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martedì, 24 Giugno, 2025
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Bruxelles su dazi Trump: "L’Ue non è parte del problema"

Roma, 13 mar. (askanews) – Sui nuovi dazi commerciali da parte degli Usa, alla Commissione europea “siamo pronti a reagire a qualunque eventualità”, ma “vogliamo essere molto chiari sul fatto che l’Unione europea non è parte del problema e che la tesi che saremmo parte del problema è profondamente fuorviante. Riteniamo che dovremmo lavorare con gli Stati Uniti per essere parte della soluzione e per intervenire sul vero problema, che è l’eccesso di capacità produttiva globale su acciaio e alluminio”, in particolare in Asia e Cina”. Lo ha affermato il portavoce della Commissione per queste materie, Olof Gill interpellato sugli sviluppi in questo ambito durante il briefing stampa di metà giornata.

Il portavoce ha precisato che l’Ue è pronta a reagire anche all’eventualità di un reindirizzamento verso il suo mercato delle mancate esportazioni di Cina o altri Stati sempre a seguito dei dazi decisi dall’amministrazione Usa. “Sì – ha detto – siamo preparati per le potenziali conseguenze delle decisioni deplorevoli degli Usa. E ho detto più volte che siamo molto impegnati con il nostro settore di acciaio e alluminio su base regolare”, con cui la prossima settimana si svolgeranno nuovi incontri.

Quanto ai nuovi dazi e alle minacce di ulteriori misure contro le importazioni dalla Ue da parte del presidente Usa Donald Trump, “ribadiamo il rammarico” per queste mosse e “ripetiamo la richiesta agli Usa di revocarli subito. Siamo pronti a negoziare”, e si tratta di iniziative che causerebbero “solo danni a entrambi”. (fonte immagine: European Union).

Incontro a Roma con David Cronenberg (in Italia per "The Shrouds")

Roma, 13 mar. (askanews) – Lunedì 31 marzo, alle 19 nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, si terrà un incontro-evento con David Cronenberg, uno dei più grandi e visionari registi contemporanei, che sarà ospite di una emozionante puntata di ArteSettima Podcast dal vivo.

L’appuntamento, realizzato grazie alla collaborazione tra Alice nella Città e Fondazione Musica per Roma, in collaborazione con Aka Lab, sarà aperto al pubblico e agli studenti delle scuole di cinema, con l’intento di rendere omaggio e approfondire la straordinaria carriera di un cineasta capace di esplorare in profondità gli angoli più complessi e spesso oscuri della condizione umana.

Un’occasione da non perdere per incontrare un grande autore del cinema internazionale, che sarà in Italia in occasione della presentazione del suo ultimo film “The Shrouds”, distribuito dal 3 aprile 2025 al cinema da Europictures con Adler Entertainment e presentato al Festival di Cannes 2024. L’evento offrirà uno spazio di riflessione sul suo sguardo cinematografico, sempre proiettato sul presente e sulle inquietudini della contemporaneità.

La sua influenza sul cinema e sulla cultura moderna è determinata dal coraggio e dall’originalità con cui affronta tematiche che toccano da vicino l’essere umano: il corpo, l’identità, la mutazione, il contagio, la violenza e la tecnologia. Un pensiero che rielabora i grandi dibattiti del secolo scorso, spaziando tra filosofia, psicologia, medicina e antropologia.

L’incontro con gli studenti delle scuole di cinema e con il pubblico sarà dunque non solo un’occasione per approfondire il suo cinema e i temi che lo attraversano, ma anche un’opportunità per esplorare le paure, le ossessioni e le trasformazioni della società moderna attraverso il linguaggio cinematografico.

L’evento sarà introdotto da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, direttori di Alice nella Città, e curato da ArteSettima (www.artesettima.it, @artesettima sui social), realtà che tra digitale e reale negli ultimi anni si è affermata come un punto di riferimento imprescindibile per chi vuole approfondire il cinema in tutte le sue forme con un approccio originale e innovativo.

L’anteprima rientra tra le attività promosse nel corso dell’anno dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Alice nella città e dedicate al cinema.

Neffa torna con l’album Canerandagio Parte 1

Milano, 13 mar. (askanews) – Canerandagio Parte 1 è il titolo dell’attesissimo album di Neffa, in uscita venerdì 18 aprile per Numero Uno (Sony Music) e da oggi disponibile in preorder.

Con la sua penna inconfondibile e la classe che lo ha sempre contraddistinto, l’artista firma un nuovo passaggio nel genere che lo ha consacrato come una delle figure più influenti nel panorama musicale italiano. Canerandagio Parte 1 è il risultato di un grande lavoro di produzione musicale, un’evoluzione del suo stile con sonorità calde, crude e graffianti.

Il disco è già disponibile nei seguenti formati: LP black 180gr, LP sparkle, LP sparkle autografato (Esclusiva Sony Music Store), CD JewelBox.

Neffa presenterà dal vivo il nuovo album in occasione di Universo Neffa (prodotto da Vivo Concerti), il 5 novembre all’Unipol Forum di Milano. Sarà una serata che ripercorrerà i momenti più salienti della sua carriera e verranno presentate le nuove tracce di Canerandagio Parte 1: un’occasione unica e imperdibile per celebrare l’artista che ha plasmato l’hip hop e il soul italiano.

I biglietti per Universo Neffa sono disponibili in prevendita su www.vivoconcerti.com e nei punti vendita autorizzati. L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei comunicati ufficiali.

Rearm EU, De Guindos (Bce): si può finanziare alzando tasse o debito

Roma, 13 mar. (askanews) – L’impatto dei piani dell’Unione europea di aumento della spesa in armamenti e difesa dei Paesi “è qualcosa che dovremmo analizzare. Ci serviranno i dettagli, perché ci sono questioni da chiarire che immagino verranno affrontate, come l’ammontare concreto di queste spese in difesa e come queste spese verranno suddivise su varie poste di bilancio, perché ci possono essere moltiplicatori diversi. E’ molto importante anche se parte di questo stimolo filtrerà oltre frontiera. E poi c’è la questione di come finanziare il tutto: ci sono varie alternative, si possono aumentare le tasse o utilizzare altri strumenti, oppure puoi aumentare il debito. Questi sono tutti elementi che andranno considerati”. Lo ha rilevato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, intervendo ad un dibattito durante una conferenza organizzata dall’Eiopa.

“Ci sono alcune questioni da definire. La Commissione Ue ha deciso che 150 miliardi saranno finanziati con debito comune e che poi innescheranno le clausole nazionali di sospensione (del Patto di stabilità e di crescita), per esentare queste spese addizionali dai bilanci pluriennali approvati. Questo è il piano, poi dobbiamo conoscere i dettagli. Riteniamo che sia qualcosa di molto razionale, dato il contesto geopolitico, ma al tempo stesso è molto importante garantire la sostenibilità sul medio termine – ha aggiunto De Guindos – perché forse la reazione dei mercati potrebbe essere un aumento dei tassi e questo sarebbe negativo per tutti. E poi la Commissione è stata chiara che le priorità su digitale e clima non saranno intaccate da questo piano”. (fonte immagine: Eiopa).

Appello urgente al Governo: "Cinema indipendente rischia estinzione"

Roma, 13 mar. (askanews) – “Ormai da un anno il settore del cinema e dell’audiovisivo vive nell’incertezza del suo futuro. Questo è un lavoro da cui dipendono famiglie intere, eppure più del 70% delle maestranze, attori e autori sono senza occupazione, molti da più di un anno, quasi tutti senza prospettive di lavoro davanti a sé. Ogni giorno in più di rimando è un pezzo del settore che sparisce per sempre”: è l’appello congiunto ed urgente lanciato da una serie di importanti associazioni di lavoratori del cinema e dell’audiovisivo, tra cui, solo per citarne alcune, 100Autori (Associazione dell’Autorialità Cinetelevisiva), Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), Aic (Autori Italiani della Cinematografia), Air3 (Associazione Italiana Registi) e AITR (Associazione Italiana Tecnici di Ripresa).

“Le regole del nuovo tax credit e dei finanziamenti selettivi, con una brusca interruzione all’evoluzione del settore, hanno reso impossibile l’accesso alla maggioranza delle piccole e medie produzioni relegando la possibilità produttiva solo a pochi eletti. Il cinema indipendente è a rischio estinzione, quel cinema da dove provengono i nuovi autori attraverso i quali si costruisce e si preserva il futuro culturale del nostro Paese, che è anche ispirazione per il resto del mondo”, hanno denunciato i firmatari dell’appello.

“Da crisi dell’occupazione si è giunti rapidamente ad una crisi culturale – proseguono, secondo il testo – È urgente che il Governo e le Istituzioni rispondano alle necessità del settore cinematografico e audiovisivo con la massima priorità. Chiediamo l’emissione tempestiva dei decreti correttivi e della documentazione richiesta dai giudici del Tar del Lazio, al fine di avere regole chiare e costanti che possano permettere a tutti i soggetti coinvolti di operare democraticamente in condizioni di certezza e stabilità. Non possiamo permetterci di aspettare oltre: il settore ha bisogno di risposte concrete e tempestive per evitare il collasso”.

Tra le associazioni e le rappresentanze firmatarie: 100Autori (Associazione dell’Autorialità Cinetelevisiva) – AIC (Autori Italiani della Cinematografia) – AIR3 (Associazione Italiana Registi) – AITR (Associazione Italiana Tecnici di Ripresa) – AITS (Associazione Italiana Tecnici del Suono) – ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) – APAI (Associazione del Personale di Produzione Audiovisivo) – APCI (Associazione Pittori Cinematografici Italiani) – CACAO (Comparto Audiovisivo e Cinema Auto Organizzato Puglia) – CCS (Collettivo Chiaro Scuro) – DOC.IT (Associazione Documentaristi Italiani) – EMIC (Associazione Elettricisti e Macchinisti Italiani) – RCAS (Rete Cine-Audiovisivo Sicilia) – RCP (Rete Cinema Piemonte) – RCS (Rete Cinema Sociale) – MUJERES NEL CINEMA (Associazione di donne nel cinema e nell’industria dell’audiovisivo) – #SATDC (comitato #Siamoaititolidicoda) – UECI (Unione Esercenti Cinematografici Italiani) – WGI (Writers Guild Italia).

Notte di paura a Napoli e Pozzuoli per la scossa di magnitudo 4.4

Milano, 13 mar. (askanews) – Notte di paura nell’area dei Campi Flegrei e in molte zone di Napoli a causa della violenta scossa di terremoto, di magnitudo 4.4, registrata all’1:25 e che ha sorpreso molti cittadini nel sonno.

L’episodio tellurico, il cui epicentro stato localizzato a due chilometri di profondit a Pozzuoli, ha spinto molti residenti a scendere in strada. Tantissime le persone che hanno trascorso la notte fuori casa, nelle aree di attesa predisposte una volta scattato il piano di emergenza.

Nell’area allestita a Pozzuoli si sono presentati anche il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, e il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni.

“Una scossa 4.4 pi su Napoli che su Pozzuoli per anche qui c’ stata una grande attenzione da parte della popolazione, alcuni sono scesi in strada, sono venuti qui sotto la tenda – ha dichiarato il prefetto – Ovviamente c’ da perfezionare un modello di attesa: il sindaco adesso aprir anche il centro di Monte Ruscello per chi vorr andarci. Per la macchina si messa in moto nell’immediatezza, nell’immediatezza stato convocato il centro coordinamento e soccorsi”.

“La scossa stata importante – ha sottolineato il sindaco – di magnitudo importante, c’ un po’ di gente per strada, naturalmente spaventata, per qua un po’ la zona dove si focalizzata pi popolazione. Sto parlando sempre nell’ordine di decine di persone. Capisco lo spavento, capisco l’ansia, ma c’ una macchina che comunque funziona, bisogna migliorare sempre di pi ma alla fine abbiamo le risposte concrete”.

Gi nelle notte sono iniziati i controlli sulla stabilit degli sugli edifici pubblici nelle aree a rischio. All’indomani della scossa le scuole di queste aree sono rimaste chiuse.

Starlink, Ciriani: interlocuzioni in corso su aree remote Italia

Roma, 13 mar. (askanews) – Per le “aree più remote, il Governo sta valutando, con Starlink e altri operatori, l’ipotesi di integrazione della tecnologia satellitare come complemento alle infrastrutture esistenti. Nel caso specifico di Starlink, sono in corso delle interlocuzioni con alcune Regioni italiane del Nord, del Centro e del Sud, per sperimentare la fornitura di un servizio space-based rivolto a dare reti remote o prive di infrastrutture terrestri. In ogni caso, come già riportato nella nota di Palazzo Chigi pubblicata lo scorso 6 gennaio, si ribadisce che non sono stati firmati contratti né sono stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink per coprire le aree più remote del territorio”. Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, rispondendo ad una interrogazione del Pd, nell’aula del Senato, sull’utilizzo della Rete Starlink per la copertura delle aree non raggiunte dalla banda larga.

Startup, Elkann presidente di Vento: ora un nuovo fondo da 75 milioni

Milano, 13 mar. (askanews) – John Elkann presidente e un nuovo fondo da 75 milioni di euro per sostenere le startup italiane nei prossimi cinque anni. Vento, il fondo privato di venture capital early-stage di Exor Ventures, rilancia dopo essere diventato un punto di riferimento nell’ecosistema italiano della tecnologia: l’obiettivo di individuare, supportare e far crescere la nuova generazione di imprenditori italiani nel mondo.

“A quasi tre anni dal lancio di Vento, siamo orgogliosi di rinnovare il nostro impegno e sostenere i migliori imprenditori italiani con un nuovo fondo”, ha detto John Elkann, presidente di Vento. “La passione che anima i loro progetti innovativi e i successi già raggiunti insieme ci spingono a perseguire obiettivi ancora più ambiziosi”.

Accanto al presidente lavora un Comitato d’Investimento d’eccezione che include figure di spicco del settore tech come Diego Piacentini, Mike Volpi e Jean de La Rochebrochard. Ad oggi, Vento ha investito in 100 startup tra cui Bee, JetHR e Qomodo, creando uno dei più ampi portafogli early-stage in Italia. La strategia di investimento si concentra esclusivamente su founder italiani, sia in patria che all’estero, con una forte prevalenza degli Stati Uniti e Regno Unito, seguiti da Germania e Francia. Con il Fondo II, Vento prevede di realizzare 375 investimenti nell’arco di cinque anni.

Ad oggi Vento ha esaminato oltre 3.500 startup, investendo in circa 100 aziende fondate da italiane e italiani nel mondo, con un tasso di conversione molto selettivo del 2,5% e un ticket standard di 150mila euro. Vengono inoltre effettuati investimenti follow on mirati per supportare i fondatori italiani più promettenti nella loro espansione internazionale.

“Crediamo che il potenziale tecnologico e imprenditoriale dell’Italia sia stato sottovalutato troppo a lungo”, ha detto Diyala D’Aveni, ceo di Vento. “Attraverso il nostro approccio che unisce investimenti diretti, creazione di startup e il nostro evento annuale sul tech, vogliamo cambiare questa narrazione e posizionare l’Italia come un importante hub tecnologico europeo”, ha sottolineato.

Oltre al fondo e all’organizzazione dell’Italian Tech Week, Vento gestisce anche un programma di venture building che ha creato 26 startup in tre edizioni.

