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Auto, Acea: vendite Ue I sem -1,9% a 5,57 mln. Stellantis -11%

Milano, 24 lug. (askanews) – Nel primo semestre le immatricolazioni nell’Ue sono diminuite dell’1,9% a 5,57 milioni di auto. A pesare la flessione del 7,3% a 1 milioni di unità registrata a giugno. Lo rende noto l’Acea, l’associazione europea dei produttori di auto, sottolineando che il calo di giugno riflette il difficile contesto economico per il settore. Nei mercati Ue+Efta+UK le vendite sono diminuite dello 0,9% a 6,8 milioni di unità nel semestre e del 5,1% a 1,24 milioni a giugno.

Nel semestre la quota di auto elettriche è pari al 15,6% con 869.271 unità “ancora lontana dai livelli necessari in questa fase di transizione”. Fra i principali mercati in evidenza la Germania (+35,1%), in calo la Francia (-6,4%).

I modelli ibridi continuano a crescere e si confermano la scelta preferita dai clienti, con una quota del 34,8% a 1,94 milioni di unità. In crescita anche le plug-in che raggiungono una quota dell’8,4% (+1,5%), grazie anche al balzo del +41,6% registrato a giugno, a fronte di +7,8% delle elettriche e +6,1% delle ibride. Prosegue il calo delle vendite di auto a benzina (-21,2% nel semestre) e diesel (-28,1%) con quote rispettivamente del 28,4% e 9,4%.

Fra le case auto, Stellantis registra a giugno una flessione del 16,1% a 159mila unità con una quota del 15,7% (-1,7pp), mentre nel semestre il calo è dell’11,1% a 911mila unità pari a una quota del 16,3%. Fra i brand a giugno in negativo Jeep (-13%), DS (-21,4%), Citroen (-22,3%), Fiat (-38%) e Lancia (-79%). Stabile Peugeot, in controtendenza Alfa Romeo (+31,7%).

Prosegue il calo di Tesla -39,5% a giugno e -43,7% a 70.665 auto nel semestre.

Nei primi sei mesi sono quattro i gruppi auto che registrano una crescita delle vendite: Volkswagen (+2,3%), Renault (+5%), Bmw (+5,3%) grazie anche al recupero di Mini (+19,2%) e la cinese Saic con il marchio MG (+33%).

Salva Casa, de Pascale (Emilia R.): norma governo liberi tutti

Valsamoggia, 23 lug. (askanews) – “Contestiamo la norma approvata dal governo che da un lato non d risposte vere a un problema grave e complesso come quello della casa e dall’altra una sorta di liberi tutti di deregulation che non tiene conto degli elementi di qualit”. Il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale attacca il decreto Salva Casa nazionale, a margine della posa del primo pilastro del quarto building del Macron Campus in Valsamoggia.

“Come spesso ci capita, abbiamo cercato di mettere in campo un provvedimento regionale che da un lato cerca ovviamente di prendere il buono, anche dove difficile trovarlo, ma comunque di cercare delle opportunit anche in leggi fatte male e dall’altra parte limitare i danni dove questi invece producono degli effetti che non condividiamo” ha aggiunto de Pascale.

Il presidente ha rivendicato le prerogative regionali: “La materia urbanistica una materia concorrente, il ruolo delle regioni un ruolo molto importante, quindi siamo dentro le nostre prerogative e facciamo il nostro dovere, il nostro lavoro”.

L’Assemblea legislativa regionale ha approvato la legge che recepisce e armonizza le modifiche del decreto nazionale, confermando per la competenza comunale nel cambio di destinazione d’uso anche nei centri storici, introducendo procedure semplificate per difformit lievi e stabilendo che i nuovi requisiti igienico-sanitari (altezza 2,40 m, monolocali da 20-28 mq) si applichino solo a edifici esistenti per miglioramenti abitativi.

Dazi, cambiati equilibri Paesi Ue: maggioranza favorevole a "bazooka"

Roma, 23 lug. (askanews) – Mentre secondo indiscrezioni di stampa Stati Uniti e Unione Europea “si stanno avvicinando” ad un possibile accordo, che livellerebbe i dazi sulle importazioni Usa dall’Europa al 15%, secondo fonti diplomatiche a Bruxelles è cambiato l’equilibrio del posizionamento dei Paesi Ue su un aspetto chiave nell’ipotesi invece di non accordo: quello del ricorso al cosiddetto “bazooka”.

Si parla qui del dello strumento “anti coercitivo” della Ue, mai utilizzato prima e che accorderebbe una serie di poteri alla Commissione per intervenire in maniera aggressiva su questo contenzioso. Ad esempio mettendo al bando le imprese Usa dalle gare di appalto europee.

Secondo queste fonti diplomatiche a Bruxelles, “nel caso di un non accordo sembra esserci un’ampia maggioranza” per attivare il bazooka.

In precedenza, altre indiscrezioni di Stampa riportavano invece che “una maggioranza silenziosa” era contraria a questo strumento, temendo la possibile reazione dell’amministrazione Trump. A far mutare gli equilibri sarebbero state le ultime mosse di Washington, in particolare la minaccia da parte del presidente Usa di alzare i dazi al 30% sull’import dalla Ue in caso di mancato accordo entro il primo agosto. Precedentemente solo la Francia era a favore di una linea negoziale più aggressiva e in particolare sul dispiegamento del “bazooka”.

L’eventuale accordo su dazi al 15% comporterebbe un miglioramento rispetto alla situazione attuale (da aprile) soprattutto per le auto (oggi sottoposte a dazi Usa del 50%) e acciaio e alluminio (che oggi pagano il 25%). Per il resto dell’export Ue verso gli Usa sarebbe sostanzialmente mantenere lo status quo, rileva il Financial Times: attualmente un dazio Usa del 10% che si aggiunge a quelli pre esistenti a questa diatriba commerciale, che in media erano del 4,8%.

Nuoto artistico, Bronzo tech di Pelati e Ruggiero ai mondiali

Roma, 23 lug. (askanews) – Filippo Pelati e Lucrezia Ruggiero salgono sul podio con 228.0275 nel doppio tecnico ai mondiali di Singapore con il quale avevano già conquistato la stessa medaglia agli europei a Funchal il 2 giugno (205.9059). Gli azzurri restano ancora una volta dietro agli spagnoli Luna Mireia Hernandez e Dennis Gonzalez Bon, secondi con 230.4634 punti; ma battono i britannici Isabelle Thorpe e Ranjuo Tomblin, quarti con 226.0899 punti, che li avevano preceduti in Portogallo. Vincono i russi sotto la bandiera neutrale Mayya Gurbanberdieva e Aleksandr Maltsev (NAB) con 233.2100. Per Filippo Pelati, diciotenne di Lagosanto (40 chilometri da Ferrara), allenato da Beatrice Casalini e Silvia Costa per Fiamme Oro e Uisp Bologna e dal direttore tecnico Patrizia Giallombardo per la nazionale, è la seconda medaglia dopo l’altro bronzo di lunedì nel singolo libero. Foto di Andrea Staccioli e Giorgio Scala / DBM – Inside

Ciclismo, Milan vince a Valence, Pogacar in giallo

Roma, 23 lug. (askanews) – Strepitoso Jonathan Milan: vince in volata sotto la pioggia a Valence davanti a Meeus e rafforza il primato in maglia verde. Va in crisi sul primo GPM, staccandosi insieme ad altri velocisti e recuperando poi con l’aiuto della sua squadra. Nell’ultimo km evita una brutta caduta che mette fuori dai giochi sia Merlier che Girmay e poi va a trionfare. L’ottima giornata italiana completata anche dal 5° posto di Ballerini, dal 6° di Dainese e dalla lunga fuga con protagonista Albanese. Invariata la classifica generale con Tadej Pogacar che resta in giallo

Trancassini (Fdi): non ci sarà aumento stipendi dei parlamentari

Roma, 23 lug. (askanews) – “Ad oggi non c’è la proposta” di aumento degli stipendi dei parlamentari. “Dico una cosa non popolare, ma grazie a questo collegio dei questori lo stipendio rimarrà fermo fino a tutto il 2027. Quindi il tema dell’aumento di stipendi non è nel 2025, non è 2026 e non è nel 2027”. Lo ha chiarito in aula alla Camera il questore Paolo Trancassini (Fdi) intervenendo nell’ambito dell’esame del Conto consuntivo della Camera dei deputati per l’anno finanziario 2024 e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l’anno finanziario 2025.

Ddl femminicidi, Meloni: contributo contro piaga intollerabile

Roma, 23 lug. (askanews) – “Accolgo con particolare soddisfazione l’approvazione all’unanimità, in Senato, del disegno di legge di iniziativa governativa che punta ad introdurre il delitto di femminicidio come reato autonomo nel nostro ordinamento. L’Italia è tra le prime Nazioni a percorrere questa strada, che siamo convinti possa contribuire a combattere una piaga intollerabile”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Ringrazio tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, per aver sostenuto compattamente questa proposta e per aver contribuito a migliorarla. Ora il testo passa alla Camera e mi auguro che l’iter possa concludersi rapidamente”, conclude.

Pd, Festa nazionale dell’Unità a Reggio Emilia dal 2 al 14 settembre

Roma, 23 lug. (askanews) – “La Festa nazionale dell’Unità si svolgerà quest’anno dal 2 al 14 settembre all’Iren Green Park di Reggio Emilia. La Festa nazionale dell’Unità è per noi un appuntamento di grande importanza e rappresenta l’occasione di dibattito e confronto sulle principali questioni che riguardano il presente e il futuro dell’Italia. Quest’anno inoltre coincide con l’80°anniversario della prima Festa dell’Unità che si tenne proprio il 2 settembre del 1945. Anniversario al quale saranno dedicati anche momenti di approfondimento e di celebrazione di un pezzo di storia del nostro Paese”. Lo riferisce in una nota Igor Taruffi, responsabile nazionale Organizzazione del Pd.

“La Festa nazionale – prosegue – si aggiunge alle oltre 450 Feste dell’Unità che si organizzano in giro per l’Italia. Tra cui anche quella di Fiesole che, al contrario di quanto uscito su alcuni organi di stampa, è in corso di svolgimento e si protrarrà fino al 27 luglio. Le Feste rappresentano un preziosissimo presidio di democrazia e socialità e sono rese possibili grazie all’impegno e alla dedizione di migliaia di volontari e volontarie che vogliamo ringraziare davvero di cuore. Aspettiamo quindi tutte e tutti a Reggio Emilia”.

Italia-Algeria,Meloni: Algeria fondamentale per sicurezza energetica Italia e Ue

Roma, 23 lug. (askanews) – “L’energia è uno degli ambiti che caratterizzano maggiormente i nostri rapporti: l’Algeria ha un ruolo fondamentale per la sicurezza energetica dell’Italia e dell’Europa. Un ruolo decisivo soprattutto all’indomani della guerra di aggressione russa all’Ucraina quando l’Italia aveva bisogno di diversificare le fonti di approvvigionamento e ha trovato nell’Algeria quell’amico che ha sempre dimostrato di saper essere. Quella scelta era tutt’altro che scontata e questo dimostra come l’amicizia antica e sincera fra due popoli fa la differenza nei momenti di difficoltà. Di questo voglio ringraziare il presidente Tebboune”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando al Business Forum organizzato in occasione del vertice intergovernativo Italia-Algeria.

