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domenica, 14 Dicembre, 2025
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Risultati serie A: Napoli ko, Milan solo in testa

Roma, 14 dic. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Udinese-Napoli 1-0, Fiorentina-Verona 1-2:

Quindicesima giornata: Lecce-Pisa 1-0, Torino-Cremonese 1-0, Parma-Lazio 0-1, Atalanta-Cagliari 2-1, Milan-Sassuolo 2-2, Fiorentina-Verona 1-2, Udinese-Napoli 1-0, ore 18 Genoa-Inter, ore 20.45 Bologna-Juventus, lunedì 15 dicembre ore 20.45 Roma-Como.

Classifica: Milan 32, Napoli 31, Inter 30, Roma 27, Bologna 25, Como 24, Juventus 23, Lazio 22, Sassuolo, Udinese 21, Cremonese 20, Atalanta 19, Torino 17, Lecce 16, Cagliari, Genoa, Parma 14, Verona 12, Pisa 10, Fiorentina 6.

Sedicesima giornata: sabato 20 dicembre ore 18 Lazio-Cremonese, ore 20.45 Juventus-Roma, domenica 21 dicembre ore 12.30 Cagliari-Pisa, ore 15 Sassuolo-Torino, ore 18 Fiorentina-Udinese, ore 20.45 Genoa-Atalanta, mercoledì 14 gennaio ore 18.30 Napoli-Parma, ore 20.45 Inter-Lecce, giovedì 15 gennaio ore 18.30 Verona-Bologna, ore 20.45 Como-Milan.

Meloni dal palco di Atreju attacca la sinistra "al kebab": Schlein scappa, ho riunito io il campo largo

Roma, 14 dic. (askanews) – Questa volta nessuna citazione dell’amato Signore degli anelli, al posto di Tolkien c’è Blaise Pascal e il suo cuore che ha “ragioni che la ragione non conosce”. Per il resto il repertorio identitario c’è tutto, come ogni volta che Giorgia Meloni chiude la festa di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia arrivata alla sua ventisettesima edizione, “la più lunga di sempre”, durata ben nove giorni nei giardini di Castel Sant’Angelo. La presidente del Consiglio invita i suoi militanti a “non smettere di ricordare” da dove vengono, a essere “scintilla” da portare “di cuore in cuore, di città in città, fino a farla divampare ovunque” per non limitarsi a raccontare la storia ma poterla scrivere.

Rispetto ad altri discorsi, anche vicini nel tempo, è il tono usato nei confronti dell’opposizione a cambiare, a farsi più ironico e sprezzante. Nell’intervento di poco più di due mesi fa alla festa di Gioventù nazionale, quando l’uccisione dell’ideologo Maga Charlie Kirk era ancora recente, la premier aveva costruito una narrazione basata sulla contrapposizione tra “noi” e “loro”, tra chi, da una parte, agisce mosso dall’amore e rispetta chi la pensa diversamente e chi, dall’altra, alimenta il clima d’odio e demonizza l’avversario.

Di simile c’è la modalità da campagna elettorale in vista delle elezioni Politiche del 2027 che Giorgia Meloni ha già adottato. Nel discorso non mancano i riferimenti ai risultati di questi tre anni di governo, alla riforme fatte e a quelle ancora da fare. La presidente del Consiglio, per esempio, torna a parlare dell’importanza del premierato – pur fermo da mesi in commissione alla Camera – e invita nuovamente a votare sì al referendum per la separazione delle carriere che, ribadisce, non ha a che fare con il giudizio sull’esecutivo che rimarrà “in carica fino alla fine della legislatura” ma che serve a fare in modo che “non ci debba più essere una vergogna come quella di Garlasco”.

Il cuore dell’intervento, però, sta soprattutto negli attacchi buttati qui è lì nei confronti della sinistra. In modo particolare di Elly Schlein, che alla fine (a differenza degli altri leader di opposizione) ha deciso di non partecipare ai dibattiti organizzati durante la kermesse. “Questo – afferma – è il luogo in cui il valore delle persone si misura solo su contenuti e chi scappa dimostra di non avere quei contenuti”. Una decisione, quella della segretaria del Pd, per la quale Meloni ironicamente la ringrazia perché “con il suo nannimorettiano ‘mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo per niente’, ha comunque fatto parlare di noi”.

Altra frecciata: “La cosa divertente – incalza – è che il presunto campo largo l’abbiamo riunito noi Atreju e l’unica che non si è presentata è quella che dovrebbe federarli. Contenti loro”. D’altra parte, la premier, descrive la sinistra come amante delle ammucchiate. Lo spunto è un articolo di Repubblica di dieci giorni fa dal titolo ‘Atreju: avanti c’è posto’. Le ammucchiate – afferma Meloni – non sono quelle che si fanno alla kermesse di Fdi ma “sono quelle che la sinistra ha fatto per anni in Parlamento e tenta ancora oggi di replicare pur di gestire il potere”. Di più, la premier spiega che alla fine con questo atteggiamento la sinistra finisce per fare il re Mida al contrario. “La buona notizia è che ogni volta che loro parlano male di qualcosa, va benissimo”, “si portano da soli una sfiga che manco quando te capita la carta del della pagoda al mercante in fiera”.

Un tono irridente che si ripete anche quando la presidente del Consiglio ricorda il riconoscimento che la cucina italiana ha ottenuto dall’Unesco martedì scorso e per la quale, afferma, la sinistra non è riuscita a gioire. “Hanno rosicato così tanto che è una settimana che mangiano tutti dal kebabbaro. Roba da matti”.

Sparatoria alla Brown University di Providence, si cerca il killer

Roma, 14 dic. (askanews) – Tutte le persone uccise o ferite nella sparatoria di sabato alla Brown University, a Providence, nello Stato americano del Rhode Island, erano studenti: lo ha dichiarato la presidente Christina H. Paxson in un’e-mail alla comunità, definendola una “giornata incredibilmente tragica”. Lo scrive Cnn.

Sono in corso, inoltre, le ricerche del sospettato della sparatoria alla Brown University, in cui due studenti sono morti e altri 9 sono rimasti feriti. “La polizia di Providence ha comunicato che il nostro campus deve rimanere in isolamento”, ha aggiunto, perché è una scena sottoposta a indagine e perché “la priorità è garantire la sicurezza di tutti”.

Paxson ha anche fornito un aggiornamento sui feriti – aggiunge Cnn – uno di loro è stato curato e dimesso dall’ospedale. Per quanto riguarda gli studenti ancora ricoverati, sei sono in condizioni critiche ma stabili, uno in condizioni critiche e uno in condizioni stabili.

Atletica, Battocletti campionessa europea del cross

Roma, 14 dic. (askanews) – Oro e ancora oro. L’Italia vince due volte agli Europei di cross di Lagoa, in Portogallo, con una doppia conferma dei successi dell’anno scorso. Nadia Battocletti è regina per la seconda volta di fila, padrona della gara senior, e diventano sei i titoli in carriera nella sua collezione straordinaria contando anche quelli giovanili. Battute la britannica Megan Keith e la turca Yasemin Can. Italia di nuovo a segno con la staffetta mista di Gaia Sabbatini, Sebastiano Parolini, Marta Zenoni e Pietro Arese, al terzo successo in quattro anni, davanti a Portogallo e Gran Bretagna.

“Sono tanto, tanto, tanto fiera di me – gioisce la 25enne trentina delle Fiamme Azzurre, argento olimpico a Parigi nei 10.000 – A vedermi sulla linea di partenza si pensa che sia sempre tutto facile ma in realtà si può arrivare con un po’ più di ansia, di tensione, di stanchezza: ormai la vita di un’atleta non è soltanto correre, nelle nostre giornate c’è molto altro. Sono felice che per me l’atletica resti un posto sicuro, piacevole, dove poter condividere la mia passione, la gioia, ma anche i dolori, con mia mamma e mio papà”.

Attacco terroristico a Sydney, Netanyahu accusa: Camberra ha gettato benzina sul fuoco antisemita

Roma, 14 dic. (askanews) – Parlando poche ore dopo il mortale attacco terroristico a Sydney in cui vi è stata una sparatoria sulla folla durante una celebrazione di Hanukkah, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato di aver inviato una lettera ad agosto al primo ministro australiano Anthony Albanese, accusando Canberra di aver gettato benzina sul fuoco “su questo fuoco antisemita”.

Parafrasando la sua lettera, Netanyahu ha affermato che le politiche di Albanese, che includono il riconoscimento di uno Stato palestinese, incoraggiano “l’odio per gli ebrei che ora infesta le vostre strade. L’antisemitismo è un cancro. Si diffonde quando i leader rimangono in silenzio. Dovete sostituire la debolezza con l’azione”.

Netanyahu ha affermato, riporta il Times of Israel, che l’attacco è stato “terribile. Un omicidio a sangue freddo. Il numero delle vittime purtroppo aumenta di minuto in minuto. Abbiamo visto le profondità del male. Abbiamo anche visto l’apice dell’eroismo ebraico”, ha detto, indicando un passante che, a suo dire, era ebreo, filmato mentre strappava un’arma dalle mani di uno degli aggressori.

Fdi, Conte: Meloni irriconoscibile, ha fatto monologo da Marte

Roma, 14 dic. (askanews) – “Meloni, che ieri non si è fatta trovare sul palco di casa sua ad Atreju per il confronto a cui mi aveva sfidato, ha fatto un’ora di monologo direttamente da Marte per dire che siamo forti, che va tutto bene, che i suoi nuovi idoli sono le agenzie di rating che prima definiva pagliacci: irriconoscibile”. Lo scrive il leader M5s, Giuseppe Conte, su facebook in un post dal titolo “Ho capito perché Meloni si è sottratta al confronto con me”.

“Capisco perché si è sottratta al confronto: queste cose puoi dirle se non hai un contraddittorio. Per chi conosce la Storia Infinita, più che il coraggioso Atreju oggi la Presidente Meloni sul palco ha portato un grigio Nulla fatto di riarmo e assistenzialismo ai potenti”, aggiunge.

“Nulla di concreto da proporre sugli stipendi – ha detto – che con loro aumentano, sul record di povertà, oltre 300mila sbarchi di migranti, aumento dei reati e dell’insicurezza, 32 mesi di crollo della produzione industriale, boom di cassa integrazione. Sui soldi buttati nei centri in Albania continua a dire fun-zio-ne-ran-no dopo quasi 2 anni di sprechi di soldi e forze dell’ordine che servono nelle nostre strade”, sottolinea Conte.

“Dopo 4 leggi di bilancio a sua firma si nasconde ancora dietro una “superscuse”, che sia il superbonus o i banchi scolastici e dice: noi abbiamo messo quei soldi sulle strade. Ma se gli unici cantieri in Italia sono solo quelli dei 209 miliardi che abbiamo portato noi? E sono “cantieri di speranza”, per scuole, per asili, per ospedali e case di comunità. Non per “cantieri di guerra” come quelli del riarmo per cui lei ha firmato senza fiatare e con cui vorrebbero scrivere un futuro con la mimetica per i nostri giovani. Ha detto “i ladri, i corrotti e i venduti ci fanno schifo. Li combatteremo in ogni modo”. Con le riforme Nordio li avvertono prima dell’arresto, mentre in Sicilia hanno l’intero centrodestra sotto inchiesta e gli appalti truccati in sanità e lei non muove un dito”, osserva.

Meloni, sottolinea Conte, “ha pure aggiunto che la sua Italia non è subalterna a nessuno dopo aver firmato spese militari folli e tagli agli italiani in Europa e aver promesso agli Usa acquisti di gas e armi americane e zero tasse ai giganti del web, fallendo la trattativa sui dazi”.

Calcio, risultati serie A, Il Milan a +1 sul Napoli

Roma, 14 dic. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Milan-Sassuolo 2-2:

Quindicesima giornata: Lecce-Pisa 1-0, Torino-Cremonese 1-0, Parma-Lazio 0-1, Atalanta-Cagliari 2-1, Milan-Sassuolo 2-2, ore 15 Fiorentina-Verona, Udinese-Napoli, ore 18 Genoa-Inter, ore 20.45 Bologna-Juventus, lunedì 15 dicembre ore 20.45 Roma-Como.

