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mercoledì, 10 Dicembre, 2025
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Il Papa: la tecnologia non garantisce una vita felice

Città del Vaticano, 10 dic. (askanews) – “Molte visioni antropologiche attuali promettono immortalità immanenti, teorizzano il prolungamento della vita terrena mediante la tecnologia. È lo scenario del transumano, che si fa strada nell’orizzonte delle sfide del nostro tempo”. A citare questo aspetto legato all’odierna scienza è stato oggi, nel corso dell’udienza generale in piazza San Pietro, Papa Leone XIV nella quale si è chiesto: “la morte potrebbe essere davvero sconfitta con la scienza? Ma poi, la stessa scienza potrebbe garantirci che una vita senza morire sia anche una vita felice?”.

Solo l’evento della Risurrezione di Cristo, invece, ha concluso il Papa “ci rivela che la morte non si oppone alla vita, ma ne è parte costitutiva come passaggio alla vita eterna. La Pasqua di Gesù ci fa pre-gustare, in questo tempo colmo ancora di sofferenze e di prove, la pienezza di ciò che accadrà dopo la morte”. Aggiungendo che solo “la luce nuova della Risurrezione” è capace “di illuminare fino in fondo il mistero della morte. In questa luce, e solo in essa, diventa vero quello che il nostro cuore desidera e spera: che cioè la morte non sia la fine, ma il passaggio verso la luce piena, verso un’eternità felice”, ha concluso il pontefice.

Mattarella: il diritto internazionale e il multilateralismo sono decisivi

Roma, 10 dic. (askanews) – “Il diritto internazionale e le istituzioni multilaterali rivestono un ruolo decisivo, in quanto strumenti concreti di protezione per gli Stati come per ciascun singolo essere umano. Indebolirli significa esporre ogni individuo, in particolare, i più vulnerabili al rischio che l’esistenza finisca per essere regolata dalla prevaricazione e dall’abuso della forza”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani.

Mattarella: c’è un rapporto inscindibile tra diritti umani e pace

Roma, 10 dic. (askanews) – C’è un “rapporto inscindibile tra diritti umani e pace” ma “ancora oggi” i diritti umani sono sotto “attacco” e riaffiorano “razzismo, aggressioni, diseguaglianze”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani.

“Settantasei anni fa – scrive Mattarella – la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani pose al centro dell’ordinamento internazionale un principio semplice e rivoluzionario: ogni persona, in quanto tale, è titolare di diritti inviolabili. È questo il messaggio che la comunità internazionale volle affidare al futuro, traendo lezione dalle macerie morali e materiali dei conflitti mondiali. È un messaggio che continua a sollecitare la nostra coscienza collettiva. Ancora oggi, infatti, i diritti umani subiscono molteplici attacchi. Le guerre – vecchie e nuove – tornano a proiettare la loro ombra sulle popolazioni civili, causando vittime inermi e portando ovunque sofferenza e distruzione, come la cronaca dei conflitti contemporanei dolorosamente conferma. Le violenze contro donne e minori, le discriminazioni, l’erosione delle libertà democratiche, assumono spesso la forma di un generale arretramento della civiltà giuridica rispetto a traguardi che credevamo acquisiti. Di nuovo, vediamo riaffiorare razzismo, aggressioni, disuguaglianze: fenomeni che la storia aveva già ammonito a non ripetere”.

“Esiste un rapporto inscindibile tra diritti umani e pace: il rispetto dei primi – sottolinea il Capo dello Stato – è premessa essenziale della seconda, mentre l’assenza di pace smorza la speranza di proteggere diritti e libertà. L’evidenza di tale relazione aiuta a comprendere come la pace sia il risultato di un impegno quotidiano e di una responsabilità condivisa, che trova il suo fondamento nella tutela della dignità di ogni persona e nel rifiuto della logica della sopraffazione”.

Festival Popolare Italiano, in scena Ziad Trabelsi e Gabriele Coen

Roma, 10 dic. (askanews) – Il Festival Popolare Italiano ideato e diretto da Stefano Saletti, prosegue il suo cammino al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma con il progetto Migrazioni Sonore – Il messaggio universale della musica e le nuove cittadinanze, un percorso dedicato alla musica come linguaggio universale e ponte tra culture. I concerti, con inizio alle ore 20.30, saranno preceduti alle ore 19.30 dalle Conversazioni in musica curate dalla rivista specializzata BlogFoolk, che mettono in dialogo artisti, giornalisti e comunità provenienti da diverse aree del mondo. Il costo del biglietto, 6 euro, comprende anche la visita al museo con ultimo ingresso alle ore 18.30.

Giovedì 11 dicembre alle 19.30 si apre con Conversazioni in musica e la consegna del Premio BlogFoolk 2025 alla cantante salentina Maria Mazzotta e un incontro con Ziad Trabelsi e Gabriele Coen a cura di Salvatore Esposito e Stefano Saletti. Alle 20.30 segue il concerto “Dialoghi di pace”, con Ziad Trabelsi e Gabriele Coen affiancati da Marco Loddo e Simone Pulvano. Una serata all’insegna del dialogo tra le diverse culture e religioni che da sempre animano il nostro mare, dalla musica araba ed ebraica alla tradizione cristiana, attingendo alla musica tradizionale ma anche proponendo proprie composizioni originali che guardano al mondo della moderna improvvisazione jazzistica e della world music. Il repertorio tradizionale arabo e quello ebraico sefardita vengono riproposti nell’ottica della moderna improvvisazione etnica e jazzistica in un progetto davvero unico e originale che vede coinvolti i nomi più prestigiosi della scena world jazz italiana: Ziad Trabelsi, membro storico dell’Orchestra di Piazza Vittorio e recente fondatore della Babelnova Orchestra e Gabriele Coen, sassofonista virtuoso capace di esplorare la tradizione del jazz, della musica klezmer e della world music. Con loro il contrabbassista Marco Loddo e il percussionista Simone Pulvano. Il concerto è l’occasione per la presentazione ufficiale del disco “Dialoghi” uscito il 7 novembre per la Moonlight Records.

Sabato 13 dicembre, alle 19.30, le Conversazioni in musica sono dedicate a “Le scale, gli strumenti e gli stili del Maluf,” con Marzouk Mejri e Salvatore Morra, a cura di Stefano Saletti e Salvatore Esposito. Alle 20.30 il duo torna sul palco come Maluf System con il concerto “Eddiwen, Canzoniere tunisino”. Maluf System di Morra & Mejri è un movimento post-revival della musica maluf, uno dei generi urbani più complessi della Tunisia. Il progetto esplora la rinascita del maluf nei contesti migratori, i suoi cambiamenti nella natura, le sue nuove trasmissioni e diffusioni, e promuove l’integrazione e l’identificazione musicale transnazionale di alcuni musicisti tunisini. Attraverso la registrazione dell’album “Eddiwen” con la casa discografica Liburia Records (2024), basato su scale modali arabo-tunisine (come mazmoum, rast dhil, asba’in) e mescolando strumenti musicali di diversi generi tunisini (oud tunisino, ney, darbuka, tar, bendir, zokra, clarinetto, shqashiq) con strumenti a pizzico del nord del Mediterraneo, come la chitarra, mandolino, Maluf System ricrea un mondo sonoro che spazia dal tradizionale ensemble (jawk) alle banda del Bey ottomano di Tunisi, fino alle influenze africane. Che si tratti delle canzoni delle suite (nuba), di una particolare melodia, ritmo o strumento musicale, in arabo classico e dialetto tunisino, questi idiomi dell’identità arabo tunisina consentono ai migranti di connettersi con gli altri, generando un’esperienza condivisa.

IL FESTIVAL POPOLARE ITALIANO. Ideato e diretto da Stefano Saletti (polistrumentista e compositore, alla guida della Banda Ikona e di diversi ensemble internazionali di world music), il festival è nato nel centro di accoglienza Baobab a Roma nel 2015, alla sua chiusura si è trasferito al Teatro Villa Pamphilj dove si è svolto per cinque edizioni, poi nello storico Teatro Verde e dal 2023 al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali. Il Festival Popolare italiano appartiene alla Rete Italiana della World Music, un’associazione che riunisce operatori, musicisti e oltre 25 festival di tutte le regioni d’Italia. Missione della Rete è supportare il mondo della world music italiana e contribuire alla diffusione di un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo per il nostro Paese in cui la musica è strumento di costruzione della propria identità culturale, ma anche di conoscenza e di contaminazione con le altre culture del Mediterraneo, e quindi fonte di innovazione. Questi i prossimi concerti: giovedì 18 dicembre, l’Orchestra Multietnica di Arezzo diretta da Enrico Fink; sabato 20 dicembre chiusura del festival con Stefano Saletti & Banda Ikona con il Baobab Ensemble in Sacro Mediterraneo.

Australia, gli under 16 aggirano il divieto di social media con le Vpn

Roma, 10 dic. (askanews) – All’indomani dell’entrata in vigore del divieto dei social media per i minori di 16 anni, molti adolescenti australiani hanno inondato l’account TikTok del primo ministro Anthony Albanese con meme e commenti sarcastici, esultando per essere riusciti ad accedere ancora alle loro app. “Superato il divieto”, si legge in un commento al post in cui Albanese celebra l’inizio del divieto. “Lol, non ha funzionato”, si legge in un altro.

Per aggirare il divieto questi adolescenti hanno probabilmente utilizzato delle reti private virtuali (Vpn), che creano una connessione crittografata tra il dispositivo e Internet nascondendo l’indirizzo IP, ma la ministra delle Comunicazioni, Anika Wells, ha avvertito che questa scappatoia non resterà aperta per sempre.

“Solo perché l’hanno scampata oggi non significa che saranno in grado di evitare il divieto tra una settimana o un mese”, ha dichiarato Wells, citata dalla Bbc. “I social network devono controllare regolarmente gli account dei minori di 16 anni”. Non è che “se hai superato l’esame oggi, sarai a posto fino al compimento dei 16 anni”, ha sottolineato l’esponente Labor.

Secondo Wells, presto i social media saranno in grado di rilevare quando i giovani utenti violano i limiti di età, utilizzando dati come le loro conversazioni sulla vita scolastica e le foto in Australia. “Abbiamo sempre detto che l’onere di garantire ciò spetta alle piattaforme. Non ai genitori”, ha spiegato la ministra delle Comunicazioni.

Il divieto dei social media per i minori di 16 anni “è uno dei più grandi cambiamenti sociali e culturali che la nostra nazione abbia mai affrontato – ha commentato il primo ministro Anthony Albanese -. È una riforma profonda che continuerà a risuonare in tutto il mondo” perché la “comunità globale guarderà a noi e dirà: ‘Beh, se l’Australia ce l’ha fatta, perché non possiamo farcela anche noi?'”.

A Washington Bessent e Svyrydenko parlano di cooperazione tra Usa ed Ucraina

Ieri il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent, ha avuto un colloquio con la Prima ministra ucraina Yulia Svyrydenko. Una riunione definita pragmatica, con l’obiettivo di accelerare i progetti di ricostruzione e le nuove sanzioni contro i giganti petroliferi russi. Nel comunicato rilanciato da Askanews, Bessent afferma di aver ribadito “l’impegno del presidente Trump nel garantire una pace duratura in Ucraina”. In particolare si è parlato del Fondo per la ricostruzione destinato a mobilitare “talenti, risorse e standard di governance americani”.

Diplomazia economica, non pugni sul tavolo

Il tono istituzionale del Tesoro contrasta con le frequenti esternazioni aggressive di Trump – anche ieri sguaiatamente antieuropeo –  sul conflitto ucraino. Bessent agisce su leve tecniche: sanzioni, investimenti, governance. Il fondo bilaterale USA-Ucraina — deliberato nei mesi scorsi — punta a rafforzare la stabilità economica del Paese e ad attirare capitali nella fase post-bellica, trattando l’impegno economico come segno concreto del sostegno americano.

Una partnership di interesse”

Non si tratta di solidarietà generica: gli Stati Uniti mirano a un accesso qualificato ai settori strategici ucraini, dalle infrastrutture all’energia, integrando la ricostruzione con vantaggi economici e geostrategici. “Una partnership economica totale”, ha sintetizzato lo stesso Bessent in precedenti occasioni, legando l’impegno per la pace a incentivi e condizioni precise.

La linea Bessent, se così possiamo definirla, non contraddice apertamente Trump: semmai ne integra su un piano diverso l’approccio strategico. L’apparente distacco non attenua la pressione su Mosca poiché, ad esempio, le sanzioni restano uno valido strumento di contrasto. Avanza dunque una combinazione di fattori che (ri)definisce il ruolo globale degli Stati Uniti nell’era del confronto tra grandi potenze.

La prova dei fatti

La prima riunione operativa del Fondo si è svolta a settembre con l’avvio di operazioni concrete. Un segnale che la collaborazione avanza nonostante le asperità politiche e le frizioni retoriche.

Si adombra, dunque, una differenza di stile: accanto alla voce del Presidente, che parla spesso a colpi di ultimatum, ce n’è un’altra — silenziosa, pragmatica, determinata — che lavora sulla ricostruzione e sulla tenuta economica dell’Ucraina. Non una correzione di rotta, ma un equilibrio necessario: diplomazia che, prima di alzare i toni, costruisce ponti.

Censis 2025: viviamo il quotidiano e non ci arrendiamo

Continuità e tenace continuismo

In una intervista che ho realizzato con lui qualche giorno prima della presentazione del 59° Rapporto Censis, il Presidente Giuseppe De Rita evidenziava come fosse vero che nell’opinione pubblica tutti i Rapporti precedenti erano conosciuti e commentati più per il fermo-immagine delle pagine introduttive che per lecentinaia di quelle dedicate ai dati e alle valutazioni sui settori di intervento sociale. “È il nostro ruolo strutturale, e continuativo nel tempo, e su tale ruolo sappiamo di esser giudicati dalle centinaia di professionisti del sociale (ricercatori, operatori, docenti, amministratori) che utilizzano la nostra accumulazione e le nostre elaborazioni dei dati”. Dopo circa sessant’anni di osservazione del Paese e del suo sviluppo socio-economico e culturale al Presidente questa sottolineatura è parsa importante, per evidenziare da un lato l’evoluzione storica e documentata del Paese – la chiamiamo “continuità” – dall’altro quel “tenace continuismo” che ha sempre caratterizzato il suo stile personale e la mission dell’Istituto da lui guidato.

Le fotografie” del Paese e la lente del tempo

Anche questo 59° Rapporto non si sottrae a questa duplice connotazione: da un lato la rappresentazione suggestiva, persino iconografica, delle molte fotografie dell’Italia contemporanea, ricca di narrazioni evocative e di metafore avvincenti, dall’altra la ricchezza dei dati raccolti che le integrano e le esplicitano nei dettagli, giustificando gli aggiornamenti affascinanti della semantica descrittiva. Resta implicita una considerazione non detta: una storia così lunga come quella dell’Italia del secondo dopoguerra non procede per strappi e fratture cronologiche o esplicative di repentini cambiamenti poiché la cadenza annuale dei Rapporti non interrompe ma descrive un processo fatto di flussi lenti e partecipati, “dappertutto e rasoterra” come nel titolo del libro rievocativo di De Rita che ho utilizzato proprio nell’intervista che seguirà a breve.