Dazi, contromisure Ue (93 mld) non scatterano prima del 7 agosto

Roma, 23 lug. (askanews) – Nuovo colloquio oggi, nell’ambito del braccio di ferro sui dazi commerciali, tra il commissario europeo al commercio, Maros Sefcovic, e il segretario di Stato Usa al commercio, Howard Lutnick. Lo riferisce un portavoce della commissione, Olof Gill, spiegando che la discussione è avvenuta appena prima che la stessa commissione riferisse degli sviluppi ai rappresentanti Permanenti degli Stati presso l’Ue (Coreper).

Nel frattempo Bruxelles, ribadendo che la priorità è il negoziato, prosegue i lavori in parallelo per prepararsi a ogni eventualità, anche quella di un marcato accordo. E in questo ambito per quanto riguarda le contromisure già predisposte, secondo quanto riferisce lo stesso Gill ha deciso di unificarle in una sola lista, invece delle due precedenti, la cui attivazione sarà sottoposta se necessario agli Stati membri, che possono respingerla solo a maggioranza qualificata.

Unendo le due liste, secondo quanto precedentemente riferito, complessivamente queste contromisure ammonterebbero a 93 miliardi di euro.

Da segnalare inoltre che il portavoce ha precisato che queste contromisure non scatterebbero prima del 7 agosto, laddove al momento la scadenza indicata dall’amministrazione Trump per i nuovi dazi in caso di mancato accordo è il primo agosto.

Dazi, contromisure Ue (93 mld) non scatterano prima del 7 agosto

Roma, 23 lug. (askanews) – Nuovo colloquio oggi, nell’ambito del braccio di ferro sui dazi commerciali, tra il commissario europeo al commercio, Maros Sefcovic, e il segretario di Stato Usa al commercio, Howard Lutnick. Lo riferisce un portavoce della commissione, Olof Gill, spiegando che la discussione è avvenuta appena prima che la stessa commissione riferisse degli sviluppi ai rappresentanti Permanenti degli Stati presso l’Ue (Coreper).

Nel frattempo Bruxelles, ribadendo che la priorità è il negoziato, prosegue i lavori in parallelo per prepararsi a ogni eventualità, anche quella di un marcato accordo. E in questo ambito per quanto riguarda le contromisure già predisposte, secondo quanto riferisce lo stesso Gill ha deciso di unificarle in una sola lista, invece delle due precedenti, la cui attivazione sarà sottoposta se necessario agli Stati membri, che possono respingerla solo a maggioranza qualificata.

Unendo le due liste, secondo quanto precedentemente riferito, complessivamente queste contromisure ammonterebbero a 93 miliardi di euro.

Da segnalare inoltre che il portavoce ha precisato che queste contromisure non scatterebbero prima del 7 agosto, laddove al momento la scadenza indicata dall’amministrazione Trump per i nuovi dazi in caso di mancato accordo è il primo agosto.

Trump: rinuncerò ai dazi se i paesi apriranno i loro mercati

New York, 23 lug. (askanews) – “Rinuncerò sempre ai dazi se riuscirò a convincere i principali paesi ad APRIRE I LORO MERCATI AGLI USA”, ha scritto il presidente Donald Trump, mercoledì sulla piattaforma Truth Social, spiegando che i dazi godono di “grande potere”.

“Senza di essi, sarebbe impossibile convincere i paesi ad APRIRE!!! ZERO DAZI SEMPRE PER L’AMERICA!!!”, ha ribadito il presidente che in un altro post ha scritto che l’Indonesia ha aperto i suoi mercati ai prodotti statunitensi “come ha fatto il Giappone”.

Venezia 82, alla Mostra quattro cortometraggi prodotti dal CSC

Roma, 23 lug. (askanews) – Sono quattro i cortometraggi prodotti dal CSC – Scuola Nazionale di Cinema selezionati quest’anno nell’ambito della 82esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica La Biennale di Venezia (27 agosto – 6 settembre 2025).

La presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia Gabriella Buontempo ha dichiarato: “Il CSC – Scuola Nazionale di Cinema è orgoglioso di sottolineare che ogni anno produciamo tra i 18 e i 30 cortometraggi. La nostra dedizione all’eccellenza si riflette nel fatto che, mediamente, ben 180 dei nostri cortometraggi vengono selezionati per festival nazionali e internazionali, e di questi, otteniamo annualmente circa 35 premi. Questo risultato testimonia il talento e l’impegno dei nostri studenti e del corpo docente. Siamo orgogliosi di essere presenti con 4 cortometraggi: “Kushta Mayn, la mia Costantinopoli”, “Marina”, “Sante” e “Festa in famiglia”.

“Kushta Mayn, la mia Costantinopoli”, cortometraggio di diploma di Nicolò Folin, è stato selezionato per il Concorso Internazionale di Orizzonti Corti. Il corto, presentato in anteprima mondiale, concorrerà al Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio, assegnato dalla Giuria della sezione Orizzonti. La selezione 2025 vede coinvolti 19 diversi paesi del mondo. È interpretato da Roberto Citran, Leo Folin, Hlib Tovstoluh. Affronta il tema delle conversioni degli ebrei al cattolicesimo dal punto di vista di due adolescenti. Il regista Nicolò Folin si è diplomato in Regia al CSC a luglio 2025; è già stato selezionato al Festival di Cannes nel 2024 con il corto “In spirito” (sezione La Cinef) e ad Alice nella città 2024 con lo stesso corto “In spirito” (Concorso) e con “Le altre vite” (Fuori Concorso).

Alla 40esima Settimana Internazionale della Critica, nella selezione SIC@SIC (Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica, 27 agosto – 6 settembre), saranno presentati in anteprima mondiale, in Concorso, “Marina” di Paoli De Luca, “Sante” di Valeria Gaudieri e “Festa in famiglia” di Nadir Taji.

“Marina” di Paoli De Luca è una storia di identità e autoaffermazione personale, forti pulsioni e delicati rapporti di amicizia. È interpretato da Eco Andriolo, Silvia Ella Fois, Giovanni De Maria, Dario Naglieri e Christian Carere.

“Sante” di Valeria Gaudieri racconta la scoperta del desiderio, da parte di due preadolescenti, in un inedito e simbolico contesto femminile. È interpretato da Greta Santi, Beatrice Bartoni e Rosa Vannucci.

“Festa in famiglia” di Nadir Taji è una storia familiare scioccante giocata sul dualismo tra violenza e apparenza a tutti i costi. È interpretato da Aiman Machhour, Jamila Mzali, Karim Karmouche, Jawad Mouraqib, Naima Bouslim, Najat Ezzahafi, Abdelmajid Bouslim, Naima Hannas, Amin Taji, Abdellah Ould, Rahalia Mohammed, Amin Bouslim.

Ristoratori italiani alla resa dei conti, serve cultura d’impresa

Roma, 23 lug. (askanews) – Il settore della ristorazione italiana sta attraversando una crisi senza precedenti che sta portando a una vera e propria selezione naturale tra gli operatori del comparto. Nel 2024 si registrato un saldo negativo di 19.000 locali chiusi, il peggior dato dell’ultimo decennio, nonostante la spesa alimentare fuori casa abbia raggiunto gli 89,6 miliardi di euro nel 2023. Una situazione paradossale che evidenzia come il problema non sia la mancanza di domanda, ma l’incapacit di molte attivit di adattarsi alle nuove dinamiche del mercato.

Stefano Visconti, esperto di marketing per la ristorazione e amministratore delegato di un’agenzia che segue oltre 300 ristoranti in tutta Italia, non usa mezzi termini: ‘Per me chiuderanno una serie di ristoranti che non hanno senso di esistere. Non chiudono solo perch in Italia si fa il gioco delle tre carte, si va avanti con debiti non pagati, ma se prendessimo i dati dei bilanci in positivo, voglio proprio vedere chi guadagna davvero’.

La crisi colpisce trasversalmente tutto il territorio nazionale e riguarda principalmente quelle attivit che non sono riuscite a evolversi da semplici trattorie a vere e proprie aziende strutturate. ‘Il passaggio che si sta facendo ora che il ristorante non fa pi i conti con la penna e il foglio, ma deve diventare un’azienda. All’estero, nei paesi dove lavoriamo, sono molto pi avanti: sono delle aziende, non dei ristoranti’, spiega Visconti, che ha investito direttamente nel settore aprendo cinque ristoranti in cinque anni.

I dati confermano questa tendenza: nel 2023 sono state aperte oltre 4.000 nuove attivit gastronomiche, ma il numero di chiusure stato altrettanto elevato, indicando un equilibrio precario nel settore. La differenza la fanno gli investimenti in marketing e comunicazione digitale, settori spesso trascurati dai ristoratori tradizionali.

‘Noi abbiamo un metodo che ci permette di capire quanto incide il marketing sui nostri clienti: su uno studio fatto su 65.000 coperti, circa il 30% arriva dalle nostre attivit. Quindi un cliente su tre dei nostri clienti arriva da quello che facciamo’, rivela Visconti, sottolineando come il marketing digitale sia diventato essenziale per la sopravvivenza.

La situazione aggravata dalle difficolt nel reperimento di personale qualificato, un problema che affligge il settore da anni. ‘Non solo legato al reddito di cittadinanza, ma agli orari, a ci che la gente vede sui social. Le persone vogliono pi vita e meno lavoro. Non vogliono lavorare sabato sera, nel weekend, la sera, ed difficile per i ristoratori’, osserva l’esperto.

Anche il comportamento dei consumatori sta cambiando, con una polarizzazione delle fasce di spesa. ‘La capacit di spesa delle persone bassa e si sta polarizzando: la fascia sopra i 45 anni e quella sotto i 32-33 stanno andando bene, mentre quella di mezzo, tra i 33 e i 45 anni, quella che soffre di pi’, analizza Visconti.

Le nuove generazioni, in particolare la Generazione Z, stanno inoltre modificando i criteri di scelta dei ristoranti, privilegiando non solo il prezzo ma anche i valori rappresentati dal locale. ‘Scelgono in base ai valori del ristorante: il trend del vegetale, del vegano, del senza glutine molto pi presente. C’ anche una diminuzione importante dei consumi alcolici’, nota l’esperto.

La soluzione, secondo Visconti, passa attraverso una professionalizzazione del settore: ‘Se un’azienda organizzata e strutturata, anche se fa poco marketing, pu andare avanti grazie al passaparola e al servizio di qualit. Ma se non ha nessuno dei due elementi destinata a chiudere’. Il futuro appartiene a chi sapr trasformare la propria attivit da semplice locale a vera e propria azienda, capace di competere in un mercato sempre pi esigente e digitalizzato.

Mosca: contro Gergiev in Italia una vera persecuzione culturale

Roma, 23 lug. (askanews) – La Russia ha accusato l’Italia di “persecuzione culturale” e metodi da “cancel culture” ai danni del direttore d’orchestra Valery Gergiev, dopo l’annullamento della sua partecipazione al festival musicale “Un’estate da re” a Caserta.

