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lunedì, 24 Novembre, 2025
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Von der Leyen: confermiamo il nostro sostegno all’Ucraina

Roma, 24 nov. (askanews) – “L’incontro odierno a Luanda ha confermato che siamo uniti nel nostro sostegno all’Ucraina” ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al termine del vertice europeo di oggi in Angola.

“Il territorio e la sovranità dell’Ucraina devono essere rispettati. Solo l’Ucraina, come Paese sovrano, può prendere decisioni riguardo alle proprie forze armate; la scelta del proprio destino è nelle sue mani”, ha dichiarato von der Leyen.

“Voglio inoltre sottolineare la centralità dell’Europa nel futuro del Paese”, ha proseguito von der Leyen. “Continueremo a impegnarci domani, insieme ai nostri partner della coalizione dei volontari”, ha concluso von der Leyen, spiegando che oggi ha nuovamente “sollevato la questione dei bambini ucraini rapiti e scomparsi”. “Ognuno di loro deve tornare a casa”, ha chiarito von der Leyen.

Calcio, Conte: "Anno complesso, ma i ragazzi ci sono"

Roma, 24 nov. (askanews) – Il Napoli torna in Champions con l’obbligo di ritrovare i tre punti. La vittoria in campionato contro l’Atalanta ha ridato ossigeno, ma in Europa gli azzurri non vincono dal 1° ottobre, il 2-1 allo Sporting che resta l’unico successo del girone. Al “Maradona” arriva il Qarabag, sorprendente capolista del gruppo con 7 punti, tre in più degli uomini di Conte. Fischio d’inizio martedì alle 21.

Alla vigilia, Antonio Conte ha parlato ai microfoni di Sky spiegando che il Napoli arriverà “con la giusta energia”, nonostante gli infortuni. «La gara con l’Atalanta ha dato buone risposte. Il Qarabag è la rivelazione della Champions: intensità, ritmo, risultati importanti. Servirà attenzione ed energia».

Sul possibile schieramento iniziale, il tecnico non si sbilancia: «Valuteremo la formazione, dobbiamo avere soluzioni anche dalla panchina. Le partite durano 95 minuti». Conte ha sottolineato la crescita delle seconde linee: «Quest’anno è complesso, ma i ragazzi stanno crescendo. Contro l’Atalanta avevamo cinque nuovi titolari. Alcune cose posso controllarle, altre no, come le disponibilità».

Decisivi contro l’Atalanta Lang e Neres. «Noa è arrivato quest’anno, ma Neres era già stato determinante anche la scorsa stagione. Il loro ritorno da protagonisti deve darci positività. Ora serve continuità», afferma l’allenatore.

In conferenza stampa, Conte si è soffermato anche sul tema infortuni: «Abbiamo fatto di necessità virtù dall’inizio dell’anno. Spero di avere presto più scelta». Su Hojlund e Rrahmani rassicura: «Sostituzioni tecnico-tattiche». Su Gilmour e Spinazzola frena: «Meglio che parlino i medici».

Capitolo tattica: «La difesa a tre è figlia dell’emergenza, come il centrocampo a due. Serve organizzazione e adattamento». Infine, su Lukaku: «Non sarà pronto per la Roma. È un giocatore fondamentale, dentro e fuori dal campo. Ora dobbiamo metterci tutti l’elmetto e dare il massimo».

La Russa precisa su Garofani: caso chiuso

Roma, 24 nov. (askanews) – “Spiace che avere risposto a una domanda sul Consigliere Garofani possa pensare di far riaprire un caso che, anche io, come Giorgia Meloni, considero chiuso e sul quale ho espresso personalmente sin dal primo minuto, piena solidarietà al Presidente Mattarella. Certo, ho detto, forse in maniera troppo sincera, che Garofani potrebbe essere imbarazzato a svolgere il ruolo non di Consigliere ma di Segretario del Comitato Supremo di Difesa. Ma non tocca a me chiedere le sue dimissioni e nemmeno l’ho fatto”. Lo dichiara Ignazio La Russa, presidente del Senato della Repubblica.

Mauritius, i due resort Beachcomber che vivono in un ecosistema

Le Morne, 24 nov. (askanews) – Mauritius una delle destinazioni forti del turismo internazionale, ma anche un’isola che riesce a vivere questa dimensione con equilibrio e consapevolezza. Tra i principali operatori del settore c’ il gruppo mauriziano di hotel Beachcomber che, proprio ai piedi della montagna Le Morne, ha due resort contigui, il Paradis e il Dinarobin, che, seppur distinti, vivono in un unico ecosistema, entrambi guidati dal General manager Stephan Lagesse.

“Quando un cliente sceglie una camera al Paradis o al Dinarobin – ha raccontato Lagesse ad askanews – quello che sta acquistando tutto un ambiente, non solo una camera: abbiamo otto ristoranti, 120 acri di terreno per i due resort, un bellissimo campo da golf. La sola differenza nel tipo di esperienza che si cerca: il Paradis tutto sull’energia, sugli sport, sullo stare con le persone. Al Dinarobin invece si cerca pi una riconnessione con se stessi, in coppia o con la famiglia”.

Affacciati sulla stessa spiaggia, i due resort dialogano continuamente tra loro, ma anche con la natura che li circonda. E proprio l’approccio di sostenibilit uno degli aspetti su cui Beachcomber punta maggiormente. “Siamo l’unica compagnia di hotel quotata alla Borsa, nel settore delle imprese Green – ha proseguito il General manager – e siamo molto fieri di questo. Abbiamo scelto 52 impegni e abbiamo la certificazione EarthCheck. Viviamo in relazione con la natura che ci circonda in una sorta di ecosistema e abbiamo obiettivi molto precisi: facciamo molto sia con i nostri ospiti sia con gli artigiani locali che sosteniamo per proteggere l’ambiente nella nostra area. Per fare un esempio concreto stiamo anche sostenendo programmi di recupero dei coralli ed entrambi i resort hanno delle aree dedicate a questo”.

I ristoranti, una spa rinomata, l’oceano indiano, ma anche molti sorrisi e un’assistenza di alto livello. La ricetta dei due resort pu essere riassunta in questi elementi, ma poi c’ sempre qualcosa che va oltre, che difficile da spiegare, per esempio la presenza magnetica di Le Morne, ma anche le storie e i percorsi individuali. “Mi sento molto fortunato – ha concluso Stephan Lagesse – perch questo il luogo in cui io sono nato, qui sono cresciuto da bambino e tornare dove tutto iniziato per me molto importante anche dal punto di vista personale”.

Sono dettagli, che magari non trovano spazio nei bilanci o nei numeri di un’impresa di hotellerie, ma sono anche quelli elementi sottili che costruiscono l’atmosfera di un luogo, che rendono pi particolare l’esperienza, ossia l’aspetto sul quale oggi sempre di pi si concentrano sia agli operatori del turismo, sia i viaggiatori

Castellitto: siamo tutti “Zorro”, in ogni vita ce n’ almeno un’altra

Torino, 24 nov. (askanews) – Sergio Castellitto ha presentato al Torino Film Festival nella sezione Zibaldone, “Zorro – Un eremita sul marciapiede” in anteprima mondiale, che ripercorre il tour del suo spettacolo riportato in teatro dopo molti anni, un monologo, scritto da sua moglie Margaret Mazzantini, su un uomo che perde tutto e si ritrova sulla strada. “C’ una frase bellissima nella prefazione che Margaret scrisse al testo e dice: perch in ogni vita ce ne almeno un’altra, ma forse non la sapremo mai, perch nello ‘sliding door abbiamo scelto di andare di l piuttosto che di l” ha spiegato il regista e attore.

Castellitto ha ritrovato il manoscritto quasi per caso mentre c’era il Covid e la solitudine messa in scena in qualche modo stata diversa, ha spiegato. “La seconda messa in scena, che peraltro anche molto pi essenziale della prima, in qualche modo ha sicuramente subto quella solitudine che avevamo messo in scena, che tutti abbiamo vissuto dopo l’esperienza terribile del Covid. Per cui sicuramente cambiato qualcosa, non cambiata l’anima e la natura stessa del personaggio, che sempre la stessa e che modernissima, perch 25 anni fa, quando l’ho fatto la prima volta, la solitudine era un problema, oggi la solitudine una tragedia”.

L’idea di riprendere lo spettacolo venuta quasi da s: “Per un piacere personale, per un’esigenza di lasciare un testamento artistico, una testimonianza filmata, come si dice, anche se non una ripresa teatrale dello spettacolo, tante cose: l’attore che si spoglia, che pensa, che vede, guarda se stesso, poi insomma io non ho fatto ragionamenti prima, ho fatto e basta, poi ci siamo messi l a montare, ed venuta fuori questa cosa che un oggetto per me, almeno per me, molto prezioso, umanamente molto prezioso” ha dichiarato.

A Milano il primo Forum della Distribuzione Moderna 2025

Milano, 24 nov. (askanews) – Si svolto a Milano il primo Forum della Distribuzione Moderna 2025, organizzato da Federdistribuzione, per fare il punto sul ruolo del retail nell’economia italiana in un momento segnato da incertezze globali, cambiamenti sociali e trasformazione tecnologica. La complessit delle dinamiche che governano il lavoro delle imprese italiane richiede ascolto, comprensione e, soprattutto, concretezza, che si traduce anche nella necessit di un quadro normativo stabile. Abbiamo parlato con Carlo Alberto Buttarelli, Presidente Federdistribuzione:

“Per quanto riguarda le imprese, un altro fronte importante, ci sono delle iniziative che abbiamo apprezzato, come la conferma dei finanziamenti della GES Unica. Riteniamo che su transizione 5.0 debba essere riformulata per il 2026, tenendo in considerazione anche gli investimenti digitali e tecnologici del nostro settore, che fino ad oggi sono stati esclusi. Quindi diciamo che stiamo lavorando intensamente col Governo e, naturalmente, nella condizione in cui le risorse, come abbiamo visto, sono abbastanza limitate, ma cerchiamo di ottenere qualcosa che utile per il Paese”.

Sul fronte internazionale, l’attenzione si sposta su ci che pu rendere l’Italia pi competitiva in uno scenario globale in rapido mutamento: una maggiore integrazione nelle catene del valore, una strategia europea pi forte e la capacit di adattarsi ai nuovi equilibri economici e geopolitici. poi intervenuta Lucrezia Reichlin, Professoressa ordinaria di economia, London Business School:

“Tra le sfide della globalizzazione oggi, cio quindi una riorganizzazione delle catene del valore, una grossa pressione su alcuni mercati dell’export, credo che le imprese italiane debbano porsi il problema intanto della scala, quindi di un consolidamento in vari settori, questo particolarmente vero nel settore del consumo, perch il consolidamento aiuta naturalmente a fare quegli investimenti in tecnologia che possono rendere le imprese pi resilienti”.

E mentre la societ evolve, lo sguardo al futuro si concentra sull’intelligenza artificiale, vista come una delle principali opportunit per le imprese italiane: dalla gestione dei dati all’efficienza operativa, fino a un’esperienza di consumo pi personalizzata. Infine abbiamo parlato con Alec Ross, Distinguished Professor, Bologna Business School:

“L’intelligenza artificiale molto di pi dell’intelligenza artificiale generativa, cio CCPT, Customer Service e cose di questo tipo, ma in realt l’intelligenza artificiale percettiva, l’intelligenza artificiale agentica, l’intelligenza artificiale fisica, rende i nostri negozi non solo pi digitali ma digitali in tre dimensioni, crea nuove opportunit per interagire con i clienti, per raccogliere informazioni, perch i dati sono le materie prime del mondo di oggi e di domani”.

Una sfida che segna l’inizio di un nuovo capitolo: quello di un retail capace di evolvere senza perdere il suo legame con le comunit.

L’ultimo omaggio alla camera ardente di Vanoni, la bara fra i fiori

Milano, 24 nov. (askanews) – Questa mattina l’ultimo omaggio dei milanesi alla camera ardente di Ornella Vanoni, aperta alcune ore prima dei funerali che si svolgeranno alle 14.45 nella chiesa di San Marco a Milano, nel quartiere Brera, in cui la cantante, scomparsa a 91 anni, viveva.

La bara è circondata dai fiori vicino al palco del Piccolo Teatro Grassi, dove ha cominciato la sua carriera negli anni Cinquanta; spicca il cuscino di rose gialle adagiato a fianco del feretro mandato da Paoli, con la scritta su sfondo verde “Gino”.

Tennis, ascolti boom per l’ItalDavis, fino a 6 milioni per Cobolli

Roma, 24 nov. (askanews) – Ancora ascolti boom per il tennis azzurro. La finale di Coppa Davis, vinta dall’Italia sulla Spagna, ha monopolizzato il palinsesto della domenica di Raiuno catturando il pubblico delle grandi occasioni. La partita tra Berrettini e Carreno Busta ha registrato un’audience di 3,6 milioni (28% di share), compreso il canale federale SuperTennis che detiene i diritti tv integrali della manifestazione.