Classifica: Milan 32, Napoli 31, Inter 30, Roma 27, Bologna 25, Como 24, Juventus 23, Lazio 22, Sassuolo 21, Cremonese 20, Atalanta 19, Udinese 18, Torino 17, Lecce 16, Cagliari, Genoa, Parma 14, Pisa 10, Verona 9, Fiorentina 6

Sedicesima giornata: sabato 20 dicembre ore 18 Lazio-Cremonese, ore 20.45 Juventus-Roma, domenica 21 dicembre ore 12.30 Cagliari-Pisa, ore 15 Sassuolo-Torino, ore 18 Fiorentina-Udinese, ore 20.45 Genoa-Atalanta, mercoledì 14 gennaio ore 18.30 Napoli-Parma, ore 20.45 Inter-Lecce, giovedì 15 gennaio ore 18.30 Verona-Bologna, ore 20.45 Como-Milan.

Zelensky a Berlino: "Pronti al dialogo e a rinunciare all’adesione alla Nato"

Roma, 14 dic. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che è arrivato a Berlino, si è detto pronto al dialogo durante i colloqui con alti funzionari europei e americani previsti domenica e lunedì nella capitale tedesca per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo scrive Afp.

“Il vertice di Berlino è importante”, ha dichiarato Zelensky durante una conferenza stampa online, aggiungendo che sono previsti colloqui nella capitale tedesca “oggi e domani”.

Zelensky ha precisato di non aver ancora ricevuto una risposta dagli Stati Uniti sull’ultima versione del piano per porre fine al conflitto, modificato questa settimana da Kiev e dai suoi alleati europei e successivamente inviato a Washington.

“Ho ricevuto alcuni messaggi dal mio team negoziale, sto ricevendo tutti i segnali e sarò pronto per il dialogo che inizierà oggi”, ha continuato. Zelensky ha ribadito che Kiev desidera garanzie di sicurezza dai suoi alleati europei e da Washington per dissuadere la Russia da un nuovo attacco in caso di cessate il fuoco.

“Stiamo valutando un piano quadro in 20 punti, che culminerà in un cessate il fuoco” e “oggi vogliamo essere sicuri che non ci sarà un ritorno della guerra dopo un cessate il fuoco”, ha affermato.

Il leader ucraino ha specificato che nelle “discussioni bilaterali sulla sicurezza” si sta attualmente valutando un meccanismo ispirato all’articolo 5 della Nato, che prevede la protezione reciproca degli Stati membri, senza l’adesione formale dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica, come precedentemente richiesto da Kiev.

“Questo è già un compromesso da parte nostra”, ha dichiarato Zelensky.

Sci, Timon Haugan vince lo slalom in Val d’Isere, quarto Vinatzer

Roma, 14 dic. (askanews) – Il norvegese Timon Haugan, 29 anni e quinto successo in carriera, in 1.37.89 ha vinto lo slalom speciale di Val d’Isere. Dietro di lui lo svizzero Loic Meillard , vincitore del gigante di sabato, in 1.38.17, e terzo l’altro norvegese Henrik Kristoffersen in 1.38.23. Ottima gara per il miglior azzurro – dopo una seconda manche ancora più angolata ma con fondo più morbido e cedevole passaggio dopo passaggio – che è stato il gardenese Alex Vinatzer, 4/o in 1.38.99 dopo aver recuperato ben 21 posizioni, dal 25esimo posto della prima manche. In classifica, mentre fuori è finito Tobias Kastlunger, per l’Italia c’è poi Tommaso Sala con un ottimo settimo tempo in 1.39.27 . Ora la coppa del mondo uomini passa in Itala per il tappone dolomitico. Si comincia giovedì 18 dicembre in Val Gardena con la discesa recupero di Beaver Creek. Poi, nei due giorni successivi i classici appuntamenti gardenesi prima con un superG e poi con la discesa sulla pista Saslong. Poi domenica gigante nella vicina Alta Badia sulla Gran Risa e lunedì 22 dicembre si chiude con lo slalom speciale.

Sci, Sofia Goggia terza nel SuperG di St. Moritz

Roma, 14 dic. (askanews) – Sofia Goggia è terza nel Super G di coppa del Mondo di St Moritz. L’azzurra ha collezionato 19 centesimi di ritardo dalla neozelandese Alice Robinson, che ha chiuso col miglior tempo (1:14.84), davanti alla francese Romane Miradoli (+0.08). Per la neozelandese è il primo successo nella specialità. Quarto tempo per Lindsey Vonn, con un ritardo di 27 centesimi. Altre due azzurre in top ten: sesto tempo per Elena Curtoni (+0.53), ottavo per Laura Pirovano (+0.60).

Meloni: la nostra alleanza non per ravanare poltrone. Atreju non è ammucchiata, la sinistra in Parlamento lo è

Roma, 14 dic. (askanews) – Atreju “è il luogo in cui le idee, tutte le idee hanno diritto di cittadinanza, questo è il luogo in cui dove Nietzsche e Marx si davano la mano, dove le identità si sfidano rispettandosi, dove ci si confronta sui contenuti e chi scappa dimostra di non avere questi contenuti”. Lo ha detto Giorgia Meloni nel suo intervento finale alla kermesse di Fdi. “C’è chi ha scritto che Atreju è un’ammucchiata. Non dirò che siamo alla solita puzza sotto il naso di una sinistra rabbiosa che non riesce a mettere insieme nulla di paragonabile e tenta di minimizzare la portata con pregiudizi dozzinali. Le ammucchiate sono quelle che la sinistra ha fatto per anni in Parlamento e tenta di replicare pur di gestire il potere. Qui ascoltiamo con riguardo le persone che non condividiamo anche per confermare a noi stessi e al mondo che non ci ammucchieremo mai con loro”, ha proseguito Meloni.

“Voglio rivolgere un grazie sincero e profondo agli alleati, la nostra è una alleanza che non nasce per ravanare qualche poltrona. Noi non siamo un incidente della storia, non siamo una somma di disperazioni come altri ma una comunità di destino costruita mattone su mattone in 30 anni. E lo so che molti sperano che il dibattito tra i nostri partiti finisca per degenerare per mandare il governo a casa, ma qualcosa mi dice che non accadrà, ha sottolineato Meloni nell’intervento finale ad Atreju.

Ucraina, Meloni: pace non si fa con canzoni Lennon ma con deterrenza

Roma, 14 dic. (askanews) – “Dal primo giorno siamo stati al fianco del popolo ucraino che combatte contro il neo imperialismo di stampo sovietico. Nessuno ha nostalgia dell’Urss che ha calpestato mezza Europa per mezzo secolo”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni ad Atreju.

“Per questo continueremo a farlo, per senso di giustizia, per difendere il nostro interesse nazionale e per arrivare alla pace che non si costruisce con le canzoni di John Lennon ma con la deterrenza”, ha concluso.

Ucraina, Tajani: abbiamo sempre difeso Kiev ma non siamo in guerra con la Russia

Roma, 14 dic. (askanews) – “Abbiamo difeso le ragioni dell’Ucraina, dicendo sempre a tutti i nostri alleati che è giusto difendere l’Ucraina ma non siamo in guerra con la Russia, non abbiamo mai usato armi italiane in territorio russo. Abbiamo sempre avuto una visione e l’abbiamo sostenuta con coraggio anche essendo costretti a prendere posizioni dure non sempre in sintonia con i nostri alleati europei perché abbiamo una visione”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, segretario di Fi, intervenendo ad Atreju.

Ucraina, Zelensky: abbiamo bisogno di una pace dignitosa, pronti a lavorarci

Roma, 14 dic. (askanews) – “Da ieri, tutti i nostri servizi sono al lavoro per ripristinare l’elettricità, il riscaldamento e la fornitura idrica nelle regioni colpite dagli attacchi russi alle infrastrutture energetiche. La situazione rimane difficile: centinaia di migliaia di famiglie sono ancora senza elettricità nelle regioni di Mykolaiv, Odessa, Kherson, Cernihiv, Donetsk, Sumy e Dnipro. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito ai lavori di riparazione. Ieri sera, le nostre comunità sono state nuovamente attaccate. Ci sono stati feriti”. Lo scrive sui social Volodomir Zelensky che oggi vedrà a Berlino i leader europeoi e l’inviato Usa, Steve Witkoff.

“La Russia sta prolungando la guerra e cerca di infliggere il maggior danno possibile al nostro popolo. In totale, questa settimana i russi hanno lanciato contro l’Ucraina più di 1.500 droni d’attacco, quasi 900 bombe aeree guidate e 46 missili di vario tipo. Solo una settimana”.

“L’Ucraina ha bisogno di una pace dignitosa e siamo pronti a lavorare nel modo più costruttivo possibile. I prossimi giorni saranno caratterizzati da un intenso lavoro diplomatico. È di fondamentale importanza che produca risultati. Conto sul sostegno dei nostri partner. Grazie a tutti coloro che ci stanno aiutando.

Pd, Schlein: è finito tempo dei litigi, sono la segretaria di tutti

Roma, 14 dic. (askanews) – “E’ finito il tempo delle divisioni costanti e dei litigi. La maggioranza oggi è ben più larga ma io continuerò a essere sempre la segretaria di tutte e di tutti, la segretaria di tutto il partito”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando all’assemblea del partito.

“Ricordiamoci dove eravamo – ha sottolineato – c’è chi scommetteva sulla fine del Pd, su una scissione”. Ora invece “siamo la prima forza dell’opposizione. Non solo il partito non è morto ma è stato più unito e compatto che mai. Ringrazio di questo il presidente del partito Bonaccini perché l’unità non si fa da soli”.

“Il Pd è cresciuto in questi anni come nessun altro partito è cresciuto”,ha detto la segretaria Elly Schlein, aggiungendo: “Abbiamo cercato di ricucire gli strappi che si erano prodotti, abbiamo risanato le casse del partito, abbiamo fatto uscire i dipendenti dalla cassa integrazione”.

“Sono molto orgogliosa di guidare questa comunità. Una comunità larga, aperta e plurale”, ha detto Schlein parlando all’assemblea del partito. “Pluralismo non significa galleggiare per non scontentare nessuno, significa trovare la sintesi per risposte chiare e nette e che ci rendano riconoscibili”.

Dunque, “siamo il Pd, sentiamoci orgogliosi e sentiamo la responsabilità che questo comporta. La discussione è la nostra forza e più qualcun prova a raccontarci il contrario più noi dobbiamo rivendicare quello che siamo: non un partito personale ma un partito plurale, non come tanti che sono caserme o comitati elettorali”.

“Discutiamo, ma senza mai perdere di vista l’orizzonte comune. Il nostro sano pluralismo lo dobbiamo mettere al servizio di questo obiettivo collettivo, altrimenti diventa cacofonico”.

Meloni: nostra alleanza non per ravanare poltrone, governo non cadrà

Roma, 14 dic. (askanews) – “Voglio rivolgere un grazie sincero e profondo agli alleati, la nostra è una alleanza che non nasce per ravanare qualche poltrona. Noi non siamo un incidente della storia, non siamo una somma di disperazioni come altri ma una comunità di destino costruita mattone su mattone in 30 anni. E lo so che molti sperano che il dibattito tra i nostri partiti finisca per degenerare per mandare il governo a casa, ma qualcosa mi dice che non accadrà”. Lo ha detto Giorgia Meloni nell’intervento finale ad Atreju.

Pd, Schlein: finito tempo dei litigi, sono la segretaria di tutti

Roma, 14 dic. (askanews) – “E’ finito il tempo delle divisioni costanti e dei litigi. La maggioranza oggi è ben più larga ma io continuerò a essere sempre la segretaria di tutte e di tutti, la segretaria di tutto il partito”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando all’assemblea del partito.

“Ricordiamoci dove eravamo – ha sottolineato – c’è chi scommetteva sulla fine del Pd, su una scissione”. Ora invece “siamo la prima forza dell’opposizione. Non solo il partito non è morto ma è stato più unito e compatto che mai. Ringrazio di questo il presidente del partito Bonaccini perché l’unità non si fa da soli”.