Secondo la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, attorno alla figura del maestro sarebbe stata costruita una “campagna di linciaggio orchestrata da neonazisti ucraini e politici russofobi”, con il sostegno implicito di alcune istituzioni italiane. L’annullamento dell’evento – previsto all’interno del complesso monumentale della Reggia di Caserta – è stato descritto da Mosca come una grave forma di censura motivata da pregiudizi politici ed etnici.(Zakharova ha citato in particolare l’eurodeputata italiana Pina Picierno, che aveva criticato la presenza di Gergiev e l’uso di fondi europei per finanziare il concerto, accusandola di “discriminazione per motivi nazionali”.

La portavoce ha commentato anche le parole del ministro della Cultura italiano, Alessandro Giuli, che aveva espresso riserve sulla partecipazione di Gergiev e parlato di “propaganda russa”. “Se eseguire Chajkovskij significa fare propaganda, allora è la propaganda dell’amore, della verità e della giustizia”, ha dichiarato Zakharova, che ha poi evocato un passo del Vangelo, in italiano: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi”.

Separazione carriere, Schlein: governo vuole tutto il potere

Roma, 23 lug. (askanews) – “Ciò che la destra ha imposto a colpi di maggioranza, negando ogni possibilità di confronto con le opposizioni, non è una riforma della giustizia, è il tentativo di delegittimare e assoggettare la magistratura al governo per concentrare sempre più potere e indebolire la nostra democrazia”. Lo afferma la segretaria del Partito democratico Elly Schlein.

“Questa – aggiunge – è l’ossessione di una destra che pensa di essere al di sopra della legge. È uno schema già visto nell’Ungheria di Orban o negli Usa di Trump: dopo aver occupato l’informazione, creato nuovi reati per sopprimere il dissenso, ora vogliono riscrivere la Costituzione minandone gli equilibri fondamentali. Noi la difenderemo”.

Conclude la Schlein: “Continua così la ricerca di un nemico al giorno da parte di Giorgia Meloni per coprire la mancanza di risposte su salari bassi e bollette più care d’Europa. Scelgono la magistratura come bersaglio, mentre non mettono un euro in più per far funzionare in modo più efficiente la macchina della giustizia e renderla più equa e veloce, a partire dalla piena stabilizzazione necessaria dei lavoratori assunti col Pnrr, che rischiano di essere lasciati a casa dal 2026 e svuotare di nuovo gli uffici giudiziari”.

Calcio, la Nazionale femminile domani da Mattarella

Roma, 23 lug. (askanews) – Domani, giovedì 24 luglio, alle ore 10, la Nazionale femminile verrà ricevuta al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo l’esaltante avventura a EURO 2025, le Azzurre e lo staff tecnico e il presidente federale Gabriele Gravina saranno quindi accolti dal Capo dello Stato al rientro in Italia, previsto per la giornata di oggi. Mattarella aveva già reso onore al percorso della Nazionale femminile nel 2019, dopo l’avventura al Mondiale francese che si concluse ai quarti di finale. Nell’Europeo in Svizzera, la squadra guidata da Andrea Soncin ha saputo invece arrivare tra le prime quattro d’Europa: un traguardo che l’Italia non raggiungeva dal 1997. (foto Figc.it) .

Il Volo partecipa al Giubileo dei Giovani con Papa Leone XIV

Milano, 23 lug. (askanews) – Il Volo sarà tra i protagonisti del Giubileo dei Giovani, in programma il 2 agosto 2025, un evento straordinario che si svolgerà alla presenza di Papa Leone XIV. In occasione della veglia giubilare, il trio si esibirà con due brani in un il momento di raccoglimento spirituale, offrendo la propria voce per accompagnare una giornata carica di significato, spiritualità e condivisione.

Per Il Volo, da sempre ambasciatori della musica italiana nel mondo, si tratta di un onore profondo e di un’occasione unica per condividere il proprio talento in un contesto di altissimo valore simbolico.

Calcio, Calhanoglu: "Resto, con Lautaro tutto chiarito"

Roma, 23 lug. (askanews) – Hakan Calhanoglu tranquillizza i tifosi dell’Inter. parlando ad Appiano Gentile il giocatore turco precisa: “Le mie vacanze non sono state facili per tante situazioni. Ma eravamo sempre in contatto con l’Inter che ha fatto partire questi quattro giocatori infortunati e abbiamo lavorato. Io ho fatto la preparazione in vacanza, sono tornato nelle migliori condizioni e sono contento di essere tornato. Mi mancavano. E niente voglio adesso cominciare a lavorare”, ha detto il centrocampista turco. Succede ogni anno, quest’anno un po’ di più ma non ho detto niente perché volevo che i nostri tifosi vedano ora che sono tornato qua. Non è giusto fare sempre dichiarazioni” Alla domanda se è contento di restare dice: “Certo, sono un giocatore dell’Inter e voglio continuare qua”. Sul rinnovo dice: “Speriamo, vediamo, cosa succederà negli anni. Ma il mio obiettivo è essere e vincere qui”. Con Lautaro “abbiamo parlato. Siamo professionisti, abbiamo parlato non c’è problema. Quando torna il capitano torna lo abbracciamo e basta. Adesso è in vacanza. Giusto così. Avevamo la testa piena e adesso siamo tutti rilassati e guardiamo avanti”.

Scherma, l’iridato Marini dubito fuori ai mondiali di scherma

Roma, 23 lug. (askanews) – Non riesce a confermare il titolo mondiale conquistato nel 2023 Tommaso Marini. A Tbilisi, infatti, il percorso del campione mondiale uscente di fioretto maschile si ferma nel tabellone da 32, contro il giapponese Yudai Nagano che lo ha battuto 15-14. Un incontro in cui Tommaso, numero 6 della graduatoria internazionale, non ha tirato al meglio delle sue potenzialità non riuscendo a esprimersi al massimo, contro il numero 27 del ranking, reduce dalle qualifiche affrontate ieri per entrare nel tabellone principale. Eppure uno spiraglio sembrava esserci stato: sotto 14-10, Marini è riuscito a rimontare fino al 14 pari. Poi la stoccata vincente del suo avversario che trova l’accesso agli ottavi di finale al pari degli altri tre italiani in gara: Macchi, Bianchi e Foconi. Insieme agli stessi tre atleti azzurri, ritroveremo Marini in pedana sabato nella gara a squadre.

Calcio, In 4 milioni su Raiuno per Italia-Inghilterra femminile

Roma, 23 lug. (askanews) – Battute sul campo, vittoriose in tv. Alla pari con Chelsea-Psg, finale del Mondiale per club. Le lacrime amare delle azzurre, sconfitte al tramonto dei supplementari nella semifinale europea con le inglesi, campionesse uscenti, hanno bucato gli schermi. Più di quattro milioni di telespettatori in media – 4.077.000 per la precisione con il 27,4 per cento di share -, infatti, hanno assistito alla sfida tra l’Italia di Andrea Soncin e le leonesse: la partita ha dominato gli ascolti della prima serata.

UniCredit, semestre record. Orcel: liberati di un peso, avanti da soli

Milano, 23 lug. (askanews) – Risultati record per UniCredit, che ha chiuso il miglior semestre della sua storia all’indomani della decisione di rinunciare all’operazione su Banco Bpm a causa delle rigide prescrizioni imposte dal Governo col golden power. “Tirata una riga” sulla vicenda, ora il gruppo va avanti da solo, più forte di prima. “Ci liberiamo di un peso e questo ci permette di accelerare e vedere cosa questa banca può fare da sola in Italia e come gruppo”, ha detto il Ceo, Andrea Orcel. “Quello che ci aspettavamo, in un trimestre guadagniamo di più di quanto Bpm guadagna in quattro, e stiamo accelerando mentre Bpm sta decelerando”, ha sottolineato. “Quindi noi ci liberiamo le mani e ritroviamo il nostro focus solo sulla crescita interna”.

“Per noi oggi cambia in meglio”, ha detto Orcel forte dei numeri presentati oggi al mercato. UniCredit ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto oltre le attese a 3,3 miliardi, che porta il risultato dell’intero semestre a 6,1 miliardi. “Il miglior primo semestre nella storia della banca”, ha commentato Orcel. “Questa eccezionale performance nel semestre, insieme a ulteriori leve per una crescita futura, ci ha permesso di alzare le nostre guidance per il 2025 e le ambizioni per il 2027, prevedendo almeno 30 miliardi di distribuzioni totali agli azionisti, di cui almeno 15 miliardi in dividendi in contanti dal 2025 al 2027. Guardiamo al futuro con fiducia”.

Tornando sul ritiro dell’Ops (“decisione difficile ma la più corretta per i nostri stakeholder”), Orcel ha spiegato che “i 30 giorni concessi dalla Consob nom cambiavano nulla, i tempi del Tar e della Ue vanno ben oltre quei 30 giorni e quindi ci trovavamo in una situazione di incertezza. A un certo punto abbiamo realizzato che i tempi erano talmente lunghi che rischiavamo di restare impantanati in questa situazione”. Partita, quindi, chiusa definitivamente, anche se, come ha dichiarato a Class Cnbc, “niente è mai chiuso: noi valutiamo tutto, guardiamo a tutto, ma direi che la situazione dovrebbe cambiare molto sostanzialmente perchè noi possiamo fare qualcosa di diverso”.

Al momento comunque, ha assicurato agli analisti, non c’è alcuna operazione di fusione e acquisizione tra le mani. “Noi non siamo tenuti a fare M&A, il nostro dovere non è fare M&A ma creare valore – ha detto -. Monitoriamo le opportunità nei Paesi in cui operiamo: se creano valore per i nostri stakeholder ci muoveremo, altrimenti no. Al momento non ne vediamo”. “Quello che facciamo con Commerzbank e Alpha non è per niente correlato con Bpm, zero. Non c’è alcun impatto dal ritiro dell’Ops”, ha sottolineato. “Non c’è alcuna intenzione, in questo momento, di fare altro se non consolidare il nostro posizionamento in queste due banche”. E su Commerzbank ha ribadito: “rimaniamo un investitore, l’azionista principale, ma non c’è niente sul tavolo”.

Italia-Algeria, Mattarella a Tebboune: grande amicizia, sviluppare collaborazione

Roma, 23 lug. (askanews) – “Rivolgo a lei e alla delegazione che l’accompagna il benvenuto più cordiale. Per la nostra Repubblica è un onore averla qui a Roma ed è per me un personale piacere poter dialogare con lei come abbiamo fatto poc’anzi anche in considerazione dell’altissima stima che ho nei suoi confronti e del ruolo che l’Algeria esercita”. Questo incontro sottolinea “la nostra grande amicizia e la volontà di sviluppare sempre di più la collaborazione fra Algeria e Italia”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando al Quirinale il il Presidente della Repubblica Algerina Democratica e Popolare, Abdelmadjid Tebboune.

