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martedì, 29 Luglio, 2025
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Nuovi negoziati tecnici tra Ucraina e Russia in Vaticano già la settimana prossima

Roma, 22 mag. (askanews) – Nuovi negoziati tecnici tra Ucraina e Russia potrebbero tenersi in Vaticano già la settimana prossima, secondo il presidente finlandese Alexander Stubb, come riporta l’emittente Yle.

Il presidente della Finlandia ha sottolineato che gli Stati Uniti non si sono tirati indietro dal loro ruolo di mediatore nella risoluzione delle azioni militari della Russia contro l’Ucraina. “Adesso ci sono più mediatori: prima, solo gli Stati Uniti svolgevano quel ruolo, ma ora anche l’Europa è coinvolta”, ha osservato Stubb.

Secondo una ricostruzione del Wall Street Journal, intanto, Trump ha detto ai leader europei nel corso di una telefonata che il presidente russo Vladimir Putin non è pronto a porre fine alla guerra in Ucraina perché convinto che la vittoria militare sia ormai a portata di mano. Il quotidiano ha citato tre fonti a conoscenza della conversazione. Questa è stata la prima volta che ha ammesso ciò che i leader europei sapevano da tempo, in netto contrasto con le sue numerose affermazioni pubbliche secondo cui Putin desidera sinceramente la pace. Durante la prima telefonata di Trump con il premier britannico Keir Starmer, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, il 18 maggio, il giorno prima del suo colloquio di due ore con Putin, Trump ha lasciato intendere che avrebbe potuto imporre sanzioni se Putin si fosse rifiutato di aderire al cessate-il-fuoco.

Tuttavia, il giorno successivo, dopo la telefonata di Putin, Trump ha cambiato nuovamente posizione e fatto marcia indietro su ulteriori sanzioni, affermando di voler evitare che gli Stati Uniti intervenissero nel fermare il conflitto.

Omicidio a Washington, Netanyahu: prezzo della dilagante istigazione contro Israele

Roma, 22 mag. (askanews) – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito la sparatoria a Washington in cui sono stati uccisi due dipendenti dell’ambasciata israeliana un “orribile omicidio antisemita”. “Stiamo assistendo al prezzo orribile dell’antisemitismo e alla dilagante istigazione contro Israele. Le accuse di sangue contro Israele si pagano con il sangue”, ha aggiunto.

“Ho dato disposizioni affinché vengano rafforzate le misure di sicurezza presso le missioni israeliane in tutto il mondo e venga aumentata la protezione per i nostri rappresentanti all’estero”, ha concluso il premier.

Il ministro per gli Affari della Diaspora israeliana, Amichai Chikli, ha affermato che coloro che hanno usato lo slogan “Liberate la Palestina” dopo l’attacco di Washington in cui sono stati uccisi due dipendenti dell’Ambasciata israeliana “non stanno solo riecheggiando l’antisemitismo, ma stanno legittimando l’assassinio di ebrei e israeliani”.

Ha poi chiesto di “considerare responsabili i leader occidentali irresponsabili che sostengono questo odio”, citando i leader mondiali che hanno condannato l’offensiva estesa di Israele a Gaza questa settimana: il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Keir Starmer e il primo ministro canadese Mark Carney. “Tutti hanno, in modi diversi, incoraggiato le forze del terrore attraverso la loro incapacità di tracciare linee rosse morali. Questa codardia ha un prezzo, e quel prezzo si paga con il sangue ebraico”, ha aggiunto.

Mattarella: biodiversità minacciata da attività poco lungimiranti, guardare ai giovani

Roma, 22 mag. (askanews) – “La natura ci ha offerto la ricchezza della biodiversità: un’armonia millenaria tra le forme di vita del pianeta, capaci di adattarsi nel tempo alle sfide climatiche, geologiche e ambientali. Un equilibrio seriamente minacciato, negli ultimi decenni, da un impatto di attività umane poco lungimiranti, che hanno compromesso lo stesso ambiente in cui vive l’uomo, oltre a mettere a rischio la sopravvivenza di numerose specie animali e vegetali, generando preoccupanti effetti a catena sull’intero sistema vivente. Il tema scelto quest’anno per celebrare la Giornata Mondiale della Biodiversità – “Armonia con la Natura e Sviluppo Sostenibile” – richiama l’urgenza di ripensare il rapporto umanità-natura, promuovendo modelli di crescita capaci di coniugare sviluppo economico e tutela della vita sul pianeta”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione diffusa dal Quirinale.

“Il valore della biodiversità è al centro delle strategie internazionali per uno sviluppo sostenibile e l’Italia ha compiuto passi significativi in termini di principio, affermando con chiarezza, attraverso la riforma dell’articolo 9 della Costituzione avvenuta nel 2022, che ‘la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni'”, ha ricordato Mattarella, concludendo: “La preoccupazione dei giovani per il futuro del pianeta va guardata con considerazione: la loro coscienza ambientale, fondata su rispetto, responsabilità e impegno quotidiano, è una risorsa essenziale per una società più consapevole, che sappia custodire e valorizzare la ricchezza della biodiversità, nell’interesse dell’umanità”.

Nato, Rutte: il 2% per difesa "non sarà minimamente sufficiente"

Milano, 22 mag. (askanews) – Il segretario generale della NATO Mark Rutte ha accolto ieri il Primo Ministro dei Paesi Bassi, Dick Schoof, al quartier generale della NATO. I leader hanno avuto “proficue discussioni” sull’aumento della spesa per la Difesa, sul sostegno all’Ucraina e sul prossimo Vertice Nato all’Aia. Lo rende noto l’Alleanza.

Rutte ha ringraziato i Paesi Bassi per il loro costante contributo alla difesa collettiva dell’Alleanza, svolgendo “un ruolo fondamentale nel rafforzamento dell’Alleanza” nei tre domini: a terra, in cielo e in mare. Ha inoltre ringraziato il Primo Ministro per “l’eccellente collaborazione” nell’organizzazione del prossimo vertice Nato all’Aia.

Il segretario generale ha accolto con favore – proseguonno dalla Nato – gli sforzi per investire in forze terrestri modernizzate e capacità all’avanguardia, incluso lo stanziamento di oltre 1 miliardo di euro per espandere l’industria della difesa olandese. Allo stesso tempo, ha esortato tutti gli Alleati a investire ancora di più, anche nell’industria della difesa e in settori correlati alla difesa come infrastrutture e resilienza. “Il 2% non sarà minimamente sufficiente a raggiungere gli obiettivi di capacità che gli Alleati concorderanno presto”, ha dichiarato Rutte.

Riguardo all’Ucraina, Rutte ha ringraziato i Paesi Bassi per la loro “impressionante” offerta di 3,5 miliardi di euro a sostegno dell’Ucraina nel 2026, inclusi 100 milioni di euro per il Pacchetto di Assistenza Globale della NATO. “I vostri contributi sottolineano chiaramente il vostro impegno a lungo termine per la sovranità e la sicurezza di Kiev. Questa è una priorità che condividiamo tutti”, ha sottolineato.

Due dipendenti dell’ambasciata di Israele uccisi a Washington. Trump: è antisemitismo

Roma, 22 mag. (askanews) – Due dipendenti dell’Ambasciata israeliana a Washington sono stati colpiti e uccisi fuori da un evento al Capital Jewish Museum della capitale Usa, durante un evento ospitato dal Comitato ebraico americano si svolgeva all’interno. Lo scrive il New York Times. “Due membri del personale dell’ambasciata israeliana sono stati uccisi senza senso stasera vicino al Museo ebraico di Washington DC”, ha scritto Kristi Noem, il segretario della sicurezza interna, sui social media. “Stiamo indagando attivamente e lavorando per ottenere più informazioni da condividere. Per favore pregate per le famiglie delle vittime”.

Il sindaco di Washington, Muriel Bowser, ha detto che la sparatoria ha avuto luogo poco dopo le 21 locali. “Voglio essere chiara – ha detto in una conferenza stampa – che non tollereremo questa violenza o questo odio nella nostra città. Non tollereremo alcun atto di terrorismo e staremo insieme come comunità nei prossimi giorni e settimane” contro l’antisemitismo.

La polizia ritiene che un singolo sospettato sia stato responsabile della sparatoria ed è stato visto camminare davanti al museo prima della sparatoria. Poi è entrato nel museo dopo la sparatoria ed è stato trattenuto dagli agenti di sicurezza. “Palestina libera, libera”, ha detto il sospetto mentre era in custodia, secondo Pamela A. Smith, il capo del dipartimento di polizia metropolitana. Il sospettato è stato identificato come Elias Rodriguez, 30 anni, di Chicago.

Il procuratore generale Pam Bondi ha pubblicato sui social media che era “sulla scena dell’orribile sparatoria fuori da Washington, D.C. Capital Jewish Museum”, insieme all’avvocato statunitense ad interim per Washington, Jeanine Pirro. “Preghiamo per le vittime di questa violenza mentre lavoriamo per saperne di più”, ha scritto Bondi.

Tal Naim Cohen, portavoce dell’ambasciata israeliana, ha scritto sui social media che i due membri dello staff sono stati freddati “a distanza ravvicinata”. Il presidente Usa Donald Trump ha definito “chiaramente basati sull’antisemitismo” le uccisioni di due dipendente dell’Ambasciata israeliana a Washington. “Questi orribili omicidi a Washington D.C., chiaramente basati sull’antisemitismo, devono cessare ORA!”, ha scritto Trump sul suo social network Truth. “L’odio e il radicalismo – ha proseguito – non hanno posto negli Stati uniti. Le mie condoglianze alle famiglie delle vittime. È così triste che possano accadere cose simili! Dio vi benedica tutti!”

Per i Popolari europei è tempo di scelte coraggiose

Veniamo da una scuola e da un filone culturale che si basava sul principio che dovesse essere la politica a guidare i processi economici e sociali, preparare un’agenda e, con processi democratici, convincere la maggioranza dei cittadini più ampia possibile della direzione da prendere. Oggi, fra social media, crescente diseducazione, disinformazione, un dibattito politico degradato, sembra impossibile. Basta vedere i risultati elettorali di domenica scorsa in Polonia, Romania e Portogallo. Vero è che c’è stato un successo delle forze europeiste, ma in Romania l’estrema destra filorussa e antiUe è al 46%, con i rumeni in Italia, Germania, Spagna e Francia a votare in massa per il candidato filo Putin. In Portogallo, l’estrema destra è forte quanto i socialisti e il PPE si ritroverà a fare – di nuovo – un governo di minoranza. In Polonia, la coalizione di governo è sì arrivata prima alle presidenziali, ma sommate insieme, le tre diverse destre polacche superano il 50%. Vedremo al ballottaggio di inizio giugno cosa accadrà, ma non c’è ottimismo.

In tutta Europa, da anni, la destra anti Unione cresce e non si vedono margini per arrestate un’ondata populista che ha come effetto quello di disgregare la società e ostacolare o, quantomeno, rallentare il lavoro delle Istituzioni europee. 

In questo contesto, la maggior parte delle forze popolari ha accordi elettorali o di governo con la destra. Sembra necessario uno sforzo per capire cosa fare, senza ipocrisie, delineando una strategia. In attesa di tempi migliori, è questo il destino dei Popolari europei? Guidare quando sono forti e, in realtà dove è difficile raccogliere consenso, aggregarsi alle forze conservatrici se non reazionarie? Non ci sono risposte facili e valide per tutti i 27 Stati membri. Certo, governare è fondamentale. Inoltre, dovunque i populisti sono andati al governo hanno poi visto sgonfiare se non crollare il proprio consenso. Lo stesso Regno Unito, dopo la Brexit, adorata non a caso da tutti gli antieuropeisti, è tornato sui suoi passi e lunedì ha iniziato un nuovo processo di cooperazione con l’Ue. Dato che fa più rumore un albero che cade rispetto a una foresta che cresce, questa notizia è passata quasi inosservata. L’alternativa, cioè un accordo con le forze socialiste è problematica: sono senza narrativa e identità, rischiano di trascinare, nel grigio di un governo di compromesso, anche i programmi e i principi dei popolari.

Nella confusione del nuovo equilibrio geopolitico globale che si prefigura, i popolari europei per essere incisivi devono partire da tre priorità: concretezza delle proposte politiche, solida preparazione della classe dirigente e, soprattutto, schiena dritta, non rinunciando ai propri valori. È la sfida di una generazione che da questo sarà misurata non solo alle elezioni, ma dalla storia.

Tregua negata, accordo impossibile: la pace smarrita tra le righe della politica

Le preghiere del mondo sono aggrappate a due parole che in genere sembrano congegnate per andare sotto braccio e che invece grazie alla politica mondiale sembrano diventate antitetiche.

Tregua e accordo sono i binari su cui potrebbe correre la pace in linea parallela e che invece sembrano messi a terra per divergere fino a bloccare in partenza i buoni propositi. Il bisticcio è tutto se debba intervenire prima l’una o l’altra.

La tregua richiama il tremore con cui il mondo procede davanti ad una sosta di guerra, come facesse paura, un incubo da evitare con il cinismo che si richiede. Stare su un trespolo a riposarsi con il rischio che i muscoli si raffreddino e si perda il filo delle mazzate da darsi è idea buona solo per chi vive di delirio fuori dalla realtà.

Può darsi che i potenti del mondo mostreranno di infischiarsene dell’invito alla pace di Papa Leone XIV, magari solo per un periodo temporaneo, una sorta di tregua di Dio, quella che una volta si osservava nei secoli scorsi per rispetto religioso in presenza di particolare festività come il Natale o la Pasqua. 

La Chiesa non esiterebbe oggi a tirar fuori dal cilindro una festività da osservare per tentare di dare respiro alla memoria della guerra, così che possa ricordare che è un bel po’ che è in campo ed è forse l’ora di prendere un minimo di fiato per poi ripartire nefastamente magari con maggiore slancio.

Di fondo, il pericolo della guerra è che diventi silenziosamente un vizio al quale è difficile rinunciare, un abituale modo di relazionarsi che non conosce sostituti di pari efficacia. 

D’altronde “non far tregua coi vili” è un monito usato da ogni contendente per motivarsi a continuare a spararsi addosso.

Si discute dunque circa un accordo che non convince nessuno perché nelle gole dei belligeranti manca l’armonia delle note e delle intenzioni. 

Si percepiscono solo suoni stonati di sentimenti disgiunti l’uno dall’altro. La radice latina di cuore è “cor-cordis” ed è appunto il saper tendere le corde al punto giusto con le opportune chiavette, in ritrovata assonanza con il prossimo. E’ operazione che consentirebbe la fine anche momentanea della guerra e riannoderebbe le corde e battiti ad oggi spezzati.

Se parlare di “fine” è qualcosa che stride all’anima, ci si potrebbe accontentare di ricorrere ad una sospensione. “… finalmente, con molte sospensioni, con molti ohimè, le raccontò il miserabile caso” scriveva Manzoni e di tragica vicenda si può parlare di una incapacità di pervenire appunto ad un accordo. 

Ci vorrebbe maggiore fantasia, l’arte di superarsi e di andare oltre gli schemi convenzionali di ragionamento. Potrebbe impararsi dal jazz e rubare, da quello stile, l’invenzione di un nuovo procedere. Andare fuori margine rispetto ai canoni classici della musica e dell’ispirazione può essere la via di salvezza per avere una prima notte di quiete.

