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lunedì, 15 Dicembre, 2025
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Italian Doc Screenings, assegnati i Doc/IT Professional Award

Roma, 15 dic. (askanews) – Grande successo per la diciannovesima edizione di IDS – Italian Doc Screenings, ideato e organizzato da Doc/it – Associazione Documentaristi Italiani, in partnership con Confartigianato e con il prezioso supporto del Ministero della Cultura, Apulia Film Commission e Regione Puglia che ha riunito a Bari dal 10 al 15 dicembre, la comunità dei documentaristi.

Si sono tenute, nell’ambito IDS – Italian Doc Screenings, le cerimonie di premiazione del DWA e dei DPA 2025. DWA – Doc/it Woman Award, istituito da Doc/it in collaborazione con Women in Film, Television & Media Italia (WIFTMI) è dedicato alle produttrici italiane per il miglior percorso di sviluppo di un progetto di documentario o serie documentaria per sostenere e valorizzare la leadership femminile nell’audiovisivo.

La giuria composta da Donatella Palermo (Produttrice cinematografica – Presidente di giuria), Domizia De Rosa (Presidente WIFTMI), Anna Negri (Regista e Sceneggiatrice), Luca Pelusi (Senior buyer per Sky Italia) Beppe Sbrocchi (Regista e sceneggiatore) ha assegnato il premio DWA – Doc/it Women Award 2025 in ex aequo alla produttrice Cosetta Lagani per il progetto Non potrò più sposarmi – La brutta storia di Palmina Martinelli – Salice Production e alla produttrice Camilla Gazzola per il progetto Reborn – Amartia Film SRL.

Non potrò più sposarmi – La brutta storia di Palmina Martinelli è ancora oggi una ferita aperta per la comunità che l’ha vissuta. Una femminicidio brutale che ha rivelato una cultura di prevaricazione maschile, sottomissione dovuta, strumentalizzazione e commercializzazione del corpo femminile trasversale a classe sociale e genere. Ma soprattutto di una giustizia volontariamente cieca, che calpesta le evidenze e che ammutolisce la voce stessa della vittima più e più volte.

Reborn ci introduce al fenomeno poco conosciuto delle bambole reborn, che raffigurano neonate e neonati dalle espressioni e caratteristiche più varie. Le storie delle protagoniste, donne di tutte le età e provenienze, ci parlano di bisogni e desideri profondi, visceralmente connessi a volontà di maternità alternative e desiderio di cura.

Un ex-aequo che deriva dall’urgenza sociale ed etica diversa, ma simile dei due progetti di lungometraggio che hanno meritato pienamente il premio. Il Doc/it Professional Award (DPA), giunto all’undicesima edizione, celebra e sostiene l’innovazione narrativa, la sperimentazione produttiva, l’internalizzazione e la sostenibilità, premiando le opere che meglio sanno raccontare il presente con autenticità e visione.

La giuria composta da Enrica Capra ( Produttrice Graffiti Film), Guido Casali (Vice Presidente Milano Film Fest), Alessandro Del Re (Senior Programming Manager per MUBI), Anastasia Plazzotta (Wanted Cinema), Angela Prudenzi (Sceneggiatrice e Produttrice) ha assegnato i seguenti premi: Doc/it Professional Award al Miglior Documentario Italiano 2025 del valore di 3000 euro, quale premio alla migliore opera che abbia adottato un approccio evoluto in termini di innovazione creativa e/o che si distingua per l’alto livello qualitativo nel panorama del documentario italiano contemporaneo indipendente a Agnus Dei di Massimiliano Camaiti, Produzione Cinemaundici.

Doc/it Professional Award Premio della Critica del valore di 1000 euro, quale premio all’opera documentaria che si distingua per approccio e linguaggio innovativi e un livello di ricerca e sperimentazione di particolare interesse a Fiume o Morte! di Igor Bezinovic, Produzione Videomante, Restart, Nosorogi. Il Presidente di Doc/it Francesco Virga e il Presidente di Confartigianato Cinema e Audiovisivo, esprimono massima soddisfazione per il gran numero di adesioni e presenze e per l’importante confronto tra i principali protagonisti indipendenti ed istituzionali della comunità produttiva e creativa del documentario italiano dalla forte proiezione internazionale.

Sparatoria alla Brown University, è stato rilasciato il sospettato

Roma, 15 dic. (askanews) – Proseguono le indagini sulla sparatoria avvenuta nel fine settimana all’interno dell’edificio di ingegneria e fisica della Brown university, a Providence (Usa), che ha causato la morte di due studenti e il ferimento di altri nove. Le autorità hanno reso noto che una persona inizialmente considerata di interesse è stata rilasciata nella tarda serata di domenica, dopo che nuovi elementi investigativi hanno indirizzato l’inchiesta in un’altra direzione. Lo riferisce il Washington Post.

Secondo quanto riferito dagli investigatori, la ricerca dell’autore o degli autori dell’attacco è ancora in corso. Le forze dell’ordine non hanno fornito ulteriori dettagli sull’identità del sospetto o sulla possibile matrice dell’azione.

La presidente della Brown University, Christina Paxson, ha confermato che tutte le vittime sono studenti dell’ateneo. Le autorità hanno precisato che non verranno diffuse informazioni identificative fino a quando tutte le famiglie non saranno formalmente informate.

Per quanto riguarda i feriti, il Rhode Island Hospital di Providence ha comunicato che, dei nove pazienti colpiti da arma da fuoco, sei si trovano in condizioni critiche ma stabili, uno è in condizioni critiche, uno è stabile e uno è già stato dimesso.

In risposta all’attacco, la Brown University ha deciso di cancellare tutte le lezioni per il resto del semestre, autorizzando gli studenti a rientrare anticipatamente a casa. Il sindaco di Providence, Brett Smiley, ha dichiarato che le autorità stanno rafforzando la presenza delle forze dell’ordine sia all’interno del campus sia nel resto della città, nel tentativo di garantire la sicurezza e rassicurare la comunità accademica e i residenti.

La presidente della Brown University, Christina Paxson, ha confermato che tutte le vittime sono studenti dell’ateneo. Le autorità hanno precisato che non verranno diffuse informazioni identificative fino a quando tutte le famiglie non saranno formalmente informate.

Per quanto riguarda i feriti, il Rhode Island Hospital di Providence ha comunicato che, dei nove pazienti colpiti da arma da fuoco, sei si trovano in condizioni critiche ma stabili, uno è in condizioni critiche, uno è stabile e uno è già stato dimesso.

In risposta all’attacco, la Brown University ha deciso di cancellare tutte le lezioni per il resto del semestre, autorizzando gli studenti a rientrare anticipatamente a casa. Il sindaco di Providence, Brett Smiley, ha dichiarato che le autorità stanno rafforzando la presenza delle forze dell’ordine sia all’interno del campus sia nel resto della città, nel tentativo di garantire la sicurezza e rassicurare la comunità accademica e i residenti.

Mattarella: situazione internazionale disorienta ma non ineluttabile

Roma, 15 dic. (askanews) – “La situazione internazionale imprevedibile – e, per qualche aspetto, sorprendente – provoca disorientamento. L’inquietudine del pessimismo che ne deriva non deve indurre a ritenere ineluttabile il processo che vede l’ordine geopolitico che avevamo contribuito a costruire mostrare crepe sempre più estese e profonde, con conflitti che credevamo consegnati per sempre alla storia riacutizzati, lambendo regioni a noi vicine”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo alla VIII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia in corso alla Farnesina.

Farnesina, Mattarella: in tempi difficili la diplomazia è preziosa

Roma, 15 dic. (askanews) – “Dicono che quelli attuali non siano tempi facili e dunque inadatti per la diplomazia: sono in errore. E’ esattamente in tempi difficili che la diplomazia si trova a dispiegare una delle sue caratteristiche più preziose: la ricerca di percorsi per uscirne e di spazi di dialogo”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo alla VIII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia in corso alla Farnesina.

“Appunto per questo nessuno immagina i diplomatici come meri portatori di ordini ma sperimentati professionisti capaci di elaborare soluzioni alternative sulla base delle scelte delle nostre libere istituzioni”, ha aggiunto.

Farnesina, Mattarella: in tempi difficili la diplomazia è preziosa

Roma, 15 dic. (askanews) – “Dicono che quelli attuali non siano tempi facili e dunque inadatti per la diplomazia: sono in errore. E’ esattamente in tempi difficili che la diplomazia si trova a dispiegare una delle sue caratteristiche più preziose: la ricerca di percorsi per uscirne e di spazi di dialogo”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo alla VIII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia in corso alla Farnesina. “Appunto per questo nessuno immagina i diplomatici come meri portatori di ordini ma sperimentati professionisti capaci di elaborare soluzioni alternative sulla base delle scelte delle nostre libere istituzioni”, ha aggiunto.

“La situazione internazionale imprevedibile – e, per qualche aspetto, sorprendente – provoca disorientamento. L’inquietudine del pessimismo che ne deriva non deve indurre a ritenere ineluttabile il processo che vede l’ordine geopolitico che avevamo contribuito a costruire mostrare crepe sempre più estese e profonde, con conflitti che credevamo consegnati per sempre alla storia riacutizzati, lambendo regioni a noi vicine”, ha anche detto il presidente.

Che ha aggiunto: “Appare, a dir poco, singolare che, mentre si affacciano, in ambito internazionale, esperienze dirette a unire Stati e a coordinarne le aspirazioni e le attività, si assista a una disordinata e ingiustificata aggressione nei confronti della Unione Europea, alterando la verità e presentandola anziché come una delle esperienze storiche di successo per la democrazia e i diritti, sviluppatasi anche con la condivisione e l’apprezzamento dell’intero Occidente, come una organizzazione oppressiva se non addirittura nemica della libertà”.

In Cile c’è un presidente di estrema destra

Roma, 15 dic. (askanews) – Il candidato dell’ultradestra José Antonio Kast, leader del Partido Republicano, è stato eletto nuovo presidente del Cile, conquistando una vittoria ormai considerata irreversibile sulla candidata del centrosinistra Jeannette Jara, sostenuta dalla coalizione Unidad por Chile. Lo indicano i risultati preliminari diffusi dal Servizio elettorale cileno (Servel).

I seggi elettorali in Cile hanno chiuso alle 18:00 ora locale, le 22:00 italiane di ieri, al termine del ballottaggio presidenziale che ha visto contrapposti Kast e Jara in una consultazione segnata da una forte polarizzazione politica.

José Antonio Kast entrerà ufficialmente in carica l’11 marzo 2026 e guiderà il Paese per un mandato di quattro anni.

Spazio, Urso: grande sfida per il nostro Paese, ruolo chiave su Esa

Roma, 15 dic. (askanews) – “L’Italia è sempre stata una grande potenza dello spazio e da sempre ha indicato all’umanità la strada del futuro” e il suo coinvolgimento primario nell’Agenzia spaziale europea “è una grande sfida per il nostro Paese, perché ha assunto l’onere e l’onore di guidare la ministeriale dell’Agenzia per i prossimi tre anni”. Lo ha rilevato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso intervenendo ad una conferenza sullo spazio alla Camera dei deputati.

“Sono stati raggiunti tutti gli obiettivi che ci proponevano e ci consentono di avere ricadute importanti e significative nel nostro tessuto industriale, che tra l’altro – ha rivendicato – è tra i migliori come capacità di utilizzo delle risorse in Europa dell’Agenzia spaziale europea”.