Cina: basta con manipolazioni politiche su origine Covid-19

Roma, 13 mar. (askanews) – Pechino si oppone a qualsiasi forma di manipolazione politica riguardante l’origine del virus COVID-19, ha affermato giovedì la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning in una conferenza stampa.

In precedenza, il quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung, citando una propria fonte, aveva riferito che il Servizio segreto federale tedesco (BND) aveva concluso già nel 2020 che la pandemia globale di coronavirus avrebbe potuto essere causata da una fuga di dati da un laboratorio nella città cinese di Wuhan.

“Per quanto riguarda la questione dell’origine del coronavirus, la Cina si oppone fermamente a qualsiasi forma di manipolazione politica”, ha affermato il diplomatico commentando la pubblicazione.

Mao Ning ha sottolineato che il problema dell’origine del coronavirus è una questione scientifica che deve essere affrontata da esperti, i quali devono essere guidati da principi scientifici.

Il portavoce ha anche ricordato che un gruppo congiunto di esperti cinesi e dell’OMS, sulla base di visite sul campo ai laboratori competenti di Wuhan, aveva precedentemente concluso che l’ipotesi di una perdita da una di quelle strutture era “estremamente improbabile”.

Secondo la Süddeutsche Zeitung, i servizi segreti tedeschi sono giunti a queste conclusioni non solo basandosi sull’analisi di dati accessibili al pubblico, ma anche su materiali ottenuti durante un’operazione di intelligence denominata Saaremaa.

Questi materiali includono dati scientifici provenienti da istituti di ricerca cinesi, in particolare dal Wuhan Institute of Virology. Oltre alle prove di esperimenti rischiosi volti a modificare artificialmente virus naturali, i servizi segreti vennero a conoscenza anche di numerose violazioni delle norme di sicurezza dei laboratori.

In precedenza, i legislatori statunitensi, dopo un’indagine durata due anni, avevano affermato che molto probabilmente il coronavirus aveva avuto origine in un laboratorio e si era diffuso a seguito di una fuga di notizie, secondo un rapporto pubblicato dai legislatori.

Nel documento si afferma che “il virus COVID-19 ha avuto origine molto probabilmente in un laboratorio nella città cinese di Wuhan”.

Nel marzo 2021, l’OMS ha pubblicato il rapporto completo del gruppo di esperti internazionali dell’organizzazione in visita a Wuhan per determinare l’origine del coronavirus, in cui gli scienziati hanno descritto la sua fuga da un laboratorio come “estremamente improbabile”.

Il rapporto afferma inoltre che il nuovo tipo di coronavirus potrebbe essere stato trasmesso all’uomo dai pipistrelli tramite un altro animale. Gli esperti hanno aggiunto un’altra versione sull’origine del coronavirus all’elenco delle ipotesi “da possibili a probabili”: la trasmissione diretta dagli animali all’uomo.

La missione dell’OMS ha definito “possibile” anche la possibilità che il virus si sia diffuso attraverso alimenti congelati.

Bce, De Guindos: buone notizie su inflazione, al 2% verso fine 2025

Roma, 13 mar. (askanews) – Sull’inflazione nell’area euro “abbiamo buone notizie, pensiamo che la disinflazione sia ben avviata. I nuovi dati sui salari sono positivi e segnalano un rallentamento della crescita. E pensiamo che saremo in grado di convergere alla nostra definizione di stabilità dei prezzi, inflazione al 2% tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo”. Lo ha affermato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos durante un dibattito a una conferenza organizzata dalla Eiopa. “Possiamo continuare con le nostre decisioni monetarie”, ha aggiunto.

E proprio su questo aspetto, al Consiglio direttivo della scorsa settimana “abbiamo ridotto i tassi di altri 25 punti, per la sesta volta per una riduzione totale di 150 punti base” da quando la Bce ha iniziato a ridurre i tassi. “Questa è una riduzione rilevante e quindi il livello di restrizione è stato consistentemente ridotto”, ha proseguito.

“Per il futuro, data la quantità di incertezza è molto importante mantenere un approccio basato sui dati in cui le decisioni vengono prese volta per volta e in cui – ha ribadito – non c’è nessun vincolo a un percorso futuro dei tassi. Dobbiamo restare con la mente aperta”. (fonte immagine: Eiopa).

Ciak si gira "I Cesaroni – Il ritorno", la serie cult di Canale 5

Roma, 13 mar. (askanews) – Primo ciak, lunedì 17 marzo, per “I Cesaroni – Il ritorno”, la serie cult di Canale 5, una coproduzione Publispei- RTI, prodotta da Verdiana Bixio.

La nuova attesa stagione de “I Cesaroni”, andata in onda dal 2006 al 2014 e ambientata nel quartiere Garbatella, sarà interpretata e diretta da Claudio Amendola, da sempre indimenticabile protagonista della famiglia allargata più amata d’Italia.

Nella settima stagione la bottiglieria dei Cesaroni, luogo simbolo della serie, aprirà nuovamente le sue porte, pronta ad ospitare vecchi e nuovi amici e a dar luogo a inaspettate vicissitudini.

Alla scrittura del progetto: Giulio Calvani, Valerio Cilio, Federico Favot e Francesca Primavera.

“I Cesaroni – Il ritorno” andrà in onda prossimamente su Canale 5.

Fed, FT: Trump sceglie Michelle Bowman per guida vigilanza banche

Roma, 13 mar. (askanews) – Il presidente Usa Donald Trump ha scelto Michelle Bowman per rilevare la direzione delle attività di Vigilanza bancaria alla Federal Reserve. Lo riporta il Financial Times citando una fonte anonima della Casa Bianca.

Secondo il quotidiano finanziario, la scelta sarà accolta favorevolmente da Wall Street e dalla finanza americana, che invece guardava in maniera critica l’approccio regolamentare più pervasivo di Michael Barr, che si è dimesso da questa carica nei mesi scorsi, possibilmente in polemica con la nuova amministrazione.

Bowman era stata nominata da Trump alla Fed durante il suo primo mandato da presidente e ha mostrato una linea sostanzialmente analoga a quella del resto del direttorio per le questioni monetarie, forse con una tonalità leggermente più restrittiva. (Fonte immagine: Federal Reserve).

Social media nell’era dell’IA, il punto degli esperti di PostPickr

Roma, 13 mar. (askanews) – L’intelligenza artificiale sta palesemente rivoluzionando il mondo del digital marketing e, di conseguenza, anche la gestione dei social media. Negli ultimi anni, le aziende hanno iniziato a utilizzare strumenti sempre più avanzati per ottimizzare la produzione di contenuti, migliorare le strategie di engagement e analizzare i dati in tempo reale. Grazie a tecnologie sempre più sofisticate, oggi i social media manager possono contare su software in grado di generare testi, immagini, video e persino interazioni personalizzate con gli utenti.

Questo cambiamento, tuttavia, non riguarda solo l’aspetto tecnologico, ma coinvolge anche le competenze e il ruolo dei professionisti del settore. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio interno di PostPickr, realtà operante nell’ambito social media, oltre l’80% dei social media manager utilizza regolarmente strumenti basati sull’intelligenza artificiale. L’IA viene impiegata in diversi ambiti: dalla pianificazione strategica alla creazione automatizzata di contenuti testuali e multimediali, fino alla gestione cross-platform e all’analisi delle metriche di performance. Tuttavia, l’adozione di queste tecnologie solleva una serie di interrogativi sul futuro della professione e sul rapporto tra intelligenza artificiale e creatività umana.

Maurizio Lotito, co-founder di PostPickr, sottolinea come l’intelligenza artificiale non sostituirà i professionisti del settore, ma andrà a potenziare le loro capacità. Secondo Lotito, la sfida principale non è l’automatizzazione in sé, ma la capacità di sfruttare al meglio questi strumenti.

“L’intelligenza artificiale sta ridefinendo sempre più il modo con cui le imprese italiane gestiscono la loro presenza sui social media”, spiega. “Da un’indagine del nostro osservatorio di settore, è emerso che oltre l’80% dei social media manager utilizza regolarmente strumenti IA nella routine lavorativa, come supporto nella fase strategica e creativa, nella generazione di contenuti testuali e multimediali personalizzati, e nella distribuzione cross-platform su più social network contemporaneamente, fino all’ultima fase di analisi dei dati per monitorare e rivedere le strategie”.

L’introduzione di tecnologie IA nei social media apre nuove possibilità per le aziende. Da un lato, strumenti basati sull’intelligenza artificiale permettono di ottimizzare il tempo dedicato alla creazione e distribuzione dei contenuti, garantendo una maggiore efficienza operativa. Dall’altro, possono rendere le strategie di marketing più mirate, offrendo insights dettagliati sul comportamento degli utenti e personalizzando le campagne in base ai dati raccolti.

Ma l’automazione non è priva di rischi. Il principale pericolo è la perdita di autenticità nella comunicazione. Se utilizzata in modo eccessivo e senza un’adeguata supervisione umana, l’IA può produrre contenuti impersonali, privi di originalità e distanti dal tono di voce del brand. La sfida per i social media manager è quindi trovare il giusto equilibrio tra automazione e creatività, utilizzando l’intelligenza artificiale come un supporto senza perdere di vista il valore del contenuto autentico e genuino.

Un altro aspetto cruciale è la formazione. Come sottolinea Lotito, la diffusione dell’intelligenza artificiale nel social media marketing impone ai professionisti del settore di sviluppare nuove competenze. “Questa sinergia tra uomo e macchina non sostituirà i professionisti del settore ma richiederà l’acquisizione di nuove competenze nell’utilizzo di questi strumenti, nella capacità di interrogare in maniera sempre più efficace, di valutare criticamente gli output e di applicare strategicamente gli insight ottenuti”, continua Maurizio Lotito.

L’uso dell’intelligenza artificiale nei social media sta trasformando il modo in cui i brand interagiscono con il pubblico. La possibilità di personalizzare i messaggi, prevedere il comportamento degli utenti e ottimizzare le campagne pubblicitarie sta ridefinendo le regole del digital marketing. Tuttavia, il successo di queste strategie dipende dalla capacità di integrare l’IA in modo intelligente, senza rinunciare all’elemento umano che rende un brand riconoscibile e apprezzato.

Non ci sono dubbi sul fatto che, nel prossimo futuro, l’adozione dell’intelligenza artificiale nei social media continuerà a crescere, portando con sé nuove opportunità e sfide. Ma solo le aziende che sapranno adattarsi a questa evoluzione, investendo nella formazione e nell’integrazione consapevole delle tecnologie IA, avranno un vantaggio competitivo significativo. “Il futuro – conclude Maurizio Lotito – non sarà dominato dalle macchine, ma da professionisti capaci di utilizzarle in modo strategico per migliorare la comunicazione e l’efficacia delle strategie digitali”.

Non riuscire a staccare gli occhi: Paul Pfeiffer alla David Wallace

Bilbao, 13 mar. (askanews) – Una sala enorme, apparentemente vuota, a parte un piccolissimo schermo, e intorno, fortissimi, gli effetti sonori di uno stadio e del suo pubblico. In pochi istanti ci si rende conto che c’è un cortocircuito percettivo e si prova una strana sensazione di non sapere esattamente dove e dentro cosa ci si trova. In realtà siamo dentro il museo Guggenheim di Bilbao, che ospita una mostra di Paul Pfeiffer, artista americano che da decenni lavora sulle immagini e la loro manipolazione, andando a indagare i meccanismi di costruzione delle stesse e il modo in cui noi, il pubblico, le fruiamo. Nella grande sala bianca sentiamo un evento sportivo senza vederlo, così come vediamo lo spazio museale senza sentirlo, tutto è incerto e già da questo si percepisce che l’opera, intitolata “The Saints” e che ha altri molti elementi e livelli narrativi, sta funzionando.

Ma l’esperienza più forte e magnetica si prova entrando nella sala del Guggenheim dedicata ai film, dove è proiettato il video di Pfeiffer “Red Green Blue”, dedicato alla vita dello stadio durante una partita di football universitario. L’opera si concentra in particolare sulla banda e sulla generazione dei suoni che accompagnano il rito sportivo, ma l’occhio dell’artista è totale, così come il suo montaggio. Per questo la sensazione, fortissima è quella di trovarsi di fronte al corrispettivo visuale dei testi sullo sport, e quindi sulla società e quindi sul potere, di uno scrittore come David Foster Wallace. Sono immagini piene di intelligenza e di consapevolezza, come le frasi dell’autore, ma sono anche frammenti impazziti del sistema dello spettacolo globale, proprio nel senso di Debord, che compongono un’analisi colta, ma non giudicante, dei fenomeni mainstream e di cultura popolare. Con il risultato di non riuscire a staccare gli occhi dallo schermo, che ci offre un’esperienza che, parafrasando ancora Wallace, potremmo definire “una cosa divertente che vorrei continuare a fare”.

Europa, vincere la pace alla luce del pensiero di Jacques Maritain.

Foto di 👀 Mabel Amber, who will one day da Pixabay
Foto di 👀 Mabel Amber, who will one day da Pixabay

Ci sentiamo di aderire all’Appello pubblico di Michele Serra “Una Piazza per l’Europa”: per il modo in cui è stato espresso (la pacatezza) e per i destinatari a cui è rivolto (i cittadini). E’ importante che si faccia riferimento all’Europa a prescindere dagli orientamenti partitici e chiedendo invece il coinvolgimento dell’opinione pubblica: ad essa si rivolge l’Appello, e da essa ci si aspetta una reazione non di “pancia”, ma di “testa”, una testa non disgiunta dal “cuore”. E’ richiesta, insomma, una “ragione appassionata”, starei per dire “innamorata” dell’Europa, della civiltà di cui è espressione e di cui si apprezza il valore senza nascondersene i limiti, Così l’Appello ha una portata generativa: vuole scuotere, mettere di fronte alla situazione: non per “contemplare”, bensì per “trasformare” la situazione in cui ci troviamo, e trasformarla -ecco il punto- in maniera inedita, cioè tale che non ricalchi atteggiamenti del passato o non imiti atteggiamenti assunti da altri; si tratta di abbeverarci alle fonti originarie, facendole reagire alle res novae.

Viene allora alla mente la riflessione che, giusto ottant’anni or sono, Jacques Maritain faceva e che possiamo sintetizzare in una espressione: “vincere la pace”, per dire che non basta sospendere le ostilità o fermare la guerra, occorre guadagnare la pace, meritarsela. Maritain ne parlava in quell’aureo libretto che è Cristianesimo e democrazia del 1943 e lo ribadiva nel discorso all’Unesco del 1947, intitolato originariamente “La via della pace” e successivamente precisato come “Le possibilità di cooperazione in un mondo diviso”, per dire che la pace è essenzialmente “pacificazione”, vale a dire non un ideale astratto o una condizione statica, ma un “ideale storico concreto” da cogliere nel suo dinamismo effettuale. Dunque, una pace attiva, perché attivo è il modo per arrivarci e attivo è il modo per mantenerla. In altre parole: una pace che è frutto di fortezza e non certamente di forza né altrettanto certamente di ignavia. Una posizione, questa, che Emmanuel Mounier aveva chiarito nel suo saggio su I cristiani e la pace, denunciando tanto il bellicismo della violenza, quanto il pacifismo della inerzia: due impostazioni che, a ben vedere, fanno riferimento a distinzioni temperamentali e sociali, mentre la pace è costruzione all’insegna della ragionevolezza etica, delle mediazioni politiche e finanche delle compromissioni pratiche, senza mai cedere al moralismo e alla retorica.