L’impresa in rimonta di Flavio Cobolli, contro Munar, è stata poi un vero e proprio happening televisivo: 5,1 milioni di telespettatori medi tra Raiuno (in total audience) e SuperTennis, secondo le elaborazioni di Studio Frasi sui dati Auditel. Un italiano su tre ha seguito il match: share superiore al 31%. E l’ultimo set, tra le 19.15 e le 20.01, ha catturato 6,2 milioni di telespettatori medi e addirittura 9,6 milioni di contatti (cioè singole persone presenti in almeno uno dei minuti compresi nell’intervallo). La festa successiva ha fatto slittare il Tg1 della sera. L’apoteosi della racchetta.

Famiglia nel bosco, Salvini: ma dai maranza il giudice non va

Milano, 24 nov. (askanews) – “Sui tre bambini strappati alla famiglia in Abruzzo perché secondo l’assistente sociale e qualche giudice potrebbero correre dei pericoli o addirittura crescere con del disagio psichico, noi ogni giorno abbiamo notizie di maranza, baby gang, teppisti, scippatori, molestatori, però in quel caso l’assistente sociale o il giudice non l’abbiamo visto”. Così il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, a margine di un convegno a Milano.

“Quindi conto che la giustizia sia veloce laddove serve intervenire, dove c’è veramente violenza, disagio, pericolo. Conto che a brevissimo quei bambini possano tornare nella loro casa, nei loro letti, con i loro giochi, nel loro ambiente, con la mamma e col papà”, ha concluso.

Governo, La Russa: credo che Garofani debba lasciare incarico

Roma, 24 nov. (askanews) – “Credo che il segretario del Consiglio Supremo di Difesa – che si deve occupare della difesa nazionale – sia meglio che lasci quel ruolo”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, tornando a parlare della vicenda che ha visto coinvolto Francesco Saverio Garofani, consigliere del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al XXVII Edizione di Italia Direzione Nord in corso a Milano.

“Il presidente della Repubblica, che si è trovato tra capo e collo questa vicenda, non ha nessuna responsabilità, e sono certo non condividere le cose dette dal suo consigliere”, ha aggiunto.

TFF, Fortunato Cerlino: in “Avemmaria” rincontro il me bambino

Torino, 24 nov. (askanews) – Al Torino Film Festival, nella sezione Zibaldone, stato presentato “Avemmaria”, esordio alla regia di Fortunato Cerlino, attore di teatro, cinema e tv, famoso tra le altre cose per il ruolo di Pietro Savastano nella serie “Gomorra”.

Un film autobiografico, che parte dal suo romanzo “Se vuoi vivere felice” e racconta la storia di un bambino, Felice, interpretato da Mario Di Leva, che vive in un contesto difficile a Pianura ma sogna in grande, grazie anche alla guida della sua maestra che ne intuisce le potenzialit nel canto e vorrebbe guidarlo verso un futuro diverso . Non un film sulla camorra ma su un contesto difficile e con poca speranza nella provincia napoletana, in cui per un bambino restano poche scelte. “Anche il romanzo stesso stato un viaggio anche molto faticoso, molto duro, perch io stavo per diventare pap” ha spiegato Cerlino –

io ho sentito l’obbligo di risolvere alcune cose che poi non si risolvono mai, per di rincontrare il bambino che sono stato per poter diventare padre, altrimenti rischiavo di far trovare a mia figlia, Delfina, poi arrivata anche Lea, un altro figlio piuttosto che un padre, quindi mi arrivata proprio chiara l’idea che era il momento per rincontrare il mio bambino e parlare un po’ con lui, quindi stato doloroso anche, molto faticoso, perch quella storia va vista nel contesto in cui sono cresciuto, un contesto disfunzionale, dove la violenza era vissuta non soltanto all’esterno ma anche all’interno delle mura, perch quando un padre viene licenziato e perde il lavoro, sono situazioni che sono private fino a un certo punto, nel senso che quelle robe l sono violenze vere e proprie, quindi faticoso ma anche molto liberatorio, grazie all’immaginazione sono riuscito a trovare questa zona di incontro meravigliosa e faticosa”.

A interpretare Felice da adulto c’ Salvatore Esposito: “Felice un uomo che parte dal dolore di una bellissima notizia e fa un viaggio per scoprire da dove proviene questo dolore, se in grado di superare questo dolore. E questo viaggio lo porter ad affrontare tante cose legate al suo passato, tante cose che l’hanno da un lato formato, dall’altro ferito, per alla fine, come in tutti i film belli, l’amore vince sempre e noi abbiamo viaggiato su una linea sottile che divide la paura e il dolore, dalla gioia, l’amore e alla fine valichiamo questo confine”. Una scelta, quella di Salvatore Esposito, non legata al fatto che avessero lavorato insieme in “Gomorra ” in cui aveva interpretato suo figlio Gennaro.

“Se ho dato a lui il ruolo non soltanto perch ci siamo conosciuti in Gomorra, perch ho ritenuto che fosse l’unico attore in questo momento capace di capire il codice dell’anima che volevo mettere in scena”.

Zelensky: "Putin vuole il riconoscimento legale di ciò che ha rubato"

Roma, 24 nov. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenendo oggi in videoconferenza al vertice della Piattaforma di Crimea in Svezia, ha parlato delle discussioni in corso sul piano di pace in Ucraina.

Nel corso del suo intervento Zelensky ha affermato che Kiev continuerà a lavorare con i suoi partner per trovare compromessi sulle proposte avanzate dagli Stati Uniti per rafforzare, non indebolire, l’Ucraina.

“Putin vuole il riconoscimento legale di ciò che ha rubato… non solo all’Ucraina, lo vuole da tutto il mondo, ed è molto pericoloso”, ha affermato il presidente ucraino, secondo quanto riferisce l’emittente britannica BBC.Il presidente ucraino ha aggiunto che finora, durante i colloqui, sono riusciti a tenere sul tavolo “punti molto delicati”, tra cui il rilascio di tutti i prigionieri di guerra ucraini e la restituzione dei bambini ucraini rapiti.

“L’aggressore deve pagare per intero la guerra che ha iniziato”, ha concluso il presidente ucraino.

TFF, Benvenuto: ne “Il protagonista” la forza di inseguire un sogno

Torino, 24 nov. (askanews) – Un film sulla forza e il potere dei sogni, sulla voglia disperata di realizzarsi. Presentato in Concorso al Torino Film Festival, “Il protagonista”, esordio alla regia di un lungometraggio di Fabrizio Benvenuto.

La storia di Giancarlo Mangiapane, interpretato da Pierluigi Gigante, attore alla disperata ricerca di un ruolo da protagonista, con la smania di affermarsi. Quando si presenter l’occasione di un provino per un ruolo in un film su un campione di tip-tap caduto in disgrazia a causa delle sue dipendenze, la sua ossessione per arrivare a tutti i costi e la sua immedesimazione nel personaggio renderanno labile il confine tra arte e vita.

Fabrizio Benvenuto ha raccontato il suo amore per i film che parlano di un percorso artistico, di un’Odissea creativa:

“Di autobiografico c’ la voglia di inseguire il sogno, di autobiografico c’ la voglia di non mollare, di cercare uno spazio sicuro per esprimersi e realizzarsi e tutto il percorso che fa Giancarlo da attore penso di averlo fatto da scrittore e da regista e allo stesso tempo anche la consapevolezza di non arrendersi mai”.

Pierluigi Gigante: ” stata una delle opere a cui tengo di pi, l”ho fatta con un caro amico, un fratello, e so bene da attore quanto faticoso cercare di emergere, seguire un sogno e quante batoste si prendono, so esattamente quello che il protagonista prova, stato avvincente ed emozionate”.

Un film in bianco e nero: ” stato un processo naturale voler fare un tributo al cinema delle origini e soprattutto il bianco e nero riusciva a sorreggere le atmosfere che avevo in mente per far funzionare il confine tra realismo e surrealt” ha spiegato il regista.

Puglia, secondo giorno al voto con l’ombra dell’astensione

Bari, 24 nov. (askanews) – Seconda giornata delle elezioni regionali, seggi aperti in Puglia fino alle 15 con l’ombra di un astensionismo sempre più dominante fra gli elettori: alla chiusura dei seggi, alle 23 di domenica sera, la percentuale di affluenza è risultata del 29,45 per cento. Eloquente il titolo di apertura in prima pagina della Gazzetta del Mezzogiorno, il principale quotidiano locale: “Il deserto alle urne”. Nella precedente tornata di regionali che risale al 2020, nella prima giornata l’affluenza era stata del 39,88 per cento, quella conclusiva si era fermata al 56,43, quota apparentemente piuttosto difficile da recuperare oggi. Per citare un altro dato più recente, alle elezioni europee del 2024 si era recato al seggio in totale il 43,61 per cento degli elettori pugliesi.

Se i sondaggi dei mesi scorsi si riveleranno affidabili, in gioco dovrebbe esserci solo il margine dell’atteso successo del centrosinistra: Antonio Decaro, europarlamentare primatista di preferenze al Sud ed ex sindaco di Bari, era dato attorno al 60 per cento dei consensi. Una proiezione che potrebbe aver contribuito al calo dei votanti, scoraggiando gli elettori del campo avverso e rendendo meno appassionante la sfida anche per chi gravita abitualmente nel campo progressista. Il candidato del centrodestra è l’imprenditore Luigi Lobuono, ex presidente della Fiera del Levante, con un precedente non fortunato in politica: fu sconfitto a sorpresa nel 2004 da Michele Emiliano nella corsa per la poltrona di sindaco di Bari, in quella che sarà ricordata come l’apertura della cosiddetta “primavera pugliese” del centrosinistra.

In uno scenario apparentemente “bloccato” dopo vent’anni di giunte regionali di centrosinistra (due mandati per Nichi Vendola, due per lo stesso Emiliano che lasciò il Comune capoluogo appunto a Decaro, suo possibile successore oggi), i conti si faranno soprattutto all’interno delle coalizioni e delle liste di partito. Da definire gli equilibri fra i seguaci di Emiliano e quelli di Decaro (che dopo le tensioni estive si sono pubblicamente riappacificati con un abbraccio in piazza) ma anche quelli interni al centrodestra e al partito principale della coalizione, Fratelli d’Italia, dove si misurano i candidati più vicini alla tradizione Msi-An con quelli vicini al commissario europeo Raffaele Fitto. Nello scrutinio si misurerà anche la presa che Vendola mantiene sull’elettorato di sinistra in Puglia, dieci anni dopo aver lasciato gli incarichi istituzionali: il suo contributo è considerato fondamentale per aiutare AVS a superare la soglia di sbarramento. Quanto al dopo voto, se vincerà Decaro, l’incognita rimane soporattutto legata al destino di Emiliano: il presidente uscente, dopo il veto del candidato alla successione, non è entrato in lista ma, in attesa di un rientro in pista alle prossime politiche, potrebbe essere recuperato con un incarico istituzionale o nello stesso governo regionale.

Torino Film Festival, a Redgrave il premio Fondazione CRT 43TFF

Torino, 24 nov. (askanews) – Una delle più straordinarie interpreti del panorama cinematografico e teatrale internazionale, Dame Vanessa Redgrave sarà insignita del Premio speciale Fondazione CRT 43TFF. Dopo la premiazione, verrà proiettato in anteprima mondiale il suo ultimo film che la vede protagonista, “The Estate”, thriller diretto da Carlo Gabriel Nero che riunisce sullo schermo l’attrice e suo marito Franco Nero. Il riconoscimento è dedicato alle personalità del mondo del cinema, della cultura e dello spettacolo che, con il loro talento, hanno reso grande quest’arte in Italia e nel mondo.

“La carriera straordinaria di Dame Vanessa Redgrave rappresenta un esempio raro di qualità artistica e impegno civile – ha dichiarato la presidente della Fondazione CRT, Anna Maria Poggi – con il Premio speciale Fondazione CRT intendiamo rendere omaggio a quelle personalità, come la protagonista di questa edizione, capaci di contribuire in modo autentico alla crescita culturale e alla diffusione del valore dell’arte. Questo riconoscimento conferma il ruolo della Fondazione nel valorizzare la cultura come motore di crescita e di relazioni, in un dialogo costante con il TFF, che da sempre sosteniamo, e con le istituzioni che contribuiscono ad arricchire la vitalità del nostro territorio”.

Il direttore artistico del TFF Giulio Base ha dichiarato: “Sono felice che il Premio speciale Fondazione CRT anche quest’anno celebri il meglio del cinema planetario e vieppiù lieto che fra le molte stelle presenti al TFF sia stata scelta Vanessa Redgrave, una delle più grandi attrici del mondo”.

La cerimonia di consegna a Vanessa Redgrave del Premio speciale Fondazione CRT da parte di Giampiero Leo, Consigliere e Coordinatore della commissione Arte e cultura, welfare e territorio della Fondazione CRT, si terrà domani, martedì 25 novembre, alle ore 21:45 al Cinema Romano, prima della proiezione di “The Estate”, alla presenza di Enzo Ghigo e Carlo Chatrian, rispettivamente Presidente e direttore del Museo Nazionale del Cinema, e del direttore artistico del TFF Giulio Base.