“Non solo c’è stata affidata la presidenza della ministeriale per i prossimi tre anni, tra cui il compito di stabilire una conferenza ministeriale unitaria per cui dovremo scegliere una sede particolarmente significativa per l’industria spaziale. Ma nel contempo – ha rilevato Urso – la conferenza ministeriale si è conclusa con l’annuncio da parte del direttore generale” che nei prossimi programmi Artemis (per la Luna) “ci saranno tre astronauti europei, un tedesco, un francese e un italiano”.

Quindi “un astronauta italiano andrà sulla luna per iniziare con altri la colonizzazione dello spazio che noi speriamo serva a tutti, speriamo che serva all’umanità. Speriamo che la colonizzazione dello spazio serva alla crescita civile, evitando tentazioni di qualcuno di farne un luogo di conflitto”. Perché esiste il rischio di “conflitto nello spazio” ed è anche “possibile il conflitto dallo spazio sulla terra purtroppo”, ha rilevato il ministro.

Bankitalia: a ottobre nuovo record debito pubblico a 3.131,7 mld

Roma, 15 dic. (askanews) – Con un aumento da 50,7 miliardi rispetto al mese precedente, a ottobre il debito delle Amministrazioni pubbliche in Italia ha toccato un nuovo primato storico a 3.131,7 miliardi. Lo riporta la Banca d’Italia con la statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”.

Sempre ad ottobre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 43,4 miliardi, in aumento del 2,5 per cento (1 miliardo) rispetto allo stesso mese del 2024. Nei primi dieci mesi del 2025 le entrate tributarie sono state pari a 462,2 miliardi,in aumento del 2,1 per cento (9,7 miliardi).

L’incremento di ottobre, precisa Bankitalia, riflette la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro, il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (18,8 miliardi) e l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,1 miliardi). La vita media residua del debito si è limata a 7,8 anni.

La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia ha continuato a diminuire, collocandosi al 18,8 per cento (dal 19,1 del mese precedente), mentre a settembre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti era aumentata al 33,9 per cento, dal 33,7 per cento del mese precedente. La quota di debito detenuta dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) era diminuita al 14,2 per cento (dal 14,4 per cento).

Uccisi in casa Rob Reiner (regista di Harry ti presento Sally) e la moglie, sospetti sul figlio

Roma, 15 dic. (askanews) – Il regista e attore hollywoodiano Rob Reiner e la moglie, Michele Singer Reiner, sono stati trovati morti nella loro abitazione di Los Angeles. Lo riferisce la rivista People, citando diverse fonti vicine alle indagini.

Nella serata di domenica, i vigili del fuoco di Los Angeles hanno comunicato di essere intervenuti nella casa di Reiner dopo una richiesta di assistenza medica, dove hanno rinvenuto i corpi senza vita di due persone. Le autorità hanno classificato i decessi come un omicidio. Secondo quanto riportato dal portale TMZ, entrambe le vittime presentavano ferite da taglio compatibili con coltellate.

Fonti citate da People indicano che il principale sospettato dell’uccisione sarebbe il figlio della coppia, Nick Reiner, che avrebbe alle spalle una lunga storia di abuso di droghe. Al momento, le forze dell’ordine non hanno fornito conferme ufficiali sull’evoluzione dell’inchiesta né su eventuali arresti.

Rob Reiner ha iniziato la sua carriera da regista negli anni Sessanta ed è stato autore di film di grande successo, tra cui “Codice d’onore” del 1992, “Non è mai troppo tardi” del 2007 e “Harry ti presento Sally”. Nel 2013 ha inoltre recitato nel ruolo del padre del protagonista in The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese.

Kallas: dopo il Donbass Putin vorrà l’intera Ucraina

Roma, 15 dic. (askanews) – La conquista del Donbass non sarebbe il punto di arrivo delle ambizioni russe in Ucraina, ma solo una tappa intermedia. A lanciare l’allarme è l’Alta rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, Kaja Kallas, che ha parlatop a Bruxelles arrivando al Consiglio Affari esteri.

“Dobbiamo capire che se Putin ottiene il Donbass, allora la fortezza è abbattuta”, ha affermato Kallas, mettendo in guardia da una lettura riduttiva del conflitto.

Secondo l’ex premier estone, il controllo delle regioni orientali di Donetsk e Luhansk aprirebbe la strada a obiettivi ben più ampi: “A quel punto si andrà sicuramente avanti per prendere tutta l’Ucraina”.

Kallas ha insistito sul fatto che la posta in gioco non riguarda soltanto Kiev. “Se cade l’Ucraina, allora anche altre regioni sono in pericolo”, ha avvertito, sottolineando le ricadute dirette sulla sicurezza europea.

Mattarella: il servizio civile è cittadinanza attiva, estendere l’accesso

Roma, 15 dic. (askanews) – “I volontari che partecipano al Servizio civile universale rappresentano un positivo esempio di cittadinanza attiva e l’accesso a esso merita di essere esteso”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata nazionale del servizio civile universale.

“La loro dedizione è una preziosa risorsa che concorre alla difesa non armata della Patria, alla promozione della pace, al rafforzamento della cooperazione tra popoli e nazioni e all’attuazione dei principi fondamentali della Costituzione, mediante attività volte alla realizzazione del bene comune – ha sottolineato il presidente -. Il Servizio civile è occasione preziosa di arricchimento morale e crescita personale che impatta positivamente sulla collettività, contribuendo al consolidamento del senso civico, presupposto essenziale per la costruzione di una società più coesa ed equa”.

“Nella Giornata nazionale del servizio civile universale, la Repubblica esprime gratitudine ai giovani che scelgono di mettere la loro opera a disposizione della comunità e apprezzamento per gli enti la cui attività rende possibile l’attuazione dei progetti”, ha concluso.

Strage a Bondi Beach, trovate bandiere dell’Isis nell’auto degli attentatori

Roma, 15 dic. (askanews) – Due bandiere dell’Isis sono state trovate nel veicolo di uno degli attentatori nei pressi del luogo della strage di Bondi Beach, a Sidney, un elemento che rafforza in modo significativo l’ipotesi di una matrice jihadista dell’attacco. A riferirlo è ABC Australia, citando fonti della sicurezza. Secondo l’emittente, uno degli aggressori era già noto ai servizi di sicurezza australiani, che lo avevano monitorato nel 2019 per i suoi legami con ambienti riconducibili allo Stato islamico.

Risultati serie A, questa sera si chiude con Roma-Como

Roma, 15 dic. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Bologna-Juventus 1-2:

Quindicesima giornata: Lecce-Pisa 1-0, Torino-Cremonese 1-0, Parma-Lazio 0-1, Atalanta-Cagliari 2-1, Milan-Sassuolo 2-2, Fiorentina-Verona 1-2, Udinese-Napoli 1-0, Genoa-Inter 1-2, Bologna-Juventus 1-2, lunedì 15 dicembre ore 20.45 Roma-Como.

Classifica: Inter 33, Milan 32, Napoli 31, Roma 27, Juventus 26 Bologna 25, Como 24, Lazio 22, Sassuolo, Udinese 21, Cremonese 20, Atalanta 19, Torino 17, Lecce 16, Cagliari, Genoa, Parma 14, Verona 12, Pisa 10, Fiorentina 6.

Sedicesima giornata: sabato 20 dicembre ore 18 Lazio-Cremonese, ore 20.45 Juventus-Roma, domenica 21 dicembre ore 12.30 Cagliari-Pisa, ore 15 Sassuolo-Torino, ore 18 Fiorentina-Udinese, ore 20.45 Genoa-Atalanta, mercoledì 14 gennaio ore 18.30 Napoli-Parma, ore 20.45 Inter-Lecce, giovedì 15 gennaio ore 18.30 Verona-Bologna, ore 20.45 Como-Milan.

La solitudine del comando, specchio di società infragilite

Il leader, ovvero la solitudine del potere

È vero. Ritorno spesso con i miei appunti sul leader. Sulla leadership. Sulla “leaderpatia”. Sulle manie diffuse di comandare, e sulla voglia di diventare leader ed esercitare potere a tutti i costi. Pur non avendo dimenticato che la democrazia dei partiti politici ha bisogno, oltre che di regole, di qualcuno che piloti la sua macchina partecipativa e rappresentativa, il fatto per me sorprendentemente nuovo è che, nell’ultimo trentennio, non ho visto soltanto la comparsa nel mondo di un leaderismo solitario, cesarista, autocratico e tragico, capitalista o neozarista che sia.

Ma soprattutto in Italia ho notato un fiorire incredibile di partiti e partitini personali, spesso con poco seguito elettorale, ma sempre prigionieri di una sorta di individualismo politico, che consiglia di camminare da soli e mai di unirsi agli altri su alcuni valori democratici e sociali di base. Un modello di autonomia e di sovranismo partitico isolato, inutile e fuori dalla storia, ma ancora presente anche fra gli Stati europei, che evitano un’Europa politica federata e unita proprio nel momento in cui essa viene attaccata e delegittimata dai tycoon nuovi ricchi con i loro amici 2.0 e dai neozaristi del mondo, portatori di ambizioni imperiali ed espansionistiche, spesso convinti di essere stati selezionati dal Signore.

 

L’effetto proliferazione

Ricordo che nelle ultime elezioni politiche italiane sono stati presentati ben 101 contrassegni fra partiti e liste civiche; ne sono stati ammessi 75; e ne sono comparsi circa 27 — da soli o coalizzati — sulla scheda elettorale. Un fiorire di partiti personali con 101 leader autoproclamatisi in solitudine, che hanno prodotto, oltre alla crisi del leader in carne e ossa e del partito in formato analogico, anche la crisi del partito politico solido degli iscritti e dei simpatizzanti.

È così comparso il partito liquido digitale da remoto, il leader con i suoi follower, la frammentazione dell’offerta e della rappresentanza. Un processo che ha generato confusione nell’elettorato e che, secondo alcuni studiosi, ha contribuito a creare le premesse dell’assenteismo che oggi registriamo.

Il momento carismatico nella riflessione di Weber e Ferrarotti

Ciò che da sempre mi fa pensare è l’assenza di veri e approfonditi studi sui profili psicologici dei leader del Terzo Millennio. Studi sui caratteri, quasi del tutto assenti nel dibattito pubblico su capi partito, premier o presidenti, tycoon palazzinari o imperatori neozaristi che siano. Alle loro spalle sembra spirare un certo senso religioso protestante di predestinazione alla ricchezza, al potere e all’espansione imperiale, per grazia divina ricevuta e perché selezionati da Dio.

Un’etica calvinista, tutta concentrata sull’individuo in rapporto diretto con Dio, senza chiesa né sacerdoti di mezzo, come ci ha spiegato Max Weber e come ha ricordato con grande chiarezza Franco Ferrarotti in un suo libro ormai classico. Studi che dovrebbero interrogarsi sul ruolo relazionale e comunitario che questi leader dovrebbero esercitare in una democrazia, sulle modalità della loro selezione e, soprattutto, sulle loro caratteristiche psicologiche e culturali, spesso discutibili quando non pericolose e tragiche, come quelle che oggi osserviamo nel mondo.

Cosa si nasconde e cosa c’è dietro

Indagare sul perché e con quali scopi, reconditi o palesi, un uomo si offra alla politica e scenda nell’agone della dialettica partitica non è un peccato. È anzi necessario conoscere in quale sfera del pre-politico egli abbia attinto le idee dei propri convincimenti, dei comportamenti, del linguaggio e delle posture.