La pace come pacificazione è frutto di una conquista che impegna in termini di eroismo nella quotidianità, direbbero Maritain e Mounier, due esponenti di quel personalismo comunitario che ha avuto in Europa altre voci non meno significative come quelle di coloro che direttamente e indirettamente hanno contribuito a fare l’Europa. Oggi, in presenza di un pragmatismo montante, queste figure possono sembrare datate, mentre possono fruttificare ancora, a condizione che non si voglia ripetere Maritain e i “non conformisti degli anni Trenta”, ma ripeterne piuttosto il problema, per dire che a quegli autori non tanto si deve “tornare” quanto da essi si deve “ripartire”.

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La crescita del populismo tra ricchezza e ignoranza

È stato un valido storico inglese, Peter Burke, a sostenere che l’ignoranza premia le dittature ed è la fonte principale del populismo. La scarsa cultura dell’elettore e il suo disinteresse verso il bene di tutti e verso la polis li favorisce. Gira moltissima confusione. Ma il mondo è cambiato lo stesso, forse proprio in virtù di questi fenomeni antropologici e di questa confusione.

Sembra tutto affievolito e rientrato, ma il colloquio, volutamente sceneggiato, tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca ha comunque acquistato un valore storico e ha fornito a tutto il mondo una previsione su quello che potremmo verosimilmente attenderci nei prossimi anni. Le ultime notizie ci informano che la crisi dei rapporti tra Ucraina e Stati Uniti è sulla strada del superamento. Lo speriamo tutti. Rimane ancora aperto, con interrogativi forti, il rapporto tra Stati Uniti e Russia.

Fame di terre, e non solo di quelle rare; di canali marittimi, di mari e di intere nazioni. Desiderio di nuovi imperi zaristi. In ogni caso, mancanza di senso e di buon senso. Pulsioni dispotiche. Autocrazie illiberali. Insomma, quei “…fenomeni autoritari” che Mattarella vede in piena crescita e che lo preoccupano molto.

Mettiamola allora come vogliamo: un nuovo ordine mondiale è iniziato, con la crisi della democrazia liberale e la politica ridotta a spettacolo permanente. I partiti politici sono liquefatti e inesistenti, ormai tutti nelle sole mani del leader. E noi qui, nella nobile Europa, siamo ancora in attesa di uno Stato europeo, di una unità politica e di un federalismo realizzato.

Il primo mandato è da dimenticare! E lo scenario del secondo è, per la democrazia, inquietante.

Se stanno così le cose, a me sembra corretto e giusto che tutto il mondo dell’informazione democratica più avvertita si sia nutrito e continui a farlo di ‘Trumpismo’ quotidiano e del pericoloso “fenomeno” dei due tycoon comparsi sulla scena mondiale della politica. C’è alle spalle – tocca purtroppo dirlo – anche qualche cardinale, rappresentato laicamente dall’antibergogliano e nemico del Concilio Steve Bannon: quello della bellissima Certosa di Trisulti (Frosinone), che doveva essere una scuola per formare leader conservatori e sovranisti.

Due tycoon in compagnia dei loro tanti soldi, insomma; dei loro palazzi, dei loro quotidiani, delle loro televisioni e, soprattutto, dei loro social personali incanalati su padronali piattaforme collocate su padronali satelliti. A questo preoccupante scenario massmediataco-tecnologico-capitalistico, di un vertice ultraricco e psicotico con 4 o 5 matrimoni alle spalle, a capo di una nazione che ha da sempre tutelato e difeso la democrazia mondiale, vorrei solo aggiungere un particolare che, per quel poco che ho visto e letto, è stato ricordato solo da qualche raro opinionista.

Trump e Musk non sono soli. E, direi, non è solo colpa loro se fanno liberamente quel che fanno e vogliono. L’ignoranza al potere e l’arroganza del capo non sono fenomeni nuovi. Come spesso è storicamente capitato, i due leader in questione hanno una loro robusta base sociale, un seguito e un largo consenso che condivide quello che pensano, fanno e dicono. Devo ringraziare un mio caro amico che tempo fa mi ha messo in testa che è (anche) il corpo elettorale —formato dai cittadini americani e dalle loro classi sociali, alte, medie o basse che siano— a condividere l’involuzione cesarista e lo slogan ultranazionalista “MAGA”.

Le tradizioni vanno rispettate, e Trump promette di rispettarle con la sua democrazia ridotta a teatro, con la sua minacciosa testa piegata a destra e il dito indice alzato. Ma dietro le sue promesse e le sue posture sceneggiate, si nasconde ben altro. E per chi avesse avuto voglia di capire, il Capitol Hill è stata una palese avvertenza, evidentemente condivisa da quel 50% di cittadini elettori che lo hanno votato, con la presenza, ahimé, del 56% di tutti i cattolici americani.

Un corpo elettorale culturalmente debole, però. Dal momento che un’indagine Gallup rivela che oltre la metà degli americani ha capacità di lettura inferiori a un livello di prima media. Tenendo conto che “non si tratta di persone povere” – ha spiegato una ricercatrice – o solo di “minoranze razziali, o di persone che parlano in modo strano perché vengono dal sud: letteralmente può essere chiunque”. Sono infatti circa 130 milioni gli americani di età compresa tra i 16 e i 74 anni (pari al 54% della popolazione) con un’alfabetizzazione bassa. Che vanno rispettati, sino a quando però non si innamorano del dittatore di turno.

Gli Stati Uniti, allora, non sono solo le belle città con le loro valide università, Silicon Valley, l’IA e il mondo digitale e tecnologico; non sono solo Hollywood e il jazz; non sono tutti schierati col grande Martin Luther King e col suo famoso e storico “Sogno”. Ma c’è un entroterra poco indagato che alimenta le pulsioni antidemocratiche e di sicurezza a qualunque costo.

Un corpo elettorale manipolabile, imbevuto di quel valore portante del capitalismo ricco ben rappresentato da Trump. Tutto giocato sul pensate a voi soli e ad arricchirvi, perché quello che vi prometto è… un’era dell’oro! Chiudetevi dentro la vostra casa e il vostro quartiere, e proteggetevi con delle pistole che potete comprare anche nei bar. Di tutto il resto, delle migrazioni crescenti, delle disuguaglianze, dei vostri vicini, dei vostri concittadini, magari anche dei vostri parenti, disinteressatevi.

È solo con questi diffusi “valori” che si esaltano l’individualismo e l’egoismo; che si scommette tutto sull’Io, e si dimentica la persona e il Noi. Ed è solo con queste idee in testa che si vota per Trump. Dimentichi del Capitolo Quarto, paragrafo 142, della “Fratelli Tutti”, che ci raccomanda di stare attenti alla dimensione locale, da mettere però sempre in relazione con quella universale.

Dopo il voto: perché Trump vuole la Groenlandia?

L’arroganza è quella a cui ormai ci ha abituato: “In un modo o nell’altro avremo la Groenlandia”. Questa non è semplicemente una delle solite “sparate” di The Donald perché l’idea di annettersi la più grande isola del mondo, possibilmente limitandosi a comprarla (come fecero nel XIX° secolo con l’Alaska), gli Stati Uniti la coltivano da parecchio tempo. Fu infatti il Presidente Truman, nel 1946, a proporne l’acquisto (per 100 milioni di dollari, oggi ce ne vorrebbero molti, ma molti di più).

La terra degli Inuit già a quel tempo suscitava interesse in quanto a presidio del mitico Passaggio a Nord Ovest scoperto da Roald Amudsen, ma oggi lo scioglimento dei ghiacciai provocato dal cambiamento climatico ne fa una zona di assoluto interesse strategico. Un sottosuolo, inoltre, ricchissimo di risorse naturali – per quanto dai costi estrattivi assai rilevanti – fra le quali (oltre a petrolio e oro) le ormai celeberrime “terre rare” (vi sarebbero presenti 25 dei 34 materiali critici definiti “strategici” dall’Unione Europea) rende questa enorme isola di ghiaccio popolata da soli 56.000 abitanti ancor più attraente nella logica imperiale che guida il nuovo corso di Washington.

In effetti, se si guarda un mappamondo dall’alto, dal Polo Nord, se ne percepisce immediatamente la rilevanza strategica in considerazione del progressivo scioglimento dei ghiacciai (che naturalmente la logica imperniata solo sul business del presente e non sulla salvaguardia del pianeta per le generazioni future evita di considerare nei suoi potenziali – e per gli scienziati quasi certi – catastrofici effetti): nuove rotte commerciali e nuove postazioni militari consentiranno un significativo rafforzamento strategico a chi potrà installarle.

In Groenlandia si giocano dunque tre partite della massima importanza: quella dello sfruttamento del sottosuolo, quella commerciale e last but not the least quella militare. Oggi le zone economiche esclusive (ZEE) dell’Artico appartengono in prevalenza a Russia e Canada, ma se la Groenlandia divenisse americana la maggioranza di esse diverrebbe statunitense. Non è una differenza da poco, alla luce di quanto appena detto.

Il tutto viene giocato sulla testa degli orgogliosi residenti, pochi ma per nulla disposti ad essere “comprati”: “non siamo in vendita”, ha urlato il giovane premier Mùte Egade, leader del partito ambientalista Inuit Ataqatigiit, confermando inoltre il blocco – in vigore da tempo – delle licenze di esplorazione del sottosuolo in ossequio alle rigide normative ambientali stabilite dal governo di Nuuk (è questo il nome della capitale groenlandese). Questa fiera rivendicazione non gli è però bastata per evitare una dura sconfitta alle elezioni tenutesi martedì, vinte dai partiti dell’opposizione: l’indipendentista Demokraatit Party, di centrodestra, col 30% dei voti e il nazionalista Naleraq con il 24%. Mentre quelli della coalizione di governo hanno subìto un drastico ridimensionamento: al 20% il citato Inuit Ataqatigiit, ambientalista di sinistra, al 16% il socialdemocratico Siumut. Per la cronaca, Atassut, l’unica formazione che non vuole rendere il paese autonomo da Copenaghen, si è fermata al 7%.

Tutta la campagna elettorale (rigorosamente televisiva, dato che le condizioni climatiche impediscono comizi all’aperto, evidentemente) si è incentrata sulla provocazione trumpiana, e ciò ha favorito i partiti che sono parsi più risoluti nel sostenere un fiero indipendentismo. Ma con una differenza, sostanziale: i vincitori, più moderati, guardano a un percorso indipendentista graduale; i secondi arrivati invece vorrebbero accelerare il processo. Indipendenti da chi? Dalla Danimarca.

Sì, perché non bisogna trascurare il fatto che pur avendo una propria autonomia amministrativa, sancita dallo Home Rule Act del 1979 e dal Self Government Act del 2009, la Groenlandia è una provincia del Regno di Danimarca, che la conquistò nel 1721. Non è però membro dell’Unione Europea, dalla quale comunque riceve assistenza economica finalizzata al sostegno all’educazione, mentre da Copenaghen percepisce 530 milioni di euro annui: una cifra che induce ad una riflessione meno emotiva sull’ipotesi di un referendum per il distacco, oggi meno invocato di ieri dopo la velata minaccia proveniente dalla Casa Bianca.

Per il momento gli USA hanno nell’isola una base militare a Thule, che vorrebbero rafforzare consistentemente alla luce dell’accresciuta importanza strategica dell’isola dei ghiacci. Vi sono però alcuni elementi di fondo che Trump non vuole considerare ma che non sono facilmente aggirabili, a meno davvero di capovolgere il mondo, senza immaginare cosa questo potrebbe comportare, quale sarebbe il punto di caduta.

Il primo riguarda il rapporto con la UE, essendone la Danimarca paese membro. Il secondo inerisce a quello interno alla NATO, essendone parimenti la Danimarca nazione aderente. Inoltre c’è un tema molto sensibile, ovvero il rispetto del Diritto Internazionale: se dovesse prevalere l’uso della forza al fine di intaccare la sovranità territoriale di uno Stato indipendente che cosa potrebbe derivarne in termini di relazioni planetarie dopo quanto già avvenuto in Ucraina ad opera della Russia? L’idea, semplicemente, che il Diritto Internazionale non esiste più, con tutte le possibili, ulteriori, conseguenze del caso. E infine e conseguentemente, a fronte di una presa di possesso dell’isola groenlandese in una logica di “sfera di influenza territoriale” perché mai la Cina non dovrebbe annettersi Taiwan, o la Russia i paesi baltici? Trump e i suoi teorici MAGA hanno un minimo di consapevolezza di quello che potrebbe accadere se ogni minimo limite definito dal Diritto Internazionale venisse sistematicamente infranto?

Purtroppo, già il fatto che dobbiamo porci la domanda dimostra i guai nei quali l’umanità si sta infilando.

Luigi Zanda: il Pd ha bisogno di un congresso prima del 2027.

“Per il Partito Democratico auspico un congresso straordinario, poiché implica un chiaro valore politico che culmina con un voto. Non intendo mettere in discussione la segretaria Schlein, eletta regolarmente, ma ritengo prematuro che ella possa proporsi come candidata alla presidenza del Consiglio”. Queste le parole di Luigi Zanda, intervenuto a ‘Otto e mezzo’ su La7.

“La situazione si evidenzia anche nel campo della politica estera: isolare il Pd dai socialisti europei è una questione, ma il rischio di isolare l’Italia è ben altra faccenda. Il primo obiettivo deve essere la promozione di un’Europa federale, altrimenti non potremo mai realizzare una politica estera e una difesa comuni. Ho trascorso vent’anni in Parlamento e faccio fatica a ricordare una sola volta in cui abbia votato per astenermi”.

Zanda ha affermato che “Schlein, in qualità di segretaria, durerà quattro anni, fino alla fine del suo mandato. Tuttavia, è cruciale considerare con largo anticipo un aspetto significativo: nel 2027 si terranno le elezioni politiche. È necessario svolgere prima un congresso, ma la decisione spetta alla segretaria”.

Secondo l’ex capogruppo del Pd, “il Partito Democratico deve dedicarsi con serietà e impegno alla politica internazionale; un partito che non riesce a definirsi su una linea il più possibile unitaria in materia di politica estera si espone al rischio di diventare irrilevante. La segretaria ha la responsabilità di tracciare la linea politica del partito e di promuovere la condivisione”. Così ha dichiarato l’ex senatore e fondatore del Pd, Luigi Zanda, a ‘Otto e mezzo’ su La7. “A Strasburgo, oggi [ieri per chi legge, NdR] avrei votato a favore del piano – ha continuato Zanda – per cercare di rafforzare anche l’unità con i socialisti europei. Il Pd è rimasto isolato e non ha considerato le potenziali ragioni di un socialista come Sanchez”.

Dazi Usa su acciaio e alluminio, le contromisure dell’Ue

Bruxelles, 12 mar. (askanews) – A partire da oggi, 12 marzo, gli Stati Uniti hanno imposto dei dazi fino al 25% sulle importazioni di acciaio, alluminio e determinati prodotti derivati (che contengono acciaio e alluminio) dall’Unione europea e da altri paesi. In risposta a questi dazi, giudicati “ingiustificati e ingiusti”, la Commissione ha lanciato stamattina una serie di contromisure per proteggere le aziende, i lavoratori e i consumatori europei dall’impatto di queste restrizioni commerciali.