Formula1, Vasseur: "In Belgio gli aggiornamenti della SF-25″

Roma, 23 lug. (askanews) – Dopo due settimane di pausa, la Formula 1 torna con uno degli appuntamenti più attesi e iconici della stagione: il Gran Premio del Belgio a Spa-Francorchamps, che quest’anno si presenta in un formato ancora più intenso grazie al ritorno della Sprint. “Il Gran Premio del Belgio apre l’ultima doppietta di gare prima della pausa estiva – le parole del Team Principal FRed Vasseur – Abbiamo lavorato duramente in fabbrica per portare un pacchetto di aggiornamenti per la SF-25, che sarà un punto di attenzione questo fine settimana, per assicurarci di massimizzarne il potenziale fin da subito. In Belgio affronteremo anche un weekend Sprint, il che significa che partire con il piede giusto sarà una priorità. Come sempre in questa Formula 1 così combattuta, ogni piccolo dettaglio può fare la differenza, e resteremo concentrati su noi stessi per dare il massimo in ogni fase del weekend, su una pista dove anche il meteo potrebbe giocare un ruolo fondamentale”

Neffa annuncia l’uscita di Canerandagio Parte 2

Milano, 23 lug. (askanews) – A pochi mesi dall’uscita di Canerandagio Parte 1, l’album che ancora una volta ha messo in luce lo stile inconfondibile di Neffa e la sua maestria nel rap, l’artista annuncia oggi Canerandagio Parte 2, disponibile su tutte le piattaforme digitali da venerdì 29 agosto per Numero Uno (Sony Music) e da oggi in preorder.

La seconda parte del disco è anticipata dal brano Santosubito/Rubik, già disponibile su tutte le piattaforme digitali. Canerandagio Parte 2 segna un’evoluzione naturale rispetto alla prima: sonorità più moderne e definite, una scrittura meno improvvisata e più strutturata, dove le parole seguono incastri e metriche studiate. Un nuovo equilibrio tra passato e presente.

Neffa presenterà dal vivo il nuovo album in occasione di Universo Neffa, prodotto da Vivo Concerti il 5 novembre all’Unipol Forum di Milano. Sarà una serata unica e imperdibile per celebrare il suo percorso musicale, in cu l’artista che ha plasmato l’hip hop e il soul italiano ripercorrerà i momenti più salienti della sua carriera.

I biglietti per Universo Neffa sono disponibili in prevendita su www.vivoconcerti.com e nei punti vendita autorizzati. L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei comunicati ufficiali.

Ucraina, il Cremlino: negoziati ardui, memorandum totalmente opposti

Roma, 23 lug. (askanews) – Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha definito “molto difficile” l’imminente terzo round di colloqui tra Russia e Ucraina, previsto nel tardo pomeriggio a Istanbul, sottolineando che i progetti di memorandum presentati dalle due delegazioni sono “diametralmente opposti”.

“Nessuno si aspetta che la strada sia facile. Sarà un confronto estremamente complesso”, ha dichiarato Peskov ai giornalisti, commentando le attese del Cremlino in vista del nuovo incontro negoziale.

La riunione si svolgerà alle 19.00 ora di Mosca (18.00 italiane) presso il palazzo Ciragan, nel centro di Istanbul, secondo quanto riferito da fonti alle agenzie russe.

La delegazione russa sarà guidata da Vladimir Medinskij, consigliere presidenziale, affiancato dal vice ministro degli Esteri Mikhail Galuzin, dal capo del GRU (il servizio di intelligence militare) Igor Kostyukov e dal vice ministro della Difesa Aleksandr Fomin. I primi due incontri, sempre a Istanbul nei mesi di maggio e giugno, si erano conclusi con un accordo per lo scambio di prigionieri e la restituzione da parte russa dei corpi dei soldati ucraini caduti. Le parti avevano anche condiviso le prime bozze di proposte per un possibile memorandum d’intesa sul conflitto, che oggi sembrano confermare una totale divergenza di posizioni.

Citando fonti diplomatiche, da Mosca si evidenzia una distanza sostanziale nelle posizioni.

Al via vertice Italia-Algeria, Meloni accoglie Tebboune

Roma, 23 lug. (askanews) – Al via a a Villa Doria Pamphilj il quinto Vertice intergovernativo Italia-Algeria. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha accolto il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, che le ha donato un mazzo i fiori. I due leader avranno un incontro prima dell’inizio dei lavori: sul tavolo i rapporti bilaterali ma anche le crisi internazionali: Ucraina, Medio Oriente, Libia e Sahel.

Alla riunione – nel corso della quale saranno firmate oltre dieci intese – partecipato per l’Italia il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani; il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi; il titolare della Difesa Guido Crosetto; il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso; quello dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida; il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Gilberto Pichetto Fratin; dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini; della Cultura Alessandro Giuli; della Salute Orazio Schillaci; il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli.

Il vertice si chiuderà intorno alle 15 con le dichiarazioni congiunte di Meloni e Tebboune.

L’Algeria è il primo fornitore di gas naturale dell’Italia, e copre oltre un terzo del fabbisogno nazionale. E’ inoltre uno dei principali partner nell’ambito del Piano Mattei per l’Africa e il primo partner commerciale del Paese in Africa, con un interscambio di quasi 14 miliardi di euro e investimenti italiani in Algeria per 8,5 miliardi di euro. L’Italia è il primo cliente e il secondo fornitore dell’Algeria, con una quota di mercato dell’export nazionale pari al 6,7%, superiore a quello di Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. A margine del Forum si tiene anche un Business Forum con la partecipazione di oltre 400 aziende.

Gianna Nannini si frattura il braccio a Wiesbaden ma non si ferma

Milano, 23 lug. (askanews) – Una scarica di energia pura ha attraversato il Rheingau Musik Festival di Wiesbaden il 21 luglio: Gianna Nannini ha incendiato il palco tedesco con un concerto sold out che resterà nella memoria del pubblico. Un live potente, viscerale, pieno di adrenalina: il terzo appuntamento sold out in Germania.

Durante lo show, nel pieno dell’esibizione, Gianna ha purtroppo subito un piccolo incidente sul palco, urtando il braccio e procurandosi una frattura al radio. Ma non c’è gesso che tenga: la rocker non si ferma. Indosserà un tutore e dovrà contenere movimenti e acrobazie, la sua voce e il suo carisma continueranno a dominare la scena. Anche alcuni anni fa la cantante, per un incidente in cui si era rotta una gamba, non aveva voluto fermarsi, esibendosi live con il gesso.

Il Sei nell’anima – Festival European leg 2025 prosegue senza sosta. Nessuna pausa, solo rock. Dopo le tappe di Regensburg, Vaduz, Lauchheim, Freiburg, Füssen, St. Wendel, Ebern e Weimar, il tour riparte verso l’Italia e la Svizzera: Lanciano, Santa Margherita di Pula, Macerata, Apricena, Ostuni, Roccella Jonica, Catania, Palermo, Arbon e Spiez. Gran finale a settembre con due date evento alla Reggia di Caserta il 17 settembre e all’Arena di Verona il 21 settembre sold out. Nessuna frattura può fermare il rock. Gianna c’è. E canta più forte che mai.

M.O., la missione di Witkoff a Roma avvicina una svolta negoziale

Roma, 23 lug. (askanews) – I negoziati fra Israele e Hamas per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza potrebbero essere finalmente vicini alla svolta definitiva: questo almeno è quanto sembrerebbe di capire da alcuni segnali come la visita a Roma dell’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff, in programma domani.

Quella italiana rappresenta una tappa intermedia ma forse decisiva per la missione statunitense: Witkoff incontrerà infatti i mediatori del Qatar e i rappresentanti israeliani fra cui il caponegoziatore Ron Dermer e solo in caso di esito positivo procederà poi per Doha, probabilmente entro la fine della settimana, per finalizzare l’accordo.Dermer ha a sua volta discusso ieri la situazione sul terreno con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e dunque sembrerebbe nella situazione di avere pieni poteri per autorizzare un via libera quanto meno preliminare ad un’intesa.

Secondo fonti saudite Israele e Hamas avrebbero di fatto superato le ultime divergenze compresa la questione fondamentale del numero di prigionieri da rilasciare in cambio degli ostaggi: lo Stato ebraico avrebbe offerto la liberazione di 125 condannati all’ergastolo e 1.100 detenuti arrestati dopo il 7 ottobre del 2023, proposta che Hamas avrebbe accettato.Al contesto positivo contribuiscono poi due fattori di politica israeliana, uno interno e uno esterno: la chiusura estiva della Knesset dà infatti a Netanyahu la sicurezza di rimanere al suo posto almeno per i prossimi mesi e soprattutto di poter firmare un accordo senza temere ricadute parlamentari immediate per la sua coalizione.

Ma anche la crescente indignazione internazionale per le uccisioni dei civili a Gaza – la cui responsabilità Israele continua peraltro ad attribuire ad Hamas – ha il suo peso e potrebbe convincere Neatnyahu a mettere fine al conflitto per non ritrovarsi a dipendere esclusivamente dal sostegno statunitense, oggi granitico ma che una Casa Bianca alquanto umorale potrebbe un giorno rimettere in discussione specie se i desiderata di Donald Trump sulla pace continuassero a non venire rispettati.

Urbanistica a Milano: 6 rinviati a giudizio per il progetto Park Towers

Milano, 23 lug. (askanews) – Sono stati tutti rinviati a giudizio i 6 indagati per il progetto delle Park Towers di via Crescenzago a Milano che ha portato alla costruzione di tre torri all’interno del Parco Lambro per un totale di 113 appartamenti. Lo ha stabilito il gup Alessandra Di Fazio accogliendo la richiesta dei pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, titolari di uno dei tanti filoni di indagine sull’urbanistica milanese. Il processo prenderà il via il prossimo 12 novembre davanti al Tribunale di Milano.

Tra i 6 imputati per lottizzazione abusiva c’è anche Andrea Bezziccheri, imprenditore a capo dell’impresa di costruzioni Blustone coinvolto anche nell’ultimo troncone di inchiesta che ha visto i magistrati milanesi chiedere per lui l’arresto in carcere. Bezziccheri è uno dei 6 indagati che oggi si presenterà davanti al gip Mattia Fiorentini per l’interrogatorio preventivo sulla richiesta di arresto dei pm.

Gli auguri di La Russa a Mattarella: equilibrio e rigore

Milano, 23 lug. (askanews) – “A nome mio e del Senato della Repubblica, rivolgo al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, gli auguri sinceri di buon compleanno. Autorevolezza, equilibrio e rigore lo hanno sempre contraddistinto in questi anni divenendo punto di riferimento saldo per le istituzioni e i cittadini. In questo giorno speciale, giunga a lui la mia gratitudine per il suo importante operato”. Lo scrive sui social il presidente del Senato Ignazio La Russa, in occasione dell’84esimo compleanno del Capo dello Stato.

Dazi, Trump annuncia l’accordo con il Giappone

Roma, 23 lug. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato un accordo sui dazi con il Giappone, in base al quale Tokyo avrebbe accettato di pagare una tariffa del 15% e di investire 550 miliardi di dollari nell’economia statunitense. “Abbiamo appena concluso un accordo enorme con il Giappone, forse il più grande mai firmato. Il Giappone investirà, sotto la mia direzione, 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti, con gli Stati Uniti che riceveranno il 90% dei profitti”, ha scritto Trump sul suo profilo di Truth Social.

Secondo Trump l’accordo – che prevede inoltre l’apertura dei mercati giapponesi a diversi prodotti statunitensi – creerà centinaia di migliaia di posti di lavoro negli Stati Uniti.