Svincolarsi dal presentismo

Siamo dunque un Paese che – superato in parte lo spaesamento di una deriva critica ultradecennale – sembra svincolarsi dalla morsa del presentismo asfissiante che l’attanagliava: siamo sempre legati al presente e al quotidiano ma più come scelta che come inerme soccombenza. L’Italia del 2025 – pur nello sconquasso internazionale delle guerre, gravata dal fardello del debito pubblico, rassegnata ad un ascensore sociale ormai inchiodato al piano terra e arrugginito nei meccanismi di risalita – sta assumendo un comportamento collettivo di resistenza e finisce per valorizzare la quotidianità delle piccole cose di cui ognuno – singolarmente o per gruppo sociale, a cominciare dalla famiglia – va cercando di circondarsi e di riscoprire.

Edonismo e piaceri semplici

Per la prima volta da molti anni – ad esempio – il Rapporto si sofferma a commentare gli stili di vita sessuali degli italiani,riferendo di un Paese dove la gente e i giovani cercano il sesso come fonte di appagamento e soddisfazione e descrivendo, come volta, una deriva di “edonismo liberato dalle antiche censure”.

Convinti che il piacere sia irrinunciabile e che non possa essere subordinato all’attesa di un domani migliore, gli italiani sperimentano l’alchimia dei godimenti semplici, un concerto di piaceri ricercati nella ordinaria quotidianità: un modo vitale, in definitiva, di stare al mondo. Una valutazione peraltro che torna utile considerare in concomitanza del dibattito parlamentare sul cosiddetto “consenso libero e attuale”.

Politica: rappresentanza smarrita

I processi di verticalizzazione e personalizzazione della politica hanno divaricato il gap tra paese legale paese reale (Il 72,1% degli italiani non crede più ai partiti, ai leader politici, al Parlamento, Il 53,5% dichiara di non sentirsi rappresentato da loro, Il 62,9% è convinto che nella nostra società si sia spento ogni sogno collettivo e condivisibile, l’unico leader che conquista la fiducia della maggioranza assoluta degli italiani (il 60,7%) è Papa Leone XIV), basti osservare il fenomeno dell’astensionismo elettorale delle recenti regionali (ma eclatante resta quel 51,7% di non votanti alle ultime europee, in un contesto storico in cui l’Europa potrebbe essere il salvagente di una ultramillenaria civiltà nel nuovo ordine mondiale che va configurandosi).

Ceto medio febbricitante, ma resistente

Il divario dei salari dalla media europea che resta un freno per la ripresa dei consumi, pur a fronte di un + 833 mila occupati (in prevalenza, tuttavia, sopra i 50 anni) dopo un indice industriale negativo per 32 mesi, la crescita degli inattivi (più che dei disoccupati) specie tra i giovani (la cosiddetta generazione Neet), il saldo negativo tra il brain gain e il brain drain, la presenza di 5,4 milioni di stranieri nella popolazione nazionale ai quali non sempre si riesce a dare una prospettiva di vera integrazione lavorativa e sociale (il 35,6% di essi è in condizione di marginalizzazione o sotto la soglia di povertà ma il Rapporto considera anche il dato della presenza di irregolari e clandestini, un fenomeno percepito tangibilmente con disagio dalla gente): sono solo alcuni degli aspetti di negatività che emergono dal Rapporto.

Ceto medio febbricitante

Il ceto medio è febbricitante: si consideri che negli ultimi 20 anni il numero dei titolari d’impresa in Italia si è assottigliato da oltre 3,4 milioni a poco più di 2,8 milioni, con una riduzione del 17,0% (quasi 585.000 imprenditori in meno). In particolare, i giovani imprenditori con meno di 30 anni sono diminuiti nello stesso periodo del 46,2% Ma il Segretario generale Giorgio De Rita e il Direttore generale Massimiliano Valerii nella loro presentazione del 5/12 nella sede del Cnel ricordano che “la spinta della cetomedizzazione dal basso però non è finita; al contrario, per molti versi vince ancora. C’è stata e c’è, sa stare nel presente, sa sgarbugliare gli intrecci di uno sviluppo squilibrato, nei territori intermedi come nelle grandi città. È stata e resta un processo che offre al telaio socio-economico italiano un tessuto stabilizzatore nelle grandi e piccole crisi, interne e internazionali. Un tessuto infragilito, dagli orli sfrangiati e dai rammendi vistosi, dagli investimenti prudenti, segnato dal mancato compimento di molte delle attese di progressiva accumulazione individuale di ricchezza e troppe volte ripiegato nell’attesa di benefici ereditari, ma pur sempre una base preziosa di stabilità.

Una ‘laguna’, la cetomedizzazione, che ora ha prodotto un nuovo ceto che non rinuncia a viaggiare e a consumare, ma lo fa con un biglietto Economy e di quando in quando si concede l’upgrade di un biglietto Premium: in sostanza gli italiani tenacemente resistono, abbandonando i rimpianti o le narrazioni nostalgiche dei tempi migliori della crescita e del boom economico e senza destinare soverchio impegno a progettare un futuro nel breve-medio periodo.

Vivere il presente, non subirlo

Anziché sentirsi soffocati dal presente come condanna cercano di viverlo in tutti gli aspetti che consentano una positiva, quotidiana godibilità.

In epoca ‘selvaggia’ (questo è l’aggettivo nel titolo del 59°Rapporto), di grandi conflitti ai limiti dell’apocalisse, in crisi di sostenibilità ambientale nell’ecosistema dove l’antropizzazione distrugge invece che costruire, afflitti da un grande debito pubblico (a luglio 2025 in Italia ha toccato la cifra record di 3.057 miliardi di euro: +35,7% rispetto al valore del luglio 2001, nell’ultimo anno l’Italia ha pagato interessi per 85,6 miliardi di euro, corrispondenti al 3,9% del Pil: il valore più elevato tra tutti i Paesi europei), con i barbari alle porte, le città infiammate dalla criminalità dilagante gli italiani non prendono tuttavia alloggio nel “Grand Hotel Abisso”. Non stupisce, tuttavia, che quasi la metà degli italiani (il 46,8%, ma la percentuale sale al 55,8% tra i più giovani) sia convinta che l’Italia non abbia davanti a sé un futuro all’insegna del progresso, per il 73,7% gli Usa non rappresentino più un riferimento di garanzia e un esempio di stili di vita, per il 61,9% l’Europa sia ininfluente nelle sfide mondiali, per il 55,2% addirittura stia esaurendosi la spinta propulsiva dell’Occidente a favore di India e Cina.

Età “selvaggia”, tra paure globali e disincanto europeo

“Siamo entrati in un’età selvaggia, un’età del ferro e del fuoco, di predatori e di prede, in cui la violenza prende il sopravvento sul diritto internazionale e il grande gioco politico cambia le sue regole, privilegiando ora la sfida, ora la prevaricazione illimitata”. Questi dati emergono peraltro in un momento cruciale per l’Europa che Trump considera un ‘tertium genus’ più che un alleato e Musk vorrebbe abolire: c’è nella gente una confusa e annebbiata consapevolezza degli sviluppi sui destini europei (anche come ricaduta della vicenda ucraina) ma ciò è dovuto anche alla frammentazione e alla debolezza delle risposte che l’Ue ha finora saputo dare, nonostante summit e conciliaboli infiniti.

A fronte di problemi che potrebbero essere epocali e dirimenti sui nostri destini, si registra una sorta di anestetizzazione del pensiero collettivo senza approfondimenti, che fa il pari con una sensibile caduta dei consumi culturali. Tra il 2004 e il 2024, la spesa per la cultura delle famiglie italiane si è ridotta e non di poco (-34,6%), attestandosi appena sopra i 12 miliardi di euro: una cifra che corrisponde solo a poco più di un terzo di quanto spendiamo nell’insieme per smartphone e computer (quasi 14,5 miliardi nel 2024: +723,3% negli ultimi vent’anni) e per i servizi di telefonia e traffico dati (17,5 miliardi).

Si riscontra una forte contrazione della spesa per giornali (-48,3%) e libri (-24,6%). La Tv di intrattenimento e generalista sta sostituendo quella dell’informazione, peraltro basata in prevalenza solo su brutte notizie: i social – da parte loro – sono ormai ridotti ad una sorta di cloaca maxima dove circola e transita vorticosamente il peggio del peggio. Forse dovremmo ripensare al rapporto tra mente, cuore, sentimenti e tecnologie dirompenti ma il fatto che questa necessaria riflessione potrebbe accadere in epoca di espansione dell’I.A. (un valore in sé potenzialmente positivo, una bomba nucleare se messa in mano a incompetenti o malintenzionati) induce a preoccupazioni circa la capacità di discernere la realtà, la verità e il perseguimento del bene comune in uno tsunami di input di cui i media non sembrano assumersi alcuna responsabilità etica.

 

Né rassegnazione, né paese dei balocchi

Se dunque vivere il presente “resistendogli” è un mix di responsabilità e rassegnazione, dobbiamo evitare di cadere nella sindrome di Lucignolo: la vita non è un paese dei balocchi dove tra perenne sindrome da risarcimento (le colpe sono sempre degli altri) e godimento estetico, si possano perdere senso di responsabilità e coscienza individuale e collettiva.

Difendere il presepe senza aggressività

Per molti decenni non era affatto un problema. Anzi, e al contrario, era un potente e forte richiamo religioso ma anche, e soprattutto, un valore per tutti. Credenti e non credenti e persone di tutte le fedi religiose presenti nel nostro paese. E non c’era, al riguardo, alcuna polemica pretestuosa o, peggio ancora, pregiudiziale o ideologica. Un clima che, va pur detto, è stato completamente rimosso e archiviato al punto che ormai assistiamo ad una serie di comportamenti e di iniziative quasi inspiegabili se non addirittura irrazionali.

Un simbolo condiviso, ieri senza polemiche

Quando si parla di segni religiosi e, nello specifico, della presenza di un presepe. È il trionfo del cosiddetto “politicamente corretto”. Una deriva con cui, purtroppo, dobbiamo fare i conti sostenuta ed ingigantita da alcune forze politiche, da molti presidi autorevoli dell’informazione progressista e da tutti coloro che contestano una cosiddetta forzatura religiosa. Anche in Italia e anche, e soprattutto, nei confronti di tutto ciò che è anche solo vagamente riconducibile alla dottrina, alla tradizione, alla cultura e alla storia del cattolicesimo. Verrebbe quasi da dire riconducibile al ‘costume’ – se è un termine che si può ancora usare – del cattolicesimo italiano.

Laicità sì, ma non esclusione

Ora, e nel pieno rispetto del principio della laicità – da declinare, come ovvio, in tutte le sedi pubbliche – non si può, però, non prestare anche una grande attenzione al rovescio della medaglia. E cioè, che proprio attorno alla polemica, sterile e anche un po’ grottesca, sull’allestimento del presepe nei luoghi pubblici, non decolli una prassi fondata più sull’esclusione che non sull’inclusione. Ovvero, un nuovo, rinnovato e tardo anticlericalismo che fa dell’indifferenza e del nullismo la vera ragione d’essere della convivenza. E quindi qualunque segno, segnale, richiamo all’interno di una dimensione pubblica – dagli uffici alle scuole a qualsiasi altro presidio – che sia minimamente riconducibile alla religione cattolica è quasi vissuto come un’offesa, un attacco e una sistematica violazione all’identità altrui.

Il presepe come identità e non come arroganza

Ecco perché, e al netto di ogni forzatura clericale e confessionale – sempre da respingere senza alcuna attenuante – forse è arrivato il momento per dire una persin banale verità. E cioè, e ancora al di là del principio della reciprocità tra le singole fedi religiose – detto con parole semplici, quello che con la mia fede io posso fare in Italia tu non lo puoi fare nel mio paese che ha un’altra religione – va detto con chiarezza che, almeno in Italia, la presenza a Natale di un presepe non è affatto un attacco violento e sistematico ad altre correnti religiose ma, molto più semplicemente, un segno piccolo ma potente che ricorda i valori più profondi della nostra religione, della nostra tradizione millenaria e della nostra cultura. Senza forzature, senza arroganza e senza alcuna presunzione. Ma anche con la consapevolezza che non si può e non si deve rinunciare alla propria identità sacrificandola sull’altare di un maldestro ed ipocrita nuovismo.

Social-cesarismo. Leader in onda, cittadini in ombra

Astensionismo e cesarismo digitale

A fronte della forte crisi della partecipazione al voto, e quasi per bilanciarla, registriamo dunque un rovescio preoccupante, se nottragico, della medaglia. E cioè l’emergere del potere assoluto concentrato nelle mani dell’autocrate di turno, che, mascherato da democrazia, sta prendendo piede nel mondo. Un cesarismo social-digitale, da noi sotto traccia dei premierati e dei presidenzialismi proposti e auspicati. E non fa proprio niente se con l’aria assenteista che tira, il Premier e il Presidente saranno eletti da solo il 15-20% di tutti i cittadini italiani aventi diritto al voto.

Mondo nuovo, categorie vecchie

C’è solo da aggiungere che, al cospetto delle radicali trasformazioni in corso, cominciando dal clima, dall’IA e dalle inarrestabili migrazioni, e finendo ai cambiamenti di identità e ai nuovi valori che viviamo, con i tanti chef che preparano nuovi piatti personali, si continua a riflettere con molta “nonchalance” sui piatti e i gusti vecchi, catalogati disinvoltamente di destra, sinistra e centro; sulle categorie di progressisti e conservatori, massimalisti e minimalisti, radicali e superficiali, moderati o rivoluzionari. Non escludendo il sostantivo populista, ormai sulla bocca di tutti, a destra e a manca.

Mi viene da dire che sono tutte semplificazioni linguistiche della quotidiana lotta politica e della dialettica elettorale, che però non chiariscono mai sino in fondo a che cosa ci si vuole (oggi) riferire e che cosa si vuole (oggi) definire e indicare. Se non qualche bipolarismo storico di comunismo e fascismo, letteralmente scomparsi dalla scena culturale-politica e oggi in mano a minoranze nostalgiche, a volte pericolose. Oppure qualche centro democristiano, nato nel secondo dopoguerra solo e soltanto – come hanno affermato qualificati storici – perché in presenza di un comunismo italiano “internazionalista” e filorusso, e di un fascismo rimpianto, ma dopo Salò, ancora vivo e vegeto.

Il partito personale digitale

Piatti nuovi, gusti nuovi, tanti leader forti e solitari, e partiti personali digitali, perché il fenomeno nuovo della democrazia fragile e del mezzo “demos” che viviamo ai nostri giorni non è più quello che presenta veri e solidi partiti con i loro periodici congressi, le loro sezioni di territorio, i loro quotidiani, i loro incontri, con i loro iscritti e militanti, con le associazioni collaterali, partecipate caso mai e per adeguarsi ai tempi anche da remoto.

