7.7 C
Roma
sabato, 27 Dicembre, 2025
Home Blog

Calcio, Serie A risultati: Udinese aggancia l’Atalanta

Roma, 27 dic. (askanews) – Questi i risultati del campionato di serie A dopo Udinese-Lazio 1-1

Diciassettesima giornata: Parma-Fiorentina 1-0, Lecce-Como 0-3, Torino-Cagliari 1-2, Udinese-Lazio 1-1, ore 20.45 Pisa-Juventus, domenica 28 dicembre ore 12.30 Milan-Verona, ore 15 Cremonese-Napoli, ore 18 Bologna-Sassuolo, ore 20.45 Atalanta-Inter, lunedì 29 dicembre ore 20.45 Roma-Genoa.

Classifica: Inter 33, Milan 32, Napoli 31, Roma 30, Juventus 29, Como 28, Bologna 25, Lazio 24, Atalanta, Udinese 22, Sassuolo, Cremonese, Torino 21, Cagliari 19, Parma, Lecce 17, Genoa 14, Verona 12, Pisa 11, Fiorentina 9

Diciottesima giornata: venerdì 2 gennaio ore 20.45 Cagliari-Milan, sabato 3 gennaio ore 12.30 Como-Udinese, ore 15 Genoa-Pisa, Sassuolo-Parma, ore 18 Juventus-Lecce, ore 20.45 Atalanta-Roma, domenica 4 gennaio ore 12.30 Lazio-Napoli, ore 15 Fiorentina-Cremonese, ore 18 Verona-Torino, ore 20.45 Inter-Bologna.

Recuperi: mercoledì 14 gennaio ore 18.30 Napoli-Parma, ore 20.45 Inter-Lecce, giovedì 15 gennaio ore 18.30 Verona-Bologna, ore 20.45 Como-Milan.

Calcio, Serie A, risultati, Como in Europa

Roma, 27 dic. (askanews) – Questi i risultati del campionato di serie A dopo

Diciassettesima giornata: Parma-Fiorentina 1-0, Lecce-Como 0-3, Torino-Cagliari 1-2, ore 18 Udinese-Lazio, ore 20.45 Pisa-Juventus, domenica 28 dicembre ore 12.30 Milan-Verona, ore 15 Cremonese-Napoli, ore 18 Bologna-Sassuolo, ore 20.45 Atalanta-Inter, lunedì 29 dicembre ore 20.45 Roma-Genoa.

Classifica: Inter 33, Milan 32, Napoli 31, Roma 30, Juventus 29, Como 28, Bologna 25, Lazio 23, Atalanta 22, Sassuolo, Cremonese, Udinese, Torino 21, Cagliari 19, Parma, Lecce 17, Genoa 14, Verona 12, Pisa 11, Fiorentina 9

Diciottesima giornata: venerdì 2 gennaio ore 20.45 Cagliari-Milan, sabato 3 gennaio ore 12.30 Como-Udinese, ore 15 Genoa-Pisa, Sassuolo-Parma, ore 18 Juventus-Lecce, ore 20.45 Atalanta-Roma, domenica 4 gennaio ore 12.30 Lazio-Napoli, ore 15 Fiorentina-Cremonese, ore 18 Verona-Torino, ore 20.45 Inter-Bologna.

Recuperi: mercoledì 14 gennaio ore 18.30 Napoli-Parma, ore 20.45 Inter-Lecce, giovedì 15 gennaio ore 18.30 Verona-Bologna, ore 20.45 Como-Milan.

Calcio, Torino-Cagliari 1-2, Kilicsoy ribalta i granata

Roma, 27 dic. (askanews) -Importantissima vittoria del Cagliari allo stadio Olimpico Grande Torino contro i granata di Marco Baroni. Prima il vantaggio di Vlasic, poi il pari di Prati e infine il gol di Kilicsoy, per un 1-2 che premia i sardi, capaci di tornare alla vittoria in trasferta che mancava dallo scorso settembre. Per il vantaggio del Torino azione iniziata da Giovanni Simeone, fermato da Caprile, pallone finito sui piedi di Che Adams che ha appoggiato per il numero 10, bravo mandare il pallone in fondo alla rete con un destro sul secondo palo. Prima dell’intervallo però il Cagliari ha poi trovato la rete del pareggio: cross da calcio d’angolo di Gaetano, spizzata di testa di Mazzitelli e rete segnata da Prati che da due passi ha battuto Paleari. Nella ripresa il gol decisivo segnato da Semih Kilicsoy. Splendida la rete dell’attaccante turco, al suo secondo centro consecutivo in Serie A dopo quello della scorsa settimana alla Unipol Domus Arena contro il Pisa. Il numero 9 è partito dalla sua metà campo, arrivando fino al limite dell’area dove ha saltato con un grande gesto tecnico due avversari prima di battere Paleari con un sinistro secco sul secondo palo.

Calcio, Lecce-Como 0-3, lariani travolgenti con Super Nico Paz

Roma, 27 dic. (askanews) – Il Como torna ad assaporare il sapore dei tre punti dopo le due sconfitte consecutive con Roma e Inter: netto 3-0 della squadra di Cesc Fabregas, oggi squalificato, sul campo del Lecce nel 17° turno di Serie A. Le reti portano la firma di Nico Paz, Jacobo Ramon e Douvikas.

Al 21′ arriva il vantaggio ospite firmato da Nico Paz: il numero 10 manda a vuoto Ramadani, si gira e calcia con forza verso la porta, trovando una deviazione involontaria di Tiago Gabriel che beffa Falcone. Nella ripresa al primo vero affondo dei lariani ecco lo 0-2: sugli sviluppi di un calcio piazzato, Nico Paz inventa per Vojvoda, che mette un pallone al centro velenoso; Douvikas non colpisce, Diego Carlos non riesce nel tap-in, poi sul pallone vagante arriva Jacobo Ramon che batte Falcone al 66′. Il tris si materializza al 76′: invenzione di Nico Paz, stavolta in versione assist-man, e conclusione vincente di Tasos Douvikas, che sigla il suo quarto centro in questo campionato con un perfetto inserimento in area di rigore.

La riforma della Corte dei Conti è legge

Roma, 27 dic. (askanews) – L’Aula del Senato ha approvato in via definitiva la riforma della Corte dei Conti. I voti a favore sono stati 93, i contrari 51, gli astenuti 5. Il provvedimento, composto da soli 6 articoli ma di sicuro impatto, contiene misure che incidono sulle funzioni e sull’attività di controllo, consultiva e preventiva della magistratura contabile e stabilisce un tetto al risarcimento da parte degli amministratori pubblici che dovessero essere condannati a causa di dolo e colpa grave per danno erariale. Un tetto che viene fissato al 30% del pregiudizio accertato e comunque non superiore al “doppio della retribuzione lorda conseguita nell’anno di inizio della condotta lesiva causa dell’evento o nell’anno immediatamente precedente o successivo”.

Si interviene sulla stessa definizione di dolo e sulla colpa grave per il danno erariale escludendola ad esempio per “la violazione o l’omissione determinata dal riferimento a indirizzi giurisprudenziali prevalenti o a pareri delle autorità competenti” e anche quando il fatto dannoso tragga origine da “atti richiamati e allegati che costituiscono il presupposto logico e giuridico dell’atto sottoposto a controllo”. La riforma assegna inoltre al governo la delega, da esercitare entro 12 mesi, per riorganizzare e riordinare le funzioni della Corte e del procuratore generale per aumentarne “l’efficienza”. Anche per i giudici contabili arriverà, dunque, la separazione delle carriere tra requirente e giudicante. Introdotta infine una sanzione pecuniaria per il pubblico ufficiale che sia responsabile di un ritardo superiore al 10% rispetto al timing per la conclusione di progetti connessi al Pnrr.

Corte Conti, Mantovano: nessuna vendetta per Ponte, dirlo è forzatura

Roma, 27 dic. (askanews) – “Non c’è unanimità di dissensi tra i giudici contabili, più di uno di loro ha manifestato favore nei confronti della riforma, soprattutto nella parte di approfondimento che ha avuto alla Camera, vi è stata una costante interlocuzione con rappresentanti della corte dei conti che ha permesso di modificare più di una delle norme dell’impostazione originaria. Non c’è nessuna vendetta perché l’iter di questa riforma parte all’incirca due anni fa. In Senato è approdata nel marzo di quest’anno, vi è stata una serie di audizioni, legarla al provvedimento della magistratura contabile sul Ponte dello stretto che è intervenuto poco più di un mese fa mi sembra, per usare un eufemismo, una forzatura”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, commenta con i giornalisti al Senato il via libera definitivo alla riforma della Corte dei Conti replicando alle accuse delle opposizioni.

Corte Conti, Mantovano: nessuna copertura frodi, punizione sarà reale

Roma, 27 dic. (askanews) – “Chi commette dei fatti con dolo che hanno rilievo contabile risponde al 100%, quindi non c’è nessuna copertura di frodi o di reati assimilabili”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, parlando con i cronisti a palazzo Madama risponde ai rilievi delle opposizioni sulla riforma della Corte dei Conti.

“Per chi determina dei danni per colpa – prosegue – vi è la previsione di una condanna fino a due anni della sua remunerazione da dipendente pubblico e io credo che per un dipendente pubblico, rimanere per due anni senza stipendio non sia una cosa così leggera”.

Per Mantovano quindi “si tratta di decidere se essere ipocriti o meno, perché siamo stati abituati ad accertamenti contabili stratosferici in cui il solo limite era di non andare mai a compimento, se non per minime parti. Questa strada individuata è una strada di ragionevolezza, cioè permette con una sanzione, che ripeto non è lieve, di determinare certamente una risposta punitiva da parte dell’ordinamento nei confini della realtà, cioè dell’ottenimento di ciò che è quella condotta ha determinato”.

Hamas verso l’elezione del nuovo leader: in lizza Mashaal e al Hayya

Roma, 27 dic. (askanews) – Hamas dovrebbe eleggere un nuovo leader entro pochi giorni o alcune settimane. Lo ha riportato il media saudita Asharq, che ha citato fonti vicine alla leadership del movimento integralista islamico palestinese.

Tuttavia, le stesse fonti avrebbero inoltre “escluso la possibilità di tenere elezioni generali prima che la guerra giunga a una completa conclusione”. I due principali candidati sarebbero l’ex leader di Hamas, Khaled Mashaal, e l’attuale capo dell’ufficio politico di Gaza, Khalil al Hayya.

Secondo le fonti, la loro principale differenza politica immediata riguarda il ritiro israeliano da Gaza. Hayya, considerato vicino all’Iran, sarebbe favorevole al proseguimento del “conflitto armato con Israele nella Striscia di Gaza fino alla fine della guerra e al completo ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia”, mentre Mashaal, ritenuto più vicino al Qatar, punterebbe a “compromessi negoziati per mettere fine all’occupazione di Gaza”. Mashaal, secondo le fonti di Asharq, sostiene inoltre “il tentativo di allontanare Hamas dall’Iran” e di avvicinarlo “agli stati arabi moderati”.

Le fonti citate da Asharq ritengono che Hayya sarà probabilmente il vincitore, visto gode del sostegno dei vertici di Hamas sia a Gaza sia in Cisgiordania, compreso il responsabile dell’ufficio politico della Cisgiordania, Zaher Jabarin.

Secondo Asharq, l’organo elettivo è il consiglio generale di Shura di Hamas, che comprende circa 50 membri rappresentanti dei tre uffici regionali di Hamas (Gaza, Cisgiordania e diaspora palestinese). Hamas elegge un nuovo leader ogni quattro anni, secondo Asharq. Le ultime elezioni si sono svolte a marzo 2021 e quelle attuali erano inizialmente previste per l’inizio del 2025, ma sono state rinviate a causa del conflitto a Gaza.

Il leader eletto nel 2021, Ismail Haniyeh, è stato assassinato da Israele a Teheran nel luglio 2024. Il suo successore, Yahya Sinwar, è stato ucciso dalle truppe israeliane a Rafah nell’ottobre dello stesso anno. Da allora, secondo Asharq, Hamas è stato guidato da un consiglio di leadership provvisorio presieduto dal capo del consiglio generale di Shura Muhammad Ismail Darwish e composto anche da Hayya, Mashaal, Jabarin e dal membro dell’ufficio politico di Gaza, Nizar Awadallah.

Video La Russa per l’anniversario Msi, Pd-Avs attaccano: inaccettabile

Roma, 27 dic. (askanews) – “Assurdo. Il presidente del Senato e seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, rivendica la nascita, nel 1946, del Movimento sociale italiano. Addirittura il senatore La Russa parla di continuità di quella storia evocando la fiamma tricolore, simbolo ben evidente nel logo di Fratelli d’Italia, il suo partito. Sapevamo delle difficoltà del presidente La Russa a fare i conti con il suo passato, visti i busti di Mussolini ben visibili nella sua casa, ma che arrivasse ad una sfrontatezza simile non era immaginabile”. Lo scrive in una nota di prima mattina il segretario di presidenza della Camera e deputato Pd, Stefano Vaccari.

Vaccari fa riferimento ad un video pubblicato ieri sera dal presidente del Senato in cui parla dell’anniversario, il 26 dicembre 1946 ,del Movimento sociale italiano. “Sono passati molti anni, sono mutate moltissime cose, è maturata, migliorata, cambiata la visione degli uomini che si sono succeduti – dice La Russa nel video -, che hanno raccolto il loro testimone anche con fratture importanti nel modo di pensare, ma quel simbolo, la fiamma tricolore, è rimasto un simbolo di continuità” perchè “è anche un simbolo di amore, di resilienza, si direbbe oggi. Un simbolo che guarda all’Italia del domani e non a quella di ieri, senza dimenticare la nostra storia”.

