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giovedì, 18 Settembre, 2025
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Schlein: Parlamento umiliato per coprire divisioni maggioranza

Roma, 17 set. (askanews) – “Avete proceduto su questa riforma a suon di forzature umiliando il Parlamento e i vostri stessi parlamentari: quando si è mai vista una riforma costituzionale che nei quattro passaggi d’aula non subisce nemmeno una minima modifica?”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, intervenendo in aula alla Camera nel corso della seduta fiume sulla riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere dei magistrati. “Chi ha scritto la Costituzione – ha ricordato – ha previsto quattro passaggi proprio per ascoltare e riflettere, per favorire il dialogo tra maggioranza e opposizione. Ci troviamo invece oggi a fare questa discussione da soli”.

“Avete blindato la riforma: l’avete blindata per la vostra debolezza, per le vostre divisioni, avete respinto ogni emendamento, anche quelli di buon senso come quello sulla parità di genere nel sistema elettivo del CSM: non avete ascoltato non soltanto noi dell’opposizione, ma nemmeno gli autorevoli e trasversali pareri di esperti delle associazioni dei giuristi, non avete tenuto in considerazione le audizioni. Avete ignorato i numerosi appelli di costituzionalisti e penalisti”, ha incalzato Schlein.

“La verità – ha concluso – è che a voi non sta a cuore il buon funzionamento dello Stato, non vi interessa affrontare i problemi reali della giustizia e degli italiani: vi serve questa riforma come baratto al vostro interno per uno scambio di potere indecente tra giustizia, premierato e autonomia differenziata che è l’unico collante che tiene insieme questo governo. Con quale irresponsabile e colpevole leggerezza state mettendo mano ai pesi e contrappesi sani della Costituzione che reggono la nostra democrazia? Non vi guida il bene dei cittadini, ma la sete di potere, non l’amore per la giustizia, ma la furia ideologica di chi si vuole innalzare al di sopra della legge e della giustizia e dei giudici”.

Il Volo annuncia il ritorno Live nei palasport nel 2026

Milano, 17 set. (askanews) – Il Volo ha annunciato, direttamente dal palco dei Tim Music Awards, il ritorno Live nei palasport 2026 (prodotto da Friends & Partners), cinque nuovi appuntamenti nei principali palazzetti italiani; il trio partirà il 7 dicembre 2026 da Milano @ Unipol Forum, e proseguirà il 12 dicembre a Firenze @ Nelson Mandela Forum, il 17 dicembre a Roma @ Palazzo dello Sport, il 19 dicembre a Torino @ Inalpi Arena, e concluderà il tour il 20 dicembre a Bologna @ Unipol Arena.

Sarà un’occasione unica per assistere dal vivo alle straordinarie performance di Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, che chiuderanno l’anno con una serie di appuntamenti all’insegna della tradizione musicale italiana.

L’annuncio di Live nei palasport 2026 arriva dopo la partecipazione a Grace for the World, un evento musicale e televisivo di portata mondiale in Piazza San Pietro, in cui Il Volo è stato l’unico ospite italiano insieme ad importanti artisti internazionali. Il 2025 è stato un anno straordinario per il trio, che è stato protagonista a maggio di Tutti per uno – Viaggio nel tempo, il loro show insieme a numerosi ospiti nel prestigioso Palazzo Te di Mantova, commemorativo del cinquecentenario della costruzione, e dopo la pubblicazione il 29 agosto di Live At The Valley Of The Temples, l’album live registrato nel suggestivo Tempio della Concordia nella Valle dei Templi di Agrigento.

Prima di queste date italiane, tra ottobre e dicembre 2025 Il Volo sarà protagonista di Live In Concert, un tour che toccherà le principali capitali europee e l’America Latina, confermando il loro status di ambasciatori della musica italiana nel mondo.

Le prevendite per le nuove date di LIVE NEI PALASPORT 2026 sono disponibili su Ticketone. Ulteriori informazioni su: https://www.friendsandpartners.it/

www.ilvolomusic.com – www.instagram.com/ilvolomusic/?hl=it – www.facebook.com/ilvolomusic/



Nato, Rutte incontra Rama su nuovo porto militare in Albania

Milano, 17 set. (askanews) – “L’Albania è un alleato fedele. Quest’anno l’Albania raggiungerà il 2% di spesa per la difesa,il che è un grande impegno”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte in una conferenza stampa con il Primo Ministro albanese Edi Rama a Bruxelles, che ha ringraziato definendolo anche “un amico personale”. Rama a sua volta ha parlato di un rilancio dell’industria della difesa nazionale. “Vogliamo fare di più, e ora stiamo avviando una rinascita della nostra industria militare, siamo molto ansiosi di discutere del lavoro ulteriore che potremmo fare per rendere possibile il nuovo porto militare di “Greenfield” a Porto Romano” ha detto Rama. “Siamo qui anche per discutere insieme di come possiamo accedere al Programma Safe dell’Unione Europea, che, in termini di sicurezza, va oltre il perimetro dei paesi dell’UE e può essere vantaggioso anche per i paesi NATO in Europa”, ha detto Rama.

Porto Romano è un simbolo del nuovo corso militare dell’Albania e posiziona Tirana come attore all’interno della NATO, grazie anche alla sua posizione geografica strategica. Il progetto include anche lo sviluppo di infrastrutture stradali e ferroviarie connesse al porto, rendendolo un punto fondamentale per eventuali operazioni sul Fianco Est della NATO. Recentemente la nave comando della Sesta Flotta degli Stati Uniti, ‘Uss Mount Whitney’, è attraccata a Porto Romano e il fatto è stato segnalato dall’ambasciata degli Stati Uniti d’America a Tirana come “una nuova fase della modernizzazione militare dell’Albania”.

Rutte ha sottolineato a più riprese quanto Tirana stia facendo per l’Ucraina. “L’Albania – ha notato Rutte – sta sviluppando la sua base industriale per la difesa, anche attraverso le sue imprese statali, il che è importante, perché abbiamo bisogno di una base industriale per la difesa più solida in tutta la NATO. State aiutando molto sull’Ucraina, ad esempio, attraverso i nostri comandi a Wiesbaden, dove abbiamo una delegazione albanese, ma anche attraverso la formazione linguistica per piloti da caccia e tecnici”.

Per poi aggiungere: “Partecipate alle forze terrestri straniere in Lettonia e Bulgaria. Siete attivi in Kosovo attraverso la KFOR, quindi state davvero dando il massimo, anche se l’Albania non è l’alleato più grande, ma sta facendo molto, e quindi voglio davvero ringraziarvi per essere un alleato così forte”.

“Sappiamo che la NATO può contare sull’Albania. Sapete che l’Albania può sempre contare sulla NATO”, ha chiosato Rutte.

Lagarde: finanza non bancaria salita al 400% del Pil dell’area euro

Roma, 17 set. (askanews) – Per l’insieme dei Paesi dell’area euro, la dimensione complessiva del settore della finanza non bancaria è lievitata al 400% del Pil oggi, a fronte del 140% cui si attestava nel 1999. Ora i gruppi della finanza non bancaria – come fondi pensione, fondi speculativi fintech e altre entità che non hanno licenza bancaria – rappresentano il 60% dell’intera finanza nell’area valutaria e sono profondamente collegati con le stesse banche. Lo ha rilevato la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde nel suo intervento in apertura della 10cima conferenza sulla ricerca dell’istituzione.

“I settori bancari e non bancari non stanno solo cambiando rapidamente, sono anche altamente interconnessi. Ad esempio nell’area euro l’esposizione delle banche ad attività delle non banche sono considerevoli e, in media – ha detto – rappresentano il 10% del totale degli attivi totali delle banche più rilevanti”.

A tutto questo si aggiunge il fatto che “la tecnologia amplifica sia la velocità sia la portata con cui questi rischi si materializzano”, ha proseguito. Ha citato il marzo del 2023 quando tre banche statunitensi collassarono in pochissimo tempo, circa cinque giorni. Si trattava di istituzioni profondamente legate alle fintech e alle aziende tecnologiche californiane.

Il tema della finanza non bancaria è al centro della prima sessione di lavori della conferenza dell’istituzione, la seconda riguarda le banche.

“Le autorità di vigilanza devono restare in guardia sui rischi per la stabilità finanziaria, facendosi aiutare dalla ricerca di punta. Questi rischi possono presentarsi sotto nuove spoglie, mentre le aziende utilizzano terminologie oscure, o nascondersi nel linguaggio dell’innovazione. Ma in sostanza i rischi di fondo sono i soliti sospetti: liquidità, leva finanziaria , rischi di fuga di capitali per le banche e rischi di corse al ritiro e sulle riserve per le Stablecoin”, ha concluso.

La formazione al centro della 21esima Giornata del Contemporaneo

Roma, 17 set. (askanews) – Sabato 4 ottobre 2025 si celebra la ventunesima edizione della Giornata del Contemporaneo, la grande manifestazione annuale promossa da AMACI con il sostegno della Direzione Generale Creativit Contemporanea del Ministero della Cultura e in collaborazione con la Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

In occasione della conferenza stampa, il presidente di AMACI Lorenzo Balbi ha illustrato la tematica del 2025 e la scelta dell’immagine del manifesto affidata al collettivo Atelier dell’Errore: “Un cenno al tema di quest’anno. Come sapete, da qualche anno con le direttrici e i direttori dei musei AMACI, dei 26 musei pubblici di arte moderna e contemporanea italiane, abbiamo deciso di dare un tema, un tema trasversale che possa in qualche modo unire tutte le realt che partecipano alla Giornata del Contemporaneo. Quest’anno il tema scelto quello della formazione, una formazione intesa come un processo ampio e plurale che attraversa educazione, ricerca, scambio di esperienze e sapere. Una riflessione appunto che abbiamo condiviso con le direttrici e i direttori dei musei in continuit con la giornata di studi online che stata organizzata dall’associazione a marzo scorso dal titolo “Studiare al museo, studiare il museo”, un momento di importante studio e approfondimento a cura di Elisabetta Barisoni ed Emma Zanella che stato un po’ anche lo spunto per capire come approcciare un tema e aumentarne la portata proprio attraverso la Giornata del Contemporaneo. Da anni i musei di arte contemporanea attraverso le artiste e gli artisti e i loro dipartimenti portano avanti un impegno costante sul fronte della formazione per favorire una pi ampia conoscenza e comprensione dell’arte. Ma con questa Giornata del Contemporaneo desideriamo compiere un passo ulteriore, oltre questa consapevolezza, immaginare che la formazione sia uno strumento, un processo realmente condiviso che non fluisce soltanto dai musei e dalle istituzioni culturali verso i propri pubblici, ma che si alimenta dalle domande, dalle suggestioni, dalle urgenze, dalle prospettive che provengono dai pubblici stessi. questo un po’ l’ambito che vogliamo lanciare come messaggio di questa 21 Giornata del Contemporaneo. Solo in questo modo pensiamo che il dialogo che si instaura possa essere autentico, continuo e reciproco, capace di rendere i musei luoghi sempre pi vivi e partecipati. Dal 2006 AMACI affida a un artista di rilievo, a un collettivo di rilievo nazionale, internazionale, italiani, la realizzazione dell’immagine guida della manifestazione. Per l’edizione 2025 le direttrici e i direttori dei musei AMACI hanno ritenuto che la commitenza pi giusta visto anche il tema che vogliamo affrontare con questa giornata del contemporaneo era all’Atelier dell’Errore. Il 4 ottobre alla GAMeC, galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo, museo AMACI, inaugurer una grande mostra antologica sui primi dieci anni del collettivo Atelier dell’Errore 2015-2025″.

Il Papa ai leader religiosi: impegno comune per la pace, uniti per difendere la dignità umana"

Roma, 17 set. (askanews) – “Il futuro che immaginiamo – un futuro di pace, fraternità e solidarietà – richiede l’impegno di tutte le mani e di tutti i cuori. Quando i leader religiosi si uniscono per difendere i più vulnerabili della società, piantano alberi per prendersi cura della nostra casa comune o alzano una voce unitaria a sostegno della dignità umana, testimoniano la verità che la fede unisce più di quanto divida. In questo modo, la sinergia diventa un potente segno di speranza per tutta l’umanità, rivelando che la religione, nella sua essenza, non è fonte di conflitto, ma fonte di guarigione e riconciliazione”. Così Papa Leone XIV in un messaggio, in inglese, ai leader delle religioni mondiali e tradizionali riuniti da oggi 17 settembre ad Astana, in Kazakhstan, fino al 18, per l’VIII Congresso. Un evento al quale nel 2022 partecipò anche Papa Francesco.

“La ‘sinergia per il futuro’ – scrive ancora Prevost – non è uno slogan astratto, ma una realtà viva che ha già dato i suoi frutti” e “la sinergia religiosa possa promuovere la pace e la convivenza globale. Abbiamo assistito allo stesso spirito nell’ultima riunione di questo Congresso nel 2022, dove leader di diverse fedi, tra cui Papa Francesco, si sono riuniti per condannare la violenza e l’estremismo, sostenere la cura dei rifugiati e invitare tutti i leader a lavorare insieme per la pace. Questi impegni di alto livello si riflettono in azioni concrete: quando si verificano disastri naturali, quando i rifugiati sono costretti a fuggire o quando le famiglie soffrono di povertà estrema e fame, le comunità religiose spesso si uniscono, lavorando fianco a fianco per portare sollievo e speranza a chi ne ha più bisogno”.

“Preghiamo fianco a fianco, serviamo spalla a spalla e parliamo con una sola voce ovunque sia in pericolo la dignità umana”, conclude Leone XIV.

Ucraina, Zelensky: serve una posizione chiara di Trump. Incontrare Putin in Alaska è stato un errore

Roma, 17 set. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel corso di un’intervista rilasciata alla giornalista Yalda Hakim di Sky News, ha chiesto al presidente statunitense Donald Trump una “posizione chiara” sulla fine della guerra.

“Prima di porre fine alla guerra, voglio davvero che tutti gli accordi siano in vigore. Voglio avere un documento che sia sostenuto dagli Stati Uniti e da tutti i partner europei. Questo è molto importante. Per far sì che ciò accada, abbiamo bisogno di una posizione chiara da parte del presidente Trump”, ha osservato il presidente Zelensky nel corso dell’intervista con Yalda Hakim.