Ma solo partiti liquidi di singoli leader, che con i loro personali social si affacciano da remoto al risicato mondo degli interessati e alla variabile opinione pubblica; che compaiono sui manifesti solo e soltanto con la loro particolare faccia e con il loro nome sbandierato e proposto sin sulla scheda elettorale. E solo e soltanto attraverso una comunicazione digitale “social”, oppure su quella televisiva pubblica lottizzata, o ancora su quella di proprietà. Non escludendo quella cartacea schierata e di sostegno, come ha fatto ben capire Belpietro con il suo quotidiano La Verità (sic!), sul caso Garofani-Mattarella-Bignami che ha chiarito la pochezza e la parzialità del giornalismo italiano dei nostri giorni.

Il voto di opinione liquido

Sono stati Mannheimer e Pasquino, come ho detto nella prima parte di questo appunto, che nel loro recente libro sul voto ci hanno ricordato che dopo Tangentopoli sono nati molti “nuovi piatti” partitici con un incredibile indebolimento della fedeltà e coerenza verso i più vecchi, e con la smisurata crescita del gusto nuovo da assaporare elezione dopo elezione col voto di opinione cangiante, oggi influenzato e contagiato dal volto, dai vestiti del leader esposti in bella mostra nelle televisioni. Con il nome sin sulla scheda elettorale e sui pochi manifesti rimasti in circolazione.

I comizi? Solo con 5/6 telecamere e 5/6 reti televisive disponibili!

Il metodo sinodale come futuro politico?

Per tutto il resto tocca dire, piaccia o non piaccia a Micromega, che è solo la Chiesa cattolica che sta con lungimiranza proponendo una metodologia di futuro esportabile a pieno titolo alla democrazia politica. Non si tratta di un passato rimpianto e consegnato definitivamente alla storia con l’aria di secolarizzazione che tira e con un individualismo galoppante. La sua metodologia sinodale si fonda invece tutta sull’importanza, se non l’urgenza, di camminare insieme. Di costruire ponti e non muri, anche con gli opposti. Di parlarsi anche fra c.d. nemici: ciò ricorda un invito al dialogo e all’incontro con i comunisti fatto da Aldo Moro a Benevento, in uno dei suoi ultimi discorsi.

Di partecipare insomma alle terribili sfide, dietro l’angolo sì, ma comuni a tutti, incontrandosi e parlandosi perfino tra diversi e rivali, come suggerisce la Rete di Trieste.

Ucraina, Meloni vede Zelensky: unità sui passi per la pace. Salvini: Kiev ha perso guerra,basta aiuti

Roma, 9 dic. (askanews) – L’incontro comincia con un abbraccio nel cortile di palazzo Chigi e dura un’ora e mezza. Volodymyr Zelensky arriva a Roma dopo aver partecipato ieri alla riunione con i Volenterosi a Londra e dopo aver incontrato a Bruxelles i vertici europei. In mattinata il colloquio a Castel Gandolfo con il Papa, poi alle 15 il presidente ucraino varca la soglia della sede del governo per un bilaterale con la presidente del Consiglio. La fase è quanto mai delicata per il leader di Kiev, la pressione degli Stati Uniti perché accetti il piano di pace è sempre più insistente. Così come le frecciate del presidente americano. Parlando con Repubblica e Messaggero Zelensky replica a Trump che lo aveva accusato di “usare la guerra” per evitare il voto: “Sono sempre pronto alle elezioni”, la risposta.

Ma anche per Giorgia Meloni il sentiero per mantenersi in equilibrio tra il sostegno all’Ucraina e la difesa di una soluzione che veda unione di intenti tra l’Europa e gli Stati Uniti si fa sempre più stretto. Soprattutto dopo l’attacco al Vecchio Continente contenuto nella Strategia di sicurezza nazionale pubblicato dalla Casa Bianca.

Il comunicato finale diffuso da palazzo Chigi al termine dell’incontro pone l’accento sul “ruolo attivo” di mediazione che l’Italia vorrebbe ritagliarsi in questa fase. “Nel corso dell’incontro, i due leader hanno analizzato lo stato di avanzamento del processo negoziale e condiviso i prossimi passi da compiere per il raggiungimento di una pace giusta e duratura per l’Ucraina”, si legge. Da una parte, poi, si sottolinea “l’importanza dell’unità di vedute tra partner europei e americani” e dall’altra si sottolinea la necessità definizione “di robuste garanzie di sicurezza che impediscano future aggressioni e del mantenimento della pressione sulla Russia affinché sieda al tavolo negoziale in buona fede”. Nessun riferimento a due nodi che, invece, vengono messi nero su bianco dal ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha in un post pubblicato al termine dell’incontro con Antonio Tajani. “È fondamentale consentire finalmente l’utilizzo completo dei beni russi congelati, rafforzare l’Ucraina nell’ambito del programma Safe e incrementare ulteriormente i contributi all’iniziativa Purl”.

Due temi, quello dell’uso degli asset russi e quello dell’acquisto di armi dagli Stati Uniti, che sono tra i passaggi più delicati all’interno della stessa maggioranza chiamata, entro la fine dell’anno, a varare quel ‘decreto Ucraina’ che consente di prorogare di altri dodici mesi l’autorizzazione a cedere mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari a Kiev. Tanto che in serata Salvini, ospite in televisione, non usa giri di parole: “Non tolgo soldi alla sanità italiana per fare andare avanti una guerra che è persa”. Per il vice premier “prima ci si siede al tavolo e si trova un accordo, meglio è per tutti”. Non esattamente il viatico migliore per il decreto che dovrà essere licenziato entro l’anno. Ma Salvini non ha dubbi: “La Russia sta avanzando mentre Zelensky deve arruolare forzatamente giovani che poi scappano. Questa è la realtà dei fatti. La guerra sta andando in un certo modo, prima arriva la pace più vite si salvano. C’è un piano proposto da Trump, si confrontino Zelensky e Putin sui confini, su cosa concedere”, ha aggiunto Salvini, che liquida così gli sforzi degli altri Paesi europei: “L’impressione è che qualcuno in Europa per salvare il suo posto non ha interesse a che la pace diventi concreta”.

Ucraina, Papa: ruolo Ue importante, non realista escluderla

Roma, 9 dic. (askanews) – “Penso che il ruolo dell’Europa sia molto importante e l’unità dei paesi europei sia veramente significativa, specialmente in questo caso”. Lo ha detto il Papa uscendo da Villa Barberini, a Castel Gandolfo, rispondendo ai giornalisti sul ruolo dell’Europa e le dichiarazioni di Trump sull’accordo di pace in Ucraina.

“Cercare un accordo di pace senza includere l’Europa nelle conversazioni non è realista – ha aggiunto il Papa – e se la guerra è in Europa… penso che le garanzie che si cercano, anche di sicurezza, oggi e nel futuro, l’Europa deve farne parte”.

“Purtroppo – ha ribadito Leone – non tutti lo capiscono, penso che c’è un’opportunità molto grande per i leader dell’Europa di unirsi e di cercare insieme soluzioni”.

Calcio, Spalletti sprona la Juve: "Serve continuità"

Roma, 9 dic. (askanews) – Alla vigilia della sfida europea contro il Pafos, Luciano Spalletti ha parlato di identità, continuità e responsabilità. Un incontro con la stampa lungo, schietto, nel quale il tecnico bianconero ha toccato tutti i nodi critici del momento, senza sconti per nessuno. Spalletti respinge l’idea che i giocatori abbiano bisogno di “cinque partite consecutive” per dimostrare il proprio valore: “Funziona che vai forte tutti gli allenamenti. Dopo due settimane ti do 10 minuti, poi un tempo, poi una partita e poi cinque. Non puoi alternare una volta bene e una male e poi chiedere spazio”. E aggiunge: “Perdono fiducia, non so cosa succede. Gliel’ho detto: da qualche parte devo forzare di più”. Sui continui alti e bassi, il tecnico sottolinea come il calcio moderno renda sempre più relativi i moduli: “Ormai i sistemi si deformano, c’è una continua rotazione. Il 4-3-3? Cambia poco, anche se avere un difensore destro mi permetterà di fare cose diverse”. La difficoltà principale, spiega, è allenare il gruppo al completo per via dei ritmi serrati: “Li conosco meglio ora, ma averli tutti insieme a un’intensità alta è complicato”. Spalletti chiarisce le parole dei giorni scorsi su Yildiz: “Probabilmente l’ho detta male. Ha potenziale enorme, ciò che vedete è solo una parte”. Il tecnico ricorda come disse lo stesso anche a Kvaratskhelia ai tempi di Napoli. Sulla scelta tattica senza attaccanti al Maradona, si assume la responsabilità: “Gliel’ho detto negli spogliatoi: con quelle scelte vi ho danneggiato”. E Kalulu conferma. Thuram “è forte, professionista top”, anche se alterna momenti buoni e altri meno. Buone notizie per la difesa: “Rugani e Bremer saranno convocati, li aspetto a braccia aperte”. La fiducia non è cambiata: “Ho le stesse certezze del primo giorno. Mi fanno stare sull’ottovolante, ma non cambierò atteggiamento”. Riguardo al reparto offensivo ammette: “I numeri non sono quelli desiderati. Ma ho visto belle giocate, dobbiamo ripeterle più spesso”. Infine, uno sguardo alla gara di domani: “Il Pafos è tosto, pieno di brasiliani e portoghesi che sanno giocare. Ti vengono addosso forte, poi se salti il pressing si abbassano e ripartono con qualità. Dobbiamo evitare le transizioni e non farci intimidire”.

Antitrust avvia indagini su Swatch e Citizen

Roma, 9 dic. (askanews) – L’Antitrust ha annunciato l’avvio un procedimento istruttorio nei confronti della giapponese Citizen Watch della svizzera Swatch, “per accertare una presunta fissazione dei prezzi pubblici esposti sui canali online dei propri distributori autorizzati (gioiellerie e orologerie)”. Lo scorso 3 dicembre, riporta un comunicato, i funzionari dell’Autorità, con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni nelle sedi di Citizen Watch Italy S.p.A. e di The Swatch Group (Italia) S.p.A.

Secondo l’Autorità della Concorrenza e del Mercato (Agcom), Citizen, uno dei principali operatori nella produzione e commercializzazione di diversi marchi di orologi – tra i quali, oltre a Citizen, Bulova, Vagary, Fréderique Constantine e Alpina – “potrebbe richiedere, alla propria rete di distribuzione selettiva, l’imposizione dei prezzi di vendita. Al contempo – prosegue l’autorità – Citizen sembrerebbe effettuare un’attività di monitoraggio, adottando misure commerciali ritorsive verso i distributori che promuovono sconti e prezzi difformi da quelli indicati”.

Par parte sua Swatch “sembrerebbe imporre i prezzi di vendita e quindi attuare attività di monitoraggio nei confronti della propria rete di distribuzione selettiva – si legge – adottando misure commerciali ritorsive verso i distributori inadempienti”.

Secondo l’Autorità, il sistema di fissazione dei prezzi di rivendita attuato dai due gruppi può integrare una restrizione fondamentale ai sensi delle regole europee. (fonte immagine: AGCM).

Ue, Bernardi (Illumia): ETS2 aumenter bollette 100-150 euro

Bologna, 9 dic. (askanews) – La direttiva europea ETS2 “vorrebbe allargare questa sorta di tassazione anche a coloro che hanno clienti retail, quindi gli operatori elettrici come Illumia sarebbero soggetti dal 2028 a questo ulteriore onere” che comporter “un aumento della bolletta di almeno 100-150 euro, quindi un aumento di circa il 25-30% rispetto alla spesa attuale”. Lo ha dichiarato Marco Bernardi, presidente di Illumia, commentando l’introduzione del Sistema per lo scambio di quote di emissioni per i settori degli edifici e trasporto stradale (ETS2).

“L’aspetto pi rilevante e preoccupante l’avvento dell’ETS2, come giustamente qualche mio collaboratore in maniera ironica lo ha definito, il sequel di un film che per non di successo – ha dichiarato Bernardi, a margine della presentazione a Bologna di ‘Iwagumi’ in occasione delle festivit natalizie – l’ETS1, al netto di tutte le iniziative e le pubblicit di cui stato oggetto, non sicuramente un’iniziativa di successo”.

“Le emissioni sono diminuite per tre fenomeni sostanziali: le crisi che ci sono state, l’innovazione tecnologica e la delocalizzazione dell’apparato industriale che andato a produrre dove queste imposizioni non ci sono – ha proseguito il presidente – quindi l’ETS1, a nostro parere, non un’esperienza di successo”.

” culturalmente sbagliato, non si crea una tassa per incentivare l’elettrificazione – ha aggiunto Bernardi – L’idea di aumentare la spesa elettrica per incentivare le abitazioni a elettrificare, quando gi nel 2022 con un aumento di 10 volte l’elettrificazione non stata utilizzata, ci sembra una miopia. Non saranno 100 euro di aumento della bolletta a giustificare investimenti da 7 a 20.000 euro per caldaie, pompe di calore. Lo riteniamo uno strumento sbagliato che non centrer l’obiettivo e che andr a gravare sulle bollette di tutti i cittadini italiani”.

Ucraina, Putin: il Donbass è storicamente parte del territorio russo

Roma, 9 dic. (askanews) – Il Donbass fa parte del territorio russo, è un fatto storico. Lo ha ribadito oggi il presidente russo Vladimir Putin, parlando ai membri del Consiglio per lo sviluppo della società civile e dei diritti umani in Russia, secondo quanto riportano le agenzie di stampa russe.

“Quel territorio (il Donbass, Ndr) è importante; è il nostro territorio storico, questa è una certezza assoluta. La Russia è stata creata in modo tale che quelle terre siano sempre state parte della Russia”, ha sostenuto Putin, ricordando la decisione di Lenin di inglobarlo nell’Ucraina sovietica.

Il presidente russo ha anche ribadito che la Russia porterà avanti la guerra in Ucraina fino al raggiungimento dei suoi obiettivi: “Senza dubbio, porteremo avanti l’operazione militare speciale fino alla sua logica conclusione, raggiungendo i suoi obiettivi”, ha sottolineato il presidente.

Il Milan respira, Leao parte per la Supercoppa

Roma, 9 dic. (askanews) – Sospiro di sollievo per il Milan. Come si legge in una nota del club, “la risonanza magnetica a cui è stato sottoposto oggi Rafael Leao a seguito del risentimento muscolare all’adduttore destro avuto durante la partita Torino-Milan ha escluso la presenza di lesioni muscolari. Leao ha già iniziato le terapie necessarie per risolvere il quadro infiammatorio”. Nessuna lesione all’adduttore, dunque, ma un’infiammazione dolorosa per Leao. Che salterà con tutta probabilità la sfida di campionato di domenica alle 12.30 a San Siro contro il Sassuolo ma potrebbe partire insieme alla squadra per la Supercoppa Italiana, in programma in Arabia Saudita dal 18 al 22 dicembre.

In Australia è scattato il divieto social media per i minori di 16 anni

Roma, 9 dic. (askanews) – E’ entrato in vigore, in Australia, dov’è da poco scoccata la mezzanotte, il primo divieto al mondo ai social media per i minori di 16 anni.

