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domenica, 2 Novembre, 2025
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Bce, Buch: banche Ue hanno migliorato capacità di assorbire perdite

Roma, 13 ott. (askanews) – Gli ultimi stress test condotti sulle banche europee “hanno mostrato maggiori perdite ma anche una maggiore capacità di assorbire queste perdite, rispetto alla precedente simulazione nel 2023”. E ora, nello stress test che verrà condotto il prossimo anno “chiederemo alle banche quali specifici scenari geopolitici possano danneggiare gravemente la loro redditività, la loro solvibilità e la loro liquidità”. Lo ha riferito la presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce, la tedesca Claudia Buch nelle sue dichiarazioni iniziali ad una audizione al parlamento europeo.

“Nel dialogo che intratteniamo con le banche, mettiamo in rilievo l’importanza di dare priorità investimenti di lungo periodo sulla sostenibilità dei modelli di business rispetto agli obiettivi di breve termine. Costruire una ampia resilienza, sia operativa che finanziaria, è cruciale per rispondere alle crisi emergenti”, ha proseguito. La crescita delle stablecoin e dell’intermediazione finanziaria non bancaria sono esempi di queste sfide.

Secondo Buch, “le sfide attuali richiedono più Europa non meno. Armonizzare le regole relazionali migliorerebbe in maniera rilevante l’integrazione, rafforzerebbe la concorrenza e migliorerebbe l’efficienza. L’armonizzazione è un elemento cruciale della semplificazione e l’unione dei mercati del capitali – ha detto – può essere un catalizzatore importante”.

Inoltre è cruciale fare progressi su uno schema europea di assicurazioni dei depositi, partendo dal lavoro già fatto dal Parlamento europeo. “Ridurrebbe i rischi di destabilizzazione da deflussi di depositi in fasi di stress, di indebolimento del collegamento tra titoli di Stato e banche e promuoverebbe l’integrazione dei mercati bancari europei”, ha concluso.

Regionali in Toscana, spoglio in corso: Giani è avanti

Milano, 13 ott. (askanews) – È nettamento avanti Eugenio Giani, nella corsa per la presidenza della Regione Toscana. Il governatore uscente, sostenuto dal centrosinistra, è accreditato – secondo gli exit poll realizzati dal Consorzio Opinio Italia per la Rai – di una forchetta tra il 52 e il 56% dei consensi. Staccato il candidato del centrodestra Alessandro Tomasi, tra il 39 e il 43%. La candidata di Toscana Rossa Antonella Bundu è invece accreditata di una percentuale tra il 4 e il 6%. L’affluenza per le elezioni regionali in Toscana alle 15, chiusura dei seggi, si è attestata al al 48,81%, circa otto punti e mezzo in meno rispetto alle consultazioni di cinque anni fa.

Meeting Ravenna, le novit annunciate da AssoParchi

Ravenna, 13 ott. (askanews) – Un momento programmatico che ha coinvolto oltre 200 rappresentanti di parchi tematici, acquatici, faunistici, avventura e attrazioni esperienziali provenienti da tutta Europa, a testimonianza della vitalit di un comparto in costante evoluzione.

Al centro del Meeting, la presentazione dell’Osservatorio AssoParchi, realizzato in collaborazione con la societ di ricerca GRS, per dotare il settore di dati concreti e affidabili, utili per orientare le scelte imprenditoriali del futuro.

Luciano Pareschi, Presidente AssoParchi, ha dichiarato: “Ogni parco riesce a creare un indotto di otto volte superiore rispetto al proprio fatturato. In realt parchi come Mirabilandia e Gardaland producono fatturati da 150/180 milioni”.

Il progetto aperto a tutti i parchi ed gi entrato nella sua fase operativa con la mappatura delle esigenze dei visitatori. Centrale la necessit di delineare il profilo dei visitatori di oggi e di domani, misurare il livello di soddisfazione e il valore esperienziale percepito dei parchi.

Maurizio Crisanti – Direttore Assoparchi: “Abbiamo il piacere di accogliere ogni giorno le famiglie che, recandosi presso i parchi, conserveranno dei momenti per tanti anni; per questo motivo, noi svolgiamo un lavoro bellissimo”.

Ai lavori ha preso parte anche l’Assessora Regionale Emilia Romagna al Turismo e Sport, Roberta Frisoni, che ha parlato di una possibile “visione congiunta” fra sport e divertimento nei parchi

Roberta Frisoni, Assessora al Commercio, Turismo e Sport della Regione Emilia Romagna, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Lo sport e i parchi rappresentano delle realt che ci permettono di vivere i nostri territori tutto l’anno. In questo modo, regaliamo tante esperienze diverse tra loro. Se riusciremo a mettere in contatto lo sport con i parchi, creeremo qualcosa di unico”.

Il Meeting ha ospitato la 24 edizione dei Parksmania Awards, i prestigiosi riconoscimenti consegnati ogni anno dalla testata Parksmania ai parchi di divertimento italiani ed europei che si sono maggiormente distinti durante la stagione.

Trump alla Kesset: Israele ha vinto con le armi, ora le vittorie diventino pace

Roma, 13 ott. (askanews) – “Questa lunga e difficile guerra è finita” e “Israele, con il nostro aiuto, ha vinto tutto ciò che si poteva con la forza delle armi” e “ora è il momento di trasformare queste vittorie contro i terroristi sul campo di battaglia nel premio della pace e della prosperità per l’intero Medio Oriente”. Lo ha detto il presidente americano Donald Trump alla Knesset, dopo aver rimarcato che “sta emergendo una nuova coalizione di nazioni orgogliose e responsabili e, grazie a noi, i nemici di ogni civiltà sono in ritirata”.

Trump alla Kesset: Israele ha vinto con le armi, ora le vittorie diventino pace

Roma, 13 ott. (askanews) – “Questa lunga e difficile guerra è finita” e “Israele, con il nostro aiuto, ha vinto tutto ciò che si poteva con la forza delle armi” e “ora è il momento di trasformare queste vittorie contro i terroristi sul campo di battaglia nel premio della pace e della prosperità per l’intero Medio Oriente”. Lo ha detto il presidente americano Donald Trump alla Knesset, dopo aver rimarcato che “sta emergendo una nuova coalizione di nazioni orgogliose e responsabili e, grazie a noi, i nemici di ogni civiltà sono in ritirata”.

Netanyahu: il piano di pace di Trump raggiunge tutti nostri obiettivi

Roma, 13 ott. (askanews) – “Signor presidente, oggi le diamo il benvenuto qui per ringraziarla per la sua leadership fondamentale nel presentare una proposta che ha ottenuto il sostegno di quasi tutto il mondo. Una proposta che riporta a casa tutti i nostri ostaggi. Una proposta che pone fine alla guerra raggiungendo tutti i nostri obiettivi. Una proposta che apre le porte a una storica espansione della pace nella nostra regione e oltre”. Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu parlando alla Knesset, il parlamento monocamerale israeliano, alla presenza del presidente Usa Donald Trump. “Signor presidente, lei è impegnato per questa pace. Io sono impegnato per questa pace e insieme, signor Presidente, la raggiungeremo. Lo abbiamo già fatto prima. Lo abbiamo già fatto con gli Accordi di Abramo e lo faremo di nuovo”, ha proseguito Netanyahu.

Esce in Italia "Il cammino del libertario", libro-pensiero di Milei

Roma, 13 ott. (askanews) – Il 24 ottobre esce in Italia per Rubbettino “Il cammino del libertario”, il libro in cui il presidente dell’Argentina Javier Milei racconta la genesi del suo pensiero economico e politico, il suo percorso personale e le battaglie che lo hanno portato dal dibattito accademico e televisivo alla Casa Rosada.

Tradotto e curato da Claudia Razza, e pubblicato da Rubbettino nella collana Polaris, il volume è l’edizione aggiornata del bestseller argentino “El camino del libertario” (Planeta, 2022), divenuto un vero manifesto per i sostenitori del liberalismo radicale e per quanti guardano con curiosità a una delle figure più controverse e discusse del panorama internazionale.

L’uscita italiana avviene a due giorni dopo, il 26 ottobre, dalle elezioni di metà mandato dell’Argentina, passaggio ritenuto cruciale per la tenuta politica di Milei e per la possibilità di consolidare il suo programma di riforme economiche e istituzionali.

In un Paese che da decenni alterna inflazione, crisi del debito e tensioni sociali, la visione libertaria del Presidente – fondata sulla riduzione drastica dello Stato, la liberalizzazione del mercato e la difesa intransigente della libertà individuale – è oggi al centro di un dibattito acceso e globale.

Nel libro, Milei si racconta senza filtri: dagli anni giovanili come economista e docente all’impatto mediatico che lo ha trasformato in un fenomeno politico, fino all’ingresso in Parlamento e alla campagna elettorale che lo ha portato alla vittoria del 2023.

Ma “Il cammino del libertario” è anche un saggio denso di riflessioni economiche, scritto con il linguaggio diretto e provocatorio che lo ha reso celebre. Nei capitoli dedicati a temi come “La giustizia sociale è ingiusta”, “Il nostro nemico, lo Stato”, “Inflazione in Argentina” e “La natura monetaria dell’inflazione”, Milei espone con chiarezza la sua adesione alla Scuola Austriaca di economia, da Mises a Hayek, e la sua battaglia contro ogni forma di interventismo pubblico, che considera la vera causa della povertà e della stagnazione.

L’edizione italiana è introdotta da un testo di Alberto Benegas Lynch, riferimento storico del pensiero liberale argentino e mentore intellettuale del presidente.

Il contesto argentino odierno rende il libro del Presidente ancora più attuale rispetto alla sua prima pubblicazione. Dopo quasi due anni di governo, Milei ha avviato un vasto processo di trasformazione economica: la “Ley Bases” e il pacchetto fiscale approvati nel 2024 hanno aperto la strada a privatizzazioni, deregolamentazione e misure di contenimento della spesa pubblica. Nei primi mesi del 2025 l’Argentina ha così registrato segnali di inversione dell’inflazione e un inatteso ritorno al surplus di bilancio, mentre il dibattito politico rimane acceso sul costo sociale delle riforme e sulla tenuta istituzionale del Paese.

L’attrice Alessandra Mastronardi in missione per Unicef in Siria

Roma, 13 ott. (askanews) – L’attrice e Goodwill Ambassador di Unicef Italia Alessandra Mastronardi si recherà in missione sul campo in Siria accompagnata da una delegazione composta dal direttore generale Paolo Rozera, dal portavoce Andrea Iacomini e dal regista Giuseppe Carrieri.

Alessandra Mastronardi e la delegazione visiteranno alcuni progetti dell’Unicef nel Paese – in particolare a Damasco, Homs, Hama, Aleppo – riguardanti l’istruzione, la nutrizione, l’aiuto ai bambini con disabilità, la salute, il supporto psico-sociale, la protezione, incontrando bambini, famiglie e operatori.

Dopo 14 anni dall’avvio della rivolta del marzo 2011, l’emergenza in Siria resta tra le più complesse al mondo, a causa di anni di conflitto e distruzione dei servizi essenziali, di una crisi economica devastante, di disastri naturali ed epidemie ricorrenti. Nel paese, oltre 16,5 milioni di siriani restano in disperato bisogno d’assistenza umanitaria, tra cui quasi 7,5 milioni di bambini. L’Unicef lavora in Siria dal 1970.

Alessandra Mastronardi, dal 2012 è vicina all’Unicef e dal 2019 è Goodwill Ambassador dell’Unicef Italia. Negli anni ha sostenuto diverse iniziative e campagne di sensibilizzazione sull’HIV-AIDS, contro la mortalità infantile (“Vogliamo Zero”), con l’Orchidea dell’Unicef, con 8 marzo delle bambine. Ha realizzato diverse missioni sul campo con l’Unicef: nel 2012 è stata in Sierra Leone, dove ha visitato progetti di prevenzione della mortalità materna e infantile e di lotta alla violenza e agli abusi contro i bambini; nel 2019 è stata in Libano tra i bambini e le famiglie rifugiati siriani; nel 2021 in Turchia a Gaziantep fra le bambine e le famiglie siriane rifugiate; nel 2022 a Trieste ha incontrato bambini e famiglie ucraine in fuga dalla guerra; nel 2024 ha effettuato un viaggio sul campo in Costa d’Avorio.