Ostilità è una parola curiosa e che invita a più letture. L’hostis in antichità era lo straniero ed anche il nemico da temere. Con ugual radice è l’ostia dei Cristiani che ha però l’opposto significato di “vittima”, mentre la città di Ostia designa in origine il nome di “porta”.

Si potrebbe intendere che ciascuno può assumere la veste di nemico e di vittima a seconda della prospettiva con il quale lo si guardi e che c’è però una porta di accesso che può ricondurlo ad una sola unità di lettura che è quella della sua sacrale umanità.

Virgilio insegnava che se il coraggio si fonda sulla coscienza allora si deve avere il coraggio di lottare. Era una citazione da tempi più nobili degli attuali. Ora andrebbe ribaltata: si dovrebbe avere il coraggio di lottare per ritrovare quel tanto di coscienza per accettare la pace anche masticando amaro, un sapore utile per digerire bocconi indigesti.

Il rumore degli spari è una composizione troppo facile da eseguire, è noiosa, non fosse altro perché è sempre la stessa. I morti, sia ben chiaro, fanno sempre gli stessi segni sul pentagramma.

Difesa europea tra realtà e retorica

L’aggressione russa all’Ucraina ha posto l’Europa di fronte ad una dura realtà, che pareva dimenticata dopo decenni di pace sul suo territorio: la possibilità della guerra, di nuovo, dentro i suoi confini.

Per la verità, già nell’ultimo decade dello scorso secolo l’implosione della Jugoslavia e il successivo intervento NATO avevano riportato sul suolo del continente distruzioni e tragedie che – prima volta nella storia – erano state risparmiate ai popoli europei per alcuni lustri vissuti nella pace e nello sviluppo oltre che nella libertà. Ma in un qualche modo la risistemazione del mosaico balcanico, per quanto ancora oggi non completamente stabile (come qui si è osservato in un recente articolo) ha contribuito ad un qual certo oblio di quegli eventi. Sino ad ora. Sperando che nuovi sviluppi, sempre possibili, non impongano un loro ripasso storico.

Fu comunque anche in seguito a quell’intervento della NATO che, dopo l’11 settembre e la successiva guerra americana in Iraq, gli Stati Uniti cominciarono a porre sul tavolo la questione di un riproporzionamento delle spese di gestione dell’Alleanza Atlantica. Già con Bush jr. e poi con Obama venne avanzata la richiesta ai partner europei di un loro maggior contributo finanziario, motivato dalla necessità statunitense di impegnare maggiori forze nell’area dell’estremo oriente e dell’oceano Pacifico a fronte della sempre più intensa assertività cinese, favorita dall’imponente crescita economica del Dragone determinatasi nei primi due decenni del nuovo millennio.

Un accordo che poi, con Trump alla Casa Bianca e dopo con Biden, è stato individuato nel 2% del PIL di ogni singolo paese aderente, essendo nel frattempo aumentati – fra l’altro – gli stati membri in seguito alla fine dell’impero sovietico e della sua alleanza militare conosciuta come Patto di Varsavia. Un impegno però assolto non da tutti, e anzi per un lungo periodo da pochi. Ora però con il ritorno di Trump a Washington la richiesta americana (accompagnata, nello stile ruvido e spaccone del tycoon da minacce di disimpegno non solo ipotetico) è stata elevata ad un improbabile 5%, percentuale che presumibilmente è stata indicata per raggiungere poi un pur sempre impegnativo, ma un po’ meno, 3,5%. Se ne parlerà nel concreto al prossimo summit dell’Alleanza che si terrà a l’Aia il prossimo mese. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha già detto che il 5% è il target finale, ma in un arco di tempo dilatato. Ragion per cui è ipotizzabile che la trattativa verterà su un 4% poi mediato al 3,5% e da conseguire in tempi sufficientemente brevi (2/3 anni) associato alla riduzione degli effettivi USA (e dunque dei loro costi) in Europa, mentre quest’ultima, in contemporanea, attraverso il programma di riarmo recentemente stabilito aumenterà le proprie autonome spese militari.

Sono tutte risorse economiche e finanziarie che vengono sottratte al welfare per venire bruciate nel settore degli armamenti. Una dura realtà determinata dal neo-imperialismo russo. Ma anche dalla nuova postura americana, decisamente meno concentrata sull’Europa – come fu lungo tutto il periodo della Guerra Fredda – e molto maggiormente focalizzata sul confronto con la Cina, da un’altra parte del mondo.

Ora, è evidente che l’apprensione circa le “tentazioni” (o “ambizioni”?) di Mosca è maggiore nell’oriente europeo, ovvero nei paesi che sino all’89/91 furono parte dello schieramento situato al di là della Cortina di Ferro: non è un caso che la Polonia, il più grande fra questi, abbia votato già ora un bilancio che dedica alla Difesa proprio il 5% del PIL.  La percezione della possibile minaccia è differente fra est e ovest d’Europa, è evidente. Ma in una certa misura essa sta raggiungendo anche le capitali occidentali, e a tal proposito le recenti indiscrezioni sull’interessamento russo alla Finlandia non possono che accelerare questo percorso: e così Berlino ha deciso di infrangere un tabù, rivedendo il tetto al debito del bilancio, per rafforzare il proprio apparato militare superando ritrosie e timori durati 80 anni; Parigi evoca il proprio status nucleare, eventualmente a protezione di tutti gli europei (ma saldamente da essa controllato); Londra utilizza la circostanza per “riagganciare” in un qualche modo l’UE nel dopo Brexit. E’ inevitabile che pure Roma e Madrid, per limitarci qui alle altre grandi capitali, si debbano adeguare alla nuova situazione venutasi a determinare.

L’Unione Europea è posta di fronte a una realtà difficile da contestare: ovvero che dal 1945 il continente è stato protetto dal sistema di deterrenza militare approntato dagli USA. Ora esso verrà, in parte, ridotto e dunque dovrà essere mantenuto con un maggior impegno economico dei paesi del continente. A partire da questa considerazione, e poi dai suoi sviluppi concreti, occorrerà però che – oltre il Readiness 2030 – si avvii da subito quell’indispensabile percorso di razionalizzazione e sinergia fra le diverse Forze Armate nazionali che consentirebbe sicure riduzioni delle spese, assolutamente indispensabili, oltre che maggiore efficienza complessiva. Ma che solo una maggiore integrazione politica, e conseguentemente militare, potrà garantire. Dunque, come si vede, alla fine sempre a quel punto si arriva: l’unità politica europea è indispensabile. Ma resta molto lontana, molto difficile da raggiungere.

Le parole sono armi spuntate (ma possono ancora ferire)

Parliamo prima dell’abito che del monaco-laico-pensatore: questo è un bel volume anche per la veste che la casa editrice ‘Liberilibri’ gli ha dato. E’ un piacere sfogliarlo e questa sensazione tattile gioca la sua parte ma quando lo apriamo per scoprirne il contenuto l’autore si riprende la centralità della scena.

Se l’obiettivo del libro di Filippo Facci è quello descritto dall’autore a pagina 37 dell’introduzione, cioè “spaventare, allarmare e far desiderare di lanciarlo dall’ altra parte della stanza”, non si può consigliare al lettore di tenerlo sul comodino, pena rimuginamenti interiori e notti insonni. Ma se scopo dellalettura è quello di suscitare riflessioni e uso del pensiero critico per riconsiderare con un approccio nuovo e diverso le metaforedella vita e le descrizioni che le accompagnano, da quello generalmente ricorrente nell’immaginario collettivo, allora questo ‘Dizionario del politicamente (s)corretto’ è un libro che vale la pena di scoprire.

L’autore punta l’indice contro i luoghi comuni del pensare, prevalentemente contro la cd. ‘cultura woke’ ma non solo: pur non annoverandoli tra le proprie citazioni si può scorgere tra le righe l’influenza esercitata dai detrattori della violenza simbolica perché ‘non guarda veramente dentro le cose chi non guarda dentro le parole: e chi guarda dentro le parole é condannato a combatterle, deve misurarsi col proprio spirito autocritico e con l’ossessione metalinguistica che, in ciascun senso della parola, vede la stanchezza di un senso potenzialmente diverso’. Banalmente, fondamentalmente la prima forma di violenza simbolica e di annichilimento collettivo sta dentro l’ordine delle cose, per come si presenta.

Ancora una volta la parola si posiziona al centro della riflessione di Facci: che sia usata sbadatamente o con disinvoltura, che sia frutto di un pensiero pensato piuttosto che di un pensiero pensante essa precede la realtà e la descrive, ne è sintesi estrema, infatuazione effimera, affabulazione devastante. 

Qui non c’entra solo la politica – nella cornice del politicamente (s)corretto – la riflessione è più ampia e abbraccia una dimensione collettiva, considera l’abbandono della ragionevolezza e della difficile strada della capacità di essere critici e autonomi nel porsi di fronte alla realtà: sul patibolo dunque l’autore mette fin da subito quelli che definisce gli ‘idioti’. 

Costoro sono quelli che pensano, per esempio, che lo sviluppo della tecnologia e della cultura si accompagni anche a uno sviluppo etico: non è vero, perché lo sviluppo della tecnologia ècumulativo (ogni scoperta si aggiunge al patrimonio di conoscenze precedenti) mentre lo sviluppo etico non è cumulativoper niente. 

Lo spiega bene l’economista Carlo Maria Cipolla: Non è che uno diventi necessariamente migliore di suo padre e di suo nonno, in fondo cominciamo sempre da capo. Il migliore dei nostri non èdetto che sia eticamente migliore di un greco dell’epoca di Aristotele. Da troppo tempo parliamo inseguendo l’uso e la comprensione di stilemi linguistici che pensiamo adeguati ma non ci riusciamo perché siamo preda di alfabeti di basso profilo semantico, l’uso ossessivo delle tecnologie non ci è di aiuto perché nel circuito delle comunicazioni verbali e iconiche siamo tutti appiattiti su una deriva verso il basso: in questo modo le parole non assumono il significato che vorremmo dar loro ma quello semplificato di un cortocircuito impoverito e riduttivo. Forse ne usiamo sempre meno, immaginando di comprenderci mentre in realtà l’incomunicabilità è un segno persino paradossale dei tempi e finiamo con il naufragare nel mare magnum di una ortodossia riciclata e poco consapevole.

Filippo Facci propone un dizionario esteso e variegato di espressioni lessicali, sono ben 284 in ordine alfabetico, da ‘accoglienza’ a ‘zoppo’ e dentro ci stanno vocaboli che usiamo o che sentiamo di frequente pronunciare.

E’ la libera deduzione di un libero pensatore che ritiene che le parole alimentino metafore poco consapevoli e convincenti perché la realtà è spesso avvolta e mistificata nella sua superficiale rappresentazione.

Siamo in presenza di una società dello sproloquio collettivo che ci rende succubi della globalizzazione dei linguaggi e della retorica della complessità: in fondo – secondo Facci – ci si ferma all’apparenza delle cose.

E’ dunque il conformismo culturale insieme all’uso inconsapevole delle parole il primo limite alla libertà di pensiero: il relativismo dei significati e dei significanti genera inconsistenza e parzialità del linguaggio.

Guardando dentro le parole e riscoprendole si può recuperare una visione più autentica della realtà.

Spari contro i diplomatici Ue a Jenin, Tajani: errore inaccettabile

Roma, 21 mag. (askanews) – Sparare contro diplomatici è “un errore inaccettabile”. L’ha detto oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani in commenti rilasciati al Tg1 rispetto ai colpi sparati a Jenin in Cisgiordania dalle forze israeliane contro diplomatici europei, tra i quali un viceconsole italiano. Israele si è in seguito scusato.

“E’ un errore inaccettabile”, ha detto Tajani. “Le scuse vanno bene, però non si può sparare quando ci sono dei diplomatici. Gli avvertimenti con le armi sono veramente inaccettabili”, ha continuato il vicepremier.

“Abbiamo approvato insieme a tutti i paesi che aiutano Gaza un documento perché Israele permetta di far arrivare gli alimenti necessari alla popolazione civile”, ha continuato Tajani. “L’obiettivo – ha concluso – è una tregua che poi ha una pace che permette di dar vita a due Stati, uno di Israele e uno palestinese

Gaza, Netanyahu: a fine operazione controlleremo la Striscia di Gaza

Roma, 21 mag. (askanews) – L’esercito israeliano controllerà “tutta la Striscia di Gaza” al termine dell’offensiva. Lo ha dichiarato oggi il primo ministro Benjamin Netanyahu, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa France Presse. “Se ci sarà un’opzione per un cessate il fuoco temporaneo, al fine di liberare ostaggi, saremo pronti”, ha inoltre affermato il primo ministro durante una conferenza stampa a Gerusalemme, sottolineando che 20 dei 58 ostaggi ancora a Gaza sono “certamente in vita”.

Netanyahu ha difeso la necessità di “evitare una crisi umanitaria” per mantenere la propria libertà d’azione, dal momento che le restrizioni all’ingresso degli aiuti umanitari stanno suscitando una vasta ondata di condanne internazionali.

Governo boccia mozioni opposizioni su Gaza ma Jenin può cambiare linea

Roma, 21 mag. (askanews) – L’attacco dell’Idf contro una delegazione di diplomatici dei Paesi Ue a Jenin potrebbe determinare un cambiamento della posizione del governo italiano nei confronti di Israele, a cui l’esecutivo oggi chiede esplicitamente e ufficialmente di “interrompere le operazioni militari a Gaza” e di aprire “immediatamente” i varchi per far entrare gli aiuti umanitari.

In mattinata le forze di sicurezza israeliane (che poi si sono scusate) hanno sparato in aria quando la delegazione di diplomatici e la stampa al seguito si sono avvicinati alla sbarra di ferro installata all’ingresso orientale del campo profughi. Nessuno è rimasto ferito. Tra i diplomatici c’era anche il vice console italiano a Gerusalemme Alessandro Tutino. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani lo ha sentito al telefono. Poi ha annunciato di aver convocato l’ambasciatore di Israele a Roma “per avere chiarimenti ufficiali”. Un po una ‘fuga in avanti’ comunicativa tanto che successivamente Palazzo Chigi ha fatto sapere che prima il titolare della Farnesina aveva sentito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni con cui aveva concordato la decisione, una mossa comune a praticamente tutte le cancellerie europee. Il governo, è stato spiegato, vuole avere “chiarimenti ufficiali” su quanto accaduto a Jenin ma anche discutere, più in generale, della “drammatica situazione” nella Striscia di Gaza.