Fotografia contemporanea protagonista dell’anteprima Pordenone 2027

Pordenone, 24 nov. (askanews) – La fotografia apre la strada verso Pordenone capitale della Cultura 2027 con un progetto che prevede diverse esposizioni accanto alla principale dedicata a Robert Doisneau. Un’anteprima che coinvolge artisti contemporanei e instaura un dialogo interessante con gli spazi culturali cittadini.

“La volont – ha spiegato ad asakanews il curatore del progetto sulla fotografia, Marco Minuz – era quella di creare un dialogo tra contemporaneo e moderno attraverso il mezzo fotografico e pertanto abbiamo avuto l’opportunit di entrare all’interno degli spazi del Museo Civico d’arte di Pordenone e di lavorare e di creare un vero proprio dialogo attraverso due progetti. Il primo dedicato a un fotografo giapponese, Seiichi Furuya, che ha sviluppato un progetto dedicato al tema della memoria e il secondo con Olivia Arthur, questa importante fotografa britannica, classe 1980, membro dell’agenzia fotografica Magnum Photos”.

Olivia Arthur ha portato le sue immagini, stampate su tessuto e quindi anche fisicamente in movimento, a confrontarsi con le opere antiche del museo pordenonese, in una riflessione sul corpo, sulla relazione tra umano e artificiale, sulla natura stessa del nostro essere. “Il lavoro parte dal corpo, dalla relazione che abbiamo tra il nostro corpo e quello delle altre persone – ci ha detto l’artista – quindi l’idea del toccarsi e dell’essere in connessione molto importante, ma anche importante il gesto, come noi usiamo il corpo. E io, per esempio sono molto interessata al modo in cui il corpo si cura. Ci sono molte immagini di ferite, che per me non rappresentano il danno, ma piuttosto il suo aggiustarsi”.

L’aspetto del fare in qualche modo pace con il corpo e il guardare anche alle diversit come una possibile ricchezza centrale nella mostra di Arthur, che ci offre anche la possibilit di un ragionamento pi profondo sulla natura del medium fotografico. “La fotografia – ha concluso – la rappresentazione di solo una parte della realt. E quello che pi mi piace della fotografia che lascia molto spazio all’immaginazione”.

Oltre che al Museo Civico d’Arte Ricchieri, la fotografa britannica ha portato i suoi lavori anche nel nuovo centro culturale di Mercati Culturali Pordenone, per coinvolgere nel progetto Capitale della Cultura anche zone pi periferiche della citt friulana.

Tennis, Binaghi: "Quinto slam a Roma? Il governo ci deve credere"

Roma, 24 nov. (askanews) – “Un quinto Slam a Roma? Non ci devo credere solo io, ma anche il Governo2. Così, Angelo Binaghi, presidente della Federazione Tennis e Padel, a “Radio Anch’io Sport”, su Rai Radio 1. “I complimenti vanno fatti ai ragazzi, sono loro che vanno in campo e vincono. Complimenti ai loro staff, ai loro allenatori e alle loro famiglie. Noi ci godiamo questo momento strepitoso”, ha precisato Binaghi, a proposito della terza Coppa Davis di fila vinta dall’Italia, la quarta complessiva. “Anche stavolta aveva ragione Sinner: abbiamo uno squadrone. Non ci dovevamo lamentare delle assenze, dovevamo pensare a vincere con quello che avevamo, che è moltissimo, e ce l’abbiamo fatta. I ragazzi hanno avuto un cuore grande così. Complimenti al capitano Volandri, che riesce a creare questo clima fantastico”, ha continuato il numero uno della FITP.

Ancora freddo e maltempo, attese nuove piogge e nevicate

Roma, 24 nov. (askanews) – Siamo passati da un mite autunno a una condizione di gelo precoce nell’arco di pochissimi giorni: l’aria artica si è letteralmente impossessata del Bacino del Mediterraneo. La domanda che tutti si pongono è: quanto durerà ancora questa situazione? Federico Brescia, meteorologo de iLMeteo.it, conferma che l’Italia sta vivendo una fase decisamente fredda con temperature sotto la media dopo tanto tempo e sta per arrivare un’altra settimana ricca di dinamiche atmosferiche complesse.

L’avvio della settimana sarà segnato dalla presenza di una nuova perturbazione associata a un vortice depressionario. Questo sistema si posizionerà con il suo cuore pulsante sull’Italia, innescando una fase di maltempo marcato che colpirà duramente il settore tirrenico. Le regioni centrali e meridionali saranno le più esposte agli effetti di questo passaggio perturbato. Si prevedono precipitazioni anche intense, con un’attenzione particolare rivolta a Lazio e Campania, dove i fenomeni potranno assumere carattere di temporale. Le condizioni meteo saranno aggravate da venti forti di Libeccio e Ponente, che soffieranno con raffiche sostenute, e dalla conseguente minaccia di mareggiate lungo le coste esposte.

Una volta che il vortice si sarà spostato e la perturbazione avrà abbandonato la penisola, subentrerà un nuovo e significativo cambiamento. A partire dalla metà settimana, si assisterà a un miglioramento ma anche a un richiamo di aria fredda continentale proveniente direttamente da Nord. Questo flusso causerà un ulteriore, deciso calo termico su tutto il territorio nazionale.

Il calo termico post-frontale riporterà le temperature notturne e del primo mattino su valori gelidi, specialmente nelle aree interne. Si preannunciano importanti gelate che interesseranno ampie porzioni delle pianure del Nord e le vallate interne del Centro. Nel periodo compreso tra domenica sera e martedì mattina, le Alpi saranno protagoniste di abbondanti nevicate. L’aria fredda in arrivo garantirà fiocchi a quote insolitamente basse per il periodo, con la neve che potrà spingersi fino a circa 700-800 metri sulle Alpi, con accumuli importanti sulle aree di confine.

Nella giornata di lunedì 24 un fenomeno meteorologico particolarmente insidioso da monitorare sarà il Gelicidio (pioggia che gela al contatto col suolo) nelle zone più fredde dei bassi strati del Nord-Ovest. Il Gelicidio sarà la conseguenza diretta di una marcata inversione termica. Uno strato d’aria più calda in quota impedirà alla neve di raggiungere la pianura. Tuttavia, mantenendo la temperatura al suolo intorno o appena sotto gli zero gradi, la pioggia che cadrà gelerà istantaneamente sulle superfici, creando una pericolosa patina di ghiaccio trasparente.

Chiude la Biennale Architettura 2025, la pi visitata di sempre

Venezia, 24 nov. (askanews) – Si chiusa con 298mila biglietti venduti, oltre a pi di 17.500 presenze nella pre apertura, la 19esima Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia: numeri che, nella loro somma, la rendono l’edizione pi visitata di sempre, superando i risultati finora da record del 2021. Curata da Carlo Ratti e intitolata “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, questa Biennale Architettura ha esplorato la societ in modo molteplice e trasversale, focalizzandosi sull’idea di intelligenza nelle sue varie declinazioni.

Le vendite di biglietti hanno fatto registrare una crescita del 5% rispetto all’edizione del 2023, mentre per ci che riguarda la composizione del pubblico provenuto per il 50% dall’Italia e per il 50% dall’estero. Significativa la presenza dei giovani: gli under 26 sono stati pi di 84mila, ossia il 28% dei visitatori totali.

Il presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, che ha commentato i risultati come una definitiva proiezione dell’architettura verso il futuro, cos ci aveva presentato l’edizione 2025: ” nella ragione sociale stessa della Biennale, nei suoi 130 anni di storia – ci aveva detto Buttafuoco – quello di saper interpretare il mondo per dare una direzione e quindi quel costruire, abitare, pensare che proprio di una intelligenza che nel mondo, nel caso specifico dell’architettura ci chiama tutti quanti a una responsabilit: la consapevolezza di ci che viviamo”.

Questa Biennale anche un riconoscimento per l’approccio multi-tecnico di Carlo Ratti, che ha saputo dare per una profonda impronta di intelligenza umana anche a tutti i discorsi sulla tecnologia e ha saputo coniugare il passato e il futuro in un unico discorso sulla responsabilit di tutti in un mondo assediato dalla crisi climatica.

Merz a Repubblica: "Il diritto a esistere dell’Ucraina non è negoziabile"

Roma, 24 nov. (askanews) – Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, commentando il piano di pace di Trump per porre fine alla guerra in Ucraina, ha dichiarato a La Repubblica che “il diritto a esistere del Paese non è negoziabile” e che “quella di Mosca è una guerra contro tutta la comunità occidentale”.

“Sono attualmente in corso negoziati a Ginevra su alcuni di questi 28 punti”, ha affermato Merz, riferendosi alle consultazioni in atto a Ginevra in merito alle modifiche da apportare al piano secondo le osservazioni e necessità ucraine.

“Le condizioni non negoziabili sono senza dubbio l’integrità territoriale dell’Ucraina e il diritto del Paese a esistere”, ha sottolineato Merz, aggiungendo che “su questo non si può trattare e quindi noi, e io personalmente, sosteniamo la posizione negoziale del governo ucraino”. In merito alla posizione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il cancelliere tedesco rappresenta di comprendere le sue difficoltà e ribadisce il sostegno europeo.

“Posso comprendere la disperazione dell’intera Ucraina, perché questa guerra dura ormai da quasi quattro anni, ed è per questo che il presidente Zelensky ha una posizione così netta. Non può abbandonare il Paese e noi lo sosteniamo in questa posizione”.

Ucraina: i punti della controproposta di pace europea al piano Usa

Roma, 24 nov. (askanews) – La controproposta, redatta dalle tre potenze europee (Regno Unito, Francia e Germania), prende come base il piano americano, quindi lo esamina punto per punto con proposte di modifica e cancellazione, riporta Reuters.

La sovranità dell’Ucraina deve essere riaffermata. Un patto di non aggressione globale e totale sarà concluso tra Russia, Ucraina e Nato. Tutte le ambiguità degli ultimi 30 anni saranno risolte.

Il punto 3 del piano americano è stato rimosso. Stabiliva che “la Russia non avrebbe invaso i paesi vicini e che la Nato non si sarebbe ulteriormente espansa”.

Una volta firmato l’accordo di pace, verrà avviato un dialogo tra Russia e Nato per affrontare tutte le questioni di sicurezza e creare un ambiente di de-escalation per garantire la sicurezza globale e migliorare le opportunità di connettività e sviluppo economico.

L’Ucraina riceverà solide garanzie di sicurezza. La dimensione delle forze armate ucraine sarà limitata a 800.000 uomini in tempo di pace. L’adesione dell’Ucraina alla Nato dipende dal consenso dei membri dell’Alleanza, che attualmente non esiste. La Nato accetta di non stazionare permanentemente truppe sotto il suo comando in Ucraina in tempo di pace. I caccia della Nato saranno di stanza in Polonia.

Garanzia statunitense che rispecchia l’articolo 5: a) Gli Stati Uniti riceveranno un risarcimento per la garanzia; b) Se l’Ucraina invade la Russia, perderà la garanzia; c) Se la Russia invade l’Ucraina, oltre a una risposta militare coordinata e robusta, tutte le sanzioni globali saranno ripristinate e qualsiasi forma di riconoscimento di nuovi territori o qualsiasi beneficio derivante da questo accordo sarà revocato.

L’Ucraina ha i requisiti per l’adesione all’Ue e beneficerà di un accesso preferenziale a breve termine al mercato europeo durante il periodo di valutazione.Un solido programma globale per la ricostruzione dell’Ucraina include: a) la creazione di un Fondo di Sviluppo per l’Ucraina per investire in settori ad alta crescita, tra cui tecnologia, data center e intelligenza artificiale; b) un partenariato Usa-Ucraina per ripristinare, sviluppare, modernizzare e gestire le infrastrutture del gas ucraine (gasdotti e impianti di stoccaggio); c) uno sforzo congiunto per ricostruire e modernizzare le aree, le città e le zone residenziali colpite dalla guerra; d) sviluppo delle infrastrutture; e) l’estrazione di minerali e risorse naturali; f) l’istituzione da parte della Banca Mondiale di un pacchetto di finanziamenti per accelerare tali sforzi.

La graduale integrazione della Russia nell’economia globale: a) L’allentamento delle sanzioni sarà discusso e concordato in fasi successive e caso per caso; b) Un accordo di cooperazione economica a lungo termine tra Stati Uniti e Russia in materia di energia, risorse naturali, infrastrutture, intelligenza artificiale, data center, terre rare, progetti congiunti nell’Artico e altre opportunità reciprocamente vantaggiose; c) Il ritorno della Russia nel G8.

L’Ucraina sarà completamente ricostruita e risarcita finanziariamente, in particolare attraverso i beni sovrani russi che rimarranno congelati fino a quando la Russia non avrà risarcito l’Ucraina per i danni causati.

Sarà istituita una task force congiunta per la sicurezza con la partecipazione di Stati Uniti, Ucraina, Russia e Unione Europea per promuovere e attuare tutte le disposizioni di questo accordo.

La Russia sancirà per legge una politica di non aggressione nei confronti dell’Europa e dell’Ucraina. Gli Stati Uniti e la Russia concordano di estendere i trattati di non proliferazione e controllo nucleare, incluso il Fair START. L’Ucraina si impegna a rimanere uno Stato non nucleare ai sensi del TNP.

