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lunedì, 28 Luglio, 2025
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Il governo approva la delega per i LEP: tutto chiaro?

Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, il disegno di legge recante delega al Governo per la determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP).

Secondo quanto dichiarato nel comunicato ufficiale, i LEP rappresentano “la soglia costituzionalmente necessaria” per rendere effettivi i diritti fondamentali su tutto il territorio nazionale e garantire prestazioni sociali di natura essenziale. La loro definizione, si precisa, è strumentale anche a “un’equa ed efficiente allocazione delle risorse” e al superamento dei divari territoriali nel godimento dei diritti civili e sociali.

Il disegno di legge si compone di 33 articoli, suddivisi in tre titoli. L’articolo 1 descrive i contorni della delega e il procedimento per il suo esercizio. Il Governo avrà nove mesi di tempo, a partire dall’entrata in vigore della legge, per adottare uno o più decreti legislativi che definiscano i LEP in riferimento alle funzioni oggi previste dalla normativa, ad eccezione della materia “tutela della salute”.

Nel Titolo II vengono elencati i principi e criteri direttivi da seguire nella determinazione dei LEP in ciascun ambito materiale. Il provvedimento si chiude con l’articolo 33, il quale stabilisce che dall’attuazione della delega non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Nel disegno governativo, la definizione dei LEP si presenta dunque come la condizione di legittimità e coerenza del regionalismo differenziato previsto dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. Tuttavia, se la cornice normativa si irrobustisce, non si dissipano del tutto i dubbi sull’effettiva sostenibilità economica e gestionale del sistema. I LEP, per essere strumenti reali di equità, dovranno dimostrare nei fatti di poter garantire livelli uniformi di diritti su tutto il territorio nazionale, e non rimanere una formula di equilibrio solo teorico. 

Insomma, con quali risorse garantire il riequilibrio finanziario per avvicinare, grazie appunto ai LEP, gli enti meno datati a quelli finanziariamente più forti? È in grado la finanza pubblica di garantire la perequazione? Non si rischia, alla fine dei giochi, di attirare l’attenzione sulla luce di una stella morta? Sono quesiti da non archiviare con spicchia o superficialità.

Due mandati bastano. Anche a Trento

Le parole del professor Stefano Ceccanti, costituzionalista ed ex parlamentare del Pd, confermano ciò che in molti ritengono scontato: la legge approvata dalla Provincia autonoma di Trento, che consente al presidente della Provincia (Maurizio Fugatti) di candidarsi per un terzo mandato consecutivo, appare costituzionalmente poco difendibile. E infatti, secondo Ceccanti, “ci sono altissime probabilità che la Corte Costituzionale possa accogliere il ricorso del governo”.

Il riferimento, spiega il professore, è alla giurisprudenza già consolidata della Consulta, che in una recente sentenza contro la Regione Campania ha ribadito l’irrinunciabilità del principio di omogeneità nella disciplina dei diritti politici fondamentali. Anzi, nel motivare quella decisione – riguardante le Regioni a statuto ordinario – la Corte ha persino richiamato un precedente relativo ai Comuni della Sardegna, quando fu bocciato un analogo tentativo di allungare a tre i mandati consecutivi per i sindaci.

L’alternanza è garanzia democratica

In genere, nei sistemi che prevedono l’investitura popolare del vertice esecutivo è fissato il principio dell’incandidabilità oltre i due mandati. Negli Stati Uniti la norma si applica a partire dall’inquilino della Casa Bianca. È un esempio che guidò anche il legislatore italiano, per il quale il limite doveva costituire un elemento di equilibrio nella forma di governo locale e regionale. Vale la pena ricordare che l’elezione diretta di Presidenti di Regione e Sindaci ha trasformato la natura del potere esecutivo in chiave ampiamente monocratica: un’accelerazione istituzionale che per forza richiedeva una formula anticesaristica.

Due mandati consecutivi rappresentano una durata sufficiente per attuare un programma di governo e lasciare spazio alla piena condendibilità della carica più rappresentativa e soprattutto più incisiva nel procedimento amministrativo. Oltre, si rischia una deriva personalistica e una compressione del principio di ricambio, che è invece uno degli architravi di ogni democrazia liberale. Anche a Trento, il buon senso – e la Costituzione – devono prevalere.

P.S. Il voto contrario della Lega in Consiglio dei Ministri sul ricorso contro la legge della Provincia autonoma di Trento avrebbe in sltri tempi determinato la crisi di governo. Oggi, indebolita la dignità di gesti e parole della politica, ci si limita a un fugace cenno di disappunto. Fine della trasmissione.