Sono arrivati a Ramallah i bus con i palestinesi liberati

Roma, 13 ott. (askanews) – Una folla esultante e in lacrime ha accolto a Ramallah l’arrivo degli autobus che trasportavano i palestinesi recentemente liberati da Israele in cambio degli ultimi ostaggi ancora vivi tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza. Lo hanno riportato i giornalisti della France Presse.

Centinaia di persone hanno applaudito i detenuti liberati, alcuni con la kefiah al collo, rilasciati in base all’accordo mediato dagli Stati Uniti che prevede il rilascio da parte di Israele, in cambio degli ostaggi, di 250 persone “trattenute per motivi di sicurezza”, tra cui molte condannate per attacchi anti-israeliani, oltre che di 1.700 palestinesi arrestati a Gaza dall’inizio della guerra nell’ottobre 2023.

Nobel, Aghion: in Ue riconciliare concorrenza e politiche industria

Roma, 13 ott. (askanews) – L’Europa deve riuscire a far conciliare le politiche sulla concorrenza con quelle industriali, specialmente in settori come quelli della difesa, dell’economia verde e del clima, dell’intelligenza artificiale e delle biotecnologie. Lo ha affermato il neo premio Nobel all’Economia, Philippe Aghion, che lavora al Collège de France, all’Insead di Parigi e la London School of Economics, durante le interviste in diretta seguite all’annuncio del conferimento del premio.

“Non sono favorevole all’ondata protezionistica Usa, non è positiva per la crescita globale e per l’innovazione – ha detto, rispondemdo ad una domanda sull’argomento – ma d’altra parte guardiamo al fatto che i paesi europei devono realizzare che non possiamo più lasciare che Cina e Usa diventino siano i soli leader tecnologici”.

Secondo Aghio “dalla metà degli anni 80 abbiamo avuto un declino, perché non riusciamo a attuare innovazioni cruciali (breakthrough)” mentre si riescono a fare progressi nella Ue solo a livello di imprese medie e piccole. Il neo premio Nobel ha citato il rapporto di Mario Draghi, e i rilievi sul fatto che nella Ue manca un vero mercato unico, “non c’è un appropriato mercato dei capitali” e nemmeno strutture adeguate a livello di ricerca applicata.

“Ad esempio, ha detto – sulla difesa non abbiamo qualcosa di simile al Daprta degli Usa”.

Secondo Aghion “Usa e Cina hanno trovato il modo di riconciliare la concorrenza con la politica industriale. Qui penso che noi europei dobbiamo evolverci e trovare strade per riconciliarle. Specialmente su difesa, clima, IA e biotecnologie, dove abbiamo ottimi ricercatori ma la ricerca europea non si traduce in innovazioni chiave”.

Manovra, Confindustria: da gennaio terminano incentivi, industria nuda

Roma, 13 ott. (askanews) – “Alla luce delle indicazioni fornite dal Governo sul quadro generale della prossima manovra, come Confindustria abbiamo ancora una volta espresso preoccupazione per la mancanza, al momento, di misure forti a sostegno degli investimenti. Misure quanto mai necessarie in un quadro come quello attuale che vede una crescita prossima allo zero sostenuta principalmente dal Pnrr”. Lo ha detto il vicepresidente di Confindustria, Angelo Camilli, in occasione dell’incontro con il governo sulla manovra.

“Abbiamo ribadito la necessità di dare piena attuazione al piano straordinario da noi proposto, puntando su interventi concreti per rilanciare gli investimenti, rafforzare l’accesso al credito e valorizzare ed estendere il modello delle Zes. Siamo a rischio stagnazione. Servono otto miliardi l’anno per non fermasi. Da gennaio terminano tutti gli incentivi e l’industria italiana è nuda, senza strumenti per competere in uno scenario dominato da incertezza, dazi e rischio delocalizzazione”, ha aggiunto.

Per Confindustria, inoltre, “è fondamentale che il Fondo di garanzia sia reso strutturale e abbia una dotazione finanziaria adeguata in quanto è uno strumento centrale per garantire l’accesso al credito delle pmi. Senza dimenticare l’urgenza di prevedere nella legge di bilancio un’Ires premiale 2.0 realmente efficace, senza vincoli che ne limitino l’impatto. Abbiamo, inoltre, ricordato che è in corso un dialogo con le organizzazioni sindacali su temi centrali come la sterilizzazione del fiscal drag e il contrasto al dumping nella contrattazione, questioni che incidono direttamente sulla competitività del sistema produttivo”.

Nobel economia 2025 a Mokyr (Usa-Il), Aghio (Fr) e Howitt (Can)

Roma, 13 ott. (askanews) – Il premio Nobel all’economia 2025 è stato assegnato a Joel Mokyr, economista statunitente-israeliano della Northwestern University e, congiuntamente, a Philippe Aghion. Economista francese, e Peter Howitt, canadese. Lo ha annunciato il comitato del premio Nobel, per l’onorificienza efficienza che viene insignita assieme alla Banca centrale svedese, spiegando che la motivazione del premio è nei contributi che hanno dato nello spiegare come l’innovazione risulti un motore della crescita economica.

L’israelo-statunitense Joel Mokyr, classe 1946 e nato in Olanda, è stato premiato “per avere identificato i prerequisiti di una crescita sostenuta tramite i progressi tecnologici”, spiega l’Accademia reale di scienze della Svezia assieme alla Riskbank. Aghion, nato a Parigi nel 1956, e Howitt, nato nel 1946 in Canada, che si sono aggiudicati l’altra metà del prezzo, sono stati insigniti dell’onorificenza “per la teoria della crescita sostenuta tramite la distruzione creativa”.

Secondo il comitato scientifico che ha assegnato il premio, negli ultimi due secoli per la prima volta nella storia il mondo ha assistito a una forte crescita economica. Questo ha trascinato un enorme numero di persone fuori dalla povertà e gettato le basi per la prosperità attuale. Il premio di quest’anno è andato a studiosi che hanno spiegato “come l’innovazione abbia fornito slancio ai progressi futuri”.

Mokyr in particolare ha utilizzato fonti storiche per scoprire le cause della crescita economica sostenuta nel suo diventare la nuova normalità. Aghion Howitt, in particolare un una ricerca che risale al 1992 “hanno costruito un modello matematico chiamato distruzione creativa: quando un prodotto nuovo e migliore entra sul mercato, le compagnie che vendono il prodotto più vecchio perdono. L’innovazione in questo modo rappresenta qualcosa di creativo. Tuttavia è anche distruttiva, dato che le imprese le cui tecnologie diventano superate vengono soppiantate”.

Mokyr riceverà metà del premio, il cui totale è pari a 11 milioni di corone svedesi, circa 1 milione di euro. Laltra metà verrà siddivisa, quindi crica 250mila euro a testa, tra Aghion e Howitt. Intervistato subito dopo l’annuncio, Aghion si è detto sorpreso e “senza parole”. E a chi gli chiedeva come avrebbe usato questi fondi, ha riposto impegnandoli nelle ricerche che ha in corso in vari progetti anche con ricercatori giovani su crescita, intelligenza artificiale, economia verde e politica monetaria.

Nobel economia 2025 a Mokyr (Usa-Il), Aghio (Fr) e Howitt (Can)

Roma, 13 ott. (askanews) – Il premio Nobel all’economia 2025 è stato assegnato a Joel Mokyr, economista statunitente-israeliano della Northwestern University e, congiuntamente, a Philippe Aghion. Economista francese, e Peter Howitt, canadese. Lo ha annunciato il comitato del premio Nobel, per l’onorificienza efficienza che viene insignita assieme alla Banca centrale svedese, spiegando che la motivazione del premio è nei contributi che hanno dato nello spiegare come l’innovazione risulti un motore della crescita economica.

Bankitalia, pagamenti con strumenti elettronici aumentano in Italia

Roma, 13 ott. (askanews) – I pagamenti con strumenti elettronici stanno complessivamente aumentando in Italia, supportati anche dalla crescita del commercio elettronico. Le carte, oltre a rappresentare la principale alternativa al contante per le transazioni al punto di vendita (Pos), continuano anche a essere lo strumento di pagamento più utilizzato, in termini sia di numero sia di valore, per gli acquisti online. Inoltre, crescono i servizi di pagamento digitali tramite dispositivi mobile al Pos e per gli acquisti online (e-payments). E’ la fotografia scattata da “Rapporto sulle abitudini di pagamento dei consumatori in Italia: evidenze dall’indagine Bce del 2024”, pubblicato dalla Banca d’Italia nella collana “Mercati, infrastrutture, sistemi di pagamento”.

Lo studio presenta le abitudini di pagamento dei consumatori in Italia, sulla base dei risultati dell’indagine condotta nell’area dell’euro dalla Banca Centrale Europea tra la fine del 2023 e la prima metà del 2024 (Study on the payment attitudes of consumers in the euro area – SPACE 2024).

Lo scopo principale del documento, spiega Bankitalia con un comunicato, è fornire informazioni aggiornate sulle tendenze nell’utilizzo degli strumenti di pagamento nel nostro Paese e, ove possibile e utile, confrontarle con quelle dell’area dell’euro e delle indagini precedenti (condotte nel 2016, nel 2019 e nel 2022). I dati mostrano che, sebbene il contante rimanga lo strumento di pagamento principale presso il punto vendita fisico (Point of Sale – Pos), specialmente per gli acquisti di valore ridotto (fino a 50 euro), il suo utilizzo si è progressivamente ridotto.

Cinema, a Napoli si gira "Solo se canti tu", film su Gigi D’Alessio

Roma, 13 ott. (askanews) – Sono iniziate a Napoli le riprese di “Solo se canti tu” diretto da Luca Miniero e prodotto da Titanus Production, Pepito Produzioni con Rai Cinema. Il film porterà sul grande schermo la giovinezza di Gigi D’Alessio che sarà interpretato da Matteo Paolillo.

Accanto a Paolillo, Cristiana Dell’Anna e Antonio De Matteo nel ruolo dei genitori di Gigi D’Alessio, Giovanni Ludeno che vestirà i panni di Mario Merola, mentre Renato De Simone sarà Vincenzo D’Agostino amico storico di Gigi e suo paroliere. Massimiliano Gallo, inoltre, parteciperà alla produzione interpretando Tony, gestore del “Panfilo”, locale storico e in voga in quegli anni. E ci sarà anche Gigi D’Alessio.

Un film sui primi anni di carriera del cantante e anche sulla Napoli degli anni ’80 e la scena musicale di quel periodo.

“Da sfollato a piazza Plebiscito per il terremoto fino ai concerti di piazza Plebiscito da pop star, gli esordi e la vita di Gigi D’Alessio hanno accompagnato la rinascita tumultuosa di una città che negli anni ’80 ha cambiato pelle e soprattutto musica. Senza mai rinunciare al sentimento” ha sottolineato il regista Luca Miniero.

Il film sarà girato interamente a Napoli per la durata di sette settimane.

Sono stati fatti salire su un bus i 1.916 prigionieri palestinesi

Roma, 13 ott. (askanews) – I 1.966 prigionieri palestinesi che dovrebbero essere rilasciati da Israele oggi, nell’ambito del previsto scambio tra ostaggi e detenuti nella Striscia di Gaza, sono saliti a bordo di autobus all’esterno dalle carceri israeliane. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Reuters. Tra loro, ci sono 1.716 palestinesi di Gaza che saranno trasferiti all’ospedale Nasser. I 250 palestinesi condannati all’ergastolo in Israele saranno trasferiti in Cisgiordania, a Gerusalemme e all’estero.

Hamas ha liberato il secondo gruppo di 13 ostaggi

Roma, 13 ott. (askanews) – Il secondo gruppo di 13 ostaggi israeliani è stato consegnato ai rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa, secondo quanto riportato lunedì dal Canale 12 israeliano. Le immagini della consegna degli ultimi ostaggi israeliani vivi sono state accompagnate da grida di giubilo in piazza a Tel Aviv. In mattinata, l’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva confermato il rilascio dei primi 7 ostaggi dalla Striscia di Gaza. Al momento, non ci sono più ostaggi vivi detenuti da Hamas. Il trasferimento dei corpi degli ostaggi deceduti sarà effettuato successivamente.