La centrale nucleare di Zaporizhzhia verrà riavviata sotto la supervisione dell’Aiea e l’elettricità prodotta sarà condivisa equamente (50-50) tra Russia e Ucraina.L’Ucraina adotterà le norme dell’Ue sulla tolleranza religiosa e la protezione delle minoranze linguistiche.

Territori: l’Ucraina si impegna a non recuperare militarmente i territori sovrani occupati. I negoziati sugli scambi territoriali inizieranno dalla linea di contatto. Una volta concordati i futuri accordi territoriali, Russia e Ucraina si impegnano a non modificarli con la forza. Le garanzie di sicurezza non si applicheranno in caso di violazione.

La Russia non deve ostacolare l’uso del fiume Dnepr da parte dell’Ucraina per scopi commerciali e saranno conclusi accordi per garantire il libero flusso delle esportazioni di grano attraverso il Mar Nero.

Sarà istituito un comitato umanitario per risolvere le questioni in sospeso: a) Tutti i prigionieri e le loro spoglie saranno scambiati sulla base del principio “tutti per tutti”; b) Tutti i civili detenuti e tenuti in ostaggio saranno rimpatriati, compresi i bambini; c) Sarà istituito un programma di ricongiungimento familiare; d) Saranno adottate misure per affrontare le sofferenze delle vittime del conflitto.

L’Ucraina terrà le elezioni il prima possibile dopo la firma dell’accordo di pace.

Saranno adottate misure per affrontare le sofferenze delle vittime del conflitto.

Questo accordo sarà giuridicamente vincolante. La sua attuazione sarà supervisionata e garantita da un Consiglio di Pace presieduto dal Presidente Donald J. Trump. Saranno imposte sanzioni per qualsiasi violazione.

Alla firma del memorandum da parte di tutte le parti, il cessate il fuoco entrerà in vigore immediatamente, con entrambe le parti che si ritireranno nei punti concordati per consentire l’attuazione dell’accordo. I termini del cessate il fuoco, incluso il suo monitoraggio, saranno definiti dalle due parti sotto la supervisione americana.

Ucraina, oggi in Angola il vertice dei leader Ue dopo la riunione a Ginevra

Luanda, 24 nov. (askanews) – E’ in programma alle 10.30 il vertice dei leader europei convocato a Luanda, in Angola, a margine del summit Ue-Unione africana. La riunione, voluta dal presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, servirà a fare il punto sul piano di pace per l’Ucraina, anche alla luce dell’incontro di ieri a Ginevra tra Usa, Ucraina e Paesi europei.

A Luanda è arrivata ieri sera da Johannesburg la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, accolta da un ministro del governo dell’Angola, dal governatore di Luanda, e dall’ambasciatore d’Italia in Angola Marco Ricci.

Domani mattina, a margine del vertice, dovrebbe tenersi una riunione in videoconferenza dei “volenterosi”.

L’America di Kennedy sotto assedio

Da dove viene l’allarme

Il 12 novembre scorso il filosofo e teologo Terence Sweeney ha pubblicato su The Bulwark un saggio destinato a lasciare il segno: “Donald Trump Is Destroying John F. Kennedy’s America” (“Donald Trump sta distruggendo l’America di John F. Kennedy”).

Non è un testo “liberal” né una lamentazione nostalgica. The Bulwark è la piattaforma dei conservatori repubblicani non trumpiani, cioè di quella destra americana che ha scelto di difendere la democrazia costituzionale contro la deriva carismatica del leader.

Diretto da Sarah Longwell, politologa attiva nella rete “Never Trump”, il sito ospita figure di primo piano del conservatorismo civile: Bill Kristol, Mona Charen, Charlie Sykes, Jonathan V. Last. Autori che hanno abbandonato il trumpismo non per calcolo, ma perché vedono in esso una minaccia strutturale all’ordine costituzionale.

Sweeney scrive da cattolico americano, attento alla dimensione morale della politica. Misura Trump non sulle policy ma sulla disarticolazione del patto civico, il nucleo che — dalla presidenza Kennedy in poi — teneva insieme libertà, progresso e responsabilità condivisa.

Kennedy: la politica come inclusione

JFK parlava di una nazione unita da un principio semplice: la libertà non è un istinto individuale ma una responsabilità reciproca.

Il celebre «non chiedete cosa il Paese può fare per voi» non era retorica patriottica: era un’inversione morale. La cittadinanza come dono al corpo civile.

Sweeney mostra che la forza di quell’America non stava nella perfezione, ma nella direzione: inclusione, mobilità sociale, fiducia nelle istituzioni come luogo di emancipazione collettiva.

Trump: dalla comunità alla tribù

Trump porta la politica dalla frontiera al recinto. Nel suo schema, il Paese non è una comunità plurale ma una platea chiusa di fedeli: chi dissente è traditore, chi critica è nemico interno.

Il leader non governa: domina. L’ordinamento costituzionale è un ostacolo, la legge è uno strumento contro gli avversari, la verità un materiale manipolabile.

Per Sweeney il punto è netto: Trump non compete con l’America di Kennedy, la vuole cancellare.

Il bene comune viene sostituito dalla politica della vendetta. Le istituzioni diventano teatro di fedeltà personale. La democrazia è ridotta a plebiscito permanente sul Capo.

Perché riguarda noi

L’Europa — e l’Italia — non sono immuni. L’effetto Trump non è imitazione delle policy, ma internalizzazione della grammatica plebiscitaria: polarizzare, insultare, trasformare la sfiducia in capitale politico.

Nel vuoto dei partiti e dei corpi intermedi, il trumpismo fornisce un surrogato identitario: “noi contro tutti”. È la dissoluzione lenta di ciò che Kennedy difendeva: la dignità della convivenza.

Sweeney, e The Bulwark con lui, ricordano che la politica democratica non si salva con l’estetica dell’indignazione. Si salva recuperando l’idea — oggi rivoluzionaria — che il potere serva ad allargare la comunità, non a impadronirsene.

 

Per leggere il testo originale clicca qui

https://www.thebulwark.com/p/donald-trump-is-destroying-john-kennedy-jfk-america

Dorothy Day: «Non mi banalizzate cercando di fare di me una santa»

[…] Dorothy si è donata completamente agli altri, senza risparmiare le forze, nella convinzione che quella fosse l’unica via per rendere il mondo migliore e dare un’altra possibilità a chi non aveva più nulla. Attivissima dal punto di vista sociale, ha girato in lungo ed in largo gli Stati Uniti predicando la pace, l’amore e la giustizia. È arrivata persino a Roma negli anni centrali del Vaticano Il per dare il suo contributo di laica impegnata, in una Chiesa dove “ufficialmente” i laici non avevano ancora ritrovato il loro posto, battendosi – con le armi della preghiera, del digiuno e della parola – perché i padri conciliari prendessero a cuore il problema della pace e degli armamenti. Nel suo “pellegrinaggio romano” non è sola, ma porta con lei altre donne, di ogni credo e stato sociale, facendosi rappresentante di una ecumenicità che oggi è uno dei temi più importanti affrontati dalla Chiesa cattolica.

Ma non dobbiamo pensare che in Dorothy Day tutto sia stato affrontato nella dimensione pragmatica: in lei, infatti, è molto forte anche una visione “trascendentale” della vita, nella quale si perde quotidianamente, coltivando una forte vita di preghiera e sacramentale, di cui non può fare più a meno dal momento in cui sceglie di diventare cattolica. Coltiva con impegno la sua vita spirituale appellandosi a Dio in ogni momento, “Lui, la sua speranza fin dalla giovinezza”.

Nella sua vita ritroviamo la semplicità propria di ogni persona. La sua spiritualità infatti, è spiritualità del quoti-diano, delle cose semplici realizzate con amore, totalmente evangelica e priva di fatti eclatanti e di quelle manifestazioni mistiche “classiche” (estasi, visioni, stimmate e così via). Dorothy Day vive una “mistica del quotidiano” che non è godimento di particolari grazie, ma l’esperienza di grazia quotidiana nella quale ogni cristiano si ritrova a vivere una vita trasfigurata in Cristo. Essere mistici significa accettare di vivere con Dio e svolgere il proprio apostolato secondo l’amore che ci muove verso l’azione e la contem-plazione. E Dorothy Day ha vissuto una forte dimensione contemplativa cercando e trovando Dio in tutte le cose, come insegna Ignazio di Loyola, ma specialmente nella natura e nelle persone. Osservando il suo volto possiamo cogliere in lei i tratti caratteristici della persona che “guarda al di là” delle cose che vede. Il suo sguardo è molto parti-colare, profondo; i suoi occhi sembrano scrutare il fondo di ogni anima per cercarvi tutto il bene che Dio vi ha depositato, occhi che, già verso la metà degli anni trenta, sono depositari di una dolcezza e di una pace propria di chi ha trovato il suo posto nel mondo e lascia riposare il cuore in Dio. 

La sua carità non ha lasciato indifferente nessuno di quelli che l’hanno conosciuta. E neppure la sua caparbietà nell’affrontare spinose questioni politiche o quando ha criticato apertamente la Chiesa e le sue ricchezze. Così pure la sua umiltà ha lasciato un segno molto profondo nella Chiesa americana. Tutto ciò che ha fatto, lo ha fatto per amore e non si è mai sentita superiore a nessun altro cattolico che, come lei, ha compiuto il proprio dovere. A chi accenava alla sua santità rispondeva: «Non mi banalizzate cercando di fare di me una santa».

 

Caterina Ciriello

Nata a Sessa Aurunca (Caserta), è docente di Storia della spiritualità e Storia della vita consacrata presso la Pontificia Università Urbaniana, e docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino.

Perché manca un federatore del centro cattolico popolare

I “cattolici professionisti” e la superiorità etica autoproclamata

Se ne parla da molto tempo ma un federatore autorevole, qualificato, rappresentativo e sufficientemente inclusivo di un Centro laico ma di matrice cattolico popolare e sociale continua a non esserci.

Le ragioni sono molte, ma sostanzialmente sono tre le motivazioni di fondo che hanno impedito, almeno sino ad oggi, di avere una figura che risponda a quei requisiti.

Innanzitutto non può essere una persona che interpreta la vulgata e la prassi — ben nota in un segmento storico e preciso dell’area cattolica italiana — dei cosiddetti “cattolici professionisti”.

Oppure i “cattolici adulti”, come li definiva in tempi non sospetti il suo leader più rappresentativo e più conosciuto, cioè Romano Prodi.

Si tratta di una corrente culturale che identifica la propria esperienza con quella più titolata, più autorevole, più coerente e anche eticamente più intransigente e superiore nel rappresentare, appunto, i “cattolici adulti”.

Un settore ben inserito nei gangli del potere economico, politico, finanziario, con una stampa — rigorosamente di sinistra e progressista — compiacente a supportarla e ad esaltarla in ogni momento.

È il progetto interpretato, oggi, autorevolmente da Ernesto Maria Ruffini, l’ex direttore di Equitalia e dell’Agenzia delle Entrate.

I partiti personali: il carisma che uccide l’inclusione

Una seconda motivazione è riconducibile alla presenza dei partiti personali.

Partiti, cioè, che hanno capi indiscussi e indiscutibili.

E, tra questi, esistono leader politici riconosciuti e carismatici anche di matrice cattolica — come Matteo Renzi, ad esempio — che però identificano il destino e la stessa prospettiva del loro partito con la loro fortuna politica personale.

È di tutta evidenza che il profilo politico di questi leader non può essere quello più congeniale per costruire un luogo politico sufficientemente rappresentativo ed inclusivo.

La strada per dar vita a un partito, luogo o raggruppamento — sempre rigorosamente laico e plurale, centrista e di matrice cattolico-democratica, popolare e sociale — non passa attraverso questa modalità.

L’irrisolta frammentazione cattolica dopo la Dc

In ultimo, ma non per ordine di importanza, c’è la difficoltà congenita e strutturale del vasto, articolato, plurale e composito mondo cattolico italiano a favorire un processo di ricomposizione politica, culturale e organizzativa.

Una difficoltà che parte da lontano e che si è accentuata dopo la fine della Democrazia Cristiana, e con il definitivo tramonto di ogni parvenza di unità politica dei cattolici.

Questo ha favorito una perdurante e strutturale frammentazione e polverizzazione della presenza politica dei cattolici, creando le condizioni per una progressiva irrilevanza ed insignificanza della stessa cultura del cattolicesimo politico italiano.

Perché il federatore non c’è (e come potrebbe nascere)

Ecco perché — e purtroppo — non si intravede all’orizzonte un possibile e potenziale “federatore” che provenga dall’area cattolica e che, al contempo, possa ergersi a punto di riferimento inclusivo dell’area cattolica, centrista, riformista e di governo nel nostro Paese.

Ma, comunque sia, conoscendo le criticità, forse è possibile anche prendere atto di quali sono i punti nodali da sciogliere per far ripartire un vero progetto politico, capace di superare definitivamente le difficoltà che nel frattempo si sono — purtroppo — sempre più consolidate.