Per questi scopi non bastano il titolo di studio, i libri pubblicati o il curriculum da attivista. Servirebbe un vero e proprio test attitudinale. Studi oggi assenti, ma utili alla democrazia politica partecipata, se ancora ci crediamo e se non vogliamo delegare tutto al leader autocrate di turno, con lo sguardo rivolto alla Roma dei Cesari e noi relegati in casa, lontani dai seggi, in pantofole e con il cellulare in mano.

Elly Ghostbuster, ora “acchiappa” l’immagine della democristiana Anselmi

Una scelta che divide e interroga

Dedicare la tessera del Pd di Elly Schlein — ripeto, del Pd di Elly Schlein — a Tina Anselmi è una scelta che si presta a svariate interpretazioni. Dalla bestemmia laica a un atto politicamente blasfemo, da una appropriazione indebita a una sorta di barzelletta.

Sia chiaro: nulla di personale e men che meno riconducibile a una polemica politica preconcetta e pregiudiziale. Ma, francamente, un partito che da alcuni anni — sotto questa precisa gestione — è l’espressione plastica, e del tutto legittima, di una sinistra radicale, massimalista, movimentista e libertaria, è quanto di più esterno ed estraneo possa essere riconducibile, anche solo vagamente, alla cultura, alla tradizione, al pensiero, al progetto e alla stessa prassi del cattolicesimo politico italiano. Sia nella sua versione democratica che popolare e sociale.

Una distanza culturale evidente

Certo, la Schlein non potrebbe mai mettere sullo sfondo della tessera del Pd i leader storici della sinistra sociale come Carlo Donat-Cattin e tantomeno Franco Marini. Anche perché la notorietà della Schlein inizia proprio con il pubblico festeggiamento per la bocciatura di Marini a Capo dello Stato per mano dei franchi tiratori del Pd guidato saldamente da Bersani e, il giorno dopo, con l’organizzazione del famoso movimento “Occupy Pd” per la bocciatura del suo leader e candidato al Quirinale di allora, Romano Prodi.

Ma anche Tina Anselmi è quasi antropologicamente alternativa rispetto al progetto politico e, soprattutto, alla cultura politica e ai valori incarnati dalla leader del neo-movimento studentesco che si chiama Pd.

Salvaguardare una tradizione

Ora, e nel pieno rispetto di intestare la tessera del proprio partito a chicchessia, credo sia importante — per chi non si rassegna a vedere sfregiati il magistero politico, culturale e istituzionale dei grandi leader e statisti della storia e della tradizione democratico-cristiana — continuare a salvaguardare il profilo di quei “giganti” riconducibili al pensiero del cattolicesimo politico italiano.

Forse è anche arrivato il momento di dire e affermare una banale verità: non trasformiamo i grandi e storici punti di riferimento della tradizione del cattolicesimo democratico, popolare e sociale del nostro Paese in specchietti per le allodole o in slogan volgarmente propagandistici di partiti esterni ed estranei a quella cultura.

Una questione di onestà intellettuale

Soprattutto quando vengono strumentalizzati da partiti, movimenti e leader politici che ne sono drasticamente, oggettivamente e legittimamente alternativi. È un fatto di onestà intellettuale prima ancora che di valutazione o di opportunità politica. È bene, però, che qualcuno lo dica anche alla movimentista, radicale, massimalista e libertaria Elly Schlein.

Cambio d’epoca, ora Taiwan teme Trump

Linquietudine di Taipei

A Taipei la preoccupazione è alle stelle. Il presidente Lai Ching-te e i suoi ministri stanno osservando sempre più inquieti l’atteggiamento ostile di Donald Trump nei confronti degli alleati europei e, di converso, assai disponibile verso la Russia. Così, quando il vanitoso capo della Casa Bianca ha annunciato tramite il suo social Truth il contenuto positivo della sua telefonata a Xi Jinping e il suo prossimo viaggio in Cina fra qualche mese, un brivido è corso lungo la schiena di Lai e dei dirigenti politici dell’isola. Il timore di trovarsi in una posizione simile a quella dell’Europa è reale.

Sembra tutto assurdo, quasi impossibile.

Dal pivot to Asia” allincertezza strategica

Non solo Obama, con il suo “pivot to Asia” — o meglio, “to East Asia” — ma anche Trump durante il suo primo mandato: la priorità assegnata alla difesa degli interessi americani nel Pacifico era la ragione principale che giustificava la richiesta agli europei di una maggiore partecipazione finanziaria ai costi dell’Alleanza Atlantica. Il vero competitor mondiale degli Stati Uniti era ormai chiaramente il Dragone cinese, e l’avvertimento a Pechino era netto: una possibile azione ostile verso Taipei avrebbe trasformato la Cina in un nemico diretto di Washington, con conseguenze inevitabili.

Per questo, alla rielezione del tycoon newyorkese, il mondo politico taiwanese aveva persino festeggiato. Anche perché — conoscendo l’attitudine affaristica di Trump — Taipei si riteneva protetta da quello che viene definito lo “scudo al silicio”: il ruolo centrale di Taiwan, e in particolare della Tsmc, nella produzione dei semiconduttori indispensabili all’industria dell’intelligenza artificiale statunitense.

Dazi, chip e pressioni militari

E invece. Nel giro di pochi mesi, il governo taiwanese si è trovato a subire l’incremento dei dazi commerciali, la richiesta di aumentare drasticamente le spese per la difesa — fino a un impressionante 10% del PIL — e, in pieno stile trumpiano, l’ulteriore richiesta-imposizione di trasferire negli Stati Uniti una parte significativa della produzione di chip oggi realizzata da Tsmc, leader mondiale del settore.

Se a questo si aggiunge il tono prevalente dell’Amministrazione USA, guidata dall’ideologia nazionalista MAGA, e la sensazione che Trump apprezzi più gli autocrati forti che le democrazie fragili, il timore prende forma: come accaduto con Putin, il desiderio di compiacere Xi — politico di scuola comunista, abile, freddo e spietato — potrebbe indurre il presidente americano a ridurre l’impegno per la difesa di Taiwan.

Lombra di Pechino e il fattore tempo

Esattamente come avvenuto per l’Ucraina. Una prospettiva che appare in netta contraddizione con l’obiettivo più volte dichiarato di mantenere il dominio americano nel Pacifico, di cui il Mar Cinese Meridionale è parte integrante. Al momento tutto questo resta un timore, una preoccupazione. Nessuno crede davvero che Washington possa abbandonare Taipei lasciando campo libero a Pechino. Ma non c’è più, allo stesso tempo, la certezza di un tempo. E le vicende europee hanno rafforzato questa sensazione.

Per questo Lai ha optato per un consistente aumento della spesa militare, comprensivo anche di un sofisticato nuovo sistema di difesa aerea, pensato per scoraggiare Xi dall’attuazione dei piani d’invasione dell’isola, che certamente sono già pronti. Con la consapevolezza, tuttavia, che se dovesse venir meno la protezione americana, l’obiettivo dichiarato dei cinesi continentali — il “ricongiungimento” entro il centenario della Repubblica Popolare, nel 2049 — potrebbe essere raggiunto molto prima.

Roma, il silenzio del Pd sull’ultima vicenda di presunta “corruzione stradale”

Nel Pd si fatica a focalizzare la questione di un lento e preoccupante deterioramento dell’immagine pubblica della Capitale, legato a vere o presunte vicende di corruzione. Il partito che governa Roma e la Regione, potendo peraltro contare su un controllo blando da parte dell’opposizione di destra, scivola sulle cronache più insidiose senza avviare una riflessione politica nel merito. Eppure, quando si parla di finanziamenti illeciti alle campagne elettorali, si tocca un punto particolarmente sensibile, soprattutto se ad essere chiamato in causa in sede processuale è il vertice regionale del partito.

Le dichiarazioni di Pellegrini e le risposte politiche

Veniamo ai fatti. Ieri haanno trovato ampio spazio anche su “Repubblica” e “Corriere della Sera” le dichiarazioni rese ai magistrati da Mirko Pellegrini, l’imprenditore noto come “Mister Asfalto”, arrestato per corruzione, turbativa d’asta e finanziamento illecito. Secondo quanto emerge dai verbali, Pellegrini avrebbe cercato referenti politici nel Pd per consolidare la propria attività nel settore degli appalti stradali romani. Afferma di aver versato 300 mila euro al senatore Bruno Astorre, segretario regionale del partito, precisando che, «dopo i finanziamenti consegnati a Astorre, non ho dato ulteriori soldi ad altri politici». Nel novembre 2024 scattano le perquisizioni e l’inchiesta diventa di dominio pubblico.

Pellegrini riferisce di aver tentato di avvicinare figure considerate influenti in Campidoglio, come Goffredo Bettini e Claudio Mancini. Non riuscendo ad incontrare il primo, avrebbe cercato un contatto con Claudio Mancini. A fare da intermediario sarebbe stato Gianluca Benedetti, viterbese, legato al consigliere regionale Pd Enrico Panunzi (molto influente all’epoca della Presidenza Zingaretti). Secondo l’imprenditore, gli incontri con Mancini sarebbero stati due, uno dei quali occasionale. Mancini, non indagato, respinge la ricostruzione e chiarisce di non aver mai avuto rapporti con Pellegrini, avendolo solo incrociato una volta in un ristorante romano.

 

Gli aspetti amministrativi della questione

L’indagine risulta ora chiusa; le difese possono presentare memorie o chiedere interrogatori. Ma qual è il quadro, al di là degli aspetti processuali? Negli ultimi anni il Campidoglio ha operato prevalentemente attraverso appalti stradali suddivisi in lotti territoriali, affidando la manutenzione con accordi quadro pluriennali a più operatori, spesso su base municipale. Era stata discussa anche l’ipotesi di un grande appalto unico per l’intera città, ritenuto più adatto ai grandi gruppi infrastrutturali, ma tale opzione non si è tradotta in scelte formali. È rimasto dunque il modello della pluralità di affidamenti, con l’obiettivo dichiarato di favorire concorrenza e rapidità degli interventi.

E la politica? Perché il Pd non apre una riflessione seria?

Vedremo come si concluderà il processo. Resta però una domanda eminentemente politica, ovvero se il silenzio del Pd su tali vicende, destinate a incidere con il loro clamore mediatico sulla realtà della politica nel suo complesso, rafforzi la sua credibilità o non finisca invece per indebolirla agli occhi di un’opinione pubblica sempre più disorientata. Non dovrebbe stupire, allora, se a queste forme di chiusura corrisponda una crescente disaffezione elettorale, fino alla rinuncia al voto. L’astensionismo non è figlio del caso.

"Brava Italia": l’elogio della direttrice del Fondo monetario al Tg1

Roma, 14 dic. (askanews) – “L’Italia è una ancora di stabilità in Europa. Negli ultimi due anni ha raggiunto risultati che vanno oltre le previsioni, soprattutto nella riduzione del deficit e ora i mercati guardano all’Italia in modo diverso. E questo comporta molti vantaggi per il vostro Paese, per esempio state pagando meno interessi sul debito”. Parola della direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Gerogieva intervistata dal Tg1.

Quando il Fmi definisce “resiliente” l’economia dell’Italia “significa che in un’epoca di grandi cambiamenti, l’economia italiana continua ad ottenere buoni risultati – spiega l’economista bulgara -. Ma ora l’italiana deve crescere di più, deve investire sulla formazione, sul lavoro”, per dare di più possibilità ai giovani. “Quindi: brava Italia, ma pedalare!”, ha detto in italiano.

