invano per una lista autonoma dei cattolici popolari e democratici. Evidentemente le condizioni non erano mature. Alla fine dobbiamo constatare, più in generale, che l’area intermedia dell’elettorato non ha trovato il coagulo politico auspicabile. Eppure, quanto più saranno incisive le posizioni dei democratici che non confondono la laicità con il laicismo, tanto meno peseranno i ralicalismi distruttivi di un’etica umanista.
Ora noi guardiamo alle prossime elezioni con la consapevolezza di dover difendere e riproporre gli ideali dei Padri Fondatori dell’Europa – ideali splendidatamente incarnati da statisti democratici cristiani come De Gasperi, Schuman, Adenauer e Spaak – non avendo altra via se non quella di affiancare e sostenere quanti nella battaglia per l’Europarlamento mostrino di condividere i nostri stessi valori. Sapranno gli amici sul territorio muovere i loro passi nella direzione più corretta, con la dovuta coerenza e senza costrizioni.
Anche in assenza di una nostra lista, alla cui realizzazione dedicheremo comunque noi stessi in vista di future scadenze elettorali, non faremo mancare il contributo largo e generoso a sostegno di un’Europa più avanzata, con uomini e donne in grado di guidarne il cambiamento in forza di un’istanza di “umanesimo civile”.