Le misure statunitensi applicate da oggi consistono in quattro elementi chiave: 1) il ripristino dei dazi che erano già stati imposti dalla precedente Amministrazione Trump, nel giugno 2018, e poi ancora nel 2020, sui prodotti in acciaio (25%) e alluminio (10%) (riguardavano anche diversi tipi di prodotti semilavorati e finiti, come tubi in acciaio, fili e fogli di stagno), e che erano stati parzialmente sospesi nel 2021, sotto l’Amministrazione Biden; 2) un aumento dal 10% al 25% dei nuovi dazi sull’alluminio, rispetto a quelli del 2018; 3) una estensione dei dazi a una gamma di prodotti derivati molto più ampia, rispetto a sette anni fa, come utensili da cucina o infissi per finestre, nonché prodotti che sono realizzati solo in parte in acciaio o alluminio, come macchinari, attrezzature da palestra, alcuni elettrodomestici o mobili; 4) il Segretario al Commercio Usa, inoltre, attiverà entro il 12 maggio 2025 un sistema in base al quale si continuerà ad ampliare l’elenco dei prodotti derivati ​​da acciaio e alluminio soggetti a dazi americani aggiuntivi fino al 25%.

Secondo la Commissione, i dazi statunitensi interesseranno le esportazioni dall’Ue per circa 26 miliardi di euro, ciò che corrisponde a circa il 5% delle esportazioni totali di merci europee verso gli Usa. Sulla base degli attuali flussi di importazioni, gli importatori statunitensi dovranno pagare 6 miliardi di euro in più a causa dei dazi aggiuntivi.

La risposta dell’Ue, a sua volta, consiste in due serie di contromisure con tempi di attuazione diversi: 1) la riattivazione delle misure europee di riequilibrio rispetto ai dazi americani del 2018 e del 2020, misure che erano state sospese fino al primo aprile 2025; 2) l’imposizione di un pacchetto di misure aggiuntive.

Il prossimo primo aprile, le misure di riequilibrio del 2018 e del 2020 saranno automaticamente ripristinate, e per la prima volta saranno attuate per intero. I contro-dazi europei saranno applicati a prodotti che spaziano dalle imbarcazioni al bourbon alle motociclette.

Inoltre, dato che i nuovi dazi americani hanno una portata notevolmente più ampia e incidono su un valore significativamente più elevato del commercio europeo, rispetto a quelli di sette e cinque anni fa, la Commissione ha avviato oggi il processo per imporre ulteriori contromisure agli Stati Uniti. Queste nuove misure saranno mirate su altri 18 miliardi di euro circa di merci. L’obiettivo è garantire che il valore totale delle misure dell’Ue, con la riattivazione dei contro-dazi sospesi e l’introduzione delle nuove contromisure, corrisponda grossomodo all’aumento del valore del commercio interessato dai nuovi dazi statunitensi.

La consultazione con le parti interessate dell’Ue durerà due settimane, e serviranno a garantire che vengano scelti i prodotti giusti da includere nelle nuove contromisure, assicurando una risposta efficace e proporzionata che riduca al minimo i problemi per le aziende e i consumatori dell’Ue. I prodotti target proposti includono un mix dai settori industriale e agricole che includono, tra l’altro, prodotti in acciaio e alluminio, prodotti tessili, pelletteria, elettrodomestici, utensili per la casa, materie plastiche, prodotti in legno, e poi pollame, carne di manzo, alcuni frutti di mare, noci, uova, latticini, zucchero e verdure.

Il 26 marzo si concluderà la consultazione delle parti interessate, e la Commissione valuterà i contributi e consoliderà la lista dei prodotti target, per poi presentare una proposta di atto esecutivo agli Stati membri sulle misure di salvaguardia. Le misure dovranno essere approvate secondo le procedure di “comitologia”, in base alle quali, in sostanza, le proposte della Commissione possono essere respinte solo da una maggioranza qualificata di Stati membri. L’entrata in vigore è prevista a metà aprile.

Putin in visita nel Kursk: i soldati ucraini sono terroristi

Roma, 12 mar. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin ha reso visita alle truppe che combattono l’esercito ucraino nella regione russa di Kursk. L’ha annunciato oggi il Cremlino alle agenzie russe. Il leader di Mosca ha rivendicato i successi delle forze russe nella regione, che – a suo dire – sarà presto completamente “liberata”. E’ la prima visita di Putin nella regione da quando le forze ucraine vi hanno lanciato un’offensiva a sorpresa nell’agosto 2024. Lo Stato maggiore russo ha rivendicato oggi la riconquista di ampie parti della regione, affermando che in alcuni punti le forze russe hanno anche superato il confine penetrando nella provincia ucraina di Sumy.

Putin, durante la sua visita, ha suggerito oggi di volere una zona di sicurezza lungo il confine statale della Russia. Lo riferiscono le agenzie russe. “Naturalmente, dovremmo pensare al futuro e alla creazione di una zona di sicurezza lungo il confine statale” ha affermato Putin durante una visita al centro di comando del gruppo di Kursk. Il presidente russo ha aggiunto che l’obiettivo è quello di ottenere una sconfitta totale delle forze ucraine nella regione di Kursk, che è stata oggetto dallo scorso anno di un’offensiva a sorpresa delle truppe di Kiev. Putin ha anche detto che i combattenti russi catturati dovrebbero essere trattati “come terroristi” in base alle leggi russe.

Capaccioli (GBC Italia), presentato il primo protocollo GBC HB

Roma, 12 mar. – “Siamo estremamente orgogliosi di avere finalmente uno spazio dedicato al Green Building Council all’interno dell’Italian Greenway a MIPIM 2025. In questo contesto, attraverso la nostra grande organizzazione, stiamo promuovendo il nostro protocollo per gli edifici storici GBC HB, ora finalmente tradotto in inglese e pronto a livello internazionale, un protocollo che ho l’onore di rappresentare – lo ha dichiarato il Presidente del GBC Italia, Fabrizio Capaccioli in occasione del MIPIM a Cannes. “L’obiettivo stato chiaro fin dall’inizio: essere presenti qui. Molti dei nostri soci e stakeholder ci hanno ringraziato per la nostra partecipazione istituzionale a un evento che richiede un impegno attivo, soprattutto quando si parla di costruito, costruito sostenibile e rigenerazione urbana. Il Green Building Council – precisa Capaccioli – ha recentemente cambiato la propria visione, passando da un focus esclusivo sul territorio nazionale a un ambizioso approccio internazionale, mirando all’export del proprio sapere fare Made in Italy e della propria cultura legata al costruito sostenibile. Un settore che non ha pari a livello globale e che riteniamo possa rappresentare non solo un vantaggio per il nostro Paese, ma anche per altre nazioni che devono affrontare tematiche legate ai sistemi di rating energetico-ambientali. Su questo, come nel caso del protocollo HB, siamo convinti di avere molto da insegnare e da trasferire a chi, in altri Paesi, ha bisogno di lavorare sul patrimonio storico, applicando i principi della sostenibilit”.

Crosetto: i missili continuano a colpire l’Ucraina, la Russia non si è fermata

Parigi, 12 mar. (askanews) – “Speriamo che la tregua arrivi domani mattina. Intanto migliaia di missili continuano a a colpire l’Ucraina. Questo non è cambiato, questo prosegue. Non si è fermato nulla da parte russa”. Lo ha ribadito il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in conferenza stampa a Parigi al termine del summit dei ministri della Difesa nel formato a 5 (inglese, francese, tedesco, italiano e polacco).

L’Ucraina “deve avere un futuro democratico” e deve avere la possibilità “di difendersi anche in futuro”, ha aggiunto Crosetto.

Daniele Novara presenta a Roma "Mollami! Educare i figli adolescenti"

Roma, 12 mar. (askanews) – L’autorevole pedagogista piacentino Daniele Novara sarà a Roma lunedì 17 marzo per presentare il suo nuovo libro “Mollami! Educare i figli adolescenti e trovare la giusta distanza per farli crescere” (edizione BUR Rizzoli).

Appuntamento alle 20.45 alla Città dell’Altra Economia (Cae) a Testaccio. A intervistarlo Gianna Fregonara, responsabile Scuola e Università del Corriere della Sera; introduce l’incontro Massimo Guidotti, direttore della scuola interculturale Celio Azzurro.

“Durante l’adolescenza i figli hanno bisogno di voi come genitori, in un momento in cui devono attraversare il passaggio fra l’infanzia e l’età adulta. Vi farò conoscere una nuova collocazione del vostro ruolo genitoriale, così ragazzi e ragazze ritroveranno un affidamento per la propria vita, per le sfide enormi e affascinanti che si trovano ad affrontare”, ha promesso Novara, fondatore del Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti (CPP) e già autore di bestseller come “Litigare fa bene”.

Il nuovo bollettino medico sulle condizioni di Papa Francesco

Città del Vaticano, 12 mar. (askanews) – “Le condizioni cliniche del Santo Padre, nella complessità del quadro generale, sono rimaste stazionarie. La radiografia del torace eseguita ieri ha confermato radiologicamente i miglioramenti registrati nei giorni precedenti”. E’ quanto rende noto il nuovo bollettino medico sulle condizioni di salute di Papa Francesco giunto al suo 27esimomo giorno di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma.

Papa Francesco, si precisa, “continua ad effettuare l’ossigenoterapia ad alti flussi durante il giorno e la ventilazione meccanica non invasiva durante il riposo notturno”.

Questa mattina, dopo aver seguito gli Esercizi spirituali in collegamento con l’Aula Paolo VI, ha ricevuto l’Eucarestia, si è dedicato alla preghiera e, successivamente, alla fisioterapia motoria. Nel pomeriggio, dopo essersi unito agli Esercizi spirituali della Curia, ha continuato la preghiera, il riposo e proseguito la fisioterapia respiratoria.

Papa, migliramenti confermati da radiologia ma condizioni stazionarie

Città del Vaticano, 12 mar. (askanews) – “Le condizioni cliniche del Santo Padre, nella complessità del quadro generale, sono rimaste stazionarie. La radiografia del torace eseguita ieri ha confermato radiologicamente i miglioramenti registrati nei giorni precedenti”. E’ quanto rende noto il nuovo bollettino medico sulle condizioni di salute di Papa Francesco giunto al suo 27.mo giorno di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma.

Papa Francesco, si precisa, “continua ad effettuare l’ossigenoterapia ad alti flussi durante il giorno e la ventilazione meccanica non invasiva durante il riposo notturno”.

Questa mattina, dopo aver seguito gli Esercizi spirituali in collegamento con l’Aula Paolo VI, ha ricevuto l’Eucarestia, si è dedicato alla preghiera e, successivamente, alla fisioterapia motoria. Nel pomeriggio, dopo essersi unito agli Esercizi spirituali della Curia, ha continuato la preghiera, il riposo e proseguito la fisioterapia respiratoria.

G7 Canada, Tajani: per pace Ucraina serve unità, ora tocca a Mosca

La Malbaie (Canada), 12 mar. (askanews) – L’obiettivo era e resta uno solo: “una pace giusta e duratura per l’Ucraina”. E la si può “raggiungere” mantenendo il fronte unito, “noi europei, con gli americani”. Alla vigilia della sua partenza per il Canada, dove parteciperà alla ministeriale Esteri del G7, Antonio Tajani ribadisce la posizione che porterà al tavolo dei lavori a La Malbaie, in Quebec: i colloqui di Gedda tra le delegazioni di Stati Uniti e Ucraina sono state “un passo importante” sulla strada di un eventuale accordo di pace che “anche l’Europa vuole contribuire a costruire”. Ne discuterà con gli omologhi del G7 nella regione di Charlevoix, durante questa prima riunione sotto la presidenza di Ottawa e a margine dei colloqui, in una serie di incontri bilaterali con i ministri presenti (venerdì è in programma quello con il segretario di Stato americano Marco Rubio). “Vogliamo che l’aggressione della Russia all’Ucraina cessi il prima possibile” e gli incontri in Canada, da oggi a venerdì, saranno “la migliore occasione per rinforzare la collaborazione”, “perché in questo momento c’è “bisogno di grande coesione per costruire la pace”.

Il cessate il fuoco e la ripresa della protezione militare americana a Kiev saranno dunque “i primi temi” in discussione alla ministeriale. Secondo il programma annunciato dalla padrona di casa Mélanie Joly, durante i lavori ci sarà un confronto di idee anche sulla situazione in Medio Oriente – con il piano americano per Gaza che si scontra con quello arabo, sostenuto anche dall’Italia -, sui modi per rafforzare il G7 a 50 anni dalla sua istituzione, sulla stabilità nella regione dell’indo-pacifico, sulle crisi in corso ad Haiti e in Venezuela, nonché sulle sfide per la pace e la sicurezza in Africa, in particolare in Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo. La riunione servirà però, soprattutto, per fare un punto con i partner statunitensi delle recenti discussioni avute a Gedda con le autorità ucraine. Fondamentale è per l’Italia, anche in ottica negoziale, preservare l’unità transatlantica anche in seno al G7. E il ministro sottolineerà proprio la necessità di mantenere l’unità transatlantica per arrivare ad una pace giusta e duratura, che garantisca l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina ed al contempo la sicurezza del continente europeo. Tajani porrà attenzione anche al tema della ricostruzione dell’Ucraina, ricordando che a Roma, il prossimo 10 e 11 luglio, è prevista la Ukraine Recovery Conference, un appuntamento fortemente voluto dal governo italiano e dal titolare della Farnesina. D’altra parte, il contributo italiano per l’Ucraina non è e non è mai stato solo per la Difesa di Kiev. Se infatti è allo studio un 11esimo pacchetto di aiuti militari, l’assistenza finanziaria bilaterale ha raggiunto quasi 2,5 miliardi di euro; di questi, circa un miliardo di euro è stato destinato ai rifugiati, 310 milioni di euro sono andati a sostegno del bilancio statale e 93 milioni di euro sono stati forniti per attività umanitarie. Dunque, un impegno a 360 gradi, che prevede di guardare anche al futuro del Paese e alla sua ricostruzione postbellica nonché – ricorderà il ministro ai colleghi del G7 – di mantenere un forte sostegno a Kiev su un piano di riforme ritenuto necessario per agevolare il percorso di integrazione dell’Ucraina all’Unione europea.

Grande attesa c’è, naturalmente, per la posizione che Marco Rubio, il segretario di Stato americano, porterà al tavolo della ministeriale, dopo l’accordo con le autorità ucraine di una tregua di 30 giorni, da sottoporre all’attenzione di Mosca. “Buone notizie vengono dal dialogo che c’è stato tra ucraini e americani. Speriamo ora che la Russia risponda in maniera positiva perché tocca a Mosca decidere se vuole la pace oppure no”, ha commentato Tajani prima della partenza. Di certo, durante la riunione in Canada, gli Stati Uniti si opporranno a qualsiasi dichiarazione “antagonistica” nei confronti della Russia e su questo punto, il capo della diplomazia Usa è stato molto chiaro. Washington non può sottoscrivere alcun comunicato che non sia coerente con la sua posizione di portare entrambe le parti al tavolo delle trattative, ha affermato, spiegando che la posizione degli Stati Uniti non mira a “prendere le parti di qualcuno”, ma nasce dalla convinzione che “un linguaggio antagonistico a volte rende più difficile portare le parti al tavolo negoziale”. D’altra parte, il segretario di Stato ha riconosciuto che gli altri Stati membri del G7 hanno una visione differente rispetto a quella degli Stati Uniti, ma ha anche ribadito ciò che tutti gli alleati del Gruppo sanno: Washington è l’unico attore in grado di facilitare i colloqui di pace.