Nicea 325: il Concilio che cambiò la storia del cristianesimo

È nel maggio del 325 d.C., nella città di Nicea, in Bitinia (oggi İznik, Turchia), che si tenne un evento destinato a segnare un punto di svolta nella storia del cristianesimo e dell’Occidente: il primo Concilio ecumenico della Chiesa. Convocato dall’imperatore Costantino, il Concilio aveva un obiettivo ambizioso — risolvere una disputa teologica che rischiava di dividere la relativamente giovane comunità cristiana, da poco uscita dalla clandestinità.

Le cronache del tempo, come quelle di Eusebio di Cesarea, ci restituiscono un’immagine potente dei padri conciliari: molti di loro portavano sul corpo i segni delle persecuzioni appena finite (grazie a Costantino). Erano vescovi, presbiteri e teologi sopravvissuti alle torture e alle condanne inflitte durante i secoli di ostilità imperiali. Mutilazioni, cicatrici, arti amputati: i loro corpi raccontavano la fedeltà a una fede che ora si ritrovava sotto i riflettori del potere imperiale.

Al centro del dibattito c’era una questione esplosiva: chi è veramente Gesù Cristo? Per Ario, un presbitero di Alessandria, il Figlio era una creatura, per quanto sublime, ma non Dio in senso pieno. Una visione che faceva tremare le fondamenta della dottrina cristiana: se Cristo non è Dio, può davvero salvare l’umanità? La tensione era altissima.

Costantino intuì la portata della crisi. E per la prima volta un imperatore romano si dispose a convocare un’assemblea di vescovi da tutto l’Impero, oltre 300 partecipanti, per discutere e decidere insieme.

Dopo settimane di confronti, pressioni e preghiere, il Concilio prese una decisione destinata a diventare dogma. Il Figlio — proclamò il Credo di Nicea — è “generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”. Una sola parola greca, òμοούσιον, ovvero “stessa sostanza”, racchiudeva l’intero verdetto: Gesù Cristo è vero Dio, non inferiore né subordinato.

Ario fu condannato come eretico e le sue tesi escluse dalla dottrina ufficiale. Tuttavia il suo pensiero non scomparve: nei decenni successivi continuò ad affascinare vescovi, imperatori e intere popolazioni, soprattutto tra i popoli germanici. La battaglia per l’ortodossia era appena cominciata.

Il Concilio di Nicea non fu solo un dibattito dottrinale: fu anche un momento di svolta istituzionale. Per la prima volta, la Chiesa si trovava a definire se stessa in stretta collaborazione con l’autorità imperiale. Iniziava così una lunga e complessa relazione tra “trono e altare”, che avrebbe plasmato la storia europea (ed extra europea) per secoli.

Tra l’altro, il Concilio stabilì la data unificata della Pasqua e varò norme disciplinari per vescovi e clero. Ma ciò che lo rese davvero storico fu la sua capacità di offrire una visione unitaria della fede, in un’epoca segnata ancora da frammentazioni e incertezze nel popolo dei fedeli.

Il Credo niceno, completato oltre mezzo secolo dopo a Costantinopoli (382), resta al cuore della dottrina: la domenica è recitato da tutti i cristiani del mondo. In effetti, fu proprio il Concilio di Costantinopoli, convocato dall’imperatore Teodosio I, a chiarire in modo definitivo il dogma della Trinità, affermando la piena divinità dello Spirito Santo. Questa formula di fede è quindi diventata il fondamento dottrinale condiviso dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e da molte confessioni protestanti.

A distanza di 1700 anni, il Concilio di Nicea resta anche il simbolo di come fede pensiero e politica possano intrecciarsi e, preservando  l’autonomia della chiesa, disegnare il volto di una civiltà. E di come, a volte, una parola — òμοούσιον — possa costituire uno spartiacque e riorientare il cammino dell’umanità.

M.O., Schlein: ministro israeliano ha chiarito disegno criminale

Roma, 19 mag. (askanews) – Le dichiarazioni del ministro israeliano Bezalel Smotrich su Gaza “chiariscono il disegno politico, che è un disegno criminale di deportazione forzata dei palestinesi da casa loro. Sì, ha detto Smotrich ‘il mondo non ci fermerà'”. Lo ha detto la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, ospite di Tg2 Post.

Sono “parole gravissime”, ha sottolineato, “io penso che il mondo li debba fermare, perché quel massacro di civili deve finire. Abbiamo visto lì la violazione ogni diritto internazionale umanitario. I nostri deputati sono ancora lì, provavano a entrare con gli aiuti umanitari a Gaza ma non è passato per mesi né acqua né cibo né medicine ed è inaccettabile”.