E sul recente riconoscimento dell’Unesco alla Cucina italiana: “Il cibo italiano è cultura, è identità ed è anche un grande valore economico per il vostro Paese, sia per il turismo – ha affermato – sia per le vostre esportazioni. A me piace molto il cibo italiano e mi piace anche cucinare italiano”.

E, di nuovo in italiano, la direttrice del Fmi ha concluso: “Ti amo Italia!”.

Risultati serie A: L’Inter balza in testa da sola

Roma, 14 dic. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Genoa-Inter 1-2:

Quindicesima giornata: Lecce-Pisa 1-0, Torino-Cremonese 1-0, Parma-Lazio 0-1, Atalanta-Cagliari 2-1, Milan-Sassuolo 2-2, Fiorentina-Verona 1-2, Udinese-Napoli 1-0, Genoa-Inter 1-2, ore 20.45 Bologna-Juventus, lunedì 15 dicembre ore 20.45 Roma-Como.

Classifica: Inter 33, Milan 32, Napoli 31, Roma 27, Bologna 25, Como 24, Juventus 23, Lazio 22, Sassuolo, Udinese 21, Cremonese 20, Atalanta 19, Torino 17, Lecce 16, Cagliari, Genoa, Parma 14, Verona 12, Pisa 10, Fiorentina 6.

Sedicesima giornata: sabato 20 dicembre ore 18 Lazio-Cremonese, ore 20.45 Juventus-Roma, domenica 21 dicembre ore 12.30 Cagliari-Pisa, ore 15 Sassuolo-Torino, ore 18 Fiorentina-Udinese, ore 20.45 Genoa-Atalanta, mercoledì 14 gennaio ore 18.30 Napoli-Parma, ore 20.45 Inter-Lecce, giovedì 15 gennaio ore 18.30 Verona-Bologna, ore 20.45 Como-Milan.

Allerta su sostanze letali in prodotti venduti come cannabis "light"

Roma, 14 dic. (askanews) – Il Sistema Nazionale di Allerta Rapida per le Droghe, del Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha diffuso un’allerta ai centri collaborativi del Sistema. Riguarda “un grave episodio, avvenuto nei giorni scorsi, legato al consumo di prodotti contenenti cannabis a basso contenuto di THC (c.d. cannabis “light”) e un pericoloso cannabinoide sintetico denominato MDMB-PINACA”.

L’MDMB-PINACA, riporta un comunicato sul portale della Presidenza del Consiglio “la cui potenza è molto superiore a quella del THC, causa effetti imprevedibili, pericolosi, gravi e letali tra cui confusione, allucinazioni, vomito, perdita di coscienza e sedazione profonda. In Europa sono già stati segnalati casi di intossicazione grave e letale e, di recente, un decesso per suicidio avvenuto in Italia è stato collegato al consumo di prodotti contenenti questa sostanza”.

“L’MDMB-PINACA – si legge – può essere presente in infiorescenze, resine o prodotti venduti come cannabis “light” e non è possibile riconoscerne la presenza a vista. Il Sistema Nazionale di Allerta Rapida per le Droghe monitora la situazione al fine di scongiurare ulteriori eventi pericolosi e in caso di sospetta intossicazione ed effetti avversi è operativo h 24 il Centro Antiveleni di Pavia”.

Australia, dura condanna di Mattarella: "Ignobili atti di terrorismo"

Roma, 14 dic. (askanews) – “Quali che siano le causali e le responsabilità di questo vile attentato, rinnovo le più dure espressioni di condanna contro gli ignobili atti di terrorismo, le ripugnanti manifestazioni e forme di antisemitismo, ogni espressione di fanatica violenza alimentata da odio etnico o religioso”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in un messaggio indirizzato a Sam Mostyn, Governatore Generale del Commonwealth d’Australia riguardo ai fatto di Bondi Beach, a Sydnay.

“Ho appreso con sgomento le tragiche notizie riguardanti la sparatoria presso la spiaggia di Bondi a Sydney. In questi momenti di profonda tristezza, a nome della Repubblica Italiana, desidero esprimere sentite condoglianze e massima vicinanza alle famiglie delle vittime. Il pensiero di tutti gli italiani, e mio personale – dice Mattarella – è altresì rivolto ai feriti, ai quali auguro un pronto e pieno ristabilimento”.

Risultati serie A: Napoli ko, Milan solo in testa

Roma, 14 dic. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Udinese-Napoli 1-0, Fiorentina-Verona 1-2:

Quindicesima giornata: Lecce-Pisa 1-0, Torino-Cremonese 1-0, Parma-Lazio 0-1, Atalanta-Cagliari 2-1, Milan-Sassuolo 2-2, Fiorentina-Verona 1-2, Udinese-Napoli 1-0, ore 18 Genoa-Inter, ore 20.45 Bologna-Juventus, lunedì 15 dicembre ore 20.45 Roma-Como.

Classifica: Milan 32, Napoli 31, Inter 30, Roma 27, Bologna 25, Como 24, Juventus 23, Lazio 22, Sassuolo, Udinese 21, Cremonese 20, Atalanta 19, Torino 17, Lecce 16, Cagliari, Genoa, Parma 14, Verona 12, Pisa 10, Fiorentina 6.

Sedicesima giornata: sabato 20 dicembre ore 18 Lazio-Cremonese, ore 20.45 Juventus-Roma, domenica 21 dicembre ore 12.30 Cagliari-Pisa, ore 15 Sassuolo-Torino, ore 18 Fiorentina-Udinese, ore 20.45 Genoa-Atalanta, mercoledì 14 gennaio ore 18.30 Napoli-Parma, ore 20.45 Inter-Lecce, giovedì 15 gennaio ore 18.30 Verona-Bologna, ore 20.45 Como-Milan.

Meloni dal palco di Atreju attacca la sinistra "al kebab": Schlein scappa, ho riunito io il campo largo

Roma, 14 dic. (askanews) – Questa volta nessuna citazione dell’amato Signore degli anelli, al posto di Tolkien c’è Blaise Pascal e il suo cuore che ha “ragioni che la ragione non conosce”. Per il resto il repertorio identitario c’è tutto, come ogni volta che Giorgia Meloni chiude la festa di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia arrivata alla sua ventisettesima edizione, “la più lunga di sempre”, durata ben nove giorni nei giardini di Castel Sant’Angelo. La presidente del Consiglio invita i suoi militanti a “non smettere di ricordare” da dove vengono, a essere “scintilla” da portare “di cuore in cuore, di città in città, fino a farla divampare ovunque” per non limitarsi a raccontare la storia ma poterla scrivere.

Rispetto ad altri discorsi, anche vicini nel tempo, è il tono usato nei confronti dell’opposizione a cambiare, a farsi più ironico e sprezzante. Nell’intervento di poco più di due mesi fa alla festa di Gioventù nazionale, quando l’uccisione dell’ideologo Maga Charlie Kirk era ancora recente, la premier aveva costruito una narrazione basata sulla contrapposizione tra “noi” e “loro”, tra chi, da una parte, agisce mosso dall’amore e rispetta chi la pensa diversamente e chi, dall’altra, alimenta il clima d’odio e demonizza l’avversario.

Di simile c’è la modalità da campagna elettorale in vista delle elezioni Politiche del 2027 che Giorgia Meloni ha già adottato. Nel discorso non mancano i riferimenti ai risultati di questi tre anni di governo, alla riforme fatte e a quelle ancora da fare. La presidente del Consiglio, per esempio, torna a parlare dell’importanza del premierato – pur fermo da mesi in commissione alla Camera – e invita nuovamente a votare sì al referendum per la separazione delle carriere che, ribadisce, non ha a che fare con il giudizio sull’esecutivo che rimarrà “in carica fino alla fine della legislatura” ma che serve a fare in modo che “non ci debba più essere una vergogna come quella di Garlasco”.

Il cuore dell’intervento, però, sta soprattutto negli attacchi buttati qui è lì nei confronti della sinistra. In modo particolare di Elly Schlein, che alla fine (a differenza degli altri leader di opposizione) ha deciso di non partecipare ai dibattiti organizzati durante la kermesse. “Questo – afferma – è il luogo in cui il valore delle persone si misura solo su contenuti e chi scappa dimostra di non avere quei contenuti”. Una decisione, quella della segretaria del Pd, per la quale Meloni ironicamente la ringrazia perché “con il suo nannimorettiano ‘mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo per niente’, ha comunque fatto parlare di noi”.

Altra frecciata: “La cosa divertente – incalza – è che il presunto campo largo l’abbiamo riunito noi Atreju e l’unica che non si è presentata è quella che dovrebbe federarli. Contenti loro”. D’altra parte, la premier, descrive la sinistra come amante delle ammucchiate. Lo spunto è un articolo di Repubblica di dieci giorni fa dal titolo ‘Atreju: avanti c’è posto’. Le ammucchiate – afferma Meloni – non sono quelle che si fanno alla kermesse di Fdi ma “sono quelle che la sinistra ha fatto per anni in Parlamento e tenta ancora oggi di replicare pur di gestire il potere”. Di più, la premier spiega che alla fine con questo atteggiamento la sinistra finisce per fare il re Mida al contrario. “La buona notizia è che ogni volta che loro parlano male di qualcosa, va benissimo”, “si portano da soli una sfiga che manco quando te capita la carta del della pagoda al mercante in fiera”.

Un tono irridente che si ripete anche quando la presidente del Consiglio ricorda il riconoscimento che la cucina italiana ha ottenuto dall’Unesco martedì scorso e per la quale, afferma, la sinistra non è riuscita a gioire. “Hanno rosicato così tanto che è una settimana che mangiano tutti dal kebabbaro. Roba da matti”.

Sparatoria alla Brown University di Providence, si cerca il killer

Roma, 14 dic. (askanews) – Tutte le persone uccise o ferite nella sparatoria di sabato alla Brown University, a Providence, nello Stato americano del Rhode Island, erano studenti: lo ha dichiarato la presidente Christina H. Paxson in un’e-mail alla comunità, definendola una “giornata incredibilmente tragica”. Lo scrive Cnn.

Sono in corso, inoltre, le ricerche del sospettato della sparatoria alla Brown University, in cui due studenti sono morti e altri 9 sono rimasti feriti. “La polizia di Providence ha comunicato che il nostro campus deve rimanere in isolamento”, ha aggiunto, perché è una scena sottoposta a indagine e perché “la priorità è garantire la sicurezza di tutti”.

Paxson ha anche fornito un aggiornamento sui feriti – aggiunge Cnn – uno di loro è stato curato e dimesso dall’ospedale. Per quanto riguarda gli studenti ancora ricoverati, sei sono in condizioni critiche ma stabili, uno in condizioni critiche e uno in condizioni stabili.

Atletica, Battocletti campionessa europea del cross

Roma, 14 dic. (askanews) – Oro e ancora oro. L’Italia vince due volte agli Europei di cross di Lagoa, in Portogallo, con una doppia conferma dei successi dell’anno scorso. Nadia Battocletti è regina per la seconda volta di fila, padrona della gara senior, e diventano sei i titoli in carriera nella sua collezione straordinaria contando anche quelli giovanili. Battute la britannica Megan Keith e la turca Yasemin Can. Italia di nuovo a segno con la staffetta mista di Gaia Sabbatini, Sebastiano Parolini, Marta Zenoni e Pietro Arese, al terzo successo in quattro anni, davanti a Portogallo e Gran Bretagna.