Meloni: giornata storica, Italia sosterrà percorso di pace

Roma, 13 ott. (askanews) – “Oggi è una giornata storica. Gli ostaggi sono stati liberati: un risultato straordinario, frutto della determinazione della diplomazia internazionale e dell’attuazione della prima parte del Piano di pace del Presidente americano Donald Trump”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, attesa oggi a Sharm el Sheikh per presenziare alla firma degli accordi di pace.

“Ora – aggiunge – si apre una nuova fase: consolidare il cessate il fuoco e dare piena attuazione all’accordo per costruire un futuro di pace e stabilità duratura. L’Italia continuerà a sostenere con convinzione questo percorso, nella consapevolezza che la pace si costruisce con i fatti, non con le parole”.

Dotan pubblica "Last Goodbyes", l’addio a un’amica che non c’è più

Roma, 13 ott. (askanews) – “Last Goodbyes” è il titolo del nuovo singolo del cantautore olandese Dotan, pubblicato il 10 ottobre su tutte le piattaforme digitali per Sony Music e in esclusiva per l’Italia con Energy. “Last Goodbyes” segna un ritorno intimo e maturo per l’artista polistrumentista e produttore discografico Dotan.

Il brano racconta il bisogno universale di conservare i ricordi di chi ha segnato profondamente la nostra vita. Un mondo acustico cantautorale introspettivo, il singolo si presenta come un tributo sincero a un’amica d’infanzia del songwriter, scomparsa prematuramente a 19 anni. La canzone nasce come un ritrovo al falò a due passi dal mare. Eppure quella semplicità si trasforma in breve in una cavalcata esaltante e coinvolgente. Quel che sembra una dimensione autonoma e individuale diventa un linguaggio internazionale fatto di note senza tempo.

“Era lei a ricordarmi che la vita è troppo breve per non seguire il cuore – spiega Dotan – È stata la sua voce a spingermi verso la musica. Dopo la sua morte ho scritto la mia prima canzone. In qualche modo continua a vivere in quello che faccio. Ci sono addii che si possono rimandare… per un po’, o per sempre”.

Dotan ha voluto così incastonare in una canzone un grande dolore, come la perdita di un’amica per lui fondamentale, colei che lo ha incoraggiato nella composizione.

“Last Goodbyes” è una sorta di supporto emotivo a cui tutti i cuori sensibili possono fare affidamento. Perché tutti avremmo voluto dare un ultimo addio se solo avessimo potuto, prima dell’inevitabile.

“Last Goodbyes” è il primo inedito dopo l’album del 2024 “Satellites”, in attesa del suo quinto album previsto per il 2026.

Ttg, Alpitour presenta AInfinity, la nuova unit per l’innovazione

Rimini, 13 ott. (askanews) – Nel turismo italiano, innovare significa guardare avanti senza dimenticare da dove si viene. Al Ttg di Rimini, Alpitour World ha presentato la sua nuova unit di Corporate Innovation: un laboratorio per esplorare tecnologie emergenti, startup e nuovi modelli di business in un settore che cambia sempre pi velocemente.

“Alpitour – ha detto ad askanews Christian Catiello, Managing Director Organization di Alpitur World – ha rafforzato negli ultimi anni la propria vocazione tecnologica che sempre stata una parte essenziale del proprio DNA. Basti pensare che non a caso fu la prima azienda turistica italiana che negli anni 60 svilupp una propria piattaforma tecnologica basata su mainframe. Ma negli ultimi anni, diciamo a partire dal 2018-2019, ha capito che al pi ampio piano strategico doveva affiancare una roadmap specifica di progetti tecnologici di breve, medio e lungo termine.”

Una svolta strategica che ha confermato l’unicit del gruppo: sviluppare internamente le proprie piattaforme, ma con uno sguardo aperto all’ecosistema esterno dell’innovazione.

“AInfinity – ha aggiunto – nasce all’inizio del 2025 da una doppia consapevolezza. La prima che ormai, visti i mutamenti del contesto esterno, l’accelerazione tecnologica, non pi possibile non presidiare in maniera strutturata il processo di innovazione. La seconda consapevolezza il fatto che questo non pu avvenire da soli. Questo ha fatto s che nascesse AInfinity come piattaforma che ha come primo obiettivo quello di coltivare le relazioni con l’ecosistema allargato della ricerca, dei partner tecnologici, del mondo del venture capital, delle associazioni come Startup Turismo con cui siamo qui oggi al Ttg”.

Un approccio di open innovation dove le startup diventano acceleratori di ricerca e sviluppo. Ma il vero cambio di passo riguarda le persone: una rete di “agenti interni” creata insieme alle risorse umane per diffondere la cultura del cambiamento.

“I risultati di questi primi 9 mesi – ha detto ancora Ciucciarelli – sono stati molto incoraggianti, soprattutto dal punto di vista del coinvolgimento delle persone, perch abbiamo attivato, grazie anche a una collaborazione con il nostro reparto di risorse umane, una rete di agenti interni che ci ha aiutato a selezionare, a mettere sul campo e attrarre valore dalle collaborazioni con le startup. E questo stato uno dei tanti risultati che abbiamo ottenuto, abbiamo creato tanti momenti di incontro, di cultura, di condivisione, in modo che tutta l’azienda fosse pi aperta al cambiamento e anche, appunto, alla contaminazione esterna”.

Trasformare l’innovazione da episodio a processo continuo: questa la scommessa di un gruppo che vuole posizionarsi non solo come operatore turistico, ma come osservatorio attivo dei trend che stanno ridisegnando il settore.

Giocosa e radicale, al Museion grande retrospettiva su Nicola L.

Bolzano, 13 ott. (askanews) – Il Museion di Bolzano uno di quei luoghi nei quali il contemporaneo si manifesta nella sua versione pi impegnata e consapevole, uno spazio che sa accogliere la libert radicale dell’arte e farne narrazione espositiva. Succede anche con la nuova mostra, dedicata all’artista francese Nicola L., intitolata “I Am The Last Woman Object” e curata da Leonie Radine. “Il suo lavoro – ha detto la curatrice ad askanews – parla al presente, anche se parte dal 1960. Continua a portare speranza, specialmente nel periodo che stiamo vivendo. Lei ha sviluppato sia una pratica radicalmente politica e socialmente impegnata, sia lavori giocosi e divertenti, all’incrocio tra diverse discipline: la scultura, la pittura, la performance, il disegno, il collage e i film”.

La mostra racconta il lavoro di un’artista che ha vissuto in molti luoghi e ha esplorato molte tipologie di opere, dai grandi striscioni per le manifestazioni a sculture magnetiche dedicate a donne della storia e della letteratura, come Cleopatra e Madame Bovary, ma anche Ulrike Meinhof. E una parte importante dell’esposizione dedicata a opere fatte per essere indossate. “Una delle sue serie pi importanti – ha aggiunto Radine – sono i ‘pntrables’, Li considerava una sorta di seconda pelle e quello che aveva in mente, soprattutto con i pntrables collettivi, come per esempio degli impermeabili per undici o pi persone da indossare insieme e contemporaneamente, era proprio l’idea di comunit e collettivit. Voleva creare un corpo collettivo, nella stessa pelle, senza distinzioni di classe sociale, etnia o altri fattori che di solito portano all’esclusione”.

Il messaggio di Nicola L., morta negli Stati Uniti nel 2018, radicale, pur nel suo apparire facile e spesso anche accattivante. Come nel caso delle sculture antropomorfe, tra tutte la “Little Tv Woman”, che ammette il suo essere donna oggetto. “Questi lavori sono molto divertenti e giocosi – ha concluso Leonie Radine – ma sono anche prese di posizione politiche sul tradizionale ruolo dei generi, specialmente nell’ambiente domestico, con le donne spesso oggettificate e rinchiuse in una funzione”.

praticamente impossibile raccontare tutte le suggestioni che la mostra di Nicola L. arriva a suscitare, giusto che ogni visitatore le attraversi con in proprio corpo e le proprie sensazioni, come se l’intera esposizione fosse un grande unico pntrable che ci consente di essere noi stessi, ma dentro un pi grande corpo collettivo, che quello di un’arte contemporanea pensata per la vita e non solo per i musei. (Leonardo Merlini)

M.O., rilascio ostaggi a Gaza: per Tajani "altra luce di speranza"

Roma, 13 ott. (askanews) – “Dal Medio Oriente si accende un’altra luce di speranza dopo due anni di orrori. I primi ostaggi israeliani hanno lasciato le loro prigioni a Gaza”. Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani.

“Dopo il cessate il fuoco, un altro passo in avanti di un percorso ancora fragile, il passaggio dalla guerra alla pace”, ha aggiunto il titolare della Farnesina, “Tutto è ancora molto incerto: il compito che spetta a tutti noi, ai governi e ai popoli dell’Europa assieme ai nostri amici del mondo arabo, è quello di consolidare e costruire giorno dopo giorno le condizioni perchè la pace resista e si rafforzi”.

“L’Italia contribuirà a far sì che il progetto dei “Due popoli, due Stati” non rimanga uno slogan vuoto”, ha concluso il ministro degli Esteri, “Si impegnerà con lealtà e convinzione perché i due popoli possano trovare la pace nel rispetto e nella sicurezza”.

Folla a Tel Aviv e in tutto Israele per accogliere gli ostaggi

Roma, 13 ott. (askanews) – Folla di persone nella Piazza degli Ostaggi di Tel Aviv e lungo le strade del sud di Israele, vicino al confine con Gaza, si sono radunate in occasione del rilascio del primo gruppo di ostaggi.

In tutto lo stato ebraico, amici e parenti che non si recano alla base di Reim hanno preparato i festeggiamenti per il ritorno degli ostaggi. Gli amici di Evyatar David hanno celebrato il momento con magliette con la sua foto, mentre nella periferia di Haifa, gli amici di Matan Angrest e della sua famiglia sono riuniti in trepidante attesa, secondo le immagini di Channel 12.

“Quando abbiamo sentito la notizia, abbiamo preparato le magliette, abbiamo preparato tutto per accogliere Matan, finalmente!”, ha spiegato un amico di famiglia.

Trump sull’accordo a Gaza: "La guerra è finita"

Roma, 13 ott. (askanews) – Parlando ai giornalisti sull’Air Force One all’inizio della visita “molto speciale” in Medio Oriente, Donald Trump ha smorzato i timori relativi al cessate il fuoco e all’accordo di rilascio degli ostaggi tra Israele e Hamas.

“La guerra è finita. Okay? Lo capite?”, ha detto il 79enne presidente americano quando gli è stato chiesto se fosse sicuro che il conflitto tra lo stato ebraico e il movimento integralista islamico palestinese fosse concluso.

Alla domanda se il cessate il fuoco avrebbe retto, ha aggiunto: “Penso che durerà. Credo che la gente sia stanca. Sono passati secoli”.

In Israele, Trump incontrerà le famiglie degli ostaggi rapiti da Hamas nell’attacco del 7 ottobre 2023, prima di rivolgersi al parlamento israeliano.

Trump si recherà poi in Egitto, dove lui e il presidente Abdel Fattah al Sisi ospiteranno insieme un vertice di oltre 20 leader mondiali per sostenere il suo piano per porre fine alla guerra di Gaza e promuovere la pace in Medio Oriente.

Hamas ha consegnato alla Croce rossa i primi ostaggi vivi

Roma, 13 ott. (askanews) – La Croce Rossa ha notificato all’esercito israeliano di aver prelevato 7 ostaggi da Hamas a Gaza City. Lo hanno annunciato le Forze di Difesa israeliane (Idf). Le sette persone inizialmente liberate dal movimento fondamentalista islamico palestinese sono Matan Angrest, i fratelli Gali e Ziv Berman, Alon Ohel, Eitan Mor, Omri Miran e Guy Gilboa-Dalal. La Croce Rossa ha poi consegnato gli ostaggi alle truppe delle Idf all’interno di Gaza; saranno poi scortati fuori dalla Striscia verso una base militare vicino a Re’im, dove saranno sottoposti a un primo check-up fisico e mentale e incontreranno le loro famiglie. Gli altri 13 ostaggi in vita saranno rilasciati successivamente, sempre oggi, in diverse zone di Gaza.