Ostiense–Marconi. Tanti interventi, nessun disegno: il limite dell’urbanistica di Gualtieri e Veloccia

La narrazione dell’assessore Veloccia

Nell’intervista di ieri a Repubblica, l’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia descrive Ostiense–Marconi come un quadrante “pronto a rinascere sotto il segno della creatività e dello studio”. Lo fa scorrendo, quasi in passeggiata, i cantieri in sequenza: Ex Mercati Generali, porto fluviale, nuovo parco sotto San Paolo, Ponte di Ferro, Parco Papareschi, ex Mira Lanza, piazzale della Radio, seconda uscita della stazione Trastevere.

Ogni tappa è un’opera. Ogni opera un progresso. Ogni progresso un frammento. È un racconto seducente perché è concreto. Un elenco di azioni, di risultati tangibili, di cantieri aperti. E nessuno a Roma — città che si trascina i suoi ruderi amministrativi più dei suoi ruderi archeologici — disprezza i cantieri. Anzi: ci si aggrappa.

Il ruolo di Roma Tre

Ostiense non è un quartiere “vuoto” da reinventare. È il deposito fossilizzato della Roma industriale: gazometro, mattatoio, mercati generali, mura ferroviarie, porto, fabbriche. Una città della produzione dismessa dal capitalismo post-fordista.

Lì Roma Tre ha portato vita, ma senza un atto urbano fondativo: occupazioni funzionali, immobili liberi, opportunità contingenti. Un campus che si espande “per accrescimento”, non per forma.

Il PNRR ha fatto il resto. Ha finanziato ciò che è misurabile, non ciò che è pensabile: piazze, studentati, bonifiche, riusi. È la logica del bando: dove trovi un capitolo, spingi un progetto. La città reale rimane sullo sfondo, come supporto operativo ai cronoprogrammi.

Il ponte di Ferro non è il ponte

Ec ecco il Ponte di Ferro. Veloccia lo pone al centro del racconto: “Tornerà iconico grazie ai suoi arconi”. Ma non basta  un restauro per creare iconografia urbana.

Un ponte unisce fisicamente, non simbolicamente. Serve un atto magniloquente, identitario, visibile: l’asse, la piazza civica, un edificio madre. L’urbanistica vive da sempre di gesti: il Palazzetto di Nervi, la Galleria Giovanni XXIII, la Nuvola di Fuksas. Qui invece abbiamo la chirurgia minuta dell’“agopuntura urbana” senza organo.

La promessa della “vocazione”

“Creatività, studio, innovazione, ricerca”. Veloccia lo ripete: il quadrante ha una nuova vocazione. È un linguaggio di marketing urbano, non di città.

L’università è brand, non matrice. Gli interventi sono funzioni, non forma. La città diventa elenco di destinazioni e superfici: un mosaico che si ricompone per addizione, mai per progetto.

In questa narrazione la politica abdica al ruolo di committenza urbanistica. La rigenerazione diventa processo amministrativo, non visione territoriale. È una Roma che non pensa se stessa: aggiorna ciò che già esiste.

La lezione dimenticata del Manieri Elia

Per Mario Manieri Elia — professore di architettura proprio a Roma Tre  — sosteneva che la città va letta prima dei progetti. Che Roma vive di sistemi, non di episodi. Che mettere un’università non significa “riempire vuoti”, ma creare una trama riconoscibile, un reticolo di senso, gerarchie, spessori, centralità territoriali. 

Insomma, ricucire non è “unire pezzi”, ma restituire senso ai passaggi storici della città. Questo, secondo Manieri Elia, era il metodo da seguire: leggere il corpo urbano prima di incidere la pelle. Oggi il metodo è rovesciato: si incide la pelle sperando che il corpo reagisca.

Serve un disegno

Il quadrante Ostiense–Marconi non sta rinascendo: sta riparando se stesso.

A ogni intervento somma un altro intervento, come se la somma fosse progetto. Si confonde la rigenerazione con il maquillage, anche se potente, la pianificazione con la gestione del cantiere, l’urbanistica con la rendicontazione.

Roma non ha bisogno di “quadranti pronti a rinascere”. Ha bisogno di una città che sappia dare forma al proprio futuro. E oggi, purtroppo, non la vede nemmeno.

Questo è il limite, non solo guardando a Ostiense-Marconi, della politica urbanistica di Gualtieri

La Casa Bianca: l’accordo di pace dovrà rispettare la sovranità di Kiev

Roma, 24 nov. (askanews) – Gli Stati Uniti e l’Ucraina hanno dichiarato nella notte in un comunicato della Casa Bianca che un “futuro accordo” per porre fine al conflitto con la Russia “deve rispettare pienamente la sovranità” di Kiev, a seguito dei colloqui a Ginevra tra responsabili americani, ucraini ed europei.

La Casa Bianca ha inoltre accolto con favore i colloqui in Svizzera, a cui ha partecipato il segretario di Stato americano Marco Rubio, che ha costituito “un significativo passo avanti” verso un accordo di pace in Ucraina.

Calcio, il derby è del Milan. Allegri: "Meritato"

Roma, 24 nov. (askanews) – All’appuntamento si sono presentati in due: Pulisic e Maignan. Ornella Vanoni, se fosse stata lì, li avrebbe presi sottobraccio e portati a bere un tè caldo, ricordando quando cantava proprio da quelle parti. Il Milan piega l’Inter 1-0, si porta a due punti dalla Roma e allunga la serie positiva nei derby: sei risultati utili consecutivi, quattro vittorie e due pareggi. Sono passati 580 giorni dall’ultima sconfitta contro i nerazzurri, quel 22 aprile 2024 in cui la squadra di Inzaghi cucì la seconda stella sul petto. Tempi diversi: oggi l’Inter incassa la terza sconfitta in quattro big match e si ritrova a dover riflettere.

La partita si decide sulla transizione, la parola chiave del derby. Il Milan sfrutta al meglio la prima vera occasione al 54′. Sommer rinvia, Calhanoglu tenta un controllo di petto troppo presuntuoso e perde il pallone. Fofana legge la situazione, scambia con Leao e lancia Saelemaekers a destra. Il belga calcia, Sommer ci arriva ma respinge corto: Pulisic è il più rapido di tutti, anticipa Akanji e infila in rete il suo quinto gol stagionale, il terzo proprio contro l’Inter.

Il momento che fa tremare San Siro arriva poco dopo con il rigore sbagliato da Calhanoglu. Anche questa volta, come un anno fa contro il Napoli, il turco calcia sotto la Nord e Maignan, in versione “Magic”, gli dice di no. Il fallo nasce da un classico “step on foot” di Pavlovic su Thuram, ma la parata pesa come un gol. È il punto più alto di una prestazione da leader: tre interventi decisivi, due nei primi minuti su Thuram e Lautaro, uno sul palo, e poi il rigore.

La vittoria nasce da un Milan solido e cinico, quasi scolpito da Allegri. La squadra morde le caviglie, chiude le linee, sfrutta ogni transizione utile e si affida a un portiere che sembra in missione. Bartesaghi contiene, Pavlovic marca a uomo e sbaglia solo nell’azione del penalty, Modric gestisce e trova persino lo spunto per un allungo su Acerbi. Saelemaekers attacca con intelligenza lo spazio lasciato da Dimarco, mentre dall’altra parte Barella è il nerazzurro che resiste più a lungo. Carlos, schierato al posto di Dumfries, non incide come previsto; Diouf entra con buon piglio, ma non basta.

L’Inter colpisce due pali e si scontra contro un portiere in serata di grazia, ma i numeri dei big match raccontano molto: una sola vittoria, contro la Roma, e tre sconfitte. Una tendenza che ricorda quella dell’anno scorso e che lascia aperte domande difficili.

Allegri festeggia la sua centesima vittoria da allenatore del Milan e lo fa con un sorriso largo. «Sorridevo perché è una bella vittoria» racconta, spiegando come la squadra fosse un po’ bloccata all’inizio ma poi abbia trovato il ritmo giusto. Insiste sulla necessità di sfruttare di più Saelemaekers, perché lo spazio lasciato da Dimarco era un’occasione continua, e ammette che Leao poteva fare meglio nell’uno contro uno. Ma apprezza la solidità difensiva della ripresa e l’attenzione sulle palle inattive.

Non manca un elogio al suo staff: «Sul rigore parato è merito di Claudio Filippi, che è uno dei migliori nel preparare i portieri». E guarda già avanti: «Domani bisogna riposare, poi pensiamo alla Lazio. Se non la interpretiamo bene buttiamo via tutto». Il suo mantra resta l’equilibrio: festeggiare ma tenere i piedi per terra, migliorare nella pressione offensiva, crescere fisicamente ora che finalmente la squadra riesce ad allenarsi al completo.

Chiude con una riflessione chiara: «Quando il ritmo lo decidiamo noi siamo forti, ma contro le piccole diventiamo vulnerabili. È lì che dobbiamo fare un salto di qualità». Il derby conferma il percorso dei rossoneri, che avanzano con coraggio e misura, mentre l’Inter resta ferma a fare i conti con una stagione che somiglia pericolosamente a quella precedente.

Calcio, classifica serie A: Milan secondo

Roma, 24 nov. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Inter-Milan 0-1

Dodicesima giornata: Cagliari-Genoa 3-3, Udinese-Bologna 0-3; Fiorentina-Juventus 1-1; ore 20.45 Napoli-Atalanta 3-1, Verona-Parma 1-2; Cremonese-Roma 1-3; Lazio-Lecce 2-0; Inter-Milan 0-1. lunedì 24 novembre ore 18.30 Torino-Como; ore 20.45 Sassuolo-Pisa.

Classifica: Roma 27, Napolim MIlan 25, Bologna, Inter 24, Juventus 20, Como, Lazio 18, Sassuolo 16, Udinese 15, Cremonese, Torino 14, Atalanta 13, Cagliari, Parma 11, Lecce 10, Pisa 9, Genoa 8, Verona, Fiorentina 6.

Tredicesima giornata: venerdì 28 novembre ore 20.45 Como-Sassuolo. sabato 29 novembre ore 15 Genoa-Verona, Parma-Udinese; ore 18 Juventus-Cagliari; ore 20.45 Milan-Lazio. domenica 30 novembre ore 12.30 Lecce-Torino; ore 15 Pisa-Inter; ore 18 Atalanta-Fiorentina; ore 20.45 Roma-Napoli. lunedì 1 dicembre ore 20.45 Bologna-Cremonese.

Tennis, tre Davis di fila: nessuno ci era riuscito dal 1971

Roma, 23 nov. (askanews) – L’Italia diventa la prima nazione a vincere 3 titoli consecutivi di Coppa Davis da quando il Challenge Round è stato abolito dopo l’edizione del 1971. L’ultima nazione a vincere 3 o più titoli consecutivi è stata gli Stati Uniti, che ne conquistarono 5 di fila dal 1968 al 1972. Dal 1968 al 1971 vinsero 4 titoli consecutivi partecipando ogni anno solo al Challenge Round, prima di ottenere il quinto titolo consecutivo nel 1972, nella prima edizione senza il Challenge Round.

Tennis, l’Italia ha vinto la sua terza Coppa Davis

Milano, 23 nov. (askanews) – L’Italia ha vinto la sua terza Coppa Davis di fila, battendo in finale la Spagna. Dopo la vittoria di Matteo Berrettini nel primo match, Flavio Cobolli batte Jaume Munar in tre set con il punteggio 1-6, 7-6 e 7-5.

L’Italia è di nuovo sul tetto del mondo del tennis. Per il terzo anno consecutivo – un’impresa mai vista da quando è stato abolito il Challenger Round – gli azzurri conquistano la Coppa Davis, superando la Spagna 2-0 in una finale vibrante, intensa, destinata a restare negli annali. Prima Matteo Berrettini, poi Flavio Cobolli: due firme diverse, una sola anima, quella della squadra di Filippo Volandri che continua a riscrivere la storia.

Il pomeriggio di gloria si apre con la solidità di Matteo Berrettini, perfetto nel domare Pablo Carreño Busta. Una partita sempre nelle mani dell’azzurro, giocata con potenza, lucidità e la consueta monumentalità nei momenti chiave. Il suo punto porta subito l’Italia sull’1-0, creando il clima ideale per il match più atteso.

Poi tocca a Flavio Cobolli, protagonista di una partita epica contro Jaume Munar, un duello durato più di tre ore che sembra la sceneggiatura perfetta di una rimonta memorabile. Il romano parte malissimo – perde il primo set 6-1, soffre, sbaglia, non trova ritmo. Ma non molla mai. Entra nel match punto dopo punto, sale di livello nel secondo set, ribalta inerzia e convinzioni: lottando come un veterano, si prende il tiebreak dopo un parziale da batticuore, con sei set point annullati dallo spagnolo.

Il terzo set è un braccio di ferro feroce: game tenuti a 15, scambi durissimi, un equilibrio che non si spezza. Finché, nell’11° game, arriva il momento simbolo dell’intera Davis: Cobolli strappa il servizio a Munar, approfitta di tre errori consecutivi dello spagnolo e poi colpisce con un dritto fulminante sull’ennesimo scambio ad alta tensione. È il break della vita.