Certo, anche il G7 può dare il suo contributo, a latere di quanto l’amministrazione Trump sta già facendo con il suo dialogo diretto con Russia e Ucraina. Kiev, in particolare, chiede ai suoi principali alleati che siano poste in essere alcune “condizioni preliminari”, come “la pressione politica e finanziaria sulla Russia per aumentare il costo di un eventuale rinnovato conflitto”, il peso delle misure sanzionatorie dell’Europa contro Mosca, “il controllo europeo dei beni russi congelati per consentire un sostegno continuo e maggiore all’Ucraina”. E poi, garanzie di sicurezza “che diano credibilità a un futuro accordo”. Su questo punto, in particolare, bisognerà lavorare per trovare una possibile convergenza, in Canada e nelle riunioni che verranno. Il presupposto è che l’Europa vuole fare la sua parte, ma non possono esserci garanzie per Kiev senza gli Usa.

In questo quadro si inserisce anche la discussione sul possibile invio di truppe di peacekeeping in Ucraina a garanzia di un eventuale accordo di pace. La Francia di Macron e il Regno Unito del primo ministro Keir Starmer spingono in questa direzione. Tajani porterà in Canada la posizione italiana. Per garantire la pace serve una presa di posizione nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, dove ci sono anche la Russia e la Cina, ricorderà il ministro, secondo il quale una presenza militare internazionale, con la partecipazione dell’Italia, potrebbe avvenire solo in una zona cuscinetto e sotto il mandato Onu. L’Italia “non è assolutamente favorevole a inviare truppe europee o truppe Nato in Ucraina, perché questo significherebbe dare un segnale negativo alla Russia”, secondo Tajani. Una posizione in un certo qual modo condivisa da Mosca, che rifiuta l’idea di un contingente composto da Paesi Nato mentre accetterebbe una missione sotto egida Onu o composta da truppe di Paesi del cosiddetto “Sud Globale”, che il Cremlino – e non solo – ritiene neutrali.

Di tutto questo, il ministro avrà modo di discutere anche a margine dei lavori, in una serie di incontri bilaterali con l’alto rappresentante Ue per la Politica estera Kaja Kallas, il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot, la canadese Mélanie Joly, il britannico David Lammy, il capo della diplomazia giapponese Takeshi Iwaya, e – venerdì – con il segretario di Stato americano, Marco Rubio. Tra i possibili temi in discussione con quest’ultimo, anche i dazi statunitensi sui prodotti europei, che dovrebbero entrare in vigore a inizio aprile. “Notizie preoccupanti arrivano anche sul fronte commerciale, però ci auguriamo che alla fine si possa trovare una soluzione anche per quanto riguarda i dazi”, ha commentato a questo proposito Tajani poco prima della partenza per il Canada. “Il governo è pronto con un suo piano, lavoriamo insieme all’Unione europea, ma noi siamo pronti a tutelare nel modo migliore possibile le nostre imprese”, ha spiegato il ministro, ricordando che il 21 marzo ci sarà “una riunione con le imprese” alle quali saranno illustrate “le idee e le proposte del governo per meglio tutelarle sul palcoscenico internazionale”. (di Corrado Accaputo)

Made in Italy e IA, pubblicato il bando "vIvA"

Roma, 12 mar. (askanews) – Pubblicato oggi dall’Impresa sociale Fondo per la Repubblica Digitale “vIvA”, il bando nato dalla condivisione degli obiettivi comuni di impatto sociale del Fondo per la Repubblica Digitale e di Google.org.

L’iniziativa mira a selezionare progetti di formazione per lo sviluppo di competenze digitali in ambito di Intelligenza Artificiale, con particolare riferimento ai settori del Made in Italy, a beneficio di persone in condizioni di vulnerabilità e difficoltà. Il bando prevede un ammontare complessivo pari a 2.600.000 €, i cui fondi sono messi a disposizione pariteticamente da parte di Google.org e del Fondo per la Repubblica Digitale.

Il bando punta ad abilitare le persone alla comprensione e all’utilizzo delle tecnologie di Intelligenza Artificiale attraverso lo sviluppo di competenze specifiche spendibili nel mondo del lavoro, così da offrire opportunità di inserimento lavorativo o di miglioramento delle condizioni professionali, contribuendo altresì all’aumento della competitività delle imprese italiane. Le azioni formative dovranno essere destinate, tra gli altri, a persone disoccupate, inattive, NEET, lavoratori a rischio di demansionamento o sostituzione, persone con disabilità, minoranze sottorappresentate, vittime di violenza, residenti in aree svantaggiate o in contesti emarginati. L’obiettivo è, in questo modo, favorire la coesione e l’inclusione sociale.

L’Intelligenza Artificiale rappresenta una delle frontiere più promettenti della tecnologia moderna, nonché una delle forze più trasformative degli ultimi tempi con il potenziale per rimodellare il panorama economico italiano: secondo uno studio del 2024 commissionato da Google, si stima che l’IA possa assistere il 58% dei lavori in Italia e contribuire a un incremento dell’8% del PIL nei prossimi dieci anni. Inoltre, il report di Assintel sottolinea come il mercato ICT italiano abbia registrato nel 2024 una crescita del +4,1%, raggiungendo i 42,4 miliardi di euro, con una previsione di +4,6% per il 2025.

Per quanto riguarda le imprese italiane, secondo lo studio, il 27% delle aziende sta aumentando gli investimenti in innovazione, mentre il 62,2% li mantiene costanti. In questo scenario, assume una rilevanza particolare il contesto del Made in Italy che costituisce un asse fondamentale per l’economia del Paese: settori come agroalimentare, commercio, metalmeccanico, metalsiderurgico, mobile e arredo, moda e abbigliamento e turismo, costituiscono le filiere caratterizzanti l’economia nazionale sulle quali è prioritario agire e nelle quali l’impiego dell’IA rappresenta un’occasione per acquisire un vantaggio competitivo sia in termini di efficienza che di aumento di produttività. Alcuni modelli predittivi basati sull’IA sono già in grado di dimostrare che tali tecnologie possono portare miglioramenti significativi in termini di efficienza. Attualmente, il settore del Made in Italy è caratterizzato da una scarsa integrazione delle tecnologie avanzate rispetto ad altri settori, che ne limita la capacità competitiva nel mercato globale. Sostenere iniziative volte ad accrescere la consapevolezza circa le opportunità e i vantaggi offerti dall’IA nel Made in Italy porterà inevitabilmente a un aumento dell’impiego di questo strumento e alla conseguente richiesta di competenze ad esso legate.

Per Martina Lascialfari, Direttrice Generale del Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale: “Siamo felici di presentare il bando ‘vIvA’, un’iniziativa che pone al centro le persone e lo sviluppo delle loro competenze, rendendo l’Intelligenza Artificiale un’opportunità concreta anche per le fasce più vulnerabili della popolazione. Investire nella formazione sulle nuove tecnologie significa creare possibilità di inserimento nel mondo del lavoro e favorire la crescita del Paese. Con questo bando, intendiamo sostenere progetti che uniscano innovazione tecnologica e inclusione sociale, offrendo a chi è più a rischio di esclusione gli strumenti per affrontare le sfide del futuro. Il Made in Italy, pilastro della nostra economia, ha bisogno di professionisti qualificati: con ‘vIvA’, vogliamo garantire a tutti l’opportunità di essere parte attiva di questa trasformazione.”

Per Diego Ciulli, Responsabile degli Affari Istituzionali di Google in Italia, “In Google crediamo che l’Intelligenza Artificiale possa essere una forza positiva per il Made in Italy, a patto che sia utilizzata in modo responsabile e inclusivo. Supportando il bando ‘vIvA’ , Google.org intende supportare organizzazioni ad impatto sociale per formare una nuova generazione di professionisti in grado di sfruttare le potenzialità dell’IA per far crescere le imprese italiane e creare nuove opportunità di lavoro, in particolare per le persone più vulnerabili. L’IA può aiutarci ad affrontare alcune delle sfide più urgenti del nostro tempo, dalla sostenibilità alla digitalizzazione, e siamo convinti che il suo sviluppo debba andare di pari passo con la creazione di competenze e la promozione dell’inclusione sociale.”

Trump sulla pace in Ucraina: ora tocca alla Russia

Roma, 12 mar. (askanews) – Nel corso di un incontro con il primo ministro irlandese Micheal Martin nello Studio Ovale della Casa Bianca, a Donad Trump è stato chiesto della proposta di un cessate il fuoco immediato derivante dalle discussioni con l’Ucraina in Arabia Saudita martedì. “Speriamo di poter ottenere un cessate il fuoco”, ha detto ai giornalisti, aggiungendo che “ora tocca alla Russia”. “Abbiamo persone che vanno in Russia in questo momento”, ha aggiunto ancora Trump corredando le sue osservazioni con una minaccia, nello specifico sanzioni “finanziarie” potenzialmente “devastanti” contro la Russia, se sceglierà di continuare la guerra. “Potremmo essere vicini a concludere qualcosa”, ha detto Trump, sottolineando che la parte ucraina, un tempo “difficile”, ha cambiato mentalità. “Avevo qualcuno (Volodymyr Zelensky, Ndr.) che sembrava non volere la pace. Ora ha accettato la pace”, ha continuato Trump.

Ciclismo, Vendrame vince la terza tappa della Tirreno-Adriatico

Roma, 12 mar. (askanews) – La Tirreno Adriatico Crédit Agricole parla nuovamente italiano grazie ad Andrea Vendrame, terzo vincitore azzurro su tre tappe disputate, questa volta sul traguardo di Colfiorito . Al termine di una frazione lunga, e resa ancor più complicata dal maltempo, il veneto della Decathlon Ag2r La Mondiale ha fatto valere il suo spunto veloce imponendosi in una volata a ranghi ristretti resistendo al ritorno negli ultimi metri di Thomas Pidcock. Vendrame coglie il suo primo successo in carriera alla Tirreno Adriatico regalando una giornata storica al suo gruppo sportivo, che nella sua lunga storia non era mai stato in grado di portare a casa una frazione de La Corsa dei Due Mari.

In classifica generale comanda sempre Filippo Ganna, che nel finale ha provato un allungo venendo ripreso ai -1100 metri in prima persona da Mathieu Van der Poel, con 22″ sulla nuova Maglia Bianca Juan Ayuso e 29″ su Antonio Tiberi. Jonathan Milan, caduto poco prima dell’imbocco dell’ascesa finale, rimane in Maglia Ciclamino, mentre la Maglia Verde passa sulle spalle di Manuele Tarozzi.

“E’ una vittoria molto importante per me – le parole di Vendrame – perchè avevo bisogno di un successo di prestigio che si aggiungesse a quelli ottenuti in passato al Giro, e per il mio team, che è costantemente alla ricerca di punti UCI. Oggi tutto è andato come avevamo previsto, in quanto nel briefing prima della partenza ipotizzavamo un arrivo a ranghi relativamente ristretti. Era importante scollinare nelle prime 15/20 posizioni per evitare buchi e poi mantenere il sangue freddo nel finale, scegliendo il momento giusto per lanciare lo sprint. Sapevo che la strada si restringeva negli ultimi 300 metri, e quindi ho deciso di partire. Queste condizioni climatiche non sono ideali ma ho dimostrato ancora una volta di trovarmi bene”.

Maerna (FdI): Dal ddl Spazio, 7,3 mld entro il 2026

“Il settore strategico – parliamo di 90 miliardi solo per l’Europa e di 1,5 trilioni entro il 2035 – e questo dato ha posto la necessit di un provvedimento – il ddl Spazio – che lo regolamentasse in modo da assicurare alle nostre imprese di giocare un ruolo importante, dando loro una prospettiva internazionale. Nei decreti attuativi, poi, saranno introdotti eventuali correttivi: la stessa Commissione Attivit Produttive ha audito 39 interlocutori, da ottobre fino a quando il ddl arrivato in Aula”. Lo ha detto Umberto Maerna(FdI), Commissione Attivit produttive della Camera dei deputati, intervenendo a Largo Chigi, format televisivo di The Watcher Post. “Nel ddl sono previsti 7,3 miliardi di euro entro il 2026 e misure a sostegno delle start-up innovative perch il provvedimento mette in moto un meccanismo di sostegno alle start-up private in collaborazione col pubblico. Segnalo ancora due elementi importanti rispetto agli obiettivi che si intende perseguire: garantire la sicurezza nazionale e favorire la riconversione industriale. Infine, a dicembre 2024, sono stati assegnati 130 milioni con le quote di parte italiana di finanziamento NASA per il programma ARTEMIS “Moon to Mars”, ha concluso.

Difesa, Crosetto a Parigi per il summit per una forza comune

Parigi, 12 mar. (askanews) – Al via a Val de Grace a Parigi il summit a cinque per gli aiuti all’Ucraina e la creazione di una difesa comune europea. Sono due le riunioni in programma a Parigi che vedono coinvolti cinque ministri della difesa: italiano, francese, britannico, polacco, tedesco. Un summit che si tiene a margine del Forum sulla Sicurezza e la Difesa di Parigi, a l’Ecole militaire, in programma fino a domani 13 marzo.

Al Summit pomeridiano presenti in un clima disteso Sebastien Lecornu, ministro della difesa francese, Boris Pistorius, ministro della difesa tedesca, Guido Crosetto, ministro della difesa italiana, Wladyslaw Marcin Kosiniak-Kamysz, vicepresidente del consiglio dei ministri e ministro della difesa polacca, e John Healey, segretario di Stato alla Difesa britannica si ritrovano al Summit oggi pomeriggio. Un summit, su invito francese, per “coordinare l’azione in sostegno a Kiev”, ha riferito l’entourage del ministro della Difesa francese Lecornu. E’ la terza volta che i ministri della Difesa dei cinque stati si riuniscono, dopo gli incontri in Germania a novembre e in Polonia a gennaio. L’obiettivo ora quello di trovare una intesa nell’organizzare l’aiuto all’Ucraina nella fase in cui gli Stati Uniti stanno attuando un cambio di rotta.

Spazio, Muti (IAI): Italia tra i primi in contributi pubblici

Roma, 12 mar. (askanews) – “Nella crescita dell’economia spaziale c’ molta geopolitica e l’Europa deve rimanere competitiva. importante. Pensiamo all’esplorazione umana e robotica, alla sensoristica radar, all’in orbitservicing e l’osservazione della terra. L’Italia presente su tutta la catena del valore, dalla programmazione di una missione alla realizzazione dell’infrastruttura, fino all’erogazione dei servizi e l’accesso allo spazio, mostrando forti competenze: stiamo lavorando al primo lander lunare europeo, fatto un memorandum con gli Emirati Arabi Uniti e sono eccellenti i centri italiani di ricerca universitaria”. Lo ha detto Karolina Muti, dell’Istituto Affari Internazionali (IAI), a Largo Chigi, il format di The Watcher Post in onda su Urania Tv. Muti ha ricordato che l’Italia “tra i primi al mondo per fondi pubblici nel settore spaziale. Una maggiore autonomia strategica fondamentale, a livello europeo c’ un contesto in evoluzione con una governance che si sta assestando e un nuovo Commissario europeo alla Difesa e allo Spazio, bisogner capire gli sviluppi e come posizionarci”. Ci sono i competitor globali. “La Cina ha visto un progresso e una grande accelerazione, il sistema Paese deve essere in grado di scegliere i partner internazionali e legare i propri obiettivi e interessi in maniera coerente, dalla politica estera, alla sicurezza e difesa e allo spazio. Per il settore serve poi pi capitale umano, sensibilizzando sulle lauree Stem fin dal liceo”.