Parole che hanno sollevato l’indignazione di esponenti di Pd come Federico Fornaro: “Dal Presidente del Senato di una Repubblica antifascista ci si attenderebbe ben altra postura democratica, assai differente da quella orgogliosamente nostalgica di un simbolo che storicamente rappresenta il ‘cordone ombelicale’ con il fascismo repubblichino di cui non c’è nulla di cui essere orgogliosi, anzi di cui ci dovrebbe vergognare pensando all’assistenza fornita dai militi della Rsi ai rastrellamenti e agli eccidi di migliaia di partigiani e civili da parte delle truppe d’occupazione nazifasciste. L’Italia democratica e antifascista si meriterebbe di ascoltare ben altre parole dalla seconda carica dello Stato”. Ma anche di Avs che con Filippo Zaratti giudica “gravissima l’esaltazione della fondazione dell’MSI che ha rappresentato il cuore nero della nostra Repubblica. Esponenti delle istituzioni come il presidente del Senato La Russa dovrebbero evitare la bassa provocazione e rispettare il dettato e lo spirito della nostra Costituzione antifascista nata dal sangue dei partigiani e dai sacrifici imposti dal quel regime che oggi La Russa e i suoi esaltano”.

Zelensky parlerà con i leader europei durante lo scalo in Canada

Roma, 27 dic. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che si collegherà alcuni alleati europei – e con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – durante una sosta in Canada, nel corso del viaggio verso gli Stati Uniti, dove domenica è previsto un incontro con il presidente americano Donald Trump a Mar-a-Lago. Lo riferisce l’agenzia di stampa France Presse.

Parlando con i giornalisti attraverso un’app di messaggistica durante il volo, Zelensky ha spiegato che l’aereo farà scalo in Canada, dove è in programma un incontro con il primo ministro canadese Mark Carney. In quell’occasione, ha aggiunto, è previsto anche un collegamento online con diversi leader europei. “Siamo attualmente in volo verso la Florida, negli Stati Uniti. Lungo il percorso faremo una sosta in Canada. Avrò un incontro con il primo ministro del Canada Mark Carney e insieme prevediamo di tenerci in collegamento online con i leader europei”, ha detto Zelensky.

Calcio, Serie A, risultati, Fiorentina sempre ultima

Roma, 27 dic. (askanews) – Questi i risultati del campionato di serie A dopo Parma-Fiorentina 1-0

Diciassettesima giornata: Parma-Fiorentina 1-0, ore 15 Lecce-Como, Torino-Cagliari, ore 18 Udinese-Lazio, ore 20.45 Pisa-Juventus, domenica 28 dicembre ore 12.30 Milan-Verona, ore 15 Cremonese-Napoli, ore 18 Bologna-Sassuolo, ore 20.45 Atalanta-Inter, lunedì 29 dicembre ore 20.45 Roma-Genoa.

Classifica: Inter 33, Milan 32, Napoli 31, Roma 30, Juventus 29, Bologna, Como 25, Lazio 23, Atalanta 22, Sassuolo, Cremonese, Udinese, Torino 21, Parma, Lecce 17, Cagliari 16, Genoa 14, Verona 12, Pisa 11, Fiorentina 9

Diciottesima giornata: venerdì 2 gennaio ore 20.45 Cagliari-Milan, sabato 3 gennaio ore 12.30 Como-Udinese, ore 15 Genoa-Pisa, Sassuolo-Parma, ore 18 Juventus-Lecce, ore 20.45 Atalanta-Roma, domenica 4 gennaio ore 12.30 Lazio-Napoli, ore 15 Fiorentina-Cremonese, ore 18 Verona-Torino, ore 20.45 Inter-Bologna.

Recuperi: mercoledì 14 gennaio ore 18.30 Napoli-Parma, ore 20.45 Inter-Lecce, giovedì 15 gennaio ore 18.30 Verona-Bologna, ore 20.45 Como-Milan.

Calcio, Parma-Fiorentina 1-0, decide Sørensen

Roma, 27 dic. (askanews) – Il Parma si aggiudica lo scontro diretto in chiave salvezza contro la Fiorentina, imponendosi per 1-0 nella gara di apertura della 17ª giornata di Serie A 2025/2026, la prima dopo la pausa natalizia.

Al Tardini la partita è subito intensa e fisica. Il primo tempo scorre su binari di grande equilibrio, con pochi spazi e un confronto molto combattuto che si chiude sullo 0-0 all’intervallo. La svolta arriva in avvio di ripresa: al 48′ Oliver Sørensen trova il gol decisivo con un colpo di testa da fuori area, sfruttando l’assist di Pellegrino.

La gara resta tesa fino alla fine, con un cartellino giallo per parte — prima a Corvi, poi a Pongracic — ma il Parma riesce a difendere il vantaggio e conquista tre punti pesantissimi nella corsa alla salvezza.

Passo indietro invece per la Fiorentina. Dopo il netto 5-1 sull’Udinese che sembrava aver segnato una svolta, i viola tornano a perdere e restano intrappolati in una stagione difficile. L’ultimo posto solitario in classifica, con appena 9 punti, continua a rappresentare un tunnel dal quale la squadra fatica a uscire.

Tajani: la Russia vuole dividere l’Occidente, ma non ci riuscirà

Roma, 27 dic. (askanews) – La Russia punta a “dividere il fronte occidentale, anche con le sue continue provocazioni di propaganda, ma non ci riuscirà”. Lo ha detto il ministro degli Easteri e vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani, in un’intervista concessa al Foglio.

“Non passerà mai la regola che un Paese più grande possa aggredire uno più piccolo”, ha chiarito il capo della diplomazia italiana, “Tutti i Paesi aggressori se ne devono fare una ragione. All’Ucraina forniremo aiuto e sarà un aiuto militare, politico e civile. La Russia vuole dividere il fronte occidentale, anche con le sue continue provocazioni di propaganda, ma non ci riuscirà. E’ molto semplice: l’Ucraina ha ragione, c’è un Paese invaso e un invasore. Nessuno vuole che la guerra continui, ma il principio della prevaricazione non può passare e non passerà”.Occorre ripristinare “un po’ di verità”, ha precisato Tajani, “La Russia non sta vincendo la guerra, l’Ucraina non è stata sconfitta in tre giorni. Siamo di fronte a una tecnica. Esiste la disinformazione russa, esiste anche molto di peggio. La guerra ibrida. Ricordo ancora la prima volta che (Volodymyr) Zelensky atterrò a Ciampino. In quell’occasione venne attaccato il sito web della Farnesina. Ecco perché abbiamo previsto una direzione ad hoc, qui al ministero degli Esteri, che si occupa solo di sicurezza”.

Guterres accoglie con favore la tregua Thailandia-Cambogia

Roma, 27 dic. (askanews) – Il Segretario generale delle Nazioni unite Antonio Guterres accoglie “con favore l’accordo di cessate il fuoco tra Cambogia e Thailandia, definendolo un passo positivo per alleviare le sofferenze dei civili, porre fine alle attuali ostilità e creare un contesto favorevole al raggiungimento di una pace duratura”. Lo ha riferito oggi il Palazzo di Vetro, commentando la tregua di 72 ore con immediata attuazione decisa tra Bangkok e Phnom Penh. Il Segretario generale esprime apprezzamento a Malaysia, attuale presidente dell’Asean, così come a Cina e agli Stati uniti, per gli sforzi compiuti a sostegno di una soluzione pacifica della situazione.

Le Nazioni unite si dichiarano pronte a sostenere le iniziative volte a mantenere la pace e la stabilità nella regione.

Meteo, ultimo weekend con il sole: poi arriva il freddo dalla Russia

Roma, 27 dic. (askanews) – Dopo la lunga fase di maltempo il sole tornerà a splendere sull’Italia; tuttavia per gli ultimi giorni dell’anno è attesa una svolta fredda.

Mattia Gussoni, meteorologo de iLMeteo.it, conferma il miglioramento delle condizioni del tempo dopo le piogge e le nevicate dell’ultimo periodo grazie all’avanzata di un campo di alta pressione che riuscirà ad imporsi su buona parte dell’Italia. Da segnalare solamente, nel corso di Sabato 27 dicembre, la possibilità di rovesci temporaleschi sulla Sardegna e sulla Sicilia centro orientale.

Altrove potremo godere di ampi spazi soleggiati con temperature ancora piuttosto miti (e sopra le medie climatiche) in particolare sulle Alpi e sulle regioni del Centro Sud. Da sottolineare però il marcato rischio di valanghe su Piemonte e Valle d’Aosta dove, dopo le ultime e abbondantissime nevicate (oltre 2 metri di accumulo sopra i 2000 metri) la soglia di attenzione dovrà essere massima, si raccomanda pertanto la massima prudenza e la consultazione costante dei bollettini nivologici ufficiali.

Nei giorni successivi, proprio tra gli ultimi giorni del 2025 e l’avvio del nuovo anno, l’elemento di maggiore rilievo sarà l’arrivo di masse d’aria fredda provenienti dalle alte latitudini polari. Dalla regione compresa tra la Penisola Scandinava e la Russia si attiverà infatti una discesa di correnti gelide che darà origine a una prima e significativa ondata di freddo su scala continentale. Si profila dunque una fase finale del 2025 decisamente più rigida rispetto a quanto osservato finora, caratterizzata da un marcato calo delle temperature, soprattutto durante le ore notturne e al primo mattino. I valori termici scenderanno diffusamente al di sotto dello zero sulle pianure del Nord Italia e nelle aree interne del Centro, con condizioni favorevoli a gelate estese. Durante queste fase le condizioni meteo si manterranno stabili con prevalenza di sole sull’Italia. Solo con l’avvio del nuovo anno potrebbe tornare una fase più dinamica, con la ripresa delle precipitazioni. Un elemento cruciale da monitorare sarà la possibile interazione tra le correnti gelide in ingresso e l’eventuale formazione di una vasta area di bassa pressione sul bacino del Mediterraneo: uno scenario che, qualora si concretizzasse, potrebbe favorire piogge e nevicate anche a quote basse.

Nel dettaglio Sabato 27. Al Nord: soleggiato. Al Centro: soleggiato. Al Sud: qualche piovasco sulle Isole Maggiori, bello altrove.

Domenica 28. Al Nord: miglioramento. Al Centro: instabile con qualche piovasco sulle adriatiche. Al Sud: qualche pioggia specie in Sardegna e sulla fascia ionica.

Lunedì 29. Al Nord: miglioramento. Al Centro: instabile con qualche piovasco sulle adriatiche. Al Sud: qualche pioggia specie in Sardegna e sulla fascia ionica.

Tendenza: torna l’alta pressione con prevalenza di sole, possibile ondata di gelo russo dopo Capodanno.

Calcio, Allegri "Leao non convocato, Nkunku farà bene"

Roma, 27 dic. (askanews) – “Quest’anno i tifosi sono sempre stati molto presenti e per noi è bellissimo. Domani però dovremo fare i tre punti contro l’Hellas che è una squadra scorbutica, tecnica e veloce. Dovremo essere ordinati e migliorare difensivamente” Parola di Massimiliano Allegri alla vigilia della sfida di San Siro di domani contro il Verona. Sull’inserimento di Nkunku e Fullkrug, Allegri ha spiegato: “Nkunku deve ancora adattarsi al calcio italiano, ma sono fiducioso sulle sue qualità tecniche. Fullkrug è arrivato sorridente e volenteroso, lavora per essere a disposizione già da domani.”

“Penso che Loftus-Cheek sia un giocatore importante, ora sta giocando di più – ha aggiunto Allegri -. Nelle prossime partite ci sarà bisogno di tutti e dobbiamo avere l’obiettivo comune di arrivare tra le prime quattro. Solo con voglia e convinzione possiamo farcela insieme.”

Sulle gerarchie in mezzo al campo, il tecnico ha aggiunto: “Rabiot e Saelemaekers sono entrambi importanti. Quando non abbiamo la palla, tutti devono difendere. Alexis è cresciuto molto e può migliorare ulteriormente, Adrien ha un profilo internazionale e sta facendo progressi.”

Allegri ha affrontato anche le questioni legate alla difesa e ai giovani del Milan: “Jashari viene da un lungo infortunio e sono molto contento di lui. Ricci è affidabile e intelligente, non vedo possibilità che lasci il Milan. De Winter può giocare da centrale in assenza di Gabbia.”

Calcio, Palladino: "Dobbiamo sfatare il tabù Inter"

Roma, 27 dic. (askanews) – “Rispetto a Fiorentina e Monza sono due annate diverse e squadre diverse. Noi sappiamo che il trend contro l’Inter non è stato positivo, ma i tabù sono fatti per essere battuti. Giocare in casa nostra è fondamentale e vogliamo continuare la nostra scalata in classifica” così l’allenatore dell’Atalanta, Raffaele Palladino aprendo la conferenza stampa alla vigilia di Atalanta-Inter in programma domani. L’allenatore ha poi sottolineato l’importanza delle prossime gare contro Inter, Roma e Bologna per misurare il reale valore della squadra: “Sono partite fondamentali per la classifica e noi contro le grandi squadre abbiamo sempre grandi stimoli. Voglio un’Atalanta intensa”.

Sulla formazione e sulle caratteristiche dei giocatori, Palladino ha parlato di Kolasinac definendolo un “Rambo” per il suo spirito combattivo: “Il suo recupero è stato fondamentale. Ma non solo Kolasinac, tutta la squadra deve dare il 110%. Sono contento di Sead e di tutti i ragazzi”.

Sulla vittoria contro il Genoa, Palladino ha spiegato: “A Genova è stata una partita un po’ sporca, ma certe volte queste partite servono per formare il gruppo. Stiamo facendo bene, ma il bello viene adesso e per noi è fondamentale dare continuità”.