Già nei giorni scorsi la linea di estrema cautela verso Israele aveva visto, almeno nelle dichiarazioni, un cambiamento: sia Meloni alla Camera che Tajani ad una iniziativa di Forza Italia a Noto avevano detto di “non condividere le ultime scelte” del governo Netanyahu. Ciò nonostante, proprio ieri l’Italia, al Consiglio Esteri-Difesa dell’Ue, aveva votato contro – come la Germania e altri – alla proposta di “revisione” dell’accordo di associazione Ue-Israele (a favore si è espressa una maggioranza di 17 Paesi membri). E questa mattina alla Camera, la maggioranza ha respinto le mozioni delle opposizioni. Quella di Pd, M5S e Avs chiedeva tra le altre cose al governo di “riconoscere la Palestina quale Stato democratico” ma anche di “intraprendere con urgenza, nelle opportune sedi internazionali ed europee, ogni iniziativa utile volta all’immediata interruzione, nonché alla ferma condanna del Piano ‘Carri di Gedeone'” e di “provvedere all’immediata sospensione dell’importazione degli armamenti dallo Stato di Israele”.

Poi sono arrivati i fatti di Jenin e la divergenza di vedute rispetto a Gerusalemme appare adesso più ampia: nell’incontrare l’ambasciatore israeliano Jonathan Peled il segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia non solo ha contestato il comportamento “inaccettabile” dell’Idf ma ha chiesto anche di “interrompere le operazioni militari a Gaza” e di “aprire immediatamente i varchi di accesso a Gaza per permettere l’ingresso massiccio di aiuti alimentari e sanitari per la popolazione palestinese” che è “essa stessa vittima dei terroristi di Hamas” e dunque “non può più essere coinvolta negli attacchi” dell’esercito.

Il Governo boccia le mozioni delle opposizioni su Gaza ma Jenin può cambiare la linea

Roma, 21 mag. (askanews) – L’attacco dell’Idf contro una delegazione di diplomatici dei Paesi Ue a Jenin potrebbe determinare un cambiamento della posizione del governo italiano nei confronti di Israele, a cui l’esecutivo oggi chiede esplicitamente e ufficialmente di “interrompere le operazioni militari a Gaza” e di aprire “immediatamente” i varchi per far entrare gli aiuti umanitari.

Questa mattina le forze di sicurezza israeliane (che poi si sono scusate) hanno sparato in aria quando la delegazione di diplomatici e la stampa al seguito si sono avvicinati alla sbarra di ferro installata all’ingresso orientale del campo profughi. Nessuno è rimasto ferito. Tra i diplomatici c’era anche il vice console italiano a Gerusalemme Alessandro Tutino. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani lo ha sentito al telefono. Poi ha annunciato di aver convocato l’ambasciatore di Israele a Roma “per avere chiarimenti ufficiali”. Un po’ una ‘fuga in avanti’ comunicativa tanto che successivamente Palazzo Chigi ha fatto sapere che prima il titolare della Farnesina aveva sentito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni con cui aveva concordato la decisione, una mossa comune a praticamente tutte le cancellerie europee. Il governo, è stato spiegato, vuole avere “chiarimenti ufficiali” su quanto accaduto a Jenin ma anche discutere, più in generale, della “drammatica situazione” nella Striscia di Gaza.

Già nei giorni scorsi la linea di estrema cautela verso Israele aveva visto, almeno nelle dichiarazioni, un cambiamento: sia Meloni alla Camera che Tajani ad una iniziativa di Forza Italia a Noto avevano detto di “non condividere le ultime scelte” del governo Netanyahu. Ciò nonostante, proprio ieri l’Italia, al Consiglio Esteri-Difesa dell’Ue, aveva votato contro – come la Germania e altri – alla proposta di “revisione” dell’accordo di associazione Ue-Israele (a favore si è espressa una maggioranza di 17 Paesi membri). E questa mattina alla Camera, la maggioranza ha respinto le mozioni delle opposizioni. Quella di Pd, M5S e Avs chiedeva tra le altre cose al governo di “riconoscere la Palestina quale Stato democratico” ma anche di “intraprendere con urgenza, nelle opportune sedi internazionali ed europee, ogni iniziativa utile volta all’immediata interruzione, nonché alla ferma condanna del Piano ‘Carri di Gedeone'” e di “provvedere all’immediata sospensione dell’importazione degli armamenti dallo Stato di Israele”.

Poi sono arrivati i fatti di Jenin e la divergenza di vedute rispetto a Gerusalemme appare adesso più ampia: nell’incontrare l’ambasciatore israeliano Jonathan Peled il segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia non solo ha contestato il comportamento “inaccettabile” dell’Idf ma ha chiesto anche di “interrompere le operazioni militari a Gaza” e di “aprire immediatamente i varchi di accesso a Gaza per permettere l’ingresso massiccio di aiuti alimentari e sanitari per la popolazione palestinese” che è “essa stessa vittima dei terroristi di Hamas” e dunque “non può più essere coinvolta negli attacchi” dell’esercito.

Italia Polo Challenge, a Roma primo "sold out" in vie del centro

Roma, 21 mag. (askanews) – A Roma il polo conquista tutti. E lo fa partendo dal cuore della città. L’Italia Polo Challenge ha aperto la sua tappa romana di Piazza di Siena – CSIO giunto quest’anno alla sua 92a edizione – con la tradizionale sfilata tra Piazza del Popolo, Via del Corso e Piazza di Spagna: cavalli, cavalieri e fanfara dei Carabinieri a Cavallo hanno sfilato davanti a migliaia di curiosi, turisti e appassionati. Un tempo – sottolinea una nota – era lo sport “misterioso”, oggi invece la gente lo riconosce: “Questi giocano a polo”, si sente dire tra la folla. È il segno di un cambiamento: questa disciplina sta crescendo e grazie all’arena polo – formula 3 contro 3 su campi ridotti – si sta facendo conoscere anche al grande pubblico.

Il corteo è stato accompagnato da figure istituzionali come il segretario generale della FISE Simone Perillo, il responsabile del dipartimento polo Alessandro Giachetti, il Ct della Nazionale Franco Piazza e l’ambasciatore argentino Marcelo Martin Giusto. L’Argentina, patria del polo, oggi fa idealmente da ponte con l’Italia, dove la disciplina si sta radicando sempre di più. Durante la sfilata, i protagonisti del torneo – in sella ai cavalli e vestiti con le maglie ufficiali griffate U.S. Polo Assn. – sono stati accolti con entusiasmo dal pubblico. File di curiosi ai lati della strada, cellulari alzati per foto e video, commenti ammirati in tutte le lingue. Un’atmosfera internazionale che anticipa lo spettacolo del torneo, in programma da giovedì a sabato al Galoppatoio di Villa Borghese.

Punto d’arrivo della sfilata è stata Piazza di Spagna, che ha offerto uno scenario da cartolina per un evento sempre più apprezzato, promosso anche dall’Associazione Via Condotti. A concludere la giornata, il cocktail di apertura presso Palazzo Ripetta, sede dell’hospitality partner del torneo, il Gruppo Ginobbi. Italia Polo Challenge – conclude la nota – si conferma così un evento in grado di unire sport, eleganza e cultura, portando il polo nel cuore di Roma e rendendolo finalmente riconoscibile, accessibile e amato da tutti.

Tim Enterprise, competenze e tecnologia per sviluppo digitale Pa

Roma, 21 mag. (askanews) – Il percorso di trasformazione digitale della pubblica amministrazione certamente in atto. Molto stato fatto ma tanto resta da fare. Le sfide imposte dall’utilizzo efficace dell’intelligenza artificiale, dal cloud, dalla cybersecurity richiedono competenze e soluzioni avanzate che rispondano alle esigenze di offerta di nuovi servizi. Questi i temi affrontati durante il Forum Pa a Roma, da anni ormai tradizionale appuntamento per il dialogo pubblico privato con la partecipazione di esponenti del mondo delle istituzioni. Una collaborazione quella tra pubblico e privato sottolineata da Quang Ngo Dinh, Ceo di Olivetti che insieme a Tim Enterprise impegnata in prima linea sui servizi digitali avanzati per la Pubblica amministrazione.

Quang Ngo Dinh, Ceo di Olivetti: “Ogni attore deve fare la propria parte. Ogni attore deve fare un pezzo. Per la prima parte, delle istituzioni, necessario focalizzare investimenti, fondi nella direzione del digitale. Il digitale ormai come l’acqua, dappertutto e serve a qualsiasi cosa e quindi fondamentale che gli investimenti siano indirizzati per aiutare le pubbliche amministrazioni ad accedere a fondi per investire sul digitale. D’altra parte le pubbliche amministrazioni devono avere il coraggio di investire sul digitale, devono investirci in competenze, quindi non solo soldi perch che i soldi senza la competenza che li utilizza rischiano di essere investimenti che poi non sono produttivi. Quindi c’ tanto investimento da fare e poi siamo noi addetti ai lavori che abbiamo il compito di rendere semplice questa transizione, mettere insieme tutti i puntini e aiutare appunto le pubbliche amministrazioni a governare questa complessit e a ridurre i rischi che inevitabilmente col digitale sono presenti”.

Quello che fa Tim Enterprise con la sua piattaforma Ict e con le soluzioni offerte di favorire lo sviluppo digitale della Pa e delle imprese mettendo loro a disposizione tecnologie protette e sovrane.

Quang Ngo Dinh, Ceo di Olivetti: “Il nostro ruolo di aiutare la Pubblica amministrazione senza lasciare loro l’onere di governare la complessit. Tim Enterprise una piattaforma unica in Italia, perch abbiamo tutta la componente di connettivit che serve a far muovere i dati del fondamentale, tutta l’infrastruttura cloud non solo ce l’abbiamo ma abbiamo una posizione unica per offrire un cloud sovrano, ovvero un cloud che offre servizi in Italia, dove il dato protetto ed siamo sicuri che sia sul territorio italiano che per la pubblica amministrazione, in alcuni casi, necessario, in pi lo strato di cybersecurity, perch i dati vanno protetti, e infine anche la componente di Iot un po’ pi applicativa, come per esempio l’esempio che vedete alla mia spalle, di smart control room di Tim Urban Genius che mette insieme tutte le informazioni con l’intelligenza artificiale per erogare servizi. Quindi quello che noi facciamo offrire tutti questi strati per permettere alla pubblica amministrazione di concentrarsi sull’utilizzo della piattaforma e non sul governare la complessit della tecnologia e anche per difenderla dai rischi che ovviamente il digitale espone”.

Per questo Tim Enterprise sta potenziando la propria rete di data center sempre pi necessari per la mole di calcolo da gestire per la Pa e le imprese come ha spiegato Carla Nisio, Head of Cloud4Tim&It, Tim Enterprise: “Tim ha 16 data Center distribuiti su tutto il territorio nazionale collegati da reti ad altissima capacit in questi data Center e alcuni di questi ospita gli hyperscaler Google e Oracle. Questi data Center stanno evolvendo e si stanno ulteriormente sviluppando ed in particolare in costruzione un nuovo data center nell’area di Roma. Anche l’infrastruttura IT di questi data center sta evolvendo per supportare le nuove applicazioni di intelligenza artificiale, offrendo una capacit computazionale ad elevate performance”. “Riguardo ai temi della sostenibilit, Tim Enterprise ha sempre posto particolare attenzione e infatti i data Center hanno le pi elevate certificazioni green, primo fra tutti il data center di Milano sud, Milano Rozzano, che ha la certificazione Lead Platinum che sta per Leader in energy and enviromental design”.

Consob sospende per 30 giorni l’ops di Unicredit su Banco Bpm

Milano, 21 mag. (askanews) – La Consob ha sospeso l’offerta pubblica di scambio volontaria promossa da UniCredit su Banco Bpm per 30 giorni. Lo si legge in una delibera dell’autorità di vigilanza sui mercati finanziari.

L’ops di Unicredit è stata “sospesa, ai sensi dell’articolo 102, comma 6, lettera b), del medesimo Testo unico della finanza, per un periodo di 30 giorni – riporta la delibera datata 21 maggio – Il presente provvedimento potrà essere impugnato dinanzi al Tar del Lazio entro sessanta giorni dalla comunicazione o, per i soggetti non destinatari della stessa, dalla data di pubblicazione nel bollettino”.

Cybersecurity, cresce l’uso dell’IA tra i criminali informatici

Milano, 21 mag. (askanews) – Un aumento record di scanning automatizzati per attaccare gli asset pi vulnerabili e una rapida espansione dell’uso a scopi criminali dell’intelligenza artificiale. Sono alcune delle principali tendenze della criminalit informatica rielevate dall’azienda di cybersecurity Fortinet ed esposte nel Global Threat Landscape Report 2025 dei FortiGuard Labs.

“Vorrei sottolineare tre aspetti – ha spiegato Geri Revay, Principal EMEA FortiGuard SE – Il primo che osserviamo un aumento dell’attivit di scanning, perch gli aggressori sono attivamente alla ricerca di opportunit da attaccare. Sistemi vulnerabili, punti deboli, da cui possono facilmente entrare. Il secondo punto l’AI, quindi ovviamente ci aspettiamo un utilizzo sempre maggiore dell’intelligenza artificiale, sia dal lato degli attacchi sia delle difese. Il terzo che abbiamo visto un aumento dell’attivit da parte dei broker di accesso iniziale. Si tratta di aggressori che compromettono un’organizzazione senza utilizzare l’accesso ma preferendo venderlo a terzi. E sono diventati molto attivi lo scorso anno. Abbiamo visto sul dark web un gran numero di credenziali scambiate e vendute. Anche questo un fenomeno che aumentato significativamente lo scorso anno”.

Ma quali sono le tendenze delle minacce cyber? “Quando si parla di tendenze, direi dal punto di vista dell’intelligenza artificiale – ha sottolineato Revay – la cosa davvero interessante che sta accadendo in questo momento come gli aggressori stiano usando l’IA per costruire attacchi di ingegneria sociale pi efficaci: come manipolare la persona per guadagnarsi un accesso. come quando inviano un’email di phishing per cliccare su un link. E questa stata la prima fase in cui hanno potuto usare l’intelligenza artificiale in modo efficiente. Ora si possono creare audio falsi o persino videochiamate, come se il tuo capo ti contattasse per ordinarti di trasferire del denaro. Assistiamo a molti attacchi di reclutamento per entrare a far parte di aziende, spesso usando video deep fake per nascondere la propria identit. qui che si stanno sviluppando le tendenze dell’intelligenza artificiale, ma probabilmente in futuro vedremo altre tecniche di AI”.

Con simili minacce sempre pi sofisticate un tema fondamentale la cyber security delle aziende.”Innanzitutto, se pensiamo a piccole e medie imprese dal budget limitato, credo che per esse sia davvero necessario provare a utilizzare gli strumenti di sicurezza gi disponibili – ha spiegato Revay – Ad esempio l’autenticazione a pi fattori. possibile farlo quando si riceve un sms o qualcosa di simile. Sappiamo che le banche di solito dovrebbero abilitarla ovunque sia possibile, perch al momento la migliore difesa contro i tentativi di furto di identit o dei conti. Ma quando pensiamo a organizzazioni pi complesse, alle grandi imprese, allora ovviamente esistono modelli pi maturi per costruire prima le proprie protezioni e poi monitorare, costruire le proprie operazioni di sicurezza, investire nella ricerca attiva di aggressori nel loro ambiente e non solo aspettare che qualcuno salti fuori, ma andare effettivamente a caccia di rilevatori nella loro organizzazione”.