Al cambio di campo, il pubblico di Bologna è una bolgia. Flavio serve per la storia: non trema, non indietreggia, non sbaglia. Chiude. L’Italia vola. È la quarta Coppa Davis, la terza consecutiva, un dominio assoluto che vale un’era.

E mentre gli azzurri abbracciano Volandri, il palazzetto è un’unica voce: questa squadra non è più una sorpresa. È una dinastia.

Meloni sente Trump e rassicura Ue: "Piano Ucraina si può modificare"

Johannesburg, 23 nov. (askanews) – Donald Trump è “disponibile” a modificare il suo piano di pace per l’Ucraina e adesso per l’Europa è il momento di dimostrare “maturità”. Mentre a Ginevra era in corso l’incontro che vedeva il segretario di Stato americano Marco Rubio e l’inviato speciale Usa Steve Witkoff discutere con i rappresentanti di Ucraina, Francia, Italia, Germania, Gran Bretagna, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni tiene a Johannesburg un punto stampa prima di partire per l’Angola dove domani parteciperà al vertice Ue-Unione africana.

La premier – che nella prima mattina americana ha sentito Trump insieme al presidente finlandese Alex Stubb – mantiene la linea di tenere unite le due sponde dell’Atlantico, rassicurando i partner europei. Per lei il piano in 28 punti del presidente Usa ha “molti punti condivisibili” e non è necessario lavorare su una “controproposta” dell’Unione europea, “anche per un fatto di tempo ed energie”. Questo piuttosto, per l’Europa, è il momento di dare “una prova di maturità” e “dimostrare che può fare la differenza con proposte serie, che fanno fare dei passi avanti, quindi non semplicemente dicendo ‘sì, va tutto bene’, ‘no, va tutto male’, che sarebbe un approccio un po’ infantile”. Sul fatto che il piano sarebbe troppo sbilanciato a favore della Russia, se non scritto da russi, come afferma qualcuno, la premier preferisce glissare: “il tema di chi abbia scritto il piano mi interessa meno” perchè “noi dobbiamo guardare all’obiettivo, perché la fase è molto delicata”. Il problema – per lei – è che Putin non ha “la reale volontà di chiudere la guerra e dobbiamo andare a vedere il bluff con una proposta sensata”.

Rispondendo ai giornalisti, la premier cerca anche di stemperare le polemiche sulle ultime affermazioni del tycoon che ha accusato sia gli europei che Volodymyr Zelensky di essere “irriconoscenti” nei confronti degli Usa. “Siamo tutti stati testimoni – dice – di quando Zelensky ha chiaramente ringraziato gli Stati Uniti” e quanto agli europei “se si fosse irriconoscenti nei loro confronti non ci sarebbe neanche probabilmente bisogno di loro, nel senso che non si comprenderebbe l’importanza che hanno avuto nel conflitto, invece la capiscono tutti. E la capiscono benissimo”.

Il tema dell’Ucraina si lega con il clima all’interno della maggioranza, dove da parte di Matteo Salvini c’è un quotidiano “controcanto” sull’impegno italiano. Una visione che però lei respinge: “Non lo considero un controcanto, siamo una coalizione non una caserma, è un bene che tutti esprimano le proprie posizioni perché aiuta anche me a ragionare. A me alla fine interessa una cosa sola: mi interessa la postura internazionale dell’Italia. Mi interessa che l’Italia continui ad essere percepita come una nazione seria, come una nazione credibile, come una nazione che ha una chiara linea di politica estera. E oggi l’Italia così viene percepita”. Dunque il governo sta lavorando al dodicesimo pacchetto di aiuti militari e all’invio di generatori elettrici, mentre per quanto riguarda l’eventuale adesione al programma Usa di acquisto di armi Purl (Prioritized Ukraine Requirements List) “non abbiamo una deadline, in futuro si vedrà”. Se questi sono i fatti, ci sono poi i toni del vicepremier, che ad esempio sulla vicenda dei casi di corruzione a Kiev oggi ha detto che i soldi donati per i bambini sono stati utilizzati per “mignotte e ville all’estero”. Parole che certo non possono che imbarazzare ma su cui – si limita a dire – non può “bacchettare” gli alleati. Però, sul caso specifico, precisa, “il governo ucraino ha dimostrato di avere gli anticorpi per risolvere i problemi interni”.

Chiuso il lungo punto stampa (“Questa la chiamiamo conferenza stampa?, chiede con una battuta venata di polemica) la premier è partita per Luanda. Già questa sera farà il punto con gli altri leader al termine della riunione di Ginevra. Poi domani mattina, nella capitale angolana, si riuniranno i capi di Stato e di governo dell’Ue presenti al summit mentre martedì si terrà una riunione in videoconferenza dei cosiddetti volenterosi.

Dell’inviato Alberto Ferrarese

Salvini: la Ue lasci lavorare Trump, Putin e Zelensky, non rompano le scatole

Castelcovati (Bs), 23 nov. (askanews) – “Il mio appello è che l’Europa non faccia saltare il dialogo ripreso tra Stati Uniti, Ucraina e Russia. Lascino lavorare Trump, Zelensky e Putin, non si mettano di mezzo tedeschi, francesi e inglesi, perché rischiano di far saltare tutto, come hanno già rischiato di far saltare l’accordo in Medio Oriente. Lascino lavorare Trump, Zelensky e Putin, perché ho come l’impressione che in Europa qualcuno abbia interesse a che la guerra vada avanti per vendere più armi. Sicuramente noi ci smeniamo”. Lo ha detto il vice premier e segretario della Lega Matteo Salvini, arrivando alla festa della Lega Lombarda a Castelcovati in provincia di Brescia.

“Come tra Israele e Palestina, lasciamo che il piano di Trump possa essere analizzato da Zelensky e da Putin, non riguarda né Parigi né Berlino nè Londra. Fra Parigi Londra e Bruxelles, che nessuna rompa le scatole”, ha aggiunto Salvini che alla domanda se dunque non voglia l’Europa a quel tavolo ha risposto: “Qual è l’Europa quella che vuole mandare l’esercito europeo a combattere in Russia? Non nel mio nome. Truppe in Ucraina? Mai, mai, ma figurati… Lasciamo che su questo piano, che lo stesso Trump dice che è perfettibile, ragionino le due parti in causa: Zelensky e Putin, non Macron o altri guastafeste. Non penso che nessun possa ascoltare Macron, Starmer o altri…”.

Ucraina, Meloni: no alla controproposta Ue, lavoriamo sulla bozza Trump

Johannesburg, 23 nov. (askanews) – “Non penso che si debba parlare di una controproposta” dell’Ue rispetto alla bozza Trump, perché in quel piano “molti punti sono condivisibili e anche per un fatto di tempo ed energie conviene concentrarci sulla proposta che c’è e sulle questioni dirimenti”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Johannesburg.

“Ho trovato una disponibilità da parte di Trump” a modificare il piano per l’Ucraina, ha aggiunto Meloni. “Abbiamo fatto una telefondata abbastanza lunga anche con Stubb, penso che il lavoro che gli sherpa stanno facendo a Ginevra segua questo intendimento”, ha anche affermato.

“L’Europa evidentemente non è stata tra gli estensori del piano Trump ma molte questioni inserite necessitano dell’Europa: la ricostruzione, le garanzie di sicurezza, l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue. La fase è delicata, dobbiamo guardare all’obiettivo, l’Ue deve dimostrare che può fare proposte che possono far fare passi avanti, siamo tutti d’accordo nel capire dov’è che si può dare un contributo” e l’Ue deve “dimostrare maturità”, così anche Meloni.

Ucraina, Salvini: Ue non si metta di mezzo e non faccia saltare dialogo

Castelcovati (Bs), 23 nov. (askanews) – “Il mio appello è che l’Europa non faccia saltare il dialogo ripreso tra Stati Uniti, Ucraina e Russia. Lascino lavorare Trump, Zelensky e Putin, non si mettano di mezzo tedeschi, francesi e inglesi, perchè rischiano di far saltare tutto, come hanno già rischiato di far saltare l’accordo in Medio Oriente. Lascino lavorare Trump, Zelensky e Putin, perchè ho come l’impressione che in Europa qualcuno abbia interesse a che la guerra vada avanti per vendere più armi. Sicuramente noi ci smeniamo”. Lo ha detto il vice premier e segretario della Lega Matteo Salvini, arrivando alla festa della Lega Lombarda a Castelcovati in provincia di Brescia.

“Come tra Israele e Palestina, lasciamo che il piano di Trump possa essere analizzato da Zelensky e da Putin, non riguarda nè Parigi nè Berlino nè Londra. Fra Parigi Londra e Bruxelles, che nessuna rompa le scatole”, ha aggiunto Salvini che alla domanda se dunque non voglia l’Europa a quel tavolo ha risposto: “Qual è l’Europa quella che vuole mandare l’esercito europeo a combattere in Russia? Non nel mio nome. Truppe in Ucraina? Mai, mai, ma figurati… Lasciamo che su questo piano, che lo stesso Trump dice che è perfettibile, ragionino le due parti in causa: Zelensky e Putin, non Macron o altri guastafeste. Non penso che nessun possa ascoltare Macron, Starmer o altri…”.

Tennis, Berrettini: "Sono felicissimo, ora forza Flavio"

Roma, 23 nov. (askanews) – “Non mi abituerò mai a tutto questo affetto del pubblico. Per me è difficile parlare ora: sono super felice, però piedi per terra perché ora c’è Flavio. Siamo sul pezzo, ma intanto grazie a tutti per il supporto. Questa mattina ero un po’ teso, ma mi sono detto che dovevo pensare a punto dopo punto. Devo dire che è andata bene, ora forza Flavio. Daje”. Così Matteo Berrettini dopo la partita vinta contro Carreno Busta che ha portato l’Italia in vantaggio 1-0 sulla Spagna nella finale di Coppa Davis a Bologna

Tennis, finale Coppa Davis: Berrettini batte Carreno Busta

Roma, 23 nov. (askanews) – Matteo Berrettini firma il primo punto dell’Italia nella finale di Coppa Davis superando Pablo Carreño Busta con un convincente 6-3 6-4 in 1h19′ di gioco. Una prova solida, costruita sulla battuta e su una gestione lucida dei momenti chiave, nonostante qualche protesta dello spagnolo per i rumori del pubblico in un frangente delicato del match.

L’azzurro parte forte: prime vincenti, ace e un ritmo che mette subito pressione a Carreño, costretto spesso a rincorrere. Il primo set si sblocca nel settimo game, quando Berrettini piazza tre palle break consecutive e chiude alla terza andando poi a servire senza esitazioni per il 6-3.

Nel secondo parziale domina ancora il servizio dell’italiano, che concede poco e varia bene le soluzioni. Sul 4-4 arriva il momento decisivo: Berrettini risponde profondo, si porta 0-40 e sfrutta la seconda chance grazie a un errore dello spagnolo. Nel game successivo non trema: tiene a zero e chiude il match, ignorando anche le proteste di Carreño sui rumori in campo. Per l’Italia è un avvio perfetto: 1-0 nella serie, con Berrettini protagonista e il pubblico di Bologna in festa. Ora Cobolli-Munar il secondo singolare.

L’omaggio di Milano a Ornella Vanoni, in migliaia alla camera ardente

Milano, 23 nov. (askanews) – Un lungo applauso all’arrivo del feretro, le persone in coda fin dalle prime ore del mattino nonostante il freddo davanti al Piccolo Teatro Grassi. Milano ha salutato con grande calore, commozione e partecipazione Ornella Vanoni, la cantante scomparsa a 91 anni che con la citt ha avuto un legame forte e inossidabile, nella vita e nella musica.

All’interno nella camera ardente le sue canzoni hanno accompagnato il saluto delle persone davanti alla bara di legno chiaro, posizionata accanto al palco del Teatro, un luogo simbolo della sua carriera. Tanta gente comune ma anche tantissime personalit, a partire dal sindaco Beppe Sala che ha annunciato il lutto cittadino per i funerali di luned e l’intenzione, in accordo con la famiglia, di un omaggio della citt all’artista.

“Bisogna trovare una formula non solo per ricordarla ma per mandare avanti il suo insegnamento, ha detto. Tutte le volte mi chiedono ‘quindi una via o una piazza’, ma penso che in questo caso bisogna trovare una formula pi viva perch il suo insegnamento stato veramente grande”.

Fra le oltre 5mila persone che hanno voluto darle un saluto, Fabio Fazio, Liliana Segre, personalit del cinema come Gabriele Salvatores, dello spettacolo, da Ambra Angiolini a Simona Ventura, della musica, Paolo Fresu, Cristiano Malgioglio, Francesco Gabbani, Arisa, Fiorella Mannoia, Emma: “Le persone come lei non vanno via per sempre, immortale, ha lasciato una eredit enorme”, ha detto.

La camera ardente riapre la mattina prima del funerale che si svolger sempre a Milano, nella chiesa di San Marco a partire dalle 14.45.