“Sono tanto, tanto, tanto fiera di me – gioisce la 25enne trentina delle Fiamme Azzurre, argento olimpico a Parigi nei 10.000 – A vedermi sulla linea di partenza si pensa che sia sempre tutto facile ma in realtà si può arrivare con un po’ più di ansia, di tensione, di stanchezza: ormai la vita di un’atleta non è soltanto correre, nelle nostre giornate c’è molto altro. Sono felice che per me l’atletica resti un posto sicuro, piacevole, dove poter condividere la mia passione, la gioia, ma anche i dolori, con mia mamma e mio papà”.

Attacco terroristico a Sydney, Netanyahu accusa: Camberra ha gettato benzina sul fuoco antisemita

Roma, 14 dic. (askanews) – Parlando poche ore dopo il mortale attacco terroristico a Sydney in cui vi è stata una sparatoria sulla folla durante una celebrazione di Hanukkah, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato di aver inviato una lettera ad agosto al primo ministro australiano Anthony Albanese, accusando Canberra di aver gettato benzina sul fuoco “su questo fuoco antisemita”.

Parafrasando la sua lettera, Netanyahu ha affermato che le politiche di Albanese, che includono il riconoscimento di uno Stato palestinese, incoraggiano “l’odio per gli ebrei che ora infesta le vostre strade. L’antisemitismo è un cancro. Si diffonde quando i leader rimangono in silenzio. Dovete sostituire la debolezza con l’azione”.

Netanyahu ha affermato, riporta il Times of Israel, che l’attacco è stato “terribile. Un omicidio a sangue freddo. Il numero delle vittime purtroppo aumenta di minuto in minuto. Abbiamo visto le profondità del male. Abbiamo anche visto l’apice dell’eroismo ebraico”, ha detto, indicando un passante che, a suo dire, era ebreo, filmato mentre strappava un’arma dalle mani di uno degli aggressori.

Fdi, Conte: Meloni irriconoscibile, ha fatto monologo da Marte

Roma, 14 dic. (askanews) – “Meloni, che ieri non si è fatta trovare sul palco di casa sua ad Atreju per il confronto a cui mi aveva sfidato, ha fatto un’ora di monologo direttamente da Marte per dire che siamo forti, che va tutto bene, che i suoi nuovi idoli sono le agenzie di rating che prima definiva pagliacci: irriconoscibile”. Lo scrive il leader M5s, Giuseppe Conte, su facebook in un post dal titolo “Ho capito perché Meloni si è sottratta al confronto con me”.

“Capisco perché si è sottratta al confronto: queste cose puoi dirle se non hai un contraddittorio. Per chi conosce la Storia Infinita, più che il coraggioso Atreju oggi la Presidente Meloni sul palco ha portato un grigio Nulla fatto di riarmo e assistenzialismo ai potenti”, aggiunge.

“Nulla di concreto da proporre sugli stipendi – ha detto – che con loro aumentano, sul record di povertà, oltre 300mila sbarchi di migranti, aumento dei reati e dell’insicurezza, 32 mesi di crollo della produzione industriale, boom di cassa integrazione. Sui soldi buttati nei centri in Albania continua a dire fun-zio-ne-ran-no dopo quasi 2 anni di sprechi di soldi e forze dell’ordine che servono nelle nostre strade”, sottolinea Conte.

“Dopo 4 leggi di bilancio a sua firma si nasconde ancora dietro una “superscuse”, che sia il superbonus o i banchi scolastici e dice: noi abbiamo messo quei soldi sulle strade. Ma se gli unici cantieri in Italia sono solo quelli dei 209 miliardi che abbiamo portato noi? E sono “cantieri di speranza”, per scuole, per asili, per ospedali e case di comunità. Non per “cantieri di guerra” come quelli del riarmo per cui lei ha firmato senza fiatare e con cui vorrebbero scrivere un futuro con la mimetica per i nostri giovani. Ha detto “i ladri, i corrotti e i venduti ci fanno schifo. Li combatteremo in ogni modo”. Con le riforme Nordio li avvertono prima dell’arresto, mentre in Sicilia hanno l’intero centrodestra sotto inchiesta e gli appalti truccati in sanità e lei non muove un dito”, osserva.

Meloni, sottolinea Conte, “ha pure aggiunto che la sua Italia non è subalterna a nessuno dopo aver firmato spese militari folli e tagli agli italiani in Europa e aver promesso agli Usa acquisti di gas e armi americane e zero tasse ai giganti del web, fallendo la trattativa sui dazi”.

Calcio, risultati serie A, Il Milan a +1 sul Napoli

Roma, 14 dic. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Milan-Sassuolo 2-2:

Quindicesima giornata: Lecce-Pisa 1-0, Torino-Cremonese 1-0, Parma-Lazio 0-1, Atalanta-Cagliari 2-1, Milan-Sassuolo 2-2, ore 15 Fiorentina-Verona, Udinese-Napoli, ore 18 Genoa-Inter, ore 20.45 Bologna-Juventus, lunedì 15 dicembre ore 20.45 Roma-Como.

Classifica: Milan 32, Napoli 31, Inter 30, Roma 27, Bologna 25, Como 24, Juventus 23, Lazio 22, Sassuolo 21, Cremonese 20, Atalanta 19, Udinese 18, Torino 17, Lecce 16, Cagliari, Genoa, Parma 14, Pisa 10, Verona 9, Fiorentina 6

Sedicesima giornata: sabato 20 dicembre ore 18 Lazio-Cremonese, ore 20.45 Juventus-Roma, domenica 21 dicembre ore 12.30 Cagliari-Pisa, ore 15 Sassuolo-Torino, ore 18 Fiorentina-Udinese, ore 20.45 Genoa-Atalanta, mercoledì 14 gennaio ore 18.30 Napoli-Parma, ore 20.45 Inter-Lecce, giovedì 15 gennaio ore 18.30 Verona-Bologna, ore 20.45 Como-Milan.

Zelensky a Berlino: "Pronti al dialogo e a rinunciare all’adesione alla Nato"

Roma, 14 dic. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che è arrivato a Berlino, si è detto pronto al dialogo durante i colloqui con alti funzionari europei e americani previsti domenica e lunedì nella capitale tedesca per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo scrive Afp.

“Il vertice di Berlino è importante”, ha dichiarato Zelensky durante una conferenza stampa online, aggiungendo che sono previsti colloqui nella capitale tedesca “oggi e domani”.

Zelensky ha precisato di non aver ancora ricevuto una risposta dagli Stati Uniti sull’ultima versione del piano per porre fine al conflitto, modificato questa settimana da Kiev e dai suoi alleati europei e successivamente inviato a Washington.

“Ho ricevuto alcuni messaggi dal mio team negoziale, sto ricevendo tutti i segnali e sarò pronto per il dialogo che inizierà oggi”, ha continuato. Zelensky ha ribadito che Kiev desidera garanzie di sicurezza dai suoi alleati europei e da Washington per dissuadere la Russia da un nuovo attacco in caso di cessate il fuoco.

“Stiamo valutando un piano quadro in 20 punti, che culminerà in un cessate il fuoco” e “oggi vogliamo essere sicuri che non ci sarà un ritorno della guerra dopo un cessate il fuoco”, ha affermato.

Il leader ucraino ha specificato che nelle “discussioni bilaterali sulla sicurezza” si sta attualmente valutando un meccanismo ispirato all’articolo 5 della Nato, che prevede la protezione reciproca degli Stati membri, senza l’adesione formale dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica, come precedentemente richiesto da Kiev.

“Questo è già un compromesso da parte nostra”, ha dichiarato Zelensky.

Sci, Timon Haugan vince lo slalom in Val d’Isere, quarto Vinatzer

Roma, 14 dic. (askanews) – Il norvegese Timon Haugan, 29 anni e quinto successo in carriera, in 1.37.89 ha vinto lo slalom speciale di Val d’Isere. Dietro di lui lo svizzero Loic Meillard , vincitore del gigante di sabato, in 1.38.17, e terzo l’altro norvegese Henrik Kristoffersen in 1.38.23. Ottima gara per il miglior azzurro – dopo una seconda manche ancora più angolata ma con fondo più morbido e cedevole passaggio dopo passaggio – che è stato il gardenese Alex Vinatzer, 4/o in 1.38.99 dopo aver recuperato ben 21 posizioni, dal 25esimo posto della prima manche. In classifica, mentre fuori è finito Tobias Kastlunger, per l’Italia c’è poi Tommaso Sala con un ottimo settimo tempo in 1.39.27 . Ora la coppa del mondo uomini passa in Itala per il tappone dolomitico. Si comincia giovedì 18 dicembre in Val Gardena con la discesa recupero di Beaver Creek. Poi, nei due giorni successivi i classici appuntamenti gardenesi prima con un superG e poi con la discesa sulla pista Saslong. Poi domenica gigante nella vicina Alta Badia sulla Gran Risa e lunedì 22 dicembre si chiude con lo slalom speciale.

Sci, Sofia Goggia terza nel SuperG di St. Moritz

Roma, 14 dic. (askanews) – Sofia Goggia è terza nel Super G di coppa del Mondo di St Moritz. L’azzurra ha collezionato 19 centesimi di ritardo dalla neozelandese Alice Robinson, che ha chiuso col miglior tempo (1:14.84), davanti alla francese Romane Miradoli (+0.08). Per la neozelandese è il primo successo nella specialità. Quarto tempo per Lindsey Vonn, con un ritardo di 27 centesimi. Altre due azzurre in top ten: sesto tempo per Elena Curtoni (+0.53), ottavo per Laura Pirovano (+0.60).

Meloni: la nostra alleanza non per ravanare poltrone. Atreju non è ammucchiata, la sinistra in Parlamento lo è

Roma, 14 dic. (askanews) – Atreju “è il luogo in cui le idee, tutte le idee hanno diritto di cittadinanza, questo è il luogo in cui dove Nietzsche e Marx si davano la mano, dove le identità si sfidano rispettandosi, dove ci si confronta sui contenuti e chi scappa dimostra di non avere questi contenuti”. Lo ha detto Giorgia Meloni nel suo intervento finale alla kermesse di Fdi. “C’è chi ha scritto che Atreju è un’ammucchiata. Non dirò che siamo alla solita puzza sotto il naso di una sinistra rabbiosa che non riesce a mettere insieme nulla di paragonabile e tenta di minimizzare la portata con pregiudizi dozzinali. Le ammucchiate sono quelle che la sinistra ha fatto per anni in Parlamento e tenta di replicare pur di gestire il potere. Qui ascoltiamo con riguardo le persone che non condividiamo anche per confermare a noi stessi e al mondo che non ci ammucchieremo mai con loro”, ha proseguito Meloni.

“Voglio rivolgere un grazie sincero e profondo agli alleati, la nostra è una alleanza che non nasce per ravanare qualche poltrona. Noi non siamo un incidente della storia, non siamo una somma di disperazioni come altri ma una comunità di destino costruita mattone su mattone in 30 anni. E lo so che molti sperano che il dibattito tra i nostri partiti finisca per degenerare per mandare il governo a casa, ma qualcosa mi dice che non accadrà, ha sottolineato Meloni nell’intervento finale ad Atreju.

Ucraina, Meloni: pace non si fa con canzoni Lennon ma con deterrenza

Roma, 14 dic. (askanews) – “Dal primo giorno siamo stati al fianco del popolo ucraino che combatte contro il neo imperialismo di stampo sovietico. Nessuno ha nostalgia dell’Urss che ha calpestato mezza Europa per mezzo secolo”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni ad Atreju.