Difesa Ue, Giorgetti: prima valutare le necessità poi la spesa

Roma, 12 mar. (askanews) – “Invece di sparare cifre a priori dobbiamo sapere quali sono le vere necessità per quelli che sono gli investimenti militari. Una volta determinato questo, e ci sta lavorando il ministro Crosetto, si stabilirà il tipo di impegno e l’ammontare dell’impegno” nell’ambito del piano ReArm EU. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo ad un’interrogazione nel corso del question time alla Camera.

“Prima di tutto l’Italia deve rispettare gli impegni internazionali. Fa parte di un’allenza e se questa alleanza richiede un impegno del 2% del pil siamo tenuti a rispettarlo – ha spiegato – La seconda dimensione è che invece di sparare cifre a priori dobbiamo sapere quali sono le vere necessità per gli investimenti militari. Una volta determinato questo, e ci sta lavorando il ministro Crosetto, si stabilirà il tipo di impegno e l’ammontare dell’impegno che il governo italiano dovrà sostenere”.

“Terza dimensione, questo sforzo – ha precisato – non potrà non contemplare una valutazione di politica industriale con riferimento all’industria della difesa che dovrà produrre un beneficio in termini di crescita economica e di occupazione”.

Dopo aver ribadito che la spesa per la difesa, in ogni caso, non sarà a scapito di sanità e servizi Pubblici, Giorgetti ha giudicato positivamente la clausola di salvaguardia decisa dalla Commissione europea per questo tipo di investimenti. “Tuttavia – ha concluso il Ministro – la flessibilità della spesa non deve compromettere la sostenibilità dei conti pubblici e non deve far aumentare in misura significativa il debito pubblico”.

Aerospazio, Fossati (TEC): Italia sia capofila regolamentazione spaziale

Roma, 12 mar. (askanews) – “La nostra azienda, specializzata nel trasporto merci in bassa orbita, sta crescendo, abbiamo avviato un piano assunzioni e negli ultimi tre anni abbiamo raccolto oltre 220 mln di euro da venture capital. La regolamentazione del settore fondamentale, in questo l’Italia deve essere capofila, perch la tradizione spaziale fa parte della nostra storia industriale, ricordo che siamo stati tra i primi a lanciare satelliti nello spazio”, lo ha detto Franco Fossati, Lead Italy and South Europe di The Exploration company, intervenuto a Largo Chigi, il format in onda su Urania Tv. E ha aggiunto: “Portare in Europa questo segmento di attivit garantisce un mercato che si sta sviluppando molto velocemente, anche perch presto saranno messe in orbita nuove stazioni spaziali. Anche per questo l’interesse degli investitori sta crescendo”.

Difesa Ue, Conte: da M5s no corente granitico e compatto a riarmo

Roma, 12 mar. (askanews) – “Durante l’ultima campagna elettorale per le europee avevo garantito che i nostri candidati, una volta eletti, sarebbero stati ‘costruttori di pace’. Ebbene, pochi minuti fa in Parlamento europeo è stata votata una risoluzione a favore del folle Piano di Riarmo da 800 miliardi di euro voluto da Von der Leyen e Giorgia Meloni. Il Movimento 5 Stelle ha votato no, in piena coerenza, in modo granitico e compatto”. Lo scrive sui social Giuseppe Conte, leader M5s.

“Purtroppo la maggioranza degli europarlamentari italiani ha sostenuto questa pazzia collettiva col proprio voto. Fratelli d’Italia ha proposto furbescamente di cambiargli nome per far sparire la parola ‘armi’ dal titolo: ovviamente la proposta non è passata, e comunque i cittadini non sono stupidi. E poi c’è la Lega, che sta nel Governo Meloni – che questa follia sulle armi l’ha condivisa e approvata- ma ora fa finta di opporsi – osserva Conte -. Meloni e soci hanno condannano l’Italia a tagli e vincoli su sanità, buste paga, imprese e carovita mentre consegnano montagne di miliardi senza i limiti di spesa europei all’industria militare. Peraltro senza uno straccio di progetto di difesa comune. Non ci vengano più a dire che non ci sono i soldi mentre gli italiani sono in fila per un esame medico da mesi o per pagare bollette da far girare la testa. Il 5 aprile a Roma con i cittadini scenderemo in piazza contro tutto questo. Fermiamoli”.

Il voto all’Europarlamento sulla difesa Ue frantuma maggioranza e opposizioni

Bruxelles, 12 mar. (askanews) – Sia i partiti italiani della maggioranza di governo che quelli dell’opposizione si sono divisi al loro interno frantumandosi, nel voto dell’Europarlamento non vincolante sulla risoluzione a favore in futuro di una difesa europea.

Nel testo, che costituisce un contributo al cosiddetto “libro bianco” sulla difesa Ue, che la Commissione e l’Alta Rappresentante per la Politica estera comune dovrebbero presentare la prossima settimana, il Parlamento europeo chiede misure concrete per avviare “sforzi realmente innovativi” e azioni “simili a quelle utilizzate in tempo di guerra” per garantire la sicurezza dell’Unione.

La risoluzione, adottata dalla plenaria con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astensioni, giudica favorevolmente il piano “ReArm Europe”, che la Commissione ha già annunciato a grandi linee (ma che non è ancora stato presentato formalmente con tutti i dettagli). In più, a integrazione di “ReArm Europe”, il Parlamento europeo chiede di verificare la possibilità di introdurre un sistema di obbligazioni europee per finanziare investimenti nell’industria della difesa su larga scala, e di fare ricorso ai “coronabond” inutilizzati, ovvero le emissioni di debito previste dal piano di rilancio post pandemico “NextGenerationEU” per essere destinate a prestiti agli Stati membri, che però in parte non sono stati richiesti. Inoltre, nel testo adottato si invita la Banca europea per gli investimenti (Bei) a investire più attivamente nell’industria europea della difesa, abolendo le restrizioni esistenti per questo tipo di finanziamenti.

Nel voto sul testo finale della risoluzione si sono espressi a favore massicciamente tutti i deputati presenti di Fdi (22 su 24), appartenenti al gruppo dei Conservatori (Ecr), che invece si è spaccato in tre, con metà dei suoi membri favorevoli e l’altra metà contraria o astenuta. Tutti favorevoli anche gli eurodeputati italiani presenti del Ppe (otto su nove, sette di Fi e uno della Svp), mentre quelli della Lega (presenti sette su otto) hanno votato tutti contro, insieme a tutto il loro gruppo, i “Patrioti per l’Europa”.

Tra i partiti dell’opposizione, il Pd si è spaccato esattamente a metà fra sì e astensioni: 10 i favorevoli e 11 gli astenuti. Bonaccini, Decaro, Giorgio Gori, Gualmini, Lupo, Maran, Moretti, Picierno, Tinagli e Topo hanno votato a favore. Si sono astenuti invece Benifei, Corrado, Laureti, Nardella, Ricci, Ruotolo, Strada, Tarquinio, Zan, il capo delegazione Zingaretti e anche Lucia Annunziata, che si era espressa inizialmente a favore e ha corretto poi il suo voto in astensione. Di contro hanno detto no i suoi compagni di campo largo Cinque Stelle e Alleanza Verdi Sinistre. Senza sorprese, nel gruppo della Sinistra, è arrivato il voto contrario del M5S (otto su otto) e di Mimmo Lucano di Avs (era assente Ilaria Salis). Tra i Verdi -che come gruppo europeo si sono spaccati tra una forte maggioranza favorevole, otto astenuti e tre contrari- i quattro italiani hanno tutti votato no:Guarda, Marino, Orlando e Scuderi.

Nella risoluzione si afferma che l’Europa sta affrontando “la più profonda minaccia militare alla sua integrità territoriale dalla fine della guerra fredda” e si invitano i paesi Ue, i partner internazionali e gli alleati della Nato a rimuovere tutte le restrizioni sull’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo. Il Parlamento europeo chiede anche di rafforzare le relazioni con i paesi “like minded”, ovvero che condividono gli stessi principi dei paesi Ue.

La Russia, sostenuta dai suoi alleati Bielorussia, Cina, Corea del Nord e Iran, rappresenta “la minaccia diretta e indiretta più significativa per l’UE e la sua sicurezza”, si afferma nel testo. Gli eurodeputati sottolineano come le recenti dichiarazioni e azioni dell’amministrazione Trump abbiano aumentato le preoccupazioni sul futuro atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della Russia, della Nato e della sicurezza europea. Inoltre, il Parlamento europeo condanna fermamente le minacce degli Stati Uniti nei confronti della Groenlandia.

Alla luce di questo scenario, il Parlamento europeo evidenzia che gli sforzi di difesa dell’Ue “non possono rimanere di dimensioni limitate, frammentati in termini di portata e lenti nei risultati”. I deputati chiedono quindi maggiori sforzi non solo nel settore militare, ma anche in quello industriale, tecnologico e dell’intelligence.

Il testo sottolinea che l’Ue deve essere in grado di muoversi e prendere decisioni molto più rapidamente in caso di guerra o di altre crisi di sicurezza su larga scala. Pur evidenziando l’importanza della cooperazione tra Ue e Nato, gli eurodeputati chiedono lo sviluppo di un pilastro europeo pienamente operativo all’interno della Nato, capace di agire autonomamente quando necessario.

Gli eurodeputati ritengono che l’Ue debba definire una visione unitaria e chiara per l’industria della difesa europea, basata nel lungo termine sulla cosiddetta “preferenza europea”, senza tuttavia che tale preferenza pregiudichi la prontezza alla difesa dell’Unione. La risoluzione insiste anche sulla necessità di semplificare il processo decisionale, e chiede che si passi dall’unanimità alla maggioranza qualificata per le decisioni dell’Ue nel settore della Difesa, ad eccezione delle operazioni militari con mandato esecutivo (per questo sarebbe necessaria, comunque, una modifica dei Trattati Ue).

Il Parlamento avverte infine che, senza un aumento sostanziale degli investimenti, gli obiettivi di sicurezza e difesa dell’Ue non potranno essere raggiunti, sia per quanto riguarda il supporto militare all’Ucraina, sia per il miglioramento della sicurezza comune europea.

Difesa Ue, il voto all’Europarlamento frantuma maggioranza e opposizioni italiane

Bruxelles, 12 mar. (askanews) – Sia i partiti italiani della maggioranza di governo che quelli dell’opposizione si sono divisi al loro interno frantumandosi, nel voto dell’Europarlamento non vincolante sulla risoluzione a favore in futuro di una difesa europea.

Nel testo, che costituisce un contributo al cosiddetto “libro bianco” sulla difesa Ue, che la Commissione e l’Alta Rappresentante per la Politica estera comune dovrebbero presentare la prossima settimana, il Parlamento europeo chiede misure concrete per avviare “sforzi realmente innovativi” e azioni “simili a quelle utilizzate in tempo di guerra” per garantire la sicurezza dell’Unione.

La risoluzione, adottata dalla plenaria con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astensioni, giudica favorevolmente il piano “ReArm Europe”, che la Commissione ha già annunciato a grandi linee (ma che non è ancora stato presentato formalmente con tutti i dettagli). In più, a integrazione di “ReArm Europe”, il Parlamento europeo chiede di verificare la possibilità di introdurre un sistema di obbligazioni europee per finanziare investimenti nell’industria della difesa su larga scala, e di fare ricorso ai “coronabond” inutilizzati, ovvero le emissioni di debito previste dal piano di rilancio post pandemico “NextGenerationEU” per essere destinate a prestiti agli Stati membri, che però in parte non sono stati richiesti. Inoltre, nel testo adottato si invita la Banca europea per gli investimenti (Bei) a investire più attivamente nell’industria europea della difesa, abolendo le restrizioni esistenti per questo tipo di finanziamenti.

Nel voto sul testo finale della risoluzione si sono espressi a favore massicciamente tutti i deputati presenti di Fdi (22 su 24), appartenenti al gruppo dei Conservatori (Ecr), che invece si è spaccato in tre, con metà dei suoi membri favorevoli e l’altra metà contraria o astenuta. Tutti favorevoli anche gli eurodeputati italiani presenti del Ppe (otto su nove, sette di Fi e uno della Svp), mentre quelli della Lega (presenti sette su otto) hanno votato tutti contro, insieme a tutto il loro gruppo, i “Patrioti per l’Europa”. Tra i partiti dell’opposizione, il Pd si è spaccato esattamente a metà fra sì e astensioni: 10 i favorevoli e 11 gli astenuti. Bonaccini, Decaro, Giorgio Gori, Gualmini, Lupo, Maran, Moretti, Picierno, Tinagli e Topo hanno votato a favore. Si sono astenuti invece Benifei, Corrado, Laureti, Nardella, Ricci, Ruotolo, Strada, Tarquinio, Zan, il capo delegazione Zingaretti e anche Lucia Annunziata, che si era espressa inizialmente a favore e ha corretto poi il suo voto in astensione. Di contro hanno detto no i suoi compagni di campo largo Cinque Stelle e Alleanza Verdi Sinistre. Senza sorprese, nel gruppo della Sinistra, è arrivato il voto contrario del M5S (otto su otto) e di Mimmo Lucano di Avs (era assente Ilaria Salis). Tra i Verdi -che come gruppo europeo si sono spaccati tra una forte maggioranza favorevole, otto astenuti e tre contrari- i quattro italiani hanno tutti votato no:Guarda, Marino, Orlando e Scuderi. Nella risoluzione si afferma che l’Europa sta affrontando “la più profonda minaccia militare alla sua integrità territoriale dalla fine della guerra fredda” e si invitano i paesi Ue, i partner internazionali e gli alleati della Nato a rimuovere tutte le restrizioni sull’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo. Il Parlamento europeo chiede anche di rafforzare le relazioni con i paesi “like minded”, ovvero che condividono gli stessi principi dei paesi Ue.

La Russia, sostenuta dai suoi alleati Bielorussia, Cina, Corea del Nord e Iran, rappresenta “la minaccia diretta e indiretta più significativa per l’UE e la sua sicurezza”, si afferma nel testo. Gli eurodeputati sottolineano come le recenti dichiarazioni e azioni dell’amministrazione Trump abbiano aumentato le preoccupazioni sul futuro atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della Russia, della Nato e della sicurezza europea. Inoltre, il Parlamento europeo condanna fermamente le minacce degli Stati Uniti nei confronti della Groenlandia.

Alla luce di questo scenario, il Parlamento europeo evidenzia che gli sforzi di difesa dell’Ue “non possono rimanere di dimensioni limitate, frammentati in termini di portata e lenti nei risultati”. I deputati chiedono quindi maggiori sforzi non solo nel settore militare, ma anche in quello industriale, tecnologico e dell’intelligence.