Olanda usa il suo "golden power" su Nexperia, controllato da Cina

Roma, 13 ott. (askanews) – Il governo olandese si è appropriato del controllo del produttore di microprocessori Nexperia, dal 2017 detenuto da un gruppo della Cina, facendo ricorso a un provvedimento simile a quello del “golden power” italiano. Con un comunicato, il ministero degli Affari economici spiega che la decisione punta a “scongiurare una situazione in cui beni prodotti da Next Perry, come risulterebbero non disponibili in caso di emergenza”.

Il governo olandese precisa che i processi produttivi proseguiranno. Il provvedimento in questione, denominato “Goods Availability Act (Wet beschikbaarheid goederen)” è stato deciso a seguito di “segnali acuti di gravi carenze a livello di management e di iniziative da parte di Nexperia.

Questi segnali implicavano “una minaccia sulla continuità” produttiva e sulla salvaguardia di Olanda e Europa “su tecnologie cruciali e capacità produttive” di microprocessori o semilavorati utilizzati sia nel settore automobilistico sia per elettrodomestici e elettronica di consumo.

Sulla base di questo provvedimento, “le decisioni dell’azienda potranno essere bloccate o revocate dal ministero degli Affari economici se sono potenzialmente dannose per gli interessi della società, del suo futuro come entità olandese ed europea – si legge – e per preservare il suo valore nelle catene di approvvigionamento in Europa”.

Mara Carfagna inciampa sul sovranismo double face

Apparsa ieri su Repubblica, l’intervista a Mara Carfagna offre uno spunto politico di rilievo: la necessità di rompere l’assedio dell’estremismo e di costruire una cultura di centro fondata non sui sovranismi nazionali, ma sull’idea di un “sovranismo europeo”. È un’intuizione felice, che si colloca nel solco di un pensiero riformatore e realista, capace di immaginare un’Europa non più semplice cornice, ma soggetto politico unitario, capace di difendersi e di reagire con strumenti comuni alle crisi globali.

Nelle parole della segretaria di Noi Moderati risuona una consapevolezza che la politica italiana, spesso prigioniera di risorgenti pregiudizi ideologici, stenta a maturare: l’Europa come “scudo” e come garanzia per la libertà e il benessere dei popoli.

Un sovranismo europeo, non nazionale

L’idea che il centro debba farsi promotore di questo sovranismo europeo, nel quadro dell’alleanza occidentale, va nella direzione giusta. È il segno di un europeismo maturo, emancipato dal lessico tecnocratico e attento alla dimensione politica e di sicurezza del continente. «Le crisi internazionali – dice la Carfagna – ci hanno dimostrato che i sovranismi nazionali non hanno più senso, non difendono i popoli ma anzi li condannano alla sottomissione ai più forti. Il centro dovrebbe farsi alfiere di un nuovo sovranismo europeo nel quadro dell’alleanza occidentale. Un’Europa capace di difendersi, più integrata nei commerci, capace di fare spesa comune per reagire alle emergenze, è il primo scudo per l’Italia e per il benessere degli italiani».

 

Linciampo del bipolare: il nodo dellalleanza a destra

Eppure, proprio qui si apre la contraddizione. Nella stessa intervista, Carfagna esclude la possibilità di costruire un centro autonomo, rifugiandosi nella logica del “non funziona”: gli elettori – dice – vogliono scegliere tra due blocchi e il modello bipolare non lascia spazio a terze vie. Ma se il centro si arrende a questo schema, rinuncia alla propria funzione storica: quella di mediare, ricomporre, innovare. L’argomento del “realismo” diventa così una resa preventiva.

Come si può proporre un “sovranismo europeo” restando alleati di chi non crede nell’Europa – salvo prefigurarne una illegibile sul piano politico concreto – e ne osteggia l’integrazione in chaive sovranazionale?

Tra buone intenzioni e convenienze pratiche

È difficile credere che la cultura liberale e moderata possa fiorire dentro una coalizione dove prevalgono pulsioni nazionaliste e anti-europeiste. Il centro non può stare dentro questo quadro: deve piuttosto ragionare sull’alternativa, anche a costo di pagare temporaneamente il prezzo della marginalità (ammesso che sia tale di fronte alla sfida del nostro tempo).

Mossa da buone intenzioni, Carfagna cede all’escamotage della convenienza. Il suo pensiero si avvita nella contraddizione tra una lucida analisi del presente e l’incapacità di trarne le necessarie conseguenze politiche. Ma la politica di centro, se vuole rinascere, deve avere il coraggio delle proprie idee e delle proprie scelte, anche se talvolta in solitudine: solo così potrà tornare a essere forza di innovazione e di equilibrio, non semplice appendice di un blocco di potere.

Roccella, parole infelici su Auschwitz. La replica non basta a chiudere la polemica

L’intervento della ministra Eugenia Roccella davanti all’Unione delle comunità ebraiche ha suscitato una forte ondata di reazioni, per una frase giudicata inopportuna. Nel corso del suo discorso, la ministra avrebbe paragonato le visite ad Auschwitz a semplici “gite”, espressione che ha provocato sconcerto e indignazione. Una definizione che, seppur forse non intenzionale, risulta impropria rispetto alla gravità e al significato civile delle visite ai luoghi della Shoah.

La replica serale della ministra

Le critiche sono giunte da più parti, non solo dall’opposizione. Esponenti del mondo ebraico e figure istituzionali hanno sottolineato come la memoria dell’Olocausto non possa essere ridotta a un episodio didattico o turistico. È un’esperienza di conoscenza e coscienza, che richiede rispetto e misura, tanto più da parte di chi ricopre incarichi pubblici.

In serata, la ministra ha diffuso una nota ufficiale per chiarire il senso delle proprie parole, accusando di strumentalizzazione chi ne ha offerto una lettura distorta. Di seguito il testo integrale della replica:

“Delle mie chiarissime parole di oggi contro l’antisemitismo è stata data un’interpretazione distorta da chi è animato da cattiva coscienza e ha l’interesse a strumentalizzare per nascondere l’odio anti-ebraico che dal 7 ottobre ribolle senza freni a sinistra, o da chi non ha ascoltato direttamente il discorso. Immaginare che una persona come me, da sempre amica di Israele e degli ebrei, possa presentarsi di fronte all’Unione delle comunità ebraiche per pronunciare parole negazioniste, è ridicolo prima ancora che strumentale. Del resto, la platea che mi ascoltava ha perfettamente compreso il senso del mio discorso. In ogni caso, molto volentieri andrò in audizione sull’antisemitismo di ieri e sull’antisemitismo di oggi in Commissione Segre, dove ogni dubbio potrà essere chiarito, innanzi tutto di fronte alla senatrice Segre, certamente in buona fede e alla quale telefonerò direttamente, e anche di fronte a chi di buona fede dal 7 ottobre in poi ne ha dimostrata davvero poca.”

Un chiarimento che non dissipa le critiche

La precisazione non è bastata a placare il malumore. La correzione di tiro è evidente, ma non sufficiente a dissipare gli equivoci. In un tema così delicato, che tocca la memoria della tragedia ebraica e i valori fondanti della nostra coscienza democratica, le parole devono essere scelte con la massima cautela.

Non si può dire che le visite ad Auschwitz siano delle gite: anche solo come figura retorica, l’affermazione suona antipatica e fuori luogo e ferisce la sensibilità di chi considera quei viaggi un atto di educazione civile e di memoria collettiva.

Campania, la novità è rappresentata dalla scelta di PER: fuori dal campo largo

Il movimento PER – le Persone e la Comunità, affiancato da Insieme e Rete Civica Campana, ha deciso di correre fuori dal “campo largo” voluto dal Partito Democratico di Elly Schlein e costruito, a livello nazionale, in asse con il Movimento 5 Stelle.

No a Fico: un progetto distinto dall’asse Schlein-Conte

Per accordi tra i vertici dei due partiti, le candidature a presidente di Regione in Calabria e Campania sono state assegnate al M5S, rispettivamente con Pasquale Tridico e Roberto Fico. Ma proprio in Campania, dove il governatore uscente Vincenzo De Luca ha a lungo resistito alla soluzione unitaria, la coalizione ha mostrato tutti i suoi limiti: una sintesi fragile, più frutto di compromessi che di visione politica.

È in questo contesto che PER ha scelto di seguire una via autonoma, lanciando la candidatura di Nicola Campanile, già sindaco di Villaricca, come alternativa di ispirazione cristiano-sociale a entrambi i poli.

Un gesto di libertà, non di isolamento

Il movimento guidato da Giuseppe Irace rivendica una cultura politica radicata nel cattolicesimo sociale, nel volontariato, nella prossimità alle persone e alle comunità locali.

Una tradizione che rifiuta tanto il populismo quanto la tecnocrazia, e che oggi fatica a riconoscersi in un centrosinistra piegato su equilibri di vertice e su un linguaggio politico sempre più distante dal Paese reale.

La scelta di PER è dunque un atto di libertà, ma anche di responsabilità: restituire alla politica una dimensione popolare e partecipativa, dove il consenso si costruisce dal basso, non nei laboratori delle segreterie.

L’humus è quello del cattolicesimo sociale

Con Campanile candidato e l’appoggio di Insieme e Rete Civica Campana, si apre uno spazio nuovo nel panorama campano. Non un ritorno nostalgico, ma il tentativo di ridare voce alla tradizione democratica cristiana, rimasta ai margini delle grandi alleanze.

La corsa autonoma di PER rompe il conformismo del “campo largo” e pone una domanda che attraversa tutto il Paese: è ancora possibile costruire una politica fondata sulla dignità del lavoro, la solidarietà e il bene comune, senza subire la legge dei blocchi?

In Campania, la risposta arriva da una scelta coraggiosa.

PER ha deciso di giocare la partita in piena autonomia. E questo, nel clima asfittico della politica italiana, è già di per sé un atto di rinnovamento.

Giappone, dopo la rottura nella maggioranza: la sfida per il governo entra nel vivo

Come già ricordato nell’analisi pubblicata ieri su Il Domani d’Italia, la rottura tra i liberaldemocratici (LDP) e i centristi del Komeito ha aperto una fase di incertezza che va ben oltre la contesa per la leadership.

A dieci giorni dall’apertura della sessione straordinaria della Dieta, il Giappone si trova a un bivio politico: la maggioranza uscente non dispone più dei numeri necessari per assicurare la nomina di Sanae Takaichi, prima donna alla guida dell’LDP e possibile premier.

Una crisi che si approfondisce

Il Komeito, con i suoi 24 seggi, ha scelto di non sostenere la candidata conservatrice, giudicando incompatibili le sue posizioni ultranazionaliste con la tradizione moderata del movimento. La frattura, già maturata sullo scandalo dei fondi che aveva travolto l’ex premier Fumio Kishida, appare ora definitiva e mette in crisi la tenuta del sistema di potere

che governa il Paese quasi ininterrottamente dal 2012.

 

Gli scenari della Dieta e i calcoli dei partiti

La nota diffusa da Askanews chiarisce che entrambe le camere voteranno per l’elezione del primo ministro, ma in caso di disaccordo prevarrà la decisione della Camera bassa. Se nessun candidato otterrà la maggioranza al primo turno, si procederà a un ballottaggio tra i due più votati.

Con l’LDP fermo a 196 seggi e senza un alleato stabile, le possibilità di Takaichi si riducono sensibilmente. Secondo il Nikkei Shinbun, tre sono gli scenari possibili: un governo di minoranza retto solo dall’LDP; un accordo fragile con piccoli partiti centristi, come il Democratico per il popolo (Dpfp); oppure un fronte alternativo che unisca le opposizioni intorno a Yuichiro Tamaki, leader del Dpfp, con l’appoggio del Partito costituzionale democratico (Cdp) e del Partito dell’innovazione.

Quest’ultima ipotesi, che porterebbe a un totale di circa 210 seggi, appare oggi la più plausibile sul piano numerico, ma resta condizionata da profonde divergenze programmatiche su energia nucleare, sicurezza nazionale e revisione costituzionale.

 

Un equilibrio in cerca di futuro

La crisi politica coincide con un periodo di forte volatilità finanziaria. Come ricordato da Asia News, i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine hanno raggiunto i massimi dal 2008, superando il 3,3% sui trentennali. Gli investitori esteri, ormai principali acquirenti del debito giapponese, guardano con preoccupazione alla possibilità di un governo debole o diviso.