A giudizio di Schlein “l’Italia, il governo italiano è stato molto timido sul dramma di Gaza e da quando c’è Trump si è ammutolito ancora di più e questo io lo trovo inaccettabile”

Ucraina, Meloni sente Trump e leader Ue: si lavora a negoziati

Roma, 19 mag. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto una nuova conversazione telefonica insieme al presidente francese Emmanuel Macron, al cancelliere tedesco Friedrich Merz, al presidente finlandese Alexander Stubb, alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e al presidente ucraino Volodymyr Zelensky con il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, al termine della telefonata tra quest’ultimo e il presidente russo Vladimir Putin.

“Si lavora – si legge in una nota di Palazzo Chigi – per un immediato avvio dei negoziati tra le parti che possano condurre il prima possibile ad un cessate il fuoco e costruire le condizioni per una pace giusta e duratura in Ucraina. Al riguardo, è stata considerata positivamente la disponibilità del Santo Padre ad ospitare i colloqui presso il Vaticano”.

Gaza, Tajani: da Sa’ar impegno a far entrare gli aiuti italiani

Genova, 19 mag. (askanews) – “Di Gaza me ne occupo pi di loro, stiamo portando a casa dei risultati concreti. Ho concluso la telefonata con il ministro degli Esteri israeliano poco fa e mi ha assicurato che si far tutto il possibile per fare entrare anche gli strumenti che fornisce l’Italia attraverso Food for Gaza”. Cos il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato gli attacchi del Pd della Liguria sulla sua presenza a Genova per la campagna elettorale mentre la situazione aggrava a Gaza.

“Ricordo – ha aggiunto Tajani – che proprio qua a Genova abbiamo donato 15 tir della Iveco carichi di beni alimentari e sanitari al programma alimentare mondiale, abbiamo curato 130 bambini palestinesi negli ospedali pediatrici italiani e anche nel penultimo consiglio dei ministri abbiamo prorogato lo stato di emergenza finanziando ancora la popolazione palestinese, il resto soltanto propaganda, non vale neanche la pena di rispondere. Quali sono le idee per riportare la pace? Se sono in grado di farlo lo facciano”.

“E’ mio dovere come segretario del partito – ha concluso il leader di Forza Italia – stare in mezzo alla gente, stare in giro per l’Italia, perch le cose internazionali si possono fare anche al telefono, la telefonata con il ministro degli Esteri di Israele Gideon Sa’ar si pu fare anche da Genova, non serve stare a Roma chiuso nel Ministero. Io credo che sia pi giusto andare a spiegare ai cittadini di Genova cosa stiamo facendo per loro, per la pace, come costruiamo bene il loro futuro, il resto propaganda, sono chiacchiere che lasciano il tempo che trovano, noi siamo pragmatici, vogliamo stare in mezzo alla gente, guai a non stare in mezzo alla gente”.

Fiorello è tornato con "Radio2 Radio Show. La pennicanza"

Milano, 19 mag. (askanews) – Fiorello è tornato! Dopo settimane di voci, smentite, spoiler e fake news rimbalzate come palline da flipper tra social, radio e tv, lo showman è andato in onda poco fa, dalle ore 13.45 alle 14.30, su Rai Radio2 con uno spettacolo “Radio2 Radio Show. La pennicanza”.

Fiorello non era solo: al suo fianco, come nella migliore delle alchimie, Fabrizio Biggio, attore, sceneggiatore e volto amatissimo della tv. Insieme per un programma basato sull’improvvisazione, un ‘work in progress’. Fiorello torna ai fondamentali della radio, al fascino della voce. E, da domani, con un crescendo di crossmedialità tutta da scoprire.

“Non abbiamo un’idea, siamo qui a fare… nulla, non lo so!”, le prime parole di Fiorello in un debutto all’insegna del caos creativo e dell’ironia più feroce. “Che facciamo, un programma con i personaggi? Ci sono 26 Cannavacciuoli in giro per la tv, gli Achilli Lauri, le Ferragni… Non c’è nessuno libero!”.

Come ci è arrivato lì Fiore? Ce lo spiega direttamente la “fake?” Giorgia Meloni: “Ciao Rosà, so Giorgia! Ti ho trovato un posticino lì a Radio2… lo so, ti devi accontentare. Mi raccomando, unica cosa non nominare mai quello lì con il naso lungo…”. Fiore svela subito l’identità del proibito: “Avete capito, non bisogna nominare Amadeus!”.