L’omaggio di Milano a Ornella Vanoni, in migliaia alla camera ardente

Milano, 23 nov. (askanews) – Un lungo applauso all’arrivo del feretro, le persone in coda fin dalle prime ore del mattino nonostante il freddo davanti al Piccolo Teatro Grassi. Milano ha salutato con grande calore, commozione e partecipazione Ornella Vanoni, la cantante scomparsa a 91 anni che con la città ha avuto un legame forte e inossidabile, nella vita e nella musica.

All’interno nella camera ardente le sue canzoni hanno accompagnato il saluto delle persone davanti alla bara di legno chiaro, posizionata accanto al palco del Teatro, un luogo simbolo della sua carriera. Tanta gente comune, ma anche tantissime personalità, a partire dal sindaco Beppe Sala che ha annunciato il lutto cittadino per i funerali di lunedì e l’intenzione, in accordo con la famiglia, di un omaggio della città all’artista. “Bisogna trovare una formula non solo per ricordarla ma per mandare avanti il suo insegnamento”, ha detto. “Tutte le volte mi chiedono ‘quindi una via o una piazza’, ma penso che in questo caso bisogna trovare una formula più viva perché il suo insegnamento è stato veramente grande”.

Fra le oltre 5mila persone che hanno voluto darle un saluto, Fabio Fazio, Liliana Segre, personalità del cinema come Gabriele Salvatores, dello spettacolo, da Ambra Angiolini a Simona Ventura, della musica, Paolo Fresu, Cristiano Malgioglio, Francesco Gabbani, Arisa, Fiorella Mannoia, Emma che ha detto entrando al Piccolo Teatro: “Le persone come lei non vanno via per sempre, è immortale, ha lasciato una eredità enorme”.

La camera ardente riapre lunedì mattina prima del funerale che si svolgerà sempre a Milano, nella chiesa di San Marco a partire dalle 14.45.

"Metamorfosi. Palazzo Te come opera d’arte totale" di Claudia Cieri Via

Milano, 23 nov. (askanews) – Un viaggio tra le meraviglie di Palazzo Te con le Metamorfosi di Ovidio in mano: così si apre “Metamorfosi. Palazzo Te come opera d’arte totale”, il nuovo libro di Claudia Cieri Via, pubblicato da Tre Lune Edizioni e già disponibile in libreria. Il volume propone un percorso che intreccia mito, arte e filosofia della trasformazione, accompagnando il lettore attraverso le sale, le camere e le logge del palazzo mantovano progettato da Giulio Romano, in un continuo dialogo tra la poesia di Ovidio e l’invenzione figurativa del Rinascimento.

L’opera prende avvio dai celebri versi che aprono le Metamorfosi, “L’estro mi spinge a narrare di forme mutate in corpi nuovi. O dei, seguite con favore la mia impresa e fate che il mio canto si snodi ininterrotto dalla prima origine del mondo fino ai miei tempi”, nei quali il poeta latino enuncia il senso del suo poema: il passaggio dal caos primordiale alla costruzione del cosmo, dalla frammentazione alla trasformazione del Tutto. È questo stesso movimento che anima l’arte di Giulio Romano a Palazzo Te, dove la pittura, l’architettura e la decorazione si fondono in un linguaggio visivo che restituisce la continua metamorfosi della materia e dell’immaginazione.

Il percorso figurativo del palazzo, come spiega Cieri Via, riflette la tensione tra disordine e armonia, umano e divino, ragione e istinto. Nei miti di Orfeo ed Euridice, Apollo e Marsia, Apollo e Pan, il tema della metamorfosi si manifesta nella contrapposizione tra il mondo apollineo della musica a corda e quello dionisiaco della musica a fiato, simboli di misura e libertà, di controllo e abbandono. Attraverso questi racconti, l’artista costruisce un viaggio che dal caos originario conduce alla forma, dalla ribellione alla conoscenza.

L’analisi dell’autrice evidenzia come Giulio Romano si serva del mito ovidiano per esplorare le possibilità della rappresentazione, spingendosi oltre i canoni classici. La metamorfosi diventa principio strutturale della sua arte: le figure si fondono con l’ambiente, i corpi si deformano, la natura si mescola al grottesco e al mostruoso. Questo processo trova una delle sue espressioni più potenti nell’affresco della Caduta dei Giganti, in cui la rottura delle forme e la vertigine spaziale traducono in immagine il tema dell’hybris e della punizione divina.

Accanto ai miti di Ovidio, il libro dedica ampio spazio alla Favola di Amore e Psiche di Apuleio, rappresentata da Giulio Romano come racconto di elevazione spirituale e di riconciliazione tra umano e divino. Anche in questo ciclo, il tema della metamorfosi assume un valore simbolico: l’amore, attraverso la prova e il dolore, si trasforma in conoscenza e diventa elemento di unione tra mondi diversi.

Nel suo saggio introduttivo, Stefano Baia Curioni, direttore della Fondazione Palazzo Te e professore di politiche culturali e del patrimonio all’Università Bocconi, sottolinea come il libro di Cieri Via restituisca a Palazzo Te la sua dimensione di opera complessa e totale, concepita come un sistema unitario di linguaggi in dialogo. L’edificio si configura così come un laboratorio dell’immaginazione, dove le idee di Ovidio vengono tradotte in forme visive e spaziali che sfidano i limiti della percezione.

Il volume, composto da 240 pagine e illustrato con 100 immagini a colori realizzate dal fotografo Gian Maria Pontiroli, adotta un formato agile e una veste editoriale curata. L’apparato iconografico accompagna e chiarisce l’analisi dei testi, costruendo una narrazione che alterna il commento critico alla contemplazione dell’opera d’arte.

Nella terza di copertina, la studiosa chiarisce il senso profondo della sua ricerca: il racconto di Ovidio, che si snoda dalle origini del mondo fino all’età dell’uomo, trova in Giulio Romano una traduzione pittorica che ne prolunga la visione. Le metamorfosi ovidiane non riguardano solo gli esseri umani ma coinvolgono animali, piante e oggetti, in un continuum vitale che riflette la trasformazione del Tutto. Questa concezione della natura come materia viva e mutevole anticipa, secondo Cieri Via, alcune riflessioni dell’arte contemporanea: la trasformazione di Dafne in alloro, ad esempio, trova un’eco nel lavoro di Giuseppe Penone, che nella materia vegetale e nel corpo umano individua lo stesso principio di metamorfosi che guidava Giulio Romano nella sua invenzione figurativa.

La studiosa colloca dunque Palazzo Te al crocevia tra mito, filosofia e natura, evidenziando come l’arte di Giulio rappresenti una rottura dei canoni classici e un’apertura verso una visione dinamica della forma. Nell’incontro tra elementi naturali, grotteschi e mostruosi, l’artista costruisce un linguaggio nuovo, capace di dare corpo al movimento e alla metamorfosi come essenza della vita e dell’arte.

Claudia Cieri Via, professore ordinario di Storia della Critica d’Arte e di Iconografia e Iconologia alla Sapienza Università di Roma, è tra le massime studiose italiane di cultura visiva rinascimentale. Senior Research Fellow della Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza, ha insegnato e svolto attività di ricerca presso l’Institute for Advanced Study di Princeton, il Center for Advanced Study in the Visual Arts della National Gallery of Art di Washington e l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Nel 2008-2009 è stata Fulbright Professor alla Northwestern University di Chicago ed è editor della rivista “Immagine & Parola”. Tra le sue pubblicazioni si segnalano L’arte delle Metamorfosi (2003), Nei dettagli nascosto (2009), Lo sguardo di Giano (2005), Introduzione a Aby Warburg (2011), Venere a Palazzo Te (2021), Leo Steinberg now (2022) e Il silenzio delle immagini (2023).

Camera ardente Vanoni, Remigi: Io devo tutto a Ornella

Milano, 23 nov. (askanews) – “Io devo tutto Ornella Vanoni, se non mi registrava “Innamorati a Milano” io non avrei fatto Sanremo e a quest’ora magari avrei fatto un altro altro lavoro. Ornella era unica nel suo genere, suo modo di vivere e quello che ha rappresentato, stata una donna che veramente ha dato di pi in tutto e per tutto. Molto Generosa soprattutto nel campo artistico, lei ha lasciato un segno perch aveva un sacco di qualit che raramente in un artista trovi. Ognuno ha un settore ben definito, lei spaziava in tutto e per tutto e lei, grazie insomma, ripeto a lei le mie canzoni si ascoltano ancora oggi. Ci siamo sentiti ultimamente quando lei stava da Fazio e abbiamo ricordato i momenti in cui ci siamo incontrati e soprattutto il giorno in cui io sono andato a casa sua a farle ascoltare “Io ti dar di pi”, emozionatissimo perch lei mi ricevette in babydoll. Era una donna bellissima tra l’altro, un grande charm, un grande fascino soprattutto. Io mi ricordo che molto timido da ragazzo suonavo questa canzone al pianoforte e con l’occhio guardavo Ornella, era una meraviglia”. Cos Memo Remigi alla camera ardente di Ornella Vanoni al Piccolo Teatro di Milano.

Trump: la leadership ucraina non ha mai detto "grazie" per gli sforzi Usa

Roma, 23 nov. (askanews) – “La ‘leadership’ ucraina non ha espresso alcuna gratitudine per i nostri sforzi e l’Europa continua a comprare petrolio dalla Russia”. Lo scrive su Truth il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. “Ho ereditato una guerra che non avrebbe mai dovuto accadere, una guerra che è perdente per tutti, soprattutto per i milioni di persone che sono morte inutilmente”, mentre “la ‘leadership’ ucraina non ha espresso alcuna gratitudine per i nostri sforzi, e l’Europa continua a comprare petrolio dalla Russia”, afferma Trump aggiungendo che “gli Stati Uniti continuano a vendere enormi quantità di armi alla Nato, per distribuirle all’Ucraina (il corrotto Joe (Bide, Ndr, l’ex presidente) ha dato tutto, gratis, gratis, gratis, compresi ‘tanti’ soldi!). Dio benedica tutte le vite che sono andate perse nella catastrofe umana!”.

Anna chiama e le sue Baddies rispondono: il tour tutto esaurito

Milano, 23 nov. (askanews) – Che rumore fa la felicità delle teenager? Per capirlo bisogna andare a un concerto di Anna Pepe e sentire le urla impazzite di gioia delle sue fan adolescenti e preadolescenti, ma ci sono anche tante bambine che sognano di essere Vera Baddie. Il fenomeno Anna per gli adulti spesso risulta incomprensibile, ma sta di fatto che il debutto al Forum a Milano, che ha dato ufficialmente il via al suo primo tour nei palasport italiani, è un successo di enormi proporzioni. Anna ha chiamato e le sue Baddies hanno risposto in massa, in un rito collettivo che consacra la rapper di La Spezia come una star. Sabato 22 novembre 2025 l’Unipol Forum di Milano, dove è attesa per altre due date del Vera Baddie TOUR 2025 oggi e domani sera, era gremito in ogni ordine di posto e anche le altre date completamente sold-out. Con Vera Baddie Tour 2025 prodotte e realizzate da Vivo Concerti, Anna ha costruito un vero manifesto generazionale: un’esperienza capace di creare un legame autentico con chi la segue e di parlare a un grande pubblico, abbattendo distanze e barriere. La sua forza sta proprio in una visione artistica riconoscibile tanto che il palco riproduce un enorme lettore CD portatile. Omaggio all’oggetto iconico tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, Anna domina lo stage mentre il coperchio aperto si trasforma in uno schermo su cui scorrono dei visual, che evocano l’estetica e l’energia di quegli anni. Ad arricchire lo show, l’artista – oltre a prevedere tre cambi outfit all’insegna del glamour – è accompagnata da un corpo di ballo composto da 10 performer, 6 ragazze e 4 ragazzi, le cui coreografie sono curate da Carlos Díaz Gandía, coreografo e ballerino spagnolo che ha già collaborato con Will Smith, Nathy Peluso e Mahmood.

La scaletta crea la giusta atmosfera, facendo ballare e scatenare il pubblico, in quanto mescola un solido immaginario fashion, rap, pop e trap a una scrittura sempre velata d’ironia, mantenendo uno stile internazionale. Durante la serata trovano spazio tutte le più grandi hit, che hanno reso ANNA una vera e propria icona negli ultimi anni: dall’apertura con “TT LE GIRLZ”, “Gasolina”, “30°C”, “Una tipa come me”, “BBE”, “Bando”, fino all’ultimo singolo “Désolée”. Non manca nemmeno un momento più intimo piano e voce con “DIVERSITÀ”, “3 di Cuori” e “1MOMENTO”. Il risultato è uno show che conferma quanto ANNA sappia trasformare il palco in un luogo d’incontro reale con i suoi fan, rendendo ogni performance un’esperienza da condividere. Per tutte le date del tour sarà presente un diffusore della fragranza Cotton Candy: un elemento distintivo che rende lo show il primo live in Italia a utilizzare questa essenza, studiata per offrire al pubblico un’esperienza olfattiva immersiva e davvero unica.