In questo contesto, la figura di Takaichi, ispirata al modello di Shinzo Abe e sostenitrice di una linea assertiva in politica estera, rischia di spaccare ulteriormente il Paese. La sua elezione, anziché rappresentare un segno di rinnovamento, potrebbe trasformarsi in un fattore di instabilità.

La sessione straordinaria della Dieta, prevista per la settimana del 20 ottobre, sarà dunque un passaggio cruciale. Ma qualunque sia l’esito, la politica giapponese sembra avviata verso una fase di riallineamento strutturale, dove le identità dei partiti e le alleanze tradizionali vengono rimesse in discussione.

La fine del binomio LDP–Komeito segna, di fatto, la fine di un modello politico che per un quarto di secolo aveva garantito stabilità e continuità istituzionale.

Resta da capire se il Giappone saprà trasformare questa crisi in un’occasione di rinnovamento, o se cadrà in un ciclo di governi deboli e transitori. Per ora, la certezza è una sola: la pagina che si apre è tutta da scrivere.

Milano Premier Padel P1, quarto trionfo italiano per Chingotto-Galan

Roma, 12 ott. (askanews) – Dopo la prima mezzora, e dopo un primo set dominato da Arturo Coello e Agustin Tapia, la finale del Milano Premier Padel P1 sembrava segnata. Poi – si legge in una nota – Ale Galan e Fede Chingotto hanno cambiato marcia, ribaltando la partita e costringendo la coppia che da due anni domina il mondo al primo 6-0 della loro storia nel circuito Premier Padel. Il 2-6 6-3 6-0 che regala loro il sesto titolo stagionale, il secondo negli ultimi tre tornei dopo quello di due settimane fa a Dusseldorf, conferma l’incredibile feeling con l’Italia: dei cinque tornei del circuito Premier Padel giocati nel Paese dalla loro unione (Roma, Genova e Milano 2024, Roma e Milano 2025), Fede e Ale ne hanno vinti quattro. Mancava solo un trionfo a Milano, dove Galan aveva già alzato il trofeo nel 2022 e nel 2023 con Juan Lebron.

In un’arena strapiena, il primo allungo era stato quello dei numeri 1 del mondo nel terzo game, con un break bissato per volare 4-1 e ipotecare il primo set chiuso 6-2. Il break per Chingotto e Galan nel secondo game del secondo set ha però riaperto la finale, con le teste di serie numero 2 brave a difendere il vantaggio e a portare la partita al set decisivo. E un altro break nel primo game del terzo set ha dato un’altra scossa alla finale, con Chingotto e Galan che hanno preso il comando della partita fino allo schiacciante risultato finale: un punteggio che supera i tre 6-1 che Coello e Tapia avevano subito sempre da Chingotto e Galan, tutti in Italia.

Nel torneo femminile, Ari Sanchez e Paula Josemaria diventano per la prima volta le regine di Milano. Le due spagnole – finaliste in Italia anche nel Major di Roma lo scorso giugno – hanno superato 6-2 6-4 Bea Gonzalez e Claudia Fernandez. Ari e Paula, chiamate ad annullare due palle break nel primo game, hanno trovato l’allungo decisivo nel primo set al quarto game per poi chiudere 6-2. Più equilibrio nel secondo set con Sanchez e Josemaria che hanno servito per il torneo sul 5-3 salvo poi chiudere i conti con il nuovo break del 6-4 rimontando da 0-30 nel decimo game.

Prima gli ostaggi israeliani liberi, dopo i prigionieri palestinesi. Quando e come avverrà lo scambio

Roma, 12 ott. (askanews) – Un portavoce del governo israeliano ha dichiarato che il rilascio degli ostaggi trattenuti a Gaza inizierà nelle prime ore di lunedì mattina. Secondo il portavoce si prevede inoltre che tutti i 20 ostaggi viventi siano rilasciati contemporaneamente lunedì mattina presto, Hamas invece trasferirà i corpi degli ostaggi deceduti lunedì sera lo riferisce Haaretz, spiegando che un alto funzionario di Hamas, Hussam Badran, ha confermato al quotidiano qatariota Al-Araby Al-Jadeed che Hamas consegnerà gli ostaggi vivi lunedì, aggiungendo che è difficile consegnare tutti i corpi degli ostaggi morti in una sola volta. Il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance ha dichiarato che gli ostaggi israeliani potrebbero essere rilasciati da Gaza “da un momento all’altro”, lo riferisce The Guardian. “Dovrebbe accadere da un momento all’altro”, ha detto il vicepresidente al programma Meet the Press della NBC News quando gli è stato chiesto quando Hamas avrebbe rilasciato gli ostaggi. JD Vance ha anche affermato che quando Trump visiterà Israele lunedì mattina, intende salutare gli ostaggi dopo che Hamas li avrà rilasciati. “Non si può dire con esattezza il momento in cui verranno rilasciati, ma ci aspettiamo con ogni probabilità… che lui accoglierà gli ostaggi”, ha affermato.

Shosh Bedrosian, portavoce del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha rilasciato una dichiarazione ai media dove spiega la logistica del rilascio degli ostaggi domani mattina, dichiarazione riportata da The Guardian. Israele si aspetta che tutti i 20 ostaggi viventi vengano rilasciati da Hamas domani alla stessa ora. Shosh Bedrosian, portavoce del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha rilasciato una dichiarazione ai media dove spiega la logistica del rilascio degli ostaggi domani mattina, dichiarazione riportata da The Guardian.

“Israele è pronto a ricevere immediatamente tutti i nostri ostaggi. Il rilascio dei nostri ostaggi inizierà lunedì mattina presto. Ci aspettiamo che tutti i nostri 20 ostaggi viventi vengano rilasciati insieme in una sola volta alla Croce Rossa e trasportati su sei-otto veicoli senza alcuna manifestazione di malessere da parte di Hamas, l’organizzazione terroristica”, ha detto il portavoce del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

“Gli ostaggi saranno poi condotti alle forze armate all’interno delle zone di Gaza controllate da Israele e poi trasferiti alla base di Re’im, nel sud di Israele, dove potranno riunirsi alle loro famiglie”, ha proseguito il portavoce, sottolineando che “Israele è pronto… se un ostaggio vivente necessita di cure mediche urgenti, verrà trasportato immediatamente in una struttura medica”.

Inoltre “il primo ministro ha incaricato Gal Hirsch, coordinatore per i prigionieri e i dispersi, di prendere accordi con il Cicr (Comitato Internazionale della Croce Rossa Ndr) per preparare un convoglio di ambulanze per i nostri ostaggi e tutte le attrezzature necessarie nel caso in cui un ostaggio avesse bisogno di supporto medico immediato; in tal caso, gli ospedali di Soroka e Barzilai saranno entrambi pronti”. E “durante tutto il viaggio di ritorno in Israele, gli ostaggi saranno accompagnati da personale medico”, poi “gli ostaggi viaggeranno con le loro famiglie verso uno dei tre ospedali principali”.

“I prigionieri palestinesi saranno liberati dopo la conferma che tutti gli ostaggi di Gaza si trovano in Israele”, lo ha detto il portavoce Shosh Bedrosian, portavoce dell’ufficio di Benjamin Netanyahu, in una dichiarazione ai media a Tel Aviv, riportata da The Guardian, dove ha spiegato la logistica dello scambio, che è alla base dell’accordo di pace per Gaza. “Israele – ha ribadito il funzionario – inizierà a rilasciare i prigionieri palestinesi una volta che avrà la conferma che tutti gli ostaggi detenuti a Gaza saranno arrivati nel Paese. Saranno rilasciati non appena Israele avrà la conferma che tutti i nostri ostaggi che saranno rilasciati domani si trovano oltre il confine con Israele”, ha detto ai giornalisti a Tel Aviv.

In cambio degli ostaggi, Israele rilascerà circa 2.000 prigionieri palestinesi, la maggior parte dei quali sarà inviata a Gaza o esiliata nei paesi vicini.

Le ceramiche di Lucio Fontana, la manualità dell’avanguardia

Venezia, 12 ott. (askanews) – Un Lucio Fontana diverso, meno concettuale e più legato alla materia, ma sempre capace di creare opere intense e affascinanti, che forse non sono state mai abbastanza considerate. La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia dedica una mostra alle opere in ceramica dell’artista italo-argentino, significativamente intitolata “Mani-Fattura”.

“Noi conosciamo Fontana di solito per i suoi tagli, per quel gesto autoritario, maschile, molto sicuro di sé – ha spiegato ad askanews Sharon Hecker, curatrice dell’esposizione -. Questa mostra vuole far vedere un altro Fontana, un Fontana più intimo, più in relazione con la creta, con il materiale, con le tecniche, più in sintonia con gli artigiani di Albisola dove lavorava e grande sperimentatore”.

La sperimentazione, appunto, è forse l’elemento che si coglie maggiormente nei lavori esposti, insieme a una vocazione sempre evidente per l’avanguardia. Un aspetto, questo, che alimenta il dialogo con la collezione del museo veneziano. “Questa mostra – ha aggiunto la direttrice della Peggy Guggenheim, Karole P.B. Vail – rientra nel programma che abbiamo ormai da un po’ di anni di organizzare mostre su artisti italiani del dopoguerra, come per esempio Tancredi, Edmondo Bacci, più recentemente Marina Apollonio. Però bisogna anche ricordarsi che anni fa avevamo fatto una mostra di Lucio Fontana intorno alle sue opere di New York e Venezia e quindi ci sembrava anche doveroso approfondire un aspetto praticamente sconosciuto, appunto le ceramiche di Fontana”.

Esposte circa settanta opere, alcune delle quali mai viste prima, provenienti da collezioni pubbliche e private, che mettono in risalto la visione scultorea di Fontana attraverso un materiale come la creta. E la sua lezione resta di grande attualità. “Abbiamo tanti sperimentatori in ceramica nell’arte contemporanea – ha detto ancora Sharon Hecker – che ci permettono di tornare indietro e rivalutare il livello di sperimentazione che c’è in queste ceramiche, anche a livello di superficie, lo vedrete in mostra, ogni opera è un’opera diversa”.

Tra un meraviglioso coccodrillo e dei concetti spaziali che sono dei piccoli capolavori, l’esposizione racconta una storia tremendamente affascinante, che ci riporta anche alla dimensione concreta dell’arte. “Un’altra cosa importante è che bisogna ricordare che tanti artisti amano molto lavorare con le mani – ha concluso Karole Vail – e questa mostra è proprio dedicata alla manualità, al fare, allo sporcarsi le mani”.

In mostra è anche presentato un cortometraggio inedito, “Le ceramiche di Lucio Fontana a Milano,” appositamente commissionato e realizzato dal regista argentino Felipe Sanguinetti. Concepito come parte integrante del percorso espositivo, il film conduce il pubblico in un viaggio cinematografico attraverso diversi luoghi della città lombarda.

Giocosa e radicale, al Museion grande retrospettiva su Nicola L.

Bolzano, 12 ott. (askanews) – Il Museion di Bolzano è uno di quei luoghi nei quali il contemporaneo si manifesta nella sua versione più impegnata e consapevole, uno spazio che sa accogliere la libertà radicale dell’arte e farne narrazione espositiva. Succede anche con la nuova mostra, dedicata all’artista francese Nicola L., intitolata “I Am The Last Woman Object” e curata da Leonie Radine. “Il suo lavoro – ha detto la curatrice ad askanews – parla al presente, anche se parte dal 1960. Continua a portare speranza, specialmente nel periodo che stiamo vivendo. Lei ha sviluppato sia una pratica radicalmente politica e socialmente impegnata, sia lavori giocosi e divertenti, all’incrocio tra diverse discipline: la scultura, la pittura, la performance, il disegno, il collage e i film”.

La mostra racconta il lavoro di un’artista che ha vissuto in molti luoghi e ha esplorato molte tipologie di opere, dai grandi striscioni per le manifestazioni a sculture magnetiche dedicate a donne della storia e della letteratura, come Cleopatra e Madame Bovary, ma anche Ulrike Meinhof. E una parte importante dell’esposizione è dedicata a opere fatte per essere indossate. “Una delle sue serie più importanti – ha aggiunto Radine – sono i ‘pénétrables’, Li considerava una sorta di seconda pelle e quello che aveva in mente, soprattutto con i pénétrables collettivi, come per esempio degli impermeabili per undici o più persone da indossare insieme e contemporaneamente, era proprio l’idea di comunità e collettività. Voleva creare un corpo collettivo, nella stessa pelle, senza distinzioni di classe sociale, etnia o altri fattori che di solito portano all’esclusione”.