“Salve studenti, sono il primo ministro e vorrei parlarvi direttamente di una cosa molto importante – ha affermato il premier australiano Anthony Albanese in un video pubblicato sui media -. Dal 10 dicembre, se avete meno di 16 anni, non potrete più avere un account sui social media. Sapete meglio di chiunque altro cosa significa crescere con algoritmi, velocità infinite e la pressione che ne può derivare. Ecco perché abbiamo preso questa decisione per sostenervi. Se avete domande, non esitate a contattarci. Parlate con i vostri genitori, i vostri insegnanti e i vostri amici. E se sentite di aver bisogno di ulteriore supporto, Headspace e Kids Helpline sono lì per aiutarti. Soprattutto, sfruttate al meglio le prossime vacanze scolastiche invece di passarle a scrollare sul telefono. Iniziate un nuovo sport, imparate a suonare un nuovo strumento o leggete quel libro che è lì sullo scaffale da un po’. E, soprattutto, trascorrete del tempo di qualità con i vostri amici amici e la vostra famiglia. Buona estate”, ha concluso Albanese.

Secondo l’ufficio statistico del Paese, in Australia ci sono cinque milioni di bambini sotto i 16 anni e un milione tra i 10 e i 15 anni. Ora, ricorda la Bbc, tocca alle aziende dei social media far rispettare il divieto adottando misure per garantire che i minori di 16 anni non possano avere un account sulla loro piattaforma. Questo potrebbe significare il riconoscimento facciale, il caricamento di documenti d’identità o persino tecnologie di stima dell’età, ma nessuno di questi metodi è infallibile.

In caso di inadempienze le compagnie potrebbero incorrere in multe fino a 50 milioni di dollari australiani, ovvero circa 28,5 mln di euro.

Le app di gioco e i chatbot con intelligenza artificiale non rientrano nel divieto, quindi i ragazzi potrebbero comunque essere a rischio.

A Milano torna Artigiano in Fiera: arti dall’Italia e dal mondo

Milano, 9 dic. (askanews) – Si aperto Artigiano in Fiera. La manifestazione, giunta alla 30 edizione, in programma fino a domenica 14 dicembre, con ingresso gratuito presso Fieramilano Rho tutti i giorni dalle 10:00 alle 22:30. L’appuntamento si conferma come la principale vetrina internazionale dedicata alle arti e ai mestieri, con ben 2.800 espositori provenienti da 90 Paesi dei 5 continenti, distribuiti su 9 padiglioni. Quest’anno, con il tema ” il momento della persona”, la fiera rinnova la sua missione di valorizzare e sostenere gli artigiani di tutto il mondo che, con il loro saper fare, incarnano l’espressione autentica di un’umanit al lavoro.

Cos Antonio Intiglietta, presidente Ge.Fi. Gestione Fiere Spa. ed ideatore di Artigiano in Fiera: “Il tema guida di questa edizione la persona al centro. Le persone, qui, trasmettono cultura e saper fare attraverso la loro tradizione. E rappresentano le culture di tutto il mondo. Tutte le Regioni italiane sono protagoniste. Inoltre, possiamo contare su una presenza importante sul fronte internazionale, dall’America all’Africa terminando per l’Oceania. Abbiamo tutto il mondo rappresentato qui. Io consiglio ai visitatori di prendere la mappa e muoversi a sentimento, per trovare mille curiosit e storie appassionanti”.

La cerimonia di apertura, che si tenuta nell’Area istituzionale della Regione Siciliana, ha visto la partecipazione anche di Edmondo Tamajo, Assessore alle Attivit Produttive della Regione Siciliana, confermando la Sicilia quale protagonista di Artigiano in Fiera.

“Per noi un onore essere qui – afferma Edmondo Tamajo, assessore alle attivit produttive della Regione Sicilia – ma anche una responsabilit. Come Regione Siciliana investiamo molto su questo evento. Sono circa 200 le imprese artigiane che qui creano relazioni commerciali, rafforzano la loro competitivit e cercano di crescere. Per noi un motivo di orgoglio e vanto aver ospitato nell’area Sicilia le autorit, tra cui il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, in occasione dell’inaugurazione dei trent’anni di Artigiano in Fiera. Come Regione, stiamo utilizzando tutte le opportunit che la Sicilia ha a disposizione, tra cui una misura, di nome “Pi artigianato”, che d la possibilit annualmente alle imprese artigiane di investire, con investimenti a fondo perduto per l’acquisto di scorte, per ampliare le aziende, per l’abbattimento degli interessi passivi. Poi abbiamo adottato altre misure per quanto riguarda un percorso di innovazione e digitalizzazione. Bisogna innovarsi e camminare alla stessa velocit delle imprese italiane ed europee”.

La trentesima edizione di Artigiano in Fiera, oltre a confermarsi la destinazione ideale per fare il pieno di regali di Natale originali e di qualit, anche l’occasione per viaggiare tra i tanti sapori e cucine dell’Italia e del mondo in un’incredibile variet di specialit da assaggiare e comprare.

Poste Italiane rafforza i servizi sul territorio

Roma, 9 dic. (askanews) – Con un aumento di circa mille unit in meno di due anni, continua l’espansione degli sportelli Postamat. Atm tecnologici ed evoluti grazie ai quali Poste Italiane pu garantire molti suoi servizi, tra cui il prelievo di contanti e il pagamento delle utenze, in semplicit e sicurezza. Il servizio del TG Poste.

Flautissimo, Lucia Mascino in prima assoluta con "Teresa la notte"

Roma, 9 dic. (askanews) – La 27ª edizione di Flautissimo, il festival diretto da Stefano Cioffi e organizzato dall’Accademia Italiana del Flauto, si avvia alla conclusione con un doppio appuntamento con Lucia Mascino in prima assoluta con Teresa la notte, mercoledì 10 e giovedì 11 dicembre al Teatro Torlonia di Roma, alle ore 20.30. La lettura del testo scritto da Paola Galassi, sottolineata dalle musiche originali di Stefano Fresi, vede la regia di Giampiero Solari. La produzione è di Flautissimo/Stefano Cioffi.

Olio EVO, giornata a Fasano di valorizzazione

Roma, 9 dic. – “Non parliamo solo di olio ma di olio buono, e de lavoro che stiamo facendo per valorizzare veramente questo prodotto. La giornata che abbiamo organizzato va in questa direzione”.

Lo ha dichiarato Raffaele Dipierdomenico, presidente di Aipop, in occasione della giornata tenutasi al Bar dell’Olio di Fasano interamente dedicata alla cultura dell’olio extravergine EVO di alta qualit, con l’intervento di diversi relatori di spicco.

Musica, Elodie annuncia a sorpresa nuovo tour nel 2027

Roma, 9 dic. (askanews) – Elodie, reduce da un anno di traguardi raggiunti, due date-evento negli stadi di Milano e Napoli e un tour nei palasport di 14 date appena concluso, durante il quale ha comunicato una pausa nel 2026, annuncia a sorpresa “Elodie Show 2027”. La tournée prodotta da Vivo Concerti la vedrà nuovamente protagonista sul palco dei principali palazzetti italiani.

“Grazie di cuore è stato un tour bellissimo mi avete dato tanto amore, adesso mi fermo per un po’, ho già in mente il nuovo show, il nuovo palco e non vedo l’ora di tornare da voi. Posso già dirvi che ritorno nel 2027”, dice Elodie.

La tournée partirà dal Palaprometeo di Ancona (DATA ZERO – Sabato 24 aprile 2027), farà tappa al Palazzo dello Sport di Roma (giovedì 29 aprile 2027) per proseguire al Teatro Palapartenope di Napoli (martedì 4 maggio 2027), al Palaflorio di Bari (sabato 8 maggio 2027), all’Unipol Forum di Milano (giovedì 13 maggio 2027), al Mandela Forum di Firenze (martedì 18 maggio 2027) e concludersi all’Unipol Arena di Bologna (Sabato 22 maggio 2027).

Dopo il successo del quinto album “Mi Ami Mi Odi”, entrato direttamente al terzo posto della classifica FIMI con oltre 183 milioni di stream, la partecipazione al Festival di Sanremo con “Dimenticarsi alle 7”, certificato oro, e il riconoscimento come Miglior attrice non protagonista per il film “Fuori” di Mario Martone, ai Nastri d’Argento, Elodie darà inizio a un nuovo capitolo.

Giornata Mondiale del Suolo 2025, evento CIC a Roma

Roma, 9 dic. (askanews) – In occasione della Giornata Mondiale del Suolo, indetta dalla FAO, il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) ha organizzato a Roma l’evento “Dalla terra alla Terra – Suoli sani per citt sane”, un appuntamento dedicato al ruolo decisivo che il suolo riveste per la resilienza urbana e il benessere delle comunit. Abbiamo parlato con Gianpaolo Vallardi, Presidente CIC:

“Dobbiamo sottolineare questo per rispettare di pi il suolo. La FAO ha lanciato l’allarme che il suolo si sta impoverendo, il deserto sta avanzando e quindi dobbiamo ritornare a dare attenzione al suolo. Noi siamo il Consorzio Italiano Compostatori, produciamo compost e biometano e io credo che il compost vita tanto quanto il suolo. Il compost fertilit, il compost vita per il terreno e questo lo dobbiamo far capire a tutti, aumentare la sensibilit ambientale e per questo oggi sottoscriviamo assieme al Ministero dell’Agricoltura un importantissimo accordo di collaborazione che va proprio in questa direzione, ritornare con la sostanza organica nei terreni e soprattutto far capire alla gente che questa la strada, non solo per noi oggi ma soprattutto per il futuro, il futuro nostro e dei nostri figli”.

Tra le soluzioni proposte dal Consorzio, emerge la pratica dello urban carbon farming, che permetterebbe di rendere le citt pi resilienti agli impatti dei cambiamenti climatici. poi intervenuto Massimo Centemero, Direttore CIC:

“Quest’anno ancora con pi forza rispetto agli anni precedenti lanciamo la tematica dell’Urban Carbon Farming. Nel 2024 l’Unione Europea ha pubblicato un regolamento sul carbon farming, cio sull’incentivazione di tutto ci che coltivazione del carbonio, cio l’incremento della fertilit dei suoli, relativamente a tutte le attivit agricole. Noi abbiamo aggiunto il suffisso, la parola Urban Carbon Farming, perch riteniamo che tutte le tecniche agricole per incrementare la sostanza organica nel suolo, per mantenere la fertilit, possono essere applicate anche nelle nostre citt, nel verde urbano, nel verde ricreativo, nel verde sportivo, e quindi chiaramente come Consorzio di Italiano Compostatori possiamo dare il contributo, piccolo o grande che sia, nella fornitura di compost, che questo fertilizzante che viene prodotto dal riciclo dei nostri scarti, e l’Italia un paese virtuoso perch noi produciamo, al dati ufficiali 2023, pi o meno 2 milioni di tonnellate di compost derivate dal riciclo dei nostri scarti”.

A sottolineare l’importanza del dibattito sulla salute dei suoli, hanno preso parte alla giornata numerosi rappresentanti di istituzioni nazionali come il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza Energetica Gilberto Picchetto Fratin tramite videomessaggio, l’Onorevole Francesco Battistoni, Segretario di Presidenza della Camera dei Deputati, i Senatori Patrizio Giacomo La Pietra, Sottosegretario MASAF, e Luca De Carlo, Presidente della IX Commissione del Senato “Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare”.

Pescara (FenImprese) Italia, il paradosso fiscale

Roma, 9 dic. (askanews) – La legge di bilancio 2026, attesa per l’approvazione entro fine anno, fotografa un Paese fermo. Secondo i dati analizzati da Daniele Pescara, Presidente di FenImprese Dubai, gli italiani pagano in media il 42,8% di tasse, a fronte di una crescita economica pari allo 0%. Il quadro che ne emerge quello di un’Italia bloccata: salari fermi da oltre trent’anni, mercato del lavoro stagnante e scarse prospettive per le nuove generazioni.

Secondo Pescara, le famiglie e le imprese italiane si trovano in una condizione di “iper-tassazione” a fronte di servizi e opportunit sempre pi ridotti. “Se non c’ crescita – sottolinea – non ci saranno nuovi posti di lavoro per i giovani, n sbocchi imprenditoriali concreti”. La combinazione tra elevata pressione fiscale e bassa produttivit rende difficile pianificare investimenti e dinamiche occupazionali stabili. Nonostante le agenzie di rating hanno mostrato giudizi positivi nei confronti del BelPaese, a rendere la situazione ancora pi complessa, emerge un evidente squilibrio tra contribuenti: mentre imprese e famiglie pagano quasi met del loro reddito in tasse, l’Italia continua ad attrarre i grandi patrimoni internazionali, offrendo condizioni fiscali estremamente vantaggiose ai Paperoni di tutto il globo.

La flat tax per i super-ricchi, che nel 2026 sar fissata a 300.000 euro, consente ai milionari stranieri di stabilirsi nel Paese beneficiando di sanit e welfare, senza sostanzialmente contribuire al fisco nazionale. “Di fatto – afferma il numero uno di FenImprese, che anche Ceo di Daniele Pescara Consultancy – saranno i cittadini italiani a pagare per loro”. Di fronte a questo scenario, cresce il fenomeno della delocalizzazione patrimoniale e fiscale. Se in passato la ricerca di soluzioni estere era sporadica e poco organizzata, oggi diventata una strategia strutturata: holding, fondazioni e trust familiari vengono sempre pi impiegati per proteggere i patrimoni e ridurre il carico fiscale.

Secondo Daniele Pescara, oggi si registra un +72% di interesse da parte di contribuenti e aziende verso questi strumenti di internazionalizzazione. la risposta, legale ma sintomatica, a un sistema fiscale percepito come insostenibile.

La nuova generazione, formata in Italia ma proiettata all’estero, assiste ad un Paese che soffre. Sempre pi giovani laureati cercano opportunit oltre confine, mentre numerosi imprenditori stanno valutando alternative fiscali e operative fuori dal territorio nazionale. Il rischio duplice: perdita di ‘capitale umano’ e impoverimento fiscale, due fattori che potrebbero indebolire ulteriormente l’economia nazionale. I dati della legge di bilancio 2026 – spiega Pescara – impongono un confronto urgente: ” corretto discuterne, avere un contraddittorio e mettersi in gioco per capire quale sar il futuro del nostro Paese. La direzione da prendere dipender dalla capacit delle istituzioni di ricostruire fiducia, incentivare la crescita e fermare la fuga di talenti e risorse. Senza una riforma fiscale equa e lungimirante, il rischio che l’Italia rimanga la “terra del paradosso fiscale”: un Paese dove si paga molto e sempre di pi, ma si riceve sempre meno”.

Ucraina, Zelensky: "Io sono sempre pronto alle elezioni". E sulle trattative "mi fido di Meloni"

Roma, 9 dic. (askanews) – “I am ready, forever” (Sono pronto alle elezioni, sempre). Con questa frase secca il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto ad alcuni giornalisti dei quotidiani italiani che, nella hall del Park Hotel dei Principi, gli chiedevano una reazione alle parole del presidente Usa Donald Trump, che in un’intervista a Politico accusava l’Ucraina di “usare la guerra per non indire le elezioni”.

E sulle trattative in corso Zelensky confida anche nella premier italiana: “Sì, mi fido di Giorgia Meloni e credo che ci aiuterà”, ha risposto il presidente ucraino al Messaggero e a La Repubblica che, nella hall del Park Hotel dei Principi, hanno chiesto se sentisse di poter contare, nell’ambito dei difficili colloqui con la parte Usa per una soluzione al conflitto in Ucraina, in una mediazione della presidente del Consiglio con il presidente Usa Donald Trump.