“Per questo continueremo a farlo, per senso di giustizia, per difendere il nostro interesse nazionale e per arrivare alla pace che non si costruisce con le canzoni di John Lennon ma con la deterrenza”, ha concluso.

Ucraina, Tajani: abbiamo sempre difeso Kiev ma non siamo in guerra con la Russia

Roma, 14 dic. (askanews) – “Abbiamo difeso le ragioni dell’Ucraina, dicendo sempre a tutti i nostri alleati che è giusto difendere l’Ucraina ma non siamo in guerra con la Russia, non abbiamo mai usato armi italiane in territorio russo. Abbiamo sempre avuto una visione e l’abbiamo sostenuta con coraggio anche essendo costretti a prendere posizioni dure non sempre in sintonia con i nostri alleati europei perché abbiamo una visione”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, segretario di Fi, intervenendo ad Atreju.

Ucraina, Zelensky: abbiamo bisogno di una pace dignitosa, pronti a lavorarci

Roma, 14 dic. (askanews) – “Da ieri, tutti i nostri servizi sono al lavoro per ripristinare l’elettricità, il riscaldamento e la fornitura idrica nelle regioni colpite dagli attacchi russi alle infrastrutture energetiche. La situazione rimane difficile: centinaia di migliaia di famiglie sono ancora senza elettricità nelle regioni di Mykolaiv, Odessa, Kherson, Cernihiv, Donetsk, Sumy e Dnipro. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito ai lavori di riparazione. Ieri sera, le nostre comunità sono state nuovamente attaccate. Ci sono stati feriti”. Lo scrive sui social Volodomir Zelensky che oggi vedrà a Berlino i leader europeoi e l’inviato Usa, Steve Witkoff.

“La Russia sta prolungando la guerra e cerca di infliggere il maggior danno possibile al nostro popolo. In totale, questa settimana i russi hanno lanciato contro l’Ucraina più di 1.500 droni d’attacco, quasi 900 bombe aeree guidate e 46 missili di vario tipo. Solo una settimana”.

“L’Ucraina ha bisogno di una pace dignitosa e siamo pronti a lavorare nel modo più costruttivo possibile. I prossimi giorni saranno caratterizzati da un intenso lavoro diplomatico. È di fondamentale importanza che produca risultati. Conto sul sostegno dei nostri partner. Grazie a tutti coloro che ci stanno aiutando.

Pd, Schlein: è finito tempo dei litigi, sono la segretaria di tutti

Roma, 14 dic. (askanews) – “E’ finito il tempo delle divisioni costanti e dei litigi. La maggioranza oggi è ben più larga ma io continuerò a essere sempre la segretaria di tutte e di tutti, la segretaria di tutto il partito”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando all’assemblea del partito.

“Ricordiamoci dove eravamo – ha sottolineato – c’è chi scommetteva sulla fine del Pd, su una scissione”. Ora invece “siamo la prima forza dell’opposizione. Non solo il partito non è morto ma è stato più unito e compatto che mai. Ringrazio di questo il presidente del partito Bonaccini perché l’unità non si fa da soli”.

“Il Pd è cresciuto in questi anni come nessun altro partito è cresciuto”,ha detto la segretaria Elly Schlein, aggiungendo: “Abbiamo cercato di ricucire gli strappi che si erano prodotti, abbiamo risanato le casse del partito, abbiamo fatto uscire i dipendenti dalla cassa integrazione”.

“Sono molto orgogliosa di guidare questa comunità. Una comunità larga, aperta e plurale”, ha detto Schlein parlando all’assemblea del partito. “Pluralismo non significa galleggiare per non scontentare nessuno, significa trovare la sintesi per risposte chiare e nette e che ci rendano riconoscibili”.

Dunque, “siamo il Pd, sentiamoci orgogliosi e sentiamo la responsabilità che questo comporta. La discussione è la nostra forza e più qualcun prova a raccontarci il contrario più noi dobbiamo rivendicare quello che siamo: non un partito personale ma un partito plurale, non come tanti che sono caserme o comitati elettorali”.

“Discutiamo, ma senza mai perdere di vista l’orizzonte comune. Il nostro sano pluralismo lo dobbiamo mettere al servizio di questo obiettivo collettivo, altrimenti diventa cacofonico”.

Meloni: nostra alleanza non per ravanare poltrone, governo non cadrà

Roma, 14 dic. (askanews) – “Voglio rivolgere un grazie sincero e profondo agli alleati, la nostra è una alleanza che non nasce per ravanare qualche poltrona. Noi non siamo un incidente della storia, non siamo una somma di disperazioni come altri ma una comunità di destino costruita mattone su mattone in 30 anni. E lo so che molti sperano che il dibattito tra i nostri partiti finisca per degenerare per mandare il governo a casa, ma qualcosa mi dice che non accadrà”. Lo ha detto Giorgia Meloni nell’intervento finale ad Atreju.

Pd, Schlein: finito tempo dei litigi, sono la segretaria di tutti

Roma, 14 dic. (askanews) – “E’ finito il tempo delle divisioni costanti e dei litigi. La maggioranza oggi è ben più larga ma io continuerò a essere sempre la segretaria di tutte e di tutti, la segretaria di tutto il partito”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando all’assemblea del partito.

“Ricordiamoci dove eravamo – ha sottolineato – c’è chi scommetteva sulla fine del Pd, su una scissione”. Ora invece “siamo la prima forza dell’opposizione. Non solo il partito non è morto ma è stato più unito e compatto che mai. Ringrazio di questo il presidente del partito Bonaccini perché l’unità non si fa da soli”.

Australia, spari a Bondi Beach durante la festa di Hannukah: almeno 12 morti

Roma, 14 dic. (askanews) – Sparatoria avvenuta a Bondi Beach, a Sydney, durante un evento legato alla festa ebraica di Hannukah: almeno 12 morti, compreso un presunto attentatore, secondo l’ultimo bilancio della polizia del Nuovo Galles del Sud.

Il premier del Nuovo Galles del Sud, Chris Minns, ha confermato in conferenza stampa che, delle 12 persone uccise nell’attacco, anche un “responsabile” è stato ucciso e un altro è in custodia. Minns ha sottolineato che l’attacco era “progettato per colpire la comunità ebraica di Sydney”. uella che avrebbe dovuto essere una “notte di pace e gioia” è stata “distrutta” da un “attacco orribile e malvagio”, ha aggiunto.

Il Commissario di Polizia del Nuovo Galles del Sud, Mal Lanyon, ha dichiarato di aver ricevuto diverse segnalazioni, intorno alle 18.47 ora locale, di colpi d’arma da fuoco esplosi ad Archer Park, un’area verde a Bondi Beach.

Lanyon ha confermato che almeno 12 persone sono morte e altre 29 sono state trasportate in diversi ospedali, inclusi due agenti di polizia in gravi condizioni.

Schlein: Meloni esca da palazzo Chigi, altro che ‘va tutto bene’

Roma, 14 dic. (askanews) – “Meloni esca da palazzo Chigi, faccia un giro. Mentre voi ripetete che va tutto bene e – anzi – non è mai andato meglio” le cose stanno in un altro modo. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando all’assemblea Pd. “questa è la realtà con cui fanno i conti i cittadini ogni giorno. Una realtà che non vedrete su ‘tele-Meloni'”.

La realtà, spiega, è che “salgono le tasse, la pressione fiscale non è mai stata così alta negli ultimi 15 anni. Salgono gli affitti e in questa manovra il governo mette zero sulla casa e hanno tagliato il fondo per gli affitti. Salgono le bollette, abbiamo le bollette più care d’Europa e il governo in questi anni non ha fatto nulla per non intaccare gli extraprofitti. Sale il caro-vita”.

Salvini: io e Giorgia amici, non riusciranno mai ad allontanarci

Roma, 14 dic. (askanews) – “C’è l’orgoglio di esserci dopo tanti anni: ci provano in ogni maniera a farci litigare, ad allontanare me e Giorgia: giornalisti di sinistra mettetevi l’anima in pace non ci riuscirete mai, amici de La7, del Corriere, di Repubblica, del Fatto quotidiano…ognuno fa il suo mestiere. Prima di governare insieme c’era stima politica reciproca, da tre anni e mezzo c’è qualcosa che va oltre la stima. Con Giorgia c’è amicizia umana e personale che è un collante che va al di là dei programmi elettorali”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo ad Atreju.

Ucraina, Tajani: sempre difeso Kiev ma non siamo in guerra con Russia

Roma, 14 dic. (askanews) – “Abbiamo difeso le ragioni dell’Ucraina, dicendo sempre a tutti i nostri alleati che è giusto difendere l’Ucraina ma non siamo in guerra con la Russia, non abbiamo mai usato armi italiane in territorio russo. Abbiamo sempre avuto una visione e l’abbiamo sostenuta con coraggio anche essendo costretti a prendere posizioni dure non sempre in sintonia con i nostri alleati europei perché abbiamo una visione”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, segretario di Fi, intervenendo ad Atre

Onu, Mattarella: perno irrinunciabile, spetta a Stati renderla efficace

Roma, 14 dic. (askanews) – “Nel settantesimo anniversario dall’adesione”, all’Onu, “l’Italia saluta nelle Nazioni unite il perno irrinunciabile di un ordine internazionale fondato sul rispetto del diritto e su istituzioni multilaterali autorevoli. Oggi come allora, spetta agli Stati che ne sono membri la responsabilità di renderle efficaci e capaci di raggiungere i loro alti scopi, a beneficio di ogni essere umano. L’impegno di tutti consentirà che si affermino come patrimonio condiviso di tutta l’umanità”. Lo sottolinea il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio per ricordare il settantesimo anniversario della adesione all’Onu.

“Settanta anni fa, il 14 dicembre 1955 – ha sottolineato il Presidente – la Repubblica italiana veniva accolta alle Nazioni unite, la più importante tra le moderne organizzazioni internazionali, sorta sulle macerie del secondo conflitto mondiale con il fine dichiarato di “salvare le future generazioni dal flagello della guerra”.

“Fu necessario attendere dieci anni dalla fine della guerra per conseguire questo risultato, reso possibile dalla saggezza dei padri Costituenti che, nel redigere l’articolo 11 della nostra Carta fondamentale, conferirono dignità di valore costituzionale alla cooperazione multilaterale, consentendo, “in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”, ha aggiunto Mattarella nel suo messaggio.

Per il Presidente “da allora, l’Italia ha svolto responsabilmente il proprio ruolo di membro attivo della comunità internazionale, facendo della partecipazione alle Nazioni Unite un caposaldo della sua politica estera, al pari dell’integrazione europea e dell’Alleanza Atlantica”.

“L’Italia ospita importanti uffici e strutture delle agenzie ONU sul suo territorio, partecipa alle operazioni dei ‘caschi blu’ per il mantenimento della pace e si rende interprete di fondamentali campagne universali di civiltà, a cominciare dalla moratoria sulla pena di morte”.

Calcio, risultati serie A, Oggi Milan e Napoli in campo

Roma, 14 dic. (askanews) – L’Atalanta batte 2-1 il Cagliari grazie alla doppietta di Scamacca inframezzata dal momentaneo pareggio di Gaetano. La Dea passa all’11’ con una deviazione di tacco della punta azzurra e ha poi altre 3-4 palle gol. Nella ripresa crescono i sardi che al 75′ pareggiano con Gaetano. Sei minuti dopo la doppietta di Scamacca. Infortunio per Djimsiti. Oggi la Quindicesima giornata. Questi i risultati e la classifica di serie A:

Quindicesima giornata: Lecce-Pisa 1-0, Torino-Cremonese 1-0, Parma-Lazio 0-1, Atalanta-Cagliari 2-1, domenica 14 dicembre ore 12.30 Milan-Sassuolo, ore 15 Fiorentina-Verona, Udinese-Napoli, ore 18 Genoa-Inter, ore 20.45 Bologna-Juventus, lunedì 15 dicembre ore 20.45 Roma-Como.