Australia, spari a Bondi Beach durante la festa di Hannukah: almeno 12 morti

Roma, 14 dic. (askanews) – Sparatoria avvenuta a Bondi Beach, a Sydney, durante un evento legato alla festa ebraica di Hannukah: almeno 12 morti, compreso un presunto attentatore, secondo l’ultimo bilancio della polizia del Nuovo Galles del Sud.

Il premier del Nuovo Galles del Sud, Chris Minns, ha confermato in conferenza stampa che, delle 12 persone uccise nell’attacco, anche un “responsabile” è stato ucciso e un altro è in custodia. Minns ha sottolineato che l’attacco era “progettato per colpire la comunità ebraica di Sydney”. uella che avrebbe dovuto essere una “notte di pace e gioia” è stata “distrutta” da un “attacco orribile e malvagio”, ha aggiunto.

Il Commissario di Polizia del Nuovo Galles del Sud, Mal Lanyon, ha dichiarato di aver ricevuto diverse segnalazioni, intorno alle 18.47 ora locale, di colpi d’arma da fuoco esplosi ad Archer Park, un’area verde a Bondi Beach.

Lanyon ha confermato che almeno 12 persone sono morte e altre 29 sono state trasportate in diversi ospedali, inclusi due agenti di polizia in gravi condizioni.

Schlein: Meloni esca da palazzo Chigi, altro che ‘va tutto bene’

Roma, 14 dic. (askanews) – “Meloni esca da palazzo Chigi, faccia un giro. Mentre voi ripetete che va tutto bene e – anzi – non è mai andato meglio” le cose stanno in un altro modo. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando all’assemblea Pd. “questa è la realtà con cui fanno i conti i cittadini ogni giorno. Una realtà che non vedrete su ‘tele-Meloni'”.

La realtà, spiega, è che “salgono le tasse, la pressione fiscale non è mai stata così alta negli ultimi 15 anni. Salgono gli affitti e in questa manovra il governo mette zero sulla casa e hanno tagliato il fondo per gli affitti. Salgono le bollette, abbiamo le bollette più care d’Europa e il governo in questi anni non ha fatto nulla per non intaccare gli extraprofitti. Sale il caro-vita”.

Salvini: io e Giorgia amici, non riusciranno mai ad allontanarci

Roma, 14 dic. (askanews) – “C’è l’orgoglio di esserci dopo tanti anni: ci provano in ogni maniera a farci litigare, ad allontanare me e Giorgia: giornalisti di sinistra mettetevi l’anima in pace non ci riuscirete mai, amici de La7, del Corriere, di Repubblica, del Fatto quotidiano…ognuno fa il suo mestiere. Prima di governare insieme c’era stima politica reciproca, da tre anni e mezzo c’è qualcosa che va oltre la stima. Con Giorgia c’è amicizia umana e personale che è un collante che va al di là dei programmi elettorali”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo ad Atreju.

Ucraina, Tajani: sempre difeso Kiev ma non siamo in guerra con Russia

Roma, 14 dic. (askanews) – “Abbiamo difeso le ragioni dell’Ucraina, dicendo sempre a tutti i nostri alleati che è giusto difendere l’Ucraina ma non siamo in guerra con la Russia, non abbiamo mai usato armi italiane in territorio russo. Abbiamo sempre avuto una visione e l’abbiamo sostenuta con coraggio anche essendo costretti a prendere posizioni dure non sempre in sintonia con i nostri alleati europei perché abbiamo una visione”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, segretario di Fi, intervenendo ad Atre

Onu, Mattarella: perno irrinunciabile, spetta a Stati renderla efficace

Roma, 14 dic. (askanews) – “Nel settantesimo anniversario dall’adesione”, all’Onu, “l’Italia saluta nelle Nazioni unite il perno irrinunciabile di un ordine internazionale fondato sul rispetto del diritto e su istituzioni multilaterali autorevoli. Oggi come allora, spetta agli Stati che ne sono membri la responsabilità di renderle efficaci e capaci di raggiungere i loro alti scopi, a beneficio di ogni essere umano. L’impegno di tutti consentirà che si affermino come patrimonio condiviso di tutta l’umanità”. Lo sottolinea il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio per ricordare il settantesimo anniversario della adesione all’Onu.

“Settanta anni fa, il 14 dicembre 1955 – ha sottolineato il Presidente – la Repubblica italiana veniva accolta alle Nazioni unite, la più importante tra le moderne organizzazioni internazionali, sorta sulle macerie del secondo conflitto mondiale con il fine dichiarato di “salvare le future generazioni dal flagello della guerra”.

“Fu necessario attendere dieci anni dalla fine della guerra per conseguire questo risultato, reso possibile dalla saggezza dei padri Costituenti che, nel redigere l’articolo 11 della nostra Carta fondamentale, conferirono dignità di valore costituzionale alla cooperazione multilaterale, consentendo, “in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”, ha aggiunto Mattarella nel suo messaggio.

Per il Presidente “da allora, l’Italia ha svolto responsabilmente il proprio ruolo di membro attivo della comunità internazionale, facendo della partecipazione alle Nazioni Unite un caposaldo della sua politica estera, al pari dell’integrazione europea e dell’Alleanza Atlantica”.

“L’Italia ospita importanti uffici e strutture delle agenzie ONU sul suo territorio, partecipa alle operazioni dei ‘caschi blu’ per il mantenimento della pace e si rende interprete di fondamentali campagne universali di civiltà, a cominciare dalla moratoria sulla pena di morte”.

Calcio, risultati serie A, Oggi Milan e Napoli in campo

Roma, 14 dic. (askanews) – L’Atalanta batte 2-1 il Cagliari grazie alla doppietta di Scamacca inframezzata dal momentaneo pareggio di Gaetano. La Dea passa all’11’ con una deviazione di tacco della punta azzurra e ha poi altre 3-4 palle gol. Nella ripresa crescono i sardi che al 75′ pareggiano con Gaetano. Sei minuti dopo la doppietta di Scamacca. Infortunio per Djimsiti. Oggi la Quindicesima giornata. Questi i risultati e la classifica di serie A:

Quindicesima giornata: Lecce-Pisa 1-0, Torino-Cremonese 1-0, Parma-Lazio 0-1, Atalanta-Cagliari 2-1, domenica 14 dicembre ore 12.30 Milan-Sassuolo, ore 15 Fiorentina-Verona, Udinese-Napoli, ore 18 Genoa-Inter, ore 20.45 Bologna-Juventus, lunedì 15 dicembre ore 20.45 Roma-Como.

Classifica: Milan, Napoli 31, Inter 30, Roma 27, Bologna 25, Como 24, Juventus 23, Lazio 22, Sassuolo, Cremonese 20, Atalanta 19, Udinese 18, Torino 17, Lecce 16, Cagliari, Genoa, Parma 14, Pisa 10, Verona 9, Fiorentina 6

Sedicesima giornata: sabato 20 dicembre ore 18 Lazio-Cremonese, ore 20.45 Juventus-Roma, domenica 21 dicembre ore 12.30 Cagliari-Pisa, ore 15 Sassuolo-Torino, ore 18 Fiorentina-Udinese, ore 20.45 Genoa-Atalanta, mercoledì 14 gennaio ore 18.30 Napoli-Parma, ore 20.45 Inter-Lecce, giovedì 15 gennaio ore 18.30 Verona-Bologna, ore 20.45 Como-Milan.

Voglio vederti danzare è il nuovo singolo di Federico Mecozzi

Milano, 14 dic. (askanews) – E’ disponibile in digitale e in streaming Voglio vederti danzare, il nuovo singolo di Federico Mecozzi, compositore e polistrumentista considerato tra i talenti più brillanti e versatili della scena strumentale italiana che dal 2009 affianca stabilmente Ludovico Einaudi nei più prestigiosi teatri e arene del mondo. L’uscita del singolo è accompagnata dal videoclip ufficiale diretto da Francesco Gardini e interpretato dal celebre ballerino e coreografo Kledi Kadiu.

Voglio vederti danzare è uno dei brani più iconici di Franco Battiato, pubblicato nel 1982 nell’album L’arca di Noè. Il testo e la musica uniscono la dimensione rituale della danza alle suggestioni culturali del Mediterraneo e dell’Europa orientale, in un equilibrio tra minimalismo, elettronica e sensibilità pop che ha reso il brano un classico della musica italiana. Nella reinterpretazione di Mecozzi, con la produzione artistica di Cristian Bonato, la traccia diventa un omaggio rispettoso ma al tempo stesso personale: una lettura che filtra la poetica di Battiato attraverso l’estetica del suo violino, l’uso evocativo delle dinamiche e una tessitura sonora che apre nuovi spazi espressivi.

Il singolo è il primo estratto da Traiettorie impercettibili, il prossimo disco di Federico Mecozzi in uscita in primavera, dedicato a Franco Battiato e apprezzato dalla Fondazione Battiato. Il singolo apre idealmente la strada a un percorso sonoro e artistico che rende omaggio a una delle figure più luminose della musica italiana, reinterpretandone lo spirito attraverso la sensibilità contemporanea di Mecozzi.

«Si tratta di un brano al quale sono particolarmente affezionato da un punto di vista prima di tutto musicale, per il grande potere ipnotico che ha la linea strumentale divenuta non a caso una sorta di tormentone, anche in versioni successive ancora più ballabili. Anche il testo però ha sempre esercitato un fascino esotico ed esoterico, nello stile inconfondibile, consueto ma imprevedibile di Battiato, nel suo evocare così potentemente la danza come forma mistica di connessione, nelle sue svariate forme. A questo proposito ringrazio di cuore Kledi per la sua generosità, oltre che per il suo talento, per aver infuso altra grande bellezza a questo progetto. Penso che la danza sia una sublimazione sensoriale della musica stessa»- racconta Federico Mecozzi.

Il singolo è accompagnato dal videoclip ufficiale, in uscita anch’esso il 12 dicembre, diretto da Francesco Gardini e interpretato dal celebre ballerino e coreografo Kledi Kadiu, presenza d’eccezione del progetto. Il video nasce da un profondo rapporto di stima e amicizia tra Mecozzi e Kledi, e traduce in movimento l’energia del brano, la sua tensione verso la luce e la sua evocazione poetica.

«Partecipare a questo progetto artistico di Federico Mecozzi è stato per me un vero piacere. Federico è un artista straordinario, oltre che una persona di grande umanità e, fin dal nostro primo incontro, si è creata una sintonia naturale. Condividiamo Rimini come casa e questo legame con il territorio ha reso ancora più spontaneo il desiderio di collaborare. Quando mi ha fatto ascoltare il brano, ne sono rimasto subito affascinato, l’ho trovato intenso, elegante, perfetto per dare forma a una coreografia che potesse incontrare la sua musica. È stata un’esperienza preziosa, che mi auguro possa essere solo l’inizio di un percorso comune, con nuovi progetti in cui danza e musica continuino a intrecciarsi, magari immersi nello splendido paesaggio della nostra Romagna» – Kledi Kadiu.

Confronto di idee per un nuovo Campo degasperiano

È davvero un onore e un vero piacere per me introdurre questo incontro di presentazione del volume “Alcide De Gasperi. Rivoluzione, riforme, libertà”, biografia scritta da Igino Giordani, che fu suo amico, compagno di lotta e testimone diretto, e riproposto oggi, con cura e con sensibilità contemporanea, dai due curatori Lucio D’Ubaldo e Alberto Lo Presti.

Non si tratta soltanto della riedizione di un classico, ma di un atto di riconoscenza e, insieme, di un gesto politico e civile: riportare nel dibattito pubblico la figura di un uomo che seppe tenere insieme libertà e responsabilità, fede e ragione, radici e futuro.

Giordani e la sua  biografia fondativa

La biografia scritta da Giordani non è un’agiografia, ma è un ritratto vissuto.