Il messaggio di Nicola L., morta negli Stati Uniti nel 2018, è radicale, pur nel suo apparire facile e spesso anche accattivante. Come nel caso delle sculture antropomorfe, tra tutte la “Little Tv Woman”, che ammette il suo essere donna oggetto. “Questi lavori sono molto divertenti e giocosi – ha concluso Leonie Radine – ma sono anche prese di posizione politiche sul tradizionale ruolo dei generi, specialmente nell’ambiente domestico, con le donne spesso oggettificate e rinchiuse in una funzione”.

È praticamente impossibile raccontare tutte le suggestioni che la mostra di Nicola L. arriva a suscitare, è giusto che ogni visitatore le attraversi con in proprio corpo e le proprie sensazioni, come se l’intera esposizione fosse un grande unico pénétrable che ci consente di essere noi stessi, ma dentro un più grande corpo collettivo, che è quello di un’arte contemporanea pensata per la vita e non solo per i musei. (Leonardo Merlini)

Ventenne ucciso nel centro di Palermo, i carabinieri rintracciano il presunto omicida

Roma, 12 ott. (askanews) – Portato in caserma il presunto autore dell’omicidio di Paolo Taormina, 21 anni, ucciso in pieno centro a Palermo con un colpo di pistola alla testa. I carabinieri del comando provinciale di Palermo – come riferiscono gli stessi militari in una nota – hanno accompagnato in caserma, per esser sottoposto ad interrogatorio da parte dei magistrati della Procura della Repubblica di Palermo, un giovane palermitano di ventotto anni, ritenuto responsabile del reato di omicidio.

“Le immediate attività d’indagine – svolte dal nucleo operativo della compagnia di Piazza Verdi con l’ausilio del Nucleo investigativo di Palermo, mediante l’acquisizione delle immagini delle telecamere pubbliche e private e dall’esame delle testimonianze raccolte sul posto – hanno permesso di identificare e rintracciare, nel quartier Zen, il presunto responsabile dell’omicidio di un ventenne, colpito mortalmente alla testa, mentre, intorno alle 03:00 di questa mattina, era intento a lavorare in un pub di famiglia del centro storico cittadino”, spiega il comunicato dei carabineiri. Secondo alcune ricostruzioni riportate dai media locali, la vittima, figlio del titolare del locale, era intervenuta per sedare una rissa.

L’appello di Mattarella: la sicurezza sul lavoro: diritto inalienabile

Roma, 12 ott. (askanews) – “In Italia, ogni giorno, si continua a perdere la vita sul luogo di lavoro: il numero di decessi e infortuni resta tragicamente alto, anche in raffronto con quello che accade nel resto dell’Unione Europea. Ciascuna vittima è un volto a cui occorre dare voce. Dietro ognuna ci sono persone, famiglie, storie interrotte che non devono essere dimenticate”. E’ quanto scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della 75 Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, in una lettera inviata al presidente dell’Anmil Antonio Di Bella, nella quale rinnova il suo appello e il suo monito per la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Serve, dunque, rilancia Mattarella, un “impegno collettivo” “affinché dal dolore nasca una nuova consapevolezza: la volontà comune di costruire luoghi di lavoro più sicuri, dove la vita e la dignità di ogni lavoratore siano sempre al primo posto”. “La sicurezza sul lavoro è un diritto inalienabile, un investimento sul valore dell’essere umano, sul significato profondo del lavoro e sulla qualità della vita – osserva il Capo dello Stato -. Con questo spirito, ricordo le vittime e rinnovo la vicinanza della Repubblica alle loro famiglie”.

“Nell’esprimere gratitudine all’Anmil per il suo impegno costante, anche a favore dell’inclusione lavorativa e sociale di chi ha subito un infortunio sul lavoro o una malattia professionale, formulo a tutti i partecipanti i miei più sentiti auguri affinché questa giornata contribuisca a rafforzare una cultura della prevenzione che protegga la vita”, conclude Mattarella.

Appello di Mattarella per sicurezza su lavoro: diritto inalienabile

Roma, 12 ott. (askanews) – “In Italia, ogni giorno, si continua a perdere la vita sul luogo di lavoro: il numero di decessi e infortuni resta tragicamente alto, anche in raffronto con quello che accade nel resto dell’Unione Europea. Ciascuna vittima è un volto a cui occorre dare voce. Dietro ognuna ci sono persone, famiglie, storie interrotte che non devono essere dimenticate”. E’ quanto scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della 75ª Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, in una lettera inviata al presidente dell’Anmil Antonio Di Bella, nella quale rinnova il suo appello e il suo monito per la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Serve, dunque, rilancia Mattarella, un “impegno collettivo” “affinché dal dolore nasca una nuova consapevolezza: la volontà comune di costruire luoghi di lavoro più sicuri, dove la vita e la dignità di ogni lavoratore siano sempre al primo posto”. “La sicurezza sul lavoro è un diritto inalienabile, un investimento sul valore dell’essere umano, sul significato profondo del lavoro e sulla qualità della vita – osserva il Capo dello Stato -. Con questo spirito, ricordo le vittime e rinnovo la vicinanza della Repubblica alle loro famiglie”.

“Nell’esprimere gratitudine all’Anmil per il suo impegno costante, anche a favore dell’inclusione lavorativa e sociale di chi ha subito un infortunio sul lavoro o una malattia professionale, formulo a tutti i partecipanti i miei più sentiti auguri affinché questa giornata contribuisca a rafforzare una cultura della prevenzione che protegga la vita”, conclude Mattarella.

Financial Times: gli attacchi ucarini ai siti energetici russi condotti con l’aiuto dell’intelligence Usa

Roma, 12 ott. (askanews) – Da mesi gli Stati Uniti stanno aiutando l’Ucraina a lanciare attacchi contro gli impianti energetici russi, nel tentativo di indebolire l’economia del presidente russo Vladimir Putin e costringerlo a sedersi al tavolo delle trattative. Lo riporta oggi il Financial Times, citando fonti a Washington e Kiev, secondo cui le informazioni fornite dall’intelligence statunitense hanno consentito alle forze ucraine di lanciare attacchi contro importanti impianti energetici russi, in particolare raffinerie di petrolio situate molto lontano dalla linea del fronte.

Secondo il Ft, il sostegno Usa “si è intensificato da metà estate ed è stato cruciale nell’aiutare l’Ucraina a compiere attacchi” che “hanno fatto salire i prezzi dell’energia in Russia e hanno spinto Mosca a tagliare le esportazioni di gasolio e a importare carburante”.

Financial Times: gli attacchi ucarini ai siti energetici russi condotti con l’aiuto dell’intelligence Usa

Roma, 12 ott. (askanews) – Da mesi gli Stati Uniti stanno aiutando l’Ucraina a lanciare attacchi contro gli impianti energetici russi, nel tentativo di indebolire l’economia del presidente russo Vladimir Putin e costringerlo a sedersi al tavolo delle trattative. Lo riporta oggi il Financial Times, citando fonti a Washington e Kiev, secondo cui le informazioni fornite dall’intelligence statunitense hanno consentito alle forze ucraine di lanciare attacchi contro importanti impianti energetici russi, in particolare raffinerie di petrolio situate molto lontano dalla linea del fronte.

Secondo il Ft, il sostegno Usa “si è intensificato da metà estate ed è stato cruciale nell’aiutare l’Ucraina a compiere attacchi” che “hanno fatto salire i prezzi dell’energia in Russia e hanno spinto Mosca a tagliare le esportazioni di gasolio e a importare carburante”.

I Gorillaz festeggieranno 25 anni di carriera con un live a Trieste

Milano, ott. (askanews) – In attesa del nuovo album The Mountain, i Gorillaz annunciano il ritorno sul palco con The Mountain Tour che farà tappa anche a Trieste, sabato 25 luglio 2026 in Piazza Unità d’Italia, con uno show imperdibile per festeggiare i 25 anni di carriera di una delle band più iconiche e influenti della scena musicale.

Pionieri del concetto di band virtuale, nati dalla mente visionaria di Damon Albarn e dall’estro grafico di Jamie Hewlett, hanno ridefinito i confini tra musica, arte e animazione, dando vita a un universo narrativo unico nel panorama musicale. Sul palco, a prendere vita saranno come sempre 2D (voce), Murdoc Niccals (basso), Russel Hobbs (batteria) e Noodle (chitarrista giapponese).

Il concerto dei Gorillaz arriva a quattro anni dall’ultima apparizione italiana del gruppo e anticipa l’uscita dell’attesissimo nuovo album, The Mountain, in arrivo a marzo 2026. Un primo assaggio del disco è già disponibile con il singolo The Happy Dictator, che ha riacceso l’entusiasmo dei fan in tutto il mondo.

Lo show in programma a Trieste – promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia attraverso PromoTurismoFVG, in collaborazione con il Comune di Trieste, FVG Music Live, VignaPR e Live Nation Italia – si preannuncia come un evento unico, tra visual spettacolari, atmosfere immersive e una scaletta che abbraccia l’intera carriera della band.

I biglietti saranno in vendita dalle ore 11:00 di venerdì 10 ottobre sui circuiti ufficiali (Ticketmaster.it, Ticketone.it, Eilo.it, Vivaticket.it e i circuiti internazionale Eventim.si e OeTicket.com).

“L’arrivo dei Gorillaz in Friuli Venezia Giulia nel 2026 rappresenta un’occasione straordinaria non solo dal punto di vista musicale, ma anche per la promozione turistica del nostro territorio, afferma il governatore FVG, Massimiliano Fedriga. I grandi concerti internazionali sono una leva potente per attrarre visitatori, valorizzare le nostre eccellenze e far conoscere il Friuli Venezia Giulia a un pubblico ampio e diversificato. La capacità dei Gorillaz – conclude Fedriga – di unire più generazioni attraverso una contaminazione di generi e stili diversi li rende un punto di riferimento culturale e musicale, perfettamente in linea con l’identità di una regione che punta sull’apertura, la qualità e l’innovazione. Il concerto fa parte della rassegna Go to Pordenone & friends, programma che unisce Nova Gorica – Gorizia 2025, capitale europea della cultura a Pordenone, capitale italiana della cultura 2027.”

“Siamo davvero entusiasti di ospitare il concerto di una band di fama mondiale come i Gorillaz nella nostra splendida Piazza Unità d’Italia, aggiungono il Sindaco Roberto Di Piazza e Giorgio Rossi, Assessore alle Politiche della Cultura e del Turismo. Questo grande evento sarà una nuova importante occasione per dare visibilità internazionale alla nostra città. Negli ultimi tre anni, i grandi concerti si sono dimostrati una straordinaria opportunità per Trieste, portando benefici economici, culturali e turistici. Continuiamo su questa strada, convinti che la musica e la cultura siano volano di crescita e promozione per tutto il territorio.”

Domani il vertice per la pace a Sharm El-Sheikh presieduto da Al-Sisi e Trump

Roma, 12 ott. (askanews) – Il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi e l’omologo americano Donald Trump copresiederanno domani pomeriggio un vertice internazionale intitolato “Summit per la pace di Sharm El-Sheikh”, a cui parteciperanno oltre 20 paesi. Lo ha annunciato la presidenza egiziana.

“Il vertice mira a porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, a rafforzare gli sforzi per portare pace e stabilità in Medio Oriente e a inaugurare una nuova fase di sicurezza e stabilità regionale – recita la nota – questo vertice si inserisce nella visione del presidente americano Trump di raggiungere la pace nella regione e nei suoi incessanti sforzi per porre fine ai conflitti in tutto il mondo”.

Secondo quanto precisato da un funzionario della Casa Bianca ai media americani, i paesi che parteciperanno sono: Italia, Regno Unito, Francia, Spagna, Germania, Canada, Giappone, India, Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Emirati arabi uniti, Kuwait, Bahrein, Pakistan, Indonesia, Azerbaigian, Armenia, Ungheria, Grecia, Cipro.

Sarà presente anche il Segretario generale dell’Onu, António Guterres, secondo quanto annunciato dal suo ufficio.

Il vertice si tiene dopo l’entrata in vigore dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, concordato a Sharm El-Sheikh. Secondo quanto riferito oggi dal quotidiano israeliano Maariv, al vertice non parteciperanno né Israele né Hamas.