Tennis, Ferrara torna ad essere il preparatore di Sinner

Roma, 23 lug. (askanews) – Umberto Ferrara torna ad essere il preparatore atletico di Jannik Sinner a partire dagli allenamenti che riprendono domani a Montecarlo. Non ci sarà, invece, il ritorno di Giacomo Naldi, il fisioterapista coinvolto nella contaminazione involontaria del giocatore che aveva portato a tre mesi di sospensione. La decisione è stata presa in accordo con il team di gestione di Jannik, nell’ambito dei preparativi in corso per i prossimi tornei, tra cui il Cincinnati Open e lo Us Open. Ferrara resta una delle figure più rispettate e conosciute nel panorama del tennis italiano, grazie alla sua lunga esperienza come preparatore atletico di alto livello e con una formazione da farmacista. Nel 2022 era entrato nel team di Jannik Sinner per uscirne a settembre dello scorso anno. Grazie a programmi di preparazione mirati e ad un lavoro costante sulla prevenzione degli infortuni, Ferrara aveva contribuito a rafforzare la struttura fisica di Sinner, rendendolo uno dei giocatori più solidi e resistenti del tour, poi il caso Clostebol a metà della scorsa stagione aveva inevitabilmente portato alla separazione delle strade. “Umberto ha avuto un ruolo importante nello sviluppo di Jannik fino ad oggi, e il suo ritorno riflette una rinnovata attenzione alla continuità e alla performance ai massimi livelli”, si legge nel comunicato con cui Sinner ha diffuso la notizia. Dopo l’esperienza con Jannik, Ferrara aveva continuato il suo percorso nel tennis professionistico affiancando Matteo Berrettini.

L’Europa ha bisogno di un Ppe restituito alle sue origini dc

Ho svolto il mio mandato parlamentare durante la Presidenza del  Ppe di Wilfred Martens e successivamente ho incrociato il suo successore, il collega Joseph Daul; ho avuto come Presidente del Gruppo Parlamentare Hans Gert Pöttering e successivamente Joseph Daul. Ho seguito la politica tedesca da Helmut Kohl ad Angela Merkel, così come quella di tutti gli altri leader democristiani europei, e ho visto che hanno sempre seguito una linea di centro e hanno privilegiato le alleanze con il movimento del socialismo europeo.

Un cambio di rotta che disorienta gli elettori

Attualmente il Ppe e il Gruppo in Parlamento Europeo sembrano aver modificato la linea dei padri fondatori, assumendo posizioni e decisioni che disorientano l’elettorato, perché registrano dei passaggi di alleanze con i conservatori.

Lo stesso Cancelliere tedesco, nella sua campagna elettorale, ha dovuto precipitosamente modificare la sua posizione nei confronti del partito dell’AfD, per mantenere un consenso che altrimenti avrebbe rovinosamente perduto.

Se il movimento socialista ha smarrito in Unione Europea la sua natura ideale o ideologica dopo la caduta del Muro di Berlino, abbracciando un radicalismo libertario che non aveva mai avuto — perdendo così credibilità e consensi — questo non giustifica, ai soli fini della tattica, lo spostamento a destra del  Ppe, creando disillusione in una larga schiera di cittadini che confidavano nella coerenza e nella stabilità del suo posizionamento politico.

Lontani dai padri fondatori e dai principi della sussidiarietà

La nuova posizione del Ppe è molto lontana dagli ideali dei fondatori italiani, francesi e tedeschi, insieme agli altri che hanno aderito alla proposta politica del dopoguerra con i partiti democristiani nei sei Paesi fondatori della CEE. Ha messo in secondo piano la politica sociale di mercato, la solidarietà come valore e la sussidiarietà, facendosi avviluppare da un establishment burocratico che ha via via neutralizzato il ruolo del Parlamento, enfatizzando quello della Commissione e lasciando al Consiglio la prerogativa autonoma di legiferare con provvedimenti intergovernativi.

La garanzia democratica che il  Ppe doveva tutelare si è gradualmente smarrita e attualmente i provvedimenti non tengono conto della volontà popolare né della specificità del tessuto sociale dell’Unione.

I provvedimenti per il contrasto dell’epidemia – attualmente al vaglio della magistratura statunitense e di altri Paesi –, quelli sulle esasperate politiche green, che hanno inginocchiato l’economia tedesca e dell’Unione, e l’ultimo, sulla unificazione del fondo di coesione che priva la PAC di consistenti aiuti, rappresentano l’incapacità dell’attuale dirigenza del  Ppe di tutelare gli interessi veri dei cittadini europei.

 

Perché serve rifondare il Ppe con unassemblea popolare

Sicuramente il momento politico non è facile, ma non è necessario cambiare la natura originaria dell’ispirazione popolare, democratica, partecipativa, solidaristica del  Ppe per affrontarlo. Anzi, proprio il DNA del Partito può rappresentare l’alternativa vera e seria ai radicalismi di ogni tipo: di destra e di sinistra, del capitalismo e del socialismo libertario, della cultura woke e delle grandi speculazioni finanziarie.

Un partito di popolo, con una declinazione interclassista radicata, è vocato naturalmente a bloccare ogni eccesso e a riequilibrare l’azione politica a favore di tutto il popolo, dando a ciascuna parte lo spazio necessario e impedendo che una classe — la più esigua — prevalga su quelle meno abbienti — le più numerose.

L’Unione Europea si è presentata ai cittadini dei sei Paesi fondatori con la CECA e l’Euratom, e successivamente con la CEE e la PAC, che è stata la più grande iniziativa politica di tutti i tempi. Ha unificato i popoli, assegnando a ciascuno un ruolo secondo latitudini, abitudini, consuetudini, storia e cultura, in una aggregazione produttiva di diversità mai prima verificatasi.

Non si era mai verificato che il Presidente del Partito e quello del Gruppo parlamentare coincidessero. L’accentramento di potere che ne deriva snatura la dimensione democratica del  Ppe e lo trasforma in un partito presidenzialista, che i padri fondatori avversavano.

Ho consultato Wikipedia e ho trovato che vi si attribuisce al  Ppe una collocazione di “centro-destra”, senza che nessuno l’abbia corretta. Ma il  Ppe, dalla sua nascita, non è mai stato un partito di centro-destra: è stato un partito di centro, che ha fatto prevalentemente alleanza con il movimento socialista.

Non so come la pensano i colleghi francesi come Alain Lamassoure, molto amico di Guido Bodrato, o quelli olandesi come Marianne Thyssen, dei Cristiani Democratici Fiamminghi, su questa virata del PPE sotto la gestione di Manfred Weber, che continua imperterrito nel suo cammino divaricante la rotta dalle origini.

Un ultimo rilievo riguarda la scelta della Commissione di obbligare gli Stati membri al riarmo non europeo, ma di ogni singolo Stato, senza porsi minimamente il problema della strategia economica e della priorità da assegnare alla dimensione europea.

La sensazione è che si seguano logiche avulse dall’obiettivo del bene comune, rispondendo piuttosto alle esigenze del mercato dei produttori di armi, prevalentemente statunitensi. Non sappiamo dove porterà questa deriva. Ma sappiamo che — come terzo produttore del PIL mondiale — l’Europa potrebbe non riuscire a contrastare l’accordo in fieri che potrebbe profilarsi a Pechino, in occasione della Festa nazionale d’autunno, tra Xi Jinping, Putin e (probabilmente) Trump.

Bisogna rifondare il  Ppe con una assemblea popolare partecipata da tutti i democratici cristiani e popolari d’Europa degli 84 partiti membri provenienti da 43 Paesi, tra cui Forza Italia, che con Berlusconi era riuscita a rappresentare il nostro Paese con posizioni significative.

Kenzo Tange, o della città che avrebbe potuto essere

Milano è tornata a interrogarsi sul proprio “modello”. L’inchiesta della Procura, con le accuse legate alla gestione urbanistica della città, ha fatto emergere l’aspetto centrale del problema: il governo del territorio è ormai organizzato attorno ad accordi pubblico-privato che precedono e piegano gli strumenti urbanistici. Il Consiglio comunale sostanzialmente ratifica, qualche volta indirizza, quasi mai controlla. Il disegno generale si perde nelle convenienze dei singoli interventi.

È l’apoteosi di una stagione nata negli anni ’80 e diventata prassi: quella della cosiddetta urbanistica contrattata, in cui il progetto conta più del piano, e il principio della semplificazione sovrasta la cura dell’interesse generale. Ma proprio in quegli anni, arrivava in Italia Kenzo Tange, architetto giapponese chiamato a progettare per Italstat prima a Napoli e poi a Roma.

Due scuole, due mondi

L’urbanistica contrattata non nasce in Italia. Affonda le radici nella cultura americana post-bellica, dove il “comprehensive planning” lascia il passo a un pragmatismo fondato sulla cooperazione flessibile tra pubblico e privato. Il testo di riferimento è Negotiating Development di Patsy Healey, ma già negli anni ’60-’70 l’urbanistica anglosassone (Jane Jacobs inclusa) aveva aperto al principio che “la città reale” non sottostà all’imposizione di regole astratte. Su questa base, l’Italia adotta e semplifica: il piano è visto come ostacolo, il progetto come soluzione. Si pianifica facendo e si deroga pianificando. È una logica di governo per eccezioni.

Al polo opposto sta la scuola giapponese del Metabolismo, nata alla fine degli anni ’50 con figure come Kurokawa, Maki, Kikutake. La città è pensata come organismo vivente, sì, ma articolato secondo strutture gerarchiche, assi funzionali, moduli adattabili nel tempo. Kenzo Tange, sebbene non formalmente parte del gruppo, è la figura che più di tutti ne incarna lo spirito. Nato a Osaka nel 1913, formatosi all’Università di Tokyo, diventa celebre con il piano per la ricostruzione di Hiroshima e progetta opere come lo stadio olimpico di Tokyo, il centro di Shinjuku, il municipio di Kagawa. Convertitosi al cattolicesimo in età matura, muore nel 2005 e riceve funerali nella Cattedrale di Santa Maria a Tokyo. Il suo stile coniuga tecnologia e ordine, monumentalità e leggibilità urbana.

Bernabei, Italstat e il sogno napoletano

Nel 1982, a chiamarlo in Italia è Ettore Bernabei, “uomo di fiducia” amico di Fanfani: non esponente di partito, ma grand commis d’État. Dopo essere stato per oltre un decennio direttore generale della Rai, nel 1974 passa a guidare l’Italstat, prima come amministratore delegato e poi presidente. Qui mette in campo il suo impulso progettuale, immaginando anche il rilancio del Mezzogiorno con infrastrutture, servizi e direzionalità.

Per il Centro Direzionale di Napoli chiama Tange. L’intervento – pur con compromessi esecutivi – è un esempio di “modernizzazione” secondo un impianto sistemico, con una visione architettonica organica. Ma è anche il passaggio che trasferisce a Roma il know-how per rilanciare lo Sdo, il Sistema Direzionale Orientale, la grande occasione mancata della Capitale.

Le ultime battute sullo Sdo

Lo Sdo è la traduzione operativa dell’Asse Attrezzato previsto dal Piano Regolatore Generale di Roma 1962–65, punto più alto della cultura urbanistica italiana del dopoguerra. L’obiettivo: decentrare le funzioni terziarie, attivare il quadrante Est della città, costruire un’infrastruttura per il policentrismo metropolitano.