È, come scrivono i curatori, una biografia fondativa”, perché racconta l’origine di un nuovo modo di intendere la politica: come costruzione, non come ricostruzione. Adone Zoli (Presidente del Consiglio nel 1957 e 58) lo disse con chiarezza: De Gasperi non fu il ricostruttore”, ma il costruttore dellItalia democratica. E Amintore Fanfani, che pure veniva da una generazione successiva, lo definì un “rivoluzionario sui generis”: un uomo capace di innovare senza rinnegare, di rompere gli schemi restando fedele all’essenziale.

Se si dovesse riassumere questa lezione in un’espressione, si potrebbe dire senza alcun dubbio che De Gasperi incarna quella che potremmo chiamare una radicalità dinamica.
Radicale, perché non si accontentò mai delle mezze misure morali o intellettuali. Dinamico, perché non fece mai dell’identità una gabbia. La sua vita infatti è un continuo attraversamento di confini: dall’Impero asburgico all’Italia unita, dalla monarchia alla Repubblica, dal cattolicesimo sociale del primo Novecento alla costruzione dell’Europa democratica.

 

Il realismo degasperiano

Questa capacità di leggere il tempo, di interpretarlo senza esserne travolto, fu la cifra del suo realismo cristiano. De Gasperi non aderì mai a un’ideologia chiusa, ma cercò ogni volta il punto d’equilibrio tra la fedeltà ai principi e la verità dei fatti. Lo fece quando, negli anni Trenta, dal silenzio della Biblioteca Vaticana, preparò la nascita della democrazia cristiana; lo fece nel dopoguerra, scegliendo l’Occidente e l’Alleanza Atlantica non per opportunismo, ma per convinzione: perché lì vedeva la possibilità concreta di difendere la libertà, e con essa la dignità dell’uomo.

Questa è la prima grande attualità del pensiero degasperiano. D’altra parte viviamo anche noi un tempo di ridefinizioni profonde: gli equilibri internazionali, le alleanze, le appartenenze culturali e politiche sono in movimento. In questo scenario, l’eredità di De Gasperi non consiste nel ripetere le sue scelte, ma nel ripetere ilsuo metodo: guardare la realtà per quella che è, non per quella che vorremmo che fosse.

Nel secondo dopoguerra De Gasperi seppe leggere il mondo nuovo che stava nascendo. Oggi tocca a noi avere il coraggio di fare lo stesso.

La “radicalità dinamica” dello statista trentino

Avere il coraggio anche di guardare ai vecchi alleati (come ai vecchi avversari) per ciò che sono diventati oggi.

Avere il coraggio, quindi, di prendere atto che alcune alleanze si stanno esaurendo e che occorre urgentemente costruirne di nuove guardando con realismo al mondo multipolare che sta nascendo.

Significa oggi uscire dal riflesso condizionato dalle appartenenze acritiche, e riscoprire la responsabilità di giudicare con spirito critico questo presente che ci è dato da vivere.

In fondo, la radicalità dinamica” di De Gasperi è proprio questo: la libertà di non essere prigionieri del passato.

De Gasperi non fu infatti un “moderato” nel senso pigrodel termine: fu un uomo che al contrario seppe scegliere – e spesso scelse da solo – quando e quanto il bene comune richiedesse. E se oggi l’Europa appare incerta sul suo ruolo nel mondo, fino al punto di rischiare di tradire se stessa e i suoi fondamenti di pace, la lezione di De Gasperi ci dice che servono meno adesioni formali e più visioni coraggiose, meno retorica e più costruzione.

L’uomo del dialogo

Il libro di Giordani, grazie anche alla preziosa introduzione dei curatori, mostra anche un altro tratto decisivo:

De Gasperi come uomo del dialogo, ma non del compromesso.

Sapeva, De Gasperi, che lunità dei cattolici, e più in generale delle forze democratiche, non si costruisce annullando le differenze, ma armonizzandole. “Solo i cattolici uniti – scriveva nel 1952 in una lettera allo stesso Giordani – possono impedire lo slittamento verso la tirannia.

Ma lunità, per lui, non era “uniformità”: bensì la capacità di convergere su un progetto comune, rispettando il pluralismo delle idee. Anche questo è un messaggio di incredibile modernità, in un tempo come il nostro dove si fatica a conciliare il pluralismo con la coesione.

De Gasperi in questo senso fu esempio di prudenza intesa, latinamente, come virtù attiva, non come rinuncia al rinnovamento. La sua prudenza fu intelligenza delle circostanze e nelle circostanze, fu rispetto per la complessità e rifiuto per l’improvvisazione.

Una prudenza, la sua, corroborata da una forza morale che gli derivava da una fede vissuta come servizio, e NON come una bandiera né tantomeno come una clava, come invece è abitudine di alcuni oggi. Come scrive infatti anche Fioroni nella presentazione del volume, egli fu “un uomo di lotta e di fede, un combattente per un superiore senso del dovere”.

È questo un ulteriore tratto che lo rende, ancora oggi, uno statista contemporaneo: intransigente nei valori, ma mai ideologico nelle soluzioni.

Rileggere, quindi, oggi questa biografia, a settant’anni dalla sua prima edizione, significa anche riflettere su un tipo di politica che non si limita a gestire l’esistente, ma che costruisce; che non si chiude nel risentimento o nella nostalgia del passato, ma che sa aprirsi al futuro, riconoscendone la complessità ma senza smarrire il senso del bene comune.


Cosa significa essere degasperiani oggi?

Significa, inoltre, recuperare il valore della parola “riforma” nella sua vera accezione: quella che per De Gasperi era sinonimo di responsabilità. La riforma non è un gesto di rottura, ma un atto di costruzione consapevole: è costruire un ponte tra il passato e il futuro.

Concludo tornando a una frase che De Gasperi pronunciò nel 1954, poco prima di lasciare questo mondo:

In quei tempi durissimi non abbiamo mancato di coraggio, e non ci venne mai meno la speranza nel nuovo Risorgimento.

Quelle parole, scritte per un’Italia da poco uscita dalle macerie, valgono anche per noi.
Essere degasperiani oggi non vuol dire rifugiarsi nella memoria, ma avere la responsabilità di coltivare attivamente la speranza ovvero coltivare la fiducia che libertà, giustizia e solidarietà non siano retaggi del passato, ma strumenti per interpretare il presente e costruire il futuro.

Significa costruire un nuovo “campo degasperiano” E se avremo la forza di farlo, allora la sua eredità non sarà solo ricordata, ma vissuta.

Nota

Il dibattito si è tenuto nella Sala degli Anziani di Palazzo DAccursio. Chiara Pazzaglia, presidente provinciale delle Acli, ha svolto il ruolo di coordinatrice. In apertura FilippoDiaco (Consigliere del Comune di Bologna) ha portato il suo saluto. Marco Follini, Giuseppe Fioroni e Gianfranco Astori hanno animato il confronto. All’ultimo momento il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, ha dato forfait. Annotazione finale: Andrea Babbi ha assicurato la sua apprezzata supervisione organizzativa per la buona riuscita dell’evento.
Immagine di copertina – Credits: “Foto Schicchi”

L’Occidente come dialogo, non come recinto

Radici dellOccidente, non identità blindata

Prendo spunto dalle affermazioni del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, ospite di Bruno Vespa, per qualche considerazione.

Sicuramente, i bambini e i ragazzi dovrebbero acquisire consapevolezza di cosa voglia dire “Occidente”: quelle radici, lo ricordava l’uomo di governo, che si possono rinvenire ad Atene, a Gerusalemme, a Roma e, aggiungerei, ad Alessandria d’Egitto.

Radici, tuttavia, non discorso identitario chiuso, concluso, del tutto determinato. L’identità, al contrario, si definisce con gli incontri, le “contaminazioni”. Essa, anzi, si situa proprio lì, nel “meticciato”; è un vero e proprio ossimoro vivente.

Atene e la nascita del dialogo

Atene, ad esempio: nascono, come gemelle, la politica e la filosofia. E Socrate è il pensatore urbano per antonomasia, in tensione con la polis, fino alla morte, e, al tempo stesso, sua espressione. Ed è il filosofo dell’agorà.

E come espone Platone il pensiero del maestro? Con i Dialoghi. Un vero e proprio genere letterario, quello dialogico, non a caso riproposto a Roma, seppur in modo assai differente, ad esempio da Cicerone.

Ecco, già si fa evidente il carattere dialogico che contraddistingue, fin dalla nascita, la civiltà occidentale.

Il dialogo come ricerca aperta

In un mondo divenuto un villaggio come quello odierno, poi, l’apertura dialogica andrebbe radicalizzata: non più solo come metodo per “tirar fuori” una verità già disponibile in nuce, bensì come ricerca condivisa dall’esito inevitabilmente incerto. O dagli esiti incerti, al plurale.

Quel “plurale” che a sua volta è proprio del nostro patrimonio culturale.

L’Occidente, insomma, come terminus a quo (punto di partenza), non come terminus ad quem (approdo).

 

Contro il rischio del nozionismo:

E sullo sfondo, anche rispetto al “ritorno”, seppur facoltativo, del latino nell’istruzione primaria, scorgo l’insidia del nozionismo. Valditara ha citato Antonio Gramsci sull’importanza dello studio del latino; lo stesso Gramsci, tuttavia, ammoniva sul fatto che non si possono ridurre l’apprendimento e la cultura a un insieme di date e di dati.

E si tratta di una tendenza, ahinoi, già in atto.

Insomma, sì al rigore, sì alla serietà, ma senza smarrire, in nome di un ritorno alla “lettera” dell’Occidente, il suo “spirito” più profondo e forte.

Quale futuro per il movimento sindacale? Campanella traccia una pista di riflessione

La fine di una categoria fondativa

Nell’articolo pubblicato su “nonmollare, Danilo Campanella affronta una questione centrale del nostro tempo: il destino del sindacato in una società che ha progressivamente smarrito la nozione classica di “classe operaia”. Le trasformazioni intervenute negli ultimi decenni – dalla post-industrializzazione alla digitalizzazione, fino alla crisi della partecipazione politica e sociale – hanno eroso le basi storiche su cui il sindacalismo novecentesco aveva costruito la propria forza.

Dal conflitto alla mediazione

Campanella ricostruisce la transizione da un sindacato di lotta, radicato in una classe relativamente omogenea, a un sindacato chiamato a misurarsi con una realtà frammentata, segnata dall’individualizzazione dei diritti e dalla diversificazione delle condizioni di lavoro. L’evoluzione della forza lavoro, sempre più alfabetizzata e mobile, ha indebolito la spinta collettiva originaria, costringendo le organizzazioni sindacali a sperimentare strategie diverse: dalla rivendicazione politica alla mediazione, fino alla trasformazione in strutture di servizi e consulenza.

Tecnologia e disincanto

Un passaggio rilevante del testo riguarda il rapporto tra lavoro, tecnologia e cultura del consumo. Superata la stagione del luddismo, l’illusione di un protagonismo diffuso ha accompagnato la transizione verso l’economia di mercato e la digitalizzazione. Il lavoratore, sempre più consumatore e produttore di contenuti, fatica a riconoscersi come soggetto collettivo. Ne deriva una crisi profonda della rappresentanza e della partecipazione sindacale.

Un nuovo ruolo possibile

Secondo Campanella, il futuro del sindacato non può più fondarsi sull’idea di muovere masse né su una visione ideologica del conflitto. Si profila piuttosto un ruolo di intermediazione responsabile tra Stato, imprese e cittadini-lavoratori, nel rispetto dei vincoli dell’economia liberale. Un sindacato non di massa, ma per le persone, capace di tutelare diritti e bisogni concreti senza confondere i ruoli né cedere a scorciatoie politiche.

Una domanda aperta

È possibile, allora, un sindacalismo dei cittadini in una società “social-democratica”, laica e repubblicana? È questa la domanda che Campanella affida al dibattito pubblico.