Seggi aperti fino alle 23 in tutta la Toscana, sfida Giani-Tomasi. L’affluenza è in calo

Roma, 12 ott. (askanews) – Seggi aperti in tutta la Toscana fino alle 23 dove 3.007.106 elettori toscani (oltre 17 mila i diciottenni al primo voto, 203mila i residenti all’estero) suddivisi in 3.922 sezioni elettorali sono chiamati a eleggere il Presidente della Toscana e il nuovo Consiglio Regionale che saranno in carica per i prossimi cinque anni. I primi dati dell’affluenza segnano un calo in Toscana alle elezioni regionali. La prima rilevazione è quella alle ore 12 e secondo il sito Eligendo, collegato al ministero dell’Interno, l’affluenza è al 9,94% in 3.707 sezioni su 3.922. Cinque anni fa, alla stessa ora, fu del 14,71%. Al momento si registra quindi una flessione di circa cinque punti percentuali. L’affluenza è rilevata dal Viminale alle 12, alle 19 e alle 23 a conclusione della prima giornata di votazione. I seggi riapriranno poi domani mattina alle 7 fino alle 15. Quando senza soluzione di continuità con la fine delle operazioni di voto avranno inizio quelle di scrutinio. Il primo risultato domani pomeriggio sarà il definitivo dell’affluenza: nel 2020 era stata del 62,6%. A seguire, nel tardo pomeriggio, è atteso il verdetto sul nome del nuovo Governatore.

La sfida è a tre: vince chi prende pi voti purchè superando la soglia del 40% dei voti, altrimenti in Toscana è previsto un secondo turno di ballottaggio fra i due più votati al primo. Il Presidente Pd uscente Eugenio Giani punta alla conferma allargando però la sua maggioranza Pd-Iv-Avs al sostegno dell’intero campo largo: sono con lui quest’anno Pd Cinque stelle Avs e la lista Giani Presidente che include la Casa Riformista renziana, socialisti, riformisti. Lo sfidante è il sindaco di Pistoia coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Tomasi, alla testa di una coalizione formata dall’intero centrodestra Fdi-Lega-Forza Italia-Noi moderati e da civici di area della lista Tomasi Presidente. Terza candidata Antonella Bundu alla testa di Toscana Rossa: coalizione formata da Rifondazione Comunista, Possibile e Potere al Popolo.

Quanto al Consiglio Regionale della Toscana in palio ci sono 40 seggi. Per entrare le liste non coalizzate devono superare il 5% dei voti validi. Oppure il 3% se si fa parte di una coalizione che ha ottenuto almeno il 10%. Alla coalizione vincente spetta un premio di maggioranza variabile: non meno di 23 seggi e non più di 26. Se il presidente eletto otterrà più del 45% dei voti, alla sua coalizione andranno almeno 24 seggi (il 60% dell’assemblea), fino a un massimo di 26. In caso di preferenze tra il 40% e il 45%, i seggi saranno da 23 a 26, integrati eventualmente con un premio di maggioranza. Se infine nessun candidato supererà il 40% di voti al primo turno e si dovesse quindi andare al turno di ballottaggio alla coalizione vincente spetteranno almeno 23 seggi e almeno 14 dovranno essere garantiti alle forze di opposizione.

Gaza, il Papa: proseguire con coraggio verso pace giusta e duratura

Roma, 12 ott. (askanews) – “Incoraggio le parti coinvolte a proseguire con coraggio il percorso tracciato verso una pace giusta, duratura e rispettosa delle legittime aspirazioni del popolo israeliano e del popolo palestinese”: così Papa Leone nell’Angelus. “Due anni di conflitto hanno lasciato ovunque morte e macerie, soprattutto nel cuore di chi ha perso brutalmente i figli, i genitori, gli amici, ogni cosa. Con tutta la chiesa sono vicino al vostro immenso dolore”, ha detto il Pontefice.

“Oggi soprattutto a voi è rivolta la carezza del Signore, la certezza che anche nel buio più nero egli resta sempre con noi. A Dio, unica pace dell’umanità, chiediamo di guarire tutte le ferite e di aiutare con la sua grazia a compiere ciò che umanamente ora sembra impossibile: riscoprire che l’altro non è un nemico, ma un fratello a cui guardare, perdonare, offrire la speranza della riconciliazione”, ha concluso il Papa.

Mezzosangue live con Viscerale tour dal 24 ottobre nei club

Milano, ott. (askanews) – Con Viscerale (Columbia Records / Sony Music Italia), Mezzosangue torna con un lavoro crudo e necessario. Sul palco i brani cambiano pelle e respirano con il pubblico. Dopo la vibrazione del Red Bull 64 Bars Live a Roma, il tour diventa rito condiviso: la confessione privata si fa voce comune.

24 ottobre – Roma, orion 25 ottobre – Roma, orion 3 novembre – Milano, alcatraz 4 novembre – Torino, hiroshima mon amour 5 novembre – Firenze, teatro cartiere carrara 7 novembre – Perugia urban 8 novembre – Senigallia (an), mamamia 14 novembre – Padova, hall 21 novembre – Napoli, casa della musica 22 novembre – Bologna, estragon 28 novembre – Molfetta (ba), eremo club

Acquista biglietti: https://www.vivaticket.com/it/tour/mezzosangue/414

Viscerale, uscito il 4 aprile, è un disco che non concede tregua: dodici tracce che attraversano le contraddizioni del presente e le ombre più intime, oscillando tra fragilità e resistenza. È il racconto di un autore che sceglie di guardarsi dentro, trasformando dubbi e paure in una lingua tagliente, capace di farsi confessione.

È da qui che prende vita il “Viscerale Tour”: dal coraggio di un album che non ha paura di esporsi, dall’energia già respirata nei grandi eventi, dalla volontà di rendere ogni concerto unico e irripetibile. Non un calendario di date, ma un rito condiviso, in cui la confessione privata diventa voce comune.

Torna Lecornu, ancora senza maggioranza: un equilibrio incerto può spezzarsi

Il ritorno di Sébastien Lecornu a Matignon segna una mossa audace ma rischiosa di Emmanuel Macron. In un contesto politico frammentato, il Presidente sceglie la continuità e affida a un uomo di disciplina e mediazione il compito più arduo: restituire un minimo di stabilità alla Quinta Repubblica.

Il tentativo è chiaro: dare vita a un governo “libero”, capace di superare la logica delle appartenenze e dei veti incrociati. Ma la realtà politica francese resta una macchina complessa, ingolfata da rivalità e calcoli di sopravvivenza.

I Repubblicani si chiamano fuori

La destra moderata, anziché rispondere alla chiamata dell’Eliseo, ha preferito restare sulla soglia. I Républicains, divisi tra chi teme di scomparire e chi auspica una nuova identità d’opposizione, hanno scelto la formula del “sostegno senza partecipazione”.

È un modo elegante per non dire né sì né no, ma soprattutto per non compromettersi. La posizione di Bruno Retailleau e del presidente del Senato Gérard Larcher è stata netta: nessun ingresso al governo, almeno finché non si vedranno segnali concreti di discontinuità e rigore.

La prudenza si traveste da coerenza, ma il risultato politico

è un isolamento che rischia di favorire le forze più estreme.

Lecornu, monaco soldato” del macronismo

Lecornu incarna perfettamente la linea del Presidente: pragmatismo, senso delle istituzioni e una certa freddezza tecnocratica. Si definisce “un uomo libero”, ma la sua libertà è quella di chi deve navigare tra gli scogli.

Vuole un governo “senza partiti”, eppure dovrà chiedere i voti di quei partiti per ogni singolo provvedimento. Dovrà negoziare il bilancio entro pochi giorni, senza una maggioranza certa e sotto la minaccia costante delle mozioni di censura che arrivano tanto da destra quanto da sinistra.

Un equilibrio precario che ricorda il destino dei governi di minoranza, spesso nati per necessità più che per progetto.

Macron cerca la stabilità, ma la Francia resta inquieta

Dietro la facciata istituzionale si avverte la fatica di un sistema politico esausto. Macron tenta di mantenersi al centro, ma ogni suo gesto viene letto come arroganza o disperato esercizio di potere.

I partiti tradizionali, logorati e incapaci di offrire alternative credibili, oscillano tra l’attendismo e la resa. Intanto Marine Le Pen e Jordan Bardella consolidano la loro forza nelle periferie sociali e culturali del Paese.

Lecornu non ha colpe per questa deriva, ma il suo compito è titanico: ricucire una Francia che non crede più nella propria classe dirigente. Per farlo dovrà mostrare più coraggio politico che virtù amministrativa.

Una partita che riguarda anche lEuropa

La crisi francese non è solo interna. Da Parigi dipende la tenuta dell’asse europeo, in un momento in cui Berlino appare indebolita e Roma incerta.

Un Macron isolato e un Lecornu prigioniero dei numeri parlamentari rischiano di indebolire la voce dell’Europa nel mondo. È qui che la partita francese diventa europea: nella capacità – o nell’incapacità – di costruire un governo che ridia forza alla democrazia rappresentativa e senso all’idea stessa del riformismo.

Notturno Imperiale, al via le visite alle Terme di Caracalla by night

Roma, 12 ott. (askanews) – Scoprire le Terme di Caracalla, uno dei più maestosi complessi archeologici di Roma, in una suggestiva atmosfera notturna: sarà possibile grazie a nove appuntamenti straordinari, tra stasera e il 2 novembre, in cui questo patrimonio unico della “Città eterna” aprirà eccezionalmente le sue porte in orario serale per un ciclo di visite guidate “by night”. In ciascuna delle serate, i visitatori potranno partecipare a tour guidati della durata di 40 minuti, con gruppi composti da un massimo di 40 persone. Le visite si svolgeranno in italiano e inglese (con possibilità di altre lingue su richiesta).

“Le aperture serali alle Terme di Caracalla rappresentano un’occasione unica per vivere uno dei luoghi simbolo dell’antica Roma in una dimensione nuova e immersiva”, ha spiegato Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma. “Offriamo ai visitatori non solo la possibilità di ammirare l’imponenza architettonica delle terme e di scoprire i sotterranei e il mitreo, ma anche di vivere un’esperienza sensoriale grazie agli effetti scenici presso lo specchio d’acqua, per un viaggio tra storia e contemporaneità”.

Saranno accessibili anche i luoghi segreti delle Terme di Caracalla: come gli ambienti sotterranei, normalmente non aperti al pubblico e che accolgono l’antiquarium del complesso con reperti di eccezionale importanza, tra gli altri i due raffinatissimi capitelli in stile misto di età severiana. Questi spazi ipogei, che si estendono sotto tutta la superficie delle terme, e anche oltre, raccontano un’altra dimensione della vita quotidiana del complesso. Qui si trovavano gli ambienti di servizio, le caldaie, i magazzini e le gallerie: una vera e propria enorme “sala macchine” che faceva funzionare l’impianto termale e dove lavoravano centinaia di persone. Strutture che, avvolte nel silenzio e nell’ombra, svelano un ingegnoso sistema idraulico e termico, ancora in parte visibile.

La visita comprende anche un’eccezionale discesa al più grande mitreo ritrovato a Roma e che rappresenta un unicum per la sua posizione all’interno di un impianto di terme imperiali. L’ambiente, ricco di simbolismi, conserva parte dell’altare e delle decorazioni che un tempo arricchivano le cerimonie dedicate al culto del dio Mitra. Il percorso di visita è arricchito dallo Specchio d’Acqua che con le sue scenografiche installazioni tra luci, giochi di vapore e getti d’acqua, crea un’atmosfera evocativa dell’ambiente degli impianti delle terme imperiali a Roma. Oltre a quella odierna le serate in programma si svolgeranno il 16, 17, 18, 24, 25, 30 ottobre e del primo e 2 novembre. I posti sono limitati e su prenotazione. (Photo credit: Fabio Caricchia)

Giappone, a rischio la formazione del nuovo governo dell’ultraconservatrice Takaichi

A meno di una settimana dalla sua elezione a leader del Partito liberaldemocratico (LDP), la conservatrice Sanae Takaichi vede già vacillare la prospettiva di diventare la prima donna premier del Giappone. La crisi è esplosa ieri 10 ottobre, quando il partito Komeito ha annunciato la fine della coalizione di governo, che è rimasta in piedi quasi ininterrottamente dal 1999. La decisione ha aperto una nuova fase di incertezza politica e messo in discussione la stabilità dell’esecutivo, aprendo la possibilità per l’opposizione di capitalizzare il momento.