In merito al rapporto tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, Zelensky ha affermato che, secondo lui, il vertice in Alaska è stato un errore, in quanto ha aiutato a riabilitare il Cremlino e non ha portato effetti per la pace. “Credo che l’incontro in Alaska (tra Putin e Trump, ndr) sia stato un errore. Ha dato molto a Putin” ha rappresentato il presidente Zelensky, sottolineando che si sarebbe potuto ottenere molto di più per la pace con un incontro trilaterale.

Secondo il presidente ucraino è fondamentale che gli Stati Uniti “non diano spazio a Putin, sennò non sentirà mai la necessità di interrompere questa guerra”. Per fermare le ostilità, ha osservato Zelensky, è necessario usare la forza, “l’unico linguaggio che comprende” il Cremlino.

Infine, in merito allo sconfinamento nei cieli polacchi da parte dei droni russi, Zelensky ha sostenuto che Mosca “sta mettendo alla prova la Nato”. “Vuole vedere a cosa è pronta, di cosa è capace, sia diplomaticamente che politicamente, e come reagirà la popolazione locale”, ha aggiunto.

“Inoltre, secondo me, l’altro messaggio che stanno inviando è: ‘Non osate fornire all’Ucraina ulteriori sistemi di difesa aerea, perché potreste averne bisogno voi stessi'”, ha precisato il capo di Stato ucraino.

Forze invisibili e caso, le installazioni cinetiche di Yuko Mohri

Milano, 17 set. (askanews) – Assemblaggi, sculture cinetiche, oggetti trovati, strani strumenti musicali che reagiscono a fenomeni naturali, l’elemento del caso come motore della creazione artistica. Pirelli HangarBicocca ha presentato, con il consueto sguardo trasversale e internazionale sulle pratiche contemporanee, la mostra “Entanglements” della giapponese Yuko Mohri. “Ho incontrato molti bellissimi momenti in questo spazio – ha detto l’artista ad askanews – e ho portato sette progetti dal Giappone e ho cercato di installarli nel miglior modo possibile affinch collaborassero tra loro nell’esposizione”.

La mostra la pi estesa personale di Mohri mai realizzata in Europa. Il titolo, letteralmente “intrecci, grovigli”, evoca i legami invisibili e le interazioni complesse che esistono e sussistono tra oggetti, forze, suoni e persone. A curarla, insieme a Vicente Todol, stata Fiammetta Griccioli. “Ci invita a guardare come le forze invisibili che ci circondano – ci ha spiegato a curatrice – come l’aria, la forza di gravit, i campi elettromagnetici, la polvere, sono in realt elementi fondamentali del nostro quotidiano. Lei rende questi elementi visibili attraverso le sue installazioni cinetiche che con ironia dialogano tra di loro”.

L’artista vuole creare un’unica scenografia visiva e sonora attraverso una programmazione imprevedibile delle opere presenti per dare vita a un’esperienza collettiva, cinetica e acustica per i visitatori. L’idea guida di ciascuna installazione sta in un elemento che svolge il ruolo di forza motrice per innescare e attivare un particolare circuito dinamico. “Per esempio in mostra abbiamo l’opera Flutter – ha aggiunto Fiammetta Griccioli – in cui un acquario con dei pesci rossi che diventano i compositori di quest’opera. Attraverso il loro moto perpetuo all’interno dell’acquario e dei sensori posti i pesci attivano un antico organo centenario della Yamaha che Yuko Mohri ha modificato per l’occasione”.

Il percorso tra le installazioni immaginato come uno spazio organico, contorto e intrecciato attraverso alcune parole chiave: errore, improvvisazione e feedback. Termini che, gi cos, tramettono una forte sensazione di provvisoriet, incertezza e opportunit. Che spesso sono le condizioni necessarie per creare arte interessante.

“Per motivi di sicurezza”

Nell’ottobre del 1940 i tedeschi istituirono a Varsavia un ghetto riservato al mezzo milione di ebrei presenti, per separarli dal resto della popolazione. La gestione dell’area fu affidata ad autorità ebraiche locali.

La sopravvivenza nel ghetto peggiorava di giorno in giorno, i viveri venivano gradatamente rastremati, bambini senza più genitori giacevano moribondi sui marciapiedi.

I nazisti presero spunto da un gruppo di resistenti armati per rompere gli indugi e decidere “per ragioni di sicurezza” lo smantellamento definitivo di tutto il ghetto.

Un linguaggio che si ripresenta

La direttiva fu emanata da Heinrich Himmler: Himmler, e nel suo grottesco buon senso è un manifesto che da sempre contrassegna queste tragedie:

«Per motivi di sicurezza ordino che il ghetto di Varsavia sia smantellato, dopo aver trasferito all’esterno il campo di concentramento e avere in precedenza utilizzato tutte le parti delle case e i materiali di qualsiasi tipo che possono comunque servire. La demolizione del ghetto e lo spostamento del campo di concentramento sono necessari, perché altrimenti non porteremo mai la calma in Varsavia e, permanendo il ghetto, non si potrà estirpare la delinquenza». (16 febbraio 1943)

Gli Stroop della storia

L’operazione fu affidata a Jūrgen Stroop, generale SS, un tipo deciso e tracotante, senza le turbe del comandante di Auschwitz Rudolph Höss.

Cominciò il 19 aprile 1943: masserizie giù dalle finestre, quartieri incendiati, popolazione deportata.

Fu dichiarata conclusa il 16 maggio, quando Stroop mandò un catalogo (Rapporto Stroop) di foto a Berlino con la scritta: «Il ghetto non esiste più».

Catturato, fu impiccato a 57 anni, nel 1952, nei luoghi stessi del ghetto.

Nota redazionale

In copertina l’immagine di Jürgen Stroop e qui si può leggere il suo ritratto biografico.

https://www.liberationroute.com/it/stories/452/jurgen-stroop

Camminare insieme, oppure separati e da soli?

Ci sono momenti nella storia degli Stati in cui è necessario essere più uniti possibile, evitando i particolarismi provocati soprattutto dai leader e dalle lotte politiche fra i tanti gatti e le tante volpi presenti nei partiti. Quello che viviamo è uno di questi momenti. Non è forse un caso che, a tale proposito, Aldo Cazzullo nel suo ultimo libro su Francesco d’Assisi citi la metafora realistica di Bergoglio della “stessa e unica barca” dove dobbiamo salire tutti, dal momento che “…nessuno si salva da solo”.

L’identità e il rischio del localismo

Mescolare vini diversi e di gusto distinto è un gran peccato. Si sa: ogni vino ha infatti le sue caratteristiche e la sua identità, financo territoriale. Diciamola allora tutta senza scandalizzare. Perché è un’operazione veramente difficile traslocare nella società politica questo paradigma caratteristico del pluralismo enotecario senza cadere nella trappola dell’identitarismo localistico, recintato e sbarrato: segno di un romantico sovranismo nazional-patriottico delle differenze. Quello senza “ponti”, ma fuori dalla storia; e quello con alti “muri” di protezione filo-spinati, ma fuori dalla realtà.

La diversità dei vini esiste. E l’eterogeneità dei gusti è il frutto di un reale pluralismo di terre, uve, aromi e profumi. Un pluralismo che, traslato nella società, ha anche un suo concreto riscontro. E, con tutte le dovute distinzioni, un riscontro anche descrittivo, sociologico e antropologico, che bisogna però sempre saper maneggiare e interpretare con pinze e guanti sterilizzati.

Una società plurale

La società nella sua articolazione non è mai un corpo antropologico unico e solido, uno spazio di vita compatto e omogeneo. Anche se, spesso fraintendendo in maniera tragica, si trasforma in una distinzione di razze, territori, lingue e tradizioni da non contaminare e disturbare.

Una società plurale, la nostra, dunque. Che, secondo una vulgata crescente, bisognerebbe lasciare in pace nel suo cantuccio geopolitico e culturale. Respingendo o isolando in Albania gli stranieri e gli emigranti – tutti delinquenti, come ripete Salvini – che intendono entrare. Governando con lungimiranza gli sbarchi, ma mettendo nel conto che il nostro Paese è in progressiva decrescita demografica, e che l’Italia del futuro avrà bisogno di giovani.

Dalla polis al comunitarismo

Un punto centrale del Demos e della Polis iniziali, di origine greca, da cui ha poi preso le mosse la democrazia moderna, è stato infatti sempre quello di interpretare, rappresentare e rispettare al meglio le città. Le diversità locali e il popolo della città, le persone dei diversi luoghi dove si è nati, si vive e si lavora.

Il comunitarismo è nato sul finire dell’800, frutto della dicotomia “Comunità e Società” proposta da un bravo sociologo tedesco: Ferdinand Tönnies (Gemeinschaft-Gesellschaft, 1887). Questo studioso, anche se radicalizza un poco la differenza dei rapporti sociali fra i due termini e nasconde un rimpianto verso una realtà comunitaria preindustriale e settecentesca, fa comunque capire le trasformazioni culturali e sociali in atto ai suoi tempi, con le quali dovevano – e dobbiamo ancora oggi – fare sempre i conti.

Una Società composta da individui separati e isolati, ognuno che pensa ai fatti suoi; e una Comunità fatta di persone in relazione, che pensa anche ai fatti degli altri. Una Società dell’“IO” e una Comunità del “NOI”.

Localismi e bene comune

Differenze tra locale e generale ce ne sono. Ma il loro rispetto andrebbe bene sino a quando il locale non si chiude a riccio e non si isola, a volte geloso della sua specifica diversità. Sino a quando, insomma, non si trasforma in localismi molto ben definiti dalla Treccani come “…tendenza a impostare e risolvere i problemi di natura politica o sociale da un punto di vista angustamente locale, senza tenere conto della situazione generale…”.

Localismi, per farla breve, che pensano solo al bene particolare dei pochi, e non al bene comune dei molti. Come ha tentato di fare la Lega di Bossi con la sua “Padania Libera” e con il seguito delle “Autonomie differenziate” di Salvini. Tutto questo però si è proposto perché si è guardato solo allo spazio locale.

Quando però si alza lo sguardo e si sale un solo gradino guardando alla società globale entro cui oggi viviamo, e con la quale dobbiamo misurarci con tutti i suoi venti di guerra sulla scena e con quelli che si prevedono, dobbiamo per forza cambiare i paradigmi del localismo e di quelle differenze fra nemici interni, utili solo alla lotta politica interna e alle elezioni.

La sfida sovranazionale

C’è una dimensione sovralocale, sovracomunitaria e sovranazionale, geopolitica, che arrivati a questo punto ci interpella e ci sfida, e con cui bisogna misurarsi. Che è assurdo pensare di affrontare con tante separate e solitarie barchette.

La prova più urgente è da subito quella europea, su cui Sergio Fabbrini – con la sua Europa da federare e unire politicamente – ci invita ogni santo giorno a riflettere dalle pagine del Sole 24 Ore.

E c’è una realtà che, tra le morse di due autocrati maniacali come Trump e Putin, ma non solo loro, ci preoccupa molto e ci spinge ad alzare lo sguardo per guardare lontano dal dito e dal nostro buon vino locale. Lontano dai localismi chiusi e circoscritti, dai partitini dello zero virgola, e dal sovranismo rispolverato, sollecitandoci a stare insieme e uniti il più possibile, pur nella dichiarata diversità.

Unità politica contro il narcisismo dei leader

Questa esigenza – urgente – deve anche sollecitare ad essere più coesi nelle weltanschauung, nelle risposte, negli obiettivi, perfino nei programmi dei partiti politici, senza cui la frammentazione divisiva fra amici e nemici sotto i nostri occhi avrà partita vinta.

Mi riferisco al finto pluralismo che viviamo. Quello che, ad esempio, abbiamo sperimentato nelle ultime elezioni con ben 27 partiti diversi che alcuni, per evitare il ridicolo, si sono coalizzati, e diversi solo per la faccia del leader fondatore del partito.

Credo molto poco che, di fronte alle rivoluzioni epocali dietro l’angolo e già avviate da tempo, ci possano essere 27 risposte diverse, a misura dei 27 leader sulla scena italiana, con 27 programmi, obiettivi e risposte differenti alle sfide comuni a tutti.

Mi auguro solo che si acquisti un poco di gusto verso quella dimenticata Fratelli Tutti, che si rispetti un sano pluralismo e una sana dialettica, rivolti al bene comune e non al narcisismo dei leader.

Le forze armate avanzano a Gaza City. L’esodo dei palestinesi: l’Idf apre nuova via a Sud

Roma, 17 set. (askanews) – Il portavoce dell’esercito israeliano, Avichay Adraee, ha annunciato ai residenti di Gaza City l’apertura di una “una via di transito temporanea” verso il sud della Striscia di Gaza a fronte dell’avanzata delle forze armate.

In un post su X, il portavoce in lingua araba delle Forze di difesa israeliane (Idf) ha dichiarato che il transito attraverso Salah al-Din Street sarà possibile dalle 12 di oggi fino alle 12 di venerdì 19 settembre. Fino ad oggi gli abitanti di Gaza City hanno lasciato la città attraverso la strada costiera, mentre Salah al-Din Street è un’arteria interna alla Striscia.

La droga e il mastino di Basketville

Si legge sul Corsera che nei pressi di Milano c’è un parco chiamato delle Groane frequentato da tossici che ambulano come le anime dell’Inferno alla ricerca di una dose che è pari alla fatica di Sisifo: appena ti sei fatto devi cominciare da capo e non conosci tregua. È gente che non si astiene dal proprio impegno. Corpi che vagano in continuazione come anime morte. Hanno per legge di vita la costanza di introdursi in vena il solo futuro per loro possibile.

Il bosco chiamato parco

È una umanità persa che malgrado tutto non smarrisce mai la speranza di incontrare una dose che li rifocilli. In realtà si muovono in un bosco e sarà per questo che lo ingentiliscono in “parco”, una forma più domabile e che fa meno paura, dove è facile entrare e uscire e non brancolare fuori rotta.

La crocefissione della ragazza

Chi ha scritto l’articolo, se si fosse ben compreso, racconta di aver incontrato una ragazza che ha conosciuto una crocefissione diversa da come ce la figuriamo. L’albero è il corpo che muove tra gli arbusti puntando almeno l’ombra di uno spacciatore che possa farsi generosamente carne. La ragazza ha inchiodato sulla pelle della caviglia tre siringhe, neanche i soldati romani avrebbero saputo fare di meglio. Non si è fatta tre “pere”, ne sarebbe bastata una per soddisfarla almeno per un po’. Si è infilzata a quel modo per scaricarsi il rimasuglio di altri più fortunati che hanno potuto fare loro il pieno. In mancanza di soldi si prova a prendere un eventuale scampolo di goccia rimasta nei cilindri già usati di altri, fondi di siringhe che forse hanno ancora qualcosa da darle. Si tratta di lacrime più forti di quelle che avrebbe se restasse a secco.