In studio, giù di fulmini e saette che non fermano però lo showman: parte subito la telefonata anche all’amico di sempre. E non può mancare l’ironia sui programmi tv da lui condotti: “Sappi che mercoledì su Canale 5, quando andrai in onda tu, torna Mina in televisione e sulla Rai danno la partita di tennis tra Sinner e Papa Leone! Hai poche speranze…”

Ogni programma che si rispetti, poi, deve avere una sigla: “L’ho fatta fare all’Intelligenza Artificiale!”, rivela lo showman siciliano. Ma squilla subito il telefono: è Jovanotti! “Io sarei il siglista, mi licenzi così? Dammi un minuto e te la faccio”. E l’intro musicale è così prontamente servita.

Le notizie del giorno? Non mancano: si parla, ad esempio, della presunta censura della Rai su Michelle Hunziker all’Eurovision. “Ha un’età biologica molto inferiore a quella che ha – commenta Fiorello – e la Rai, antica come un papiro egiziano, ha visto che cantava dopo mezzanotte e ha detto: ‘Oddio, è minorenne!’ e l’ha tagliata”. Per rimediare, quindi, lo showman chiama anche lei e in diretta, insieme, cantano ‘Volare’.

Finale con una polemica ‘sportiva’: “Ieri c’era la finale degli Internazionali, avevo il biglietto ma mi hanno cacciato dalla Tribuna! Ho chiamato Malagò e mi ha detto: ‘Li ho dovuti dare a Renzi, ordine dall’alto’…”.

Insomma, con Fiorello nulla è mai come sembra. Per le puntate di “Radio2 Radio Show. La pennicanza” è prevista anche la messa in onda la mattina successiva su Rai Radio2 dalle ore 7.00 alle ore 7.30 (orario prime time radiofonico) della puntata in versione ridotta con “Il meglio di” che si intitolerà “La sveglianza”. Inoltre, saranno disponibili su RaiPlay tutte le puntate on-demand. I social di @rairadio2 seguiranno lo show e il backstage del programma.

Fiorello è tornato. Ma non come ve lo aspettavate. “Radio2 Radio Show. La pennicanza” è un programma che non ha format, l’idea di non avere un’idea. È Fiorello.

“Radio2 Radio Show. La pennicanza” è un programma di Rosario Fiorello scritto con Francesco Bozzi, Pigi Montebelli, Federico Taddia, e con Fabrizio Biggio, Enrico Nocera, Edoardo Scognamiglio. Le musiche sono di Enrico Cremonesi. Regia di Piergiorgio Camilli. Regia radiofonica Marco Lolli.

Un nuovo podcast ripercorre l’offensiva alleata sulla Linea Gotica

Roma, 19 mag. (askanews) – Esattamente 80 anni fa, l’offensiva della Linea Gotica fu condotta da una forza alleata che comprendeva soldati provenienti da più di 17 Paesi, fra le più multinazionali e multirazziali della storia, in cui erano presenti in gran numero – come parte dell’Ottava armata britannica e della Quinta armata americana – soldati neri dagli Stati uniti e da paesi del Sud America come il Brasile, ma anche dall’Africa e dall’India, inclusi soldati Sikh.

“80 years on, WWII Gothic Line ghosts haunt modern day Italy”, un nuovo podcast in più episodi del giornalista americano Joe Kirwin – un “veterano” della copertura economica e politica dell’Unione europea da Bruxelles – esplora a fondo quella che è una pagina quasi bianca in molti libri di storia, soprattutto in Italia. Eppure quell’offensiva, senza la quale la Liberazione non sarebbe avvenuta, proprio oggi ha un importante riflesso politico, nel momento in cui l’amministrazione del presidente americano Donald Trump sta ridiscutendo apertamente il ruolo e l’importanza dell’Alleanza transatlantica che da allora è stata il pilastro della sicurezza europea e americana.

Kirwin ha trascorso l’ultimo anno viaggiando lungo la Linea Gotica da una costa all’altra dell’Italia lungo gli Appennini intervistando storici, accademici, autori e curatori di musei. Secondo lui, la scarsa consapevolezza della portata di quell’offensiva – che assieme alla Resistenza partigiana dette il colpo finale all’occupazione nazista dell’Italia del Nord e a quel che restava del regime fascista – sarebbe fra le cause della presenza oggi a destra come a sinistra di rilevanti settori dell’opinione pubblica che sono tiepidi, se non apertamente contrari alla solidarietà anche in termini militari con gli alleati europei del fronte orientale nel momento in cui la minaccia del regime dittatoriale di Vladimir Putin si è fatta concreta con l’invasione dell’Ucraina. “Questa mancanza di solidarietà con gli alleati europei e con l’Ucraina ha molto a che fare con i fantasmi della Seconda Guerra Mondiale che ancora perseguitano l’Italia”, ha spiegato Kirwin durante la presentazione del podcast, avvenuta presso la sede della Stampa Estera a Roma.