Auto, Altavilla: sbagliato spostare fondi Pnrr da colonnine ricarica

Milano, 21 mag. (askanews) – “E’ completamente sbagliato completamente l’approccio perch uno dei problemi principali per cui l’elettrico non si diffonde in Italia che ci sono poche colonnine per caricarle e noi prendiamo i soldi che erano destinati al Pnrr per fare le colonnine e siccome non siamo stati capaci di farlo, rigiriamo gli incentivi per 39mila macchine, che meno del 3% del totale immatricolato italiano in un anno”. Lo ha detto Alfredo Altavilla special advisor di Byd per l’Europa a margine della presentazione della Dolphin Surf commentando la decisione del governo di spostare circa 600 milioni di fondi Pnrr destinati alle colonnine di ricarica a incentivi all’acquisto di elettriche.

“Mi sembra il volersi tagliare i piedi per evitare la transizione ecologica. Non non non ci vedo proprio la logica, sbagliato concettualmente. Gli incentivi non possono essere una soluzione momentanea e limitata nel tempo e nei volumi, devono essere una soluzione strutturale e fatta per un lungo periodo a livello europeo altrimenti non li vogliamo, non ci servono”, ha aggiunto.

Mattarella incalza ancora la Ue: ora Europa agisca. Von der Leyen: "nessun dorma" raccolto

Bruxelles, 21 mag. (askanews) – “Due settimane fa lei ha detto ‘nessun dorma’, abbiamo ascoltato il suo appello e oggi discuteremo come possiamo rispondere”. Le parole di Ursula von der Leyen sintetizzano bene il senso della visita di Sergio Mattarella alle istituzioni europee a Bruxelles. Due giorni fitti di incontri, colloqui e discorsi in cui il Presidente della Repubblica ha ripetuto quanto va dicendo da mesi su come sia urgente che l’Unione europea reagisca alla crisi che vive e affronti da protagonista il difficile contesto internazionale che stiamo vivendo. Un appello che è diventato più accorato e forte che mai un paio di settimane fa al summit Cotec di Coimbra dove ha appunto citato il Nessun dorma della Turandot di Puccini per dare una “sveglia” all’Ue.

La forza dei suoi inviti è maggiore perchè stavolta ne ha parlato direttamente con i vertici dell’Unione, ieri con il presidente del consiglio europeo, Antonio Costa, oggi con il collegio dei commissari e con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Il messaggio di Mattarella è chiaro: “Spetta a questo importante ciclo istituzionale dell’Unione di compiere un vero e proprio salto di qualità per una riforma complessiva dell’Unione”. Dal canto suo assicura che “l’Italia e il suo Governo è pronta a lavorare con responsabilità e concretezza a fianco delle Istituzioni europee”. Ad accompagnare il capo dello Stato in questa visita c’è il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Il capo dello Stato rivendica l’orgoglio della costruzione europea, un grande progetto la cui consapevolezza può spingere oggi i responsabili ad agire e i cui temi sul tappeto sono noti: istituzioni efficaci e rapide, difesa comune, allargamento e, oggi più che mai, un ruolo da protagonista nel contesto geopolitico, che significa rafforzare i rapporti con gli altri continenti e farsi promotrice di accordi di cooperazione in grado di essere da esempio in un contesto in cui si moltiplicano le “guerre commerciali”.

Mattarella è stato ricevuto in prima mattinata dalla presidente della commissione europea a palazzo Barleymont, quindi i discorsi davanti al collegio dei membri della commissione europea. C’è anche il vicepresidente esecutivo italiano, Raffaele Fitto, che Mattarella ha già incontrato ieri dicendo che “l’Unione più forte e coesa è un obiettivo che condividiamo”. “La delicatezza del momento richiede una riflessione ma che deve essere orientata all’azione e alla concretezza per salvaguardare prestigio e autorevolezza dell’Unione Europea nel mondo e di promuoverne interessi e valori”, esordisce il capo dello Stato con i commissari per il quale è necessario che “le istituzioni comunitarie si dimostrino trasparenti, efficienti ed efficaci nel fornire risposte rapide e razionali”. Solo così, avverte, si rafforzerà anche il consenso dei cittadini.

I cittadini europei sono spaventati dalle guerre fino ai nostri confini e chiedono maggiore sicurezza. Ecco perchè per Mattarella è necessario colmare i ritardi degli ultimi decenni sulla difesa comune e “procedere verso una sfida che è cruciale”. Preoccupa anche la lentezza con cui procede il processo di allargamento dell’Unione e non si contano i suoi appelli a sostegno dei Balcani Occidentali: “E’ nostra responsabilità accelerare quel percorso”, avverte, perchè altrimenti verranno deluse le spinte europeiste di quei popoli. Il Presidente ricorda ai commissari anche gli impegni presi sul Pilastro sociale “che impegnava Stati membri e Istituzioni a lottare contro la disoccupazione, la povertà e la discriminazione, per offrire pari opportunità ai giovani e alle persone vulnerabili per una Europa sempre più equa”. E offre una ricetta possibile per mantenere quell’impegno: “Sarà indispensabile anche rivedere i metodi negoziali relativi al bilancio comune”.

Mattarella immagina un’Europa protagonista anche nei rapporti commerciali col resto del mondo a cui trasmettere i suoi valori di pace e cooperazione e dunque spinge su modelli di cooperazione come Ceta e Mercosur per dare l’esempio di relazioni commerciali non ostili, a differenza di chi pensa di mettere i dazi.

La visita si conclude con un passaggio al Parlamento europeo per un confronto con la presidente Roberta Metsola e poi un saluto agli europarlamentari italiani: “Siamo tutti responsabili in questo momento così complicato – li sollecita il Presidente -, l’Europa è il veicolo con cui contribuire a ripristinare pace e convivenza. La Repubblica italiana si riconosce in voi e vi è vicina”. Tra di loro c’è Mimmo Lucano che timidamente si avvicina per salutarlo, vuole donargli una kefiah, una sciarpa palestinese, segno di sostegno al destino del popolo che soffre nella guerra in Medioriente. Mattarella è letteralmente circondato dai parlamentari che vogliono stringergli la mano e farsi un selfie con lui ma poi poco prima di lasciare la sede del Parlamento è lui che riconosce Lucano, il sindaco del “modello Riace” per la gestione dei migranti. La kefiah la lascia prendere da uno degli uomini della sicurezza ma il sorriso che gli rivolge sarà “un’emozione” per Lucano: “Sono contento che l’abbia accettata”, dice l’ex sindaco.

Corrida su Gaza a Montecitorio, opposizione accusa: Meloni complice Netanyahu

Roma, 21 mag. (askanews) – Copione dall’esito già scritto alla Camera sulle quattro mozioni presentate su Gaza e Cisgiordania (una della maggioranza e tre delle opposizioni). L’aula ha approvato il testo del centrodestra, tra le proteste dei gruppi di minoranza con cartelli in aula ‘stop genocide’ e un presidio in piazza Montecitorio delle associazioni pro-Palestina all’insegna di slogan come ‘assassini’, ‘vergogna’ e ‘Free Palestine’.

La mozione della maggioranza riafferma il sostegno, “insieme ai partner europei e internazionali” ad una soluzione negoziata e “a lavorare affinché le parti, nel rispetto del diritto internazionale…giungano all’immediata cessazione dei combattimenti, alla liberazione degli ostaggi, al ripristino delle condizioni che consentano l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza”, senza prendere una posizione netta contro la politica di Israele e senza citare il piano ‘Carri di Gedeone’ di Benjamin Netanyahu. Nelle premesse si citano “gli attacchi terroristici di Hamas contro inermi cittadini israeliani del 7 ottobre 2023” che, si legge nel testo, “hanno innescato una spirale di inaudita violenza, che sta causando migliaia di vittime e una crisi umanitaria senza precedenti nella Striscia di Gaza”.

Respinta la mozione di Pd-M5S-Avs su cui il governo aveva dato parere contrario. Firmata dai leader Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che sono intervenuti in aula con parole di fuoco. Ad illustrare la mozione era stato, all’avvio dei lavori della seduta, Bonelli leggendo i nomi e le età dei bambini morti a Gaza. Tutte le età, dai più grandi ai “neonati”. Non li legge tutti, “la lista è molto lunga. Centinaia e centinaia di fogli, chilometri di fogli”, ha detto Bonelli, sottolineando il “pessimo segnale” dell’assenza del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Bonelli parla di “pulizia etnica” e torna a chiedere all’Italia di ritirare l’ambasciatore e di dire sì alle sanzioni ad Israele, come è stato detto sì alle sanzioni alla Russia”.

“Il silenzio non è un’opzione. Il silenzio oggi è complice”, ha esordito Schlein invitando il governo italiano ad “esprimere ferma condanna delle azioni del governo israeliano. “Chiediamo al governo Meloni – ha aggiunto la segretaria – di fare come hanno già fatto la Spagna, l’Irlanda, la Norvegia e presto pure la Francia: riconoscere pienamente lo stato di Palestina” e imporre “sanzioni” ad Israele.

“Qui non si tratta di errori – è l’attacco di Conte, riferendosi al presidente del Senato Ignazio La Russa – Questo ha un solo nome, scandiamolo bene, ge-no-ci-dio”. Poi il presidente M5s ha accusato la premier Meloni: “una cristiana non si gira dall’altra parte quando fanno a pezzi i bambini. Una patriota vera non fa spallucce mentre un intero popolo viene privato della sua terra”. E ha aggiunto: “c’è un Italia, lo dico ai giovani che sono qui e che ci guardano da casa, che non si vuole sporcare il tricolore del sangue dei palestinesi”. Infine, l’affondo sul testo della mozione di centrodestra: in “un vergognoso passaggio vi appellate a un vizio di diritto nel procedimento davanti al Cpi, cioè l’unica volta che citate Netanyahu lo fate per assumere il ruolo, pro bono, di avvocati difensori di un criminale”.

Nicola Fratoianni di Avs ha parlato di “50mila persone rinchiuse in una gigantesca prigione a cielo aperto”, un “numero incredibile di crimini di guerra nel silenzio assordante della comunità internazionale” e un Netanyahu “criminale di guerra che ha scelto di risolvere la questione palestinese con la deportazione”.

Quanto alla mozione di Italia Viva, la prima firmataria Maria Elena Boschi ha rifiutato la riformulazione proposta dall’esecutivo che mirava a cancellare il quarto impegno con cui Iv chiedeva di “condannare fermamente, anche in sede europea, il piano di occupazione militare della Striscia di Gaza avanzato da Netanyahu”. Accolti altri impegni non in contrasto con la posizione espressa dal centrodestra. Un dibattito avvenuto nel giorno in cui in cui l’esercito israeliano, l’Idf, ha sparato in aria come avvertimento verso una delegazione di diplomatici dei Paesi Ue che si stava recando in visita al campo profughi di Jenin (in Cisgiordania) che ha costretto il ministro degli esteri Antonio Tajani a convocare l’ambasciatore di Israele. E mentre, a Gaza, le Nazioni Unite denunciano che gli aiuti, il cui ingresso è stato autorizzato da Israele solo due giorni fa (dopo 11 settimane di blocco), non stanno di fatto raggiungendo la popolazione. Aiuti ritenuti da Medici senza Frontiere (Msf) “una cortina di fumo per fingere che l’assedio sia finito”.

La Russa: terzo mandato? Non contrario in assoluto, serve riflessione

Roma, 21 mag. (askanews) – Sul terzo mandato “non sono contrario in assoluto e nel caso specifico penso che una riflessione sia solo positiva”. Cos il presidente del Senato Ignazio La Russa, a margine di un evento a Palazzo Giustiniani, ha risposto a una domanda di un cronista.

“La riflessione politica serve sempre. A maggior ragione serve quando all’interno della maggioranza e all’interno dell’opposizione ci sono perplessit sull’una e l’altra risposta”, ha aggiunto.

Spari contro i diplomatici a Jenin, convocato l’ambasciatore d’Israele

Roma, 21 mag. (askanews) – Il segretario generale della Farnesina ambasciatore Riccardo Guariglia ha convocato oggi al Ministero degli Affari esteri l’ambasciatore di Israele Jonathan Peled. L’ambasciatore Guariglia ha protestato e chiesto spiegazioni per l’incidente di oggi in cui una delegazione diplomatica di paesi dell’Unione europea, che comprendeva il vice-console italiano a Gerusalemme, è stata fatta segno a colpi d’arma da fuoco da parte di soldati delle IDF all’ingresso del campo profughi di Jenin.

L’ambasciatore Guariglia ha contestato il comportamento dei militari israeliani, definendo inaccettabile il fatto che una delegazione diplomatica civile venisse allontanata da un’area presidiata dai militari con l’uso delle armi da fuoco. L’ambasciatore Guariglia ha anche ripetuto al rappresentante di Israele quello che il Governo italiano chiede insistentemente da giorni, e che il minsitro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato anche pubblicamente: Israele deve interrompere le operazioni militari a Gaza, deve puntare sul negoziato politico e diplomatico per la liberazione degli ostaggi israeliani e per raggiungere un cessate-il-fuoco che possa far ripartire un processo di pace. Soprattutto Israele deve aprire immediatamente i varchi di accesso a Gaza per permettere l’ingresso massiccio di aiuti alimentari e sanitari per la popolazione palestinese.

L’ambasciatore Guariglia conferma la posizione del Governo italiano secondo cui è la popolazione palestinese ad essere essa stessa vittima dei terroristi di Hamas e non puo’ più essere coinvolta negli attacchi militari delle IDF.

TIM Summer Hits, torna in Piazza del Popolo a Roma dal 7 al 10 giugno

Roma, 21 mag. (askanews) – La grande musica dei TIM Summer Hits torna a Roma per quattro appuntamenti serali che fanno nuovamente della Capitale la città protagonista dell’estate 2025. Sabato 7, domenica 8, lunedì 9 e martedì 10 giugno Piazza del Popolo ospiterà i grandi protagonisti della musica italiana. Un’incredibile occasione aperta a tutti per cantare e ballare i successi musicali che saranno la colonna sonora estiva.

Si confermano alla conduzione per il secondo anno consecutivo Carlo Conti affiancato dalla ormai padrona di casa Andrea Delogu.

TIM Summer Hits è un branded content di Rai Pubblicità e TIM, prodotto da Friends Tv in collaborazione con Roma Capitale.

Calcio, Inzaghi: "Champions? Vincere coronamento di un lavoro"

Roma, 21 mag. (askanews) – “È stata una lunga cavalcata per arrivare alla finale, abbiamo fatto passo dopo passo”. A dieci giorni dall’ultimo atto a Monaco di Baviera tra Inter e Psg, l’allenatore dei nerazzurri, Simone Inzaghi, ha parlato ai microfoni dell’Uefa del percorso affrontato: “A tutti è rimasta impressa l’ultima doppia sfida col Barcellona, però se penso anche ai quarti di finale contro il Bayern Monaco è stato difficilissimo batterli – ha spiegato -, perché è una grandissima squadra, organizzata, fisica. Il quarto di finale è stata come la semifinale, sono state quattro partite di intensità incredibile”. E sull’età media alta della squadra ha aggiunto: “Non penso sia un problema, anzi ti aiuta tantissimo in determinati momenti di tante partite importanti. Ho un gruppo di grandi calciatori, ma soprattutto di grandi uomini. La vittoria sarebbe il coronamento di un grandissimo lavoro partito quattro anni fa. Sarà una finale importantissima, vogliamo regalare questa grande gioia ai nostri tifosi e ci proveremo con tutte le nostre forze”. L’allenatore è poi tornato sull’ultima finale di Champions persa due anni fa: “Col City meritavamo i tempi supplementari, ma quella prestazione ci ha dato consapevolezza delle nostre capacità”.