L’armonia nera delle Groane

Da quelle parti c’è una bella armonia: si consumano dosi ed esistenze nella stessa misura, che vanno sotto braccio sapendo che ciascuna ha bisogno dell’altra. Quel posto prende il nome dalla presenza di alberi di ontano nero come è nero il buio che lo colora, una pianta che nasce a ridosso di rive o di terreni paludosi dove possono affondare i destini di un’umanità che sparirà lentamente evitando inutili schiamazzi. Tutto attorno le foglie morte sanno il fatto loro.

Tra crack e Baskerville

Lo chiamano parco forse perché sono parche le dosi che girano sulla sua terra, mai abbastanza per quante se ne desiderano. Il mercato è in affanno, le richieste sono sempre superiori all’offerta che, sbagliando, credono di fare loro la voce grossa.

Dicono che Groane stia anche per brughiera, qualcosa che ricorda la location de Il mastino di Baskerville che più fedelmente dovrebbe essere tradotto nel “Segugio di Baskerville”. Alle Groane non è la storia di un cane mostruoso che fa morire d’infarto il protagonista Sir Charles. Nelle Groane non ci sono nobili da far fuori ma poveri disgraziati che fiutano la pista di uno spacciatore per poi giocare semmai l’inutile arma della pietà, l’opposto di una espressione demoniaca. Chiedono allo spietato che le foraggia di essere ogni volta uccise per continuare a vivere finché possibile.

La spaccatura più pericolosa

Si sono trovate tracce di vita su Marte, forse si è di proposito trasferita su quel pianeta, che è privo di vegetazione in cui infrattarsi. Coppie in amore o volte alla morte non potranno nascondersi in alcun modo.

Andare per parchi è cosa da evitare. Un ragazzino di otto anni è stato massacrato da alcuni suoi coetanei con una spranga di ferro, direbbe la legge, per futili motivi. Non è chiaro dove fossero i genitori. C’è una droga che prende il nome di “crack”, una crepa che fa crepare chi la prenda per amica. C’è una spaccatura più pericolosa in cui si è caduti, la droga al suo cospetto è una inezia. È l’assurdo che non stupisce più nessuno.

Al tempo d’oggi meglio evitare di andare a piedi nudi nel parco, si potrebbe incontrare qualche crocefisso e perdere per sempre la fede.

Il fuoco di Annalisa, tra Borges ed Eraclito

C’è grande attesa per l’uscita, il 10 ottobre prossimo, del nuovo album della cantautrice Annalisa: “Ma io sono fuoco”. Un titolo di cui l’artista stessa e non pochi commentatori stanno già spiegando il senso. Vi è, ad esempio, il rimando a un brano del bellissimo saggio di Jorge Luis Borges “La nuova confutazione del tempo”. Le cose mutano e, insieme, tornano; cambiamo e restiamo noi stessi. Per dirla con Francesco Guccini, “io son sempre lo stesso, sempre diverso”. È il mito dell’araba fenice, che risorge dalle proprie ceneri. In altre parole: il fuoco brucia e divora, il fuoco fa rinascere. 

Del resto, il tema della metamorfosi è stato anticipato, tra l’altro, dal recente brano singolo della stessa cantante “Maschio”, intimamente legato al tema dell’empatia.

Insomma: non si tratta solo di un fenomeno del costume e del tempo libero. Come continua a insegnarci Kant, l’arte esprime quel che non si può propriamente concettualizzare e, in tal modo, dà da pensare. Allude, evoca, suggerisce. 

Proprio per questo, mi sento di rinviare “il fuoco di Annalisa” a quello di Eraclito, il filosofo di Efeso del VI-V secolo a.C., sul quale rifletto da anni. Poniamoci in ascolto di un frammento: “Questo ordine, lo stesso per tutte le cose, non è stato fatto da dio o da uomo, ma era ed è e sempre sarà fuoco eterno, che si accende secondo misura e si spegne secondo misura”. Il fuoco non è mai uguale a se stesso, muta in ogni istante, eppure è perenne. Come dire: il divenir altro da sé e il restar sestessi.

Ecco, forse anche la politica, per ricongiungersi alla vita delle persone in carne e ossa, dovrebbe porgere cuore e orecchio a fenomeni e considerazioni del genere: altrimenti, come affrontare questioni come l’identità e l’alterità, il disagio dei ragazzi, degli anziani o di tantissime donne, l’incredibile accelerazione della velocità dei cambiamenti, i vissuti di smarrimento individuali e collettivi?

 

Giovagnoli: “La democrazia è minacciata da paura e sovranismi”

«Se guardiamo a molti Paesi del mondo di oggi, la democrazia non è necessariamente la soluzione perfetta per ogni cosa». Papa Leone XIV lo indica nell’intervista rilasciata a Elise Ann Allen per il libro León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI, in uscita il 18 settembre e di cui ieri, 14 settembre, sono stati pubblicati, da Crux ed El Comercio, alcuni estratti. Prevost sottolinea a questo proposito, e in relazione alla vita della Chiesa, la necessità che si preservi il concetto della «sinodalità», necessaria «per andare avanti insieme». Concetti resi noti alla vigilia dell’odierna Giornata internazionale della democrazia, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2007, con la convinzione della necessità di doversi fermare ogni anno a riflettere sullo stato di salute della democrazia nel mondo, che oggi appare quanto mai essere una irraggiungibile aspirazione. «I segnali d’allarme non sono stati ascoltati — spiega Agostino Giovagnoli, storico, professore emerito all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano — e ora individualismo, neoliberismo, populismo e sovranismo, stanno erodendo la democrazia».

Professor Giovagnoli, l’allarme che viene espresso ripetutamente, da più parti, riguarda i rischi che la democrazia corre, in Europa e non solo. Più volte sono stati denunciati segnali di derive autoritarie e violente. Segnali che nel tempo sono stati forse sottovalutati. Cosa raccoglie oggi il mondo?

Credo che queste riflessioni siano state sostanzialmente dei segnali d’allarme, purtroppo però spesso inascoltati, cioè non abbiamo voluto credere che la democrazia, e anche la pace che ad essa è legata, fossero davvero in pericolo. Non abbiamo capito che l’individualismo stava corrodendo la democrazia, che il neoliberalismo da una parte, il populismo dall’altra, sono entrambi delle contraffazioni della democrazia, quindi dei tarli che la erodono dall’interno senza che si veda questo processo. Non abbiamo voluto credere che il sovranismo è un grande pericolo per la democrazia. Segnali diversi su questioni diverse, ma tutti convergenti nel metterci in guardia. È evidente che la situazione è molto difficile, per non dire drammatica. I fatti ci costringono ad aprire gli occhi e ci costringono a prendere posizione, perché la crisi di democrazia è radicale, quindi, per certi versi, credo che oggi sia di nuovo un tempo di impegno e di scelte, in cui dobbiamo far tesoro di queste riflessioni, di questi segnali d’allarme che forse non abbiamo ascoltato abbastanza, perché oggi se li mettiamo insieme, ci permettono di avere un quadro chiaro della situazione e quindi, diciamo, in qualche modo di svegliarci da un sonno che, a questo punto, sta diventando molto pericoloso.

Si è ipotizzato più volte che potesse spesso esserci la paura all’origine degli attuali, spesso atroci, comportamenti umani, così come dell’incapacità di reagire traendo lezione da un passato spesso fatto di guerre, dittature, orrori, persecuzioni e massacri. È possibile, secondo lei, che ci sia la paura all’origine di tanta dilagante disumanità? Perché la democrazia non riesce a farsi largo, a guadagnare terreno?

La paura è sicuramente un problema. Da un lato è una risorsa, la paura serve per allarmare il nostro corpo e il nostro organismo di fronte a un pericolo. In realtà, viene però spesso strumentalizzata e rilanciata, enfatizzata, per cui quella che è una reazione istintiva, che ha una sua ragion d’essere, blocca anche una riflessione, che invece è fondamentale. In altre parole, se noi abbiamo la sensazione di correre un pericolo, la prima cosa che ci viene in mente, istintivamente, è difenderci colpendo l’avversario, e quindi si genera un ciclo vizioso, perché paura vuol dire colpo su colpo, e quindi poi paura che cresce all’infinito. E i nemici della democrazia lo sanno molto bene, tant’è vero che la sfruttano, la strumentalizzano e così via. Dunque, per certi aspetti, dobbiamo aver «paura della paura», capirne le cause, che ci sono naturalmente, e che sono profonde, va capito che è effettivamente in corso una destrutturazione di un ordine mondiale che poi è una destrutturazione delle nostre società che oggi sono polarizzate proprio in conseguenza della crisi della democrazia. Vediamo la polarizzazione in tutte le società occidentali, in modo particolare negli Stati Uniti, dove prevale la logica dell’odio. Addirittura si parla di rischio di guerra civile. Direi che in Europa c’è un po’ più di resistenza a tutto questo, ed è uno dei motivi per cui l’Europa oggi è così importante, anche a dispetto del disprezzo che spesso la circonda perché ritenuta irrilevante, ma che in realtà non è, proprio perché è un patrimonio sotto tanti punti di vista. Dopodiché è vero che la democrazia fa fatica, ma questo è un po’ sempre vero, perché, in definitiva, la democrazia si contrappone alla legge del più forte, che oggi, come in altri momenti della storia, sembra prevalere, e quindi la legge della violenza, della guerra, mentre la democrazia non usa la forza per imporsi. Noi però oggi siamo deboli, anche perché ci facciamo un po’ ipnotizzare da questa forza, dalla legge del più forte, che sta diventando una specie di religione, insomma una religione della violenza, dell’odio. Però c’è anche da dire che la legge del più forte è stupida, non risolve i problemi, li complica. E credo quindi che ci sia una battaglia tra la democrazia e la legge del più forte che è aperta, dall’esito imprevedibile, per cui possiamo ancora credere e sperare che la democrazia abbia un futuro.

Pace e democrazia, non può esserci l’una senza l’altra. Lei stesso, professore, lo ha appena indicato. Di fronte agli occhi della umanità però appare tutt’altro…

Che appaia tutt’altro, cioè che non appaia questo nesso fra democrazia e pace, è vero. Ma questo è uno degli abbagli del nostro tempo, perché in realtà, il legame è molto stretto. La pace è tante cose, la pace è un dono di Dio, quindi qualche cosa di incommensurabile. La pace si esprime in tanti modi importanti, dalla nonviolenza, al disarmo. Però, diciamo che negli ultimi secoli la pace ha significato un certo ordine internazionale, o almeno, le maggiori chance di pace sono venute da una certa stabilità di un ordine internazionale democratico, perché basato sul diritto, sul diritto dei popoli, sul diritto dei più deboli. Oggi quello che è impressionante è che la pace come la guerra, sta diventando un business, cioè «se conviene faccio la pace». Vuoi che ti aiuti contro l’aggressore? Dammi le terre rare. Vuoi far finire la guerra tra Congo e Ruanda? Dammi il cobalto. Dopo le distruzioni di Gaza facciamo una riviera di lusso e poco importa che fine fanno i palestinesi. Ecco, c’è questo tradimento di una pace fondata sul diritto e soprattutto sul diritto dei più deboli, e comunque tutti hanno diritto alla pace, ma questo oggi viene negato e questo secondo me dimostra, quanto sia fondamentale il nesso fra pace e democrazia.

Professore, a chi nuoce, a chi dà fastidio, la democrazia?

Ai grandi poteri, ai grandi poteri economici, ai grandi poteri politici, a tutti i grandi poteri che vogliono togliere ai popoli qualunque potere. Sono le Big Tech, che oggi condizionano sempre più la nostra vita quotidiana che, per motivi di business, ci stanno educando all’odio, perché, dal punto di vista economico, è proprio conveniente il conflitto, lo scontro, l’odio che noi viviamo sui social che sono fatti in un certo modo, per cui più noi ci scontriamo e più i padroni dei social, che ormai è evidente che ci sono, guadagnano. La democrazia poi dà fastidio, per esempio, ai nemici dell’Europa. L’Europa oggi è schiacciata fra Trump e Putin. Erosa all’interno dalle forze sovraniste e nazionaliste. Ecco, questi sono i nemici dell’Europa e della democrazia insieme. Che sono tanti. Per questo dico che la battaglia è aperta e richiede un soprassalto di responsabilità da parte di tutti, anche di noi, dell’individuo comune, perché è l’unico modo poi per rispondere a questi poteri che altrimenti possono fare quello che vogliono

E allora chi può essere in grado di salvarla la democrazia. Le religioni, secondo lei, potrebbero farcela?

Io credo che il ruolo delle religioni sia molto importante, perché al fondo la lotta fra democrazia e antidemocrazia è anche una lotta religiosa, perché quella dell’odio, della violenza, è una religione che non a caso ha i suoi predicatori. Predicare odio significa generare violenza e questo è il contagio della religione dell’odio. Da questo punto di vista le religioni, chiamiamo storiche, quelle devono, io credo, difendere la democrazia e la pace. Certo, c’è sempre il timore di essere accusati di fare politica, di essere da una parte e dall’altra. Ma io credo che oggi sono in gioco, con la crisi della democrazia, dei valori di fondo e soprattutto il riconoscimento della dignità di qualunque essere umano, vero fondamento della democrazia. E da questo punto di vista c’è poco da discutere, perché al fondo di questa dignità di esseri umani c’è molto cristianesimo, al fondo della democrazia c’è il cristianesimo che significa, appunto, essere dalla parte degli esseri umani e, in particolare, dei più deboli.

Proporzionale e cancellierato: la sfida che passa per la raccolta delle firme

Lo scorso 10 settembre, nella Sala stampa della Camera, il Comitato Iniziative Popolari ha presentato due proposte di legge che mirano a riaccendere il dibattito sul sistema elettorale. Una materia che, seppur in via informale, continua a essere terreno di confronto tra maggioranza e opposizione. Difficile, tuttavia, che Giorgia Meloni si orienti verso una “vera” proporzionale. Invece, in contrasto con l’ipotesi di cancellierato, non emerge alcun ripensamento della maggioranza di centrodestra sul progetto di “premierato elettivo”: un progetto che divarica le posizioni, mettendo in aperto contrasto – si deve desumere – i promotori delle iniziative qui descritte con la strategia della destra.