Rentokil Initial cresce in Italia: acquisita Evoluzione Servizi

Milano, 9 dic. (askanews) – Il Gruppo Rentokil Initial, attivo a livello mondiale nella fornitura di servizi per la gestione degli infestanti e servizi per l’igiene, rafforza la propria posizione in Italia con l’acquisizione della societ Evoluzione Servizi Srl, con sede a Ravenna, specializzata nella consulenza e nei trattamenti termici per il controllo degli infestanti dedicati al settore agroalimentare, degli allevamenti e della logistica. L’acquisizione un’operazione strategica che consente al Gruppo Rentokil Initial di estendere la propria copertura territoriale. Inoltre questa operazione potenzia l’offerta di soluzioni e si inserisce all’interno di un percorso che guarda alle esigenze dei clienti, ma punta anche a ridurre l’impatto ambientale. In particolare, spiegano dall’azienda, con questa acquisizione Rentokil Initial diventa leader a livello italiano nei trattamenti ad alte temperature per il controllo degli infestanti.

Il trattamento termico sfrutta la potenza del calore per eliminare gli insetti in tutte le fasi di sviluppo (uova, larve e adulti), evitando l’impiego di sostanze chimiche. Il principale vantaggio la sua efficacia biologica e immediata: il calore fra i 50 ed i 55 gradi agisce in profondit, elimina anche gli insetti nascosti negli angoli pi remoti degli ambienti trattati e assicura risultati rapidi, nel pieno rispetto delle normative HACCP sulla sicurezza alimentare.

L’acquisizione di Evoluzione Servizi consolida la strategia di Rentokil, che mira all’evoluzione del servizio Pest Control verso l’Integrated Pest Management (IPM), un approccio consulenziale per il controllo degli infestanti completamente integrato e basato sull’analisi del rischio, sulla prevenzione, sul monitoraggio costante e sull’implementazione di sistemi di controllo sempre pi orientati al basso impatto ambientale ed alla riduzione dell’uso di prodotti chimici. L’operazione, poi, non solo apporta a Rentokil competenze tecniche specifiche, ma le integra sinergicamente con quelle derivanti dalle precedenti acquisizioni, consolidando il patrimonio di know-how.

Nordio: le decisioni dell’Ue sono un ottimo viatico per i centri migranti in Albania

Bruxelles, 9 dic. (askanews) – Le decisioni di ieri del Consiglio Affari interni dell’Ue, sulla lista dei “paesi terzi sicuri”, in cui gli Stati membri potranno inviare i migranti irregolari in attesa di risposta per le loro domande di asilo o in attesa di rimpatrio, e dei “paesi di origine sicuri” per i rimpatri, saranno “certamente” sufficienti affinché si possano utilizzare i centri italiani per i migranti in Albania senza ostacoli da parte dei giudici. Lo ha assicurato oggi a Bruxelles il ministro della Giustizia Carlo Nordio, rispondendo a una domanda durante un breve incontro coi giornalisti alla fine della riunione del Consiglio Giustizia dell’Ue.

“Certo” ha risposto Nordio. “Naturalmente, la situazione in questo momento è ancora soggetta alla decisione finale del cosiddetto ‘trilogo’ (il negoziato legislativo a tre fra Consiglio Ue, Europarlamento e Commissione europea, ndr), ma è un eccellente viatico verso una soluzione definitiva, che porterà chiarezza sia dal punto di vista giurisprudenziale, sia dal punto di vista operativo”.

“Quindi – ha continuato Nordio – siamo enormemente soddisfatti e siamo certi che entro pochissimo tempo questa, diciamo, confusione che c’era stata fino ad oggi nella giurisprudenza e nella gestione dei flussi migratori sarà definitivamente accertata proprio in ambito normativo, e quindi – ha concluso il ministro – non ci sarà più spazio per esitazioni dal punto di vista giurisprudenziale”.

Tv, arriva il musical animato "Eglefino", l’eroe di Laura Carusino

Roma, 9 dic. (askanews) – Eglefino, personaggio simbolo di diversità e unicità frutto dell’immaginazione di Laura Carusino ed “eroe anticonvenzionale”, dai libri prende ora voce e forma tridimensionale arrivando per la prima volta in tv martedì 16 dicembre 2025, alle ore 20.20, su Rai Yoyo e su RaiPlay: a metà tra comedy e musical, “Eglefino” è un film d’animazione inclusivo di 30 minuti circa, realizzato con alti standard qualitativi audio e video, per una piccola favola rivolta nel periodo natalizio a tutti i bambini e le loro famiglie.

Tratto dal libro “Eglefino, sei speciale!” del volto di “Hello Yoyo” Laura Carusino (Piemme, 2023) e illustrato da Erika de Pieri, il film è prodotto da Enanimation in collaborazione con Rai Kids, con il supporto del Ministero della Cultura, con il contributo del FESR Piemonte 2021-2027 – Bando Piemonte Film TV Fund (2024) e il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, e vede alla regia e alla scrittura Lisa Arioli, che proprio con Enanimation ha firmato successi d’animazione pluripremiati anche all’estero come “Nina e Olga” e “Il Cercasuoni”.

Accanto alla storyline, che affronta con semplicità e immediatezza i temi della diversità, dell’appartenenza e della ricerca della propria voce e del proprio posto nel mondo, grande importanza è stata data all’aspetto tecnico, con un lungo processo di produzione che ha visto coinvolti 150 artisti tutti italiani, per unire un’animazione 2D tradizionale paperless a una CGI tridimensionale d’alto livello, così come all’aspetto musicale, con tante irresistibili canzoni originali firmate da Marco Carusino, artista e musicista che vanta molte collaborazioni (Morgan, Mauro Ermanno Giovanardi, Gianna Nannini…), e che verranno pubblicate su una playlist dedicata su Spotify a inizio 2026. I doppiatori sono Arianna Craviotto (influencer di spicco e conduttrice del programma “On Ari” su Rai Gulp), Paolo Carenzo (voce di Dodò dell’Albero Azzurro), Lorenzo Scuda degli Oblivion.

“Eglefino” sarà proiettato in anteprima alla 26esima edizione del Sotto18+ Film Festival di Torino, sabato 13 dicembre alle ore 16 presso il Cinema Massimo 1, alla presenza di Laura Carusino, Lisa Arioli e la produttrice di Enanimation Federica Maggio.

“Eglefino lo sento quasi come un figlio – ha affermato Laura Carusino – la sua unicità e la sua diversità sono proprio la sua forza e il suo plus. Questo film parla di inclusività, non ha una necessaria identificazione di gender, e va oltre tutti gli stereotipi, perché scava dentro le nostre emozioni. È un contenuto globale, chi per una volta nella vita non si è sentito un po’ Eglefino, alla ricerca di se stesso, della propria storia e del proprio posto nel mondo?”.

Per Eglefino, il Mondo delle Fiabe era casa. Tuttavia, tra tutti i suoi abitanti, era l’unico a non avere un ruolo prestabilito in alcuna storia. Così, ogni mattina, Eglefino si avventurava alla ricerca della sua parte, finendo per seminare il caos in ogni racconto in cui tentava di inserirsi. Animato dal desiderio di trovare il suo vero posto, Eglefino intraprese un viaggio con la sua fedele amica, la gufetta J-Hoo, nella speranza di scoprire dove finalmente si sarebbe sentito a suo agio. Un giorno, un atterraggio imprevisto su un vivace pianeta alieno portò una sorprendente scoperta: creature identiche a lui, che gustavano i suoi stessi cibi e vivevano in case simili alla sua! Finalmente, Eglefino credette di aver trovato la sua gente: i Boganiani! Ma il capo dei Boganianinon condivideva il suo entusiasmo, soprattutto a causa della passione di Eglefino per il canto e il ballo del cha-cha-cha. I Boganiani, infatti, conoscevano e apprezzavano solo il boogie-woogie. Ancora una volta, Eglefino si ritrovò ad essere l’elemento discordante. Neppure su Boogania era riuscito a trovare il suo posto nel mondo. Ma Piccolo Boogie, un giovane e curioso booganiano, fece amicizia con Eglefino. Insieme, trovarono un modo per unire i loro diversi stili di ballo, creando una nuova ed entusiasmante danza: il Boogie-Cha-Cha. Tornando nel luogo dove risiede il suo cuore, il Mondo delle Fiabe, Eglefino canta e balla il nuovo Boogie-Cha-Cha. Forse non ha trovato un posto a cui appartiene veramente, ma ha scoperto una nuova canzone e un nuovo ballo, che sono proprio come Eglefino stesso – in parte Mondo delle Fiabe, in parte Booganiano!

La nuova canzone e il nuovo ballo prendono piede e presto, l’intero Mondo delle Fiabe canta e balla il Boogie-Cha-Cha, una canzone che celebra l’essere unico nel suo essere diverso di Eglefino – una canzone che si rivela anche il segreto per spezzare finalmente un terribile incantesimo nel Mondo delle Fiabe, liberando una Principessa che era stata trasformata in pietra da un’antica maledizione. Eglefino ha finalmente trovato la sua fiaba, la ricompensa per il suo coraggio nello scoprire e accettare se stesso per quello che è. Il luogo a cui appartiene veramente è nel suo stesso cuore, dove ora è felice di essere il suo unico e speciale sé. Ed Eglefino e la Principessa vissero felici e contenti… in amicizia.

Roma, un progetto dei detenuti di Rebibbia all’ingresso della metro

Roma, 9 dic. (askanews) – Cos’è che non potrai mai dimenticare? Da questa domanda prende avvio il lavoro sulla memoria che ha coinvolto un gruppo di detenuti dell’Istituto Penitenziario Rebibbia di Roma ed ex detenute, in un laboratorio creativo e partecipativo guidato dall’artista visivo Angelo Bonello e dal fotografo Guido Gazzilli.

“Le cose che non possiamo dimenticare”, prodotto da Artificio Italiano Srl, è un progetto che restituisce voce e umanità a chi vive in carcere e che, dal 12 al 14 dicembre, trasformerà l’ingresso della Metro Rebibbia in un punto di contatto tra città e carcere, attraverso incontri, reading musicali, mostre e installazioni audiovisive. Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico Artes et Iubilaeum – 2025, finanziato dall’Unione Europea Next Generation EU per grandi eventi turistici nell’ambito del PNRR ed è realizzato in collaborazione con SIAE.

Cuore del progetto è l’opera audiovisiva monumentale di arte sociale di Angelo Bonello, tra i pionieri internazionali della Light Art Urbana: una grande croce Led alta sei metri che si accende all’ingresso della Metro Rebibbia come un’apparizione inattesa. Non è un simbolo religioso, ma una presenza viva nello spazio pubblico, capace di mettere in relazione il carcere e la città. L’opera nasce da un lavoro corale in cui l’artista e il team hanno scelto di immergersi con empatia nella realtà di Rebibbia, lasciandosi attraversare dalle storie dei detenuti. Le loro voci diventano immagini e parole che abitano la superficie della croce: volti, frammenti di memoria, mancanze e speranze restituiti alla comunità. Ogni testimonianza si fa domanda aperta per chi passa: che cosa non potremo mai dimenticare della nostra vita? E che cosa non dovremmo mai dimenticare, come società? L’installazione trasforma così uno snodo urbano in un luogo di ascolto e confronto intimo, dove chi guarda entra in dialogo con chi vive “oltre le mura”.

L’artista e direttore artistico Angelo Bonello ha spiegato: “Questa croce non è un monumento alla fede, ma un varco aperto nello spazio urbano che mette in comunicazione il dentro e il fuori del carcere di Rebibbia. Sulle sue superfici scorrono volti e parole che non chiedono indulgenza, ma solo ascolto, un taglio stretto nell’oscurità, attraverso cui i detenuti osservano il mondo e attraverso cui il mondo osserva loro. È uno scambio simmetrico in cui chi guarda è guardato, un invito a capire che una società si rivela da come osserva chi ha sbagliato e che a volte basta uno sguardo per ritrovare l’umano”.

Il fotografo Guido Gazzilli, a partire dalle memorie di luoghi, odori, volti, oggetti e sensazioni, ha selezionato alcune immagini dal proprio archivio fotografico trasformandole, attraverso i disegni e i testi dei detenuti, in un corpus di opere corali, intime e potenti. I lavori, che saranno esposti in formato poster alla Metro Rebibbia, restituiscono alla città uno sguardo dalla soglia del carcere, mettendo in luce il talento e la sensibilità dei detenuti coinvolti nel progetto. Il percorso è stato possibile grazie al coordinamento di Guido Pietro Airoldi, il supporto della psicologa a psicoterapeuta Maria Daria Giri e dell’educatrice penitenziaria Giuseppina Boi oltre alla partecipazione delle assistenti creative Vittoria Cattozzi e Petra Bonello.

La tre giorni si apre il 12 dicembre, dalle 10:30 alle 13 all’ingresso della Metro Rebibbia, con l’inaugurazione dell’installazione audiovisiva di Angelo Bonello, la presentazione del libro “Everyday Shoes” di Guido Gazzilli, che raccoglie le opere del fotografo e di oltre 50 artisti da tutto il mondo, realizzate insieme ai detenuti di alcuni istituti penitenziari italiani, e prosegue con la raccolta delle testimonianze di chi vive fuori dal carcere, oltre agli interventi di esperti su giustizia, arte e inclusione. Durante la mattina sarà inaugurata anche la mostra “Storie del quartiere Rebibbia attraverso il fumetto”, a cura di Carlo Labieni, Scuola Romana dei Fumetti dove gli studenti raccontano il quartiere attraverso tavole originali, installazioni luminose e videoracconti, mostrando come la vita quotidiana fuori dal carcere conviva con questa presenza.

Si chiude il 14 dicembre, in occasione del Giubileo dei Detenuti, l’ultimo evento dell’anno giubilare che è stato inaugurato lo scorso anno dall’apertura straordinaria della quinta Porta Santa proprio all’interno del carcere di Rebibbia. In questa giornata, dedicata non solo ai carcerati ma anche ai familiari, al personale del carcere e ai volontari che lavorano all’interno del sistema penitenziario, Amir Issaa, rapper, scrittore e divulgatore di cultura Hip Hop, porta in piazza il suo reading musicale con showcase “Vivo per questo”: una performance di circa un’ora tra parole, musica e proiezioni, che intreccia autobiografia, rapporto con la detenzione e possibilità di riscatto.

Ue, flash mob +Europa: Europa reagisca a Trump, governo Meloni ambiguo

Roma, 9 dic. (askanews) – “L’attacco di Trump all’Europa segna uno spartiacque. I paesi europei, i cittadini europei debbono reagire, prendere in mano il loro destino e chiedere più Europa, chiedere una maggiore integrazione europea a partire dalla politica estera e di difesa”. Lo ha detto Riccardo Magi, leader di +Europa, davanti a palazzo Chigi dove è stato organizzato un flash mob per accogliere il presidente dell’Ucraiona Volodymyr Zelensky, a colloquio con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. I rappresentanti di +Europa hanno srotolato una grande bandiera realizzata cucendo 27 vessilli della Ue, con al centro una bandiera ucraina: oltre a Magi e a Benedetto Della Vedova, presenti anche i parlamentari di Pd e Azione, Filippo Sensi e Giulia Pastorella, oltre a Eric Joseph, dell’associazione EuropaNow!.