Per leggere l’articolo di Danilo Campanella clicca qui e vai alle pagine 12-13 di “nonmollare”

https://criticaliberale.it/2025/12/02/uscito-il-n-181-del-nonmollare-scaricabile-gratis-qui/

La Cgil archivia l’unità sindacale

 Un pilastro del passato

È inutile girarci attorno. Se si vuole essere intellettualmente onesti, non possiamo non dire che l’unità sindacale – pilastro e faro delle grandi organizzazioni sindacali del passato – è ormai un mero ricordo. O meglio, un tema di fatto archiviato. Non lo dico per polemica e né, tantomeno, per un pregiudizio. È appena sufficiente prendere atto della realtà che si è concretamente dispiegata di fronte ai nostri occhi in questi ultimi anni per rendersene conto.

E, su questo versante, non possiamo non parlare del comportamento e del progetto, peraltro legittimi, della più grande organizzazione sindacale del nostro Paese, ovvero la Cgil.

Da sindacato a soggetto politico

Dunque, se non siamo accecati dall’ideologia o, peggio ancora, dall’ipocrisia, la Cgil sotto la guida di Landini si è definitivamente ed irreversibilmente trasformata da soggetto sindacale a soggetto politico. Detta con parole più semplici, in un partito. E questo ancora al di là delle ambizioni politiche, anche queste legittime, del suo attuale capo Landini.

Perché ormai, ed è inutile nasconderlo, la Cgil, cioè lo storico “sindacato rosso” che aveva il compito di essere la “cinghia di trasmissione” tra il partito e il sindacato, è diventata a tutti gli effetti un soggetto politico. Ovvero un partito.

Lopposizione come missione

Del resto, ormai è quasi un dato scontato prendere atto che la Cgil partecipa attivamente al dibattito politico, è in prima linea nella dura, spietata e feroce opposizione al nemico politico dichiarato – cioè la coalizione di governo guidata da Giorgia Meloni – e, soprattutto, ha del tutto trascurato progressivamente qualsiasi ipotesi di accordo o confronto con le altre due grandi organizzazioni sindacali, la Cisl e la Uil.

L’obiettivo di costruire strategie comuni e prospettive di accordi a vantaggio dei lavoratori e dei ceti popolari del nostro Paese è stato semplicemente sacrificato sull’altare del protagonismo politico e partitico della Cgil.

Una verità scomoda

Ed è anche un atteggiamento meschino, nonché sterile, fingere che la Cgil rimanga una grande organizzazione sindacale che continua a fare il sindacato. Forse è arrivato il momento affinché ognuno si assuma le sue responsabilità e dica semplicemente la verità.

Che, nel caso specifico, significa anche prendere atto che oggi la mission, il ruolo e la funzione del sindacato continuano ad essere esercitati sino in fondo da due altrettanto grandi organizzazioni: la Cisl e la Uil.

Il compito riformista della Cisl

Ma è soprattutto la Cisl, restando come ovvio fedele alla sua specificità ed originalità culturale ed ideale, che deve declinare – oggi più che mai – il compito del sindacato. E quindi: contrattazione locale e nazionale; centralità del merito delle questioni; autonomia dai partiti e dai rispettivi schieramenti; approccio riformista e democratico; nessun pregiudizio nei confronti delle parti sociali e, nello specifico, nessun pregiudizio politico, ideologico e culturale nei confronti del Governo di turno.

Un Governo che non è mai un nemico dichiarato da abbattere, ma sempre e solo un necessario ed indispensabile interlocutore istituzionale. Ingredienti, questi, che sono l’esatto contrario del comportamento concreto della Cgil a guida Landini.

Un danno per la democrazia

Per queste ragioni, semplici ma oggettive, la storica unità sindacale è, purtroppo, diventata solo un retaggio del passato. Un fatto che, comunque lo si giudichi, certamente non rafforza la qualità della nostra democrazia e il ruolo essenziale dei corpi intermedi.

Ucraina, La Russa: centrodestra troverà certamente una sintesi

Roma, 13 dic. (askanews) – Ignazio La Russa è sicuro che il centrodestra “troverà una sintesi” sul sostegno all’Ucraina, la cui difesa equivale “a difendere l’Europa e l’Italia”, così come è nell’interesse nazionale “costruire ponti” tra l’Europa e gli Stati Uniti.

“Non credo” che le divisioni nel centrodestra sul tema “porteranno ad una ammaccatura ma alla necessità di trovare una sintesi e le sintesi sono la forza del centrodestra. La vera differenza tra noi e loro è che noi riusciamo a fare sintesi. Sensibilità diverse sono motivo di ricchezza se poi si trova la sintesi e anche in questo caso troveremo certamente la sintesi”, ha detto il presidente del Senato dal palco di Atreju, dove è stato intervistato da Enrico Mentana.

La Russa ha poi osservato come il sostegno di Meloni all’Ucraina non è dovuto solo al “riconoscimento dell’eroismo di un popolo: la posizione della nostra presidente del Consiglio è che difendere l’Ucraina è difendere l’Europa e l’Italia. L’interesse nazionale è sempre in cima ai suoi pensieri e coincide con la difesa dei confini europei”, anche “costruire ponti tra l’Europa e gli Stati Uniti è nell’interesse dell’Italia”.

Calcio, risultati serie A: Lazio a ridosso dell’Europa

Roma, 13 dic. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Parma-Lazio 0-1

Quindicesima giornata: Lecce-Pisa 1-0, Torino-Cremonese 1-0, Parma-Lazio 0-1, ore 20.45 Atalanta-Cagliari, domenica 14 dicembre ore 12.30 Milan-Sassuolo, ore 15 Fiorentina-Verona, Udinese-Napoli, ore 18 Genoa-Inter, ore 20.45 Bologna-Juventus, lunedì 15 dicembre ore 20.45 Roma-Como.

Classifica: Milan, Napoli 31, Inter 30, Roma 27, Bologna 25, Como 24, Juventus 23, Lazio 22, Sassuolo, Cremonese 20, Udinese 18, Torino 17, Atalanta, Lecce 16, Cagliari, Genoa, Parma 14, Pisa 10, Verona 9, Fiorentina 6

Sedicesima giornata: sabato 20 dicembre ore 18 Lazio-Cremonese, ore 20.45 Juventus-Roma, domenica 21 dicembre ore 12.30 Cagliari-Pisa, ore 15 Sassuolo-Torino, ore 18 Fiorentina-Udinese, ore 20.45 Genoa-Atalanta, mercoledì 14 gennaio ore 18.30 Napoli-Parma, ore 20.45 Inter-Lecce, giovedì 15 gennaio ore 18.30 Verona-Bologna, ore 20.45 Como-Milan.

Pd, domani assemblea. Tensioni minoranza su ipotesi conta

Roma, 13 dic. (askanews) – Dovrebbe essere “l’anti-Atreju”, l’assemblea Pd di domani, una prova di forza per rilanciare la leadership di Elly Schlein in risposta alla celebrazione di Giorgia Meloni che andrà in scena sotto le mura di Castel Sant’Angelo, mentre la discussione politica verrebbe rimandata a gennaio, in direzione. Ma la situazione si sta complicando di nuovo, la minoranza minaccia di dare battaglia se il quartier generale Pd deciderà di andare alla conta su un documento programmatico pensato per sancire l’allargamento della maggioranza schleiniana a Stefano Bonaccini e alla sua “Energia popolare”, naturale conseguenza della rottura del fronte riformista Pd avvenuto a settembre.

Sfumata l’ipotesi di una modifica allo statuto per chiarire che solo la segretaria può essere candidata premier a eventuali primarie di coalizione – e con il congresso che resta per ora un desiderio dell’ala dura vicina a Elly Schlein – resta da capire quale sarà il “copione” della riunione di domattina, perché Bonaccini vuole fortemente la conta su un documento, convinto che in assemblea i numeri siano favorevoli a lui e meno ai riformisti di Lorenzo Guerini, Graziano Delrio, Giorgio Gori, Pina Picierno, Walter Verini, Sandra Zampa e via dicendo.

L’idea del documento, peraltro, non entusiasma troppo nemmeno gli schleiniani di Montepulciano, quelli riuniti da Dario Franceschini, Andrea Orlando, Peppe Provenzano e Roberto Speranza. “Che bisogno c’è – si chiede uno dei deputati Pd che hanno organizzato il convegno toscano – di un documento, dopo che la segretaria avrà fatto comunque la sua relazione?”.

La risposta in realtà c’è, il documento servirebbe appunto ad ufficializzare il rafforzamento della maggioranza che sostiene la Schlein con l’allargamento a Bonaccini, un testo che richiami ai temi più congeniali alla linea seguita dal presidente Pd allo scorso congresso e che, al tempo stesso, risulti ostico ai “ribelli”, in modo da pesare i nuovi rapporti di forza con un voto.

L’apertura a Bonaccini, è la lettura di alcuni dei ‘toscani’, servirebbe anche a ribadire che nessuno può rivendicare una ‘golden share’ della maggioranza pro-Schlein. La relazione della segretaria, poi, dovrebbe avere un carattere più ‘ecumenico’, in linea con quel “sono la segretaria di tutti” pronunciato dalla Schlein a Montepulciano, mentre il documento aiuterebbe a contare le truppe di Bonaccini e quelle della nuova minoranza, almeno nell’assemblea Pd.

Le riunioni, da un lato e dall’altro, si susseguono in queste ore e tra minoranza e Nazareno è aperta un’interlocuzione. I riformisti hanno fatto arrivare un messaggio chiaro: se deve essere un’assemblea unitaria, per rispondere alla Meloni, non ci potete poi mettere all’angolo con un documento che non possiamo votare, ci si limiti alla relazione della Schlein. Se invece si sceglierà di andare alla conta, è l’avvertimento, ci si prepari ad un’assemblea infuocata.

Per rendere più concreto il ragionamento, tutti i dirigenti della minoranza (tranne Guerini e Verini, per motivi personali) hanno fatto sapere che domani saranno in presenza all’assemblea, nonostante sia possibile seguire i lavori anche online. Tutti in sala, pronti a iscriversi a parlare per alzare la voce su tutti i temi che non vanno, “dagli attacchi a Delrio per il ddl alle frasi di Conte sull’Ucraina e l’Europa”.

La Schlein, raccontano, ha preso nota delle richieste della minoranza. Farà il punto con i suoi in queste ore, si consulterà con le varie anime che la sostengono, cercando una soluzione che eviti di trasformare il ‘controcanto’ alla Meloni in uno scontro interno al Pd.

Guggenheim Bilbao, nuove opere e nuovo display della collezione

Bilbao, 13 dic. (askanews) – Un diverso allestimento per mostrare al pubblico le nuove acquisizioni della collezione e dare nuova energia alle grandi sale del terzo piano. Il Museo Guggenheim di Bilbao presenta oggi esposte opere di Damien Hirst, Robert Ryman o Al Held, che dialogano con quelle, gi note ai visitatori, di Rothko, Cy Twombly o Yves Klein. Il progetto di riallestimento stato curato da Marta Blvia. “Abbiamo avuto due intenzioni diverse – ha detto ad askanews -: la prima di condividere con i nostri visitatori le nuove acquisizioni della collezione, che sono tante. E poi la seconda intenzione stata di mostrare la diversit della nostra collezione. Noi abbiamo una collezione piccola, 169 opere, ma molto diverse tra di loro, che ci permettono di seguire un po’ l’evoluzione della storia dell’arte, dalla met del XX secolo fino a oggi”.

In mostra, accanto ad alcune opere monumentali che si adattano alla perfezione alla dimensione del museo basco, anche due meravigliosi Lucio Fontana scuri, e poi l’ipnotico Led verticale di Jenny Holzer, nella stessa sala con Kiefer e Mona Hatoum. “Abbiamo articolato ogni galleria intorno a un tema – ha aggiunto Blvia – tra gli altri lo spazio, la gestualit nella pittura, l’arte pop, l’idea di violenza e le sue tracce, per far vedere ai nostri visitatori tutte le opere che abbiamo, la molteplicit di discipline, di approcci, di desideri e di pensieri intorno all’arte come forma di riflessione intorno alla nostra realt”.