Proporzionale senza soglie

Il primo testo depositato è una legge ordinaria che intende restituire piena centralità ai cittadini. La proposta introduce un sistema proporzionale puro, senza soglie di sbarramento e senza premi di maggioranza. Gli elettori avrebbero la possibilità di esprimere fino a due preferenze di genere diverso. Nel caso in cui non venisse indicata alcuna preferenza, scatterebbe automaticamente quella per il capolista del partito votato.

Cancellierato in alternativa al premierato

La seconda proposta, di rango costituzionale, guarda invece alla forma di governo. Si propone di introdurre un modello ispirato al “cancellierato tedesco”: un premier votato a Camere congiunte, con la facoltà di nominare e revocare i ministri, ma sfiduciabile soltanto attraverso il meccanismo della sfiducia costruttiva, che obbliga il Parlamento a indicare contestualmente il successore. È l’opposto della logica del premierato elettivo, che affida agli elettori la scelta diretta del capo del governo e riduce, secondo i critici, le prerogative del Capo dello Stato.

Il senso politico dell’iniziativa

Alla conferenza stampa hanno preso la parola i promotori: l’avvocato Mattia Orioli, presidente del Comitato; il giurista ed ex senatore Enzo Palumbo; il saggista politico Ettore Bonalberti; l’ex deputato Mario Tassone; l’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta; l’ex segretario generale della CISL Raffaele Bonanni; e Andrea Levico, autore di diversi studi sul tema.

L’iniziativa si muove nel solco della partecipazione popolare e intende rafforzare le istituzioni democratiche. I testi integrali delle due proposte, insieme alla possibilità di firmare online e riascoltare la conferenza stampa, sono disponibili sul sito e sui canali social del Comitato Iniziative Popolari

Nuove risorse di fronte alla quarta rivoluzione industriale

«Siamo nella quarta rivoluzione industriale e, se in passato erano fondamentali ferro e rame, oggi andiamo oltre, verso la ricerca di nuove risorse». Così Paolo Mazzoleni, presidente della Società italiana di mineralogia e petrologia, ha aperto i lavori del congresso nazionale congiunto della società da lui presieduta e della Società geologica italiana, in corso a Padova.

Per Mazzoleni la questione è strategica non solo per l’Italia, ma per l’intera Europa. «Le grandi potenze si stanno organizzando. Anche noi dobbiamo convergere verso nuovi orizzonti su cui fondare il futuro. E non partiamo da zero: la geologia e le Scienze della Terra hanno sempre continuato a studiare le risorse del territorio».

Dalla didattica al territorio italiano

L’Italia, ha sottolineato il presidente della Società mineralogica, può contare su un patrimonio di ricerca e formazione che non si è mai interrotto: università ed enti pubblici hanno investito nello studio delle materie critiche, mentre la cartografia geologica consente oggi di conoscere con precisione ciò che il territorio può offrire.

«Spesso si pensa a guerre legate alle materie prime rare, ma molte innovazioni sono nate da elementi comuni: carbonio, silicio, idrogeno. L’importante è avere conoscenza e capacità pratica di individuarli e sfruttarli. L’Italia non sarà mai indipendente dalle importazioni, ma un contributo rilevante può venire dalla ricerca interna», ha spiegato Mazzoleni.

Lo sguardo, infine, si spinge oltre: «C’è la corsa allo spazio, la sfida futura che forse non vedranno i nostri figli ma i nostri nipoti. Eppure sarà lì che si giocherà il futuro».

L’urgenza climatica

Il congresso ha dato voce anche alla comunità dei geologi impegnati sul fronte ambientale. «Il riscaldamento globale che viviamo oggi deriva dalle emissioni di CO₂ degli ultimi decenni. Anche fermandole ora, il pianeta continuerebbe a scaldarsi», ha ricordato Rodolfo Carosi, presidente della Società geologica italiana, che riunisce oltre 1.100 scienziati.

La sfida, ha insistito Carosi, è «azzerare le emissioni da combustibili fossili e rendere le città resilienti, riducendo il consumo di suolo». È un appello che lega strettamente il destino della geologia con quello delle politiche ambientali: lo studio delle risorse e la capacità di interpretare i mutamenti del territorio diventano strumenti imprescindibili per affrontare l’emergenza climatica.

Un’agenda scientifica che guarda lontano

A Padova sono attesi più di 1.100 contributi, suddivisi in 38 sessioni. I temi spaziano dalle biogeoscienze al clima, dalla tettonica alla geochimica, dalla vulcanologia alla sismologia, senza trascurare le applicazioni industriali legate a mineralogia e petrografia.

Un mosaico di ricerche che conferma il ruolo centrale delle Scienze della Terra nell’affrontare le grandi sfide del nostro tempo. Non soltanto l’approvvigionamento delle risorse e la lotta al cambiamento climatico, ma anche l’apertura verso un orizzonte inedito, quello dell’esplorazione spaziale. È lì che, tra qualche decennio, si misurerà la capacità delle nuove generazioni di trasformare conoscenza scientifica e innovazione tecnologica in futuro condiviso.

Kodokushi, la solitudine estrema che segna il Giappone

Come riporta AsiaNews, in Giappone il termine kodokushi (孤独死) indica la morte di una persona sola in casa, scoperta soltanto dopo giorni o settimane. Non si tratta di episodi sporadici, ma di un fenomeno sociale sempre più diffuso. I dati dell’Agenzia nazionale di polizia parlano chiaro: nei primi sei mesi del 2025 si sono registrati 40.913 decessi in solitudine domestica, quasi 3.700 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E in oltre un quarto dei casi (11.669 persone) la morte è stata scoperta solo dopo otto giorni.

Radici culturali e sociali

Le cause principali rimandano all’invecchiamento della popolazione – un abitante su quattro ha più di 65 anni – ma non solo. “Sempre più persone vivono lontano dal luogo d’origine, dove c’era la famiglia o la comunità di riferimento. In città ci si conosce poco e costruire legami diventa faticoso”, osserva padre Marco Villa, missionario del Pime a Koshigaya, alla periferia di Tokyo. In Giappone, aggiunge, esiste anche una forte “ritrosia a chiedere aiuto”: prevale la paura di disturbare gli altri, con la conseguenza di affrontare in totale autonomia i propri problemi.

Il servizio del Centro “Mizu Ippai”

Per rispondere a questa emergenza, padre Villa ha dato vita nel 2012 al Centro d’Ascolto Mizu Ippai (“un bicchiere d’acqua”). È un luogo di sostegno per persone sole, compresi gli hikikomori, giovani e adulti che vivono in auto-isolamento. “La solitudine che incontro è sconvolgente – confida –. Spesso arrivano notizie di persone trovate morte in casa dopo giorni. A volte persino chi ha rapporti sociali rischia di cadere in questa condizione”. Il centro coinvolge volontari che offrono ascolto non solo nella sede, ma anche in luoghi pubblici come la stazione ferroviaria, punto naturale di incontro.

Le istituzioni e le nuove sfide

Il governo giapponese ha iniziato a promuovere reti territoriali e strutture di supporto, per incoraggiare momenti di aggregazione. Sono tentativi importanti, ma la sfida resta enorme. Per molti, infatti, la solitudine viene “colmata” dal dialogo con strumenti tecnologici o persino con l’intelligenza artificiale. “Un ragazzo mi ha confidato che l’AI è l’unica a capirlo – racconta il missionario –. Ma non può sostituire la relazione umana”.

La chiave, secondo padre Villa, sta nella semplicità dei gesti: “Basta poco per invertire la rotta: creare occasioni di incontro, diventare amici di chi vive in solitudine, offrire un aggancio umano. È da lì che può nascere la speranza”.

[Rielaborazione da un servizio di AsiaNews]

Calcio, Chivu difende Sommer e valuta Lautaro

Roma, 16 set. (askanews) – Cristian Chivu parla chiaro prima dell’esordio in Champions contro l’Ajax: “Lautaro lo valuteremo domani e vedremo se lo avremo a disposizione”. Il tecnico difende con fermezza Sommer: “Non è giusto mettere Sommer in piazza e tirargli i sassi. Non mi sembra bello dal punto di vista umano”. Sommer ha dimostrato il suo valore anche in passato, e cambiare portiere “perché lo chiede il popolo” non è una soluzione che Chivu considera opportuna. Stima anche per Di Gennaro e per Martinez: “Ha la sua chance”.

Sulla mentalità della squadra, Chivu torna spesso: “La squadra per me è forte”, ha detto, ricordando il derby con la Juventus: “Guardando solo il risultato allora si può puntare il dito. Sappiamo cosa vuol dire perdere il derby d’Italia ma bisogna anche guardare le cose fatte bene durante la partita”. Per lui manca “poco per dare continuità a quello che di buono stiamo facendo. Manca poco anche per dare morale alla squadra”.

Chivu spiega che non ha parlato di un cambio in porta, rifiutando pressioni esterne: “Uno con la sua esperienza, il suo valore è giusto rimanga in porta”. Riferendosi a Sommer, sottolinea che un ragazzo nella difficoltà “ha bisogno di essere aiutato”.

Parlando dell’Ajax, dove ha vissuto come giocatore, Chivu ammette: “Sono grato per quello che ho vissuto ad Amsterdam. Mi ha fatto fare un passo importante”. Dall’esperienza olandese prende “la cultura dell’approccio alla partita”, mescolata a ricordi italiani, definendo la scelta dell’Inter “un passaggio di carriera”.

Domani sera l’Inter affronta l’Ajax: “Sarà una partita tosta”. Chivu sa che sarà fondamentale partire bene, riconoscendo che l’Ajax “abbina esperienza e gioventù, è anche ben allenata e ha velocità”.

Chivu respira fiducia sul futuro, pur consapevole delle critiche: “La squadra sta facendo di tutto per uscire dalla situazione. Si tratta solo di risultati”.

Under the Sun, Beyond the Skin: Furla Series a GAM Milano

Milano, 16 set. (askanews) – Per la settima edizione del programma Furla Series, Fondazione Furla e GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano presentano Under the Sun, Beyond the Skin, una mostra personale di Sara Enrico, a cura di Bruna Roccasalva visitabile negli spazi all’aperto del giardino di Villa Reale fino al 13 dicembre 2025.

La curatrice Bruna Roccasalva, direttrice artistica di Fondazione Furla, ha raccontato ad Askanews il progetto e le opere: “Under the Sun, Beyond the Skin una mostra personale di Sara Enrico ed il settimo appuntamento di Furla Series, un programma di mostre promosso da Fondazione Furla realizzato in collaborazione con i pi importanti musei italiani. In particolare questa mostra la quinta che realizziamo insieme alla Galleria d’arte moderna ed la prima mostra che insieme organizziamo completamente all’aperto. Sara Enrico la prima artista italiana di questo programma, un’artista che lavora principalmente con la scultura, una scultura che lei intende in modo molto fluido, ibrido, che si apre a contaminazioni con altri ambiti come l’architettura, la coreografia, la sartoria. Il progetto di mostra nasce da una riflessione sul giardino come luogo in cui la natura funzionale al progetto paesaggistico, ovvero un luogo costruito dall’uomo modellato secondo canoni estetici, filosofici, sociali, in cui elementi naturali e sovrastrutture culturali si integrano, interagiscono tra loro. Ed partendo da una riflessione su questo dualismo, su questo binomio tra natura e artificio che l’artista ha immaginato come una sorta di paesaggio nel paesaggio attraverso una serie di sculture che abitano il parco senza cercare di mimetizzarsi, ma anzi cercando al contrario di generare una sorta di tensione e di contrasto tra ci che nasce spontaneamente nel giardino e ci che frutto invece di un gesto voluto: quindi tra la flora del parco e una sorta di vitalit sintetica nel senso di artificiale. Il progetto mette insieme lavori molto diversi tra loro: lavori iconici della produzione dell’artista, interventi site specific, nuove produzioni, che se da un lato dialogano con la complessit formale e culturale del giardino, dall’altro offrono anche un’immersione nell’universo di San Enrico, nel suo modo di confrontarsi con i materiali, nelle suggestioni di cui si nutrono le sue opere, soprattutto nel suo modo di intendere e approcciare la pratica scultorea”.

Sara Enrico un’artista italiana la cui ricerca ruota attorno alle nozioni di superficie, corporeit e materiali, esplorate attraverso la scultura. Combinando materiali come cemento, tessuto e acciaio con un uso intuitivo delle tecnologie digitali, l’artista si confronta con processi trasformativi in una relazione fluida tra corpo, abito e spazio. L’artista ha realizzato cinque interventi dislocati in punti diversi del parco, lungo un percorso che lo attraversa, seguendo le sue linee architettoniche, i pieni e i vuoti, la verticalit e l’orizzontalit.

Le sculture della serie The Jumpsuit Theme sono installate sulla terrazza della Villa e nel Tempio d’Amore. Queste opere, tra le pi conosciute della produzione dell’artista, sono nate da una ricerca sulla tuta a T inventata dal futurista Thayaht nel 1919, e sono realizzate colando cemento e pigmento in una cassaforma morbida di tessuto tecnico con chiusure a zip. La posa sdraiata di queste figure dalle sembianze vagamente antropomorfe, pone l’accento su una dimensione orizzontale che sembra fare eco a quella che domina la facciata della Villa, e fa da contrappunto alla sequenza verticale delle statue che sormontano la balaustra. L’orizzontalit e il ritmo degli elementi, proseguono nella variopinta scultura di grandi dimensioni Beyond the Skin, installata sulla distesa di prato antistante la Villa. L’opera composta da ventitr elementi ricavati da una serie di blocchi industriali di gommapiuma nautica rivestiti con un tessuto tecnico usato per l’abbigliamento sportivo. I particolari motivi di questi tessuti sono stati realizzati dall’artista manipolando un frammento di tela da pittura sul piano dello scanner mentre la luce in movimento e rielaborando digitalmente i dati ottenuti dall’interazione tra la luce dello scanner e il bianco della tela. Proseguendo nel percorso che dal prato porta verso l’interno del giardino, il visitatore incontra Carriers, un intervento site-specific che si concentra su una serie di elementi preesistenti all’interno del parco: i frammenti del tronco di un bagolaro monumentale abbattuto da una tempesta. L’artista recupera i pezzi del tronco e cambia la loro postura, sollevandoli parzialmente da terra attraverso dei supporti arancioni in ferro che sembrano rianimarli. Delle gomme siliconate gialle completano le opere. Le due sculture Bodiless Observer chiudono il percorso espositivo. Nascono da una riflessione sull’atto stesso del guardare e dal desiderio di Enrico di creare una relazione con lo spazio attraverso uno sguardo diventato ggettuale. Le opere, realizzate in vetro e cemento, hanno una forma circolare e concava, come fossero gusci di cui possibile osservare sia l’interno che l’esterno.