Il 2025 è stato un anno incredibile per Anna: ad oggi risulta tra le 20 rapper più ascoltate nel mondo su Spotify del 2025, accanto a nomi quali Doja Cat, Nicki Minaj e Cardi B. È stata premiata ai “Billboard Women in Music Awards” a marzo a Los Angeles come “Woman of the Year – Italia”, in una cerimonia che l’ha vista sul palco assieme a superstar del calibro di Doechii, Jennie delle Blackpink e Gracie Abrams. Il suo ultimo singolo “Désolée” (Platino) è risultato il brano più ascoltato dell’estate, rimanendo in vetta della classifica singoli (FIMI/NIQ) per 6 settimane.

Anna è l’artista femminile con il maggior numero di copie vendute nel 2024, secondo la classifica FIMI/NIQ. Il suo album di debutto, “Vera baddie” (certificato 4xPlatino) è stato il disco rimasto più a lungo alla prima posizione nel corso dell’anno, il terzo più venduto in assoluto e il primo tra quelli di un’artista donna. Inoltre, ANNA è l’artista femminile con più certificazioni FIMI nel 2024, con oltre 2 milioni e 500 mila copie certificate. A soli 22 anni, ANNA è ufficialmente l’artista femminile più giovane ad aver conquistato oltre 15 primi posti nella classifica singoli FIMI, dalla sua istituzione nel 1997 a oggi.

Camera ardente Vanoni, Parietti: era scomoda e affascinante

Milano, 23 nov. (askanews) – “Era una persona molto scomoda, ma sinceramente una delle persone pi interessanti, pi intelligente, pi affascinante, pi affascinante, mancher a tutti, mancher alla televisione. Lei piaceva ai giovani, lei stata fino a una settimana al lavoro, lei ha fatto la vita e anche la morte che in fondo tutti vorremmo fare, perch piena di passioni e ha lasciato la vita senza neanche rendersene conto, amandola fino in fondo, anche combattendola”. Cos Alba Parietti alla camera ardente di Ornella Vanoni, allestita al Piccolo Teatro di Milano, per rendere omaggio alla cantante scomparsa a 91 anni.

“E poi era divertentissima, ironica, straordinaria”, ha aggiunto, “una volta quando io ho avuto un incidente venuta fino a casa a portarmi una lettera. Lei poteva essere generosissima e in un secondo crudele, dirci delle cose tremende, ma era sempre vero quello che ti diceva. Era uno specchio Ornella”.

Attacco israeliano a Beirut, obiettivo un capo Hezbollah

Roma, 23 nov. (askanews) – Le Forze di Difesa israeliane hanno compiuto un attacco aereo contro un “importante” membro di Hezbollah a Beirut. Secondo i media libanesi, l’attacco ha avuto luogo nella periferia sud di Beirut, nota roccaforte di Hezbollah. L’obiettivo dell’attacco sarebbe il leader di Hezbollah Haytham Ali Tabatabai, secondo funzionari israeliani citati dal Times of Israel. Tabatabai è di fatto il capo di stato maggiore di Hezbollah ed è considerato il secondo leader del gruppo terroristico, dopo il segretario generale Naim Qassem.

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato che l’attacco aereo condotto dalle Idf ha preso di mira Ali Tabatabai. “Poco fa, le Idf hanno colpito, nel cuore di Beirut, il capo di stato maggiore di Hezbollah, che guidava gli sforzi di rafforzamento militare e di armamento dell’organizzazione”, afferma l’ufficio del primo ministro in una nota ripresa dai media israeliani.

Gli Stati Uniti non erano stati informati dell’attacco israeliano contro il capo di stato maggiore de facto di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabai, avvenuto oggi a Beirut. Lo ha riferito a Channel 12 un alto funzionario di Washington. Un secondo alto funzionario americano ha affermato che Washington sapeva già da alcuni giorni che lo stato ebraico intendeva intensificare i propri attacchi in Libano, ma “non conosceva in anticipo l’orario, il luogo o l’obiettivo dell’operazione”.

Camera ardente Vanoni, Jannacci: Ornella senza fine

Milano, 23 nov. (askanews) – “Quando l’ho saputo purtroppo ho cercato di essere vicino fino all’ultimo, ho fatto un piccolo omaggio che era quello che sentivo, la prima cosa che venuto in mente era di cantare di ‘Ma mi’. Anche se il mio padre diceva se vuoi invitare Ornella a cantare, Ornella senza fine, era poliedrica”. Cos Paolo Jannacci alla camera ardente di Ornella Vanoni, al Piccolo Teatro di Milano.

“Non perde niente Milano perch grazie a Ornella, grazie al suo lavoro e al suo modo di interpretare la vita, anche pensando agli altri e alle storie pi minime, Milano conserver sempre lo status artistico che Ornella ci ha regalato”, ha aggiunto.

Sono riusciti a scappare 50 studenti rapiti dalla scuola cattolica in Nigeria

Roma, 23 nov. (askanews) – Cinquanta studenti tra gli oltre 300 rapiti venerdì in una scuola cattolica in Nigeria sono riusciti a sfuggire ai loro rapitori. Lo ha annunciato un’organizzazione cristiana in un comunicato.

“Abbiamo ricevuto una buona notizia: 50 studenti sono riusciti a fuggire e hanno riabbracciato i loro genitori”, ha dichiarato l’Associazione cristiana della Nigeria in un comunicato, precisando che la fuga è avvenuta tra venerdì e sabato.

Uomini armati hanno attaccato all’alba di venerdì la scuola cattolica Saint Mary, situata nello Stato del Niger, nell’ovest della Nigeria, e hanno rapito 303 bambini e 12 insegnanti. Si tratta di uno dei rapimenti di massa più importanti mai commessii in Nigeria.

Questo rapimento avviene dopo che un altro gruppo di uomini armati ha preso d’assalto, lunedì, un liceo nel vicino stato di Kebbi, da dove 25 ragazze sono state sequestrate.

Questi eventi alimentano i timori sulla sicurezza nel Paese più popoloso dell’Africa e hanno portato, per precauzione, alla chiusura di numerosi istituti scolastici in tutto il Paese.

I ragazzi e le ragazze rapiti a Saint Mary, di età compresa tra gli otto e i diciotto anni, rappresentano quasi la metà dei 629 alunni dell’istituto. Il governo nigeriano non ha ancora commentato il numero di studenti e insegnanti rapiti.

“Anche se il ritorno di questi 50 bambini che sono riusciti a scappare ci porta un certo sollievo, vi esorto tutti a continuare a pregare per il salvataggio e il ritorno sani e salvi delle altre vittime”, ha dichiarato il reverendo Bulus Dauwa Yohanna, presidente della Can nello Stato del Niger e proprietario della scuola, in un comunicato.

La Nigeria resta segnata da un altro rapimento di massa, quello di quasi 300 ragazze da parte dei jihadisti di Boko Haram a Chibok, nello Stato di Borno (nord-est), più di dieci anni fa. Alcune di loro risultano ancora disperse.

La serata dei SIAE Music Awards dedicata a Ornella Vanoni

Milano, 23 nov. (askanews) – Grande successo per i SIAE MUSIC AWARDS, i premi che celebrano gli Autori e gli Editori italiani di maggior successo in Italia e all’estero. Dopo la notizia della scomparsa di Ornella Vanoni, la serata è stata ripensata e interamente dedicata alla sua memoria. In apertura, il Presidente della SIAE Salvatore Nastasi, Mogol, Mario Lavezzi e l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi, invitati sul palco da Amadeus che per il secondo anno consecutivo ha condotto i SIAE Music Awards, hanno condiviso con il pubblico un ricordo personale dell’artista, sottolineandone la straordinaria eredità artistica e umana.

Nel corso della cerimonia, ogni vincitore ha pronunciato una parola simbolica che rappresenta Ornella, trasformando l’evento in un commosso omaggio. Fiorella Mannoia, ospite d’eccezione della serata, ha interpretato alcuni brani resi celebri da Ornella Vanoni e “Terra Mia” di Pino Daniele, a cui è andato il Premio Speciale 2025. Di seguito i vincitori della terza edizione dei SIAE Music Awards: (ricordiamo che i vincitori dei SIAE Music Awards sono basati sulle rilevazioni dei consumi di musica certificati da SIAE e delle royalties distribuite e pagate nel 2025)

Miglior canzone – Locali da ballo con musica live Sinceramente Autori: Annalisa, Paolo Antonacci, Davide Simonetta, Zef Editori: Diana, Eclectic Music Publishing, Nuova Nassau, Universal Music Publishing Ricordi, Warner Chappell Music Italiana

Miglior canzone – Club Freed from desire Autori: Molella, Phil Jay, Gala (PRS) Editori: Mollyville Publishing, Wise Music Italy

Miglior canzone – Locali con musica live Albachiara Autori: Vasco Rossi Editori: Warner Chappell Music Italiana

Miglior canzone – Radio Karma Autori: Alex, Kende, Davide Petrella, Marco Salvaderi, Lorenzo Santarelli, Stash Editori: Baraonda Edizioni, Garage Days, Thaurus Publishing, The Beautiful Ones, Universal Music Publishing Ricordi

Miglior canzone italiana all’Estero I’m good (Blue) Autori: Massimo Gabutti, Jeffrey Jey, Maury, Kamille (BMI), Philip Plested (ASCAP), David Guetta (SACEM), Bebe Rexha (BMI) Editori: BMG Rights Management, DiPiù, GZ2538, Sony Music Publishing Italy, BMG Platinum Songs (BMI), Sony/ATV Music Publishing (PRS), BMG Rights Management (PRS), Kiss me if you can music (BMI), Jackback Publishing (SACEM), Hotel Cabana Limited (non amministrato)

Miglior canzone Streaming Italia Tuta Gold Autori: Jacopo Ettorre, Katoo, Mahmood Editori: Jet Music Publishing, Milotic, Universal Music Publishing Ricordi

Miglior canzone Social Italia Sinceramente Autori: Annalisa, Paolo Antonacci, Davide Simonetta, Zef Editori: Diana, Eclectic Music Publishing, Nuova Nassau, Universal Music Publishing Ricordi, Warner Chappell Music Italiana

Miglior canzone Jazz Repens Big Band Autori: Roberto Cipelli, Ettore Fioravanti, Paolo Fresu, Paolo Silvestri, Giustino Tracanna, Attilio Zanchi Editori: Tuk Music

Miglior colonna sonora – Cinema C’è ancora domani Compositori: Lele Marchitelli Editori: Flipper, Nightingale Songs & Lyrics

Top colonna sonora – Film tv Diabolik Compositori: Pivio & Aldo De Scalzi Editori: Creuza, Edizioni Curci

Miglior colonna sonora – Serie tv La lunga notte – La caduta del Duce Compositori: Carmine Padula Editori: Rai Com

Miglior colonna sonora – Film streaming C’è ancora domani Compositori: Lele Marchitelli Editori: Flipper, Nightingale Songs & Lyrics

Miglior colonna sonora – Serie streaming Mare Fuori 4 Compositori: Stefano Lentini Autori: Lolloflow, Matteo Paolillo, Raiz Editori: Rai Com, Coloora

Best Recorded Track Lunedì Autori: Ultimo Editori: Honiro Label & Publishing, Ultimo Entertainment

Miglior Canzone Live Concert (venue con più di 5.000 posti) Gli anni Autore: Max Pezzali Editore: RTI Dj’s Gang

Miglior Canzone Live Recital (venue con meno di 5.000 posti) Caruso Autori: Lucio Dalla Editori: EMI Music Publishing Italia, Universal Music Publishing Ricord

Miglior Autore Under 35 Riccardo Zanotti Premio Speciale 2025 Pino Daniele

La terza edizione della serata-evento, voluta e organizzata da SIAE e prodotta da Friends & Partners, ha arricchito il programma della MILANO MUSIC WEEK 2025, di cui SIAE è stato Promotore. SIAE con i suoi Awards celebra da tre anni la creatività con una serata speciale in cui tutta l’industria musicale italiana si riunisce per omaggiare le personalità che hanno costruito e costruiscono la storia della nostra musica.

Camera ardente Vanoni, Salvatores: ha vissuto la vita mangiandosela

Milano, 23 nov. (askanews) – “Giusto ricordarla come una di noi e come una donna che ha saputo vivere la vita mangiandosela, nel senso godendosela”. Cos il regista Gabriele Salvatores all’ingresso della camera ardente di Ornella Vanoni, scomparsa a 91 anni, allestita al Piccolo Teatro di Milano.

Persa “una voce indimenticabile, perch particolare”, “una donna importante. Quando una persona cos bella se ne va, perdiamo tutti qualcosa”, ha aggiunto.

Camera ardente Vanoni, Ambra: voce immensa che arrivava senza imporsi

Milano, 23 nov. (askanews) – Mi ha insegnato “a camminare verso me stessa, non verso gli altri, riappropriarmi del mio nome e dare un senso alla libert in un modo di ribellarmi che resti gentile, come la sua voce era immensa, per questo arrivava senza imporsi, ma ti arrivava dappertutto per quindi credo che ci siano tante cose adesso da portarsi addosso di Ornella”. Cos Ambra Angiolini alla camera ardente di Ornella Vanoni, scomparsa a 91 anni, al Piccolo Teatro di Milano.

Un aggettivo per definirla? “Impossibile – risponde credo sia ‘Ornella’ l’aggettivo”, ha aggiunto.