Al sito dell’Uefa ha parlato anche il capitano dell’Inter, Lautaro Martinez: “Sicuramente sarà un’emozione incredibile perché ho già vissuto la finale di Istanbul e anche quella del Mondiale in Qatar – ha detto -. Sono momenti unici che ti restano per tutta la vita, penso che vivere un’altra finale di questo livello in una competizione del genere sarà qualcosa di incredibile. È un sogno che è a un passo. Non voglio nemmeno pensare al fatto se riusciremo a vincere o no, voglio raggiungere quest’obiettivo che tutti vogliamo e che all’Inter manca da tantissimi anni. Voglio godermi il momento, voglio godermi questa finale, questa partita. Poi ovviamente, se riuscissimo a vincerla, sarebbe un sogno che si realizzerebbe”. Sul valore del Psg si è espresso, invece, Davide Frattesi: “I loro punti di forza ti direi tutta la squadra perché hanno giocatori top a livello internazionale, non hanno bisogno di presentazioni – ha affermato all’Uefa -. Io credo che più che concentrarsi sulle loro qualità o sui loro punti deboli dovremmo concentrarci su di noi, perché credo che abbiamo dimostrato che quando siamo in partita poi, non è detto che vinciamo ma ce la possiamo giocare con tutti”.

Ciclismo, tappa a Carapaz, Del Toro in rosa

Roma, 21 mag. (askanews) – Richard Carapaz ha vinto l’undicesima tappa del Giro d’Italia, la Viareggio-Castelnovo ne’ Monti di 186km. Quarta tappa personale al Giro per l’ecuadoriano, vinta con un’azione da cecchino, alla sua maniera. Scatta a 10 km dall’arrivo, ai piedi dell’ultima salita, la spettacolare Pietra di Bismantova, e va. Non lo prendono più, e sul traguardo mantiene 10″ sulla maglia rosa Del Toro, Ciccone, Pidcock, Bernal e Tiberi. Ora in classifica, grazie ai 6″ di abbuono, Del Toro ha 31″ su Ayuso, 1’07″ su Tiberi, 1’09″ su Simon Yates, 1’24″ su Roglic.

“Quella di oggi era una tappa piuttosto difficile, con tanti corridori in difficoltà già dalla prima salita – le parole di Richard Carapaz – Io invece avevo buone gambe e ho colto l’opportunità. Mi sono ritrovato da solo, così è stata come una cronometro fino al traguardo. Non ero deluso ieri: so che le prove contro il tempo non sono il mio punto forte. Oggi ho avuto la conferma di avere una buona condizione e di poter continuare a lottare. Vincere questa tappa è qualcosa di speciale e molto emozionante, perché arriva dopo tanto lavoro e lo volevo per la mia famiglia, per i miei amici. Lotterò fino alla fine per vincere il Giro”. (foto Ufficio stampa Giro d’Italia)

Salone del Libro, Di Ciommo: fondamentale aspetto sociale

Roma, 21 mag. – Invitato al Salone Internazionale del Libro di Torino 2025 a parlare degli odierni modelli di business aziendali, Francesco Di Ciommo ha sottolineato l’importanza dell’aspetto sociale. E lo ha fatto raccontando la sua esperienza di imprenditore nel settore automotive. “Alcuni anni fa arrivato un momento di crisi. Ne sono uscito cambiando il mio modello di business e implementando, oltre al fattore ambientale e a una sana governance, anche l’ambito sociale. In questo modo non solo ho migliorato il conto economico, ma ho generato ricadute positive sul territorio”. Il CEO a capo di FDC Consulting D-ESG, societ di consulenza che guida le imprese in un percorso di transizione virtuosa e accompagnamento verso la certificazione D-ESG. Il suo intervento si svolto a margine del panel Lavoro e Impatto Sociale, presso lo stand dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, al quale hanno preso parte anche Nicola Russo, direttore creativo e ideatore di TOH, progetto di installazione urbana con funzione sociale e Andrea Bertarelli, Responsabile Fundraising, Marketing e Comunicazione della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ONLUS.

In collaborazione con FDC Consulting

Caparezza torna Live, mega tour al via 26 giugno 2026 da Rock in Roma

Roma, 21 mag. (askanews) – Caparezza torna live nel 2026 con oltre 20 date, le uniche in programma, che lo vedono sui palchi dei principali festival italiani da giugno a settembre. Dopo aver svelato sui suoi social di essere al lavoro su nuova musica, l’artista ha annunciato a sorpresa il grande ritorno live, dopo 4 anni di attesa dall’ultimo tour, tratto dall’album Exuvia, certificato Platino.

Artista unico, originale e multiforme, musicista tra i pionieri del rap italiano e dagli ultimi 3 album produttore dallo stile inconfondibile, Caparezza si è da sempre distinto nel panorama musicale per la sua profonda abilità letteraria, facendo dei giochi di parole la sua cifra stilistica, unendo satira e critica sociale.

Un ritorno molto atteso che arriva dopo il momentaneo saluto al suo pubblico nel 2022 con la promessa di rivedersi presto sul palco. Il tour si apre il 26 giugno 2026 al Rock in Roma e attraversa altre 20 città italiane tra cui Firenze, Bologna, Padova, Milano, Palermo, Bari e molte altre fino alla Reggia di Casertail 5 settembre 2026.

Il tour è prodotto da ITACA TIME & Magellano Concerti, biglietti in vendita dal 22 maggio alle 14 su Ticketone e sui principali circuiti di vendita e prevendita abituali.

Dopo Rock in Roma, Caparezza sarà a Firenze (27 giugno, FLorence music festival); il 4 luglio al Mantova Summer Festival; Il 7 a Bologna al Sequoie Music Park; l’11 luglio a Collegno (TO) per il Flowers festival; il 12 luglio allo Sherwood Festival di Padova, il 15 al Parco della Musica di Milano; il 17 LUGLIO Servigliano (FM) al Nosound Fest; il 18 luglio Francavilla (CH) al Shockwave Festival; 24 luglio a Genova per Balena festival; 25 Luglio a Cattolica (RM) all’Arena della Regina; il 1 agosto a Campobasso all’Area Eventi Nuovo Romagnoli; il 5 agosto Lecce (Oversound Music Festival – Cave del Duca); 7 agosto Catania per il Sotto il Vulcano Fest (Villa Bellini); l’8 agosto a Palermo (Dream pop Festival – Velodromo); 12 agosto Cinquale (MS) al Vibes Summer Festival; Il 13 agosto Brescia all Festa di Radio Onda d’Urto; il 16 agosto al Festival di Majano (UD); il 22 agosto ad Alghero (SS) per Alguer Summer Festival; il 4 settembre a Bari per Oversound Music Festival (Fiera del Levante) e il 5 settembre alla Reggia di Caserta.

Tennis, Djokovic: "Vemic e Bosnjakovic i nuovi coach"

Roma, 21 mag. (askanews) – Ad appena una settimana dalla separazione con Andy Murray, ci sono già i nomi del nuovo staff tecnico di Novak Djokovic. L’ex n°1 del mondo, che debutterà mercoledì agli ottavi del torneo Atp di Ginevra, a caccia della sua prima vittoria stagionale sul rosso, ha infatti reso noto che collaborerà nelle prossime settimane con Dusan Vemic e Boris Bosnjakovic. Nole ha specificato che per il momento i due lo seguiranno a Ginevra e nelle due settimane del Roland Garros, in programma da domenica 25 maggio. Classe 1976, ottimo doppista, Vemic è attualmente allenatore della nazionale serba femminile e faceva parte del team ai tempi di Marián Vajda.

“Dusan Vemic anni fa faceva parte del mio team di allenatori con Marian Vajda, è qui, quindi sarà con me a Ginevra e al Roland Garros – ha detto Djokovic nella conferenza stampa pre-torneo -. E c’è anche Boris Bosnjakovic, che è anche il mio assistente allenatore e analista, quindi entrambi condivideranno questo ruolo per i prossimi due tornei e poi vedremo. Non ho fretta di scegliere un coach a lungo termine al momento. Sto bene con questi ragazzi e sono contento di come stanno andando le cose, poi vedremo dopo Parigi”.

Mattarella all’Ue: ora azione. Von der Leyen: rispondiamo al suo "nessun dorma"

Bruxelles, 21 mag. (askanews) – “Due settimane fa lei ha detto ‘nessun dorma’, abbiamo ascoltato il suo appello e oggi discuteremo come possiamo rispondere”. Le parole di Ursula von der Leyen sintetizzano bene il senso della visita di Sergio Mattarella alle istituzioni europee a Bruxelles. Due giorni fitti di incontri, colloqui e discorsi in cui il Presidente della Repubblica ha ripetuto quanto va dicendo da mesi su come sia urgente che l’Unione europea reagisca alla crisi che vive e affronti da protagonista il difficile contesto internazionale che stiamo vivendo. Un appello che è diventato più accorato e forte che mai un paio di settimane fa al summit Cotec di Coimbra dove ha appunto citato il Nessun dorma della Turandot di Puccini per dare una “sveglia” all’Ue.

La forza dei suoi inviti è maggiore perchè stavolta ne ha parlato direttamente con i vertici dell’Unione, ieri con il presidente del consiglio europeo, Antonio Costa, oggi con il collegio dei commissari e con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Il messaggio di Mattarella è chiaro: “Spetta a questo importante ciclo istituzionale dell’Unione di compiere un vero e proprio salto di qualità per una riforma complessiva dell’Unione”. Dal canto suo assicura che “l’Italia e il suo Governo è pronta a lavorare con responsabilità e concretezza a fianco delle Istituzioni europee”. Ad accompagnare il capo dello Stato in questa visita c’è il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Il capo dello Stato rivendica l’orgoglio della costruzione europea, un grande progetto la cui consapevolezza può spingere oggi i responsabili ad agire e i cui temi sul tappeto sono noti: istituzioni efficaci e rapide, difesa comune, allargamento e, oggi più che mai, un ruolo da protagonista nel contesto geopolitico, che significa rafforzare i rapporti con gli altri continenti e farsi promotrice di accordi di cooperazione in grado di essere da esempio in un contesto in cui si moltiplicano le “guerre commerciali”.

Mattarella è stato ricevuto in prima mattinata dalla presidente della commissione europea a palazzo Barleymont, quindi i discorsi davanti al collegio dei membri della commissione europea. C’è anche il vicepresidente esecutivo italiano, Raffaele Fitto, che Mattarella ha già incontrato ieri dicendo che “l’Unione più forte e coesa è un obiettivo che condividiamo”. “La delicatezza del momento richiede una riflessione ma che deve essere orientata all’azione e alla concretezza per salvaguardare prestigio e autorevolezza dell’Unione Europea nel mondo e di promuoverne interessi e valori”, esordisce il capo dello Stato con i commissari per il quale è necessario che “le istituzioni comunitarie si dimostrino trasparenti, efficienti ed efficaci nel fornire risposte rapide e razionali”. Solo così, avverte, si rafforzerà anche il consenso dei cittadini.

I cittadini europei sono spaventati dalle guerre fino ai nostri confini e chiedono maggiore sicurezza. Ecco perchè per Mattarella è necessario colmare i ritardi degli ultimi decenni sulla difesa comune e “procedere verso una sfida che è cruciale”. Preoccupa anche la lentezza con cui procede il processo di allargamento dell’Unione e non si contano i suoi appelli a sostegno dei Balcani Occidentali: “E’ nostra responsabilità accelerare quel percorso”, avverte, perchè altrimenti verranno deluse le spinte europeiste di quei popoli. Il Presidente ricorda ai commissari anche gli impegni presi sul Pilastro sociale “che impegnava Stati membri e Istituzioni a lottare contro la disoccupazione, la povertà e la discriminazione, per offrire pari opportunità ai giovani e alle persone vulnerabili per una Europa sempre più equa”. E offre una ricetta possibile per mantenere quell’impegno: “Sarà indispensabile anche rivedere i metodi negoziali relativi al bilancio comune”.

Mattarella immagina un’Europa protagonista anche nei rapporti commerciali col resto del mondo a cui trasmettere i suoi valori di pace e cooperazione e dunque spinge su modelli di cooperazione come Ceta e Mercosur per dare l’esempio di relazioni commerciali non ostili, a differenza di chi pensa di mettere i dazi.

La visita si conclude con un passaggio al Parlamento europeo per un confronto con la presidente Roberta Metsola e poi un saluto agli europarlamentari italiani: “Siamo tutti responsabili in questo momento così complicato – li sollecita il Presidente -, l’Europa è il veicolo con cui contribuire a ripristinare pace e convivenza. La Repubblica italiana si riconosce in voi e vi è vicina”. Tra di loro c’è Mimmo Lucano che timidamente si avvicina per salutarlo, vuole donargli una kefiah, una sciarpa palestinese, segno di sostegno al destino del popolo che soffre nella guerra in Medioriente. Mattarella è letteralmente circondato dai parlamentari che vogliono stringergli la mano e farsi un selfie con lui ma poi poco prima di lasciare la sede del Parlamento è lui che riconosce Lucano, il sindaco del “modello Riace” per la gestione dei migranti. La kefiah la lascia prendere da uno degli uomini della sicurezza ma il sorriso che gli rivolge sarà “un’emozione” per Lucano: “Sono contento che l’abbia accettata”, dice l’ex sindaco.

Joseph Lu: successo al Bellini per libro Il Pianista dei Sogni

Roma, 21 mag. – Si tenuta, nel Teatro Massimo Bellini di Catania la presentazione del libro intitolato “Il pianista dei sogni” scritto dal compositore siciliano Joseph Lu, edito dalla Casa Editrice Tracceperlameta, con la prefazione del Maestro Vince Tempera.

Alla conferenza stampa di presentazione hanno preso parte Joseph Lu, autore del libro “Il Pianista dei sogni”; Enza Spagnolo, professoressa, critica letteraria e curatrice editoriale per casa editrice TraccePerLaMeta; Giovanni Cultrera, Sovrintendente del Teatro Massimo Bellini; Sergio D’Arrigo, attore e critico cinematografico; Biagio Maimone, giornalista e scrittore; Salvatore Taschetti, Ceo della Societ Bsf Srl; Roberta Taschetti, Ceo della Masseria “La Cicuta”

Il libro di Giuseppe Lucenti, in arte Joseph Lu, narra, mediante calde immagini e vibranti emozioni, la sua esperienza nel campo della musica, vissuta attraverso la dimensione del sogno. Si tratta di un’ autobiografia che descrive il suo percorso musicale, che prende le mosse dai suoi sogni di bambino, il quale coglie la melodia che essi racchiudono, traducendola in musica attraverso le note del suo pianoforte.

I suoi silenzi, il difficile rapporto con la maestra, i genitori, l’amore per la compagna della sua vita, la speranza e l’amore inteso come sentimento universale, che supera ogni barriera, sono raccontati mediante un intenso verso lirico che meglio definisce il suo estro musicale.