L’allenatore ha chiarito di non essere preoccupato per le condizioni fisiche post-festività dei giocatori: “Ho un gruppo di professionisti seri e nutrizionisti che li mantengono in forma. I ragazzi si sono presentati pronti”.

Rispondendo alle domande sulle strategie tattiche, Palladino ha commentato la gestione della squadra e dei singoli ruoli: “L’Inter è una squadra che palleggia bene e che si difende bene: l’Atalanta deve attaccare insieme e difendere insieme. Affrontiamo una squadra completa, bisogna stare attenti”.

Sul gruppo, Palladino ha sottolineato: “Ho bisogno di tutti. Do sempre l’occasione a chi mostra grande impegno, come Samardzic e Brescianini che ci hanno dato una grande mano”.

Infine, sull’approccio mentale della squadra, l’allenatore ha dichiarato: “Non faccio mai tabelle sui punti. Il focus è pensare alla gara contro l’Inter. L’Atalanta ha le qualità per giocarsela con tutti. Siamo felici dei punti fatti: nel calcio quello che ottieni lo meriti, e noi abbiamo meritato questi punti”.

Calcio, De Rossi: "La mia fede scritta ma voglio salvare il Genoa"

Roma, 27 dic. (askanews) – Daniele De Rossi ha parlato in conferenza stampa dal centro sportivo “Gianluca Signorini” di Pegli alla vigilia di Roma-Genoa, in programma lunedì sera allo stadio Olimpico, una partita dal forte valore simbolico per il tecnico rossoblù, chiamato a tornare da avversario sul campo che ha segnato gran parte della sua carriera. L’allenatore del Genoa ha iniziato facendo il punto sulle condizioni della squadra dopo la pausa natalizia: “Li ho trovati bene i ragazzi. Io ho passato un buon Natale in famiglia. Avevamo fatto un patto: se avessimo fatto punti avrei dato dei giorni liberi. Nonostante alcune buone prestazioni, però, non abbiamo raccolto punti”.

Sul fronte degli indisponibili, De Rossi ha spiegato che la situazione è sostanzialmente invariata: “Gli indisponibili sono sempre gli stessi. Gronbaek oggi ha iniziato a correre, Cuenca è rientrato, mentre a Thorsby non è uscita la spalla e non avrà problemi a essere a disposizione”. Proprio Thorsby è stato indicato come un elemento chiave: “Avere un giocatore come lui è sempre positivo. Ha fatto partite importanti, è fondamentale anche nella fase offensiva per tempi e letture. È un giocatore prezioso in qualsiasi partita”.

In difesa restano alcune valutazioni aperte, con il rientro di Ostigard e le buone prestazioni di Otoa: “Torniamo al discorso del poco tempo. Leo ha già ricoperto quel ruolo contro il PSG ai tempi del Rennes. Otoa nasce come terzino ma può fare anche il braccetto. Marcandalli sta crescendo, ci prendiamo ancora 24 ore per decidere”.

Tra i singoli citati anche Ellertsson, definito una sorpresa positiva: “Ne avevamo sentito parlare bene, ma mi sta sorprendendo. Unisce qualità tecnica e fisica, è importante non solo per quello che fa in campo ma anche per le posizioni che può ricoprire”. Parole di apprezzamento anche per Ekuban: “Per me è una sorpresa continua, un giocatore molto forte. Ha avuto qualche acciacco, ora sta trovando continuità. L’ultima partita forse è stata la migliore. Detto questo, Colombo ha fatto due gol e due assist, Vitinha sta facendo bene, Ekhator cresce ogni giorno. Sono contento degli attaccanti che ho”.

De Rossi è tornato anche sulla delusione per la sconfitta con l’Atalanta: “Non è facile, ma è una parte fondamentale del nostro lavoro. Contro Inter e Atalanta sono state buone prestazioni, seppur diverse. Con l’Atalanta è stata una grande partita, non meritavamo di perdere. La gara va analizzata, non solo il risultato. Non siamo euforici per due sconfitte, ma non ci abbattiamo. C’è tempo per fare benissimo e tempo per andare malissimo. Siamo partiti bene, ma possiamo ancora rovinare tutto o fare un finale di stagione da sogno”.

Secondo il tecnico, le prestazioni restano la base: “La delusione incide sempre, il calcio è così. Ma attraverso le prestazioni, alla lunga, tireremo fuori i punti che ci servono”.

Guardando alla sfida contro la Roma, De Rossi ha sottolineato l’importanza dell’approccio: “Le squadre di Gasperini si affrontano con grande cautela e rispetto, sapendo che può cambiare formazione all’ultimo. Dovremo stare attenti a non concedere spazio alla Roma. Andiamo con rispetto, senza paura e con principi simili a quelli mostrati contro l’Atalanta”.

Inevitabile un passaggio sul ritorno a Roma e sul rapporto con l’ambiente giallorosso: “Forse si è parlato fin troppo di questa partita. È una gara contro una squadra che ho già spiegato cosa rappresenta per me. Negarlo o farne un tabù sarebbe ridicolo. Ho vissuto la settimana con serenità. La mia fede calcistica ce l’ho scritta in faccia, ma l’ho sempre vissuta con dignità. Non c’è voglia di vendetta: io e il mio staff ci svegliamo ogni giorno con un solo obiettivo, salvare il Genoa. È la nostra unica missione”.

Anche il comportamento in panchina sarà improntato all’equilibrio: “Per rispetto dovrò avere un po’ di contegno, ma se facciamo gol sarò felice. Se devo protestare protesto, se devo chiamare i giocatori lo faccio. Se segniamo al 90′, però, non farò come quando segnò Cristante a Udine: ci sarà rispetto”.

De Rossi ha poi speso parole di grande stima per Gian Piero Gasperini: “È un riferimento in qualsiasi squadra allenerò. Ha riportato un tipo di calcio che sembrava dimenticato, rendendolo offensivo e moderno. C’è stima umana e professionale, è un punto di riferimento”.

In chiusura, focus su Sommariva, che difenderà i pali: “L’abbraccio dopo l’Atalanta era un ringraziamento. Fare il terzo portiere non è facile. Sul gol gli sono saltati davanti due o tre giocatori. Succede a tutti, anche ai migliori. Ripartiamo con grandissima fiducia in lui. Essere genoano e giocare contro la Roma sarà una motivazione in più”.

Infine, un pensiero sull’assenza dei tifosi rossoblù all’Olimpico: “È sempre una sconfitta quando i tifosi non possono seguire la squadra in trasferta, soprattutto i nostri. In campo non cambia nulla, ma sarebbe stato bello provare a vincere all’Olimpico contro la Roma davanti ai nostri tifosi”.

Terrorismo, Meloni: bene arresto "vertice cellula italiana Hamas"

Roma, 27 dic. (askanews) – “Desidero esprimere apprezzamento e soddisfazione per l’operazione, di particolare complessità e importanza, che ha consentito di eseguire gli arresti di nove persone accusate di aver finanziato Hamas, attraverso alcune associazioni, sedicenti benefiche, per oltre sette milioni di euro. Tra queste, il presidente dell’associazione dei palestinesi in Italia Mohammad Mahmoud Ahmad Hannoun, definito dagli investigatori ‘membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica Hamas’ e ‘vertice della cellula italiana dell’organizzazione Hamas’. Esprimo il più sentito ringraziamento, mio personale e a nome di tutto il Governo, a quanti hanno reso possibile quest’operazione: Procura di Genova, Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, oltre al supporto informativo fornito da AISE-Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna”. Lo afferma in una nota la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Capodanno a teatro con Giobbe Covatta e con il ‘biglietto sospeso’

Colle di Val d’Elsa, 27 dic. (askanews) – Una notte di San Silvestro per tutti, anche per chi non ha tante disponibilit economiche, o per chi solo e non ha voglia di festeggiare. Uno spettacolo a teatro che apre le sue porte anche a chi a teatro non c’ mai stato, perch magari non pu permetterselo, o perch non ha mai avuto l’occasione giusta. Il Comune di Colle di Val d’Elsa organizza una festa di fine anno anche e soprattutto per i pi fragili lanciando l’idea del ‘biglietto sospeso’ per lo spettacolo del 31 dicembre con Giobbe Covatta “70. Riassunto delle puntate precedenti” alle 22 al Teatro del Popolo. Un’iniziativa inedita, ispirata al celebre ‘caff sospeso’ napoletano o pi recentemente ai ‘giocattoli sospesi’ che si sono diffusi in varie citt, lanciata dall’assessore Daniele Tozzi che ha assunto nei giorni scorsi la nuova delega al welfare culturale, primo caso in Europa in cui questo ambito viene riconosciuto come delega amministrativa formale e autonoma.

Il ‘biglietto sospeso’ un’iniziativa semplice ma dal forte valore sociale, che ribadisce come per l’amministrazione comunale la cultura sia uno strumento di inclusione, cura e costruzione di comunit, anche in una giornata come il 31 dicembre, quando il rischio di solitudine per alcune persone pi alto.

In pratica i cittadini potranno acquistare un ingresso aggiuntivo per lo spettacolo, che verr messo a disposizione del teatro e destinato a persone in difficolt economica o in condizioni di isolamento sociale selezionate dai servizi sociali del Comune. In questo modo, anche chi altrimenti non avrebbe la possibilit di partecipare potr trascorrere la serata di fine anno in compagnia e in un contesto culturale e di condivisione.

“Attraverso il biglietto sospeso – spiega l’assessore Daniele Tozzi – i cittadini possono compiere un gesto semplice ma significativo: non fare beneficienza ma trasformare un evento culturale in un’occasione di accoglienza. L’accesso alla cultura un diritto fondamentale, soprattutto in un giorno in cui la solitudine pesa di pi. un modo concreto per rendere il teatro un luogo aperto, capace di prendersi cura delle persone e di rafforzare il senso di comunit”.

La delega al welfare culturale nasce per dare coerenza e continuit a esperienze gi attive a Colle: progetti culturali accessibili, iniziative nei luoghi della cultura rivolte a persone con fragilit, utilizzo di teatri, musei e spazi culturali come luoghi di relazione e non solo di fruizione, ed al centro della candidatura della citt a Capitale italiana della cultura 2028.

“L’obiettivo che ci poniamo anche nel percorso di candidatura – continua Tozzi – superare la tradizionale separazione tra politiche culturali e politiche sociali, riconoscendo la cultura come un vero e proprio motore sociale, capace di incidere sulla qualit della vita, sulle relazioni e sull’accesso ai diritti. Il welfare culturale mette al centro l’idea che partecipare alla vita culturale non sia un privilegio, ma un diritto di cittadinanza. Significa progettare iniziative, spazi e linguaggi pensando anche a chi, per ragioni economiche, sociali o personali, resta pi facilmente ai margini. una prospettiva che tiene insieme cultura, salute, inclusione, contrasto all’isolamento e costruzione di comunit. La cultura non un bene opzionale, ma un bene di e per tutti”.

Genova, morta la giurista Fernanda Contri

Roma, 27 dic. (askanews) – “Esprimo a nome mio e di Regione Liguria profondo cordoglio per la scomparsa di Fernanda Contri, avvocato e giurista genovese di alto profilo, che ha servito lo Stato con competenza come componente del Consiglio Superiore della Magistratura, come ministro nel governo Ciampi e giudice della Corte Costituzionale, di cui è stata inoltre vicepresidente. Con la sua scomparsa, la Liguria e il Paese perdono una figura di grande autorevolezza istituzionale”. Così il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, in seguito alla notizia del decesso dell’avvocato Contri.

Sci, l’austriaco Marco Schwarz vince il SuperG di Livigno

Roma, 27 dic. (askanews) -Marco Schwarz è il grande protagonista della Coppa del Mondo di sci alpino in questo finale di 2025. Dopo aver conquistato il gigante dell’Alta Badia, l’austriaco si impone nell’inedito Super G di Livigno, centrando il suo primo successo nel massimo circuito in questa specialità. In una gara sprint (circa 70 secondi) e su un tracciato apparentemente facile, il classe ’95 (pettorale 4) incanta per la pulizia di esecuzione e si mette alle spalle uno a uno tutti i nomi più quotati della WCSL. Sul podio salgono gli svizzeri Alexis Monney (+0.20) e Franjo von Allmen (+0.25), mentre Marco Odermatt, leader dello squadrone elvetico deve accontentarsi della quarta piazza. A completare la top five il migliore degli azzurri, Dominik Paris (+0.31). L’altoatesino disputa l’ennesima gara solida di questo avvio di stagione e alla fine della fiera chiude a sei centesimi dal podio, potendo ritenersi soddisfatto.

Terrorismo, la Polizia: 8 milioni di euro dati ad Hamas

Roma, 27 dic. (askanews) – L’indagine di Genova “ha consentito di valorizzare l’imponente attività informativa e gli sviluppi investigativi portati avanti dagli organismi di sicurezza italiani nell’ambito del comitato di analisi strategica antiterrorismo e di porre a disposizione della procura nazionale antiterrorismo e della procura distrettuale di Genova rilevanti elementi”. Lo ha detto il direttore centrale Polizia di prevenzione, Lucio Pifferi. Sulla base degli elementi acquisiti nell’inchiesta è possibile – ha continuato – “sostenere l’ipotesi di attività di finanziamento di organizzazioni terroristiche da parte di una serie di associazioni operanti in Europa ed in Italia, ma in realtà diretta emanazione dell’organizzazione Hamas che nel corso delle loro attività hanno raccolto una rilevante somma di denaro ipotizzabile intorno agli 8 milioni di euro destinata per la gran parte al finanziamento di Hamas stessa”.