Ma per vent’anni il progetto resta sulla carta, frenato da  resistenze burocratiche e – soprattutto – da duri contrasti politici: le necessarie risorse finanziarie mancheranno sempre all’appello. Il Partito comunista eserciterà una forte opposizione. Nelle periferie  anche l’abusivismo, largamente definito “di necessità” per le fasce popolari in cerca di sistemazione abitativa, diventa momento di scontro sul futuro della città.

Nel 1985, con la vittoria di Nicola Signorello, la Dc riconquista il Campidoglio dopo anni di “giunte rosse”. La nuova amministrazione tenta il rilancio: nomina Kenzo Tange nel Comitato direttorio per lo Sdo insieme a Gabriele Scimemi e Sabino Cassese. Ma il tempo è cambiato, lo sfascio di Tangentopoli è alle porte. Sarà la stella di Rutelli a decretare il tramonto dello lo Sdo.

Una lezione dimenticata

Così, mentre lasciava spazio all’urbanistica contrattata, l’Italia rinunciava alla città pensata. Kenzo Tange offriva una visione: città ordinate, infrastrutturate, leggibili. La sua cifra di architetto stava nella ricerca – è stato scritto – “di un dialogo tra la contemporaneità e i valori simbolici dei luoghi”. Una scuola alternativa, ormai ignorata. Oggi, con Milano e l’Italia obbligate a un grande esame di coscienza collettivo, è tempo forse di riprendere quel discorso interrotto. Non per imitare il passato, ma per comprendere le sue promesse lasciate in sospeso.

Milano tra San Siro e la Madonna protettrice

Diceva Paul Valéry che “la Storia giustifica qualsiasi cosa. Non insegna assolutamente nulla poiché contiene tutto, e di tutto fornisce esempi”. Quindi ci risiamo. A Milano si riparla di Mani pulite che poi, ad onor del vero, trattandosi di inchieste della magistratura, si dovrebbero chiamare semmai Mani sporche.

Il noi” di Moro e il noi” di Berlinguer

Nel 1977 restò celebre il magistrale discorso di Aldo Moro in difesa di Gui e Tanassi, in merito al caso Lockheed, in cui dichiarava che il suo partito, la Democrazia Cristiana, aveva la coscienza a posto e che non si sarebbe fatta giudicare da un populismo d’accatto.

Per l’occasione ricorse al “noi” della prima persona plurale propria della lingua italiana.

“Per tutte queste ragioni, onorevoli colleghi che ci avete preannunciato il processo sulle piazze, vi diciamo che noi non ci faremo processare. Se avete un minimo di saggezza, della quale, talvolta, si sarebbe indotti a dubitare, vi diciamo fermamente di non sottovalutare la grande forza dell’opinione pubblica che, da più di tre decenni, trova nella Democrazia Cristiana la sua oppressione e la sua difesa”.

Queste furono le parole usate, rimaste impresse nella memoria di molti che hanno vissuto quella fase della politica italiana.

Ancor prima, Berlinguer nel 1975, in occasione delle elezioni amministrative, fece scrivere sui manifesti elettorali del PCI lo slogan: “NOI abbiamo le mani pulite. Chi può dire altrettanto?”

Il PD prende tempo, Sala prende le distanze

Quindi seguì la stagione di Tangentopoli ed eccoci ora a Milano, dove i giornali a corto di fantasia riprendono il conio stantio di Mani pulite, in mancanza d’altro.

Sulla faccenda, Sala non si fa mettere il sale sulla coda dichiarando di non dimettersi e di proseguire nel suo lavoro. Il PD lo ha esortato a un cambio di passo e alla discontinuità. Implicitamente vuol dire che il cammino svolto fino a questo momento non è adeguato e che occorre rompere con il passato appena recente, il presente appena dietro l’angolo. Il punto di debolezza è in questa esortazione che nasce solo oggi dai fatti giudiziari e non prima.

Il PD ha poi commentato il discorso di Sala come bello e sincero, invitandolo ad andare avanti con energia e unità. Aggettivi e sostantivi non perfettamente rispondenti alla politica, ma non è questo il punto di critica. Ci si poteva forse attendere una dichiarazione letterariamente più indovinata.

Sala ha usato però la prima persona singolare: “Io ho le mani pulite”, come a dire che degli altri non risponde e che di eventuali impicci lui non ne è a conoscenza e tanto meno colpevole. Suona un po’ di scaricabarile.

Siamo sempre alle solite. C’è un profilo di opportunità che viene trascurato ed una responsabilità oggettiva per il sol fatto di essere Sindaco ed a capo di una Giunta comunale.

Anche la Polverini non sapeva cosa accadeva sotto di lei, e così tanti altri esempi ancora di Presidenti a cui sfuggono i fatti che accadono sotto il loro naso.

Si dovrebbe decidere una volta per tutte se il timoniere di una barca è responsabile o meno se un suo marinaio remi a vuoto o fuori rotta. Tutto qui e tutto molto. Sarebbe bene fissare una regola chiara che diventi prassi istituzionale e che valga per sempre. Si leverebbero così di mezzo mille polemiche e mille destini politici e altrettanti inutili commenti per il passato e, ancor meglio, per il futuro.

Una città che invoca la Madonna dei miracoli

Per adesso si è dimesso solo l’Assessore all’Urbanistica, Tancredi, che ha dichiarato di avere comunque la coscienza a posto e che, con modi più o meno inurbani, è al centro della vicenda di cui si discute.

Pare che l’etimologia del nome Tancredi indichi colui che è saggio, che pensa prima di agire e di deliberare. Ci auguriamo che anche in questo caso ci sia perfetta rispondenza tra il nome e la persona dell’Assessore, che non starà vivendo un momento felice. La giustizia stabilirà i torti e le ragioni di tutti i chiamati in causa.

Per certo, Sala fa bene a lamentarsi per le notizie riservate che diventano, come sempre, di pubblico dominio. Ha rimbrottato i suoi contestatori dicendo che, gli stessi, un giorno potrebbero esser oggetto di sciagure similari. Pertanto, sarebbe meglio abbassare i toni.

Gira un video, artato dalla tecnologia, in cui si vede Obama messo in manette davanti a Trump e poi sbattuto in prigione. Forse ispirato da questa sorta di spot, un consigliere comunale dell’opposizione ha ritratto il Sindaco di Milano in divisa a righe da galeotto. Per questo, neanche il grande evangelizzatore San Siro potrebbe riuscire a convertirlo all’intelligenza.

In quel dell’isola di Ustica, su un picco di montagna, c’è il Passo della Madonna. Sarebbe un posto adatto per chi commette di queste scempiaggini. Quello, un luogo per una preziosa opportunità di raccoglimento, meditando su atteggiamenti tutti da rivedere, recuperando un po’ di sale in zucca.

In quel silenzio, la lettura del Salterio potrebbe tornare utile per riflettere sul senso del prossimo. Altrimenti, la pena di una salamoia perenne in cui custodirsi e recuperare il senno smarrito.

Ancora una volta, a Milano occorrono dei Milagros. La Madonna dei miracoli prima o poi riparerà di nuovo la città che la invoca a protettrice, riportando, a chi non avesse, il rispetto delle regole e del comprendonio.

Il vero problema dei giovani? I genitori di oggi

Molti fatti di cronaca, negli ultimi tempi, ci richiamano alle problematiche giovanili. Da mesi, pensieri e angosce legati alla realtà dei giovani ci attanagliano. Sulle televisioni e nei giornali si moltiplicano i focus di approfondimento; nei gruppi di genitori ci si confronta alla ricerca delle cause. Anche il continuo — e disgustoso — fenomeno dei femminicidi rientra, purtroppo, nella più ampia tematica giovanile.

 

Il problema è la famiglia

Un mondo complicato, quello giovanile, dove tutto ruota attorno alla famiglia. Ieri una bella intervista pubblicata sul Corriere della Sera allo psicoterapeuta Osvaldo Poli ci chiariva, con apparente semplicità, quanto tutto ciò sia riconducibile alla relazione tra figli e genitori — in una parola: alla famiglia. Genitori che non sanno più fare i genitori. Poli, tra le altre cose, sostiene che:

«Madri e padri devono accettare l’eventualità che il ragazzo faccia qualcosa d’inconsulto. In realtà, il più delle volte è una minaccia priva di fondamento, un incantesimo. Se il genitore ci casca, si ritrova alla mercé del figlio».

Genitori succubi dei figli, spesso intrappolati in una sindrome di Peter Pan che li porta a proiettare sui ragazzi un’idea di giovinezza mai davvero superata.

 

Genitori amici, figli senza doveri

Sempre Poli osserva come oggi si pensi che «l’adolescenza sia una malattia; che i figli non abbiano doveri; che non si debbano ferire dicendo loro la verità; che il massimo bene per loro siano la laurea prestigiosa e l’inglese fluente».

Con questi presupposti, si comprende perché anche le famiglie apparentemente “normali” — e ci sarebbe da riflettere su cosa significhi davvero “normale” — vivano il dramma degli insuccessi dei propri figli.

Tutti desiderano figli di successo, ma il successo dovrebbe consistere anche nell’ottenere ciò che è normale: crescere nella responsabilità, imparare il valore dei doveri, e non solo inseguire traguardi straordinari.

Forse, farli crescere nella consapevolezza del limite e del senso del dovere è già di per sé un grande successo.

La  grande assente si chiama autorità

Bisogna saper dire tanti bei no. Ma il no è diventato il grande assente: in una società in cui tutto dev’essere fluido e piacevole, anche l’autorità si è dissolta.

Vivere in una società così complicata pone il genitore a nascondersi dalle problematiche. E i figli sono i primi a subirne le conseguenze. Spesso sono trattati come il problema, quando in realtà ne sono il sintomo più visibile.

Anche la scuola, una volta baluardo educativo, troppo spesso viene attaccata dagli stessi genitori che pretendono il successo scolastico ma non ne accettano correzione e disciplina.

Insomma, il cane che si morde la coda. Ma a pagarne le spese vi saranno i figli, di oggi e di domani.

Calcio le Azzurre battute 2-1 dall’Inghilterra in semifinale

Roma, 23 lug. (askanews) – Beffa Italia, in finale a 1 minuto e mezzo dal fischio di fine partita nel tempo regolamentare e poi ribaltata dall’Inghilterra che vola a giocarsi Euro 2025. La squadra di Soncin va vicinissima a compiere una vera e propria impresa: segna la rete del vantaggio al 33′ con Bonansea, difende il vantaggio per tutta la partita ma deve cedere nel recupero alla rete di Agyemang che manda il match ai supplementari e che arriva dopo il possibile colpo del ko mancato incredibilmente da due passi dall’Italia.

Le Azzurre ci mettono il cuore ma al 119′ viene accordato un rigore dubbio per fallo di Severini all’Inghilterra: segna Kelly e le inglesi vanno in finale contro Spagna o Germania. Deluso ma a testa alta il ct azzurro Andrea Soncin: “L’orgoglio è il sentimento che rimane. Uscire così fa molto male. Aver tenuto testa alle campionesse d’Europa ci deve dare convinzione per il futuro. Non ci sono parole per descrivere quello che abbiamo vissuto. Meritavamo un finale differente. Ci sono occasioni difficile da commentare. Dispiace ma siamo orgogliosi”.