Alla presentazione alla stampa è intervenuto anche Guido Molinari, alla guida del un nuovo Allies Museum (“Museo degli Alleati”) che aprirà virtualmente a settembre prima di diventare un museo fisico a Roma nel 2030. “Quello che sta accadendo ora rende evidente l’importanza di quello che stiamo facendo”, ha dichiarato Molinari. “Nel cercare di spiegare come le persone provenienti da tutto il mondo, di ogni razza, etnia e religione, abbiano potuto unirsi e liberare l’Italia, siamo certi che la storia sarebbe stata molto diversa se quelle decine di migliaia di giovani uomini e donne non avessero pagato l’estremo sacrificio. Dobbiamo lavorare anche in questi tempi difficili per onorare la loro memoria”.

Terzo mandato, Schlein: nel Governo si sono spaccati sulle poltrone

Roma, 19 mag. (askanews) – “Oggi il governo si è spaccato sulle poltrone, che peraltro erano l’unica cosa che li teneva insieme”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein, arrivando alla maratona oratoria della Cgil a sostegno dei referendum.

“E intanto – ha aggiunto – anche oggi non hanno parlato dei problemi degli italiani nel consiglio dei ministri: mentre i ministri della Lega non votavano sul terzo mandato, non si è parlato dei salari, non si è parlato della sanità pubblica… Anzi, sulla sanità si è aperta una crisi nel governo di destra in Friuli, perché evidentemente continuano a rimpallarsi le responsabilità a vicenda tra il governo nazionale e le regioni”.

“Ma – ha concluso la Schlein – di fondo anche lì c’è la questione del terzo mandato e della prosecuzione del proprio potere. Quindi anche oggi la destra dà la dimostrazione che non ha interesse a occuparsi dei problemi concreti degli italiani ma soltanto del futuro dei propri esponenti”.

Terzo mandato, Tajani: no divisioni, è dibattito splo giuridico

Genova, 19 mag. (askanews) – “Il problema era se impugnare o meno una legge regionale che fissava la possibilità di avere un terzo mandato. Il problema è di tipo giuridico non di tipo personale: se una legge regionale, sia pure di una Regione a statuto speciale, possa scavalcare la legge nazionale. Io credo che prevalga sempre la legge nazionale. Non c’è nessuna divisione, è un dibattito giuridico, non c’è nulla di politico e nulla di personale. Siamo tutti tranquilli”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani commentando il voto contrario della Lega sull’impugnazione da parte del Cdm della legge trentina sul terzo mandato, a margine di un incontro elettorale a Genova.

“Il centrodestra – ha aggiunto Tajani – a differenza della sinistra, è dal 1994 che si presenta unito come qui a Genova. E’ la nostra forza perché la nostra non è un’alleanza elettorale ma è una coalizione politica, con le diverse sfumature e con le diverse identità. Noi siamo diversi dai nostri alleati, siamo il partito popolare europeo in Italia, ma siamo leali fino alla fine della legislatura a questo governo. Quindi si mettano l’anima in pace e non sperino in divisioni nel centrodestra che non ci saranno”.

Dall’economia all’ambiente, l’impatto di INWIT per il settore telco

Roma, 19 mag. (askanews) – Condividere infrastrutture consente di massimizzare l’utilizzo della capacit dell’infrastruttura esistente, evitandone la duplicazione, con importanti effetti economici e sulla crescita dell’occupazione, ma significa anche ridurre l’impatto ambientale e le esternalit negative, migliorando l’accessibilit e la capillarit dei servizi. E’ quanto emerge dallo studio “Il valore di INWIT per l’Italia”, condotto da The European House Ambrosetti, che conferma i benefici economici per il settore telco apportati da INWIT, il primo tower operator italiano e tra le principali digital infrastructure company, che realizza e gestisce infrastrutture digitali, condivise e multi-operatore, a supporto della connettivit wireless su tutto il territorio nazionale. Lo studio multidimensionale – presentato nel corso del Sustainability Day 2025, l’evento organizzato da INWIT per confrontarsi con i propri stakeholder sul ruolo delle infrastrutture digitali e condivise e sul valore che queste generano per l’Italia – sottolinea gli impatti economici, sociali, ambientali e di innovazione apportati da INWIT.

Diego Galli, Direttore Generale INWIT: “A partire da circa 10 anni fa emerso un nuovo modello di separazione tra infrastrutture e servizi che poi ha dato seguito anche al consolidamento delle reti infrastrutturali passive, con il rafforzamento di INWIT e la creazione del leader delle torri di telecomunicazione in Italia. un modello che funzione perch si basa sulla condivisione delle infrastrutture aperte a tutti gli operatori: questo crea efficienza economica, cos come efficienza ambientale. Nel periodo di 10 anni si creato un valore di 15,8 miliardi nel mercato di valore condiviso”.