Calcio, Chivu: "Mesi difficili, ora in carreggiata"



Roma, 27 dic. (askanews) – Essere allenatore dell’Inter non spaventa, anzi rappresenta uno stimolo continuo. Parola di Christian-Chivu alla vigilia di Atalanta-Inter in programma domani alle ore 20.45. Il tecnico nerazzurro ha spiegato così il suo approccio a una panchina per definizione sempre in bilico: “Mi stimola. L’importante è imparare e farsi la pelle. So cosa posso portare e mi siedo al tavolo con persone che mi stimolano e mi danno qualcosa. Dalla vita ho imparato che sono disposto anche a stare da solo, perché questo mestiere è così. Ho grande dignità, che non è in vendita, so di essere leale e so qual è la mia ambizione”.

Tra i temi affrontati anche il percorso di Alexander Stankovic, ex capitano della Primavera nerazzurra e oggi protagonista al Bruges. L’allenatore non nasconde l’attenzione del club: “Sono il suo primo tifoso insieme a papà Dejan. Ho avuto la fortuna di allenarlo e di trasmettergli dei valori. Ha avuto il coraggio di fare esperienza all’estero, di tagliare il cordone ombelicale. Lo seguiamo con interesse, è nato con i colori nerazzurri nel sangue”.

Sulle dinamiche interne allo spogliatoio, il tecnico è netto: “Le cose che si dicono dentro lo spogliatoio si dicono in faccia. Si critica e si fa autocritica, ma fuori certe cose non si devono dire. Voglio mantenere rispetto per i giocatori, questo non significa che tra di noi non ci si dica la verità. Sappiamo dove migliorare e stiamo lavorando sodo. Ogni scivolone non deve diventare per forza un problema”.

Dalla Supercoppa, nonostante il risultato, l’Inter porta via comunque spunti utili: “Sarei ipocrita a dire che sono contento. Il Bologna mette in difficoltà tutti, un po’ come l’Atalanta. A volte col bel gioco o col dominio non si vince. Dobbiamo trovare lo stimolo giusto per aggiungere ciò che è mancato”.

Capitolo infermeria e scelte tecniche: “Calhanoglu ha fatto il primo allenamento prima della semifinale di Supercoppa, poi ha dato continuità. Domani è a disposizione. Martinez ci ha dato buoni segnali: con il calendario di gennaio avremo modo di rivederlo”. Esclusa invece l’ipotesi Frattesi esterno a destra: “Non ci ho pensato. Abbiamo fatto esperimenti con Carlos Augusto e Diouf. Frattesi lo abbiamo pensato sotto punta per valorizzare i suoi inserimenti. Ha giocato meno di quanto qualcuno si aspettasse, ma non posso raccontare tutto. Ci sono cose che restano nello spogliatoio. Quel ruolo lo sta facendo discretamente bene Luis Henrique”.

Proprio sull’assenza di Dumfries e sul rendimento dei sostituti, l’allenatore difende il gruppo: “Luis Henrique è in una realtà nuova, con pressioni altissime, ma l’ho visto all’altezza. Ha dato il suo contributo, magari gli è mancata un po’ di iniziativa, ma tatticamente e come prestazione non ha fatto meno degli altri. Dumfries resta importantissimo per gol e apporto al gruppo”.

Alla domanda sulla mancanza di continuità negli scontri diretti, la risposta guarda alla crescita mentale: “Dobbiamo essere più forti della frustrazione e delle ingiustizie, più forti di come siamo percepiti da fuori. Dobbiamo aggiungere qualcosa sul piano motivazionale e delle responsabilità. Non togliere, ma aggiungere, forse uscendo un po’ dalla zona di comfort”.

Il salto di qualità, secondo il tecnico, passa anche dall’ambizione quotidiana: “Il campionato è lungo, per noi ogni partita è importante. Sappiamo che piccoli errori possono indirizzare le gare. Dobbiamo osare tutti i giorni e avere l’ambizione di competere fino in fondo”.

Guardando al bilancio dell’anno, l’allenatore resta focalizzato sul collettivo: “Non parlo mai di me, ma della squadra. I primi cinque mesi sono stati difficili, anche per il vissuto della stagione scorsa. Abbiamo lavorato tanto per rimetterci sulla strada giusta. Non siamo perfetti, ma stiamo cercando di migliorare gli aspetti che indirizzano la stagione. Non è semplice definirci un cantiere aperto a dicembre, ma conserviamo esigenza e ambizione”.

Sul mercato, poche parole e molta prudenza: “Per un allenatore è sempre difficile parlarne. Sembra mancare di rispetto ai giocatori. Nessun allenatore dirà mai cosa serve davvero, altrimenti direbbe che i suoi non sono all’altezza”.

Infine, lo sguardo alla prossima sfida contro l’Atalanta: “È sempre una partita ostica, indipendentemente dall’allenatore. In nove anni con Gasperini hanno costruito tantissimo. Con Palladino hanno trovato continuità e nuovi stimoli. Non è mai semplice per intensità, difesa e ritmo. Dovremo essere bravi e coraggiosi”.

Terrorismo, i pm: rete da Italia, Olanda, Austria, Francia e GB

Roma, 27 dic. (askanews) – Agli atti dell’inchiesta di Genova che ha portato oggi al blitz antiterrorismo che ha riguardato un gruppo di 9 persone, c’è un documento, interno ad Hamas, in cui si illustra nel dettaglio le attività da’wa svolte dall’organizzazione che hanno la finalità di conquistare il cuore e convertire le persone, ottenere sostegno e reclutare nuovi attivisti del movimento.

Le attività descritte sono molteplici e vanno da quelle educative a quelle strettamente legate al settore militare: infatti fanno parte del settore da’wa le attività di formazione di giovani per i futuri ruoli di leadership dentro Hamas, quelle svolte nel settore studentesco nel Campo militare degli studenti (Command Training Institute), l’educazione sullo status di martiri e prigionieri, il simposio sulla Jihad e i santi guerrieri dell’organizzazione.

Tali attività sono svolte grazie al contributo delle associazioni di beneficenza di Hamas. Sono numerose e vengono ritenute significative dagli inquirenti le conversazioni telefoniche e i contatti tra Hannoun e quanti rivestono analoghi ruoli in Olanda, Austria, Francia e Inghilterra.

Tali comunicazioni dimostrano l’esistenza di una estesa rete organizzata a livello internazionale di soggetti/istituzioni impegnati nella raccolta fondi, apparentemente da destinare a scopi benefici e a sostegno della popolazione e della causa palestinesi. A.B.S.P.P. e A.B.S.P.P. O.D.V. e i rispettivi dipendenti/collaboratori costituiscono l’articolazione italiana di tale network. In un altro documento che ha ad oggetto le informazioni ottenute dalla Military Wing of Hamas riguardo a un’indagine della Autorità Palestinese di Sicurezza Preventiva sul conto della Charity italiana A.B.S.P.P., vengono citati come contatto a Gerusalemme dell’associazione lo sceicco Najeh Bakirat (un alto funzionario di HAMAS operante a Gerusalemme) e Osama El-Issawi a Gaza. Secondo il documento l’associazione italiana opera grazie a funzionari di Hamas.

Documentati sono risultati anche i rapporti di Mohamed Hannoun con alti esponenti di Hamas (è infatti emerso che, nel mese di dicembre del 2025, questi fosse presente ad una riunione in Turchia alla quale ha preso parte, tra l’altro, Ali Baraka, esponente di spicco del comparto estero dell’organizzazione terroristica).

Nel corso delle intercettazioni sono emerse espressioni di apprezzamento su attentati terroristici da parte di Mohamed Hannoun, Abou Falastine, Al Salahat Raed, Albustanji Riyad.

Terrorismo, gli inquirenti: dato seguito in Italia alla strategia di Hamas

Roma, 27 dic. (askanews) – Mohammad Hannoun ed alcuni suoi stretti collaboratori hanno costituito in Italia una cellula di Hamas e da molti anni operano, per mezzo delle associazioni di riferimento, nella raccolta di fondi destinati in tutto o in parte a detta organizzazione terroristica. E’ questa la principale accusa che è al centro dell’inchiesta della magistratura di Genova e degli investigato della Polizia di Stato e della Guardia di finanza.

E’ contestata, in particolare, la costituzione di una cellula estera del movimento, sulla base degli elementi indiziari emersi nel corso delle indagini, non può ritenersi il risultato di una iniziativa personale di coloro che hanno dato vita all’associazione solidaristica italiana nei primi anni ’90, ma, piuttosto, la realizzazione di un progetto strategico dell’organizzazione madre Hamas, che si è dotata di una struttura complessa, e dunque anche di cellule operanti all’estero, in grado di contribuire agli scopi propri del movimento.

L’indagine di Genova – si aggiunge – è iniziata dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre 2023, grazie ad impulso della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Gli accertamenti sono partiti da una serie di segnalazioni per operazioni finanziarie sospette individuate in data antecedente al 7 ottobre 2023, riguardanti alcuni degli indagati e l’associazione di Hannoun. I controlli hanno riguardato condotte attive di appartenenza e finanziamento ad Hamas risalenti anche a prima del 7 ottobre 2023.

Sono quindi seguiti – si sottolinea – approfondimenti investigativi dei dati informativi tratti dalle citate segnalazioni per operazioni finanziarie sospette; attività di intercettazione di comunicazioni telefoniche e tra presenti; monitoraggi di flussi di denaro destinati al finanziamento; monitoraggio e acquisizione, tramite operazioni sotto copertura autorizzate, di documenti e messaggi presenti nel server in dotazione presso la sede di Genova dell’A.B.S.P.P.; documentazione trasmessa ufficialmente dallo Stato di Israele nel contesto della cooperazione giudiziaria, in risposta ad alcune richieste di assistenza giudiziaria formulate dalla Dda di Genova.

Grazie anche agli atti trasmessi da parte delle autorità israeliane è stato possibile accertare che Hamas si è dotata di un comparto estero e di articolazioni periferiche che operano con lo specifico scopo di promuovere l’immagine dell’organizzazione e, soprattutto, di contribuire al suo finanziamento, che è condizione essenziale perché essa possa esistere, svilupparsi e cercare di raggiungere i propri scopi.

L’associazione A.B.S.P.P. può ritenersi una di tali articolazioni operante in Italia e partecipe, con altre simili associazioni, di un network europeo che opera coordinandosi con la struttura decisionale dell’organizzazione “madre”. L’indagine ha rivelato che le donazioni provenienti da A.B.S.P.P. sono state destinate ad associazioni sotto il controllo diretto Hamas. Come Merciful Hands Society; Wa’ed dei prigionieri e dei prigionieri liberati; Al nour; Al weaam; Assalama charitable society; Rowad, pionieri dello sviluppo comunitario; Dar al Yatim; Palestinian orphans home; Islamic society; Al Rahma/mercy association for children; Jenin Charitable (Zakat) committee; Tulkarem charitable (Zakat) committee; Qalqilya charitable (Zakat) committee; Nablus charitable (Zakat) committee; Ramallah Zakat committee; Islamic charitable society in Hebron; Orphan care society in Bethlehem; Al Islah; Humanitarian relief association.

Alcune di esse – come Merciful hands society; Wa’ed dei prigionieri e dei prigionieri liberati; Al nour, Al weaam, Assalama charitable society, sono accusate di operare sotto il controllo diretto dell’ala militare di Hamas. Insomma – si sottolinea – “non si è trattato di elargizioni aventi unicamente scopo caritatevole e umanitario”.

Secondo la tesi accusatoria, in base agli indizi raccolti in anni di indagine, gli indagati si sono resi consapevolmente responsabili di aver sottratto capitali alle finalità assistenzialistiche della da’wa (trattasi delle attività svolte dall’organizzazione nei settori della religione, dell’istruzione, del benessere e della salute allo scopo di creare saldi legami con la popolazione palestinese) in favore di un finanziamento diretto dell’organizzazione terroristica e delle sue attività criminose.

Il collegamento diretto tra le istituzioni civili e la strategia terroristica di Hamas risulta, del resto, consolidato, come dimostrato anche dalle dichiarazioni rese da Khaled Meshal, già capo dell’Ufficio Politico di Hamas che ha affermato: “Gaza chiede il vostro aiuto: aiuti, denaro, qualunque cosa abbiate; chiunque possa fare una donazione, sappia che questo è il momento della verità. Questa è la Jihad con il denaro, ed è come la jihad di chi sacrifica la propria vita. Fai una donazione per Gaza, la sua resistenza e i suoi eroi. Questo è il momento in cui la nazione islamica deve unirsi alla battaglia”.

Epstein Files, Trump: "Il Dipartimento di Giustizia copra di vergogna i democratici"

Roma, 27 dic. (askanews) – Donald Trump ha invitato il Dipartimento di Giustizia americano a “coprire di vergogna” i democratici che hanno collaborato con Jeffrey Epstein pubblicando i documenti sul defunto predatore sessuale. “Abbiamo appena scoperto un ulteriore milione di pagine su Epstein. Il Dipartimento di Giustizia è costretto a dedicare tutto il suo tempo a questa montatura orchestrata dai democratici”, ha scritto il presidente americano sulla piattaforma Truth Social.

“Sono i democratici ad aver collaborato con Epstein, non i repubblicani. Che vengano pubblicati tutti i loro nomi, che siano coperti di vergogna e che si torni a lavorare per il nostro Paese!”, ha aggiunto il presidente americano, “La sinistra radicale non vuole che si parli dei successi di Trump e dei repubblicani, ma solo di Jeffrey Epstein, morto da molto tempo. Ancora una caccia alle streghe!”. Trump non ha precisato quali democratici potrebbero essere citati nei documenti.