Resta comunque la soddisfazione del percorso fatto: “C’è soddisfazione perché perdere al 120′ con le campionesse in carica quando tutti ci davano sconfitti ancor prima della partita deve dare senso al lavoro fatto, ai passi avanti fatti. Possiamo ancora molto crescere”. L’Italia le ha spinte. “Abbiamo sentito l’affetto e la spinta degli italiani sempre. I messaggi di vicinanza sono stati tantissimi. Di questo le ragazze devono andare orgogliose. Eravamo vicini a un sogno e per quanto espresso l’avremmo meritata”.

Russia, punita anche la sola ricerca di contenuti estremisti online

Roma, 23 lug. (askanews) – I russi rischieranno di pagare multe per il solo fatto di cercare online contenuti “estremisti”, ai sensi di una nuova legge che rafforza ulteriormente la censura.

La Duma, la camera bassa del parlamento russo ha approvato oggi una legge che criminalizza la “ricerca di contenuti estremisti online”: secondo quanto riportato da Euronews, la svolta repressiva della nuova legge non è tanto nelle multe in sé, che andranno da 3000 a 5000 rubli (da 30 a 55 euro circa), quanto dal fatto che per la prima volta Mosca colpirà gli internauti russi anche solo per aver consumato materiali considerati vietati, e non più soltanto per averli distribuiti.

In sostanza la legge prende di mira gli utenti di internet che cercano consapevolmente contenuti dal “registro degli estremisti”, che contiene ben 5.473 voci ed è gestito dal ministero della Giustizia di Mosca.

La definizione di “estremismo” in Russia è vaga e consente alle autorità di colpire le minoranze, l’opposizione politica per soffocare la libertà di espressione o di riunione. Ad esempio, dal 2023, la Russia ha definito “estremista” il “movimento pubblico internazionale Lgbt”, consentendo ai tribunali di colpire arbitrariamente qualsiasi membro della comunità Lgbt.

Secondo Sarkis Darbinyan, fondatore di Roskomsvoboda, un gruppo per la difesa della libertà digitale, intervistato da Reuters, uno dei probabili effetti della nuova legge è che molti comincino a disiscriversi da certi canali e a cancellare le app.

“Credo che questo sia uno dei compiti principali che ci si è prefissati: creare paura, creare incertezza in modo da aumentare il livello di autocensura tra il pubblico russo di Internet”, ha detto l’attivista.

Addio a Ozzy Osbourne, icona indomita del Rock

Roma, 22 lug. (askanews) – John Michael Osbourne, universalmente conosciuto come Ozzy, è stato molto più di un semplice musicista: è una forza della natura, un’icona che ha plasmato il volto dell’heavy metal e un sopravvissuto indomito. Nato il 3 dicembre 1948 a Aston, Birmingham, Inghilterra, la sua vita è stata una tumultuosa odissea di eccessi, trionfi e incredibili rinascite artistiche. L’infanzia di Ozzy fu segnata dalla povertà e da un percorso scolastico difficile, che lo vide abbandonare gli studi a soli 15 anni. Prima di scoprire la sua vera vocazione, si destreggiò in una serie di lavori umili, tra cui operaio in una macelleria e in un mattatoio, esperienze che, forse, contribuirono a forgiare la sua indole ribelle e il suo lato “oscuro”.

La musica, però, era un richiamo irresistibile. Dopo diversi tentativi con piccole band locali, l’incontro con Tony Iommi, Geezer Butler e Bill Ward diede vita a quella che sarebbe diventata una delle band più influenti della storia: i Black Sabbath. Con i Black Sabbath, Ozzy fu la voce e il volto di un genere nascente. La loro musica, cupa, pesante e spesso intrisa di tematiche oscure e mistiche, risuonò profondamente per una generazione, gettando le basi per l’heavy metal. Album come “Black Sabbath”, “Paranoid” e “Master of Reality” sono pietre miliari, e la presenza scenica carismatica e imprevedibile di Ozzy era il fulcro delle loro performance. La sua voce lamentosa e inconfondibile, unita ai testi spesso sinistri di Geezer Butler, creò un’atmosfera unica che definì un’era.

Ma gli anni ’70 furono anche un periodo di eccessi sfrenati. L’abuso di alcol e droghe divenne una parte integrante della vita di Ozzy, portando a tensioni interne alla band e, infine, alla sua estromissione dai Black Sabbath nel 1979. Molti avrebbero predetto la fine della sua carriera. Invece, fu l’inizio di un nuovo capitolo straordinario.

Sotto la guida della sua futura moglie e manager, Sharon Arden (poi Osbourne), Ozzy intraprese una carriera solista di enorme successo. Con l’aiuto del talentuoso chitarrista Randy Rhoads, pubblicò “Blizzard of Ozz” nel 1980, un album che non solo rilanciò la sua carriera, ma lo proiettò in una nuova dimensione di stardom. Brani come “Crazy Train” e “Mr. Crowley” divennero inni e dimostrarono che Ozzy, lungi dall’essere finito, era più vitale che mai. La sua carriera solista è stata costellata di successi commerciali e acclamazione di critica, con tour mondiali, apparizioni leggendarie e l’introduzione di chitarristi di talento che hanno contribuito a definire il suono del metal moderno.

La sua figura pubblica è sempre stata complessa: da un lato il “Principe delle Tenebre” che ha scioccato e deliziato, dall’altro un uomo con un lato vulnerabile e un senso dell’umorismo bizzarro. La reality TV, con “The Osbournes” nei primi anni 2000, ha rivelato al mondo un lato più intimo e comico della sua vita familiare, cementando ulteriormente il suo status di icona culturale.

Nonostante le continue battaglie con la salute, tra cui un recente morbo di Parkinson e gli esiti di un incidente in quad, Ozzy Osbourne ha dimostrato sempre una resilienza incredibile. Il 5 luglio 2025 con ‘Back to the Beginning’, evento già passato agli annali del rock l’ultimo concerto. La sua Birmingham accoglie il concerto d’addio dei Black Sabbath riuniti, per l’ultima volta, là dove tutto è cominciato.

Separazione carriere, Tajani: realizzato il sogno di Berlusconi

Roma, 22 lug. (askanews) – Il voto sulla riforma della giustizia segna una “giornata storica”. Lo ha detto il segretario di Fi Antonio Tajani parlando con i giornalisti al Senato. “Si realizza il sogno di Berlusconi”. “La riforma della giustizia al servizio dei cittadini, significa garantire un processo equo per tutti, dove accusa e difesa sono allo stesso livello e si esalta il ruolo del giudice giudicante. E’ veramente un passo in avanti”, ha concluso tajani

UniCredit ritira l’Ops su Banco Bpm

Milano, 22 lug. (askanews) – Il cda di UniCredit annuncia il ritiro dell’offerta per Banco Bpm, “in quanto la condizione relativa all’autorizzazione Golden Power non è soddisfatta”. Lo comunica una nota della banca guidata da Andrea Orcel.

“Il processo di offerta è stato influenzato dalla clausola di Golden Power, insistentemente invocata dai vertici di Bpm, che ha impedito a UniCredit di dialogare con gli azionisti di Bpm nel modo in cui un normale processo di offerta avrebbe consentito”, si legge. “I vertici di Bpm hanno dunque privato i propri azionisti del dialogo che normalmente avviene durante un periodo di offerta per comprendere il valore creato dalla combinazione e determinare le condizioni che sarebbero state accettabili per andare avanti”.

“Pur accogliendo con favore i significativi progressi compiuti con il Tar, la DG Comp dell’Unione Europea e il Governo italiano, i tempi per una risoluzione definitiva della questione Golden Power vanno ben oltre la scadenza della nostra offerta e anche di quella della sospensione decisa oggi dalla Consob”, sottolinea la banca. “Pertanto, per fare chiarezza sulla situazione e tutelare gli interessi di UniCredit e dei nostri azionisti, abbiamo deciso di non rinunciare alla condizione del Golden Power, che non è stata soddisfatta, e di ritirare di conseguenza l’offerta”.

Marche, Conte: M5s valuterà approfonditamente contestazioni a Ricci

Roma, 22 lug. (askanews) – Il Movimento 5 stelle “valuterà approfonditamente” le contestazioni mosse a Matteo Ricci, lo dice il leader 5 stelle Giuseppe Conte. “Prendiamo atto dell’avviso di garanzia ricevuto da Matteo Ricci e delle sue dichiarazioni appena rilasciate. Come Movimento 5 Stelle rispettiamo il lavoro autonomo e indipendente della magistratura e non sottovalutiamo le ipotesi accusatorie contenute nell’avviso di garanzia, ma ci riserviamo di valutare approfonditamente le contestazioni mosse a Ricci, al fine di comprendere se gli venga mossa una semplice contestazione per spese del Comune non corrette o se vi siano gli elementi di una condotta disonesta, che ha portato a indebiti vantaggi personali – condotta questa che sarebbe incompatibile con i nostri principi e i nostri valori”. 

Conclude Conte: “Auguriamo all’interessato di chiarire al più presto con l’autorità giudiziaria questa vicenda, così da diradare tutti gli eventuali dubbi e poter svolgere in piena serenità la prossima campagna elettorale”.

A21 Holding acquisisce il controllo di Rapidglass

Milano, 22 lug. (askanews) – Un nuovo inizio per A21 Holding. La societ operativa e di investimento attiva nella creazione del pi esteso e strutturato gruppo italiano nel settore delle riparazioni automotive. Il gruppo, annuncia il proprio ingresso nel capitale di Rapidglass, rete di professionisti esperti nella riparazione e sostituzione dei cristalli per automobili e veicoli commerciali. L’operazione, che consiste nell’acquisizione dell’81% delle quote societarie, costituisce un elemento chiave del piano di espansione per il triennio 2025-2027. Abbiamo parlato con Matteo Massone, Amministratore Delegato e Direttore Generale di A21 Holding:

“Abbiamo fatto alcuni incontri in cui abbiamo discusso gli economics, ma anche le idee strategiche di quello che sarebbe stata l’unione delle nostre due aziende. E poi c’ stato un processo di acquisizione durato circa 12 mesi, con un’accelerazione negli ultimi mesi. Per noi era importante cominciare ad offrire il nostro servizio nel 2025, in modo tale da iniziare nel 2026 con un aumento dei ricarichi e quindi rispondere al business plan di A21 del 2025-2027 che prevede un aumento dei ricavi, fino ai 200 milioni di euro attesi nel 2027”.

L’accordo offre nuove opportunit di crescita per il mercato italiano della riparazione e sostituzione dei vetri auto, stimato oltre i 300 milioni di euro annui. Nel 2024, Rapidglass ha fatturato 12,5 milioni di euro e A21 Holding mira a raddoppiare questo valore entro il 2027.

“I nostri clienti sono sia le flotte di noleggio, che le compagnie assicurative, che i privati, i cittadini con le loro auto private. Sono nostri clienti anche i carrozzieri della rete Carsafe, che lavorano soprattutto in ambito assicurativo. Rapidglass molto forte nel settore delle flotte di noleggio ed nostra intenzione offrire i servizi di Rapidglass anche nel settore assicurativo e nel settore privato”.

L’obiettivo di A21 Holding di ampliare la gamma di servizi offerti nell’aftermarket e, contemporaneamente, rafforzare la propria presenza sul territorio in maniera sempre pi capillare.