La dimensione del sogno rappresenta la sua fonte di ispirazione primaria anche da adulto. Il saper viaggiare nella dimensione onirica fa di lui un musicista che traduce in note il viaggio nell’infinito, che non ha spazio, n tempo, in cui vive l’amore universale per tutte le creature e in cui egli, in compagnia del suo alter ego onirico, trae l’ispirazione per comporre le sue opere.

Poesia, gioia e sofferenza si intrecciano nella narrazione del percorso che lo condurr alla realizzazione delle suoi obiettivi musicali. Nel suo libro Joseph Lu pone in evidenza come la sua musica esprima uno stile originale che coniuga le regole musicali con la sinfonia dell’infinito, che non racchiusa, n pu essere racchiusa, in spazi e regole temporali. La sua una vera rivoluzione musicale, davvero fantastica in quanto permeata dalle infinite vibrazioni provenienti dalla dimensione dei sogni.

“Da bambino ero disattento e non parlavo. Riuscivo solo a sognare e a suonare. Sogno e suono per me erano direttamente collegati ed interdipendenti. Probabilmente oggi sarei stato considerato un bambino autistico. Non so cosa significhi essere autistico. Se per autismo si intende osservare il mondo dalla prospettiva del sogno, allora io sono autistico. Attraverso i sogni riuscivo ad immergermi in una realt senza spazio, n tempo, in cui coglievo il senso dell’infinito e dell’ amore universale. Ed ancora oggi il mio io riesce, in modo davvero straordinario, ad introdursi in tale spazio senza limiti, colmo di amore, che le mie note narrano” ha affermato Joseph Lu, ponendo in luce l’originalit ed il fascino spirituale della sua poetica musicale. E’ un libro quello di Joseph Lu che merita di essere letto, non solo per l’intensit delle emozioni che riesce a suscitare, ma soprattutto in quanto insegna ad affrontare le sfide esistenziali per realizzare i propri progetti di vita”.

Referendum, Mancini (FdI): Non migliorativi

Roma, 21 mag. (askanews) – “Nessuno dei quesiti referendari migliora realmente le condizioni dei lavoratori. Noi come FdI abbiamo sempre lavorato con altro approccio molto pi concreto, legato alle politiche attive e non all’assistenzialismo. Sono referendum tecnici che non darebbero risultati sperati. Quello che noi vogliamo aumentare il salario e il potere d’acquisto. Bene la recente approvazione della proposta di iniziativa popolare sulla partecipazione alla gestione di impresa: un provvedimento innovativo a favore dei lavoratori, che d finalmente attuazione all’articolo 46 della Costituzione. Oggi i giovani non vogliono soltanto un salario, ma benessere lavorativo ed equilibrio vita lavoro. La conciliazione tra vita e lavoro oggi data anche dal welfare aziendale, le imprese garantiscono ci che oggi non si riesce a dare. E poi sulla contrattazione ci vuole semplificazione, le facilitazioni aiuteranno il lavoro e la contrattazione di secondo livello”. Lo ha detto Paola Mancini, Senatrice di Fratelli D’Italia, a Largo Chigi, il format in onda su Urania Tv.

Big di cinema e serie tv, omaggi e anteprime al Milano Film Fest

Roma, 21 mag. (askanews) – È tutto pronto per la prima edizione del Milano Film Fest, la manifestazione che si terrà dal 3 all’8 giugno per la direzione artistica di Claudio Santamaria, nei luoghi della cultura, come al Piccolo Teatro Strehler di Milano e al cinema Anteo, e per le vie della città. Il festival è un progetto di Fondazione Milano Film Fest, che unisce quattro realtà cittadine – Il Cinemino, Esterni, Fondazione Dude e Perimetro – insieme al Comune di Milano – Cultura.

Arrivano sullo schermo e nelle piazze anteprime ed eventi speciali: dall’omaggio alla Milano di ieri a quella che sarà, da chi ha saputo raccontare la città alle voci di oggi, dall’attualità alla finzione, per immaginare realtà tutte da costruire, insieme alla cittadinanza e una colonna sonora da vivere (con la cura della sezione musicale di Manuel Agnelli e il suo laboratorio Germi). Il giorno di inaugurazione sarà anche l’anniversario dei 90 anni dalla nascita di un grande milanese come Enzo Jannacci, che sarà festeggiato in conclusione in compagnia del figlio Paolo, dei sodali Paolo Rossi, Cochi Ponzoni, Gino & Michele e tanti amici. Dalla risata ai tempi oscuri vissuti in città, la sezione MalaMilano porterà il focus sui film cult polizieschi: dai titoli in versione restaurata di Fernando di Leo alla masterclass dei Manetti bros., fino alla cronaca di quei maledetti anni ’70 e ’80, narrata dal giornalista Stefano Nazzi nel suo spettacolo “Canti di guerra”. Fino alla Milano dei Novanta: come non citare l’hip hop, raccontato nell’anteprima del doc Vai Bello – Storia della Spaghetti Funk, con materiale inedito sul solco dei vari J-Ax, Dj-Jad e tanti altri. E quindi cinema, con un programma ricco e due concorsi internazionali, e le due giurie capitanate da James Franco e Valentina Lodovini: il festival apre con l’anteprima del film del francese Luc Besson, June & John, girato con un iPhone, per chiudere con The Ugly Stepsister di Emilie Blichfeldt, spiazzante body horror, ritratto distopico di una Cenerentola con rimmel. Dal nero al tappeto rosso: i volti noti dello showbiz italiano saranno protagonisti di eventi speciali fuori concorso: da Alessandro Gassman che porta a Milano con Francesco Gheghi Mani nude di Mauro Mancini, opera che indaga l’universo maschile di diverse generazioni, fino ai The Jackal, che presentano in sala i primi episodi della seconda stagione di Pesci Piccoli, il dietro le quinte della loro factory. Dallo schermo alle immagini: ospite del festival sarà il celebre fotografo Gianni Berengo Gardin, che ripercorre la sua vita e quella dell’Italia scatto dopo scatto, nel doc Il ragazzo con le Leica. Fino, appunto, alle piazze: la vera novità della prima edizione è “Scintille”, il programma che porta i film (a ingresso gratuito) nei quartieri, nei giorni della manifestazione.

‘Il Milano Film Fest – ha commentato il sindaco di Milano Giuseppe Sala – è un’iniziativa che riflette la vivacità del panorama culturale della nostra città, a cominciare dalla capacità di accogliere e promuovere diverse forme d’arte, dal cinema alla musica, dalle serie tv alla fotografia. Siamo felici di ospitare un evento come il Milano Film Fest, in grado di valorizzare la vocazione internazionale di Milano in questi ambiti. Seguendo il filo rosso delle tante storie che fanno parte della nostra città, il festival racconterà la ricchezza della scena culturale milanese, ora omaggiando personalità artistiche come Enzo Jannacci, ora guardando la storia della città attraverso la straordinaria lente offerta dal cinema’.

‘Dal 3 all’8 giugno, Milano si trasformerà in un vero e proprio epicentro di storie, visioni e talenti, accogliendo un festival che ambisce a esplorare il panorama contemporaneo dell’audiovisivo in tutte le sue sfaccettature – ha sottolineato Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano – Siamo particolarmente entusiasti di sostenere un’iniziativa che non si limita al grande schermo, ma che intende creare un dialogo fecondo tra il cinema, le serie televisive, la fotografia e la musica. Questa interdisciplinarietà è un tratto distintivo che riflette la ricchezza e la complessità del nostro tempo, dove i confini tra le diverse forme espressive si fanno sempre più labili e porosi.’

Il direttore artistico Claudio Santamaria ha commentato: ‘Siamo emozionati e non vediamo l’ora di partire, accogliere il pubblico e vedere sul grande schermo bellissimi film con i grandi interpreti che ci verranno a trovare. Questa prima edizione vuole essere un manifesto culturale per la città, e non solo, con un chiaro messaggio politico e urbano: in ogni luogo può nascere una scintilla di futuro, ogni cittadino può creare cultura, dai quartieri più lontani dal centro ai luoghi dello spettacolo. Non a caso una delle novità porta proprio questo nome, Scintille, un progetto che porterà il cinema gratuitamente nei nove municipi di Milano, con proiezioni serali e incontri con protagonisti. Siamo convinti che il cinema, come le arti e le maestrie che creano la magia in sala o in tutti gli schermi che usiamo, possa creare legami comunitari. Per questo il festival intende rilanciare una visione collettiva, che nasce dalla sorpresa e dallo stupore per arrivare al dialogo tra le parti. In programma avremo film, concerti, incontri, talk con professionisti e giovani studenti, grazie alle tante realtà che hanno partecipato: non resta che spegnere le luci e dare il via allo spettacolo’.

‘L’idea ambiziosa da cui nasce il nostro lavoro è quella di celebrare il cinema nella sua pluralità espressiva e creare un dialogo con musica, serie televisive, fotografia e tutte le forme di narrazione visiva che plasmano il nostro immaginario contemporaneo – ha concluso la presidente della Fondazione Milano Film Fest, Laura Boy – Vuole essere molto più di un festival cinematografico, è un crocevia di linguaggi: il festival prenderà vita in alcuni dei luoghi più iconici e significativi della nostra città, con il Piccolo Teatro come quartier generale, passando per Castello Sforzesco, Anteo e altri spazi che diventeranno teatro di proiezioni, incontri ed eventi speciali. È un progetto che nasce dalla sinergia di diverse realtà culturali cittadine – Il Cinemino, Esterni, Fondazione Dude e Perimetro – unite dalla volontà di offrire a Milano un evento di respiro internazionale, capace di coinvolgere un pubblico ampio e di lasciare un segno duraturo nel panorama culturale della nostra città’.

“Abbiamo costruito una programmazione che pulsa al ritmo della creatività contemporanea – ha dichiarato Agata De Laurentiis, direttrice della programmazione cinematografica – con l’ambizione di offrire al pubblico milanese un’esperienza cinematografica a 360 gradi, capace di spaziare tra generi, formati e linguaggi con una coerenza artistica ben precisa. La selezione vedrà protagonisti i concorsi internazionali per lungometraggi e cortometraggi, una fucina di talenti emergenti e di autori affermati che porteranno a Milano storie potenti e sguardi originali in anteprima nazionale. Il nostro festival è un dialogo aperto con le molteplici forme del racconto visivo’.

Si ringraziano tutti i partner, in particolar modo: Fondazione Cariplo, Banca del Monte di Lombardia, Fondazione BPM (Banca Popolare di Milano), Unione Buddhista Italiana, Lurisia, NeN Gruppo A2A, San Carlo, Syoss by Palette, Vallelata, Festina, Monge e Volvo.

Milano Film Fest è realizzato in collaborazione con ADI Design Museum, Anteo, Artisti7607, Bollate, Castello Sforzesco, Cineteca, Fondazione UBI, Filarmonica Scala, Germi, Gilead Sciences, Grazie Maestro, Irlanda, Lombardia Film Commission, Medicinema, MM, Napapijri, OBE, Piccolo Teatro, Yes Milano; Social partner: Action AID; Media partner: Capital, Meta, MyMovies, Onepodcast, Urban Vision, YouTube, Warner Bros. Discovery; ontent partner: FredRadio, Futura Management, Snack Content; Official Timekeeper: Festina; Pet Food partner: Monge; Automotive partner: Volvo; Hospitality partner: Ostello Bello, Terrazza Martini, VMaison; Partner tecnici: ADTELIER Group, Andzup, Base Milano, Colour ZenitH, Coriander, D&D, Dottò, Longtake, Moving Dots, Operà Music, Posti, SDM, Subsense, Stooping, STS Communication e STStudios.

Lavoro, Borgherese: Contrattazione collettiva pi utile

Roma, 21 mag. (askanews) – “I quesiti referendari sembrano una partita simbolica e priva di una vera ricaduta per lavoratori e imprese. Nel nostro CCNL BPO abbiamo introdotto alcune importanti innovazioni. Ci sono temi che la contrattazione collettiva di qualit potrebbe e dovrebbe affrontare con maggiore efficacia”, lo ha detto questa mattina Lelio Borgherese, presidente Assocontact, intervenuto a Largo Chigi, il format in onda su Urania Tv.

“Nella nostra contrattazione collettiva abbiamo inserito, ad esempio, la redistribuzione degli utili e la partecipazione alla vita di impresa. Non solo, abbiamo anche previsto l’introduzione di club tematici a cui i lavoratori possano destinare fino al 30 % del tempo lavorativo per dedicarsi all’approfondimento su argomenti quali la sicurezza, l’ innovazione o l’IA generativa. All’Ia diamo molta importanza: siamo stati i primi a prevedere l’istituzione del garante della IA all’interno dell’impresa”.

Ex Ilva, Urso: le 3 condizioni necessarie per finalizzare il negoziato

Roma, 21 mag. (askanews) – Sull’ex Ilva di Taranto “il governo intende perseguire tutte le strade possibili per garantire la ripresa produttiva del sito siderurgico, in un percorso di piena decarbonizzazione attraverso tre forni elettrici”. Lo ha affermato il ministro di imprese e made in Italy, Adolfo Urso, durante le interrogazioni a risposta immediata alla Camera. Il piano prevede impianti per la fornitura del preridotto “che saranno installati insieme a quelli di cattura di CO2” da una società costituita da Invitalia. “Per realizzare questo importante obiettivo, che consentirà all’Italia di diventare il primo paese europeo a produrre solo acciaio green, il più avanzato quindi nella tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, sono necessarie tre condizioni preliminari. Condizioni – ha avvertito il ministro – assolutamente necessarie per finalizzare il negoziato come ci chiedono i proponenti”.

“Prima condizione preliminare, il rilascio in tempi brevi di una Aia (autorizzazione integrale ambientale) che garantisca la piena tutela nell’ambiente e della salute, da un lato, e dall’altro sia sostenibile su lato economico. Secondo, l’impegno delle autorità competenti al rilascio delle autorizzazioni per la nave rigassificatrice” necessaria ad alimentare gli impianti. “Senza gas non c’è acciaio green”.

“Terzo – ha detto – il mantenimento in attività dello stabilimento per mantenere un livello adeguato al fine anche di mantenere le quote di mercato e i livelli occupazionali nelle fasi di transizione queste transizioni”.

Queste condizioni sono “tutte importanti, necessarie, urgenti e ineludibili. Sono sono necessarie per concludere il negoziato. Serve quindi anche qui la piena e leale collaborazione tra gli organi dello Stato, come noi abbiamo ottenuto con la Regione Toscana e il Comune di Piombino e con la regione Umbria e il Comune di Terni, per portare a compimento gli accordi che riguardano quei due siti siderurgici. Serve anche qui un lavoro di squadra responsabile, trasparente e consapevole, con il concorso delle forze sociali e produttive della filiera e dell’indotto”.

“Per questo ho presentato la scorsa settimana al presidente regione Puglia, un piano aggiornato, anche alla luce degli ultimi eventi, che delinea un percorso verso la piena decarbonizzazione con la graduale sostituzione degli altoforni con i forni elettrici e con la corrispettiva realizzazione degli impianti di cattura della CO2. Un percorso che intendiamo formalizzare attraverso un accordo di programma”. Il tutto per “fare di Taranto, ed è possibile, un esempio di riconversione green della tecnologia”, ha concluso. (fonte immagine: Camera TV).