Il Dipartimento di Giustizia ha iniziato la scorsa settimana a pubblicare documenti provenienti dall’indagine su Jeffrey Epstein, ricco finanziere morto in una prigione di New York nel 2019 mentre era in attesa di processo per traffico di minorenni a fini sessuali. Le ultime rivelazioni, pubblicate martedì, contengono numerosi riferimenti a Trump, in particolare documenti che dettagliano voli da lui effettuati a bordo del jet privato di Epstein.

Un tempo amico di Epstein, Trump ha preso le distanze dopo che i suoi reati sono venuti alla luce e sembra riluttante ad affrontare la questione, malgrado il forte sostegno all’interno del Partito Repubblicano a favore di una totale trasparenza.

Secondo gli inquirenti il 71 per cento della raccolta fondi era destinata ad Hamas

Roma, 27 dic. (askanews) – Le accuse che si contestano ai diversi indagati, chiamati in causa nel blitz antieterrorismo coordinato dalla magistratura di Genova, sono di aver condiviso con Mohamed Hannoun le decisioni riguardanti le iniziative da adottare, anche volte a costituire l’Associazione Benefica La Cupola d’Oro, nonché l’Associazione Benefica La Palma, al fine di proseguire l’attività di supporto finanziario ad Hamas nonostante i provvedimenti adottati dal circuito finanziario internazionale per impedire agli indagati il finanziamento di attività con finalità di terrorismo.

Inoltre di aver operato nella raccolta di fondi (dichiaratamente a fini umanitari per la popolazione palestinese) destinati in realtà in parte rilevante (più del 71 per cento) al finanziamento diretto di Hamas o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di tutte le articolazioni dell’organizzazione terroristica.

Attribuito anche di essersi occupati della raccolta e del versamento all’organizzazione terroristica nel corso degli anni di una somma complessiva di circa 7.280.000 euro. Tali attività, si è accertato, sono state svolte a Genova e altre località in territorio italiano e estero, con permanenza ancora attuale. Altri tre indagati: Abu Rawwa Adel Ibrahim Salameh dipendente della A.B.S.P.P. ODV dal 13.10.2008, referente per il nord est d’Italia, Abu Deiah Khalil, Abdu Saleh Mohammed Ismail sono accusati di concorso esterno in Hamas. Pur non facendone parte, questi sono infatti accusati di aver finanziato l’associazione terroristica palestinese, assicurando con continuità un concreto supporto finanziario, operando anche per mezzo delle associazioni ‘La Cupola d’oro’, dell’Associazione benefica di solidarietà col popolo palestinese – A.B.S.P.P, dell’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese – organizzazione di volontariato).

Ai tre soggetti si attribuisce di avere raccolto e inviato finanziamenti ad esponenti di Hamas (in particolare ad Osama Alisawi, già Ministro del Governo di fatto di Hamas a Gaza). E di avere inviato anche mediante operazioni di triangolazione con associazioni con sede all’Estero, a varie associazioni, con sede a Gaza, nei Territori Palestinesi o in Israele, dichiarate illegali dallo Stato di Israele perché appartenenti, controllate o comunque collegate ad Hamas, anche tramite bonifici bancari, somme di denaro, tra l’altro provvedendo al sostentamento dei famigliari di persone coinvolte in attentati terroristici o di detenuti per reati con finalità di terrorismo. Abu Deiah Khalil, custode della filiale di Milano della A.B.S.P.P., socio fondatore e legale rappresentante dell’associazione benefica ‘La cupola d’oro’ è accusato di aver aperto, a proprio nome, un conto alle Poste Italiane, sul quale la nuova associazione potesse operare, per proseguire l’attività di raccolta fondi, nonostante i provvedimenti adottati dal circuito finanziario per impedire agli indagati il finanziamento di attività terroristiche.

L’uomo dovrà rispondere anche di aver contribuito, nel corso dell’anno 2023 e fino ad oggi, all’attività associativa nella raccolta a fini umanitari di fondi per la popolazione palestinese destinati in realtà in parte rilevante (più del 71 per cento) al finanziamento diretto di Hamas o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate, ai danni pertanto, secondo l’ipotesi accusatoria, della popolazione civile di Gaza.

Abdu Saleh Mohammed Ismail, domiciliato in Turchia, mantenendosi in contatto con Hannoun e con Abu Falastine, è accusato di aver ricevuto somme di denaro pari ad almeno 462.700 euro, in contanti o con altre modalità non specificate. Quei soldi sono stati poi trasferiti tramite il circuito bancario a Gaza ad Osama Alisawi, in tal modo contribuendo consapevolmente al finanziamento dell’organizzazione terroristica HAMAS o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di tutte le articolazioni dell’organizzazione terroristica. Secondo l’ipotesi accusatoria

Terrorismo, gli inquirenti: Hannoun membro del comparto estero di Hamas

Roma, 27 dic. (askanews) – Mohammad Mahmoud Ahmad Hannoun è ritenuto dagli inquirenti di genova e dagli investigatori della polizia e della giuardia di finanza membro del cosiddetto comparto estero dell’organizzazione terroristica Hamas. In particolare figurava nel ‘board of directors della European palestinians conference’ ed era – sempre secondo chi indaga a Genova – il vertice della cellula italiana dell’organizzazione hamas, nella sua veste di legale rappresentante di A.B.S.P.P. Dal 21.9.2001 fino al 20.3.2018 e, negli anni successivi, di amministratore di fatto dell’associazione.

Hannoun è stato anche rappresentante legale di a.B.S.P.P. O.D.V. Fin dalla costituzione, nel 2003; oltre ad essere amministratore di fatto dell’associazione benefica ‘La cupola d’oro’, nonché dell’associazione benefica ‘La palma’, costituite allo scopo di proseguire l’attività di finanziamento nonostante i provvedimenti adottati dal circuito finanziario per impedire agli indagati il finanziamento di attività terroristiche.

Hannoun – si sottolinea – è gravemente indiziato di essere un componente di vertice di hamas; di avere destinato, nella raccolta di fondi indicata come avente fini umanitari per la popolazione palestinese, una parte rilevante (più del 71 per cento) di tali fondi al finanziamento diretto di Hamas o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di altre articolazioni dell’organizzazione terroristica.

Il presidente dei palestinesi in Italia è accusato ancora di avere quindi concorso a versare, direttamente o indirettamente, all’organizzazione terroristica, a partire dall’18 ottobre 2001 e, fino ad oggi, ma soprattutto a seguito degli eventi del 7 ottobre 2023, ingenti somme di denaro, pari a Ç 7.288.248,15, sottraendo tali fondi alle finalità dichiarate e alle reali necessità della popolazione civile di Gaza.

Dawoud Ra’Ed Hussny Mousa, membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica Hamas, referente con Hannoun della cellula italiana, dipendente dall’1.8.2016 di A.B.S.P.P. O.D.V., responsabile con Elasaly Yaser della filiale milanese di A.B.S.P.P.; nonchè Al Salahat Raed, membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica e, dal maggio 2023, componente del board of directors della European Palestinians Conference, al cui interno opera in stretto contatto con Majed al zeer.

Inoltre Al Salahat Raed è componente della cellula italiana di Hamas, dipendente della A.B.S.P.P. dal luglio 2011 al settembre 2019 e, nuovamente, a partire dal luglio 2024, referente per Firenze e la Toscana; Elasaly Yaser, membro del comparto estero di Hamas, componente della cellula italiana, dipendente dal 5.2.2016 di A.B.S.P.P. O.D.V., responsabile con Dawoud Ra’Ed Hussny Mousa della filiale milanese di A.B.S.P.P., Albustanji Riyad Abdelrahim Jaber, quale membro del comparto estero di Hamas, componente della cellula italiana, dipendente dall’1.2.2015 della A.B.S.P.P. O.D.V., con cui collabora attivamente promuovendo la raccolta di denaro durante incontri propagandistici.

Coinvolto anche Osama Alisawi, membro di HAMAS di cui è stato Ministro dei Trasporti del Governo di fatto a Gaza, Presidente del Blocco Islamico dell’Unione degli Ingegneri, membro del Consiglio dell’Unione degli Ingegneri, cofondatore nel 1994 della A.B.S.P.P., delegato ad operare, dal 2001 al 2009, sui conti correnti dell’associazione n. 8542 e 9300.

Arriva al cinema il biopic "Franco Battiato. Il lungo viaggio"

Milano, 27 dic. (askanews) – Arriva nelle sale cinematografiche solo il 2, 3 e 4 febbraio 2026 come evento speciale per Nexo Studios “Franco Battiato. Il lungo viaggio”, il biopic diretto da Renato De Maria e scritto da Monica Rametta, dedicato a uno dei più grandi artisti della musica italiana.

Coprodotto da Rai Fiction e Casta Diva Pictures, “Franco Battiato. Il lungo viaggio” segue il percorso del giovane Battiato, interpretato da uno straordinario Dario Aita, dalla Sicilia al suo arrivo a Milano negli anni Settanta, esplorando i momenti cruciali del cammino verso il successo e accompagnandolo fino al ritorno nell’amata terra d’origine. L’elenco delle sale cinematografiche sarà disponibile a breve su nexostudios.it e le prevendite apriranno a partire dal giorno 9 gennaio. “Franco Battiato. Il lungo viaggio” è il racconto di un viaggio interiore, in cui la natura dell’artista, già incline alla spiritualità, si trasforma in una ricerca più consapevole anche attraverso l’amicizia con Fleur (Elena Radonicich), il rapporto con la madre (Simona Malato) e incontri fondamentali, quali l’amicizia con Juri Camisasca (Ermes Frattini) e Giuni Russo (Nicole Petrelli), fino allo storico sodalizio con Giusto Pio (Giulio Forges Davanzati), coautore di molti dei brani più importanti della carriera di Franco Battiato.

Il film ripercorre l’evoluzione di Franco Battiato dalla sperimentazione radicale alle serate con Giorgio Gaber e Ombretta Colli fino al successo pop, mettendo al centro il suo vero viaggio: la ricerca del sé interiore.

Un racconto intimo e visionario, in cui la musica diventa il linguaggio di una tensione costante verso il trascendente, oltre ogni forma di celebrità. Nel film anche Anna Castiglia e la partecipazione straordinaria di Joan Thiele. Le musiche originali sono di Vittorio Cosma con Giuvazza Maggiore. Si ringrazia la Fondazione Franco Battiato ETS. Il film è distribuito in esclusiva nelle sale cinematografiche da Nexo Studios con RTL 102.5 come Radio Ufficiale e in collaborazione con MYmovies. Prossimamente sarà in onda su Rai 1.

Manovra, al via esame Camera. Testo ‘blindato’ al voto martedì

Roma, 27 dic. (askanews) – Al via alla Camera dei deputati l’esame in seconda lettura della manovra da 22 miliardi, licenziata prima di Natale dal Senato.

La Commissione bilancio di Montecitorio ha avviato i lavori sul provvedimento con l’illustrazione da parte dei relatori Andrea Barabotti(Lega), Andrea Mascaretti(FdI) e Roberto Pella(FI).

Segue la discussione generale in attesa del termine per la presentazione degli emendamenti nel pomeriggio. Presente per il governo la sottosegretaria all’economia, Sandra Savino.

Passaggio in Commissione che non comporterà variazioni alla manovra visto che il testo arrivato da Palazzo Madama è ‘blindato’ non essendoci materialmente il tempo per una terza lettura senza rischiare l’esercizio provvisorio.

Domani è prevista la conclusione dei lavori della Commissione e l’avvio dell’esame da parte dell’Aula con la discussione generale dalle 16. Intorno alle 19 è attesa l’apposizione della questione di fiducia da parte del governo che sarà votata lunedì sera.

Il voto finale sulla legge di bilancio da parte della Camera è previsto per martedì 30 dicembre.

Finanziamenti ad Hamas, fra i 9 arrestati anche il presidente dei palestinesi in Italia

Roma, 27 dic. (askanews) – Blitz antiterrorismo a Genova. La Digos della Polizia di Stato ed il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di finanza del capoluogo ligure insieme con il Nucleo Speciale della Polizia Valutaria della Gdf hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari (personali e reali, queste ultime per un ammontare di oltre otto milioni di euro) nei confronti rispettivamente di nove indagati destinatari tutti della custodia in carcere.

Gli indagati sono accusati, nella attuale fase delle indagini preliminari, di fare parte e di avere finanziato Hamas (Harakat al-muqawma al-islamiya’ ovvero ‘Movimento della resistenza islamica’), che si propone il compimento di atti con finalità di terrorismo, in particolare contro Israele, ed è stata designata come organizzazione terroristica da parte dell’Unione Europea. Tra gli arrestati c’è anche il presidente dell’associazione dei palestinesi in Italia. Gli investigatori definiscono Mohammad Hannoun “membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica Hamas” e “vertice della cellula italiana dell’organizzazione Hamas”.

Il finanziamento delle attività terroristiche risulta avvenuto per mezzo di varie associazioni, tra cui: Associazione benefica di solidarietà col popolo palestinese; Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese – organizzazione di volontariato, di cui è legale rappresentante proprio Mohammad Mahmoud Ahmad Hannoun; e l’associazione benefica la Cupola d’oro, con sede a Milano, di cui è legale rappresentante Abu Deiah Khalil.

In particolare, vengono loro addebitate operazioni di finanziamento, che si ritiene abbiano rilevantemente contribuito alle attività delittuose dell’organizzazione terroristica, per un ammontare complessivo di circa sette milioni di euro. Il denaro è stato mandato ad Hamas – secondo gli inquirenti – mediante operazioni di triangolazione attraverso bonifici bancari o con altre modalità per il tramite di associazioni con sede all’Estero.