Alla fine per, l’emozione pi forte e intensa continua a regalarla un’opera che da anni domina la galleria 304 del Guggenheim: il grande mare di alluminio di El Anatsui. Un capolavoro enorme e ipnotico che continua a scrutare dentro di noi, lasciandoci senza fiato. (Leonardo Merlini)

Calcio, Spalletti: "Ho parlato con Elkann, tornare a vincere"

Roma, 13 dic. (askanews) – Luciano Spalletti guarda al futuro della Juventus con fiducia e rilancia l’ambizione bianconera alla vigilia della sfida di Bologna, snodo chiave della corsa Champions. ‘Ho sentito e visto John Elkann ieri, spesso mi manda anche i suoi pareri. Come ha detto lui oggi pensando al futuro, dobbiamo avere in testa l’idea di tornare a vincere. Finché la matematica non ci condannerà, dobbiamo provare a stare nella tavola rotonda’, spiega l’allenatore, mentre il club è al centro delle attenzioni anche per le recenti vicende societarie, con Elkann che ha respinto l’offerta di Tether per il controllo della società.

Il tecnico bianconero sottolinea il peso della vicinanza della proprietà: ‘Sono arrivato da poco, ma fa piacere sentire la forza e la passione di John Elkann e della famiglia per la Juventus. Sta a noi onorare il passato e costruire un futuro dello stesso livello o ancora migliore’. Spalletti non nasconde l’ottimismo: ‘Nessuno mi convincerà che questi ragazzi non siano bravi o che non riusciremo a superare i limiti. Ho accettato questo incarico credendo nel miglioramento: un allenatore deve essere ossessionato dall’idea di far crescere la squadra. Ho un gruppo interessato e disponibile’.

Sul campo, l’attenzione è tutta rivolta allo scontro diretto del Dall’Ara. ‘Al Bologna vanno fatti i complimenti: a chi lo allena e a chi lo ha costruito. È una squadra che non ha paura, vuole decidere le regole della partita e indirizzarti negli spazi che preferisce. Bisognerà abbattere questi recinti, non uomo contro uomo ma uomo oltre l’uomo. Se non saremo pronti, sarà una serata complicata’. Parole di stima anche per Vincenzo Italiano: ‘È uno dei più forti della nuova generazione, da lui si possono imparare tante cose. L’ho sempre detto a tutti, non solo a De Laurentiis’.

Dal punto di vista tattico, Spalletti sembra orientato a dare continuità al 3-4-2-1, con Conceicao e Yildiz alle spalle della punta. ‘Conceicao può diventare più decisivo sotto porta, ha uno spunto micidiale. Deve crescere nei duelli, ma ho visto grande disponibilità anche in fase difensiva’. In difesa, Rugani è già utilizzabile, seppur con cautela, mentre per Bremer servirà ancora tempo. ‘Nel calcio di oggi non vinci occupando posizioni, ma spazi: i moduli sono solo un punto di partenza’.

Capitolo ritiro: nessun passo indietro. ‘Non andremo più in ritiro, è una fatica maggiore. Si inizia a pensare troppo presto alla partita e ci si corrode. Se hai un gruppo serio come questo, non serve: chi indossa la maglia della Juventus è in ritiro anche a casa. I risultati dipendono dallo stile di vita, non è che se sei privilegiato devi stare in prigione’. Una linea chiara, nel segno della responsabilità e della fiducia.

Calcio, Torino-Cremonese 1-0: decide Vlasic

Roma, 13 dic. (askanews) – Il Torino ritrova la vittoria in Serie A dopo quasi due mesi, superando 1-0 la Cremonese davanti al proprio pubblico. Decide la sfida il sinistro al volo di Nikola Vlasic al 27′, su assist di Duvan Zapata. Un successo che permette ai granata di Baroni di tornare a sorridere: i punti in classifica sono ora 17, tre in meno della squadra di Nicola.

La partita si apre con una chance per Adams, che conclude trovando la risposta di Audero. Al 27′ arriva l’episodio decisivo: Zapata lavora spalle alla porta e serve Vlasic, che colpisce al volo di sinistro e sorprende Audero sul primo palo. La Cremonese prova a reagire subito con Bonazzoli, ma Paleari è attento e respinge la rovesciata dell’attaccante grigiorosso.

Nella ripresa il Torino sfiora il raddoppio con Ismajli, fermato dal portiere, mentre Nicola prova a cambiare l’inerzia inserendo Zerbin e poi l’ex Sanabria al 64′. Adams tenta ancora di chiudere i conti con un destro a giro, ma Audero salva. Nel finale Moumbagna spreca da pochi passi, mentre al 99′ un tocco di mano in area di Simeone fa protestare la Cremonese: il Var controlla ma Marinelli non viene richiamato al monitor.

Finisce 1-0: per il Torino è la prima vittoria dal 26 ottobre, quando arrivò il 2-1 sul Genoa. Un risultato che allenta la tensione dopo settimane difficili, mentre la Cremonese resta a quota 20 e manca l’occasione di un aggancio importante in classifica.

Calcio, risultati serie A: Lecce scatto salvezza

Roma, 13 dic. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Torino-Cremonese 1-0

Quindicesima giornata: Lecce-Pisa 1-0, Torino-Cremonese 1-0, ore 18 Parma-Lazio, ore 20.45 Atalanta-Cagliari, domenica 14 dicembre ore 12.30 Milan-Sassuolo, ore 15 Fiorentina-Verona, Udinese-Napoli, ore 18 Genoa-Inter, ore 20.45 Bologna-Juventus, lunedì 15 dicembre ore 20.45 Roma-Como.

Classifica: Milan, Napoli 31, Inter 30, Roma 27, Bologna 25, Como 24, Juventus 23, Sassuolo, Cremonese 20, Lazio 19, Udinese 18, Torino 17, Atalanta, Lecce 16, Cagliari, Genoa, Parma 14, Pisa 10, Verona 9, Fiorentina 6

Sedicesima giornata: sabato 20 dicembre ore 18 Lazio-Cremonese, ore 20.45 Juventus-Roma, domenica 21 dicembre ore 12.30 Cagliari-Pisa, ore 15 Sassuolo-Torino, ore 18 Fiorentina-Udinese, ore 20.45 Genoa-Atalanta, mercoledì 14 gennaio ore 18.30 Napoli-Parma, ore 20.45 Inter-Lecce, giovedì 15 gennaio ore 18.30 Verona-Bologna, ore 20.45 Como-Milan.

L’AS Roma annuncia una nuova partnership strategica con Wizz Air

Roma, 13 dic. (askanews) – L’AS Roma “è orgogliosa di svelare una nuova importante partnership con Wizz Air, una delle principali compagnie aeree low-cost europee e uno dei maggiori carrier nel panorama aereo italiano”. L’accordo nomina Wizz Air come Main Partner del Club e introduce una sponsorizzazione in evidenza sulla manica della maglia, che debutterà il 15 dicembre. Nell’ambito di questa partnership, Wizz Air diventerà anche la compagnia aerea ufficiale dell’AS Roma, portando la prima squadra alle partite nazionali durante tutta la stagione.

“Siamo entusiasti di dare il benvenuto a Wizz Air nella famiglia dell’AS Roma”, ha dichiarato Michael Gandler, Chief Business Officer AS ROMA. “Questa partnership unisce due organizzazioni che stabiliscono standard elevati, ispirano passione e mantengono un legame eccezionalmente forte con i propri supporter. Il calcio unisce le persone, e lo stesso fa Wizz Air. Mostrare il loro brand sulla nostra manica segna un nuovo entusiasmante capitolo per il club.”

Come parte della partnership, Wizz Air sarà presente in numerosi punti di contatto del club, inclusa la visibilità durante le partite, sui canali digitali e attraverso iniziative dinamiche di fan-engagement. Rinomata per la sua flotta moderna, i prezzi accessibili leader di mercato e la missione di rendere i viaggi aerei accessibili a tutti, Wizz Air lavorerà a stretto contatto con l’AS Roma per offrire promozioni esclusive, pacchetti viaggio per i supporter e attivazioni speciali durante tutta la stagione, aiutando i tifosi giallorossi a rimanere più vicini al club in casa e in trasferta.

“Wizz Air è incredibilmente orgogliosa di collaborare con l’AS Roma, un club che, come noi, è amato dagli italiani per la sua ambizione, energia e profonda connessione con la sua comunità”, ha affermato Silvia Mosquera, Commercial Officer di Wizz Air. “Proprio come il calcio riunisce le persone, Wizz Air collega milioni di persone in Europa e oltre. Diventare la Compagnia Aerea Ufficiale dell’AS Roma è un grande onore e non vediamo l’ora di supportare la squadra a terra e in volo, creando al contempo esperienze indimenticabili per i tifosi.”

Questa “storica collaborazione unisce due brand noti per la loro audace crescita, il seguito appassionato e l’impegno per l’eccellenza. Con milioni di supporter in tutto il mondo e una storia radicata nel cuore della capitale italiana, l’AS Roma continua ad elevare la sua strategia commerciale globale allineandosi con partner di livello mondiale che ne condividono la visione, i valori e la traiettoria ambiziosa”, conclude la nota della As Roma.

Salvini su Russia e Ucraina: l’Europa boicotta il processo di pace

Milano, 13 dic. (askanews) – Il leader leghista Matteo Salvini ha parlato della guerra tra Russia e Ucraina a margine di un evento a Milano. “L’Europa prima non c’era, adesso mi sembra che stia boicottando un processo di pace, forse perch Macron, Starmer e altri leader sono in difficolt in casa loro e quindi devono portare all’esterno i problemi francesi o inglesi, per noi non siamo in guerra contro la Russia e non voglio che i miei figli entrino in guerra contro la Russia. Quando c’ una potenza che ha 6000 testate nucleari il dialogo di cui parla sempre il Santo Padre, Papa Leone, la via maestra, quindi lasciamo che Trump, Zelensky e Putin trovino un accordo senza disturbare questo percorso”.

Governo, Buffon: Meloni rappresenta nel modo migliore nostra Nazione

Roma, 13 dic. (askanews) – Giorgia Meloni “rappresenta nel modo migliore la nostra nazione, sta governando da tanto e questo è un grandissimo risultato”. Lo ha detto Gianluigi Buffon, capo delegazione della Nazionale italiana di calcio, a Corriere tv, arrivando alla festa di Atreju per prendere parte al dibattito con il ministro dello Sport Andrea Abodi dal titolo “Quando lo sport diventa comunità: il ruolo degli oratori nella formazione dei giovani”.

“Adesso il nostro obiettivo è andare al mondiale. La mia fortuna è stata non tanto viverlo da protagonista, quanto viverlo da tifoso”, ha aggiunto Buffon nel suo intervento ad Atreju, la kermesse di Fdi in corso a Roma, “Andarci porterebbe magia nel Paese e l’Italia diventerebbe un grandissimo oratorio dove tutti siamo uniti”.

Calcio, Chivu: "Troppe etichette sull’Inter, stiamo facendo bene"

Roma, 13 dic. (askanews) – Cristian Chivu allunga lo sguardo oltre l’immediato e difende con decisione il percorso dell’Inter, respingendo letture riduttive e giudizi affrettati. Nella conferenza stampa che precede la trasferta di Genova, il tecnico nerazzurro ha toccato temi tecnici, emotivi e identitari, ribadendo la volontà di restare fedeli a un’idea di calcio riconoscibile nonostante pressioni, assenze e aspettative sempre elevate.

L’Inter arriverà in Liguria con una lista di indisponibili significativa: Acerbi e Calhanoglu sono fuori causa, così come Darmian e Dumfries. Un quadro che obbliga a soluzioni alternative ma che, nelle parole dell’allenatore, non deve diventare un alibi. ‘Siamo abituati a convivere con le pressioni – ha spiegato Chivu – all’Inter è normale, perché qui bisogna sempre vincere ed è giusto che sia così’. Dopo vent’anni vissuti all’interno del club, l’allenatore rivendica una conoscenza profonda dell’ambiente e invita a guardare oltre il risultato secco: ‘Non mi piacciono le etichette, se ne mettono troppe. Io non valuto una vittoria o una sconfitta, ma il percorso di crescita’.