Ematologia in Lombardia, presentate strategie per innovazione

Milano, 22 lug. (askanews) – In ematologia, la scienza sta aprendo nuove strade: terapie sempre pi mirate e innovative stanno migliorando la vita dei pazienti. Ma per garantire a tutti l’accesso a queste cure, fondamentale ripensare l’organizzazione del sistema sanitario.

Luned 21 luglio si tenuto a Palazzo Lombardia l’evento “Ematologia in Regione Lombardia – Strategie regionali per l’innovazione”, promosso da Johnson & Johnson. Un momento di confronto tra istituzioni, clinici e associazioni per costruire un nuovo modello di presa in carico del paziente ematologico che il vero protagonista di questo percorso grazie anche al coinvolgimento diretto dell’Associazione La Lampada di Aladino.

Davide Petruzzelli, Presidente La Lampada di Aladino ETS, ha dichiarato: “Supportiamo i pazienti ma interpretiamo la voce di quest’ultimi anche all’interno del sistema sanitario. Il paziente attraverso la nostra associazione pu far sentire la propria voce in una logica diversa rispetto al passato, ovvero con l’intenzione di effettuare una programmazione insieme al sistema”.

Cinque le proposte chiave emerse: migliorare la gestione delle risorse per garantire l’accesso alle terapie; rivedere l’organizzazione della cura in base ai nuovi bisogni clinici; potenziare il personale amministrativo per alleggerire la burocrazia; coinvolgere attivamente le associazioni dei pazienti nella Rete Ematologica e sperimentare nuovi modelli di assistenza sul territorio, valorizzando le Case di Comunit.

Tra i dati significativi emersi quello del mieloma multiplo: con 800 nuovi casi ogni anno solo in Lombardia, oggi la sopravvivenza pi che triplicata grazie all’innovazione terapeutica.

Monica Gibellini, Direttore Government Affairs, Policy & Patient Engagement Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Johnson & Johnson vanta una lunga tradizione nella ricerca e nell’innovazione in quest’area terapeutica. Da 30 anni siamo impegnati in terapie trasformative per il trattamento di queste patologie. Negli ultimi anni abbiamo riscontrato un raddoppio dell’aspettativa di vita ed il merito di questa tendenza, per il 73%, attribuibile allo sviluppo di farmaci innovativi”.

Innovare, in ematologia, significa curare meglio. Ma anche organizzare meglio. Solo cos l’eccellenza della ricerca potr diventare davvero accessibile a tutti.

Separazione carriere, Salvini: riforma storica, come promesso

Milano, 22 lug. (askanews) – “Più carceri per ospitare i delinquenti e riforma della Giustizia per offrire più garanzia ed efficienza ai cittadini. Il CdM ha approvato il piano di interventi per ristrutturare e ingrandire gli istituti penitenziari (con 335 milioni del mio Ministero), mentre il Senato ha approvato una riforma storica che prevede anche la separazione delle carriere. Gli italiani ci hanno votato anche per questo. E noi passiamo dalle parole ai fatti”. Così il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini.

Bce, giovedì attesa conferma tassi (mentre in Usa tensione su Powell)

Roma, 22 lug. (askanews) – Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea, che si svolgerà tra domani e giovedì mattina a Francoforte, dovrebbe sancire una interruzione nella manovra di riduzione dei tassi di interesse, dopo 8 tagli operati a partire da giugno del 2024 – con una pausa proprio nel luglio di un anno fa – e poi in maniera consecutiva in tutte le successive riunioni. È l’attesa dominante degli analisti per gli esiti del direttorio, che comunicherà le sue decisioni alle 14 e 15 di giovedì, mentre mezz’ora dopo si svolgerà la consueta conferenza stampa esplicativa della presidente Christine Lagarde.

L’unico elemento che potrebbe vivacizzare la riunione, sarà la contestuale pubblicazione delle indagini sull’attività delle imprese nell’area euro (indici Pmi). In particolare se riportassero netti deterioramenti il consiglio Bce si troverebbe in una posizione più scomoda. Ma difficilmente in misura tale da riconsiderare il mantenimento dei livelli dei tassi, che ha ampiamente segnalato.

Dal 4% raggiunto nel settembre del 2023, il tasso che resta utilizzato come principale riferimento, quello sui depositi, è stato ridotto al 2% lo scorso giugno. Un livello considerato neutrale o quasi. Anzi, dai verbali del Consiglio era emerso che alcuni lo ritenevano addirittura espansivo. In sostanza, la Bce dovrebbe limitarsi a formalizzare una pausa per tutta la fase estiva: il successivo direttorio monetario si terrà il 10 settembre.

Questo mentre oltre Atlantico la situazione della Federal Reserve – il cui direttorio (Fomc) sui tassi di interesse si svolgerà la settimana successiva, il 30 luglio – è molto più “animata”, in senso negativo.

Diversi esponenti dell’amministrazione Trump hanno rilanciato le pressioni sull’istituzione monetaria. Tra questi anche il segretario di Stato al Tesoro, Scott Bessent, che dopo aver lanciato il sasso ha poi ha proverbialmente “nascosto la mano”.

Ieri in una intervista a Cnbc, a una domanda diretta sul se il presidente della Fed, Jerome Powell, debba dimettersi, Bessent aveva risposto: “penso che quello che ci serva è esaminare l’intera istituzione, se abbiano avuto successo nei loro compiti. Dobbiamo chiederci se l’organizzazione ha funzionato”. Non proprio un “no”, quindi.

Successivamente, già ieri era sembrato smorzare i toni e oggi ha ulteriormente aggiustato il tiro, affermando, stavolta a Fox Business, di ritenerlo “un bravo servitore pubblico” e di “non vedere nulla che mi faccia ritenere che dovrebbe dimettersi”.

Una linea ambigua che potrebbe riflettere da un lato la volontà di spingere Powell alle dimissioni, ma dall’altro quella di voler evitare uno scontro diretto – ipotesi su cui finora le reazioni dei mercati sono apparse piuttosto negative – peraltro mentre è controversa la stessa possibilità che la Casa Bianca abbia il potere di rimuovere il capo della Fed.

Il tutto dopo che per mesi il presidente Usa Donald Trump non ha risparmiato le sparate più colorite contro Powell – è arrivato perfino a insultarlo, definendolo “uno stupido” – lamentandosi per l’assenza di tagli ai tassi di interesse.

L’istituzione monetaria finora ha motivato l’assenza di tagli ai tassi con l’incertezza collegata a una delle misure chiave di Trump, i dazi commerciali, che potrebbero far risalire l’inflazione. E per parte sua il presidente si è sistematicamente rifiutato di commentare le sparate che lo hanno preso di mira. E ha ripetutamente affermato di voler arrivare a fine mandato: scade a maggio del 2026. Oggi, aprendo una conferenza sulle regole prudenziali delle grandi banche, Powell non ha fatto cenno alla questione.

Alcuni esponenti della Fed, tra cui la vicepresidente Michelle Bowman, hanno iniziato a mostrare aperture sulla possibilità di un taglio a luglio. Finora sono sembrati minoritari. Intanto oggi sono ripartiti i deprezzamenti del dollaro, con l’euro che nel pomeriggio sale a 1,1733 sulla valuta Usa. (fonte immagine: Federal Reserve).

Ciclismo, il francese Paret-Peintre vince sul Mont Ventoux

Roma, 22 lug. (askanews) – Il francese Valentin Paret-Peintre conquista la 16^ tappa del Tour de France, 171,5 km con partenza da Montpellier e arrivo sul mitico Mont Ventoux, il gigante della Provenza, in una giornata piena di sole e con il consueto grande spettacolo di pubblico. Il 24enne portacolori della Soudal-Quick Step aveva già vinto una tappa al Giro d’Italia è stato il migliore dei fuggitivi e ha battuto allo sprint l’irlandese Ben Healy (Irl, Ef), con Santiago Buitrago (Col, Bahrain) terzo a 14″. Alle loro spalle, mentre Mathieu Van der Poel non era partito (polmonite), scatti e controscatti tra Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard: il danese ha fatto lavorare a lungo la squadra sul Ventoux – traguardo di tappa nella storia del Tour per l’11/a volta e ha provato più volte a staccare la maglia gialla, ma senza successo. E alla fine è stato Tadej, sul traguardo, a guadagnare 2″ sul rivale per eccellenza portando il vantaggio a 4’15″.

UniCredit: Consob sospende di altri 30 giorni l’Ops su Banco Bpm

Milano, 22 lug. (askanews) – Assist della Consob a UniCredit. Alla vigilia del termine dell’adesione all’Ops su Banco Bpm e nel giorno del cda dell’istituto di piazza Gae Aulenti, l’Authority presieduta da Paolo Savona ha concesso un’ulteriore sospensione di 30 giorni all’offerta. La banca, e i risparmiatori, avranno così un mese di tempo in più, fino al 21 agosto, per avere maggiore chiarezza sul quadro normativo, reso ancora più incerto dalla sentenza del Tar del Lazio e soprattutto dalla lettera di Bruxelles, fortemente critica nei confronti del decreto golden power del governo.

La Consob ha ritenuto di sospendere nuovamente l’Ops di UniCredit, si legge nella delibera odierna, “avendo ritenuto che la situazione di incertezza creatasi non consente, allo stato, di pervenire a un fondato giudizio sull’offerta”. Per l’Autorità, “la sentenza del Tar e la valutazione espressa dalla Commissione Ue costituiscono”, come richiamato dal Tuf, “fatti nuovi o non resi noti in precedenza tali da non consentire ai destinatari di pervenire a un fondato giudizio sull’offerta”, considerato che “l’una e l’altra integrano uno scenario caratterizzato da massima incertezza, risultando inoltre suscettibili di dare luogo, anche a breve, all’assunzione di iniziative sicuramente rilevanti ai fini della compiuta valutazione dell’offerta”. Tra queste, spiega la delibera, “le scelte che la presidenza del Consiglio dei Ministri potrebbe operare” a riguardo, nonché le conseguenti determinazioni della stessa Commissione Ue. Il governo ha tempo fino alla prima decade di agosto per rispondere a Bruxelles. A tal proposito, dalla delibera Consob, è emerso che il 15 luglio UniCredit ha chiesto alla presidenza del Consiglio dei Ministri di “avviare un contraddittorio in merito alle prescrizioni imposte” dal Dpcm per dare seguito alle indicazioni contenute nella sentenza del Tar “finalizzate all’instaurazione di ‘idonee (e auspicabilmente virtuose) modalità di interlocuzione tra la pubblica Autorità” e la banca.

L’Ops di UniCredit, annunciata il 25 novembre scorso e partita il 28 aprile, era già stata “sospesa” con una delibera Consob lo scorso 21 maggio, spostando il termine dell’offerta dal 23 giugno al 23 luglio. Oggi la notizia, a 24 ore dalla scadenza, di un’ulteriore sospensione di un mese, fino al 21 agosto. Un’operazione, che tra i veti del Governo, che ha imposto pesanti prescrizioni, il ricorso al Tar, la bocciatura di Bruxelles e la mancanza di un premio ai soci, non è mai decollata (adesioni ferme ieri allo 0,49%). Oggi il cda di UniCredit, che esaminerà i risultati trimestrali che verranno presentati domani al mercato, prenderà atto della sospensione della Consob e valuterà le opzioni sul tavolo.