Inoltre i finanziamenti sono stati direzionati in favore di associazioni con sede a Gaza, nei Territori Palestinesi o in Israele, dichiarate illegali dallo Stato di Israele, perché appartenenti, controllate o comunque collegate ad Hamas. oppure direttamente a favore di esponenti di Hamas (in particolare, ad Osama Alisawi, già Ministro del Governo di fatto di Hamas a Gaza, che, specificamente, in varie circostanze, sollecitava tale supporto finanziario).

Tale supporto ha riguardato anche il sostentamento dei familiari di persone coinvolte in attentati terroristici ai danni di civili o dei parenti di detenuti per reati con finalità di terrorismo, sostentamento che ha rafforzato l’intento di un numero indeterminato di componenti di Hamas di aderire alla strategia terroristica e al programma criminoso dell’organizzazione, anche compiendo attentati terroristici suicidi.

Zelensky sente leader Ue-Trump in call oggi, domani va a Mar-a-Lago

Roma, 27 dic. (askanews) – I leader europei e il presidente degli Stati uniti Donald Trump parteciperanno sabato a una call con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel quadro di un’intensificazione degli sforzi diplomatici per arrivare a un accordo di pace sull’Ucraina. L’iniziativa precede l’incontro previsto domani in Florida tra Zelensky e Trump, a Mar-a-Lago. Lo riferisce oggi il Guardian.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen prenderà parte alla conversazione, ha riferito un portavoce dell’esecutivo Ue. Secondo Kiev, il vertice con Trump servirà ad affrontare i nodi più sensibili del negoziato, dalle garanzie di sicurezza per l’Ucraina alla ricostruzione, fino alle questioni territoriali legate al Donbas e alla centrale nucleare di Zaporizhzhia.

“L’incontro di domenica è pensato in modo specifico per affinare il più possibile i contenuti”, ha dichiarato Zelensky ieri, spiegando che il piano di pace in 20 punti è “pronto al 90 per cento”. “Il nostro obiettivo è portarlo al 100 per cento. Ad oggi, i nostri team, quello ucraino e quello americano, hanno fatto progressi significativi”, ha aggiunto.

Secondo quanto riportato da Axios, Zelensky si è detto disposto a sottoporre il piano a referendum qualora la Russia accettasse un cessate il fuoco di almeno 60 giorni, necessario per organizzare la consultazione. In assenza di una “posizione forte” sulle questioni territoriali, il presidente ucraino avrebbe spiegato di dover chiedere l’approvazione dell’opinione pubblica.

Sul piano militare, mentre proseguono le iniziative diplomatiche, Kiev è stata colpita da una nuova ondata di attacchi. Nelle prime ore di oggi potenti esplosioni sono state udite nella capitale. Secondo le autorità locali, l’attacco ha coinvolto missili ipersonici Kinzhal, missili balistici Iskander e missili da crociera Kalibr. Il sindaco di Kiev ha riferito di diversi feriti, tra cui anche dei bambini, mentre incendi hanno interessato edifici residenziali in vari distretti della città. Interruzioni di corrente sono state segnalate anche nell’area di Brovary.

L’aeronautica ucraina ha diramato un allarme aereo su tutto il Paese, segnalando la presenza di droni e missili su diverse regioni. Gli attacchi russi hanno portato anche al decollo di caccia polacchi e alla chiusura temporanea di due aeroporti nel sud-est della Polonia, a Rzeszów e Lublino.

Sul fronte diplomatico, i colloqui si inseriscono dopo una serie di incontri riservati svoltisi lo scorso fine settimana a Miami, dove l’inviato di Trump Steve Witkoff ha incontrato separatamente rappresentanti russi e ucraini, insieme a Jared Kushner.

Il piano attuale viene descritto come una versione aggiornata di un precedente documento in 28 punti discusso nelle scorse settimane tra funzionari statunitensi e russi, ritenuto da Kiev e da diversi osservatori sbilanciato a favore delle richieste del Cremlino. L’Ucraina continua a chiedere garanzie di sicurezza modellate sull’articolo 5 della Nato, anche se resta incerto se Mosca possa accettare una simile impostazione.

In un’intervista a Politico, Trump ha detto di aspettarsi un incontro “positivo” con Zelensky, precisando però che “non ha nulla finché non lo approvo. Vedremo cosa ha”.

Da Mosca, il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov ha criticato il lavoro sul piano di pace, sostenendo che “la possibilità di arrivare a un accordo dipenderà dalla volontà politica dell’altra parte”, accusando Kiev e alcuni Paesi europei di cercare di “silurare” il processo negoziale. “Senza una soluzione adeguata delle cause all’origine di questa crisi”, ha aggiunto Ryabkov, “sarà semplicemente impossibile raggiungere un accordo definitivo”.

Salvini: i pro pal erano in piazza dalla parte sbagliata

Milano, 27 dic. (askanews) – “Ci sono alcuni milioni di fenomeni che dovrebbero chiedere scusa” e “c’è qualcuno che non ha capito niente: era in piazza dalla parte sbagliata”. Così il vicepremier Matteo Salvini ha commentato a Radio Libertà l’operazione della Digos di Genova che ha portato all’arresto di 9 persone, accusate di aver finanziato Hamas con 7 milioni di euro.

“Stando a quanto leggi, la Guardia di Finanza e gli investigatori ritengono che finanziassero illegalmente il terrorismo islamico basandosi su alcune associazioni onlus in Italia. L’idolo dei pro pal che per qualche giorno hanno bloccato l’Italia sarebbe, secondo gli investigatori, un finanziatore del terrorismo, dei massacri del 7 ottobre. Spero che vengano presi tutti, spero che vengano espulsi quelli che sono in Italia illegalmente e spero che – ha chiosato Salvini – il processo di pace prosegua nonostante i pro pal”.

Tajani: congratulazioni per lo smantellamento della rete che favoriva Hamas



Roma, 27 dic. (askanews) – Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso apprezzamento per l’operazione antiterrorismo che ha portato allo smantellamento di una rete accusata di finanziare Hamas dall’Italia.

In un messaggio pubblicato su X, Tajani ha riferito di essersi congratulato con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per l’operazione condotta dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza, sottolineandone il rilievo sul piano della sicurezza nazionale.

“Mi sono congratulato con Piantedosi per l’importante operazione antiterrorismo di Polizia di Stato e Guardia di Finanza che ha portato allo smantellamento di una organizzazione che finanziava Hamas dall’Italia”, ha scritto Tajani, aggiungendo: “Sempre grati alle forze dell’ordine per la loro attività”.

Piantedosi: squarciato il velo sull’eversione islamista

Roma, 27 dic. (askanews) – “È un’operazione molto importante e significativa quella portata a termine stamattina dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza con l’arresto di nove persone, tra cui il più noto Mohammad Hannoun. Pur con la doverosa presunzione di innocenza che va sempre riconosciuta in questa fase, è stato squarciato il velo su comportamenti e attività che, dietro il paravento di iniziative a favore delle popolazioni palestinesi, celavano il sostegno e la partecipazione a organizzazioni con vere e proprie finalità terroristiche di matrice islamista”. Lo ha detto il ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, in merito al blitz antiterrorismo condotto a Genova.

Un “pericolo” – quello dell’eversione di matrice islamista – “rispetto al quale c’è la massima attenzione da parte del nostro governo. Grazie alla professionalità dei poliziotti della Direzione centrale della polizia di prevenzione, la nostra ‘antiterrorismo’, e dei nuclei specialistici della Guardia di Finanza si sono potuti ricostruire contatti e flussi finanziari su scala internazionale: l’ennesima dimostrazione delle competenze e capacità investigative delle nostre forze di polizia che si confermano tra le migliori al mondo”. Il responsabile del Viminale ha poi aggiunto: “Sono grato al Capo della polizia, al Procuratore nazionale anti terrorismo ed ai magistrati della direzione distrettuale di Genova per come hanno coordinato tali professionalità, contribuendo allo sviluppo di una indagine di straordinaria importanza. Questo risultato ci incoraggia nell’opera di ulteriore rafforzamento delle nostre forze dell’ordine che stiamo portando avanti da tre anni e che continueremo finché ci verrà affidata la responsabilità di governo”.

Avrebbero finanziato Hamas con 7 milioni: 9 arresti a Genova

Milano, 27 dic. (askanews) – Misure cautelari per nove indagati che finiscono in carcere, tutti accusati dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova, di fare parte e di avere finanziato l’organizzazione terroristica Hamas. L’indagine coinvolge anche tre associazioni. L’operazione è stata finalizzata da DIGOS di Genova, con il supporto della guardia di Finanza. Agli indagati vengono addebitate operazioni di finanziamento, che si ritiene abbiano rilevantemente contribuito alle attività delittuose dell’organizzazione terroristica, per un ammontare complessivo di circa sette milioni di euro. Tra gli indagati anche Hannoun Mohammad Mahmoud Ahmad, figura di spicco del mondo pro pal in Italia.

USA, da Wallace a Trump: common man o forgotten man?

Perché riproporre oggi la visione democratica di Henry A. Wallace, vicepresidente degli Stati Uniti durante la presidenza di Franklin Delano Roosevelt, e metterla a confronto con la figura del forgotten man evocata da Donald Trump? La risposta non sta nella nostalgia né in un esercizio di storia comparata, ma nella necessità di una verifica culturale sul senso stesso della democrazia nel tempo presente.

Wallace non è una figura laterale del Novecento americano. È il vicepresidente di un’America che entra in guerra contro l’Europa nazi-fascista per salvare l’Europa democratica, non per isolarsi dal suo destino. In quel passaggio decisivo, l’Atlantico non doveva separare due mondi, ma tenerli insieme, come spazio condiviso di una civiltà politica fondata sulla dignità della persona, sulla libertà e sulla giustizia sociale.

Il common man”: una promessa democratica

Nel 1942 Wallace pronuncia il discorso destinato a restare come il suo lascito politico più significativo: The Century of the Common Man. Non è un manifesto ideologico né un testo per specialisti. È una dichiarazione di principio rivolta al mondo. Alla retorica dell’“uomo forte” e degli imperi, Wallace oppone l’idea che il secolo che si apre debba essere quello dell’uomo comune, riconosciuto nella sua dignità e posto al centro della vita democratica.

Il common man non è una categoria sociologica né una folla indistinta. È il soggetto di una promessa universale: libertà politica e giustizia sociale non sono alternative, ma condizioni che si tengono. La democrazia, in questa visione, non si esaurisce nel voto o nella competizione tra élite; è un ordine morale e civile, fondato sull’idea che ogni persona abbia valore in quanto tale e che le istituzioni abbiano il compito di rendere effettiva questa dignità.

 

Il forgotten man”: il popolo come identità ferita

A distanza di decenni, Donald Trump costruisce il proprio successo politico attorno a una figura solo in apparenza analoga: il forgotten man, l’uomo dimenticato. Qui il registro cambia radicalmente. Non c’è una promessa universale, ma una narrazione del torto subito. Il popolo è chiamato a riconoscersi come escluso, tradito, minacciato.

Il forgotten man non diventa il centro di un progetto di emancipazione, ma di una mobilitazione identitaria. La politica non ricompone: polarizza. La democrazia tende a ridursi a plebiscito permanente, la leadership a rappresentazione diretta del risentimento. Non si allarga l’orizzonte dei diritti; si moltiplicano i nemici.

Due antropologie politiche

Il confronto tra Wallace e Trump mette in luce due antropologie politiche inconciliabili. Da un lato, l’uomo come essere relazionale, portatore di diritti che rafforzano la comunità e rendono possibile la convivenza democratica. Dall’altro, l’individuo definito dalla paura, dalla competizione, dal bisogno di protezione identitaria.

Nel primo caso, il popolo è fine della politica. Nel secondo, ne diventa strumento. Nel primo, la democrazia tende all’inclusione. Nel secondo, vive di esclusione e semplificazione.

Una verifica per lOccidente

Riproporre Wallace oggi significa interrogare l’Occidente nel suo insieme, e l’Europa in modo particolare. In una fase segnata dalla crisi delle istituzioni rappresentative e dall’impoverimento del linguaggio politico, la questione non è scegliere tra élite e popolo, ma tra una politica che riconosce la dignità dell’uomo e una che ne sfrutta le ferite.

Il legame euro-atlantico nasce anche da questa visione: dalla convinzione che la democrazia non sia un fatto contingente o identitario, ma una responsabilità condivisa, radicata in un umanesimo politico capace di tenere insieme libertà, giustizia e solidarietà. È su questo terreno che la cultura politica europea è chiamata oggi a una verifica non eludibile, se non vuole consegnare il futuro della democrazia al solo linguaggio del risentimento.

Pace fuori campo? È tempo di riportarla nel discorso pubblico

Pace fuori campo? È tempo di riportarla nel discorso pubblico

 

Nel clima segnato da guerra, polarizzazione e sospetto, parlare di pace diventa controverso. Ma senza parole, argomenti e responsabilità pubbliche, la pace scompare, lasciando spazio a paura, propaganda e rassegnazione.

 

Giuseppe Davicino

 

Gli eventi e le crisi ai quali stiamo assistendo in Europa implicano una domanda politica di fondo: dove stiamo andando? Dove ci porteranno le strategie adottate?

Diventa ancora più arduo tentare di rispondere a questa domanda in un tempo in cui, come ha ricordato ieri Papa Prevòst, nel suo primo Angelus di Santo Stefano, cresce il rischio di essere spinti fuori dal discorso pubblico e non di rado accusati di favorire avversari e nemici, per chi cerca di argomentare le ragioni della pace. Probabilmente Leone XIV ha colto un punto decisivo per il futuro dell’Italia, dell’Ue, dell’Europa e dell’Occidente.