Classifica: Milan, Napoli 31, Inter 30, Roma 27, Bologna 25, Como 24, Juventus 23, Lazio 22, Sassuolo, Cremonese 20, Atalanta 19, Udinese 18, Torino 17, Lecce 16, Cagliari, Genoa, Parma 14, Pisa 10, Verona 9, Fiorentina 6

Sedicesima giornata: sabato 20 dicembre ore 18 Lazio-Cremonese, ore 20.45 Juventus-Roma, domenica 21 dicembre ore 12.30 Cagliari-Pisa, ore 15 Sassuolo-Torino, ore 18 Fiorentina-Udinese, ore 20.45 Genoa-Atalanta, mercoledì 14 gennaio ore 18.30 Napoli-Parma, ore 20.45 Inter-Lecce, giovedì 15 gennaio ore 18.30 Verona-Bologna, ore 20.45 Como-Milan.

Voglio vederti danzare è il nuovo singolo di Federico Mecozzi

Milano, 14 dic. (askanews) – E’ disponibile in digitale e in streaming Voglio vederti danzare, il nuovo singolo di Federico Mecozzi, compositore e polistrumentista considerato tra i talenti più brillanti e versatili della scena strumentale italiana che dal 2009 affianca stabilmente Ludovico Einaudi nei più prestigiosi teatri e arene del mondo. L’uscita del singolo è accompagnata dal videoclip ufficiale diretto da Francesco Gardini e interpretato dal celebre ballerino e coreografo Kledi Kadiu.

Voglio vederti danzare è uno dei brani più iconici di Franco Battiato, pubblicato nel 1982 nell’album L’arca di Noè. Il testo e la musica uniscono la dimensione rituale della danza alle suggestioni culturali del Mediterraneo e dell’Europa orientale, in un equilibrio tra minimalismo, elettronica e sensibilità pop che ha reso il brano un classico della musica italiana. Nella reinterpretazione di Mecozzi, con la produzione artistica di Cristian Bonato, la traccia diventa un omaggio rispettoso ma al tempo stesso personale: una lettura che filtra la poetica di Battiato attraverso l’estetica del suo violino, l’uso evocativo delle dinamiche e una tessitura sonora che apre nuovi spazi espressivi.

Il singolo è il primo estratto da Traiettorie impercettibili, il prossimo disco di Federico Mecozzi in uscita in primavera, dedicato a Franco Battiato e apprezzato dalla Fondazione Battiato. Il singolo apre idealmente la strada a un percorso sonoro e artistico che rende omaggio a una delle figure più luminose della musica italiana, reinterpretandone lo spirito attraverso la sensibilità contemporanea di Mecozzi.

«Si tratta di un brano al quale sono particolarmente affezionato da un punto di vista prima di tutto musicale, per il grande potere ipnotico che ha la linea strumentale divenuta non a caso una sorta di tormentone, anche in versioni successive ancora più ballabili. Anche il testo però ha sempre esercitato un fascino esotico ed esoterico, nello stile inconfondibile, consueto ma imprevedibile di Battiato, nel suo evocare così potentemente la danza come forma mistica di connessione, nelle sue svariate forme. A questo proposito ringrazio di cuore Kledi per la sua generosità, oltre che per il suo talento, per aver infuso altra grande bellezza a questo progetto. Penso che la danza sia una sublimazione sensoriale della musica stessa»- racconta Federico Mecozzi.

Il singolo è accompagnato dal videoclip ufficiale, in uscita anch’esso il 12 dicembre, diretto da Francesco Gardini e interpretato dal celebre ballerino e coreografo Kledi Kadiu, presenza d’eccezione del progetto. Il video nasce da un profondo rapporto di stima e amicizia tra Mecozzi e Kledi, e traduce in movimento l’energia del brano, la sua tensione verso la luce e la sua evocazione poetica.

«Partecipare a questo progetto artistico di Federico Mecozzi è stato per me un vero piacere. Federico è un artista straordinario, oltre che una persona di grande umanità e, fin dal nostro primo incontro, si è creata una sintonia naturale. Condividiamo Rimini come casa e questo legame con il territorio ha reso ancora più spontaneo il desiderio di collaborare. Quando mi ha fatto ascoltare il brano, ne sono rimasto subito affascinato, l’ho trovato intenso, elegante, perfetto per dare forma a una coreografia che potesse incontrare la sua musica. È stata un’esperienza preziosa, che mi auguro possa essere solo l’inizio di un percorso comune, con nuovi progetti in cui danza e musica continuino a intrecciarsi, magari immersi nello splendido paesaggio della nostra Romagna» – Kledi Kadiu.

Confronto di idee per un nuovo Campo degasperiano

È davvero un onore e un vero piacere per me introdurre questo incontro di presentazione del volume “Alcide De Gasperi. Rivoluzione, riforme, libertà”, biografia scritta da Igino Giordani, che fu suo amico, compagno di lotta e testimone diretto, e riproposto oggi, con cura e con sensibilità contemporanea, dai due curatori Lucio D’Ubaldo e Alberto Lo Presti.

Non si tratta soltanto della riedizione di un classico, ma di un atto di riconoscenza e, insieme, di un gesto politico e civile: riportare nel dibattito pubblico la figura di un uomo che seppe tenere insieme libertà e responsabilità, fede e ragione, radici e futuro.

Giordani e la sua  biografia fondativa

La biografia scritta da Giordani non è un’agiografia, ma è un ritratto vissuto.

È, come scrivono i curatori, una biografia fondativa”, perché racconta l’origine di un nuovo modo di intendere la politica: come costruzione, non come ricostruzione. Adone Zoli (Presidente del Consiglio nel 1957 e 58) lo disse con chiarezza: De Gasperi non fu il ricostruttore”, ma il costruttore dellItalia democratica. E Amintore Fanfani, che pure veniva da una generazione successiva, lo definì un “rivoluzionario sui generis”: un uomo capace di innovare senza rinnegare, di rompere gli schemi restando fedele all’essenziale.

Se si dovesse riassumere questa lezione in un’espressione, si potrebbe dire senza alcun dubbio che De Gasperi incarna quella che potremmo chiamare una radicalità dinamica.
Radicale, perché non si accontentò mai delle mezze misure morali o intellettuali. Dinamico, perché non fece mai dell’identità una gabbia. La sua vita infatti è un continuo attraversamento di confini: dall’Impero asburgico all’Italia unita, dalla monarchia alla Repubblica, dal cattolicesimo sociale del primo Novecento alla costruzione dell’Europa democratica.

 

Il realismo degasperiano

Questa capacità di leggere il tempo, di interpretarlo senza esserne travolto, fu la cifra del suo realismo cristiano. De Gasperi non aderì mai a un’ideologia chiusa, ma cercò ogni volta il punto d’equilibrio tra la fedeltà ai principi e la verità dei fatti. Lo fece quando, negli anni Trenta, dal silenzio della Biblioteca Vaticana, preparò la nascita della democrazia cristiana; lo fece nel dopoguerra, scegliendo l’Occidente e l’Alleanza Atlantica non per opportunismo, ma per convinzione: perché lì vedeva la possibilità concreta di difendere la libertà, e con essa la dignità dell’uomo.

Questa è la prima grande attualità del pensiero degasperiano. D’altra parte viviamo anche noi un tempo di ridefinizioni profonde: gli equilibri internazionali, le alleanze, le appartenenze culturali e politiche sono in movimento. In questo scenario, l’eredità di De Gasperi non consiste nel ripetere le sue scelte, ma nel ripetere ilsuo metodo: guardare la realtà per quella che è, non per quella che vorremmo che fosse.

Nel secondo dopoguerra De Gasperi seppe leggere il mondo nuovo che stava nascendo. Oggi tocca a noi avere il coraggio di fare lo stesso.

La “radicalità dinamica” dello statista trentino

Avere il coraggio anche di guardare ai vecchi alleati (come ai vecchi avversari) per ciò che sono diventati oggi.

Avere il coraggio, quindi, di prendere atto che alcune alleanze si stanno esaurendo e che occorre urgentemente costruirne di nuove guardando con realismo al mondo multipolare che sta nascendo.

Significa oggi uscire dal riflesso condizionato dalle appartenenze acritiche, e riscoprire la responsabilità di giudicare con spirito critico questo presente che ci è dato da vivere.

In fondo, la radicalità dinamica” di De Gasperi è proprio questo: la libertà di non essere prigionieri del passato.

De Gasperi non fu infatti un “moderato” nel senso pigrodel termine: fu un uomo che al contrario seppe scegliere – e spesso scelse da solo – quando e quanto il bene comune richiedesse. E se oggi l’Europa appare incerta sul suo ruolo nel mondo, fino al punto di rischiare di tradire se stessa e i suoi fondamenti di pace, la lezione di De Gasperi ci dice che servono meno adesioni formali e più visioni coraggiose, meno retorica e più costruzione.

L’uomo del dialogo

Il libro di Giordani, grazie anche alla preziosa introduzione dei curatori, mostra anche un altro tratto decisivo:

De Gasperi come uomo del dialogo, ma non del compromesso.

Sapeva, De Gasperi, che lunità dei cattolici, e più in generale delle forze democratiche, non si costruisce annullando le differenze, ma armonizzandole. “Solo i cattolici uniti – scriveva nel 1952 in una lettera allo stesso Giordani – possono impedire lo slittamento verso la tirannia.

Ma lunità, per lui, non era “uniformità”: bensì la capacità di convergere su un progetto comune, rispettando il pluralismo delle idee. Anche questo è un messaggio di incredibile modernità, in un tempo come il nostro dove si fatica a conciliare il pluralismo con la coesione.

De Gasperi in questo senso fu esempio di prudenza intesa, latinamente, come virtù attiva, non come rinuncia al rinnovamento. La sua prudenza fu intelligenza delle circostanze e nelle circostanze, fu rispetto per la complessità e rifiuto per l’improvvisazione.

Una prudenza, la sua, corroborata da una forza morale che gli derivava da una fede vissuta come servizio, e NON come una bandiera né tantomeno come una clava, come invece è abitudine di alcuni oggi. Come scrive infatti anche Fioroni nella presentazione del volume, egli fu “un uomo di lotta e di fede, un combattente per un superiore senso del dovere”.

È questo un ulteriore tratto che lo rende, ancora oggi, uno statista contemporaneo: intransigente nei valori, ma mai ideologico nelle soluzioni.

Rileggere, quindi, oggi questa biografia, a settant’anni dalla sua prima edizione, significa anche riflettere su un tipo di politica che non si limita a gestire l’esistente, ma che costruisce; che non si chiude nel risentimento o nella nostalgia del passato, ma che sa aprirsi al futuro, riconoscendone la complessità ma senza smarrire il senso del bene comune.


Cosa significa essere degasperiani oggi?

Significa, inoltre, recuperare il valore della parola “riforma” nella sua vera accezione: quella che per De Gasperi era sinonimo di responsabilità. La riforma non è un gesto di rottura, ma un atto di costruzione consapevole: è costruire un ponte tra il passato e il futuro.