Nel bilancio delle ultime gare, Chivu ha difeso l’atteggiamento mostrato dalla squadra anche contro avversari di caratura internazionale. Il confronto con il Liverpool, arrivato dopo una partita dispendiosa come quella contro il Como, viene letto in chiave positiva: ‘Dal punto di vista dell’intensità abbiamo aggiunto qualcosa in più. L’avversario era diverso, con più esperienza e qualità individuale, ma non abbiamo abbassato il livello’. Un passaggio che diventa quasi una dichiarazione di intenti: ‘Mi prendo tutto quello che di buono abbiamo fatto, perché l’atteggiamento e il gioco non sono stati inferiori’.

Il tema delle rimonte mancate, quando l’Inter si è trovata in svantaggio, viene ricondotto agli episodi e a singoli momenti della stagione. Chivu cita errori precisi, come il primo tempo contro l’Udinese o il secondo a Napoli, ma difende la coerenza della squadra: ‘Per il resto siamo sempre stati lì, cercando di essere dominanti e propositivi, senza speculare. Questa è la nostra identità e non vogliamo perderla’. L’obiettivo, semmai, è imparare dagli errori senza snaturarsi.

Alla domanda su cosa serva per compiere un ulteriore salto verso una mentalità davvero vincente, l’allenatore parla di percezioni e di gruppo. ‘La voglia c’è, il gruppo si è sempre messo in gioco. Non era scontato dopo l’estate che abbiamo vissuto’. Nonostante critiche e scetticismo iniziale, Chivu rivendica una stagione positiva, pur con alti e bassi: ‘Siamo sotto la lente d’ingrandimento dall’inizio, dicevano che eravamo falliti. Invece siamo qui, con determinazione e margini di miglioramento’.

C’è spazio anche per una riflessione più ampia sul ruolo dei tecnici emergenti e sulla comunicazione, con un riferimento diretto a Daniele De Rossi. ‘Dobbiamo avere l’umiltà di imparare da chi ha più esperienza. Con De Rossi ho vissuto anni importanti, ho sempre ammirato la sua intelligenza emotiva e calcistica’. Un riconoscimento che si intreccia alla sfida imminente, perché Genova non è mai stata una tappa semplice per l’Inter.

La vigilia, assicura Chivu, è stata vissuta con serenità e consapevolezza. ‘Sappiamo di dover aggiungere qualcosa in più in termini di attenzione, qualità e divertimento, ma il lavoro che stiamo facendo si vede in campo’. E sulla partita, il messaggio è chiaro: ‘Servirà una gara perfetta anche da parte nostra, con atteggiamento e voglia. A Genova dovremo mettere in campo tutto quello che abbiamo’.

Il banchiere centrale Cipollone ad Atreju per spiegare l’euro digitale

Roma, 13 dic. (askanews) – Sull’euro digitale “le resistenze maggiori sono soprattutto dal lato del sistema bancario. Ma non le chiamerei resistenze, sono legittime preoccupazioni. Si tratta di un’innovazione non banale e legittimamente gli operatori bancari si preoccupano di capire, per mitigare rischi e programmare gli investimenti”. Lo ha affermato Piero Cipollone, componente del Comitato esecutivo della Banca centrale europea, giunto a perorare la causa dell’euro digitale anche alla manifestazione annuale di Fratelli d’Italia, Atreju, in corso a Castel Sant’Angelo, a Roma.

Le banche hanno due tipi di preoccupazioni, quella ci possa essere una loro disintermediazione, “cioè che le persone tolgano i soldi dal conti correnti” per metterli sul “wallet” elettronico, ma secondo Cipollone le simulazioni della Bce escludono rischi di effetti destabilizzanti. E l’altra loro preoccupazione è: “non è che ci rubate il mestiere? Su entrambe di queste preoccupazioni noi abbiamo cercato di dare una risposta”. E “pensiamo che per le banche l’euro digitale possa essere una grande opportunità, perché potrebbero espandere i loro servizi in tutta Europa in maniera più facile”, e meno costosa rispetto a quanto avviene attualmente con i fornitori di servizi di pagamento non Ue.

Cipollone ha ribadito le aspettative e le speranze della Bce sulle tempistiche delle prossime tappe. “Se per la fine del 2026 avremo in piedi la legislazione a quel punto pensiamo di essere in grado di costruire tutta la macchina entro la prima metà del 2027 e quindi, a settembre del 27, di cominciare una fase di sperimentazione, il ‘Pilot’. Per poi partire con il lancio effettivo nel 2029. Abbiamo bisogno di questo tempo per fare tre cose. Primo costruire la macchina operativa, poi organizzare il Pilot e, terzo, per comunicare con i legislatori e soprattutto cominciare a parlare con i cittadini – ha proseguito – e spiegare esattamente come funzionerà, quali saranno le caratteristiche e quali saranno i benefici”.

La Bce, ha rivendicato, è sempre stata una sostenitrice dell’importanza del contante nell’economia. “E’ estremamente semplice da usare, come tale è inclusivo e lo si può usare dovunque ed è il mezzo di pagamento offerto dalla Banca centrale dei cittadini per i pagamenti al dettaglio. Quindi è sicuro, senza alcun rischio associato. Il guaio è che sta diventando sempre meno utilizzabile nell’economia perché l’economia si muove sempre più su una sfera digitale, dove ovviamente il contante non può essere utilizzato”.

“Significa che se le persone non hanno una cosa equivalente al contante per pagare online, sono private di una possibilità di pagare con quello che è lo strumento offerto dalla Banca centrale. Quindi la moneta di tutti: è come discriminare contro la moneta pubblica”. E alla Bce, in base al mandato istituzionale “dobbiamo estendere una specie di contante digitale che possa avere le stesse funzioni del contante ma nello spazio digitale. Questa è la motivazione fondamentale – ha detto – poi associata a questa ce ne sono alcune altre”.

“L’euro digitale è importante per l’Europa, perché via via che si espande lo spazio digitale dei pagamenti” su questo spazio, data la non presenza di operatori europei “la dipendenza verso alcuni pochi importanti operatori stranieri, non europei, diventa profonda”, ha rilevato. “Noi non abbiamo nulla contro gli operatori stranieri che lavorino nell’area dell’euro. Il problema è che noi vorremmo che l’area dell’euro avesse una infrastruttura autonoma, indipendente, che non dipenda dalle decisioni degli altri. Non fosse altro che per un problema di resilienza”.

Autonomia, Calderoli: mai finita nell’armadio

Roma, 13 dic. (askanews) – “La domanda sull’autonomia toglie dall’armadio ciò che tutti pensavano fosse andata nell’armadio. Non c’è mai andata. E non c’è solo l’autonomia differenziata, stiamo facendo anche la riforma di tre statuti: Sicilia, Trentino, Friuli. Poi c’è anche l’autonomia differenziata, approvata nel 2024. Quattro regioni (Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria) hanno chiesto di attivare i negoziati e da un anno si sono avviati su Protezione civile, professioni, previdenza completementare integrativa e sanità”. Lo ha detto il ministro per l’Autonomia Roberto Calderoli ad Atreju.

“Il Sud, il centro in particolare – ha ricordato – era stato attirato dall’autonomia differenziata. Su 15 regioni a statuto ordinario, 14 hanno chiesto l’autonomia differenziata. Fino al febbraio 2023, fino a quando c’era Bonaccini in prima fila con il suo sottosegretario all’autonomia più autonomista di Zaia. Quando Schlein è diventata segretaria di partito, i quattro governatori di centrosinistra hanno ricevuto una telefonata in cui gli veniva ordinato di essere contrari e votare contro l’autonomia. Lo slogan che è passato è stato quello che l’autonomia spacca l’Italia. Io sostengo sia una responsabilizzazione. Come dice Zaia in certe regioni c’è bisogno di più Stato e in altre di più autonomia e dove non interviene la regione lo stato deve intervenire”.

Ucraina, Salvini: Ue boicotta pace, non disturbi colloqui

Milano, 13 dic. (askanews) – “L’Europa prima non c’era, ora mi sembra che stia boicottando il processo di pace, forse perchè Macron, Starmer e altri leader sono in difficoltà in casa loro e quindi devono portare all’esterno i problemi francesi e inglesi. Ma noi non siamo in guerra contro la Russia e non voglio che i miei figli entrino in guerra contro la Russia”. Lo ha detto il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini, al termine di un evento della Lega Lombarda a Milano, aggingendo: “Quando c’è una potenza che ha 6000 testate nucleari, il dialogo di cui parla sempre papa Leone è la via maestra. Lasciamo che Trump Zelensky e Putin trovino un accordo senza disturbare questo percorso”.

E sull’invio di armi e la confisca degli asset russi, ribadisce: “Prudenza. C’è un tavolo faticosamente aperto grazie agli americani dove ucraini e russi dopo 4 anni di sangue sono tornati a parlarsi. Prudenza prima di parlare di armi, di missili, di confische di un patrimonio, perchè noi abbiamo più di 300 aziende in Russia e se tu cofischi i beni russi loro confiscano i beni degli italiani in russia… Fa bene il governo italiano a tenere una linea di prudenza. Spero che nel 2026 non ci sia più bisogno di armi: siamo parte fondante del governo, abbiamo semrpe difeso e sostenuto in tutte le maniere il popolo ucraino, con un tavolo di confronto aperto serve prudenza”, ha concluso.

Bielorussia, Lukashenko grazia 123 persone, tra cui il Nobel Ales Bialiatski

Roma, 13 dic. (askanews) – Il presidente bielorusso Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha graziato 123 persone tra cui il premio Nobel per la pace Ales Bialiatski e la musicista e oppositrice del governo bielorusso Maria Kolesnikova, e cittadini stranieri provenienti da diversi Paesi e condannati per “spionaggio e reati legati al terrorismo ed estremismo”.

Bialiatski è un attivista bielorusso a capo del Viasna Human Rights Centre e fondatore del Partito Bpf. Lukashenko, che ha ricevuto a Minsk l’inviato di Donald Trump John Coale, ha preso la decisione “nell’ambito degli accordi raggiunti con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e su sua richiesta, nonché nell’interesse della stabilità europea”.

Sono inoltre state revocate le sanzioni statunitensi sul potassio prodotto dalla Bielorussia: “Seguendo le istruzioni del presidente Trump, noi, gli Stati Uniti, revocheremo le sanzioni sul potassio”, ha dichiarato John Coale, parlando alla stampa da Minsk in un video pubblicato su Telegram dall’account Poul Pervogo, vicino alla presidenza bielorussa.

Pirelli HangarBicocca: nelle Navate un cinema per Nan Goldin

Milano, 13 dic. (askanews) – Venerd 12 dicembre 2025 Pirelli HangarBicocca ha presentato una serata speciale nella mostra This Will Not End Well, la prima retrospettiva dedicata al lavoro di Nan Goldin come filmmaker. Lo spazio delle Navate si trasformato in un vero e proprio cinema dove stato proiettato il film Liberty’s Booty di Vivienne Dick del 1980 interpretato tra gli altri dalla stessa Nan Goldin: un’indagine sulle sex workers nell’economia tardo capitalista, narrata dal punto di vista femminile, nonch un documento e una celebrazione della sottocultura newyorkese alla fine degli anni Settanta, la stessa raccontata da Goldin nei suoi slideshow. Vivienne Dick regista di fama internazionale e figura chiave del movimento No Wave a New York alla fine degli anni Settanta.

Dopo la proiezione si tenuta una conversazione, moderata da Cristina Piccino, tra Nan Goldin e Vivienne Dick durante la quale le due artiste hanno rivelato come entrambe siano state d’ispirazione reciproca per la propria attivit.