Il fatto di essere stati espunti dal dibattito pubblico, talvolta anche per rispettabili ragioni di realpolitik, non rende alcuni argomenti meno decisivi per il nostro futuro. Credo se ne possano indicare alcuni fra i più importanti.

 

Le narrative della guerra

Il primo è il carattere decisivo, per il futuro, delle diverse narrative sulla guerra in corso in Europa. La narrativa del Regno Unito e dei suoi alleati più stretti, primo fra tutti la Francia, è quella di una Russia “invade-tutto”, alla quale occorre infliggere una sconfitta strategica in Ucraina per fermarne l’avanzata fino alla costa atlantica dell’Europa. Poiché sul campo, dopo l’invasione russa del 2022, i risultati non sono quelli sperati, occorre una tregua per consentire il riarmo dell’Europa, in vista dello showdown finale nel giro di cinque-dieci anni.

 

Un conflitto non nato dal nulla

L’altra narrativa è quella di quanti, trasversalmente allo schieramento atlantista, sono consapevoli del fatto che l’invasione russa dell’Ucraina non sia stata un fulmine a ciel sereno, ma una scelta – per quanto esecrabile – maturata all’interno di uno scontro per procura almeno decennale, che ha visto anche errori e provocazioni commessi dagli occidentali, o almeno da alcune loro frange, come il tentacolare mondo dei neocon americani a fianco dei poteri britannici.

È un’ovvietà constatare che una soluzione diplomatica di questo conflitto non sarà possibile senza adottare un coraggioso e lungimirante cambio di narrativa.

 

Stati Uniti e Russia: una relazione storica

Ed ecco un altro elemento di primissimo piano che non può essere ignorato: quello dei rapporti fra Stati Uniti e Russia, storicamente più complementari che competitivi. Dalla guerra civile americana alla Seconda guerra mondiale, fino alla comune diffidenza verso l’impero coloniale britannico, Washington e Mosca hanno sempre trovato punti di contatto.

Trump, più che una svolta, ha operato una ripresa di rapporti bilaterali solidi e con profonde radici storiche, che rischiano di lasciare l’Europa con il cerino in mano delle ostilità, se essa non saprà pensarsi più autonoma e indipendente sullo scacchiere internazionale.

 

UnEuropa politicamente più forte

Serve una Ue più forte politicamente. Per iniziare, in attesa dei tempi lunghi delle riforme istituzionali, appare più che sufficiente la sintesi proposta da Mario Draghi: il federalismo pragmatico, ovvero la capacità dei Ventisette di assumere decisioni adeguate e tempestive.

Esiste un esempio brillante di organizzazione internazionale fra Paesi ritenuti schiacciati fra due giganti come Cina e India: l’ASEAN, l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico, che sta dimostrando di agire con invidiabile autonomia. Anche l’Ue può prendere le giuste contromisure per evitare che Stati Uniti e Russia decidano del suo futuro.

 

Il peso britannico sullEuropa

Ma perché ciò risulti possibile vi è un terzo elemento, oggettivamente di enorme importanza ma di cui quasi non si parla: il preoccupante sbilanciamento nei rapporti fra Bruxelles e Londra a favore della sponda britannica della Manica.

La gestione della crisi ucraina fornisce una nuova e triste conferma. Stiamo infatti assistendo al paradosso per cui il Regno Unito, uscito dall’Ue, detta nei fatti la linea dell’Europa sull’Ucraina. La Francia risulta perfettamente allineata; la Germania continua a non toccare palla in politica estera oltre i propri interessi di bottega; l’Italia, come spesso accade, si barcamena pur in modo dignitoso; resta alla fine solo la Spagna in una situazione di pieno esercizio di capacità che invece dovrebbe riguardare l’intera Unione.

 

I costi di una guerra senza vincitori

Occorre esplicitare con chiarezza cosa comporti per l’Ue seguire la linea britannica sull’Ucraina, in una guerra che nessuno potrà vincere sul campo se non tentando nuovamente l’avventura di una guerra mondiale. Tra le conseguenze:

– un ulteriore indebolimento dell’economia europea;

– un’accelerazione della caduta delle classi medie, a fronte dell’allargamento della classe media nei Paesi Brics;

– una dissonanza sempre più stridente fra gli obiettivi del Green Deal e l’enfasi sul riarmo nazionale, compreso quello tedesco, con toni più da Europa pre-comunitaria che dall’Europa edificata sull’anelito all’integrazione per rendere impossibile la guerra.

 

Una linea di centro, dialogo e pace

Se questi elementi sono, come credo, decisivi, essi forniscono indicazioni anche per definire una linea politica autenticamente di centro, ispirata ai valori del dialogo e della pace, che pur nelle necessarie mediazioni non smarrisca il senso di dove possano condurre strategie miopi e subalterne.

Strategie alle quali sembra difficile sottrarsi anche per la presenza, nell’area di centro, di gruppi piccoli ma influenti, spesso più inclini all’estremismo che alla moderazione.

Ucraina, accordo di pace ancora difficile

Vedremo quali saranno le intese che scaturiranno dall’incontro domenicale fra Trump e Zelenskyi e poi quali saranno le reazioni russe. Se gli ottimisti sostengono che l’intesa è molto vicina, pronta al 90%, i pessimisti – o forse sarebbe meglio definirli realisti – ricordano il motto diplomatico per il quale «nulla è concordato fino a quando tutto è concordato».

La posta in gioco per lEuropa

Gli europei, invitati alla riunione in collegamento da remoto, hanno ormai ben chiaro in testa quale sia la vera posta in gioco, che non è soltanto la sovranità statuale dell’Ucraina ma addirittura l’integrità territoriale dell’Unione: un’eventuale vittoria a mani basse della Russia indurrebbe Putin ad allargare le proprie ambizioni ad altre regioni orientali già parti della vecchia Unione Sovietica.

E ormai si è compreso bene che quelle ambizioni non sono solo territoriali. Sono, in negativo, impedire all’Ucraina di divenire strutturalmente parte dell’Occidente (sia nella veste militare della NATO, sia in quella istituzionale della UE); e, in positivo, la determinazione nel ricostruire quel “Mondo Russo” alternativo ai valori occidentali, considerati nel loro radicalismo corruttori della tradizione oltre che decadenti.

Le condizioni di Kyiv e le richieste di Mosca

E dunque le questioni essenziali poste da Zelenskyi non possono venire ignorate, in quanto basilari pure per gli europei, oltre che per gli ucraini.

Il cessate-il-fuoco deve essere immediato. Se la volontà è effettivamente quella di raggiungere un accordo di pace non si deve consentire ai russi di proseguire gli attacchi alle città ucraine durante il tempo delle trattative, cercando così facendo di ampliare il raggio di territorio conquistato.

La richiesta di Mosca, ovvero considerare acquisito tutto il Donbass (incluse le aree ancora in controllo ucraino), non è accettabile da Kyiv non solo per evidenti ragioni – è pur sempre, al momento, territorio ucraino – ma soprattutto perché costituisce una linea di difesa indispensabile per proteggere tutto il resto della nazione.

Anche il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia è parte non secondaria della trattativa, mentre i russi la considerano già ora propria e da cogestire, al massimo, con gli Stati Uniti. Altra questione, come quella territoriale, di ben difficile soluzione.

Garanzie di sicurezza e ruolo europeo

Le garanzie di protezione internazionale per evitare possibili future nuove aggressioni all’Ucraina, da attivare all’indomani dell’accordo di pace, del quale devono essere parte, sono evidentemente essenziali per Kyiv e sarà importante leggerle nel dettaglio: considerando che oggi, con Trump alla Casa Bianca, lo stesso famoso articolo 5 dell’Alleanza Atlantica non pare così decisivo come lo si è sempre considerato.

E la presenza sul terreno, nella eventuale forza di interposizione, di soldati di nazionalità europea dovrebbe superare l’ostilità delle opinioni pubbliche continentali nei confronti di qualsiasi impiego di uomini in un contesto così caldo. Eppure questa presenza operativa dovrebbe essere parte dell’eventuale accordo.

La strada è ancora lunga. Quel motto delle diplomazie rimane quanto mai veritiero.

Natale senza riparo a Gaza

Un Natale che interroga il mondo

Nella sua prima omelia di Natale, Papa Leone ha richiamato con parole nette la tragedia che continua a consumarsi nella Striscia di Gaza. Nonostante una tregua in vigore da settantasette giorni, le condizioni della popolazione non migliorano. Gli aiuti umanitari non arrivano con regolarità, le quantità sono insufficienti, spesso rallentate o bloccate da controlli e restrizioni. Anche quando riescono a entrare, un sistema sanitario e logistico gravemente compromesso non è in grado di garantire il necessario, soprattutto ai più fragili.

Da Gerusalemme, pochi giorni fa, anche Padre Faltas ha parlato senza mezzi termini di una situazione tragica: «serve tutto, manca cibo, mancano rifugi e i bambini muoiono di freddo». Un appello alla comunità internazionale affinché si ponga fine a questa tragedia, ricordando che senza pace in quelle terre non potrà mai esserci pace nel mondo.

Morire di freddo nella Striscia

A Gaza si continua a morire, non solo sotto il fuoco, ma anche per la mancanza dei beni di prima necessità. Le piogge torrenziali, come riportano i rapporti dell’ONU e di Medici Senza Frontiere, hanno distrutto solo nell’ultima settimana 125.000 tende. L’acqua penetra nei rifugi precari rendendo la situazione insostenibile, soprattutto per chi è più vulnerabile.

Per i bambini non c’è serenità e non è più scontato neppure il diritto a nascere. Nei primi giorni di vita, quando la fragilità è massima, mancano le cure primarie, il calore, la protezione. È in questo contesto che si consuma una delle forme più silenziose e crudeli di morte.

Mohammed, un mese di vita

Mohammed Khalil Abu al-Khair aveva appena un mese. È morto pochi giorni fa per ipotermia. Era uno dei tanti bambini sfollati con la propria famiglia nelle zone meridionali della Striscia di Gaza. La notte in cui si è spento, le temperature erano basse, accompagnate da pioggia e vento. Il piccolo ha iniziato a manifestare segni evidenti di sofferenza: il corpo freddo, la respirazione debole, una progressiva perdita di reattività.

Portato all’ospedale Nasser di Khan Younis, le sue condizioni sono peggiorate rapidamente. I medici hanno parlato di ipotermia severa. Dopo appena due ore, Mohammed è morto. Non per una malattia, ma perché nessuno si è impegnato concretamente a interrompere

questo strazio.

I bambini e il fallimento morale

Secondo Save the Children, sono almeno ventimila i bambini morti in questo massacro. Un numero che, verosimilmente, supera quello delle vittime che alcune stime attribuiscono ai militanti di Hamas. A Gaza si registra il più alto tasso di amputazioni infantili al mondo, spesso eseguite senza anestesia.

I bambini smascherano la disumanità. Davanti a loro ogni giustificazione crolla e lascia spazio a un fallimento morale che non può essere rimosso né relativizzato.

La Sacra Famiglia, oggi

È difficile non pensare al parallelismo tra ciò che affrontano queste povere anime e quanto fu imposto alla Sacra Famiglia. Proprio in quelle terre in cui Gesù nacque e da cui passò durante la fuga in Egitto, si sta consumando una tragedia che parla anche al nostro presente.

«Gesù è nato in una stalla perché non c’era posto per Lui», ha ricordato il Santo Padre, «scegliendo di venire al mondo così per condividere fino in fondo la nostra umanità», identificandosi «in chi è scartato ed escluso». E ancora: «Se ognuno di noi si mettesse nei panni di chi soffre e si facesse solidale con chi è più debole e oppresso, il mondo cambierebbe».

Riconoscerlo oggi

Forse oggi Gesù rinascerebbe proprio laggiù, dove manca il riparo, dove nascere e sopravvivere non è più scontato, dove una madre cerca un luogo caldo per partorire, mentre il potere discute e la fragilità attende, sofferente.

Forse il senso del Natale è tutto qui: chiederci se oggi saremmo capaci, se rinascesse, di salvarlo o almeno di riconoscerlo.

Io, purtroppo, la risposta l’ho già trovata tra quelle macerie.

Ucraina, Trump: nuove proposte Zelensky? Nulla se non approvo io

Roma, 26 dic. (askanews) – Un nuovo piano di pace elaborato da Kiev? Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “non ha nulla finché non l’approvo. Quindi vedremo cosa ha”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump in una intervista a Politico. I due si incontreranno domenica in Florida, “penso – ha detto l’inquilino della Casa Bianca – che andrà bene con lui. Penso che andrà bene con Putin”, ha aggiunto Trump, precisando che si aspetta di parlare con il leader russo “presto, così come lo desidero”.

Zelensky: incontrerò Trump domenica, piano di pace al 90%. Gli alleati europei parteciperanno da remoto

Roma, 26 dic. (askanews) – Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha annunciato di prevedere un incontro con il suo omologo americano Donald Trump domenica 28 dicembre, presso la sua residenza di Mar-a-Lago in Florida. Zelensky, ha indicato Reuters, ha però precisato di non poter dire se questo incontro possa portare a degli accordi. Secondo l’agenzia di stampa, il presidente ucraino intende discutere con Trump della possibilità di aumentare la pressione sulla Russia. Gli alleati europei parteciperanno da remoto ai colloqui di domenica tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump, in programma nella residenza di Mar-a-Lago (Florida) del presidente americano. Lo ha chiarito il presidente ucraino, rispondendo successivamente alla domanda di un corrispondente. Zelensky, hanno riferito i media ucraini, ha sottolineato che resterà in “contatto costante” con i partner europei. “Vorremmo che gli europei fossero coinvolti. Non sono sicuro che in un solo giorno possiamo tutti riunirci di persona, ma almeno ci collegheremo online e i nostri partner saranno in contatto”, ha affermato.