Secondo lo studio, il modello di business di INWIT, fondato sulla condivisione e basato su infrastrutture digitali mobili e multi-operatore, genera un impatto positivo sulla filiera e nel Paese.

Emiliano Briante, resp. Area Business & Policy Impact ed European Affairs The European Huose-Ambrosetti: “Due numeri su tutti che riguardano l’impatto di INWIT: 1.3 miliardi di contributo alla generazione di Pil per il Paese, che diventano oltre 5 nel quinquennio, e una capacit di sostenere occupazione per oltre tremila persone dal punto di vista diretto-indiretto indotto, con un moltiplicatore molto rilevante di 9.7”.

Sotto il profilo ambientale, INWIT ha perseguito con continuit obiettivi di efficienza energetica, riducendo i propri consumi e contribuendo alla transizione ecologica del Paese: tra il 2015 e il 2024 la condivisione di torri di telecomunicazione mobili ha, infatti, consentito di risparmiare suolo e risorse materiali ed energetiche, limitando la costruzione di infrastrutture digitali aggiuntive e, con esse, di evitare l’emissione di oltre 2,5 milioni di tonnellate di CO2, equivalenti a quelle di 1,7 milioni di voli intercontinentali Roma-New York.

Con oltre 25mila torri, grazie a un modello infrastrutturale diffuso e collaborativo, INWIT attualmente ha almeno una torre nell’82% dei Comuni italiani, con una densit media di una torre ogni 3 km nelle aree rurali e ogni 500 metri nei centri urbani ad alta densit abitativa.

Diego Galli, Direttore Generale INWIT: “Questo modello si basa su molti ed ingenti investimenti: INWIT nel 2024 ha investito il 30% dei ricavi proprio per creare infrastrutture digitali a supporto degli operatori di telecomunicazione per abilitare la digitalizzazione”.

Digitale, 5 mln per progetti congiunti su formazione e inclusione

Roma, 19 mag. (askanews) – Annunciata dall’Impresa sociale Fondo per la Repubblica Digitale l’attivazione di un canale di cofinanziamento da 5 milioni di euro, destinato a sostenere progetti ed iniziative congiunte orientate allo sviluppo delle competenze digitali e all’inclusione sociale, economica e lavorativa dei cittadini.

L’iniziativa, parte del Piano Strategico 2025-2026 approvato dal Comitato di Indirizzo Strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, rappresenta uno strumento innovativo per attivare collaborazioni strategiche tra enti pubblici, privati e del Terzo Settore, con l’obiettivo di amplificare l’impatto delle azioni formative sul territorio.

Il canale di cofinanziamento, che mira ad attrarre risorse supplementari coerenti con le finalità del Fondo per la Repubblica Digitale, vuole inoltre favorire un confronto positivo con le esperienze di altri soggetti, portando avanti collaborazioni strategiche per arricchire reciprocamente la conoscenza, le pratiche e le esperienze sui temi relativi alla formazione e all’inclusione digitale. Questo approccio permette di amplificare l’impatto delle iniziative sostenute e di rafforzare la consapevolezza sul valore dell’investimento e della collaborazione per promuovere la formazione digitale e il reinserimento sociale delle categorie più fragili. Oltre a generare un effetto leva sulle risorse economiche messe in campo dal Fondo per la Repubblica Digitale e dagli interlocutori coinvolti, l’apertura del canale di cofinanziamento mira anche a sperimentare forme di innovazione, sia negli ambiti di intervento sia nelle modalità operative o metodologiche scelte.

Per Daria Perrotta, Ragioniere generale dello Stato e Presidente del Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale: “L’attivazione del nuovo canale di cofinanziamento segna un passo significativo nell’attuazione del Piano Strategico 2025-2026 del Fondo per la Repubblica Digitale. Il Comitato di Indirizzo Strategico prosegue così nel percorso di promozione delle competenze digitali anche a fini di inclusione, valorizzando la collaborazione tra pubblico, privato e Terzo Settore. Il nuovo canale, in linea con la missione del Fondo, incoraggia investimenti congiunti e alleanze progettuali capaci di generare valore condiviso e risposte efficaci alle sfide della transizione digitale. In tale quadro, la collaborazione tra il Governo e le Fondazioni di origine bancaria continua a essere fondamentale per garantire continuità, visione strategica e capacità di attivare risorse utili allo sviluppo digitale del Paese.”