Il testo sottolinea che l’Ue deve essere in grado di muoversi e prendere decisioni molto più rapidamente in caso di guerra o di altre crisi di sicurezza su larga scala. Pur evidenziando l’importanza della cooperazione tra Ue e Nato, gli eurodeputati chiedono lo sviluppo di un pilastro europeo pienamente operativo all’interno della Nato, capace di agire autonomamente quando necessario. Gli eurodeputati ritengono che l’Ue debba definire una visione unitaria e chiara per l’industria della difesa europea, basata nel lungo termine sulla cosiddetta “preferenza europea”, senza tuttavia che tale preferenza pregiudichi la prontezza alla difesa dell’Unione. La risoluzione insiste anche sulla necessità di semplificare il processo decisionale, e chiede che si passi dall’unanimità alla maggioranza qualificata per le decisioni dell’Ue nel settore della Difesa, ad eccezione delle operazioni militari con mandato esecutivo (per questo sarebbe necessaria, comunque, una modifica dei Trattati Ue).

Il Parlamento avverte infine che, senza un aumento sostanziale degli investimenti, gli obiettivi di sicurezza e difesa dell’Ue non potranno essere raggiunti, sia per quanto riguarda il supporto militare all’Ucraina, sia per il miglioramento della sicurezza comune europea.

Prodi: ne ho vissute tante ma questa fase politica è un casino

Firenze, 12 mar. (askanews) – “Questa fase politica può essere definita solo con la definizione di casino… ne ho vissute tante in vita mia ma come in questi giorni mai”, “nemmeno con la crisi dei missili a Cuba”. Lo ha detto Romano Prodi, ex premier ed ex presidente della Commissione Ue, nella sua lectio magitralis al campus delle Scienze sociali a Firenze, parlando del nuovo ordine mondiale tra guerre e nuovo corso dell’Amministrazione Usa.

“In questo mondo diviso abbiamo due grandi protagonisti, la Cina e gli Stati Uniti che si sono sempre più distanziati tra di loro fino a diventare avversari” ha aggiunto Prodi.

Sostenibilit e sfide, secondo Workshop Fashion and Finance Deloitte

Roma, 12 mar. (askanews) – A Roma, presso l’Auditorium Deloitte si svolto il Workshop “Fashion & Finance: l’evoluzione sostenibile del settore”, secondo appuntamento del progetto, promosso da Deloitte a livello nazionale e internazionale, nato allo scopo di creare una community di esperti e operatori del settore che possano dialogare, scambiarsi idee e confrontarsi su come affrontare le principali sfide e opportunit nel percorso ESG per il fashion.

Un settore in continua evoluzione e in cui ormai sostenibilit e innovazione devono coniugarsi.

Eugenio Puddu: Consumer Leader A&A, Deloitte: “Abbiamo appena rilasciato una ricerca che noi chiamiamo Profitable Growers, che dedicata a quelle aziende che riescono a crescere creando valore. Da questa ricerca emerge una conferma di quanto innovazione e sostenibilit devono viaggiare assieme, ma anche del fatto che le circa 250 aziende leader nel settore dei beni di consumo intervistate dicono che il 95% di queste intende realizzare nuovi prodotti e nuovi servizi per continuare a essere in crescita sul mercato, in crescita con margini positivi; e l’81% di queste si affida proprio all’innovazione come elemento qualificante per questi nuovi prodotti e servizi. Inoltre l’altro dato che spicca che, se nella moda soprattutto, il 65% dei cambiamenti guidato da cambiamenti normativi, se torniamo ai Profitable Growers il 91% di questi sa che questi cambiamenti normativi sono tutti dedicati all’ambito della sostenibilit”.

Un progetto che punta a supportare le aziende in un contesto in continua evoluzione, e a creare maggiore consapevolezza per spingerle verso un impegno collettivo che abbia anche un impatto sociale positivo.

Francesca Marras: Coordinator Fashion & Finance Program: “Nonostante le incertezze che ci sono sia a livello normativo ma anche geopolitico, le aziende del settore moda dovrebbero continuare il percorso intrapreso verso la sostenibilit per diverse ragioni, sia per un’offerta di un prodotto di qualit che risponda alle esigenze dei consumatori e alle loro richieste ma anche per un impegno verso l’ambiente, verso la societ e verso il personale che opera nelle aziende; penso che sia importante differenziarsi rispetto alle aziende che non offrono dei prodotti sostenibili, quindi continuare questo percorso virtuoso”.

Al workshop sono intervenuti rappresentanti di noti brand italiani ed internazionali, tra loro Francesco Freschi, direttore generale Etro, Eleonora Rizzuto, Chief Sustainability Officer di Bulgari e Andrea Crespi, vice presidente Sostenibilit di Confindustria Moda, che ha dichiarato: “L’impegno di Confindustria Moda quello di supportare la filiera, che una filiera molto delicata e sensibile, perch una filiera estremamente diversificata: stiamo parlando di 40.000 aziende con mezzo milione di persone che lavorano, quindi una filiera particolarmente complessa. Il tema fondamentale oggi sulla sostenibilit la misurazione. Oggi lavoriamo con le imprese per spingerle a un concetto di misurazione, misurazione dell’impatto che non solo ambientale ma sociale, etico e quant’altro, senza il quale poi difficile prendere decisioni e si rischia senza una misurazione poi di cadere in quello che il peggior greenwashing che oggi si pu trovare sull’industria”.

Dopo Milano e Roma, ha detto Francesca Marras, si punta a replicare anche in altre citt come Parigi, Londra, Dubai per dare una visione ancora pi internazionale al progetto.

Cinema, al via a Roma il nuovo festival "Custodi di sogni"

Roma, 12 mar. (askanews) – Il Centro Sperimentale di Cinematografia realizza e promuove il nuovo Festival “Custodi di sogni – I tesori della Cineteca Nazionale”, ideato dal Conservatore della Cineteca Nazionale – Centro Sperimentale di Cinematografia Steve Della Casa.

La manifestazione, che si terrà dal 31 marzo al 6 aprile a Roma a ingresso libero al CSC, alla Casa del Cinema e a Spazio SCENA-sala che verrà messa a disposizione del CSC dalla Regione Lazio, intende offrire al pubblico beni culturali cinematografici conservati dalla Cineteca Nazionale, promuovere tutte le forme di sapere legate alla preservazione e al restauro, esplorare le molteplici forme di creatività legate alla ricerca e all’edizione del repertorio e del cinema del passato, aprire a tutti gli spettatori la possibilità di vedere i capolavori cinematografici restaurati e creare un cantiere di luminosità e attenzione tra tutte le cineteche del mondo sulla’importanza del lavoro di salvaguardia del cinema; contestualmente, intende mettere in luce tutte le anime della storica Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia (formazione, conservazione, ricerca).

Il programma prevede alcuni importanti omaggi (come quello a Claudio Caligari alla presenza di Giorgio Tirabassi e Simone Isola, in occasione del quale sarà presentato il Fondo Claudio Caligari), scoperte (come la presentazione di materiale filmico inedito, conservato e digitalizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, di una produzione cinematografica mai terminata: “The story of William Tell” di Jack Cardiff, prodotto e interpretato da Errol Flynn), “riscoperte” (come quella del cinema di Elvira Notari, prima regista donna della storia del cinema italiano della quale si festeggiano nel 2025 i 150 anni dalla nascita), una ricca proposta di cinema sperimentale (che includerà i cortometraggi realizzati da Dacia Maraini, che sarà presente per introdurli al pubblico), ma anche incontri con ospiti illustri (tra cui Liliana Cavani, anche “madrina’ d’eccezione del Festival nonché ex allieva della Scuola Nazionale di Cinema, Vittorio Cecchi Gori, Riccardo Rossi e Arturo Brachetti) ed ex allievi della Scuola Nazionale di Cinema – Centro Sperimentale di Cinematografia attivi nel panorama cinematografico e televisivo internazionale (dai produttori di Indigo Film Nicola Giuliano e Francesca Cima fino a Celeste Dalla Porta, Elia Nuzzolo e Matteo Paolillo passando per Claudio Cupellini, Francesca Mazzoleni e Costanza Quatriglio).

Inoltre, dopo i premi ed i consensi ottenuti nei mesi scorsi, saranno mostrati al pubblico “Ecce bombo” di Nanni Moretti (vincitore del Leone d’Oro al Miglior restauro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia 2024) e “Sei donne per l’assassino” di Mario Bava (presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024 registrando un sold out) nella versione restaurata dalla Cineteca Nazionale – Centro Sperimentale di Cinematografia; le proiezioni saranno precedute, rispettivamente, da una conversazione con Nanni Moretti e con Dario Argento.

A fare gli onori di casa nel giorno della conferenza stampa di presentazione è stata la madrina del Festival Liliana Cavani, la quale presenterà al pubblico durante la manifestazione (il 2 aprile) due cortometraggi realizzati quando era allieva di Regia della Scuola Nazionale di Cinema: “Il Centro Sperimentale di Cinematografia era un posto bello perché si parlava solo di cinema (…) Al CSC c’erano professori bravissimi che ci hanno fatto scoprire correnti come l’espressionismo e ci hanno fatto studiare una serie di film che non si vedevano normalmente (…) E negli anni della formazione ho conosciuto amici come Bellocchio – che al CSC studiava Recitazione – e Raffaella Carrà” ha detto.

La presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia Gabriella Buontempo ha dichiarato: “È bello per me iniziare la presidenza di questa Fondazione proprio nel 2025, anno in cui ricorrono i novant’anni – dal mese di aprile – dalla sua creazione. La nostra intenzione è portare sempre di più il ‘tesoro’ della Cineteca sul territorio nazionale. Stiamo infatti iniziando ad avviare collaborazioni con enti museali e regionali). Il CSC è la culla del nostro cinema: il passato – costituito appunto dal tesoro della nostra Cineteca – il presente – rappresentato dalla Scuola Nazionale di Cinema – e il futuro che è l’insieme di tutto il patrimonio conservato dalla Fondazione, comprensiva di preziose realtà come l’Archivio fotografico e la Biblioteca Luigi Chiarini. Restituire questo patrimonio e aprirlo all’esterno è la ‘via maestra’ che inizieremo a percorrere quest’anno e che proseguiremo più avanti con il tempo”.

Carceri, Braga (Pd): servono risposte immediate dal governo

Roma, 12 mar. (askanews) – “Assieme alle altre opposizioni abbiamo chiesto la calendarizzazione di due mozioni urgenti per discutere sulle risposte da dare per affrontare l’emergenza carcere nel nostro Paese”. Cos la capogruppo Pd alla Camera Chiara Braga, a margine della conferenza stampa sulle carceri convocata dalle opposizioni a Montecitorio.

“Di fronte all’inazione del governo sul sovraffollamento delle carceri e sulla situazione tragica e drammatica delle detenute madri, delle fragilit vissute dai detennuti negli istituti penitenziari, chiediamo risposte immediate non solo attraverso la creazione di nuovi carceri ma con l’ampliamento delle misure alternative alla pena”, ha detto ancora Braga sottolineando che occorre dare “piena attuazione all’articolo 27 della Costituzione che prevede la funzione rieducativa della pena, grado di civilt e di democrazia di un Paese”.

Petrolio, Opec conferma stime domanda globale (2025 +1,4 mln barili)

Roma, 12 mar. (askanews) – L’Opec ha confermato le sue previsioni sulla domanda globale di petrolio, stimando un incremento pari a 1,4 milioni di barili equivalenti al giorno sulla media del 2025. A trainare la crescita sono i paesi non Ocse, sostanzialmente le economie emergenti come Cina, India e simili che da sole contribuiranno per 1,3 milioni di barili, secondo quanto riporta il cartello degli esportatori nel suo ultimo rapporto mensile.

“Nel 2026 è atteso che la crescita della domanda prosegua robusta”, recita lo studio: per il prossimo anno è atteso nuovamente un incremento pari a 1,4 milioni di barili equivalenti al giorno. Anche in questo caso la stima è confermata rispetto al precedente rapporto mensile.

Secondo l’Opec i maggiori contributi agli aumenti delle forniture globali di oro nero arriveranno invece da Stati Uniti, Brasile, Canada e Norvegia. Il tutto in un quadro in cui il cartello petrolifero ha mantenuto inalterate anche le sue previsioni sulla crescita economica globale: 3,1% nel 2025 e 3,2% nel 2026.

Previsioni di crescita confermate “nonostante le sfide sul commercio e i potenziali sviluppi delle dinamiche geopolitiche”, riconosce la stessa Opec in un riquadro di analisi inserito nello studio. “Le preoccupazioni sul commercio dovrebbero contribuire alla volatilità. Le pressioni sui prezzi potrebbero pesare sulla crescita globale ma è improbabile – afferma lo studio – che siano in grado di far deragliare lo slancio dell’espansione”.

Nel pomeriggio, dopo i ribassi delle passate sedute i prezzi del petrolio mantengono una dinamica di risalita. Il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord sale dell’1,40% a 70,55 dollari. Il West Texas Intermediate aumenta dell’1,70% al 67,38 dollari.

La scorsa settimana, diversi paesi del cartello allargato degli esportatori, l’Opec+, che include la Russia, hanno concordato di non prorogare i tagli supplementari che si erano autoimposti negli anni scorsi per sostenere le quotazioni. Questo comporterà un aumento delle forniture a partire da aprile.

Schlein: "Rearm Eu" va cambiato, la posizione Pd resta questa

Roma, 12 mar. (askanews) – Il voto del gruppo dem in Europa non cambia la linea del Pd, il piano “Rearm Eu” va cambiato e “la posizione del Pd “è e resta questa”. Lo dice la segretaria democratica Elly Schlein in una nota.

La segretaria democratica ribadisce quanto detto nei giorni scorsi: “All’Europa serve la difesa comune, non la corsa al riarmo dei singoli Stati. È e resta questa la posizione del Pd”.

“Oggi – aggiunge – al Parlamento si votava una risoluzione sulla difesa comune, con molti punti che condividiamo, ma la risoluzione dava anche appoggio al piano ‘Rearm Eu’ proposto da Ursula Von der Leyen cui abbiamo avanzato e confermiamo molte critiche proprio perché agevola il riarmo dei singoli Stati facendo debito nazionale, ma non contribuisce alla difesa comune e anzi rischia di ritardarla”.

Insomma, “quel piano va cambiato. All’Unione europea serve una svolta di integrazione politica e di investimenti comuni – per un piano industriale, sociale, ambientale, digitale e per la difesa comune, ma non solo e non a scapito del sociale e della coesione – serve aumentare capacità industriale e coordinamento, con l’orizzonte federalista di un esercito comune al servizio di una politica estera comune e di un progetto di pace. Obiettivi per cui continueremo a impegnarci ogni giorno”.

Cosa è l’etichetta italiana contro la shrinkflation finita nel mirino Ue

Milano, 12 mar. (askanews) – Con l’avvio di una procedura di infrazione contro l’Italia, la Commissione europea ha messo nel mirino la Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023 all’articolo 23, che interviene a regolamentare il fenomeno della shrinkflation, detta anche sgrammatura o riporzionamento. La misura prevede l’obbligo di indicare in etichetta la riduzione del peso a parità di prezzo e confezione e va a modificare il Codice del consumo all’articolo 15 (introduce un articolo 15 bis) sulle modalità di indicazione del prezzo per unità di misura.

Per capire cosa sia questo fenomeno occorre partire dall’etimologia del termine inglese shrinkflation che nasce dall’unione di due parole: “shrink”, che significa restringere, e “inflation”, inflazione appunto. E sta a indicare una pratica commerciale, diffusa ampiamente nell’ultimo periodo, attraverso cui l’azienda riduce quantità o volume di un prodotto mantenendo invariato il prezzo finale per il consumatore. Di fatto, è un modo per aumentare i prezzi.