Allo stesso tempo, il presidente ucraino ha ribadito che, per quanto riguarda l’intero processo di pace, è necessario trovare presto un formato in cui partecipino non solo Ucraina e Stati Uniti, ma anche l’Europa. Ucraina e Stati Uniti hanno inizialmente discusso il piano di pace di Washington in formato bilaterale. Funzionari ucraini, in particolare, si sono recati più volte a Miami per le negoziazioni. Il processo negoziale si è svolto anche a Berlino e a Ginevra.

L’incontro più recente si è tenuto la scorsa settimana, con l’Ucraina rappresentata dal segretario del Consiglio per la Sicurezza Nazionale e la Difesa Rustem Umerov e dal Capo di Stato maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina, Andrii Hnatov. Fonti citate da RBC-Ucraina hanno inoltre precisato che ai colloqui hanno partecipato anche consiglieri per la sicurezza nazionale di Regno Unito, Francia e Germania. Media occidentali avevano diffuso voci secondo cui il Ministro degli Esteri turco Hakan Fidan e il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani avrebbero preso parte alle negoziazioni, ma queste informazioni non sono state confermate.

Zelensky ha inoltre sottolineato che il piano di pace “in venti punti” è “pronto al 90 per cento”. Successivamente Zelensky ha parlato con il presidente finlandese Alexander Stubb riguardo agli sforzi da compiere per porre fine all’invasione russa. Lo ha annunciato su X lo stesso presidente ucraino. “Qui in Ucraina stiamo attualmente preparando le riunioni e le negoziazioni negli Stati Uniti, e fino ad oggi i nostri team – ucraino e americano – hanno realizzato progressi significativi. Sono stati compiuti importanti avanzamenti nella redazione delle garanzie di sicurezza necessarie, del piano di rilancio e sviluppo economico, nonché del documento quadro in 20 punti”, ha scritto Zelensky.

“Stiamo facendo tutto il possibile per ottenere risultati, e questo è precisamente il nostro approccio: un successo condiviso è indispensabile per l’Ucraina e per tutta l’Europa, per gli Stati Uniti e il presidente Trump, per tutti i nostri partner nel mondo e per la pace mondiale”, ha concluso il capo dello stato, ricordando che lui e il suo omologo finlandese “stanno lavorando a pieno ritmo per proteggere vite umane e far avanzare la diplomazia”.  Dal canto loro, gli Stati Uniti sono pronti a inviare al Senato per la ratifica le garanzie di sicurezza per l’Ucraina basate sull’Articolo 5 della Nato. Lo ha riportato Axios, citando un alto funzionario di Washington.  L’ambasciatore USA presso la Nato, Matthew Whitaker, ha dichiarato che la risoluzione del conflitto in Ucraina è certamente possibile, con i colloqui attuali concentrati sulla questione territoriale e su come garantire che entrambe le parti rispettino una pace duratura. Ha aggiunto che la questione delle garanzie di sicurezza è stata in gran parte risolta durante i colloqui tra Stati Uniti e Ucraina. La scorsa settimana, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha affermato che l’Unione Europea e gli Stati Uniti avevano concordato di fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina, modellate sull’Articolo 5 della Nato. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato che Mosca e Washington avevano raggiunto un’intesa secondo cui l’Ucraina dovrebbe tornare a essere uno stato non allineato, neutrale e privo di armamento nucleare.

Mosca, che precedentemente aveva annunciato di proseguire il dialogo con gli Usa sul nuovo piano di pace per l’Ucraina, ha fatto sapere che il documento su cui il Cremlino sta lavorando insieme ai funzionari Usa è “radicalmente” diverso da quello ucraino. Il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov, durante il programma ’60 Minutes’ sul canale Rossiya 1. ha dichiarato: “Abbiamo visto ieri riferimenti a un piano in 20 punti comparire nei gruppi pubblici ucraini. Sappiamo che questo piano è radicalmente diverso, se lo si può anche solo chiamare piano, dai 27 punti su cui stiamo lavorando nei contatti con la parte americana nelle ultime settimane, a partire dai primi di dicembre”. “L’Ucraina non mira a concludere un accordo per risolvere il conflitto e ha raddoppiato i suoi sforzi per minarlo”, ha aggiunto il diplomatico russo. “Fissare scadenze artificiali non aiuterà a raggiungere un accordo sull’Ucraina”, ha detto Ryabkov. Le parti sono vicine a risolvere la crisi ucraina, ma ora tutto dipende dalla loro volontà politica, ha aggiunto, sottolineando che la Russia è pienamente pronta a risolvere il conflitto ucraino. Lo scenario del collasso dell’Ucraina non è assolutamente teorico, ma quanto sia realistico rimane una questione aperta, ha concluso Ryabkov.

Attacchi a Israele, fermato palestinese. Ben Gvir ai cittadini: armatevi. Katz ordina azione contro villaggio

Roma, 26 dic. (askanews) – Due persone sono state uccise in un possibile attacco terroristico nel nord di Israele. Lo hanno riferito i servizi di emergenza dello stato ebraico. Il presunto autore , che secondo la polizia è un palestinese della Cisgiordania, ha ucciso due pedoni e altri due sono stati feriti.

Sarebbero stati tre gli attacchi separati, prima l’uomo ha avuto una collisione con un altro automobilista, ferendo lievemente il giovane alla guida. Poi ha investito una delle vittime, un pedone di 68 anni, uccidendolo; in seguito ha accelerato verso ovest sulla Route 71 e si è fermato vicino a una fermata dell’autobus, dove ha accoltellato a morte una giovane di 19 anni.

L’aggressore ha proseguito in direzione di Afula, ma è stato colpito da un passante ed è stato trasportato in ospedale, dove è ricoverato. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato di aver ordinato alle Idf (Forze di Difesa israeliane) di agire “con forza e immediatamente” contro il villaggio di Qabatiya, nella parte settentrionale della Cisgiordania, da dove proveniva l’attentatore. Un comunicato dell’ufficio di Katz ha annunciato che le forze di sicurezza devono lavorare per “localizzare e neutralizzare ogni terrorista e colpire le infrastrutture terroristiche nel villaggio”, avvertendo che chiunque assista o fornisca supporto al terrorismo “pagherà prezzo pieno”. Katz ha inoltre rivolto le condoglianze alle famiglie delle vittime dell’attacco, definendo la perdita “inimmaginabile”, e ha elogiato le forze di sicurezza per aver agito “rapidamente, con decisione e professionalità” nel neutralizzare l’attentatore. Un portavoce della polizia ha dichiarato che l’aggressore è stato colpito e ferito da un passante civile.

Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, ha invitato gli israeliani ad armarsi e ha caldeggiato la pena di morte per i terroristi parlando con la stampa sul luogo del tragico attacco nel nord di Israele avvenuto oggi. “Invito i cittadini di Israele: armatevi”, l’appello del ministro di estrema destra. Ben Gvir ha sottolineato che l’attacco con investimenti e accoltellamenti, in cui due persone sono rimaste uccise e almeno altre due ferite, ha dimostrato che “le armi salvano vite”, sottolineando il fatto che l’aggressore è stato colpito e neutralizzato da un passante civile. Ha incoraggiato inoltre gli israeliani a sfruttare i criteri semplificati per il rilascio delle licenze di armi per unirsi alle squadre civili di pronto intervento. “La seconda cosa che ritengo possa salvare ancora più vite è una legge che imponga la pena di morte per i terroristi”, ha indicato, sostenendo che gli aggressori non cercano di morire ma di sopravvivere e scontare pene detentive.

“Dobbiamo approvare una legge sulla pena di morte per i terroristi, e sto facendo tutto il possibile affinché ciò accada”, ha aggiunto.

Ucraina, Zelensky prevede di incontrare Trump domenica

Roma, 26 dic. (askanews) – Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha annunciato di prevedere un incontro con il suo omologo americano Donald Trump domenica 28 dicembre. Lo ha indicato l’agenzia di stampa Reuters. Ha però precisato di non poter dire se questo incontro possa portare a degli accordi. Secondo l’agenzia di stampa, il presidente ucraino intende discutere con Trump della possibilità di aumentare la pressione sulla Russia. Zelensky ha inoltre sottolineato che il piano di pace “in venti punti”   è “pronto al 90 per cento”.

Il nuovo piano di pace per l’Ucraina, il Cremlino: Russia e Usa hanno concordato di proseguire il dialogo

Roma, 26 dic. (askanews) – La Russia e gli Stati Uniti hanno concordato di proseguire il dialogo sul piano di pace per l’Ucraina. Lo ha annunciato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Su indicazione del presidente russo Vladimir Putin, si è svolto un contatto tra rappresentanti delle amministrazioni russa e statunitense dopo che Mosca ha analizzato i documenti, che illustravano l’ultimo piano di pace concordato tra Usa e Ucraina, portati dagli Stati Uniti dall’amministratore delegato del Fondo Russo per gli Investimenti Diretti (Rdif), Kirill Dmitriev. Lo ha precisato lo stesso Peskov.

“C’è stato un contatto telefonico di questo tipo e abbiamo deciso di proseguire il dialogo”, ha detto Peskov ai giornalisti.

Allo scambio tra Russia e Stati Uniti hanno partecipato anche il consigliere del Cremlino, Yury Ushakov, e diversi funzionari della Casa Bianca, ha aggiunto il portavoce.

Calcio, Roma in apprensione per Pellegrini: stop muscolare

Roma, 26 dic. (askanews) – C’è apprensione in casa Roma per le condizioni di Lorenzo Pellegrini. Il centrocampista si è fermato durante l’allenamento del 24 dicembre a Trigoria per un problema muscolare, interrompendo in anticipo la seduta e facendo scattare subito l’allarme nello staff medico giallorosso. Si tratterebbe di problema muscolare al quadricipite destro. Si attendono gli esami strumentali a cui sarà sottoposto il giocatore nelle prossime ore per capire l’entità dell’infortunio. Si teme una lesione che lo costringerebbe a saltare Roma-Genoa, in programma lunedì 29 dicembre allo stadio Olimpico. Su tratta del primo problema muscolare in questa stagione per Lorenzo Pellegrini che invece aveva chiuso anticipatamente in primavera la scorsa per una lesione al retto femorale che aveva richiesto un intervento chirurgico. In caso di assenza, contro il Genoa Gasperini potrebbe arretrare Dybala sulla linea dei trequartisti.

Papa Leone XIV: chi crede nella pace ridicolizzato, accusato di favorire i nemici

Milano, 26 dic. (askanews) – “Nelle condizioni di incertezza e di sofferenza del mondo attuale sembrerebbe impossibile la gioia. Chi oggi crede alla pace e ha scelto la via disarmata di Gesù e dei martiri è spesso ridicolizzato, spinto fuori dal discorso pubblico e non di rado accusato di favorire avversari e nemici. Il cristiano però non ha nemici, ma fratelli e sorelle, che rimangono tali anche quando non ci si comprende”. Lo ha detto Papa Leone XIV in occasione dell’Angelus di Santo Stefano.

Morta a 100 anni Maria Sole Agnelli, sorella dell’Avvocato

Milano, 26 dic. (askanews) – E’ morta a 100 anni Maria Sole Agnelli, figlia di Edoardo Agnelli e Virginia Bourbon del Monte e sorella di Clara, Susanna, Gianni, Giorgio, Cristiana e Umberto Agnelli. Aveva cinque figli. Nel corso della sua vita è stata sindaco di Campello sul Clitunno per 10 anni e a lungo presidente della Fondazione Agnelli.

Maria Sole Agnelli era nata a Villar Perosa (TO) il 9 agosto 1925. Dalle prime nozze con Ranieri Campello della Spina aveva avuto quattro figli (Virginia, Argenta, Cintia e Bernardino), mentre dal secondo matrimonio con Pio Teodorani Fabbri era nato Eduardo. Dal 1960 al 1970 era stata Sindaca del comune umbro di Campello sul Clitunno. Per 14 anni, fino al 2018, è stata Presidente della Fondazione Agnelli, guidando e sostenendo progetti nel campo dell’istruzione, della cultura e della ricerca a favore della scuola italiana. È stata inoltre proprietaria di diversi cavalli da competizione, che hanno conseguito diversi successi, come la medaglia d’argento di equitazione individuale ai giochi olimpici di Monaco nel 72.

Natale, Confcooperative: 1 italiano su 2 pronto a riciclare i regali

Milano, 26 dic. (askanews) – I regali poco graditi che, siano di Natale o siano stati messi da parte durante l’anno, hanno trasformato gli italiani in “riciclatori seriali”. Una vecchia abitudine che si è trasformata in una tendenza che va consolidandosi sempre di più negli ultimi anni. Poco meno di un italiano su due, 28 milioni di cittadini, sono pronti a riciclare un regalo non apprezzato: una vera e propria “contro spesa”, con un risparmio di 3,7 miliardi di euro per quanti ricicleranno i regali. Un valore 300 milioni più dell’anno scorso e 400 più del Natale pre pandemia. È quanto emerge da una ricerca del Centro Studi di Confcooperative.

Il riciclo ha forme e modalità diverse. Tra le principali troviamo che 5 su 10 ricicleranno i doni ricevuti queste festività o che conservano durante l’anno per utilizzarli al momento opportuno (55% donne e 45% uomini); ci sono addirittura quelli che guadagnano dalla vendita del regalo ricevuto attraverso la vendita sulle piattaforme online e sui social network, parliamo di 3 riciclatori su 10 (58% uomini, 42% donne). Gli altri scambieranno i doni ricevuti nei negozi di acquisto per trasformarli in buoni da spendere o prendere altri oggetti da regalare a loro volta (60% donne 40% uomini).