Nato, Rutte: solo 5 settimane a vertice Aja, molto lavoro da fare

Milano, 21 mag. (askanews) – “Mancano solo cinque settimane al vertice dell’Aja e abbiamo molto lavoro da fare”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte in conferenza stampa congiunta con il presidente della Repubblica Ceca, Petr Pavel. “Gli Alleati devono aumentare la spesa per la difesa, una priorità fondamentale per il Vertice dell’Aja, per garantire che le nostre forze armate dispongano delle capacità necessarie, e che la condivisione degli oneri avvenga in modo equo tra i nostri Alleati. Accolgo con favore gli importanti annunci fatti da diversi Alleati negli ultimi giorni e settimane per aumentare la loro spesa per la difesa nazionale” ha aggiunto.

“Dovremo fare molto di più, e questo rimarrà il nostro obiettivo mentre ci prepariamo al Vertice dell’Aja”, ha spiegato Rutte. “Ciò richiede anche il rafforzamento della nostra capacità industriale, la garanzia di catene di approvvigionamento più solide e l’investimento in nuove tecnologie per rimanere all’avanguardia in un mondo sempre più pericoloso. Abbiamo bisogno di un’industria della difesa transatlantica più forte, veloce e innovativa, e anche in questo abbiamo bisogno del vostro aiuto, con la vostra imponente base industriale di difesa”, ha aggiunto rivolgendosi a Pavel che ha un passato da militare, presidente del consiglio militare della Nato e la cui candidatura alla presidenza ceca si è basata su una piattaforma di più stretta cooperazione con gli Alleati, sostegno all’Ucraina e maggiore coinvolgimento nell’Unione Europea.

Ex-Ilva, Uliano (Fim): mancano risposte e risorse per dare continuit

Roma, 21 mag. (askanews) – “Innanzitutto ci aspettiamo una serie di chiarimenti, perch il piano di ripartenza ipotizzato dai commissari con la fermata dell’altoforno 1 di fatto non c’. Quindi per noi diventa fondamentale comprendere come si va avanti perch mancano risorse finanziarie per dare continuit all’attivit lavorativa. Abbiamo molte preoccupazioni per la tenuta dell’operazione con Baku Steel, quindi noi oggi siamo qui a chiedere garanzie sotto questi aspetti”. Lo ha detto il segretario generale della Fim, Ferdinando Uliano, arrivando a Palazzo Chigi per il tavolo sull’ex-Ilva.

Parlando del sequestro seguito all’incidente all’altoforno 1 ha aggiunto: “La situazione che si sta determinando con questo battibecco tra la Procura e il Ministro non ci tranquillizza affatto anzi ci preoccupa ancora di piu. Perch se di fronte ad una situazione gi cosi complicata e difficile ci manca solo che si litiga tra le istituzioni il rischio che pagano sempre i lavoratori. E oggi noi stiamo gi pagando un caro pezzo con la cassa integrazione che ha coinvolto 4mila lavoratori anzich i 2mila che erano previsti fino ad un mese fa”.

Ue, Fitto: un onore accogliere Mattarella, sì a una Unione più forte e coesa

Bruxelles, 21 mag. (askanews) – “È stato un grande onore accogliere il Presidente Sergio Mattarella a Bruxelles. Ieri abbiamo avuto un incontro bilaterale e oggi il Presidente ha partecipato alla riunione del Collegio dei Commissari, presieduta dalla Presidente von der Leyen. Nel suo intervento, il Presidente Mattarella ha ribadito la necessità di un’Unione Europea più forte e coesa ù un obiettivo che condividiamo pienamente”. Lo ha scritto sui social Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione europea.

“L’esperienza ci insegna che è proprio nei momenti più difficili che l’Unione è chiamata a dare il meglio di sé, riscoprendo le ragioni profonde della sua esistenza. Questa Commissione è impegnata a trasformare le sfide in opportunità, con determinazione e visione”, ha concluso.

Israele si scusa per gli spari a Jenin durante la visita di un gruppo di diplomatici Ue

Roma, 21 mag. (askanews) – L’esercito israeliano ha presentato le sue scuse per aver sparato colpi di avvertimento in aria durante la visita di un gruppo di diplomatici stranieri nella città di Jenin, in Cisgiordania, avvenuta questa mattina. Con la delegazione era presente il vice console italiano Alessandro Tutino, che non ha avuto ripercussioni e ha parlato con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Le Idf (Forze di Difesa israeliane) hanno affermato che il gruppo non ha seguito il percorso concordato durante il coordinamento del tour con l’esercito. “Nel coordinare l’ingresso [a Jenin], ai membri della delegazione è stato fornito un percorso approvato che è stato loro richiesto di seguire, in quanto l’area è una zona di combattimento attiva”, ha sottolineato l’esercito.

Secondo le Idf, il gruppo “ha deviato dal percorso ed è entrato in un’area in cui non era autorizzato a sostare”. I soldati di stanza hanno sparato colpi di avvertimento in aria, senza provocare danni o feriti.

Dopo essersi accorti che il gruppo che aveva raggiunto l’area off-limits era composto da diplomatici stranieri, le Idf hanno affermato che il comandante della divisione della Cisgiordania, il generale di brigata Yaki Dolf, ha immediatamente avviato un’indagine sull’incidente.

Inoltre, il generale di brigata Hisham Ibrahim, capo dell’Amministrazione Civile – un organo del ministero della Difesa che fa parte del Cogat – ha ordinato agli ufficiali dell’unità di parlare immediatamente con i rappresentanti dei Paesi coinvolti. “Avrà presto colloqui personali con i diplomatici per aggiornarli sui risultati dell’indagine iniziale”, hanno affermato le Idf.

“L’IDF si rammarica per l’inconveniente causato”, aggiunge.

Ex Ilva, De Palma (Fiom): Governo deve svolgere i suoi compiti

Roma, 21 mag. (askanews) – “Noi siamo qui per evitare il fallimento degli accordi che sono stati sottoscritti, garantire l’occupazione e gli investimenti che servono per andare avanti salvaguardare la salute la sicurezza l’ambiente e la produzione di acciaio nel nostro Paese”. Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, arrivando al tavolo a Palazzo Chigi sull’ex-Ilva.

Rispondendo ad una domanda sul sequestro dell’altoforno 1 ha aggiunto: “In queste settimane noi per senso di responsabilit e rispetto dei soggetti istituzionali non abbiamo mai preso parola. Io penso che ognuno deve svolgere i propri compiti. Il governo fa il governo e la procura fa la procura. Il punto che lo Stato deve garantire i lavoratori e i cittadini. Questa la ragione per la quale siamo qua”.

Roma, il 25 maggio la prima visita di Papa Leone XIV in Campidoglio

Roma, 21 mag. (askanews) – Prima visita istituzionale di cortesia in Campidoglio di Papa Leone XIV. A quanto si apprende da fonti dell’amministrazione capitolina, domenica prossima, 25 maggio, nell’ambito di una visita alla basilica di San Giovanni, il pontefice si recherà a Palazzo Senatorio e incontrerà per la prima volta il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Nella visita, a quanto si apprende, il Papa vorrebbe manifestare il suo apprezzamento per il sostegno dell’amministrazione capitolina alle iniziative del Giubileo, e agli eventi straordinari che hanno interessato il Vaticano e tutta la città dopo la morte di Papa Francesco: dal conclave dei vescovi fino all’intronizzazione dello stesso Papa Leone. La visita dovrebbe svolgersi intorno alle 17, di passaggio verso la basilica di San Giovanni.

Media: le forze israeliane hanno aperto il fuoco durante visita diplomatici Ue a Jenin

Roma, 21 mag. (askanews) – Le forze israeliane hanno aperto il fuoco mentre una delegazione di diplomatici dei Paesi Ue si stava recando in visita al campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Lo riportano i media palestinesi, precisando che i colpi di arma da fuoco sono stati esplosi all’ingresso orientale del campo.

Secondo l’agenzia di stampa Wafa, i militari hanno aperto il fuoco quando la delegazione e la stampa al seguito si sono avvicinati alla sbarra di ferro installata all’ingresso orientale del campo. Non ci sono stati feriti.

In mattinata la delegazione, composta da diplomatici di paesi europei ed arabi, si è recata nella sede del governatorato di Jenin per avere un quadro della situazione nella città e nel campo profughi alla luce dell’operazione militare avviata lo scorso gennaio dalle forze israeliane. “Il governatore ha illustrato le condizioni economiche, l’impatto dell’aggressione sulle strutture cittadine, le perdite commerciali e la distruzione delle infrastrutture, oltre alle condizioni dei 22.000 sfollati costretti ad abbandonare le loro case nel campo”, ha riferito Wafa.

La delegazione era composta da diplomatici di Egitto, Giordania, Marocco, Unione Europea, Portogallo, Cina, Austria, Brasile, Bulgaria, Turchia, Spagna, Lituania, Polonia, Russia, Turchia, Giappone, Romania, Messico, Sri Lanka, Canada, India, Cile, Francia e Regno Unito. Diversi i giornalisti al seguito.

Bresh, esce il 6 giugno il nuovo (atteso) album "Mediterraneo"

Roma, 21 mag. (askanews) – A tre anni di distanza da “Oro blu” (doppio Platino), il 6 giugno uscirà il nuovo atteso album di Bresh, “Mediterraneo”, già disponibile in pre-order.

L’album sarà disponibile nelle versioni Digitale, CD, LP (rosso e bianco) e doppio LP (blu + trasparente). Le versioni in vinile saranno disponibili da venerdì 13 giugno. Inoltre, in esclusiva sul Sony Music Store, saranno disponibili le versioni autografate dell’LP e del Doppio LP.

L’annuncio dell’album è accompagnato da un suggestivo trailer girato a Tenerife, che cattura per immagini l’essenza del concept dietro al progetto. La regia è di Emanuele Cantò, la musica che accompagna il trailer è composta da Shune, Michele Bargiggia e Rocco Biazzi, art buyer ed executive producer del progetto è Giulia Burti.

“Mediterraneo” attinge da quell’immaginario legato al viaggio, al mare e alla Liguria che spesso torna nella scrittura e nella poetica di Bresh. Un legame profondo e duraturo, già presente nei brani, contenuti nell’album, “Umore Marea” e “La Tana del Granchio” (certificato ORO, posizionato per cinque settimane consecutive nella Top 10 della classifica FIMI/GfK dei singoli più venduti e rimasto stabile per sei settimane nella TOP 10 delle classifiche Top 50 Italia di Spotify e italiana di Shazam).

“Umore marea”, prodotto da Shune, è l’ultimo brano pubblicato da Bresh e fotografa, con immagini precise e immediate tipiche della scrittura di Bresh, quella sensazione di incertezza e di precarietà emotiva. Uno stato in cui le emozioni si susseguono come in un continuo ondeggiare, tra alta e bassa marea, e si prova a restare a galla e in equilibrio, cercando di non essere sopraffatti.

Nel video del brano, diretto da Emanuele Cantò, vengono rappresentate due costanti dell’immaginario di Bresh: il viaggio che non è solo un tragitto verso qualcosa, ma è già la meta stessa, e il mare, elemento da cui tutto parte e a cui ritorna sempre.

L’estate 2025 vedrà il ritorno dal vivo di Bresh, che sarà impegnato in giro per l’Italia con il “Marea tour”, una serie di concerti che lo porteranno sui palchi dei principali festival e location italiane.

Queste le date live estive del “Marea tour”: giovedì 3 luglio, Bari (Fiera del Levante), venerdì 4 luglio – Benevento (BCT Music Festival), luglio 7 luglio, Senigallia (AN), Piazza Garibaldi; venerdì 11 luglio – Alba (CN), Collisioni Festival; giovedì 7 agosto – Cinquale (MS), Vibes Music Festival; giovedì 21 agosto – Montesilvano (PE), Marea Festival; domenica 31 agosto – Empoli (FI), Beat Festival.

A partire da fine ottobre, invece, sarà per la prima volta protagonista di un tour nei palasport. sabato 25 ottobre – Jesolo, Palazzo del Turismo (data zero); sabato primo novembre Roma, Palazzo dello Sport; giovedì 6 novembre Milano, Unipol Forum (Sold out); venerdì 7 novembre – Milano, Unipol Forum; domenica 9 novembre, Bologna, Unipol Arena.

Gaza, Camera respinge mozioni che condannano Israele. Conte: è genocidio. Schlein: Meloni silenzio complice

Roma, 21 mag. (askanews) – L’aula della Camera ha approvato la mozione del centrodestra su Gaza con 166 voti favorevoli, 110 contrari e 8 astenuti. Ha invece respinto quelle di Pd-M5S-Avs e Azione su cui il governo aveva dato parere contrario (con 166 voti contrari, 111 favorevoli e 8 astenuti e 164 contrari, 13 favorevoli e 111 astenuti).

Il governo aveva dato parere negativo sulla mozione su Gaza e Cisgiordania presentata da Pd-M5S e Avs (firmata dai leader Elly Schlein, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli) e sulla mozione a prima firma Matteo Richetti (Azione). Parere favorevole dunque alla mozione di maggioranza che chiede di ‘sostenere, insieme ai partner europei e internazionali, ogni tentativo di soluzione negoziata’ anche ‘a partire dal piano predisposto dai Paesi arabi per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza e per consolidare in modo permanente la cessazione delle ostilità’, anche ‘nell’ottica di rilanciare un processo politico verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente, basata sulla soluzione dei due Stati, con Israele e uno Stato di Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, all’interno di confini mutualmente riconosciuti’ e ‘a lavorare affinché le parti, nel rispetto del diritto internazionale umanitario e della legalità internazionale, giungano all’immediata cessazione dei combattimenti, alla liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, al ripristino delle condizioni che consentano l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza’.

Per quanto riguarda la mozione di Italia Viva, a prima firma Maria Elena Boschi, l’esecutivo ha dato parere ‘contrario su premesse’ e sugli impegni 1,2,3,5 e 6 ‘favorevole’, chiedendo invece una riformulazione del quarto impegno dove si leggeva la richiesta di ‘condannare fermamente, anche in sede europea, il piano di occupazione militare della Striscia di Gaza avanzato da Netanyahu’.

La mozione firmata dai leader Pd, M5S e Avs, su cui il governo ha dato parere negativo, chiedeva al governo italiano di ‘riconoscere la Palestina quale Stato democratico’ e di ‘sostenere, in tutte le sedi internazionali e multilaterali, ogni iniziativa volta a esigere il rispetto immediato del cessate il fuoco’ oltre alla ‘liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas’, la ‘protezione della popolazione civile di Gaza’ e ad ‘esigere la tutela dell’incolumità della popolazione civile della Cisgiordania’. E ancora: ‘intraprendere con urgenza, nelle opportune sedi internazionali ed europee, ogni iniziativa utile volta all’immediata interruzione, nonché alla ferma condanna del Piano ‘Carri di Gedeone”, ‘sostenere il cosiddetto Piano arabo’ e ‘provvedere all’immediata sospensione dell’importazione degli armamenti dallo Stato di Israele’ verso cui invece dovrebbero essere adottate ‘sanzioni’.