Fondazione Furla – nata a Bologna nel 2008 per volont della presidente di Furla Giovanna Furlanetto – dal 2016 prosegue nella sua missione di sostenere l’arte contemporanea con Furla Series, un ciclo di mostre dedicate al contemporaneo organizzate in collaborazione con importanti istituzioni d’arte italiane. La Fondazione si impegna anche su un altro fronte promuovendo un programma espositivo tutto al femminile pensato per celebrare e promuovere il contributo fondamentale delle donne nella cultura contemporanea.

Putin alle esercitazioni Zapad 2025: ci difendiamo da ogni aggressione

Roma, 16 set. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin ha assistito alla fase principale delle esercitazioni strategiche “Zapad-2025” nel poligono di Mulino, nella regione di Nizhnij Novgorod. L’addestramento congiunto con la Bielorussia coinvolge 100 mila soldati, 10 mila mezzi militari e 41 poligoni, con la partecipazione di reparti delle flotte del Nord e del Baltico, forze aerospaziali e aviotrasportate. Putin ha ribadito che lo scopo è “difendere la sovranità e l’integrità territoriale dello Stato dell’Unione da ogni aggressione”.

Contemporaneamente, in Groenlandia la Danimarca conduce l’esercitazione “Arctic Light 2025” con oltre 550 militari di Danimarca, Francia, Germania, Svezia e Norvegia. L’operazione, sullo sfondo delle tensioni con l’amministrazione Trump per le rivendicazioni statunitensi sull’isola, mira a rafforzare la presenza Nato nell’Artico.Le manovre russe, avviate il 12 settembre, coinvolgono 100.000 militari e si concludono oggi.

Zapad-2025 prevede lo scenario di una grande aggressione militare contro lo Stato dell’Unione Russia-Bielorussia, ha dichiarato il vice ministro della Difesa russo Yunus-Bek Evkurov. “Secondo il piano delle manovre, il gruppo congiunto di truppe respinge una aggressione su vasta scala nel teatro occidentale delle operazioni, con azioni militari condotte su tre direttrici e nella zona artica”, ha affermato Evkurov.

Rome Future Week, con un hackathon i giovani riscrivono la prevenzione

Roma, 16 set. (askanews) – “Ascolta, condividi, cura: la prevenzione inizia da piccoli gesti.” uno dei messaggi del Manifesto della Prevenzione Partecipata, il documento collettivo realizzato dai giovani protagonisti di Next Gen Prevention, l’hackathon ideato da Rome Future Week con il sostegno della Fondazione MSD, per ridisegnare la prevenzione attraverso la voce e le idee dei giovani. “Coinvolgere i giovani importantissimo e come Fondazione MSD crediamo moltissimo nel potenziale trasformativo dei giovani, soprattutto su temi come la prevenzione. – ha affermato Claudia Rutigliano della Fondazione MSD – La prevenzione preparare il futuro della Salute, quindi i ragazzi devono essere necessariamente coinvolti. Il futuro oggi e i ragazzi possono darci tante idee, tanti spunti per migliorare il futuro della Salute, renderlo pi equo, renderlo pi inclusivo”.

Alla Casa delle Tecnologie Emergenti di Roma, oltre 60 ragazze e ragazzi tra i 18 e i 30 anni hanno lavorato in team di co-creazione, tracciando una visione della prevenzione come libert, equit e responsabilit condivisa: dal diritto universale all’accesso ai servizi psicologici, alla richiesta di comunicazioni sanitarie pi affidabili; da campagne social multilingue per includere tutte le comunit a proposte per rafforzare la fiducia tra cittadini e medici; fino a stili di vita pi sostenibili e a forme nuove di partecipazione giovanile. “Hanno partecipato tantissimi ragazzi, che una cosa a cui teniamo molto. – ha detto Emma Molinari, Sponsorship Manager Rome Future Week – Quest’anno abbiamo raccolto pi di 2000 ragazzi per tutta la settimana, questa solo la giornata di apertura, per tutti i prossimi giorni qui alla Casa delle Tecnologie Emergenti ci saranno tanti eventi diversi su tematiche diverse, in particolare che coinvolgeranno professionisti e studenti”.

I partecipanti, divisi in gruppi, hanno lavorato su valori chiave della prevenzione: Consapevolezza, Empowerment, Equit, Fiducia, Sostenibilit, Partecipazione. Ad affiancare i giovani in questo percorso, alcuni mentor provenienti da ambiti complementari della prevenzione, dall’innovazione tecnologica alla comunicazione. Alessandro Carellario, A.d. di Sinapsys, societ del Gruppo Maggioli specializzata in soluzioni digitali per la sanit, ha affermato: “Riteniamo che il pensiero che i giovani riescono a mettere in campo possa essere molto importante per noi per progettare anche le azioni future”.

A Bergamo il Seminario Pazienti-Medici AIL sui linfomi

Bergamo, 16 set. (askanews) – Si tenuto a Bergamo presso il Centro di Ospitalit e Formazione Paolo Belli – Sala Conferenze “Elena Piazzini”, il Seminario Pazienti-Medici organizzato da AIL in collaborazione con la Fondazione Italiana Linfomi.

Un pomeriggio di dialogo, ascolto e confronto, dedicato a chi vive ogni giorno la sfida di convivere con un linfoma: pazienti, familiari, caregiver e specialisti del settore si sono incontrati per fare rete, condividere esperienze e aggiornamenti medico-scientifici. Nel corso dell’incontro, i medici intervenuti hanno affrontato temi centrali come: i bisogni reali dei pazienti, le forme rare di linfoma, le nuove frontiere della terapia e il ruolo fondamentale del caregiver nell’assistenza quotidiana.

Presente anche Giuseppe Toro, Presidente Nazionale AIL, che ha sottolineato l’importanza di occasioni come questa:

“Sono incontri dedicati ai pazienti, dedicati anche a chi ha superato la malattia, chi ha un processo di clonicizzazione, per cui anche un modo per mettere insieme la comunit di questi malati, non fare sentire soli i malati. un impegno molto importante, molto sentito da oltre vent’anni perch ci aiuta a conoscere meglio i bisogni e le necessit dei nostri pazienti”.

Il Professor Alessandro Rambaldi, Direttore dell’Unit di Ematologia e del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha messo l’accento sull’importanza delle nuove terapie basate sull’immunoterapia:

“Questi trattamenti innovativi si stanno ora spostando nelle fasi iniziali del trattamento, per cercare quindi che sempre un maggior numero di pazienti possa raggiungere una remissione definitiva della loro malattia, evitando come vedremo molti trattamenti pi intensivi e pi tossici, quindi un progresso nei risultati, ma anche un progresso nella tollerabilit dei trattamenti. Decine e decine di pazienti in cui abbiamo maturato un’esperienza fin dalle fasi iniziali dello sviluppo di questi trattamenti, come dicevo si tratta di programmi di immunoterapia, il cui cardine oggi rappresentato dalla terapia con le cellule CAR T, ma anche da molte altre forme di immunoterapia, gli anticorpi bispecifici di cui parleremo, che sono basati sugli stessi principi che rendono la terapia con le cellule CAR T cos efficaci e cos ben tollerati”.

Come nelle edizioni precedenti, non mancato lo spazio dedicato al dialogo diretto tra pazienti e medici: un momento aperto, fatto di domande, dubbi e preziose testimonianze. Il seminario si concluso con un messaggio condiviso: la collaborazione tra pazienti e medici, il supporto di AIL e l’impegno della ricerca medica aprono ogni giorno nuove strade di speranza e di vita.

P.A., Mattarella: il concorso tutela il merito, funzionari al servizio della nazione

Roma, 16 set. (askanews) – Il concorso tutela il merito e la legge garantisce imparzialità ai funzionari che sono al “servizio esclusivo della Nazione”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale i vincitori del nono Corso-concorso per dirigenti pubblici organizzato dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione.

“Il concorso tutela il merito e garantisce un identico trattamento di tutti i candidati”, ha ricordato il capo dello Stato aggiungendo che “la Costituzione ha, inoltre, deciso di riservare alla legge l’organizzazione dei pubblici uffici, introducendo un secondo elemento di rottura con la tradizione precedente che la demandava al Governo. Alla legge, e quindi al Parlamento, è stato assegnato il compito di organizzare i pubblici uffici al fine di assicurare imparzialità e buon andamento. I pubblici funzionari sono stati, in tal modo, posti sotto la tutela della legge votata dal Parlamento, rappresentativo dell’intera comunità nazionale”.

“Far venire meno l’esclusività di rapporto tra Governo e Amministrazione ha realizzato il presupposto affinché i pubblici impiegati possano porsi effettivamente al ‘servizio esclusivo della Nazione””, ha spiegato ancora il Presidente.

Il Gruppo DESA presenta il suo primo bilancio di sostenibilit

Milano, 16 set. (askanews) – Anche con pi di 100 anni di storia alle spalle, possibile guardare al futuro con trasparenza e responsabilit. la storia del Gruppo Desa, nato nel 1908 come Saponificio Ambrogio Silva, che nel settembre 2025 ha pubblicato il suo primo bilancio di sostenibilit.

Una storica azienda familiare italiana, nel campo della produzione di detergenti per il bucato, la pulizia della casa e l’igiene personale, che produce alcuni dei marchi pi famosi del settore, ma che punta ad una nuova linea di prodotti sempre pi ecosostenibili e a basso impatto ambientale, come spiega Marco Sala, Vice Presidente del Gruppo Desa: “Oggi operiamo sul mercato con brand importanti come Chanteclair, Spuma di Sciampagna, Quasar e soprattutto Vert di Chanteclair. Sono prodotti che contengono l’anima della sostenibilit: dal profumo, alle materie prime, al packaging. Tutto questo risponde alle esigenze del consumatore, sviluppando l’intero prodotto, fino al riciclo finale, puntando sulla sostenibilit”.

Per un gruppo che festeggia risultati economici solidi, 467 milioni di euro di fatturato nel 2024 e una crescita del 14% rispetto al 2023, c’ quindi tanta attenzione sul fronte ambientale nei quattro stabilimenti produttivi in Italia. Dall’impianto fotovoltaico di Sant’Agata Bolognese al recupero delle acque di lavaggio e dei sali di scarto a Caravaggio e non solo.

Oltre ai 90 progetti di ricerca e sviluppo, le iniziative toccano anche l’ambito della formazione per i dipendenti e il rapporto con i fornitori e la filiera, come sottolineato da Fabrizio Foglia, ESG Director Gruppo DESA: “Sul fronte ambientale, stiamo sviluppando il primo inventario dei gas effetto serra, per sviluppare una strategia di decarbonizzazione a medio-lungo termine e siamo molto attenti a ridurre i consumi idrici. Sul fronte sociale, stiamo invece strutturando il welfare offerto ai collaboratori per investire sulla loro formazione perch crediamo siano l’anima trainante di questo gruppo. Infine, per quanto riguarda la governance, stiamo integrando la sostenibilit nelle strategie industriali per puntare su uno sviluppo sostenibile”.

Per il Gruppo DESA, la missione quindi confermata: rafforzare la leadership in Italia e consolidare l’espansione internazionale, coniugando innovazione, qualit e sostenibilit.

A Laura Pausini il "Billboard Icon Award": ‘Onorata del premio’

Milano, 16 set. (askanews) – Laura Pausini riceverà, durante i Billboard Latin Music Awards 2025, il “Billboard Icon Award, riconoscimento dato agli artisti che vantano una carriera di grande rilievo per la musica contemporanea, e che si sono affermati come personalità più illustri del proprio genere, celebrati a livello mondiale per aver raggiunto un successo sia musicale che commerciale.

La cerimonia di premiazione si svolgerà giovedì 23 ottobre al James L. Knight Center di Miami. “Ciò che mi emoziona di più – ha commentato Laura Pausini – è che questo riconoscimento arriva proprio nell’anno in cui, prima ancora di sapere che l’avrei ricevuto, avevo già deciso di lanciare un album tributo ai grandi cantautori della Spagna e dell’America Latina. È la prima volta che canto e arrangio canzoni che non sono scritte da me né del mio stile, ma che interpreto con il mio marchio, come tributo a quel repertorio così emblematico della nostra musica. Sono onorata di ricevere la notizia di questo premio, è un vero regalo”.

La notizia che arriva a poco meno di una settimana dal lancio del nuovo singolo, “La mia storia tra le dita”, cover della canzone di Gianluca Grignani, pubblicato in quattro versioni: italiano, spagnolo, portoghese e francese.

L’uscita del brano è stata accompagnata dall’annuncio del nuovo tour, “Io canto / Yo canto world tour 2026/2027”, undicesima tournée mondiale. Per la prima volta la partenza è prevista dall’estero, il 27 Marzo a Pamplona, toccando Tenerife e le città di Barcellona, Valencia e Madrid, per poi proseguire in America Latina, con date in Uruguay, Argentina, Cile, Perù, Colombia, Ecuador, Costa Rica, Messico, Repubblica Dominicana, Porto Rico, e sbarcare negli Stati Uniti, nelle città di Miami, Orlando, Dallas, Los Angeles, Chicago, Toronto, New York.

In autunno sarà la volta dell’Italia e dell’Europa, nei palazzetti delle più grandi metropoli, per poi sbarcare in Brasile a febbraio 2027 per tornare in patria con un mega show negli stadi, e un ritorno invernale di nuovo in Italia ed Europa fino alla fine dell’anno.