Concludo tornando a una frase che De Gasperi pronunciò nel 1954, poco prima di lasciare questo mondo:

In quei tempi durissimi non abbiamo mancato di coraggio, e non ci venne mai meno la speranza nel nuovo Risorgimento.

Quelle parole, scritte per un’Italia da poco uscita dalle macerie, valgono anche per noi.
Essere degasperiani oggi non vuol dire rifugiarsi nella memoria, ma avere la responsabilità di coltivare attivamente la speranza ovvero coltivare la fiducia che libertà, giustizia e solidarietà non siano retaggi del passato, ma strumenti per interpretare il presente e costruire il futuro.

Significa costruire un nuovo “campo degasperiano” E se avremo la forza di farlo, allora la sua eredità non sarà solo ricordata, ma vissuta.

Nota

Il dibattito si è tenuto nella Sala degli Anziani di Palazzo DAccursio. Chiara Pazzaglia, presidente provinciale delle Acli, ha svolto il ruolo di coordinatrice. In apertura FilippoDiaco (Consigliere del Comune di Bologna) ha portato il suo saluto. Marco Follini, Giuseppe Fioroni e Gianfranco Astori hanno animato il confronto. All’ultimo momento il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, ha dato forfait. Annotazione finale: Andrea Babbi ha assicurato la sua apprezzata supervisione organizzativa per la buona riuscita dell’evento.
Immagine di copertina – Credits: “Foto Schicchi”

L’Occidente come dialogo, non come recinto

Radici dellOccidente, non identità blindata

Prendo spunto dalle affermazioni del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, ospite di Bruno Vespa, per qualche considerazione.

Sicuramente, i bambini e i ragazzi dovrebbero acquisire consapevolezza di cosa voglia dire “Occidente”: quelle radici, lo ricordava l’uomo di governo, che si possono rinvenire ad Atene, a Gerusalemme, a Roma e, aggiungerei, ad Alessandria d’Egitto.

Radici, tuttavia, non discorso identitario chiuso, concluso, del tutto determinato. L’identità, al contrario, si definisce con gli incontri, le “contaminazioni”. Essa, anzi, si situa proprio lì, nel “meticciato”; è un vero e proprio ossimoro vivente.

Atene e la nascita del dialogo

Atene, ad esempio: nascono, come gemelle, la politica e la filosofia. E Socrate è il pensatore urbano per antonomasia, in tensione con la polis, fino alla morte, e, al tempo stesso, sua espressione. Ed è il filosofo dell’agorà.

E come espone Platone il pensiero del maestro? Con i Dialoghi. Un vero e proprio genere letterario, quello dialogico, non a caso riproposto a Roma, seppur in modo assai differente, ad esempio da Cicerone.

Ecco, già si fa evidente il carattere dialogico che contraddistingue, fin dalla nascita, la civiltà occidentale.

Il dialogo come ricerca aperta

In un mondo divenuto un villaggio come quello odierno, poi, l’apertura dialogica andrebbe radicalizzata: non più solo come metodo per “tirar fuori” una verità già disponibile in nuce, bensì come ricerca condivisa dall’esito inevitabilmente incerto. O dagli esiti incerti, al plurale.

Quel “plurale” che a sua volta è proprio del nostro patrimonio culturale.

L’Occidente, insomma, come terminus a quo (punto di partenza), non come terminus ad quem (approdo).

 

Contro il rischio del nozionismo:

E sullo sfondo, anche rispetto al “ritorno”, seppur facoltativo, del latino nell’istruzione primaria, scorgo l’insidia del nozionismo. Valditara ha citato Antonio Gramsci sull’importanza dello studio del latino; lo stesso Gramsci, tuttavia, ammoniva sul fatto che non si possono ridurre l’apprendimento e la cultura a un insieme di date e di dati.

E si tratta di una tendenza, ahinoi, già in atto.

Insomma, sì al rigore, sì alla serietà, ma senza smarrire, in nome di un ritorno alla “lettera” dell’Occidente, il suo “spirito” più profondo e forte.

Quale futuro per il movimento sindacale? Campanella traccia una pista di riflessione

La fine di una categoria fondativa

Nell’articolo pubblicato su “nonmollare, Danilo Campanella affronta una questione centrale del nostro tempo: il destino del sindacato in una società che ha progressivamente smarrito la nozione classica di “classe operaia”. Le trasformazioni intervenute negli ultimi decenni – dalla post-industrializzazione alla digitalizzazione, fino alla crisi della partecipazione politica e sociale – hanno eroso le basi storiche su cui il sindacalismo novecentesco aveva costruito la propria forza.

Dal conflitto alla mediazione

Campanella ricostruisce la transizione da un sindacato di lotta, radicato in una classe relativamente omogenea, a un sindacato chiamato a misurarsi con una realtà frammentata, segnata dall’individualizzazione dei diritti e dalla diversificazione delle condizioni di lavoro. L’evoluzione della forza lavoro, sempre più alfabetizzata e mobile, ha indebolito la spinta collettiva originaria, costringendo le organizzazioni sindacali a sperimentare strategie diverse: dalla rivendicazione politica alla mediazione, fino alla trasformazione in strutture di servizi e consulenza.

Tecnologia e disincanto

Un passaggio rilevante del testo riguarda il rapporto tra lavoro, tecnologia e cultura del consumo. Superata la stagione del luddismo, l’illusione di un protagonismo diffuso ha accompagnato la transizione verso l’economia di mercato e la digitalizzazione. Il lavoratore, sempre più consumatore e produttore di contenuti, fatica a riconoscersi come soggetto collettivo. Ne deriva una crisi profonda della rappresentanza e della partecipazione sindacale.

Un nuovo ruolo possibile

Secondo Campanella, il futuro del sindacato non può più fondarsi sull’idea di muovere masse né su una visione ideologica del conflitto. Si profila piuttosto un ruolo di intermediazione responsabile tra Stato, imprese e cittadini-lavoratori, nel rispetto dei vincoli dell’economia liberale. Un sindacato non di massa, ma per le persone, capace di tutelare diritti e bisogni concreti senza confondere i ruoli né cedere a scorciatoie politiche.

Una domanda aperta

È possibile, allora, un sindacalismo dei cittadini in una società “social-democratica”, laica e repubblicana? È questa la domanda che Campanella affida al dibattito pubblico.

Per leggere l’articolo di Danilo Campanella clicca qui e vai alle pagine 12-13 di “nonmollare”

https://criticaliberale.it/2025/12/02/uscito-il-n-181-del-nonmollare-scaricabile-gratis-qui/

La Cgil archivia l’unità sindacale

 Un pilastro del passato

È inutile girarci attorno. Se si vuole essere intellettualmente onesti, non possiamo non dire che l’unità sindacale – pilastro e faro delle grandi organizzazioni sindacali del passato – è ormai un mero ricordo. O meglio, un tema di fatto archiviato. Non lo dico per polemica e né, tantomeno, per un pregiudizio. È appena sufficiente prendere atto della realtà che si è concretamente dispiegata di fronte ai nostri occhi in questi ultimi anni per rendersene conto.

E, su questo versante, non possiamo non parlare del comportamento e del progetto, peraltro legittimi, della più grande organizzazione sindacale del nostro Paese, ovvero la Cgil.

Da sindacato a soggetto politico

Dunque, se non siamo accecati dall’ideologia o, peggio ancora, dall’ipocrisia, la Cgil sotto la guida di Landini si è definitivamente ed irreversibilmente trasformata da soggetto sindacale a soggetto politico. Detta con parole più semplici, in un partito. E questo ancora al di là delle ambizioni politiche, anche queste legittime, del suo attuale capo Landini.

Perché ormai, ed è inutile nasconderlo, la Cgil, cioè lo storico “sindacato rosso” che aveva il compito di essere la “cinghia di trasmissione” tra il partito e il sindacato, è diventata a tutti gli effetti un soggetto politico. Ovvero un partito.

Lopposizione come missione

Del resto, ormai è quasi un dato scontato prendere atto che la Cgil partecipa attivamente al dibattito politico, è in prima linea nella dura, spietata e feroce opposizione al nemico politico dichiarato – cioè la coalizione di governo guidata da Giorgia Meloni – e, soprattutto, ha del tutto trascurato progressivamente qualsiasi ipotesi di accordo o confronto con le altre due grandi organizzazioni sindacali, la Cisl e la Uil.

L’obiettivo di costruire strategie comuni e prospettive di accordi a vantaggio dei lavoratori e dei ceti popolari del nostro Paese è stato semplicemente sacrificato sull’altare del protagonismo politico e partitico della Cgil.

Una verità scomoda

Ed è anche un atteggiamento meschino, nonché sterile, fingere che la Cgil rimanga una grande organizzazione sindacale che continua a fare il sindacato. Forse è arrivato il momento affinché ognuno si assuma le sue responsabilità e dica semplicemente la verità.

Che, nel caso specifico, significa anche prendere atto che oggi la mission, il ruolo e la funzione del sindacato continuano ad essere esercitati sino in fondo da due altrettanto grandi organizzazioni: la Cisl e la Uil.

Il compito riformista della Cisl

Ma è soprattutto la Cisl, restando come ovvio fedele alla sua specificità ed originalità culturale ed ideale, che deve declinare – oggi più che mai – il compito del sindacato. E quindi: contrattazione locale e nazionale; centralità del merito delle questioni; autonomia dai partiti e dai rispettivi schieramenti; approccio riformista e democratico; nessun pregiudizio nei confronti delle parti sociali e, nello specifico, nessun pregiudizio politico, ideologico e culturale nei confronti del Governo di turno.

Un Governo che non è mai un nemico dichiarato da abbattere, ma sempre e solo un necessario ed indispensabile interlocutore istituzionale. Ingredienti, questi, che sono l’esatto contrario del comportamento concreto della Cgil a guida Landini.

Un danno per la democrazia

Per queste ragioni, semplici ma oggettive, la storica unità sindacale è, purtroppo, diventata solo un retaggio del passato. Un fatto che, comunque lo si giudichi, certamente non rafforza la qualità della nostra democrazia e il ruolo essenziale dei corpi intermedi.

Ucraina, La Russa: centrodestra troverà certamente una sintesi

Roma, 13 dic. (askanews) – Ignazio La Russa è sicuro che il centrodestra “troverà una sintesi” sul sostegno all’Ucraina, la cui difesa equivale “a difendere l’Europa e l’Italia”, così come è nell’interesse nazionale “costruire ponti” tra l’Europa e gli Stati Uniti.

“Non credo” che le divisioni nel centrodestra sul tema “porteranno ad una ammaccatura ma alla necessità di trovare una sintesi e le sintesi sono la forza del centrodestra. La vera differenza tra noi e loro è che noi riusciamo a fare sintesi. Sensibilità diverse sono motivo di ricchezza se poi si trova la sintesi e anche in questo caso troveremo certamente la sintesi”, ha detto il presidente del Senato dal palco di Atreju, dove è stato intervistato da Enrico Mentana.

La Russa ha poi osservato come il sostegno di Meloni all’Ucraina non è dovuto solo al “riconoscimento dell’eroismo di un popolo: la posizione della nostra presidente del Consiglio è che difendere l’Ucraina è difendere l’Europa e l’Italia. L’interesse nazionale è sempre in cima ai suoi pensieri e coincide con la difesa dei confini europei”, anche “costruire ponti tra l’Europa e gli Stati Uniti è nell’interesse dell’Italia”.