“In questo momento l’Ucraina sta difendendo i valori dell’Europa, dello Stato di diritto, della democrazia liberale. Per questo la questione Ucraina riguarda il futuro di sicurezza dell’intera Europa. Il presidente Mattarella ce l’ha detto più volte in modo chiarissimo, quello che noi chiediamo però, anche al governo italiano e alla presidente Meloni che accoglie il presidente Zelensky, è di uscire dall’ambiguità, è di essere tra i paesi che vogliono maggiore integrazione politica, tra i paesi che non si nascondono dietro il diritto di veto nel Consiglio europeo. Meloni ancora poche settimane fa in Parlamento ci ha detto che a lei piace il diritto di veto, allora il cortocircuito dei nazionalisti è ormai chiaro: vogliono un’Europa che non funzioni per continuare a dire che la colpa di tutto è dell’Europa che non funziona. Non pensiamo che questo sia l’interesse degli italiani e di tutti gli europei”.

La posizione di Meloni sull’Ucraina finora noi l’abbiamo sostenuta e l’abbiamo condivisa – ha proseguito Magi – ma il governo italiano ha sempre 2-3 posizioni. C’è la posizione più filo-europea di Tajani, quella filo-putiniana di Salvini e poi c’è il silenzio un po’ imbarazzato all’inizio di Meloni che poi si chiarisce. Noi vogliamo un governo italiano che dia una spinta politica verso maggiore integrazione, non un governo italiano che viva quotidianamente nell’ambiguità”.

Per il Dem Filippo Sensi, la manifestazione di oggi può essere “il viatico per una manifestazione di piazza per l’Europa e per l’Ucraina: oggi la linea di divisione che passa nella politica è tra chi sta con l’Ue e con l’Ucraina e chi no”.

Migranti, Nordio: decisioni Ue ottimo viatico per centri Albania

Bruxelles, 9 dic. (askanews) – Le decisioni di ieri del Consiglio Affari interni dell’Ue, sulla lista dei “paesi terzi sicuri”, in cui gli Stati membri potranno inviare i migranti irregolari in attesa di risposta per le loro domande di asilo o in attesa di rimpatrio, e dei “paesi di origine sicuri” per i rimpatri, saranno “certamente” sufficienti affinché si possano utilizzare i centri italiani per i migranti in Albania senza ostacoli da parte dei giudici. Lo ha assicurato oggi a Bruxelles il ministro della Giustizia Carlo Nordio, rispondendo a una domanda durante un breve incontro coi giornalisti alla fine della riunione del Consiglio Giustizia dell’Ue.

“Certo” ha risposto Nordio. “Naturalmente, la situazione in questo momento è ancora soggetta alla decisione finale del cosiddetto ‘trilogo’ (il negoziato legislativo a tre fra Consiglio Ue, Europarlamento e Commissione europea, ndr), ma è un eccellente viatico verso una soluzione definitiva, che porterà chiarezza sia dal punto di vista giurisprudenziale, sia dal punto di vista operativo”.

“Quindi – ha continuato Nordio – siamo enormemente soddisfatti e siamo certi che entro pochissimo tempo questa, diciamo, confusione che c’era stata fino ad oggi nella giurisprudenza e nella gestione dei flussi migratori sarà definitivamente accertata proprio in ambito normativo, e quindi – ha concluso il ministro – non ci sarà più spazio per esitazioni dal punto di vista giurisprudenziale”.

Al Teatro Ghione di Roma "Casa Azul. A cena da Frida…"

Roma, 9 dic. (askanews) – Venerdì 12 dicembre alle ore 20:30, il Teatro Ghione di Roma apre le sue porte a Casa Azul – A cena da Frida… portate la tequila!, uno spettacolo originale di e con Daniela Del Moro, per la regia di Manuela Metri, con la partecipazione straordinaria di Fioretta Mari, musica dal vivo, performance coreografiche e un allestimento visivo che fonde teatro, arte e narrazione. Una produzione STArt, che invita il pubblico a sedersi idealmente alla tavola della pittrice messicana più iconica del Novecento per celebrare con lei una notte di festa, memorie e rivelazioni.

L’idea nasce da un’immagine potente: una cena a Casa Azul, la celebre dimora di Frida Kahlo a Coyoacán, oggi museo e simbolo di una vita vissuta nell’eccesso della passione, dell’arte e del dolore. La serata è quella in cui Frida si prepara a risposare Diego Rivera, in un secondo matrimonio che sa di follia, ostinazione e riscatto. In questa cornice, reale ma sospesa tra ricordo e immaginazione, prende forma una rappresentazione che mescola i piani del racconto biografico, della riflessione intima e del gioco teatrale.

Lo spettacolo si apre con un palco ancora in movimento: il sipario è appena socchiuso, i tecnici sistemano gli ultimi dettagli, i musicisti accordano gli strumenti, ballerini e cameriere si muovono distrattamente, tra battute e piccoli inciampi. È il tempo della “prova generale”, ma anche della rivelazione. La narratrice – incarnata da Daniela Del Moro – prende in mano il ritmo della scena, guidando il pubblico attraverso un racconto frammentato e coinvolgente, fatto di parole, immagini e interazioni. Chiama a sé i protagonisti, coordina gli imprevisti, si rivolge agli spettatori come se fossero parte del banchetto, complici, invitati.

Al centro della narrazione, Frida Kahlo appare nelle sue mille forme: giovane moglie fragile, artista ribelle, icona pop e donna dolente. Le sue lettere, i suoi diari, le sue parole pungenti – lette da Fioretta Mari con un tono ironico e profondo – si intrecciano a un mondo fatto di musica dal vivo (con Giovanna Famulari al violoncello e alla voce, Gianluca D’Alessio alla chitarra), coreografie fisiche ed evocative (Anna Gargiulo e Francesco Bax), maschere e opere visive create da Ombretta Luciani, in un impianto visivo che restituisce l’anima caleidoscopica di Frida e della sua Casa Azul.

Concepito come un’esperienza teatrale multisensoriale, in cui si fondono racconto, arte e memoria, Casa Azul – A cena da Frida… portate la tequila! rappresenta un omaggio a una donna che ha saputo trasformare il dolore in bellezza, il corpo in linguaggio, la casa in opera d’arte. È un invito ad avvicinarsi o a riscoprire una figura che continua a parlare al presente: autentica, pasionaria e coraggiosa, in cerca della vera ricetta della felicità anche attraverso amori impossibili, una tragica condizione di salute e una pittura che non vuole risparmiare nulla.

Radio Deejay omaggia Ornella Vanoni con la canzone di Natale 2025

Roma, 9 dic. (askanews) – La canzone di Natale di Radio Deejay quest’anno è un omaggio a Ornella Vanoni, una delle interpreti più profonde e iconiche della musica italiana. Da oggi, martedì 9 dicembre, “La voglia, la pazzia”, brano del 1976 di Ornella Vanoni – realizzato in collaborazione con il cantautore brasiliano Vinícius de Moraes e il chitarrista Toquinho, su testo del poliedrico Sergio Bardotti – cantato da tutti i talent della radio, sarà trasmesso su Radio Deejay per tutto il periodo natalizio.

“Quest’anno è stata la canzone di Natale a scegliere noi, e non viceversa” – dichiara Linus, direttore editoriale e artistico di Radio Deejay – “Quando lo scorso 21 novembre la grande Ornella Vanoni ci ha lasciati, abbiamo subito pensato a un omaggio speciale, da parte di tutta la grande famiglia di Radio Deejay. La nostra canzone di Natale, una tradizione da ormai oltre 30 anni, caso unico nella radiofonia italiana e forse il momento più atteso dai nostri ascoltatori, ci è sembrato il regalo più bello che potessimo farle. Nello specifico, il brano ‘La voglia, la pazzia’, ci è sembrato racchiudere tutte le sfumature della sua grande arte e della sua personalità eclettica, ironica e geniale. Questo Natale, cara Ornella, lo dedichiamo a te”.

La canzone di Natale è ormai un appuntamento immancabile, un rito collettivo fatto di musica e leggerezza. Tra i brani del repertorio di Ornella Vanoni, la radio ha scelto proprio “La voglia, la pazzia” perché rappresenta un invito a vivere il presente e a godersi l’amore in modo assoluto, senza pensare al futuro, augurando così a tutti i suoi ascoltatori un Natale capace di dare davvero la “buonanotte all’incertezza, ai problemi e all’amarezza”.

La registrazione del brano ha visto la collaborazione di Paola Folli nel ruolo di vocal coach di tutti i deejay. Nei prossimi giorni e fino al 25 dicembre è prevista inoltre una programmazione ad hoc con tutte le canzoni realizzate da Radio Deejay in questi 3 decenni, insieme ai grandi classici natalizi.

Firmate le nuove Indicazioni per la scuola. Valditara: "Si volta pagina"

Roma, 9 dic. (askanews) – “Con la firma delle nuove Indicazioni nazionali si volta pagina. Dal prossimo anno scolastico vi sarà il ritorno della centralità della storia occidentale, la valorizzazione della nostra identità, la riscoperta dei classici che hanno contraddistinto la nostra civiltà. Ripristiniamo inoltre il valore della regola, a partire da quella grammaticale, e del latino. Ciò non costituisce il ritorno a un passato superato. Regole grammaticali e latino rappresentano fondamenti che consentiranno ai nostri ragazzi di crescere consapevoli della nostra lingua, con maggiore padronanza espressiva e più forte pensiero critico. Al tempo stesso innoviamo i programmi di matematica e scienze perché, partendo dal reale, possano appassionare i giovani, e mettiamo al centro la cultura del rispetto e della lotta contro ogni discriminazione”. Così ha dichiarato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

“Sono programmi fortemente innovativi, che giungono al termine di un lavoro poderoso durato quasi due anni e che ha coinvolto il comitato tecnico presieduto dalla professoressa Perla, i componenti delle sottocommissioni e il Ministero. Un lavoro fatto di ascolto e confronto con la comunità scolastica e scientifica e di interlocuzione con le diverse istituzioni deputate ad esprimersi. A tutti coloro che hanno contribuito alle Nuove Indicazioni va il mio sentito ringraziamento. Agli insegnanti e agli studenti, per i quali queste Indicazioni sono state concepite, l’augurio di buon lavoro”, conclude il ministro.

Balletto di Roma, all’Auditorium Conciliazione "Natale che Danza 65.0″

Roma, 9 dic. (askanews) – Natale che Danza 65.0 è il nuovo progetto del Balletto di Roma, sostenuto da MIC e Regione Lazio, per celebrare le festività natalizie nel luogo simbolo dell’Anno Giubilare e festeggiare i 65 anni di storia del Balletto di Roma. Una programmazione innovativa che porta in scena la danza, restituendo alle famiglie, ai visitatori e al pubblico internazionale un’occasione speciale per vivere in teatro emozioni prenatalizie.

Celebrare il Natale attraverso la danza per offrire uno spazio di incontro e condivisione, proponendo spettacoli capaci di dialogare con generazioni diverse e di nutrire un bisogno culturale durante il periodo più suggestivo dell’anno. Dalla tradizione russa reinterpretata nello Schiaccianoci di Massimiliano Volpini, all’omaggio ad Astor Piazzolla, fino al Gala di Urban Dance diretto da Andrea Alemanno, il progetto integra anche una finestra di discussione su un tema oggi centrale e molto dibattuto nel settore: la relazione tra danza e sport. Nasce così un dialogo che unisce sensibilità, linguaggi e prospettive differenti. Questa è la danza che il Balletto di Roma desidera offrire al pubblico della città eterna: un percorso che accoglie stili e temi diversi – dal classico al contemporaneo fino all’urban – e che trova nell’Auditorium Conciliazione un palcoscenico ideale per vivere la magia della danza.

Da qui prende forma Natale che Danza 65.0, un evento che ospita i danzatori della storica Compagnia romana, artisti di livello internazionale e talenti emergenti delle arti performative e urbane. Dal 17 al 21 dicembre il programma prevede spettacoli, workshop e incontri formativi che offrono una visione ampia della danza, tra tradizione e innovazione.

In cartellone figurano produzioni già applaudite in Italia e all’estero, presentate oggi al pubblico internazionale della capitale per rispondere alle esigenze di una programmazione stabile dedicata alla grande danza italiana d’autore. La Compagnia, oggi riconosciuta come Marchio Storico d’Interesse Nazionale dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, conferma così il proprio ruolo di riferimento grazie al dialogo tra memoria e sperimentazione, irradiando dall’Auditorium Conciliazione la sua solida identità.

Il 17 dicembre il sipario si apre con Astor. Un secolo di Tango, presentato in un nuovo allestimento per il 2025: un recital di parole, musica e danza dedicato all’eredità di Astor Piazzolla. La regia di Carlos Branca, con la voce narrante di Vincenzo Bocciarelli, si combina alle coreografie di Valerio Longo, agli arrangiamenti e musiche originali di Luca Salvadori, agli straordinari danzatori in scena del Balletto di Roma e alle musiche suonate dal vivo dal M° Mario Stefano Pietrodarchi al bandoneon e fisarmonica, uno tra i più importanti esecutori al mondo della musica di Piazzolla.

Il 18, 19 e 20 dicembre torna il classico natalizio Lo Schiaccianoci di Massimiliano Volpini, su musica di P. I. Cajkovskij, arricchito dalle azioni coreografiche di urban dance della LICC / Urban Company a cura di Martina Licciardo. La versione fotografa il balletto come riflessione sull’ambiente attraverso le sue scene e costumi di Erika Carretta e sulla complessità umana, trasferendo la lettura del grande repertorio russo dalla casa borghese all’estrema periferia urbana dove la creatività e la fantasia delle giovani generazioni si trasformano in felicità senza spazio e tempo.

Per il 19 dicembre prevista una tavola rotonda aperta al pubblico e operatori del settore dal titolo “Dal 1960 tra danza e sport: quale futuro per le discipline coreutiche?”, con la partecipazione di studiosi, ricercatori ed esperti del settore, tra cui Nika Tomasevic e Nico Bortoletto, curatori del volume in anteprima “Danza e Sport. Storia, arte, educazione e movimento” (FrancoAngeli editore), insieme a Francesca Magnini, Direttrice Artistica della Compagnia del Balletto di Roma e docente di Progettazione e Produzione dello Spettacolo presso il Dipartimento SARAS dell’Università di Roma La Sapienza e Paola Besutti, Direttrice del Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo. Un appuntamento che si inserisce pienamente nel contesto degli spettacoli, arricchendone la visione e offrendo un dialogo completo e di visione futura per la danza.