A Bergamo “#tuoCarmine si racconta” con SuperUrbanity e TTB

Bergamo, 16 set. (askanews) – Nel cuore di Citt Alta, a Bergamo, il Monastero del Carmine si racconta. con una nuova voce. Una voce digitale, accessibile, e profondamente umana. il progetto “#tuoCarmine si racconta”, nato dall’incontro tra la visione tecnologica di SuperUrbanity e la vocazione culturale del Teatro Tascabile di Bergamo. Un luogo del Cinquecento che, grazie alla tecnologia, si apre a tutti. Un progetto che ha vinto Innovacultura 2024, distinguendosi come l’unico a rappresentare Bergamo nella categoria dedicata ai complessi monumentali non statali. Abbiamo parlato con Rodolfo Pinto, CEO SuperUrbanity:

“Il progetto mira a creare un layer digitale di un luogo fisico della storia e della cultura della citt di Bergamo e mira a digitalizzare lo spazio in modo integrato, replicabile e scalabile. Quindi interveniamo con un software che riguarda la governance e la gestione dei rapporti con i donors del Teatro Tascabile che contribuiscono alla rigenerazione del Monastero del Carmine e uno strumento che poi aiuta a valorizzare il loro contributo. Abbiamo realizzato poi una visitor experience fatta di interaction design, monitor interattivi, realt aumentata con l’ottica di essere quanto pi accessibile e inclusiva possibile e un ultimo strumento invece uno strumento digitale per coinvolgere i visitatori nel futuro di questo spazio contribuendo attraverso le loro idee, le loro suggestioni alla rigenerazione di tanti spazi ancora da rigenerare all’interno del Monastero del Carmine”.

Il progetto stato pensato da un team multidisciplinare: sviluppatori, attori, ma anche interpreti LIS, persone sorde, grafici, abitanti del quartiere. Un mosaico di competenze che ha dato vita a una web app fruibile con testi, audio, video in LIS, realt aumentata e supporti per disabilit visive e uditive. Tutto ruota attorno a una nuova infrastruttura digitale. Il portale teatrotascabile.org diventa il punto di accesso unico al Carmine, alle sue attivit, e alla sua memoria collettiva. poi intervenuta Gloria Gusmaroli, coordinatrice “#tuoCarmine si racconta” per Teatro Tascabile Bergamo:

“Il progetto “#tuoCarmine si racconta un layer digitale che abbiamo deciso di organizzare all’interno del Monastero del Carmine e che permette alle persone di scoprire le storie che hanno attraversato il Monastero in autonomia quindi anche senza la presenza del teatro tascabile, del comune o di persone che lo raccontano. Questa idea nasce anche dalla volont di far scoprire il posto attraverso i racconti di chi lo ha vissuto quindi tutta la fruizione del materiale avverr tramite i volti e le parole di chi lo ha abitato”.

Con “#tuoCarmine si racconta”, il Monastero del Carmine si trasforma dunque da spazio da visitare. a spazio da vivere, ponendosi come modello che pu diventare un riferimento nazionale per la trasformazione digitale dei beni culturali.

Al via il Wine Business Program

Roma, 16 set. (askanews) – Prendono il via a Villa Blanc le lezioni del Wine Business Program, il percorso formativo per i giovani talenti motivati a intraprendere una carriera nel settore vitivinicolo, promosso dal Consorzio Italia del Vino in collaborazione con Luiss Business School. Abbiamo parlato con Roberta Corr, Presidente di Italia del Vino:

“C’ stato un grande lavoro da parte di Louis Business School, del Consorzio, abbiamo fatto colloqui, abbiamo avuto pi di 160 richieste, credo che questo sia uno dei primi esperimenti, percorsi che le aziende debbano fare per costruire i giovani del domani”.

Prima lezione che ha visto protagonista Paolo Cuccia, Presidente del Gambero Rosso che ha parlato agli studenti del mercato del vino ed i suoi attori. Il Wine Business un programma che si inserisce in un momento storico-culturale di grande competitivit sui mercati internazionali, incertezze legate ai dazi ed alle dinamiche di consumo. Infine intervenuto Raffaele Oriani, Dean della Luiss Business School:

“In un contesto cos complesso come il Business School riteniamo che la formazione delle persone e l’investimento nelle risorse umane sia di fondamentale importanza per le aziende che partecipano al programma, promuovendolo e poi prendendo gli studenti in stage, sia fondamentale per affrontare le sfide nuove e complesse che le aspettano”.

Pallavolo, l’Italia cede al Belgio 3-2 ai Mondiali

Roma, 16 set. (askanews) – L’Italia ha ceduto al tie-break (25-23, 25-20, 22-25, 21-25, 15-13) contro il Belgio nella seconda gara di questa rassegna iridata. Un ko maturato al termine di una gara che era iniziata male con Giannelli e compagni sotto 2-0, ma poi capaci di riaprirla riportandosi in parità soprattutto grazie al decisivo ingresso di alcuni ragazzi dalla panchina. Proprio sul più bello, però, quando la rimonta sembrava essere possibile, gli azzurri hanno finito per cedere 15-13 proprio nel finale di un tie-break che per la verità li aveva visti sempre inseguire. Decisiva a questo punto sarà la gara con l’Ucraina nella quale l’Italia dovrà vincere per assicurarsi il passaggio del turno. (Federvolley)

Guterres: non spetta al Segretario Onu determinare se a Gaza è un genocidio

Roma, 16 set. (askanews) – Non spetta al Segretario generale dell’Onu determinare se nella Striscia di Gaza stia avendo luogo un genocidio: lo ha affermato Antonio Guterres, dopo la pubblicazione del rapporto delle Nazioni Unite sulla situazione nei Territori occupati. “Come ho detto più e più volte, in queste e in altre circostanze simili, non è compito del Segretario generale pronunciarsi sulla questione del genocidio, compito che spetta alle entità giudiziarie competenti, vale a dire la Corte internazionale di giustizia”, ha concluso.

In precedenza la presidente della Commissione di Inchiesta dell’Onu sui Territori occupati, Navy Pillay, aveva affermato che i dirigenti israeliani – compreso il premier Benjamin Netanyahu – avevano incitato al genocidio nella Striscia di Gaza.

Calcio, Allarme Inter, Lautaro salta la rifinitura

Roma, 16 set. (askanews) – Inter in allarme alla vigilia dell’esordio europeo in Champions ad Amsterdam contro l’Ajax, in programma mercoledì sera: come riferito dalla Gazzetta dello Sport, Lautaro Martinez ha saltato per il mal di schiena la rifinitura in programma in mattinata prima della partenza. L’argentino ha lavorato in palestra e non si è allenato coi compagni. La notizia è che partirà comunque per l’Olanda, ma va considerato in dubbio per domani. Chivu parlerà alle 19 e scioglierà le riserve. Assente dalla rifinitura anche Matteo Darmian, che invece non partirà per una lombalgia. L’esterno salterà la sfida con l’Ajax. Già ieri non si era allenato per il mal di schiena.

Ambasciatore Russia: "sconcertante" reazione dell’Italia alla vicenda dei droni in Polonia

Roma, 16 set. (askanews) – L’ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Alexey Paramonov, ha diffuso sui social della sede diplomatica russa un commento ufficiale sulla vicenda dell’incursioni di droni nello spazio aereo polacco, attribuita a Mosca. Paramonov ha definito “sconcertante” la reazione della leadership politica italiana, che ha parlato di “necessità di misure urgenti” per proteggere lo spazio aereo e di un possibile invio di aerei italiani in Polonia.

Secondo l’ambasciatore, si tratta di un modo per “alimentare artificialmente l’ostilità verso la Russia” e giustificare l’aumento delle spese militari. “È evidente – ha aggiunto – che la Russia non poteva avere alcun interesse a provocare tale incidente”, ricordando che Mosca si è offerta di discutere la situazione con le autorità polacche e altri Paesi “per chiarire le circostanze e prevenire una escalation”.Paramonov ha anche evocato il rischio di “provocazioni sotto falsa bandiera da parte di Kiev” e ha accusato i media italiani di “alimentare il mulino del regime di Zelensky, che da tre anni tenta di provocare uno scontro diretto tra Russia e NATO”.

L’ambasciatore ha infine richiamato la storia, sostenendo che la Russia ha sempre perseguito “relazioni amichevoli e costruttive”, lanciando un monito velato: la partecipazione a coalizioni antirusse “si è sempre conclusa in maniera disastrosa per la popolazione”.

Difesa, Lega: ok a spese per la sicurezza interna, non per armi

Roma, 16 set. (askanews) – “Le maggiori spese per la Difesa dovranno essere usate per la sicurezza interna. Obiettivo: presidiare e controllare treni, stazioni, mezzi pubblici, scuole e strade, non per inviare soldati italiani o per comprare armi e mezzi da usare all’estero”. È la posizione della Lega, ribadita durante il consiglio federale presieduto da Matteo Salvini.

Il Ministro Giancarlo Giorgetti si è collegato e ha preso la parola per illustrare il processo di approvazione della legge di bilancio.

Tennis, l’Italia femminile in semifinale di Billie Jean King Cup

Roma, 16 set. (askanews) – L’Italia è in semifinale di Billie Jean King Cup. Le azzurre della Capitana Garbin hanno battuto 2-0 le padrone di casa della Cina. Decisiva la vittoria in rimonta di Jasmine Paolini (n. 8) sulla n°1 cinese Wang Xinyu (n. 34): 4-6, 7-6 6-4 per la campionessa di Roma in quasi tre ore di gioco e l’ennesima, straordinaria, rimonta. Un tie che era iniziato con un’altra clamorosa rimonta di Elisabetta Cocciaretto. Tornata a giocare in Billie Jean King Cup dopo la sconfitta a sorpresa dello scorso anno contro la giapponese Shibahara, la marchigiana ha superato Yue Yuan, n. 102 al mondo, con il punteggio di 4-6, 7-5, 7-5 in quasi tre ore di gioco. Una vittoria incredibile, frutto della perserveranza di Cocciaretto. L’azzurra, infatti, si è ritrovata indietro nel punteggio sia nel secondo che nel terzo set, recuperando in entrambi i casi da 2-5 con una serie di cinque giochi consecutivi. L’Italia, campione in carica, affronterà venerdì una tra Spagna o Ucraina in semifinale.

Calcio, Psg-Atalanta, Juric: "Nessuna paura, curiosità e fiducia"

Roma, 16 set. (askanews) – La Champions League dell’Atalanta riparte da Parigi. Appuntamento domani alle 21 al Parco dei Principi, casa del Psg campione d’Europa in carica. Un debutto da brividi nella nuova edizione per i nerazzurri che, dopo 9 anni insieme a Gian Piero Gasperini, sono ripartiti in panchina da Ivan Juric. E sarà un esordio nella competizione per il nuovo allenatore, che ha introdotto la partita ai microfoni di Sky Sport. “Sono molto concentrato per preparare bene la partita, le emozioni sono poche” le parole di Juric. È più curioso o spaventato di vedere l’Atalanta contro la squadra più forte del mondo: “Spaventato no, curioso sì per vederli all’opera. Ma ci siamo preparati bene, li affronteremo come sempre cercando di fare una grande partita”. Sulla gara: “Si affronta con coraggio, loro hanno caratteristiche di palleggio e velocità in attacco. Ma serve avere coraggio: le squadre che si abbassano molto poi soffrono di più. E quindi affrontarli a viso aperto”. Quanto pesano le assenze di Ederson e Scamacca: “Manca anche Kolasinac, ma i ragazzi sono pronti e ci sono tanti giovani che vogliono fare bene. Sono fiducioso”. Quanto può servire la vittoria contro il Lecce: “Meritavamo molto di più anche nelle altre partite, domenica abbiamo coniugato bel gioco e vittoria. I ragazzi erano contenti dopo la partita: ne avevamo bisogno per affrontare il Psg con più fiducia”. Sulla vicenda Lookman: “Siamo molto sereni, ne abbiamo già parlato e pensiamo solo alla partita di domani”.

Calcio, Allegri, una giornata squalifica per il rosso a Bologna

Roma, 16 set. (askanews) – La cacciata contro il Bologna, la prima in questa seconda avventura al Milan, costa una giornata di squalifica e una multa per Massimiliano Allegri. Il tecnico rossonero, che si è levato la giacca ed è andato muso a muso col quarto uomo in occasione del rigore tolto col VAR per evidente fallo su Nkunku, è stato espulso dall’arbitro Marcenaro per proteste: questo gli costerà la panchina in occasione del match di sabato sera alle 20.45 tra Udinese e Milan alla Dacia Arena. Squalifica di una giornata e ammenda di 10mila euro “per avere, al 45° del secondo tempo, criticato in modo irrispettoso l’operato del VAR, dopo la notifica del provvedimento di espulsione contestava in maniera plateale il Quarto Ufficiale; infrazione rilevata dal Quarto Ufficiale”, si legge nel comunicato del Giudice Sportivo.

M.O., tutte le opposizioni chiedono a Meloni di venire in Parlamento

Roma, 16 set. (askanews) – Le opposizioni incalzano il governo su Gaza, alla Camera in apertura della seduta pomeridiana tutti gli esponenti delle minoranze hanno preso la parola per chiedere alla premier Giorgia Meloni di venire in Parlamento per una informativa sulle operazioni di Israele. Il primo a parlare è stato Peppe Provenzano, Pd, ma dopo di lui sono intervenuti anche Marco Grimaldi(Avs), Riccardo Ricciardi(M5s), Roberto Giachetti(Iv) e il capogruppo di Azione Matteo Richetti.

Israele attacca il porto di Hudaydah nello Yemen

Roma, 16 set. (askanews) – Israele sta attaccando il porto della città costiera di Hodeidah, nello Yemen. Lo riporta la tv affiliata ai ribelli Houthi, al Masirah. Secondo alcune testimonianze sono state avvertite almeno cinque esplosioni. Le forze armate israeliane hanno confermato il bombardamento avvenuto poco fa sul porto yemenita di Hodeidah, come rappresaglia per un attacco missilistico delle milizie sciite degli Houthi.

L’aviazione israeliana avrebbe iniziato a colpire la zona dopo che le Idf (Forze di Difesa israeliane) hanno emesso un avviso di evacuazione per il porto nell’ovest dello Yemen controllato dagli Houthi. Nel porto è scoppiato un grosso incendio.

Il portavoce militare Houthi, Yahya Saree, ha indicato che la difesa aerea del gruppo sta contrastando gli aerei israeliani che effettuano gli attacchi. Un’ora e mezza prima, le Idf avevano avvertito che avrebbe colpito il porto di Hodeidah in risposta ai ripetuti attacchi con missili e droni degli Houthi contro Israele.

“Le Idf hanno colpito un sito infrastrutturale militare appartenente al regime terroristico degli Houthi nel porto di Hodeidah nello Yemen… L’attacco è stato effettuato in risposta ai ripetuti attacchi contro lo Stato di Israele, tra cui il lancio di droni e missili terra-terra verso lo Stato di Israele”, si legge ne comunicato diffuso dall’esercito israeliano.

L’attacco israeliano al porto di Hodeidah in Yemen mira a portare avanti “il blocco navale e aereo contro l’organizzazione terroristica Houthi”, ha in seguito dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz.