Per Giovanni Azzone, Presidente di Acri: “La nuova linea d’azione di cofinanziamento del Fondo per la Repubblica Digitale rappresenta un’opportunità concreta per moltiplicare le risorse disponibili e generare maggiore impatto. Oltre al valore economico, questa modalità favorisce l’efficienza, l’innovazione nei modelli di intervento, l’attrazione di competenze complementari e l’ampliamento della rete degli attori coinvolti. Significa costruire partenariati più ampi, tra Pubblico, Privato e Terzo settore, orientati a garantire l’accesso alle competenze digitali di base a coloro che rischiano di rimanere esclusi dalla transizione in atto. In questo contesto, le Fondazioni di origine bancaria confermano il proprio ruolo di infrastruttura abilitante e aperta, al servizio dello sviluppo digitale e della coesione sociale”.

Per Martina Lascialfari, Direttrice Generale del Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale: “Con l’apertura del canale di cofinanziamento, l’Impresa sociale mette a disposizione 5 milioni di euro per attivare progetti ed iniziative congiunte sui temi della formazione e dell’inclusione digitale, con l’obiettivo di attrarre risorse aggiuntive da soggetti pubblici e privati. Attraverso le tre modalità di partecipazione previste, il Fondo offre strumenti concreti per attivare alleanze strategiche, valorizzare approcci innovativi e generare impatto sui territori. Il canale di cofinanziamento, oltre a mettere in sinergia le risorse economiche, rappresenta anche un’opportunità per sperimentare soluzioni innovative, sia nei contenuti che nei metodi di intervento. L’iniziativa è quindi un invito a collaborare per rafforzare le competenze digitali della popolazione, soprattutto per le persone e i territori che rischiano di restare esclusi. Investire oggi in formazione e inclusione digitale significa contribuire a una società più preparata, equa ed orientata all’innovazione, capace di affrontare al meglio le sfide della trasformazione digitale.”

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE. Il canale di cofinanziamento è aperto a soggetti pubblici e privati, con o senza scopo di lucro. Le iniziative e le progettualità promosse dovranno focalizzarsi su tematiche di interesse condiviso, attraverso tre modalità operative:

1. bandi pubblici elaborati e promossi congiuntamente dal Fondo con uno o più cofinanziatori in funzione di enti erogatori; 2. progetti proposti direttamente da enti del Terzo Settore e sostenuti, almeno al 50%, da risorse interne e/o esterne provenienti da uno o più cofinanziatori; 3. iniziative elaborate e promosse congiuntamente dal Fondo con uno o più cofinanziatori per la realizzazione di opportunità rivolte alla collettività in linea con la mission del Fondo per la Repubblica Digitale. Il processo di selezione si articola in due momenti: una prima fase, in cui i soggetti interessati presentano la propria idea progettuale e una seconda fase, riservata esclusivamente alle idee ritenute idonee, in cui si procederà con la progettazione esecutiva. I criteri di selezione includono: coerenza con la missione del Fondo, originalità della proposta, assenza di contenuti già sottoposti o respinti, e assenza di interventi per l’acquisto e la costruzione di infrastrutture o esclusivamente finalizzate alla ricerca. Le proposte potranno essere presentate fino al 31 dicembre 2025, salvo esaurimento anticipato delle risorse disponibili. Per informazioni e per candidarsi: cofinanziamento@fondorepubblicadigitale.it

COS’È IL FONDO. Il Fondo per la Repubblica Digitale è una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR e dal PNC ed è alimentato da versamenti delle Fondazioni di origine bancaria, alle quali viene riconosciuto un credito di imposta. Il Fondo seleziona e sostiene progetti di formazione e inclusione digitale per diversi target della popolazione come NEET, donne, disoccupati e inattivi, lavoratori a rischio disoccupazione a causa dell’automazione, studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado, operatori dell’economia sociale, persone detenute e in condizioni di vulnerabilità. L’obiettivo è valutare l’impatto dei progetti formativi sostenuti e replicare su scala più vasta quelli ritenuti più efficaci in modo tale da offrire le migliori pratiche al Governo affinché possa utilizzarle nella definizione di future politiche nazionali. Per maggiori informazioni fondorepubblicadigitale.it.

Rugby, Italia-Scozia apre il Sei Nazioni 2026

Roma, 19 mag. (askanews) – L’edizione 2026 del Guinness Sei Nazioni Maschile ripartirà dove si era conclusa la precedente edizione del Torneo, in Francia, dove i Campioni in carica della Francia ospiteranno l’Irlanda in un big-match inaugurale in calendario la sera di giovedì 5 febbraio.

La Francia giocherà tre incontri interni nel 2026, ospitano l’Italia alla terza giornata e l’Inghilterra nel quinto e conclusivo appuntamento, con “Le Crunch”, la tradizionale sfida tra i Bleus ed il XV della Rosa, appuntamento finale del Guinness Sei Nazioni 2026.