Il 21 dicembre è dedicato all’universo dell’urban dance con incontri, speech, performance e momenti di confronto tra artisti, coreografi, insegnanti e operatori. Uno spazio di incontro, un momento di dialogo in cui la danza urbana possa esprimere la propria forza comunicativa e favorire lo scambio e valorizzazione artistica. La giornata si conclude con lo spettacolo DRIFT – Urban Dance Gala, che riunisce ospiti e realtà da tutta Italia per raccontare l’evoluzione della danza urbana in una venue d’eccezione e celebrarne la pluralità nelle sue forme: tecnica, fisica, emotiva e narrativa. Un racconto collettivo in cui le differenze di linguaggio, tecnica e stile diventano motore di crescita e confronto.

Nei giorni 17, 19, e 21 dicembre, gli artisti coinvolti guideranno laboratori di danza contemporanea e lezioni di urban dance, percorsi che intrecciano pratiche e visioni e trasformano la danza in un luogo di scambio e trasmissione condivisa. Cinque serate sull’importante palcoscenico di Via della Conciliazione: una nuova programmazione ideata per dare valore alla danza tutta e per tutti, quella che il Balletto di Roma promuove da sempre e che oltre un milione di spettatori hanno già applaudito negli ultimi vent’anni.

Stroppa: Elon Musk ama l’Europa, non il mostro che la Ue è diventata

Roma, 9 dic. (askanews) – “Elon Musk ama l’Europa, ma non il mostro burocratico che è diventato a scapito della sua stessa crescita”. E’ quanto dichiarato da Andrea Stroppa nel corso della trasmissione di Nicola Porro “10 minuti” andata in onda su Rete 4. Intervenuto per chiarire quanto lo stesso Elon Musk, e non solo lui, dichiara da tempo in merito all’Europa e di come, da diversi anni, il Vecchio continente guardi più al passato che al futuro, Stroppa ha voluto sottolineare come le parole di Musk riguardino la preoccupazione per un’Europa che sta dimostrando incapacità a cogliere e fornire risposte adeguate ai profondi cambiamenti in atto in ambito sociale, economico e tecnologico, dando priorità ai vincoli normativi che ne hanno fatto un mostro burocratico.

Musk, ha sottolineato Stroppa, considera il rapporto Europa-USA il rapporto più importante per l’occidente. Le stesse aziende di Elon Musk hanno investito miliardi di euro in Europa e danno lavoro diretto a circa 15.000 persone, alimentando contestualmente un estesa rete di indotto attraverso i rapporti intrattenuti con centinaia di aziende fornitrici. La considerazione di Musk per l’Europa è confermata inoltre dalla sua passione per la storia del nostro continente, in particolar modo quella dell’antica Roma in merito alla quale la sua Fondazione ha finanziato numerosi progetti di ricerca e studio.

I problemi strutturali dell’Europa, d’altro canto, non li ha evidenziati solo Musk ma anche Mario Draghi nel suo rapporto sulla Competitività dove ha richiamato l’attenzione su come la iper regolamentazione rappresenti un vincolo per la competitività europea.

Anche in merito all’immigrazione, “contrariamente a interpretazioni strumentali che sono state fatte di alcune sue dichiarazioni – ha detto Stroppa- Musk sostiene fortemente l’immigrazione purché sia legale e qualificata, mentre quella che arriva in Europa in modo illegale non è un’immigrazione qualificata e, nel lungo periodo, accogliere tante persone in maniera incontrollata non solo farà sì che non si potranno aiutare le persone che arrivano in cerca di un nuovo futuro ma non si potranno neanche offrire servizi adeguati alle persone che nascono e vivono nei paesi europei di appartenenza”.

Sulla competitività futura dell’Europa, Stroppa ha infine evidenziato che Automotive, Spazio, Informazione digitale e Intelligenza Artificiale “sono i quattro settori che guideranno lo sviluppo e la trasformazione nei prossimi anni: su tutti oggi l’Europa è in difficoltà, nonostante abbia avuto in passato, ad esempio nello Spazio, un ruolo molto importante in particolar modo con l’Italia che di questo settore è’ sempre stata leader. Ed è in quest’ottica che vanno prese le esortazioni du Elon Musk affinché l’Europa riprenda in mano il proprio futuro”.

Ambiente, Custodi del Suolo 2025: un weekend dedicato alla terra

Napoli, 9 dic. (askanews) – La Fondazione MIdA e il Museo del Suolo hanno celebrato la Giornata Mondiale del Suolo con un weekend, dal 5 al 7 dicembre, dedicato alla conoscenza e alla scoperta della terra. L’evento ha incluso incontri con esperti, la premiazione dei Custodi del Suolo 2025, attivit gratuite per le famiglie e un laboratorio creativo con Giovanni Muciaccia. Il momento clou stato il convegno del 5 dicembre, “Il Suolo vivo e i suoi custodi”, accompagnato dalla consegna dei riconoscimenti simbolo dell’iniziativa.

A seguire, la cerimonia dei Custodi del Suolo 2025 ha premiato cinque protagonisti della tutela e della divulgazione del suolo: Claudio Zaccone, per la ricerca sul carbonio e la scienza del suolo; Paolo Pileri, per la divulgazione e la pianificazione territoriale sostenibile; Tessa Gelisio, per la sensibilizzazione ambientale rivolta al grande pubblico; Giuseppe Cilento, per una vita dedicata alla rigenerazione della terra; e la Re Soil Foundation, per il ruolo guida nelle strategie nazionali di rigenerazione del suolo. Cos Tessa Gelisio, conduttrice e autrice televisiva: “Proteggere il suolo scatena un vero e proprio effetto farfalla. Innanzitutto si aumenta l’attivit e la biodiversit microbiotica, si accresce la capacit del suolo di trattenere l’acqua e stoccare anidride carbonica. Inoltre, protegge dall’erosione. Pu sembrare quindi un atto semplice e locale, salvare anche un solo metro quadrato di suolo fertile dalla cementificazione, ma i suoi effetti sono globali: aumenta la resilienza e il benessere del nostro pianeta, e quindi il nostro benessere che da esso dipende”.

Il premio nasce con l’obiettivo di far crescere una comunit impegnata nella diffusione di buone pratiche e conoscenza, contribuendo alla creazione di un movimento culturale che rimetta la terra al centro delle scelte future. Vincenzo Michele Sellitto, direttore del Museo del Suolo, ha dichiarato: “Oggi tutti noi ci dedichiamo sempre di pi a spiegare quanto sia importante il suolo, la sua funzionalit negli agroecosistemi e per il sostentamento dell’umanit. Potrebbe davvero esistere la civilt senza un substrato vivo che la sostiene? Chi viene al museo fa un percorso, un viaggio, e il nostro obiettivo trasmettere non solo la conoscenza, ma anche l’importanza di ci che possiamo fare per proteggerlo. Un messaggio che non solo per i bambini – sicuramente il museo li attira naturalmente – ma soprattutto per gli adulti che lavorano nel settore agricolo, i quali gi domani, dopo aver visitato il museo, possono applicare una buona pratica per difendere il suolo”.

Le celebrazioni della Giornata Mondiale del Suolo hanno rappresentato un momento prezioso per condividere conoscenze e valori con tutte le generazioni. Cos Maria Rosaria Carfagna, Presidente della Fondazione MIdA: “Ci dedichiamo principalmente alla divulgazione nelle scuole perch pensiamo che gli studenti possano farsi portatori, per le future generazioni, di un messaggio molto importante: l’ambiente parte integrante della nostra Costituzione. Mi riferisco all’articolo 9, recentemente riformato, che riconosce la tutela della biodiversit e del suolo, oltre alla protezione degli animali, come elemento fondamentale per preservare la salute delle prossime generazioni”. Il weekend poi proseguito con laboratori, visite gratuite al Museo del Suolo e lo spettacolo creativo di Giovanni Muciaccia, che domenica 7 dicembre ha coinvolto famiglie e giovani in attivit di riciclo e fantasia.

Corruzione, Conte: industria prospera, strada spianata dal Governo

Roma, 9 dic. (askanews) – “Insieme a quella delle armi c’è un’altra industria che va a gonfie vele: quella delle mazzette e della corruzione, che non abbassa i tentacoli sui soldi pubblici, ma dilaga e vede raddoppiare i casi, le inchieste, gli indagati, come fotografano i numeri di Libera”. Lo ha scritto sui suoi canali social il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, secondo il quale “la strada è spianata con un Governo che fa a pezzi la nostra legge Spazzacorrotti, indebolisce e taglia le intercettazioni, cancella l’abuso d’ufficio, avvisa prima dell’arresto colletti bianchi, corrotti e corruttori grazie alle ‘brillanti’ leggi di Nordio, che ora vorrebbe anche rendere i politici intoccabili dalla magistratura chiedendo il ‘sì’ al referendum”.

“Se vogliamo cambiare – ha soste4nuto ancora l’ex premier – bisogna aprire gli occhi, partecipare e reagire. Non si può fare certo come Meloni, che fischietta di fronte al disastro del centrodestra in Sicilia con gli appalti truccati in sanità mentre le persone aspettano 8 mesi un referto che potrebbe salvargli la vita”, ha concluso Conte.

Prodi: il disprezzo di Trump fa leva sull’incapacità a decidere della Ue

Milano, 9 dic. (askanews) – “Il disprezzo del presidente Usa ha potuto contare sull’incapacità dell’Ue di decidere che ha provocato debolezza esterna e interna con la nascita nazionalismi e populismi”. Lo ha detto l’ex Premier e Presidente della Commissione Ue Romano Prodi alla cerimonia di consegna del premio Ispi 2025 a lui assegnato.

“La debolezza dell’Ue rende facile il compito di un presidente che sta voltando le spalle alla storia del suo stesso paese, che odia la democrazia e vede il futuro del mondo in un rapporto diretto con dittatori e oligarchi o chiamateli poteri assoluti”.

“Questo è quello che sta facendo e che farà anche in futuro dall’Ucraina a qualsiasi altro orizzonte del mondo. Odia quindi l’Europa perché ha un disegno politico nuovo per gli Stati Uniti, spero provvisorio, in cui Europa è un impiccio”, ha concluso.

Trump intervistato da "Politico" attacca ancora Zelensky

Roma, 9 dic. (askanews) – Per l’Ucraina è giunto il momento di tenere delle elezioni e far scegliere il popolo: lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, intervistato dal sito di Politico. “È passato molto tempo, penso che sia giunto il momento. Stanno usando la guerra per non indire delle elezioni, ma penso che il popolo ucraino dovrebbe avere questa scelta. E forse vincerebbe Zelensky. Non so chi vincerebbe, ma non hanno indetto elezioni da molto tempo. Parlano di democrazia, ma si arriva a un punto in cui non è più una democrazia”, ha dichiarato.

Zelensky – ha ribadito Trump – dovrebbe leggere le proposte di accordo presentate da Washington. E farebbe meglio ad accettarle, perché sul campo di battaglia l’Ucraina sta avendo la peggio: “La Russia ha il sopravvento. E l’ha sempre avuto. Sono molto più grandi. Sono molto più forti in questo senso”.

Che l’Ucraina non sarebbe mai dovuta entrare nella Nato era un’intesa che esisteva già da molto tempo, così anche Trump intervistato dal sito di Politico. “Non sono rimasti molti(Paesi che possano aderire alla Nato, Ndr.) a pensarci bene, giusto? Non sono rimasti poi così tanti. C’era sempre stata un’intesa sul fatto che l’Ucraina non sarebbe entrata nella Nato, e questo già molto prima di Putin, in tutta onestà”, ha concluso.

Ue, Prodi: disprezzo di Trump fa leva su incapacità Europa a decidere

Milano, 9 dic. (askanews) – “Il disprezzo del presidente Usa ha potuto contare sull’incapacità dell’Ue di decidere che ha provocato debolezza esterna e interna con la nascita nazionalismi e populismi”. Lo ha detto l’ex Premier e Presidente della Commissione Ue Romano Prodi alla cerimonia di consegna del premio Ispi 2025 a lui assegnato.

“La debolezza dell’Ue rende facile il compito di un presidente che sta voltando le spalle alla storia del suo stesso paese, che odia la democrazia e vede il futuro del mondo in un rapporto diretto con dittatori e oligarchi o chiamateli poteri assoluti”.

“Questo è quello che sta facendo e che farà anche in futuro dall’Ucraina a qualsiasi altro orizzonte del mondo. Odia quindi l’Europa perché ha un disegno politico nuovo per gli Stati Uniti, spero provvisorio, in cui Europa è un impiccio”, ha concluso.

Artigiano in Fiera: a Milano le arti dall’Italia e dal mondo

Milano, 9 dic. (askanews) – Si aperto Artigiano in Fiera. La manifestazione, giunta alla 30 edizione, in programma fino a domenica 14 dicembre, con ingresso gratuito presso Fieramilano Rho tutti i giorni dalle 10:00 alle 22:30. L’appuntamento si conferma come la principale vetrina internazionale dedicata alle arti e ai mestieri, con ben 2.800 espositori provenienti da 90 Paesi dei 5 continenti, distribuiti su 9 padiglioni. Quest’anno, con il tema ” il momento della persona”, la fiera rinnova la sua missione di valorizzare e sostenere gli artigiani di tutto il mondo che, con il loro saper fare, incarnano l’espressione autentica di un’umanit al lavoro.

Cos Antonio Intaglietta, presidente Gefi ed ideatore di Artigiano in Fiera: “Il tema guida di questa edizione la persona al centro. Le persone, qui, trasmettono cultura e saper fare attraverso la loro tradizione. E rappresentano le culture di tutto il mondo. Tutte le Regioni italiane sono protagoniste. Inoltre, possiamo contare su una presenza importante sul fronte internazionale, dall’America all’Africa terminando per l’Oceania. Abbiamo tutto il mondo rappresentato qui. Io consiglio ai visitatori di prendere la mappa e muoversi a sentimento, per trovare mille curiosit e storie appassionanti”.

La cerimonia di apertura, che si tenuta nell’Area istituzionale della Regione Siciliana, ha visto la partecipazione anche di Edmondo Tamajo, Assessore alle Attivit Produttive della Regione Siciliana, confermando la Sicilia quale protagonista di Artigiano in Fiera.

“Per noi un onore essere qui – afferma Edmondo Tamajo, assessore alle attivit produttive della Regione Sicilia – ma anche una responsabilit. Come Regione Siciliana investiamo molto su questo evento. Sono circa 200 le imprese artigiane che qui creano relazioni commerciali, rafforzano la loro competitivit e cercano di crescere. Per noi un motivo di orgoglio e vanto aver ospitato nell’area Sicilia le autorit, tra cui il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, in occasione dell’inaugurazione dei trent’anni di Artigiano in Fiera. Come Regione, stiamo utilizzando tutte le opportunit che la Sicilia ha a disposizione, tra cui una misura, di nome “Pi artigianato”, che d la possibilit annualmente alle imprese artigiane di investire, con investimenti a fondo perduto per l’acquisto di scorte, per ampliare le aziende, per l’abbattimento degli interessi passivi. Poi abbiamo adottato altre misure per quanto riguarda un percorso di innovazione e digitalizzazione. Bisogna innovarsi e camminare alla stessa velocit delle imprese italiane ed europee”.

La trentesima edizione di Artigiano in Fiera, oltre a confermarsi la destinazione ideale per fare il pieno di regali di Natale originali e di qualit, anche l’occasione per viaggiare tra i tanti sapori e cucine dell’Italia e del mondo in un’incredibile variet di specialit da assaggiare e comprare.