“L’organizzazione terroristica Houthi continuerà a subire colpi e pagherà prezzi dolorosi per qualsiasi tentativo di attaccare lo Stato di Israele”, ha aggiunto.

"Dopamina" di Sick Luke il vinile più venduto della settimana

Milano, 16 set. (askanews) – Sick Luke si conferma uno dei protagonisti di questa stagione musicale: il suo nuovo producer album “Dopamina”, pubblicato lo scorso 5 settembre per Carosello Records, è il vinile più venduto della settimana (FIMI/GfK), nonché #2 album più venduto della settimana (FIMI/GfK), #1 album più ascoltato su Apple Music, #2 su Spotify e #4 su Amazon Music. Durante il weekend di pubblicazione “Dopamina” è stato il #4 album più ascoltato al mondo su Spotify. Ottimi riscontri anche su TikTok, dove i brani “Le donne”, “Money machine”, “Mayday” e “Da quando ci sei tu” stanno catalizzando un totale di quasi 75 milioni di visualizzazioni.

“Dopamina è il mio secondo album da producer e dietro c’è stato un lavoro enorme iniziato tre anni fa. È stato un viaggio tutto nuovo, pieno di sfide e di scoperte. Chi mi conosce sa che non mi piace ripetermi. Ogni progetto per me è un’occasione per sperimentare, per provare a toccare le persone con i miei suoni e per raccontarmi in modo diverso, ma sempre mantenendo vive tutte le mie personalità musicali. Ho avuto la fortuna di collaborare con artisti con cui non avevo mai lavorato, provando a portarli oltre i loro limiti e a fare il lavoro che ho sempre sognato” racconta Sick Luke sui social. “Ho iniziato a fare i beat con 4 note su Omnisphere, e oggi ho potuto lavorare con synth analogici, coristi, chitarre e tanto altro. Ogni dettaglio è stato una piccola conquista, un momento di pura soddisfazione nella ricerca del suono. Per me fare musica è cercare di spostare i limiti miei e delle persone che mi ascoltano. Grazie a chi crede in me e nella mia musica, spero che DOPAMINA vi arrivi dritto al cuore: a me ne è arrivata tantissima creandolo. “Non è il talento a fare la differenza, è quella fame che non ti lascia in pace. Dopamina”.

L’album che racconta un nuovo capitolo della vita e della carriera di Sick Luke, una delle figure cardine delle più recenti rivoluzioni musicali del nostro Paese, è composto da 13 tracce e racchiude le partecipazioni di Alfa, BLANCO, Capo Plaza, Duke Montana, Ele A, Glocky, Lazza, nayt, Piccolo, Rose Villain, Sayf, Side Baby, Simba La Rue, Tedua, thasup, Tony Effe, Venerus e il collega internazionale Clams Casino (già collaboratore di The Weeknd, Kid Laroi, A$AP Rocky).

Tra giovani promesse del futuro e hit maker conclamati, la rosa dei 18 nomi scelti da Sick Luke per accompagnare il suo nuovo sound, quello racchiuso in “Dopamina”, è capace di coinvolgere artisti tra i più significativi del momento al fianco di alcune scommesse che guardano al futuro della musica. Un’attenta selezione di voci e personalità che, combinate alle minuziose produzioni da vero fuoriclasse di Sick Luke, spaziano tra le più diverse atmosfere della musica contemporanea, compiendo un nuovo imperdibile viaggio tra vibranti solo tracks e combinazioni uniche.

Sick Luke è infatti uno dei più apprezzati e impattanti producer dei nostri tempi, continuando a cimentarsi in episodiche collaborazioni con il mondo del cinema e della moda e firmando produzioni per i più rilevanti nomi rap e pop del momento, dalla trap-star argentina Duki sino all’iconico remix di “Espresso Macchiato” di Tommy Cash con Tony Effe e ancora Lazza, Simba La Rue, Tony Boy, Tedua, Capo Plaza, Bresh, solo per citarne alcuni. Ha inoltre aperto i concerti di Drake all’Unipol Forum di Milano.

Dopo i palazzetti, Achille Lauro alla conquista degli stadi

Milano, 16 set. (askanews) – Un nuovo grande traguardo si aggiunge alla catena di successi ottenuti da Achille Lauro nell’ultimo anno: in vendita da ora i biglietti per la nuova data di Comuni Immortali, il 15 giugno 2026 – per la prima volta nella sua carriera – l’artista sarà live sul palco di San Siro.

Il suo secondo live dell’estate 2026 è solo l’ultimo tassello dei record raggiunti da Achille Lauro in un periodo d’oro che lo ha visto registrare il tutto esaurito per la doppia data al Circo Massimo e per il live a Osaka in occasione di Expo 2025 fino ad arrivare, nel giro di pochissimi giorni, al sold out della sua prima attesissima data allo Stadio Olimpico – in programma il 10 giugno 2026 – a cui si aggiunge ora anche il sold out del tour nei Palazzetti 2026, 15 date tutte già esaurite.

I successi inarrestabili del tour si uniscono a quelli della sua musica che da un anno domina le classifiche radiofoniche e di streaming, a partire da Amore disperato, certificato Platino, per proseguire poi con l’album Comuni Mortali certificato Platino, il singolo AMOR, certificato Oro e il suo brano Incoscienti giovani, certificato Platino, in gara a Sanremo 2025 e tra i brani più venduti nella prima metà dell’anno.

L’ultimo singolo, Senza una stupida storia, uscito venerdì 12 settembre per Warner Music Italy, è una ballad con cui Lauro ribalta i cliché romantici e trasforma la fine di una storia in un atto di rinascita. Il brano è accompagnato dal videoclip – uscito ieri – in cui l’artista, ancora una volta, ha voluto coinvolgere i suoi fan per renderli protagonisti, come già fatto con Amor, invitandoli tramite i social a partecipare a un secret show. Il videoclip, girato interamente in bianco e nero, è un vero e proprio live con Lauro sul palco insieme alla sua band e il pubblico tutto intorno in un caloroso abbraccio.

Intanto è ripartita l’avventura di X Factor dove per il secondo anno consecutivo siede al tavolo dei giudici dopo la precedente edizione che lo ha visto ottenere un record assoluto nella storia del programma portando tutta la sua squadra in finale.

I biglietti per la data di San Siro il 15 giugno 2026 sono disponibili da oggi alle ore 14 sul sito di Ticketone e nei punti vendita autorizzati.

Il tour dei Palazzetti 2026, lo Stadio Olimpico e lo Stadio San Siro sono prodotti da Friends & Partners.

RTL 102.5 è media partner ufficiale dei concerti di Achille Lauro dei Palazzetti e del live “Comuni Immortali” allo Stadio Olimpico e allo Stadio San Siro nel 2026.

Frecciarossa è il treno ufficiale del live “Comuni Immortali” allo Stadio Olimpico e allo Stadio San Siro nel 2026.

Crosetto: guerra? Per quanto riguarda Italia e Nato non è vicina

Milano, 16 set. (askanews) – “Non c’è richiesta di cose specifiche, c’è richiesta di assetti sul fronte Est”. Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto a margine del forum Defence Procurement a Roma, rispondendo in merito alle domande su Nato ed eventuale fornitura di altri Eurofighter italiani. “Siamo già tra i maggiori contributori della NATO. Daremo la disponibilità per lasciare più tempo il Samp-T, che abbiamo dislocato sul fronte est, o di lasciare più tempo gli aerei CAEW (Conformal Airborne Early Warning) che fanno controllo radar nella zona. Mi pare sia una disponibilità già elevata rispetto a quello che già abbiamo dato, che stiamo dando sul fronte Est: la guerra per quanto riguarda l’Italia e la NATO non è vicina, non è neanche tra le possibilità che ci siamo posti; per quanto riguarda la Russia, invece è una cosa reale perché la sta facendo (Mosca, ndr), in Ucraina, non sicuramente altre nazioni” ha aggiunto.

Nato: ecco manovre portaerei tedesca Hamburg con Gerald Ford Usa

Milano, 16 set. (askanews) – La USS Gerald R. Ford, la nave militare più grande al mondo, impegnata in manovre con la “nave tedesca Hamburg della Standing NATO Response Force Maritime Group 1”, uno dei comandi permanenti per la parte marittima della Nato Response Force, dipendente dal Nato Maritime Command e composta principalmente da unità navali di stati con accesso all’Oceano Atlantico. Lo si legge su X in un post del Nato Maritime Command che ha pubblicato due foto delle manovre.

“La nave tedesca Hamburg sta effettuando manovre con il gruppo della portaerei USS Gerald R. Ford (CVN-78) nell’estremo nord”, si legge a commento delle immagini. “Durante questa navigazione, entrambe le navi stavano conducendo operazioni di volo nell’Atlantico settentrionale”, si aggiunge.

Secondo un comunicato degli Affari Pubblici della Sesta Flotta degli Stati Uniti d’America, “lo USS Gerald R. Ford Carrier Strike Group ha guidato una forza marittima alleata con il Comando marittimo alleato (MARCOM) e gli alleati Nato Norvegia, Germania e Francia per condurre operazioni di routine nella regione dell’Estremo Nord dal 23 agosto all’8 settembre 2025. L’estremo nord è una regione fondamentale per gli Stati Uniti d’America e la Nato, che possono collaborare a sostegno di una regione euro-atlantica sicura, stabile e protetta, rafforzando le capacità militari, la prontezza e l’interoperabilità”.

Formula1, sei gare Sprint per il calendario 2026

Roma, 16 set. (askanews) – Dopo aver definito tappe e date del prossimo campionato, la Formula 1 ha ora annunciato anche il calendario delle Sprint per il 2026. Le gare saranno ancora 6, con novità nei circuiti coinvolti ma senza cambiamenti al format, almeno per ora. Liberty Media ha confermato che non ci saranno variazioni nel breve periodo, ma dal 2027 si valuta un possibile aumento e modifiche, inclusa l’ipotesi della griglia invertita.

Queste le date delle gare sprint CINA – (weekend 13-15 marzo) MIAMI – (weekend 1-3 maggio) CANADA – (weekend 22-24 maggio) GRAN BRETAGNA – (weekend 3-5 luglio) OLANDA – (weekend 21-23 agosto) SINGAPORE – (weekend 9-11 ottobre)

E’ morto l’attore e attivista Robert Redford

Roma, 16 set. (askanews) – Si è spento a 89 anni nella sua casa nello Utah Robert Redford, attore, regista e produttore che per oltre mezzo secolo ha incarnato il mito del cinema americano. Con lui se ne va non solo uno dei volti più amati dal pubblico, ma anche un pioniere che ha saputo unire glamour e impegno civile, fascino da star e attenzione alle storie più intime e difficili. Era il 1969 quando il pubblico di tutto il mondo lo vide in sella accanto a Paul Newman in Butch Cassidy and the Sundance Kid: il sorriso scanzonato, lo sguardo limpido e ribelle, la naturalezza davanti alla macchina da presa lo consacrarono icona immediata. Da allora Redford non è più uscito dall’immaginario collettivo. Negli anni Settanta firmò una sequenza di film destinati a entrare nella storia: The Sting con Newman, Come eravamo con Barbra Streisand, I tre giorni del Condor, fino ad All the President’s Men, in cui vestì i panni del giornalista Bob Woodward e raccontò lo scandalo Watergate. Ma ridurlo a “bello di Hollywood” sarebbe un’ingiustizia. Redford aveva dentro di sé l’urgenza di raccontare altro, di spingersi oltre. Nel 1980, con Ordinary People, passò dietro la macchina da presa e vinse subito l’Oscar alla regia. Non smise più: da In mezzo scorre il fiume a Quiz Show, fino a The Horse Whisperer, ogni suo film rifletteva la ricerca di autenticità, la tensione verso storie vere, umane, universali. Al tempo stesso, Redford costruì un tempio per il cinema indipendente: il Sundance Institute e il Sundance Film Festival, fucina di nuovi talenti e voce di chi non trovava spazio nell’industria. Senza di lui, oggi il panorama dei giovani registi americani sarebbe diverso. La sua vita privata, segnata da amori, dolori e un impegno costante, si intrecciava con l’immagine pubblica. Dal matrimonio con Lola Van Wagenen nacquero quattro figli, ma la tragedia colpì presto: il primogenito Scott morì neonato, il figlio James nel 2020 a 58 anni. Dal 2009 era sposato con la pittrice tedesca Sibylle Szaggars, compagna discreta e fedele. Negli ultimi anni aveva ridotto le apparizioni pubbliche, ma non aveva smesso di essere punto di riferimento per colleghi e cinefili. Nel 2013 sorprese tutti con All Is Lost, film quasi muto in cui, solo su una barca in mezzo all’oceano, lottava per la sopravvivenza. Un’opera estrema, quasi un testamento artistico, che dimostrò ancora una volta la sua capacità di mettersi in gioco. Con la sua morte si chiude un’epoca. Redford non era solo attore, non era solo regista, non era solo attivista: era un sognatore ostinato, convinto che il cinema potesse cambiare le persone e il mondo. L’America del grande schermo perde uno dei suoi ultimi eroi romantici, e il pubblico internazionale un compagno di emozioni che ha attraversato generazioni.

Confindustria Moda firma dichiarazione congiunta contro ultra fast-fashion

Roma, 16 set. (askanews) – Confindustria Moda firma a Parigi la Déclaration des Fédérations Européennes du Textile et de l’Habillement. In occasione del salone Première Vision, Confindustria Moda, rappresentata dal presidente Luca Sburlati, ha firmato – insieme a Euratex e alle principali federazioni europee del tessile e dell’abbigliamento – una dichiarazione congiunta contro l’ultra fast-fashion.

L’iniziativa, promossa dalle associazioni francesi Ufimh e Uit, segna un fronte comune a livello europeo per difendere il settore, i lavoratori e i consumatori dagli effetti distorsivi di un modello economico insostenibile.

Il documento esprime profonda preoccupazione per l’espansione delle piattaforme extra-Ue di e-commerce che alimentano la moda ultra-veloce, con impatti devastanti su: ambiente, sovrapproduzione di abiti a vita brevissima, crescita esponenziale dei rifiuti tessili e aumento dei consumi insostenibili; economia, pressione insostenibile sulle aziende e sui brand italiani ed europei che rispettano standard ambientali e sociali elevati, concorrenza sleale legata a frodi Iva e violazioni di proprietà intellettuale; società, desertificazione dei centri urbani e perdita di valore del tessile europeo basato su qualità, durata e innovazione.