Infine, la mozione di Azione, per ‘l’adozione di un piano di sanzioni nei confronti di Israele, se il Governo Netanyahu dovesse proseguire, come negli ultimi mesi, le operazioni militari nella Striscia di Gaza in violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario’ e per contrastare il ‘piano del Presidente Trump per la Striscia di Gaza, compresa l’ipotesi di deportazione della popolazione’ e anche ‘l’organizzazione di campagne di sensibilizzazione e politiche di contrasto verso la diffusione del pregiudizio antisemita’ oltre al ‘ripristino, nell’immediato, di una prospettiva negoziale per l’obiettivo dei ‘due popoli, due Stati”.

‘Colleghi di maggioranza ho letto la vostra mozione, avete scritto una mozione in cui si accenna a un popolo affamato, ma Gaza non è un problema di siccità o carestia. Sono le bombe criminali di Netanyahu, la volontà deliberata di affamare un popolo che sta causando questo. L’unica citazione che avete riservato a Netanyahu non è certo per una condanna’. Lo ha affermato il presidente M5S Giuseppe Conte, intervenendo nell’aula della Camera sulle mozioni su Gaza e Cisgiordania.

In ‘un vergognoso passaggio vi appellate a un vizio di diritto nel procedimento davanti al Cpi, cioè l’unica volta che citate Netaniahu lo fate per assumere il ruolo, gratuitamente, pro bono, di avvocati difensori di un criminale’, ha attaccato. Conte ha ricordato i numeri delle vittime: ’60mila morti, di cui 15mila bambini, 8 milioni senza cibo, madri che frugano tra gli avanzi di cibo avariato per sfamarli. Qualche giorno fa un’agenzia parlava di ‘eventuali errori’ di Netanyahu’, ed era la ‘seconda carica dello Stato, La Russa’. ‘Qui non si tratta di errori questo ha un solo nome, scandiamolo bene, genocidio’. E’ uno ‘sterminio di donne, bambini, giornalisti, operatori sanitari, medici, pazienti. Da italiano noi qui proviamo vergogna per l’Italia’, ha concluso Conte.

‘Bisogna fermare i crimini del governo di estrema destra di Netanyahu, il mondo non può stare a guardare’, ha detto la segretaria Pd Elly Schlein pronunciando alla Camera la dichiarazione di voto per le mozioni su Gaza. ‘La comunità internazionale – ha aggiunto – l’Unione europea, il governo italiano devono fare ogni sforzo per fermare questo massacro e questa terribile guerra’. ‘In questa mozione unitaria chiediamo al governo italiano di uscire da un silenzio complice ed esprimere ferma condanna delle azioni del governo israeliano’, ha aggiunto Schlein , avvertendo: ‘Stanno violando ogni norma di diritto internazionale umanitario, creando un pericoloso precedente. Per questo chiediamo le sanzioni sul governo israeliano’. E rivolta alla premier: ‘Lei rappresenta l’Italia ma l’Italia così non è rappresentata da lei, perché l’Italia non si gira dall’altra parte, non sta in silenzio. L’Italia ripudia la guerra – ha aggiunto – e allora è tempo che agiate per fermare questo massacro con condanne nette e atti concreti’. Ha concluso la Schlein: ‘Il silenzio non è un’opzione. Il silenzio oggi è complice’.

A Gaza ci sono ’50mila persone rinchiuse in una gigantesca prigione a cielo aperto, in 700 giorni si sono verificati un numero incredibile di crimini di guerra nel silenzio assordante della comunità internazionale’ e ‘Netanyahu è un criminale di guerra che ha scelto di risolvere la questione palestinese con la deportazione’, ha detto nell’aula della Camera Nicola Fratoianni (Avs) durante la discussione delle mozioni su Gaza. Mentre Fratoianni parlava alcuni colleghi del gruppo hanno esposto la bandiera palestinese incontrando il richiamo del presidente dell’aula Fabio Rampelli (Fdi).

In questo massacro, ha aggiunto Fratoianni, ‘muore anche quel che resta della democrazia israeliana’ e quindi, ‘siamo qui a chiedere un atto politico, abbiamo fatto proposte precise’ a cominciare ‘dal riconoscimento dello Stato palestinese’. ‘Siete complici, avete una responsabilità politica, dovrete rispondere anche ai vostri elettori che sentono come una cosa insopportabile quello che accade a Gaza’ ha attaccato Fratoianni all’indirizzo del governo e della maggioranza. A Gaza ci sono ’50mila persone rinchiuse in una gigantesca prigione a cielo aperto, in 700 giorni si sono verificati un numero incredibile di crimini di guerra nel silenzio assordante della comunità internazionale’ e ‘Netanyahu è un criminale di guerra che ha scelto di risolvere la questione palestinese con la deportazione’. Lo ha detto nell’aula della Camera Nicola Fratoianni (Avs) durante la discussione delle mozioni su Gaza. Mentre Fratoianni parlava alcuni colleghi del gruppo hanno esposto la bandiera palestinese incontrando il richiamo del presidente dell’aula Fabio Rampelli (Fdi).

In questo massacro, ha aggiunto Fratoianni, ‘muore anche quel che resta della democrazia israeliana’ e quindi, ‘siamo qui a chiedere un atto politico, abbiamo fatto proposte precise’ a cominciare ‘dal riconoscimento dello Stato palestinese’. ‘Siete complici, avete una responsabilità politica, dovrete rispondere anche ai vostri elettori che sentono come una cosa insopportabile quello che accade a Gaza’ ha attaccato Fratoianni all’indirizzo del governo e della maggioranza.

Angelo Bonelli (Avs) mentre illustra la mozione unitaria del centrosinistra su Gaza e Medio Oriente, ha invece letto i nomi e le età dei bambini morti a Gaza. Tutte le età, dai più grandi ai ‘neonati’. Ma non è riuscito a leggere tutti quelli scritti nei fogli: ‘La lista è molto lunga – ha detto Bonelli – centinaia e centinaia di fogli’. Tutti i deputati si sono alzati ascoltando l’elenco. E rimasto seduto ai banchi del governo il sottosegretario agli esteri Giorgio Silli, unico rappresentante dell’esecutivo Meloni in aula (anche se di norma governo e presidenza non si alzano salvo che sia un’iniziativa decisa prima dal presidente e concordata con i gruppi).

E Bonelli ha sottolineato anche l’assenza in aula del ministro degli esteri e vicepremier Antonio Tajani in un giorno in cui si discute di una situzione che, sottolinea, è una ‘pulizia etnica’. ‘Un pessimo segnale’, ha sottolineato. Mentre in Aula era in corso la discussione sulle mozioni di Partito democratico-Movimento cinque stelle-Alleanza verdi e sinistra e di Azione per Gaza, si è svolto un presidio in piazza Montecitorio delle associazioni pro-Palestina. Un centinaio di persone con bandiere e cartelli, scandendo slogan come ‘Assassini’, ‘Vergogna’ e ‘Free Palestine’. Tra i cartelli esposti, insieme a una grande bandiera palestinese, si legge, tra l’altro ‘Stop genocidio’, ‘Basta con l’occupazione illegale’, ‘Cessate il fuoco’ e ‘Auschwitz Gaza’. Su uno, con la foto della senatrice Liliana Segre, compare la scritta: ‘Io ti stimo, ma come puoi non urlare contro il genocidio?’.

Al presidio, dopo la discussione, terminata con il no alle mozioni di Pd-Avs-M5S sono arrivati anche alcuni parlamentari, tra cui il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Marco Grimaldi (Avs), Laura Boldrini (Pd).

‘Come ci possiamo fermare di fronte a un genocidio che si sviluppa sotto i nostri occhi tutti i giorni? Come ci possiamo fermare di fronte a un governo criminale – che con la complicità di un Occidente in ginocchio che offre copertura militare e non solo politica – si sta rendendo responsabile di fronte alla storia di questi efferati crimini?’ ha detto il leader M5s Giuseppe Conte, intervenendo al presidio delle associazioni pro-Palestina davanti a Montecitorio.

Mattarella: Italia e suo governo pronta a lavorare con istituzioni Ue

Bruxelles, 21 mag. (askanews) – “Avete aperto molti cantieri che vanno nella giusta direzione: penso alle politiche migratorie, al processo di semplificazione e riduzione dei carichi amministrativi, alle proposte per mettere in atto le raccomandazioni dei recenti rapporti sul mercato unico e sulla competitività. In ciascuno di questi cantieri l’Italia e il suo Governo è pronta a lavorare con responsabilità e concretezza a fianco delle Istituzioni europee”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha concluso il suo intervento davanti al collegio dei commissari europei a Bruxelles.

Ex-Ilva, Mantovano: momento drammatico, l’eredità è pesante

Roma, 21 mag. (askanews) – E’ “particolarmente drammatico il momento in cui cade questo incontro, certamente uno dei più difficili se non il più difficile in assoluto da quando abbiamo iniziato a vederci, cioè dall’avvio dell’attività del governo, che è coinciso anche con la presa in carico della questione Ex-Ilva. Io non ricordo e credo che nessuno di noi a questo tavolo ricordi momenti facili. Il percorso è sempre stato particolarmente complicato all’inizio con la necessità di fare i conti con un socio privato che certamente non aveva scelto nessuno di noi, ma che ci ha lasciato un’eredità pesante che stiamo provando a gestire in materia soprattutto di sicurezza degli impianti”. Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, alla riunione sull’ex-Ilva a Palazzo Chigi.

Gaza, aula Camera approva mozione maggioranza, respinta mozione Pd-M5S-Avs e Azione

Roma, 21 mag. (askanews) – L’aula della Camera ha approvato la mozione del centrodestra su Gaza con 166 voti favorevoli, 110 contrari e 8 astenuti. Ha invece respinto quelle di Pd-M5S-Avs e Azione su cui il governo aveva dato parere contrario (con 166 voti contrari, 111 favorevoli e 8 astenuti e 164 contrari, 13 favorevoli e 111 astenuti). Quanto alla mozione a prima firma Maria Elena Boschi (Iv), è stata rifiutata la riformulazione del testo proposta dal governo nella parte in cui si chiedeva di togliere la condanna ferma del piano di occupazione militare della Striscia di Gaza avanzato da Netanyahu e la mozione è stata messa ai voti per parti separate.

Sulla mozione di Italia Viva l’esecutivo aveva dato parere “contrario sulle premesse” e “favorevole” sugli impegni 1,2,3,5 e 6. (segue)

Difesa Ue, Mattarella: colmare ritardi, è sfida cruciale per incidere

Bruxelles, 21 mag. (askanews) – Sulla difesa comune occorre “con urgenza” colmare i ritardi accumulati e procedere verso una sfida che è cruciale per far sì che l’Unione europea sia attore globale in grado di incidere. Lo ha ribadito il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento al collegio dei commissari europei nel corso della sua visita alle istituzioni europee.

“Ci troviamo oggi a dover colmare con urgenza i ritardi accumulati nel corso di decenni in cui gli Stati membri non hanno saputo convergere su scelte condivise per rafforzare la capacità di difesa comune, malgrado la puntuale previsione dell’articolo 42 del Trattato di Lisbona sulla clausola della mutua difesa. La politica di sicurezza e difesa comune – ha insistito il capo dello Stato – non può non essere adeguatamente sviluppata. È, quest’ultima, una sfida cruciale per una Unione Europea che voglia affermarsi quale soggetto geopolitico capace di incidere su scala planetaria: un attore globale deve saper governare sfide strutturali di portata globale, stabilendo rapporti strutturati e proficui con tutti i Paesi e le regioni del mondo”.

Gaza, presidio pro-Pal davanti alla Camera,Conte e Fratoianni in piazza

Roma, 21 mag. (askanews) – Presidio in piazza Montecitorio delle associazioni pro-Palestina, mentre in Aula è in corso la discussione sulle mozioni di Partito democratico-Movimento cinque stelle-Alleanza verdi e sinistra e di Azione concernenti iniziative sull’evoluzione della situazione in Cisgiordania e nella striscia di Gaza.

Un centinaio di persone sta manifestando con bandiere e cartelli, scandendo slogan come “Assassini”, “Vergogna” e “Free Palestine”. Tra i cartelli esposti, insieme a una grande bandiera palestinese, si legge, tra l’altro “Stop genocidio”, “Basta con l’occupazione illegale”, “Cessate il fuoco” e “Auschwitz Gaza”. Su uno, con la foto della senatrice Liliana Segre, compare la scritta: “Io ti stimo, ma come puoi non urlare contro il genocidio?”.

Al presidio sono arrivati anche alcuni parlamentari, tra cui il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Marco Grimaldi (Avs), Laura Boldrini (Pd).

Gaza, Schlein: chiediamo a govern riconoscere Stato di Palestina

Roma, 21 mag. (askanews) – “Chiediamo al governo Meloni di fare come hanno già fatto la Spagna, l’Irlanda, la Norvegia e presto pure la Francia: riconoscere pienamente lo stato di Palestina”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein, pronunciando alla Camera la dichiarazione di voto sulle mozioni per Gaza.

Bisogna, ha aggiunto, “procedere finalmente all’affermazione di due diritti, che devono essere riconosciuti a due popoli”. Israeliani e palestinesi “vanno liberati dalla trappola di odio nella quale sono imprigionati dal governo estremista di Netanyahu da un lato e di Hamas dall’altro”.

Bisogna riaffermare “il diritto del popolo palestinese a vivere in pace in uno stato libero e sovrano e il diritto del popolo israeliano a vivere in sicurezza, senza che nessuno neghi Stato di Israele il diritto di esistere”.

Ue, pacchetto Omnibus IV semplificazioni Pmi: costi imprese -400 mln

Roma, 21 mag. (askanews) – La Commissione europea presentato il quarto dei suoi “pacchetti di semplificazione”, denominati “omnibus”, quest’ultimo focalizzato su imprese piccole e medie, con cui afferma di voler ridurre di 400 milioni di euro l’anno i costi degli adempimenti regolamentari e amministrativi delle imprese. Il provvedimento si aggiunge a quelli già presentati che, sempre secondo l’Ue, ridurrebbero di 8 miliardi di euro l’anno i costi per le aziende in Europa.

In questo ambito Bruxelles propone di creare una nuova categoria di aziende, denominata “small Mid Cap”, che si inserirebbe tra aziende catalogate come di dimensioni medie e quelle grandi. Quando il numero di dipendenti supera le 250 unità, invece di finire nella categoria delle grandi imprese, le aziende potranno restare in questo nuovo segmento ove avranno meno di 750 dipendenti e, alternativamente, o meno di 150 milioni di euro l’anno di fatturato o un valore delle loro attività totali inferiore a 129 milioni di euro.

Si tratta di circa 38.000 imprese nell’intera Unione europea, recita un comunicato, che in questo modo potranno godere dei benefici riservati alle Pmi, come in merito a minori adempimenti sul trattamento dei dati o regole semplificate per le quotazioni in Borsa. Più in generale, con questo pacchetto omnibus Bruxelles afferma di voler semplificare burocrazia e costi amministrativi.