Confindustria fa sapere che 2 imprese su 3 non trovano personale

Roma, 9 dic. (askanews) – Difficoltà nel reperimento di personale per oltre due imprese per tre. A lanciare l’allarme è Confindustria nell’Indagine sul lavoro. Tra le imprese che avevano in corso ricerche di personale al momento dell’indagine, il 67,8% ha riportato di aver riscontrato difficoltà, una percentuale molto simile a quella rilevata un anno prima (69,8%). La quota di imprese che dichiarano difficoltà è più elevata nell’industria (72,9%) che nei servizi (61,3%) e cresce con la dimensione aziendale, dal 59,9% nelle imprese piccole, al 72,6% in quelle medie e al 78,9% nelle grandi.

Le maggiori problematiche emergono per le competenze tecniche (come per manutenzione, installazione e tecnologie, produzione, logistica, informatica di base, ecc.), segnalate da oltre la metà delle imprese con difficoltà di reperimento (57,1%). Risultano molto diffuse anche le difficoltà di reperimento per mansioni manuali (46,3%), soprattutto nell’industria (57,6% rispetto a 31,8% nei servizi).

Vi è poi quasi un quinto delle imprese (18,5%) che riportano difficoltà a reperire competenze trasversali. D’altronde anche le competenze digitali (per esempio, per progettazione, prototipazione, sviluppo infrastrutture digitali, sviluppo e gestione algoritmi, analisi dei dati, ecc.) risultano difficili da reperire per una quota simile di imprese (18,4%). Per queste due tipologie di competenze sono le imprese dei servizi a rilevarne la scarsità in maniera più frequente rispetto alle imprese dell’industria.

La gran parte delle imprese che segnalano difficoltà di reperimento (84,1%) intraprende azioni per farvi fronte. Tra le aziende che hanno indicato almeno una “contromisura” in atto, quella più diffusa risulta la formazione del personale attualmente in forza (56%), seguita dal ricorso a servizi esterni, come consulenze e collaborazioni (52,9%) e dall’allargamento del bacino di ricerca in termini di aree geografiche o metodologie di recruitment (40,2%).

Confesercenti, Gronchi: imprese fondamentali per coesione e equità

Roma, 9 dic. (askanews) – Un patto sociale sul lavoro, che contrasti dumping e contratti pirata; un progetto nazionale di rigenerazione urbana, che realizzi eventi, coesione sociale e rivitalizzi i centri urbani; una “nuova visione” della rappresentanza, puntando a migliorare la coesione. Sono i punti chiave elencati dal presidente di Confesercenti, Nico Gronchi durante la sua relazione per l’assemblea annuale in corso a Roma.

“Oggi i nostri imprenditori agiscono sempre più diversificando e moltiplicando la presenza in più punti vendita, ma mantengono la cultura ed il valore sociale che è intrinseco nella ‘bottega’ – ha detto -. Si ibridano, entrano in multicanalità, ma rimangono con radici ben profonde nei propri territori. Le relazioni delle assemblee, normalmente, si chiudono con le richieste al Governo. Quest’anno la chiuderemo con una nostra dichiarazione di impegno. Il ruolo sociale delle imprese, oltre che quello di natura economica, è centrale e fondamentale per garantire coesione ed equità”, ha sottolineato Gronchi.

“Confesercenti vuole essere portatrice dei valori che debbono accompagnare e contraddistinguere l’attività dell’impresa. Ci sono valori da salvaguardare dai quali non si può prescindere. Le imprese dei nostri settori danno lavoro a 4 milioni di addetti, il 20% del complessivo degli occupati. Dal Microcredito, alle garanzie dei confidi, ai servizi welfare, alle intese per le polizze catastrofali, fino al sistema di formazione Confesia per l’intelligenza artificiale”.

“Il nostro obiettivo – ha proseguito – è quello di mettere a disposizione di tutte le imprese, quel qualcosa in più che permetta loro di guardare con maggiore serenità al futuro. Vogliamo crescere e dare opportunità di sviluppo alle imprese e a tutti coloro che vi lavorano. È il nostro ruolo, è nostro dovere, è la nostra missione”.

“Le grandi trasformazioni globali in particolare su sostenibilità e digitale sono temi estremamente attuali e con impatti profondi sulla vita economica e sociale di ognuno di noi. La dimensione europea di molte scelte è ormai l’evoluzione naturale e, a livello nazionale, il quadro di riferimento è definito: la legge di bilancio e la legge annuale sulle piccole medie imprese sono i contenitori per fare scelte concrete a sostegno dell’impresa diffusa”.

A Confesercenti “abbiamo le idee chiare su come leggere, insieme, il futuro delle nostre imprese: sul lavoro – ha detto Gronchi -: un patto sociale che contrasti dumping e contratti pirata, che restituisca valore e dignità al lavoro di commercianti, artigiani, imprenditori, collaboratori e dipendenti, un patto che deve stare in cima all’agenda del Paese; sulle imprese: un progetto nazionale di rigenerazione urbana, che realizzi eventi, coesione sociale e rivitalizzi i centri urbani, attraverso un fondo alimentato dalla tassazione dei giganti del web, è la strada maestra per sostenere commercio e turismo; sulla coesione sociale: Una nuova visione della rappresentanza, della politica e dell’economia che deve essere più coesa, con strumenti e proposte che guardino in particolare a donne, giovani e impresa diffusa”.

“Lavoro, impresa, coesione sociale quindi: questa è la nostra dichiarazione di impegno, per le imprese, per il paese, per il futuro”, ha concluso. (fonte immagine: Confesercenti).

Sono almeno 1.300 i migranti morti o dispersi nel Mediterraneo nel 2025

Roma, 9 dic. (askanews) – “Alla fine del settembre 2025 la stima (per difetto) dei rifugiati e migranti morti o dispersi nel Mediterraneo nell’anno sfiora già le 1.300 unità. Per l’ennesima volta, a pagare il tributo di gran lunga più pesante sono coloro che tentano la traversata del Mediterraneo centrale: 885 vittime”. Lo rileva la Fondazione Migrantes nell’edizione 2025 del report “Il Diritto d’Asilo”, presentato oggi.

“Il 2024 – spiega il dossier – ha visto invece il più alto tributo di vittime mai registrato sia sulla rotta atlantica verso le Canarie (1.239 fra morti e dispersi), sia sui percorsi migratori interni al continente europeo (243). Per rifugiati e migranti il rischio di perdere la vita o di rimanere dispersi sulla rotta del Mediterraneo centrale è oggi pari a 1 caso ogni 58 arrivi sulle coste d’Italia o di Malta. Ma il rischio è ancora più elevato (e in crescita rispetto al 2024) sulla rotta atlantica delle Canarie: 1 caso ogni 33 persone sbarcate sulle isole”.

“Ancora una volta, nel 2025 il numero di migranti e rifugiati deportati dai ‘guardiacoste’ libici in un sistema collaudato di miseria, arbitrio, vessazioni, taglieggiamenti e violenze è in crescita: solo fra gennaio e settembre ne sono già stati fermati in mare quasi 20 mila, contro i 22 mila scarsi di tutto il 2024”, conclude il report.

Un’ambulanza ha travolto un 12enne che andava a scuola a Genova, gravissimo

Genova, 9 dic. (askanews) – A Genova un bambino di 12 anni è stato ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale pediatrico Giannina Gaslini dopo essere stato travolto da un’ambulanza questa mattina in via Archimede mentre si stava recando a scuola. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, che lo hanno intubato e trasferito in codice rosso al Gaslini Il 12enne è giunto in ospedale “emodinamicamente stabile – spiega la direzione sanitaria dell’istituto pediatrico genovese – con unáquadro di politrauma caratterizzato da un trauma cranico di particolare gravità. È stato quindi trasferito ináterapia intensiva, dove è attualmente sottoposto a monitoraggio neurologico avanzato”.

“La prognosi rimane riservata – si legge ancora nel bollettino medico – in ragione della complessità del quadro clinico e della necessità di un’osservazione continua, anche in vista delle valutazioni chirurgiche e specialistiche che potranno rendersi necessarie”. Nel frattempo sono state avviate le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente ed accertare eventuali responsabilità.

Tennis, 11 italiani al via agli Australian Open

Roma, 9 dic. (askanews) – Sono undici gli italiani nel tabellone principale degli Australian Open 2026, al via il 18 gennaio, con l’entry list annunciata questa notte. Per gli uomini ci saranno Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Flavio Cobolli, Luciano Darderi, Lorenzo Sonego, Matteo Berrettini, Matteo Arnaldi, Mattia Bellucci e Luca Nardi, per le donne Jasmine Paolini e Elisabetta Cocciaretto. Tutto, ovviamente, in attesa della qualificazioni. Carlos Alcaraz, attuale numero 1 del mondo e a caccia del Career Grand Slam guida l’entry list maschile. Sinner (2), Musetti (8), Cobolli (21) e Darderi (25) saranno teste di serie nel singolare maschile, mentre la Paolini (8) lo sarà in quello femminile. Alcaraz, che a Melbourne Park non è mai andato oltre i quarti, dovrà vedersela con Jannik Sinner, campione nel 2024 e nel 2025, con i due che ovviamente potranno incontrarsi solo in finale, essendo ai due lati opposti del tabellone. L’azzurro punta a diventare il secondo uomo nell’era Open, dopo Novak Djokovic, capace di conquistare tre titoli consecutivi in singolare agli Australian Open. Novak Djokovic, dieci volte vincitore a Melbourne, arriva da numero 4 del ranking dopo aver centrato tutte e quattro le semifinali dei Major nel 2025, diventando l’uomo più anziano nell’era Open a riuscirci in una singola stagione.

Nel tabellone femminile, accanto a Sabalenka, numero uno del seeding, ci saranno la campionessa in carica Madison Keys, la numero 2 Iga Swiatek — che a Melbourne insegue anche lei il suo Career Slam dopo il trionfo a Wimbledon 2025 — e la regina del Roland Garros Coco Gauff, vittoriosa su Sabalenka nella finale di Parigi. Hanno utilizzato il ranking protetto l’ex numero 1 Karolina Pliskova, la cinese Wang Yafan e il talento thailandese in ascesa Mananchaya Sawangkaew. Quattro gli ingressi con classifica protetta anche nel maschile: i cinesi Shang Juncheng e Zhang Zhizhen, il finlandese Emil Ruusuvuori e il beniamino di casa Thanasi Kokkinakis.

Mediaset acquisisce Radio Norba, storica emittente del Sud Italia

Milano, 9 dic. (askanews) – Mediaset acquisisce Radio Norba, storica emittente radiofonica di riferimento per tutto il sud Italia con sede a Conversano, nel Barese. In una nota il gruppo di Cologno Monzese annuncia che “RadioMediaset amplia il proprio network con l’acquisizione di Radio Norba riconosciuta per qualità editoriale e forte radicamento nel territorio”.

L’operazione, si legge, avviene attraverso il passaggio al controllo del capitale di Genetiko, società editrice di Radio Norba e organizzatrice di eventi musicali come Battiti Live. Marco Montrone, presidente e figlio del fondatore dell’emittente radiofonica, collaborerà direttamente con Mediaset mantenendo il suo ruolo operativo e di amministratore delegato.

L’ingresso di Radio Norba amplia la presenza del gruppo Mediaset nel Sud Italia e ne rafforza il posizionamento nazionale, spiega la nota. “L’integrazione della nuova emittente permetterà, grazie anche alla pluriennale esperienza di Marco Montrone e di Genetiko nella produzione di eventi televisivi come Battiti Live, di sviluppare nuovi progetti editoriali e di creare sinergie operative, sia per una migliore gestione delle frequenze sia per una più efficace valorizzazione delle politiche commerciali nella raccolta pubblicitaria”.

Reporters Sans Frontieres: 67 giornalisti uccisi in un anno, il 43% da Israele

Roma, 9 dic. (askanews) – Dall’ultimo rapporto di Reporters Sans Frontières (Rsf) pubblicato il 1 dicembre 2024, 67 giornalisti sono stati uccisi a causa del loro lavoro e almeno il 79% di loro è stato vittima di forze armate o gruppi paramilitari (37 giornalisti) e di reti criminali (16 giornalisti).

“L’esercito israeliano è responsabile di oltre il 43%, quasi la metà, dei crimini commessi contro i giornalisti negli ultimi dodici mesi”, si legge nel rapporto di Rsf, in cui si ricorda che in totale, dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, nell’ottobre 2023, “l’esercito israeliano ha ucciso quasi 220 giornalisti, almeno 65 dei quali a causa del loro lavoro o mentre erano al lavoro”.

Nel suo rapporto, Rsf aggiunge che “il 2025 è stato l’anno più letale degli ultimi tre anni per i professionisti dell’informazione in Messico, e il Paese è il secondo più pericoloso al mondo per i giornalisti, con nove morti quest’anno”.

Altri quattro giornalisti sono morti in Sudan, dove è ancora in corso il conflitto tra esercito e forze paramilitari di supporto rapido. “Almeno due giornalisti sono morti dopo essere stati rapiti dalle Forze di Supporto Rapido”, ha precisato Rsf.

Solo due dei giornalisti uccisi negli ultimi 12 mesi sono morti fuori dal loro Paese: il fotoreporter francese, Antoni Lallican, ucciso in un attacco di droni russi in Ucraina, e il giornalista salvadoregno Javier Hércules, ucciso in Honduras, dove viveva da più di dieci anni. “Tutti gli altri sono stati assassinati mentre lavoravano nel loro Paese”, ha rimarcato Rsf.

Al 1 dicembre 2025 risultano quindi 503 giornalisti detenuti in 47 paesi: “La più grande prigione al mondo per giornalisti è ancora la Cina (121), seguita dalla Russia (48) e poi dal Myanmar (47). Sotto la guida di Vladimir Putin, la Russia imprigiona più giornalisti stranieri di qualsiasi altro stato (26), seguita da Israele (20)”.

“Ecco dove porta l’odio per i giornalisti! Quest’anno ha portato alla morte di 67 giornalisti – non per caso, e non sono state vittime collaterali. Sono stati uccisi, presi di mira per il loro lavoro”, ha commentato il direttore generale di Rsf, Thibaut Bruttin, secondo cui “testimoni chiave della storia, i giornalisti sono gradualmente diventati vittime collaterali, testimoni oculari scomodi, merce di scambio, pedine in giochi diplomatici, uomini e donne da ‘eliminare'”.

Il Papa a Zelensky: "Proseguire il dialogo, serve una pace giusta e duratura"

Roma, 9 dic. (askanews) – La guerra in Ucraina è stata al centro dei colloqui tra Papa Leone XVI e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, ricevuto questa mattina a Castel Gandolfo. “Durante il cordiale colloquio, il quale ha avuto al centro la guerra in Ucraina – riferisce un bollettino della sala stampa della Santa Sede – il Santo Padre ha ribadito la necessità di continuare il dialogo e rinnovato il pressante auspicio che le iniziative diplomatiche in corso possano portare ad una pace giusta e duratura. Inoltre, non è mancato il riferimento alla questione dei prigionieri di guerra e alla necessità di assicurare il ritorno dei bambini ucraini alle loro famiglie”.