Il governo è intervenuto sulla materia con la Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023, entrata in vigore il 18 dicembre scorso. L’articolo 23 modifica, infatti, il Codice del consumo, normando questa pratica commerciale e introducendo un obbligo informativo che dovrebbe scattare il primo ottobre prossimo, come da modifica prevista col decreto Milleproroghe, proprio per evitare di incorrere in procedure di infrazione.

Nello specifico l’articolo stabilisce che “I produttori che immettono in commercio, anche per il tramite dei distributori operanti in Italia, un prodotto di consumo che, pur mantenendo inalterato il precedente confezionamento, ha subito una riduzione della quantità nominale e un correlato aumento del prezzo per unità di misura da essi dipendenti, informano il consumatore dell’avvenuta riduzione della quantità, tramite l’apposizione, nel campo visivo principale della confezione di vendita o in un’etichetta adesiva, della seguente dicitura: ‘Questa confezione contiene un prodotto inferiore di X (unità di misura) rispetto alla precedente quantità'”. Questo obbligo informativo, secondo la norma introdotta dal governo, vale per “sei mesi a decorrere dalla data di immissione in commercio del prodotto”.

Ora la Commissione, con una lettera di messa in mora, invita l’Italia a garantire il rispetto delle norme europee sulla libera circolazione delle merci dal momento che ritiene non abbia “affrontato l’incompatibilità dei suoi requisiti di etichettatura con gli articoli 34-36 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea”. Nello specifico giudica l’obbligo introdotto dall’Italia “non proporzionato”. Pur riconoscendo infatti “l’importanza di informare i consumatori in merito a tali cambiamenti, non sembra proporzionato richiedere che tali informazioni siano riportate direttamente su ciascun prodotto interessato” scrive la Commissione. I requisiti per l’etichettatura rappresenterebbero quindi “un importante ostacolo al mercato interno e comprometterebbero seriamente la libera circolazione delle merci”. La Commissione, a tal proposito, ritiene che “le autorità italiane non abbiano fornito prove sufficienti sulla proporzionalità della misura, poiché sono disponibili altre opzioni meno restrittive come l’affissione delle stesse informazioni vicino ai prodotti interessati”. Ora il governo ha due mesi “per rispondere e colmare le lacune sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato”.

L&G a ConsulenTia25 propone ETF per far fronte a incertezza dei mercati

Roma, 12 mar. (askanews) – L&G uno dei principali asset manager europei e un importante investitore globale nei mercati pubblici e privati, con un patrimonio in gestione di oltre 1 trilione di sterline. In questi giorni all’Auditorium Parco della Musica di Roma uno dei protagonisti di ConsulenTia25, la pi importante manifestazione italiana dedicata alla consulenza finanziaria.

Tra i clienti di L&G figurano risparmiatori individuali, fondi pensione, promotori finanziari e banche private. Oggi Legal & General consiglia di investire sui mercati finanziari attraverso gli ETF. Elena Baccani, Senior Business Development di L&G, ha spiegato: “Sono degli strumenti estremamente efficaci, in quanto sono degli strumenti trasparenti, a basso costo, versatili, flessibili. Fate conto che oggi si tratta di un mercato da 15 trilioni di dollari a livello globale, quindi sono sempre pi in crescita, sempre pi innovativi e appunto permettono di investire anche in aree di mercato dove in alternativa ci sono poche soluzioni”.

Vista l’incertezza dei mercati, dovuta anche alle politiche di Trump, L&G ha dei consigli chiari per gli investitori. “Quello che consigliamo quello di diversificare gli investimenti, per quanto riguarda l’azionario, in societ che sono pi resilienti, quindi stiamo puntando su societ che hanno brand molto forti, il cui valore molto forte. – ha detto Baccani – Un altro tema, visto che si parla di azionario, anche la diversificazione in US Small Cap, quindi Small Cap americane che possono beneficiare della politica fiscale di Trump. Appunto avendo business al 90% legati all’America che possono beneficiare dal contesto attuale”.

Per quanto riguarda l’oro, considerato tradizionalmente un bene rifugio, oggi L&G ha un prodotto ETF da offrire: Gold Mining. “Non l’oro fisico ma societ che hanno il 50% del business legato all’oro. – ha spiegato Baccani – In questo modo si pu diversificare ulteriormente dalla materia prima e quindi quando l’oro aumenta queste societ hanno utili che aumentano proporzionalmente ma quando magari l’oro viene gi queste societ hanno business potenzialmente diversificato e quindi riescono a tenere meglio il crollo dell’oro”.

La Niña pubblica Figlia d"a Tempesta che anticipa Furèsta

Milano, 12 mar. (askanews) – Dopo aver pubblicato i singoli Guapparìa e Mammama’ Live session at Auditorium Novecento, La Niña pubblica oggi Figlia d”a Tempesta, nuova speciale anticipazione – su tutte le piattaforme digitali e su YouTube – di Furèsta, il nuovo progetto discografico della cantautrice, musicista e performer partenopea in uscita il 21 marzo 2025 per BMG, già disponibile in preorder.

Figlia d”a Tempesta è un brano esplicito e fortemente schierato che affronta la condizione della donna nella società con una rabbia intensa e viscerale. Il pezzo è una vera e propria parabola di vita femminile che mette in evidenza le pressioni sociali e i ruoli imposti alle donne fin dalla nascita. Figlia d”a Tempesta si sviluppa su un impianto corale e ritmicamente travolgente, arricchito da strumenti tradizionali come la chitarra battente, il clavicembalo, il mandolino e i tamburi. Questa fusione tra modernità e tradizione amplifica il senso di radicamento culturale del brano, mantenendo però una carica contemporanea e universale. È un brano che non offre consolazioni, è una rivolta cantata, un’accusa diretta contro un sistema che continua ad opprimere senza reali progressi.

Con la regia di Alfredo Maddaluno, che ha affiancato LA NIÑA anche nella composizione e nella produzione dell’intero disco, il videoclip di Figlia d”a Tempesta è un racconto visivo intenso. Le protagoniste sono donne immerse in un’atmosfera cupa e simbolica. Il gomitolo che appare nel video richiama la metafora del filo di Arianna, simbolo di ricerca e salvezza ispirato alla mitologia greca. La Niña presenterà Furèsta – che sarà disponibile fisicamente in vinile trasparente ed. limitata e numerata (con traccia bonus) e CD – in occasione di sei speciali instore.

Difesa Ue, al via a Parigi summit ministri: c’è anche Crosetto

Parigi, 12 mar. (askanews) – Al via a Val de Grace a Parigi il summit a cinque per gli aiuti all’Ucraina e la creazione di una difesa comune europea. Sono due le riunioni in programma al summit che vede coinvolti cinque ministri della difesa: italiano, francese, britannico, polacco, tedesco. Un summit che si tiene a margine del Forum sulla Sicurezza e la Difesa di Parigi, a l’Ecole militaire, in programma fino a domani 13 marzo.

Al Summit pomeridiano presenti in un clima disteso Sebastien Lecornu, ministro della difesa francese, Boris Pistorius, ministro della difesa tedesca, Guido Crosetto, ministro della difesa italiana, Wladyslaw Marcin Kosiniak-Kamysz, vicepresidente del consiglio dei ministri e ministro della difesa polacca, e John Healey, segretario di Stato alla Difesa britannica.

I ministri hanno fatto il loro arrivo, tra abbracci e sorrisi, nella sede della Scuola militare francese. Partecipano anche un rappresentante dell’Unione europea e un delegato della Nato.

Tv, il docufilm "Magma. Mattarella, il delitto perfetto" su Netflix

Roma, 12 mar. (askanews) – A 45 anni dall’assassinio di Piersanti Mattarella, arriva su Netflix dal 12 marzo “Magma. Mattarella, il delitto perfetto”, un docufilm che riapre una delle ferite più profonde della storia italiana. Diretto da Giorgia Furlan, il film intreccia omicidi politici, depistaggi, tradimenti di Stato, trasportando il pubblico nel cuore di alcuni fra i fatti più oscuri degli anni di piombo. Dall’omicidio Mattarella, successore ideale di Aldo Moro, fino alla strage alla stazione di Bologna avvenuta in quello stesso 1980, sette mesi dopo l’assassinio del presidente della Regione Sicilia.

Dopo le anteprime nei cinema di Roma, Bologna, Palermo e Torino – che hanno riscontrato un ottimo successo di pubblico – e la messa in onda su La7 – con una puntata speciale di La Torre di Babele di Corrado Augias – dal 12 marzo il film arriva anche su Netflix.

“Magma” non è solo un documentario: è un’indagine costruita con il ritmo di un thriller e il peso, a tratti lacerante, della realtà. Al centro della narrazione, l’assassinio del presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, avvenuto il 6 gennaio 1980 sotto gli occhi della moglie e dei figli, in una Palermo intrappolata tra corruzione e violenza, considerata – nel bene e nel male – il “laboratorio politico” dell’Italia di quegli anni.

Il film ricostruisce il tragico assassinio in modo meticoloso, rimettendo ordine fra i fatti e portando lo spettatore dentro un vortice di domande alle quali gli investigatori non sono mai riusciti a dare risposta: chi ha davvero voluto la morte di Mattarella? Quali legami uniscono quell’omicidio al caso Moro, alle uccisioni di Michele Reina e Vittorio Bachelet, alla strage di Bologna?

Il docufilm mostra come Mattarella, uomo simbolo di un progetto politico che voleva unire Democrazia Cristiana e Partito Comunista, rappresentasse un pericolo per i poteri occulti che volevano mantenere immutati gli equilibri della Guerra Fredda. Depistaggi, silenzi e omicidi: ogni passo compiuto dal Presidente verso un’idea di cambiamento sembrava avvicinarlo al suo destino, fino a trasformarlo in uno degli uomini migliori d’Italia colpiti, probabilmente, per destabilizzare il Paese. Grazie a testimonianze dirette e l’accesso a documenti recentemente desecretati, il film intreccia testimonianze e voci potenti. Una su tutte: quella di Giovanni Falcone, giudice istruttore che indagò sul delitto e in una confidenza all’amico e collaboratore Pino Arlacchi definì l’assassinio del presidente della Regione Sicilia un “caso Moro bis”.

Tra i narratori scelti spiccano anche figure come il giornalista Attilio Bolzoni, Rosy Bindi, all’epoca assistente di Vittorio Bachelet, Luciano Violante, membro della commissione antimafia nel 1988 e nel 1990 quando Falcone rivela di essere convinto che nell’omicidio Mattarella si intreccino mafia e terrorismo neofascista, e Andrea Speranzoni, avvocato di parte civile nel processo per la strage alla stazione di Bologna.

“Magma” non offre risposte facili, ma pone domande essenziali: perché a distanza di 45 anni non sappiamo ancora chi ha ucciso Piersanti Mattarella? Soprattutto, come sottolinea Attilio Bolzoni: “Non lo sappiamo noi e non lo sa nemmeno suo fratello Sergio, oggi presidente della Repubblica, il primo degli italiani. Se vi pare una cosa normale…”.

Ok aula Camera ad annullamento seggio M5s, Gentile (Fi) diventa deputato

Roma, 12 mar. (askanews) – L’aula della Camera ha approvato l’annullamento dell’elezione della deputata M5s Anna Laura Orrico nel collegio uninominale numero 2 della circoscrizione Calabria e la sua proclamazione nel collegio plurinominale unico. Conseguentemente stato proclamato l’annullamento dell’elezione della deputata Elisa Scutell e la proclamazione del deputato Andrea Gentile (Fi). I s sono stati 183, i no 127, un astenuto. Tutto nasce dal ricorso presentato dal candidato di Forza Italia Andrea Gentile contro l’elezione di Anna Laura Orrico. Il riconteggio delle schede ha ribaltato il risultato in favore dell’azzurro. I deputati del Movimento 5 Stelle si sono stretti attorno alle deputate Elisa Scutell e Anna Laura Orrico dichiarate decadute dalla carica che hanno reagito cos.

“Oggi volge al termine una vicenda fatta di soprusi e prevaricazioni, viene calpestato il diritto di voto dei calabresi, sono state cambiate le regole. La Giunta per le elezioni ha cambiato i criteri in maniera retroattiva, una vicenda che ha dell’oscuro, di cui si sta interessando la Procura, c’ una percentuale altissima di schede bianche che al riconteggio sono diventate valide e dove ci sono dichiarazioni strane e anomale. La maggioranza ha dimostrato per l’ennesima volta di andare avanti con tirannia non garantendo il diritto alla democrazia. La cosa che ci fa pi rabbia vedere nel plotone di esecuzione il ministro Tajani che rientrato appositamente. Dovrebbe occuparsi di guerra, invece rientrato ed era presente in Aula per votare l’ingresso di Andrea Gentile”.

“La Calabria viene sempre raccontata come terra di ‘ndrangheta. Per la prima volta invece nel 2022 i calabresi alzano la testa ed esercitano il voto liberamente. Quello di Cosenza stato l’unico seggio conquistato da M5s, in una terra di ricatti e ‘ndrangheta. Il Parlamento oggi commette un delitto grave, mette sotto i piedi la libert di voto dei calabresi e non prende in considerazione l’elevato numero di schede bianche trasformate in valide ben quattrocento la cui met sono andate a favore di una famiglia politica. Questo Parlamento ha votato per favorire una famiglia politica che non brilla per democraticit ma per prepotenza”.

Hera, a Imola primo impianto in Europa di riciclo fibra carbonio

Imola (Bologna), 12 mar. (askanews) – Il Gruppo Hera ha inaugurato a Imola nel bolognese FIB3R, il primo impianto in Europa su scala industriale capace di rigenerare la fibra di carbonio, materiale sempre pi strategico per settori industriali come automotive, aerospaziale e navale.

“FIB3R nel suo genere il primo impianto in Europa su scala industriale capace di rigenerare la fibra di carbonio, dando nuova vita a un materiale sempre pi strategico per alcuni settori industriali di riferimento come l’automotive, l’aerospace, il navale e tanti altri”, ha spiegato Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera. “E’ un ulteriore tassello che si aggiunge agli oltre 100 impianti che fa di Hera una grande, moderna piattaforma impiantistica con la quale siamo sempre pi interessati a sviluppare nuove soluzioni di economia circolare per l’industria italiana”, ha aggiunto.

L’Ad ha sottolineato come questa tecnologia unisca “la competitivit alla sostenibilit ambientale, che per noi significa sostenibilit concreta, pragmatica, disegnata in maniera giusta, equilibrata e che sempre pi rappresenta un fattore di competitivit e di sicurezza energetica per la nostra industria, l’industria di questo paese che ha ahim poche materie prime”.

L’impianto nato da un’esigenza concreta del mercato. “Nasce semplicemente ascoltando il cliente che un bel giorno ci ha chiesto ‘Ma voi riciclate fibra di carbonio?'”, ha raccontato Iacono a margine della cerimonia di inaugurazione di FIB3R. “Da l abbiamo cominciato a metterci in contatto con l’Universit di Bologna, poi Politecnico di Milano, poi i nostri partner tecnologici”.

La struttura sorge in un ambiente precedentemente inutilizzato. “A Imola avevamo un ambiente inutilizzato che abbiamo ristrutturato, quindi non andiamo a occupare nuovo suolo”, ha spiegato. “Siamo praticamente accanto all’autodromo e credo che la fibra di carbonio si possa associare molto al mondo automotive e quindi alla Motor Valley e infatti oggi non nasce solo FIB3R, ma nasce la Circular Valley”.