Tennis, Alcaraz sfida Sinner: "Voglio vincere gli Australian Open"

Roma, 13 dic. (askanews) – “Il mio obiettivo per il 2026 è l’Australian Open”. Carlos Alcaraz ha lanciato il guanto di sfida a Jannik Sinner in vista di Melbourne, primo torneo slam che inizierà il prossimo 18 gennaio. Il numero uno del mondo lo ha ribadito nel corso di un avvenimento molto speciale per lui, la cerimonia del Premio al Merito Sportivo della Regione di Murcia. A casa sua, nella sua terra, in mezzo alla sua gente. Alcaraz è sempre stato orgogliosissimo di essere murciano, e dal palco, commosso, ha parlato di quelli che saranno i suoi obiettivi per il 2026. “Quello principale è vincere in Australia, e il bello e il brutto di tutto questo è che si tratta del primo torneo dell’anno. Per questo sto affrontando l’off season con grande entusiasmo, per arrivare a Melbourne al massimo della forma”. Naturale, che “l’happy slam” sia il grande obiettivo di Alcaraz per il prossimo anno. L’Australian Open è infatti l’unico major che gli manca per completare un clamoroso career slam a nemmeno 23 anni compiuti, e in più una sua vittoria alla Rod Laver Arena significherebbe detronizzare Jannik Sinner, due volte vincitore a Melbourne, e accumulare punti importantissimi per la corsa al n.1 contro l’azzurro, visto che poi il fuoriclasse italiano, dopo lo slam, avrà tre mesi dove non dovrà difendere nulla, data la sospensione decisa con la Wada nei primi mesi del 2025.

Fumarola: ora patto sociale, serve dialogo e non alzare decibel

Roma, 13 dic. (askanews) – Dopo la manifestazione della Uil il 29 novembre e lo sciopero generale ieri della Cgil, oggi a scendere in piazza sulla manovra è stata la Cisl. Ognuno per conto proprio; modi diversi di intendere il sindacato, anche nel rapporto con il Governo; parole d’ordine e, soprattutto, prospettive agli antipodi. L’unità tra le tre confederazioni appare una chimera. In questa “fase complicata”, la strada del conflitto scelta dalla Cgil non convince la Cisl e nemmeno la Uil di Pierpaolo Bombardieri, che pure per molti mesi è andata a braccetto con l’organizzazione guidata da Maurizio Landini.

Il sindacato guidato da Daniela Fumarola ha indetto la sua manifestazione nazionale per “migliorare” la legge di bilancio e lanciare un nuovo patto sociale, un accordo della responsabilità su obiettivi condivisi. In particolare su salari, tutele nel mercato del lavoro, pensioni, scuola, ricerca e partecipazione.

“Serve una visione comune che unisca chi vuole evitare che l’incertezza si trasformi in rassegnazione – ha detto Fumarola – un Paese che si arrende alla paura non cresce: si divide. Serve un grande accordo fondato su partecipazione, nuova e agile concertazione, corresponsabilità, per unire le migliori energie. In un tempo in cui tanti strappano, noi vogliamo cucire. In un tempo in cui tanti dividono, noi vogliamo unire. In un tempo in cui tanti urlano no a tutto, noi vogliamo costruire dei sì concreti”.

Al Governo, la numero uno della Cisl ha chiesto di rifinanziare il fondo delle legge 76 sulla partecipazione ed estendere la defiscalizzazione della contrattazione di primo livello ai salari fino a 38mila euro. “Chiediamo un dialogo strutturato con il Governo – ha affermato – continuiamo a chiedere a tutte le forze sociali e imprenditoriali e allo stesso esecutivo di sedersi intorno a un tavolo e fissare obiettivi che devono traguardare il nostro Paese verso un futuro migliore. Il metodo del confronto va consolidato, non usato a corrente alternata. Apriamo una stagione di concertazione nuova per trovare soluzioni e decidere insieme”.

Infine, l’invito rivolto alle altre due confederazioni: “Possiamo avere culture, storie e linguaggi diversi. Ma il Paese ha bisogno che sul terreno dei contenuti, degli obiettivi e delle proposte a vincere sia la concretezza. Alla gara a chi urla di più, certo noi non abbiamo mai partecipato e mai parteciperemo”.

Secondo Fumarola serve “un sindacato forte, autonomo, riformista, capace di contrattare, negoziare e ottenere risultati. Noi non siamo il sindacato che si specchia nei cortei e si dimentica dei contratti. Noi siamo liberi, ci assumiamo la responsabilità di fare scelte anche scomode. Siamo il sindacato del riformismo, quello che preferisce una conquista vera a cento comunicati stampa – ha aggiunto – che preferisce un tavolo in più e uno striscione in meno. Il nostro mestiere non è incendiare i luoghi di lavoro: è difenderli, migliorarli. Rispettiamo le altre posizioni sindacali, ma pretendiamo rispetto vero. Chiediamo che si smetta di pensare che fa sul serio solo chi alza i decibel, mostra i denti e affossa i negoziati”.

(Tante) Fotografie per fermare la polvere d’oro che la vita

Milano, 13 dic. (askanews) – Una vita in 1200 fotografie, testimonianza di un intellettuale curioso, sempre in movimento, consapevole dell’impermanenza di ogni cosa. La Triennale Milano dedica a Ettore Sottsass la mostra “Mise en scne”, ricchissima raccolta di immagini del designer, scrittore e artista, curata anche dalla compagna Barbara Radice. “C’ questo senso del tempo che passa e va e va – ha detto ad askanews – forse ce l’abbiamo tutti. E poi c’ quella che lui chiama polvere d’oro, che la vita: allora lui voleva in qualche modo fermare la clessidra del tempo, cio un modo di dire per dire che voleva riuscire a fissare qualche cosa di quello che stava passando”.

Fissare i momenti, in qualche modo salvarli, ma anche, in un altro, ammettere che si pu solo accettare il flusso e lasciarsi trasportare, cercando nel frattempo di tenere gli occhi, o l’obiettivo della macchina fotografica, bene aperti. ” una storia sociale degli artisti e degli intellettuali degli ultimi trent’anni – ha aggiunto Stefano Boeri, presidente della Triennale – ma anche la storia di come una piccola Leica pu aver anticipato quello che oggi facciamo normalmente per accumulare in modo compulsivo le immagini sul nostro cellulare, ma al contempo una mirabile esplorazione di mondi sociali e geografici”.

La mostra, che molto intima, ma anche traversale a sufficienza da restituire forte la sensazione di intelligenza mobile di Sottsass, curata anche da Micaela Sessa, con l’art direction di Christoph Radl. E la semplicit dell’allestimento gioca un ruolo importante. “Niente cornici – ci ha detto – solo puntine da disegno e poi questa specie di continuit di racconto e mescolare, per esempio, Mick Jagger con il muratore di Filicudi”.

“Penso che non poteva essere diverso, proprio un racconto – ha aggiunto Barbara Radice a proposito dell’allestimento – mi piacciono molto anche queste foto grandi, questo tempio di Kanchipuram, credo, nel Tamil Nadu dove sembra di poter entrare, se cammini verso il tempio”. Insomma, un viaggio, di questo si ragiona e questo, probabilmente, stata sempre la vita di Ettore Sottsass, sia quando girava il mondo sia quando si fermava per raccontarlo nei suoi tanti modi.

Juventus, direttorio Exor respinge all’unanimità offerta Tether

Roma, 13 dic. (askanews) – Il direttorio di Exor “ha respinto all’unanimità l’offerta non sollecitata da parte di Teher investment per acquisire l’intero capitale della Juventus Football Club”. Lo si legge in un comunicato pubblicato da Exor. La holding “ribadisce le sue precedenti comunicazioni sul fatto che non ha intenzione di vendere alcuna delle sue quote sulla Juventus ad alcuna terza parti, incluso ma non solo alla Tether che ha sede a El Salvador”. “La Juventus – prosegue il comunicato – è uno storico club di successo, di cui Exor e la famiglia Agnelli sono orgogliosamente azionisti in maniera stabile da oltre un secolo. E restano pienamente impegnati verso la squadra, a supporto del nuovo management a favore dell’attuazione di una chiara strategia per portare a risultati solidi, sia dentro che fuori dal campo”.

Ucraina, Salvini: su aiuti militari chiediamo discontinuità. Sugli asset russi l’Ue scherza col fuoco

Milano, 13 dic. (askanews) – Confiscare gli asset russi “personalmente lo ritengo un azzardo e un’imprudenza e bene ha fatto il governo italiano a mettere i puntini sulle ‘I’, perché appunto siamo in un libero mercato, non siamo in guerra contro la Russia”. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini arrivando ad un evento della Lega Lombarda a Milano, a proposito delle puntualizzazioni del governo italiano sul congelamento indeterminato degli asset russi.

“Confiscare beni, soldi e negozi ha come controindicazione che i russi faranno altrettanto. Io ricordo che noi abbiamo 314 aziende italiane in Russia che fanno fatturato e che danno lavoro, quindi – ha aggiunto – mi sembra che a Bruxelles qualcuno stia scherzando col fuoco”.

Sull’invio di altri aiuti militari all’Ucraina “noi chiediamo una discontinuità rispetto agli anni passati, perché ci sono due novità: un tavolo di trattative aperto grazie a Trump, magari boicottato da qualcuno in Europa, e una corruzione dilagante in Ucraina. Quindi è chiaro che noi continuiamo a sostenere un popolo in guerra, però chiediamo prudenza, accortezza, responsabilità e sono convinto che saremo ascoltati”, ha ribadito il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini, riguardo al decreto per gli aiuti all’Ucraina che il governo dovrà licenziare entro l’anno.

Bce, Cipollone: "Oro tornato di moda", riserve globali ai massimi

Roma, 13 dic. (askanews) – “L’oro è tornato di moda”. E negli ultimi anni gli acquisti di oro da parte delle Banche centrali sono aumentati al punto che il livello complessivo delle loro riserve, a 36.000 tonnellate, “è quasi il massimo che hanno avuto nel momento in cui esisteva la convertibilità” tra banconote e oro. Lo ha rilevato Piero Cipollone, componente del Comitato esecutivo della Banca centrale europea intervistato oggi ad Atreju.

Una presenza inconsueta, quella di un banchiere centrale all’evento di un partito politico. Cipollone, che a meno di una settimana dal Consiglio ditrettivo della Bce non può rilasciare dichiarazioni attinenti alla politica monetaria, è venuto per spiegare il progetto dell’euro digitale su cui la Bce sta cercando di accelerare i temi, pressando il Parlamento europeo per l’adozione di una legge che lo autorizzi.

A fine intervista gli è stata rivolta una domanda sul tema delle riserve di oro della Banca d’Italia, dopo il dibattito innescato da emendamento presentato alla manovra di Bilancio. Cipollone non è entrato nello specifico di queste vicende, ma ha fatto un discorso più generale.

“Le riserve auree hanno un fondamento storico importante”, ha spiegato, risalente “a quando c’era la convertibilità” tra banconote e oro. “Servivano come riserva rispetto alle banconote perché uno poteva, in teoria, andare presso una Banca centrale dare la banconote” e ricevere oro. “Ovviamente il mondo è cambiato da allora, è cambiato moltissimo e questa convertibilità i paesi l’hanno abolita perché siamo passati a quella che è chiamata la moneta ‘fiat'”. Ora “la credibilità del valore della moneta è affidata alla credibilità della Banca centrale nell’essere capace di controllare i prezzi”.

“Oggi è questo che dà fiducia nella moneta. Però, una eco di questa convertibilità è rimasta, nel senso che l’oro e le altre valute servono come riserva di valore contro tutta una serie di rischi importanti”.

“Recentemente – ha raccontato Cipollone – abbiamo fatto un una indagine con le banche centrali per capire perché stiano in questo momento comprando così tanto oro. E le Banche centrali ci hanno risposto che la prima preoccupazione è che può essere una difesa contro l’inflazione, ma anche contro i rischi nei mercati finanziari. In ogni caso le riserve sono una garanzia della capacità del paese di far fronte a possibili shock esterni”.

“E abbiamo visto che, soprattutto recentemente, c’è stata una grande passione delle banche centrali nell’acquisto” di oro. Normalmente compravano fra 400 e le 600 tonnellate l’anno di oro. Negli ultimi tre anni questo livello si è quasi raddoppiato: ne comprano circa 1000 tonnellate l’anno. E oggi le banche centrali hanno così tanto oro, credo 36.000 tonnellate, che è quasi il massimo che hanno avuto nel momento in cui esisteva la convertibilità. Quindi – ha concluso Cipollone – in qualche modo l’oro è tornato di moda”.