Conte: non alleati col Pd fino a quando non avremo progetto

Roma, 16 set. (askanews) – M5s e Pd al momento non possono essere definiti alleati, il leader 5 stelle Giuseppe Conte lo ribadisce a margine di una iniziativa in Calabria. “E’ un fatto elementare, di logica. Si è alleati quando hai un progetto condiviso che presenti al paese. Fino a quando non lavoreremo per un progetto serio, condiviso, di forte matrice progressista noi non potremo certo dire che abbiamo fatto un’alleanza. E’ un fatto logico. Ma ci lavoriamo ogni giorno per conseguire questo risultato”.

"È Naturale" nuovo singolo di Francesca Michielin feat. Planet Funk

Milano, 16 set. (askanews) – Un potente riff di chitarra spalanca le porte di È Naturale, il nuovo singolo di Francesca Michielin feat. Planet Funk, fuori da venerdì 19 settembre in radio e su tutte le piattaforme digitali per Columbia Records/Sony Music Italy.

Scritto e composto dalla stessa Francesca con Federica Abbate, Francesco Catitti, Jacopo Ettorre e i Planet Funk (Dan Black, Alex Neri, Marco Baroni), È Naturale, il nuovo singolo di Francesca Michielin feat. Planet Funk vede Francesca collaborare per la prima volta con il collettivo internazionale multiplatino Planet Funk e la carismatica voce di Dan Black. Il brano segna un incontro inedito tra l’anima rock e viscerale di Francesca e le sonorità elettroniche dei Planet Funk, che hanno inoltre firmato anche la produzione del brano curata da Alex Neri per Planet Funk Production.

Ho cominciato questo percorso di riaffermazione di me stessa scegliendo di proporre al pubblico i miei lavori più personali e “È Naturale” è una continuazione di questo racconto. Si ritorna alla dimensione dell’infanzia, a quando ascoltavo “The illogical consequence” dei Planet Funk con il lettore cd e sognavo di fare la musicista. È incredibile come crescendo ho ritenuto il fatto di “sognare” come qualcosa per ragazzini, quando invece era il motore di tutto. Ho passato gli ultimi anni ad autosabotarmi, insicura di me stessa, perché senza rendermene conto chiedevo agli altri di dirmi come dovevo essere. E allora ho chiesto alla Band (colonna sonora della mia infanzia) di seguirmi in una canzone che ammette che sì, una volta io ero più naturale, ma ammettendolo, posso ricominciare ad esserlo ogni giorno di più. – racconta Francesca. Nel testo, dove le strofe in italiano si alternano al ritornello in inglese, si intrecciano vividi ricordi: le sere passate stesi sul marciapiede, il suono delle cicale e la nostalgia di quella leggerezza e libertà che era così naturale. “È Naturale” unisce fragilità e forza, intimità e impatto con la realtà, fino a esplodere in un mix trascinante di rock ed elettronica

“È Naturale” arriva a poche settimane da Tutto in una notte – Live 2025, il concerto-evento che il 4 ottobre vedrà protagonista Francesca. In compagnia di Bruno Belissimo, Carmen Consoli, Carl Brave, Coma_Cose, Dardust, Emma, Fedez, Fiorella Mannoia, Fudasca, Gaia, Giorgio Poi, Irama, Levante, Margherita Vicario, Maria Antonietta, Max Gazzé, Mecna, Tommaso Paradiso, Tredici Pietro e Vasco Brondi, Francesca debutterà per la prima volta nell’iconica venue e condividerà con il pubblico un intenso diario live per ripercorrere i momenti più significativi dei suoi primi 30 anni di vita, metà dei quali vissuti sul palcoscenico.

Auto, Draghi: target CO2 Ue 2035 irrealizzabile, regala quote a Cina

Roma, 16 set. (askanews) – Sul settore dell’auto nell’Unione europea “attenersi rigidamente all’obiettivo del 2035 potrebbe rivelarsi irrealizzabile e rischia di consegnare quote di mercato ad altri, soprattutto alla Cina”. E’ l’allarme lanciato dall’ex presidente del Consiglio italiano e della Bce, Mario Draghi durante una conferenza a Bruxelles sul suo rapporto sulla competitività Ue.

Secondo Draghi la prossima revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 “dovrebbe seguire un approccio tecnologicamente neutrale e fare il punto sugli sviluppi di mercato e tecnologici”. Inoltre serve “un approccio integrato” sui veicoli elettrici, che copra catene di approvvigionamenti, infrastrutture e potenzialità dei carburanti a zero emissioni di carbonio.

“Nei prossimi mesi, il settore automobilistico metterà alla prova la capacità dell’Europa di allineare regolamentazione, infrastrutture e sviluppo delle catene di fornitura in una strategia coerente per un’industria che, non dimentichiamolo, impiega oltre 13 milioni di persone lungo l’intera catena del valore”, ha ricordato.

La scadenza Ue del 2035 per emissioni nette a zero “era pensata per innescare un circolo virtuoso: obiettivi chiari avrebbero stimolato gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica, ampliato il mercato interno, spronato l’innovazione in Europa e reso i modelli elettrici più economici. Si prevedeva che le industrie”, come su batterie e microprocessori si sarebbero sviluppate in parallelo. “Ma non è avvenuto” e l’installazione dei punti di ricarica dovrebbe accelerare “di 3-4 volte nei prossimi cinque anni per raggiungere una copertura adeguata”.

“Il mercato dei veicoli elettrici è cresciuto più lentamente del previsto. L’innovazione europea è rimasta indietro, i modelli restano costosi e la politica delle catene di fornitura è frammentata. Di fatto – ha rilevato Draghi – il parco auto europeo di 250 milioni di veicoli sta invecchiando e le emissioni di CO2 sono calate appena negli ultimi anni”.

"Un grave massacro" nella città di Gaza

Roma, 16 set. (askanews) – Il portavoce della Protezione civile di Gaza, Mahmoud Bassal, ha dichiarato all’Afp che i bombardamenti hanno continuato “intensamente in tutta la città di Gaza City” nella notte, aggiungendo che “il numero di morti e feriti continua ad aumentare”. “Ci sono morti, feriti e dispersi sotto le macerie in seguito ai raid aerei israeliani che hanno preso di mira un complesso residenziale vicino a piazza al Shawa a Gaza”, ha affermato, descrivendolo come “un grave massacro”.

“Gaza sta bruciando. Le Idf stanno colpendo con pugno di ferro le infrastrutture terroristiche e i soldati delle Idf stanno combattendo coraggiosamente per creare le condizioni necessarie per il rilascio degli ostaggi e la sconfitta di Hamas”, ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz.

L’aviazione militare israeliana ha colpito oltre 850 obiettivi e “centinaia di militanti” a Gaza City nell’ultima settimana, in preparazione a un’offensiva di terra nella zona iniziata la scorsa notte. Lo ha fatto sapere l’esercito dello stato ebraico In un comunicato, le Idf (Forze di Difesa Israeliane) hanno annunciato di aver iniziato una “vasta operazione di terra in tutta Gaza City” con l’obiettivo di “raggiungere gli scopi della guerra nella Striscia di Gaza”, tra cui la sconfitta di Hamas e la liberazione degli ostaggi. “L’attività delle truppe è iniziata secondo il piano operativo ed è destinata ad ampliarsi in base alla valutazione della situazione”, ha aggiunto l’esercito.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu questa mattina, dal tribunale dove era chiamato a testimoniare nell’ambito del suo processo per corruzione, ha confermato la notizia che ieri sera a Gaza l’esercito ha avviato un'”operazione su larga scala” nella Striscia di Gaza, che di fatto segna l’inizio dell’operazione di terra per la presa di Gaza City che lo Stato ebraico ha promesso di conquistare. L’emittente qatara al Jazeera, presente a Gaza, ha riportato un ultimo bilancio di 48 morti dopo gli intensi bombardamenti della notte scorsa che hanno definitivamente aperto la strada di Gaza City ai tank dell’esercito israeliano che fino a ieri si trovavano alla periferia della città. Dopo Netanyahu, l’esercito ha annunciato il lancio di una nuova fase dell’Operazione “Gideon’s Chariots 2” – un riferimento all’offensiva lanciata a maggio – con due divisioni che hanno iniziato le manovre verso il centro di Gaza City. “L’offensiva principale a Gaza City è iniziata ieri sera. Sappiamo che ci sono migliaia di terroristi di Hamas a Gaza City”, ha dichiarato un alto militare dell’Idf. Poco prima il portavoce in lingua araba dell’Idf, Avichay Adraee, lanciando un ennesimo appello ad evacuare alla popolazione palestinese della principale città dell’enclave, aveva lasciato pochi dubbi quanto all’imminente inizio delle operazioni di terra a Gaza City dopo settimane di intensi bombardamenti dall’alto della città. “Abitanti di Gaza, l’esercito israeliano ha iniziato a distruggere le infrastrutture di Hamas a Gaza City”, è stato il suo avvertimento.

“Noi abbiamo sempre detto che eravamo contrari a questa offensiva su Gaza, per i rischi che correva la popolazione civile e certamente non per proteggere Hamas, che sta ancora una volta usando gli ostaggi come scudi umani”, ha reagito il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ospite di Start su Sky Tg24. Secondo fonti mediche palestinesi, dall’alba di oggi 38 palestinesi sono stati uccisi dagli spari e dai bombardamenti delle forze israeliane in diverse zone della Striscia, la maggior parte dei quali sono stati trasferiti verso ospedali di Gaza City. Al Jazeera ha riportato un ultimo bilancio di almeno 48 morti.

Il portavoce della presidenza palestinese, Nabil Abu Rudeineh, ha chiesto agli Stati Uniti di non incoraggiare la guerra a Gaza, che si sta intensificando con operazioni dell’esercito israeliano sempre più violente nella città di Gaza. “Esortiamo l’amministrazione statunitense ad assumersi le proprie responsabilità e a non incoraggiare l’occupazione (Israele) a proseguire la sua aggressione generalizzata contro il popolo palestinese”, ha dichiarato Rudeineh in un comunicato ufficiale. “Questo è qualcosa che abbiamo respinto, continuiamo a respingere e contro cui abbiamo messo ripetutamente in guardia. Il mondo intero ha respinto questa escalation, considerandola un crimine di guerra contro l’umanità, che provocherà maggiore tensione e instabilità nella regione come risultato di queste politiche israeliane condannabili e inaccettabili”, ha dichiarato il portavoce presidenziale palestinese. Ha inoltre chiesto l’immediata cessazione della guerra, “nella quale oltre 200mila civili sono morti o rimasti feriti, e il rispetto delle risoluzioni internazionali che chiedono la fine del conflitto, l’ingresso degli aiuti umanitari e il ritiro immediato dalla Striscia di Gaza”.

La nuova offensiva israeliana sulla città di Gaza è “totalmente irresponsabile e spaventosa”. Lo ha denunciato la ministra britannica degli Affari esteri, Yvette Cooper. “Ciò non farà che causare altri bagni di sangue, uccidere più civili innocenti e mettere in pericolo gli ostaggi” israeliani ancora trattenuti nella Striscia di Gaza, ha scritto la responsabile della diplomazia di Londra su X, invitando a un cessate il fuoco “immediato”.

Il ministero degli Esteri palestinese ha chiesto un “intervento internazionale urgente” a seguito dei pesanti attacchi notturni di Israele su Gaza. In un comunicato su X, il ministero “chiede un intervento internazionale eccezionale e urgente per proteggere i civili a Gaza City”, prima di definire il “fallimento” della diplomazia internazionale nel porre fine alla guerra “sospetto e ingiustificato”. Il ministero ha descritto inoltre i piani di Israele di occupare Gaza City come “un deliberato attacco ai civili, che trasforma Gaza City in un cimitero di massa”.

Mentre “Gaza sta bruciando” il Parlamento non può andare avanti senza dire niente, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni deve recarsi in Parlamento a riferire. Lo ha chiesto il responsabile esteri Pd Peppe Provenzano, parlando alla Camera in apertura di seduta. Serve un dibattito e un voto, ha aggiunto, in modo che “ciascuno di noi possa dire da che parte della storia sta”.

Intanto si è saputo che le autorità del Qatar sono attualmente concentrate sulla protezione della sovranità del Paese e sulla prevenzione di nuovi attacchi sul territorio nazionale, mediare un cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza non è la loro priorità alla luce dei bombardamenti israeliani. Lo ha detto il portavoce del Ministero degli Esteri qatariota, Majed al Ansari.

M.O., pesanti attacchi Idf a Gaza City: inizia operazione di terra

Roma, 15 set. (askanews) – Pesanti attacchi aerei israeliani nel nord-ovest di Gaza City. Dalla serata i media palestinesi segnalano esplosioni e interventi di tank e mezzi blindati nell’area. “E’ iniziata l’operazione di terra – si spiega – è l’occupazione”. Sono stati registrati 37 attacchi aerei in 20 minuti con droni, elicotteri Apache, aerei da guerra e artiglieria. La popolazione sta scappando con tutti i mezzi possibili dalla zona nord-occidentale della città. Il rumore delle esplosioni si sente anche nel centro di Israele. Secondo rilanciato anche da un messaggio del presidente Trump, Hamas avrebbe spostato gli ostaggi in superficie, in case e tende, per usarli come scudi umani. “Questa è un’atrocità umana, come poche persone hanno mai visto prima – ha scritto su Truth – Non lasciate che accada, altrimenti, tutte le scommesse sono chiuse. Liberate tutti gli ostaggi ora”.

M.O., pesanti attacchi aerei Idf nel nord-ovest di Gaza City

Roma, 15 set. (askanews) – Pesanti attacchi aerei israeliani nel nord-ovest di Gaza City. Dalla serata i media palestinesi segnalano esplosioni e interventi di tank e mezzi blindati nell’area. “E’ iniziata l’operazione di terra – si spiega – è l’occupazione”. Sono stati registrati 37 attacchi aerei in 20 minuti con droni, elicotteri Apache, aerei da guerra e artiglieria. La popolazione sta scappando con tutti i mezzi possibili dalla zona nord-occidentale della città. Il rumore delle esplosioni si sente anche nel centro di Israele. Secondo rilanciato anche da un messaggio del presidente Trump, Hamas avrebbe spostato gli ostaggi in superficie, in case e tende, per usarli come scudi umani. “Questa è un’atrocità umana, come poche persone hanno mai visto prima – ha scritto su Truth – Non lasciate che accada, altrimenti, tutte le scommesse sono chiuse. Liberate tutti gli ostaggi ora”.