La rottura è stata giustificata dal leader del Komeito, Tetsuo Saito, con la necessità di “porre fine alla commistione tra politica e denaro”. Il riferimento è allo scandalo dei fondi che lo scorso anno aveva travolto l’LDP portando allo scoperto una serie di pagamenti illeciti giustifcati come raccolte fondi. Lo scandalo aveva già costretto alle dimissioni l’ex premier Fumio Kishida e portato a un crollo della fiducia nei confronti dell’LDP.

L’elezione di Takaichi, nota per le sue posizioni ultraconservatrici, avrebbe dovuto rappresentare un tentativo di rilancio. Ma la scelta di nominare Koichi Hagiuda, coinvolto nello scandalo, a un ruolo di vertice nel partito ha suscitato indignazione tra gli alleati. Il Komeito, nato negli anni ‘50 come braccio politico dell’organizzazione buddhista Soka Gakkai, si fonda su principi di moderazione e trasparenza. Molti membri hanno espresso inquietudine per la figura di Takaichi, legata alla destra nazionalista e alle visite ripetute al santuario di Yasukuni, dove sono onorati anche criminali di guerra. L’ultima visita di un premier in carica risale al 2013, quando l’allora primo ministro Shinzo Abe (mentore della stessa Takaichi) scatenò le proteste di Cina e Corea del Sud.

Il principale partito di opposizione, il Partito costituzionale democratico del Giappone (CDP) guidato da Yoshihiko Noda, ha colto l’occasione per proporre una candidatura contro Takaichi. “È un’occasione che capita una volta ogni dieci anni per un cambio di governo”, ha dichiarato Noda, auspicando un’alleanza con il Partito democratico per il popolo (DPFP) di Yuichiro Tamaki.

Il CDP dispone di 148 seggi nella Camera bassa, l’LDP di 196 e il Komeito di 24. Anche un’eventuale intesa tra LDP e DPFP non basterebbe a raggiungere la maggioranza di 233 seggi necessari per l’elezione del premier. Se i tre principali partiti d’opposizione – CDP, DPFP e il Partito dell’innovazione – riuscissero a convergere su un candidato unico, avrebbero 210 voti, sufficienti a impedire a Takaichi di essere eletta. Restano, tuttavia, divergenze profonde su temi come la sicurezza, l’energia nucleare ed eventuali revisioni costituzionali volute dall’estrema destra.

Sul piano economico, l’elezione di Takaichi alla guida del LDP ha già avuto effetti immediati sui mercati finanziari. I rendimenti dei titoli di Stato a lunghissimo termine (JGB) sono saliti ai massimi dal 2008, superando il 3,3% sui trentennali, segno che gli investitori si attendono una politica fiscale espansiva sotto la sua leadership.

Con la Banca del Giappone impegnata a ridurre gli acquisti di obbligazioni e le banche nazionali limitate da regole più rigide sul rischio, il governo si trova ora a dover cercare nuovi acquirenti per il proprio debito. Gli investitori stranieri hanno comprato oltre 9,4 trilioni di yen in titoli a lungo termine nei primi otto mesi dell’anno, quasi triplicando il record precedente.

Ma questa dipendenza dai capitali esteri rende la stabilità politica ancora più importante per il Giappone. Al momento Takaichi resta la favorita per la prima votazione parlamentare. Il Komeito, che intende votare per il proprio leader al primo turno, non ha ancora chiarito quale posizione assumerà in un eventuale ballottaggio. Tuttavia se l’opposizione riuscisse a convergere su un unico nome, il Paese potrebbe assistere a un importante cambio di governo.

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Cosa resta dopo l’estremismo?

Dalla piazza al governo: due linguaggi diversi

Resta una domanda inevasa, anche e soprattutto alla luce delle vicende legate allo storico “accordo di pace” sul futuro del Medio Oriente, su ciò che è capitato — e che sicuramente capiterà ancora — nel nostro Paese. E cioè: cosa resta dopo la predica e la pratica politica quotidiana dell’estremismo, del massimalismo e del radicalismo?

Perché un conto è salutare positivamente e convintamente la discesa in piazza di centinaia di migliaia di persone per manifestazioni pacifiche e democratiche. Altra cosa, tutt’altra cosa, è cavalcare sistematicamente e fare propri gli slogan più violenti, più radicali e più estremisti che proprio quelle piazze hanno anche sprigionato.

La prova della politica estera

Un partito, o una coalizione, che hanno l’obiettivo di governare un Paese e quindi, di conseguenza, di cercare di declinare una vera e credibile cultura di governo, sono francamente incompatibili con atteggiamenti e comportamenti che accarezzano gli estremismi della piazza e che poi, d’incanto, fingono di essere governisti in sede istituzionale.

Ora, per essere chiari e senza equivoci, è indubbio che quando si parla di politica estera, di assetto geopolitico, di alleanze internazionali e di scelte concrete, l’estremismo e il radicalismo cedono il passo di fronte al realismo della politica e alla maturità della cultura di governo.

Due coalizioni a confronto

Se dobbiamo valutare concretamente il comportamento delle due coalizioni maggioritarie oggi in campo, non possiamo non avanzare una riflessione ben precisa. E cioè: nella coalizione di governo questa pratica decisiva — cioè la politica estera — è decisa, pianificata e progettata dalla Presidente del Consiglio e dal Ministro degli Esteri, mentre il populismo e l’antieuropeismo della Lega di Salvini non condizionano affatto la strategia politica complessiva.

Sul versante opposto, invece — quello dell’alleanza di sinistra — la politica estera oltre a dividere profondamente i partiti che fanno parte della coalizione è elemento anche di spaccatura all’interno stesso dei partiti. Un elemento, questo, che non può passare inosservato perché proprio sulla politica estera si misura la credibilità, l’affidabilità e la maturità di una coalizione politica.

Gli slogan come identità e limite

Per queste ragioni, semplici ma oggettive, il massimalismo e l’estremismo restano incompatibili con qualsiasi cultura di governo. Anche perché quando si cavalcano o si accarezzano o, peggio ancora, si condividono gli slogan estremisti e radicali, proprio quelle parole d’ordine rischiano di diventare parte dell’identità e del profilo stesso di quei partiti e di quella coalizione.

E quando c’è qualche ripensamento su quella piattaforma estremista, o si perdono settori consistenti dell’elettorato oppure, al contrario, diventa di fatto impossibile tradurre quegli slogan in un programma di governo.

La politica tra leaderismo e responsabilità

Ecco perché, anche in una stagione politica dove i partiti sono diventati il semplice prolungamento dei rispettivi capi o grigi ed aridi cartelli elettorali, gli slogan non possono diventare i tasselli fondamentali di un progetto politico.

Prima o poi i nodi vengono semplicemente al pettine: e se la politica è debole ed incerta non si ha la titolarità per guidare un Paese e per determinarne gli indirizzi programmatici. Soprattutto nel campo sempre più delicato e complesso della politica estera.

Padre Riggio e la “flottiglia della speranza”

Nel suo ultimo editoriale per Aggiornamenti Sociali, padre Giuseppe Riggio S.I., direttore della rivista dei gesuiti di Milano, prende spunto da un passo delle Città invisibili di Calvino per invitare a “riconoscere ciò che, in mezzo all’inferno, non è inferno” e a dargli spazio.

L’inferno evocato dallo scrittore è quello delle guerre, delle sopraffazioni e delle ingiustizie che segnano il nostro tempo. Ma — scrive Riggio — proprio in questi momenti si misura la capacità di resistere alla logica della violenza e di alimentare una speranza concreta, fondata sul coraggio e sulla fraternità.

Una flotta anomala nel Mediterraneo

L’editoriale si concentra sull’esperienza della Global Sumud Flotilla, una quarantina di imbarcazioni a vela partite da vari porti del Mediterraneo — Genova, Catania, Barcellona, Tunisi — per portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese di Gaza.

A bordo, seicento persone provenienti da quarantaquattro Paesi: marinai, attivisti, parlamentari, uniti dal principio della nonviolenza e dal rispetto del diritto internazionale.

Pur consapevoli dei rischi, gli equipaggi hanno scelto di trasformare il Mediterraneo da frontiera a luogo di solidarietà, affermando la possibilità di un impegno comune al di là dei confini politici e religiosi.

Davide contro Golia

Riggio interpreta la Flotilla come un simbolo di resistenza morale, richiamando la sproporzione tra Davide e Golia. La sfida non è nella forza, ma nella logica: da una parte la prepotenza che alimenta la guerra, dall’altra la fiducia nella giustizia e nella dignità dell’uomo.

Anche quando le istituzioni tacciono, scrive il gesuita, l’iniziativa civile diventa un “accelerante etico della legalità”, un modo per ricordare che la pace non è solo il frutto di accordi, ma il riflesso di un dovere morale da rinnovare ogni giorno.

Lo spreco” della speranza

Affidarsi al vento, esporsi al rischio, testimoniare con la propria presenza: nella Flotilla Riggio riconosce uno “spreco fecondo”, un gesto di fede nella vita che non si misura sull’efficacia immediata ma sulla capacità di resistere.

Questa scelta, apparentemente anacronistica, diventa un atto di umanità condivisa.

Uscire dall’inferno della violenza — conclude Riggio — significa scegliere di far durare ciò che non è inferno, rendendo visibile, in mezzo alla distruzione, il volto ancora possibile della pace.

Calcio, l’Italia vince in Estonia, Gattuso: "Ora Israele"

Roma, 12 ott. (askanews) – Tallinn, missione compiuta. L’Italia di Gennaro Gattuso espugna la Le Coq Arena battendo 3-1 l’Estonia e consolida il secondo posto nel gruppo I delle qualificazioni mondiali. Una vittoria solida, non priva di sbavature, ma costruita con personalità e con quell’intensità che il nuovo ct azzurro pretende da ogni suo giocatore. Chiamata a rispondere al successo rotondo della Norvegia contro Israele, l’Italia ha indirizzato subito la partita con un avvio furioso e un gol al 5′ di Kean, salvo poi dover gestire la prevedibile fase di sofferenza e un finale meno brillante, macchiato solo dal pasticcio Donnarumma-Sappinen.

L’Italia parte con un 4-4-2 molto più liquido di quanto dica la lavagna tattica. Orsolini e Raspadori si muovono come esterni d’attacco più che da centrocampisti, dando all’impianto di Gattuso l’aspetto di un 4-2-4 a trazione anteriore. Il segnale è chiaro: cercare subito il vantaggio, e magari una “pioggia di reti”, come aveva chiesto alla vigilia il ct. E così succede: dopo appena cinque minuti, Dimarco innesca Kean, che rientra sul destro e batte Hein. È l’inizio ideale, ma anche la fine precoce del suo match: l’attaccante della Fiorentina è costretto a uscire al 15′ per una distorsione alla caviglia.

Nonostante l’imprevisto, l’Italia continua a spingere. Retegui si guadagna un rigore al 30′, ma Hein lo ipnotizza, aiutato dal palo. L’attaccante non si abbatte e poco dopo, al 38′, firma il raddoppio su assist di Orsolini: un’azione costruita con geometrie e aggressività, marchio di fabbrica della gestione Gattuso.

All’intervallo il 2-0 fotografa bene la supremazia azzurra. Ma la ripresa mostra un volto diverso: meno lucidità, più gestione. “L’importante è creare, poi ci sta che si possano sbagliare gol o rigori”, dirà poi Gattuso. Parole che raccontano la filosofia del nuovo corso: meno ansia da prestazione, più fiducia nei propri mezzi.

Raspadori sfiora il tris, ma Hein si supera ancora. Poi è Spinazzola, entrato nella ripresa, a confezionare l’assist per il 3-0 di Pio Esposito al 74′. Il giovane interista conferma l’impressione lasciata al debutto: intensità feroce, zero paura. “Pio si merita tutto – ha detto Gattuso – quando vedi un ragazzo di quest’età andare su ogni pallone come se fosse quello della vita, capisci che è speciale. Ha educazione, rispetto e una testa che non perde mai lucidità. Ora sta a noi aiutarlo a crescere”.