L’Italia di Gonzalo Quesada, con due appuntamenti interni allo Stadio Olimpico di Roma e tre trasferte lontano dalla Capitale, debutterà davanti al pubblico di casa sabato 7 febbraio alle 15.10 ricevendo al Foro Italico la Scozia, in una delle grandi classiche del Torneo.

Dopo due appuntamenti in trasferta alla seconda ed alla terza giornata, sabato 14 febbraio in Irlanda e domenica 22 febbraio per il derby latino contro la Francia che assegna il Trofeo Garibaldi, gli Azzurri torneranno a Roma sabato 7 marzo, ospitando l’Inghilterra alle 17.40.

La trasferta in Galles alla quinta e ultima giornata offrirà al pubblico un’altra classicissima del Guinness Sei Nazioni, con l’Italia che tornerà nella capitale gallese dopo averla espugnata nei Super Saturday tanto nel 2022 che nel 2024.

Sempre più competitivo e imprevedibile anno dopo anni, con un crescente numero di fans collegati per non perdere un momento delle quindici appassionati sfide del Torneo, nel 2025 il Guinness Sei Nazioni ha attirato quasi 130 milioni di telespettatori nei sei mercati televisivi principali, con una crescita del 6.3% rispetto all’anno precedente: numeri che il calendario e l’offerta di grandi sfide dell’edizione 2026 puntano a incrementare ulteriormente.

Il calendario dell’Italia nel Guinness Sei Nazioni 2026 I giornata – sabato 7 febbraio, ore 15.10 Italia v Scozia

II giornata – sabato 14 febbraio, ore 15.10 Irlanda v Italia

III giornata – domenica 22 febbraio, ore 16.10 Francia v Italia

IV giornata – sabato 7 marzo, ore 17.40 Italia v Inghilterra

V giornata – sabato 14 marzo, ore 17.40 Galles v Italia

Il giovane Agrippa ai Capitolini, mostra prorogata fino all’8 giugno

Roma, 19 mag. (askanews) – Nella suggestiva Sala degli Arazzi, nel Palazzo dei Conservatori dei Musei Capitolini, sarà possibile ammirare fino all’8 giugno, grazie ad una proroga, il ritratto della Fondazione Sorgente Group, recentemente identificato con Agrippa Postumo, giovane erede di Augusto, designato alla successione imperiale e vittima delle lotte di potere. Lo accompagnano altri due ritratti di Agrippa, per la prima volta riuniti insieme: uno proveniente dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze e l’altro dalle Collezioni Capitoline.

“La collaborazione con i Musei Capitolini anche in quest’occasione ha portato alla realizzazione di un’importante mostra offerta al pubblico dopo un periodo di studi e di ricerche – sostiene Valter Mainetti, presidente Fondazione Sorgente Group -. La proroga conferma l’interesse di pubblico e studiosi per la qualità della mostra e l’importanza delle collaborazioni tra pubblico e privato per la valorizzazione del nostro patrimonio artistico”.

I tre ritratti raffiguranti il giovane Agrippa Postumo, figlio di Agrippa e di Giulia, sono databili tra l’adozione del 4 e la condanna del 7 d.C., nel periodo in cui Agrippa Postumo ricevette onorificenze e dediche statuarie a Roma e in tutti i territori soggetti all’impero. Il tipo ufficiale del ritratto di Agrippa Postumo della Fondazione Sorgente Group fu realizzato verosimilmente in occasione della sua adozione da parte di Augusto nel 4 d.C., quando Agrippa Postumo aveva 16 anni, e utilizzato per le onorificenze dedicategli in quanto erede designato, con il nome di Agrippa Iulius Caesar, almeno fino al suo allontanamento dalla famiglia e all’esilio nel 7 d.C. Il nome “Agrippa” fu scelto dallo stesso Augusto, in quanto era nato poco tempo dopo la morte del padre, da cui il cognomen Postumus. Al momento dell’adozione, il giovane cambiò il suo nome in Agrippa Iulius Caesar, poiché era entrato nella famiglia di Augusto, la Iulia, ed era così divenuto uno degli eredi designati (Caesar) alla successione.

Visitando la mostra sarà possibile conoscere meglio la vita e il destino del giovane principe designato da Augusto alla successione imperiale, ma anche l’intricata e complessa genealogia della gens giulio-claudia, padrona indiscussa dell’Impero romano fino alla metà del primo secolo dopo Cristo.

UnArchive Found Footage Fest, cinema d’archivio, ospiti e masterclass

Roma, 19 mag. (askanews) -Dal 27 maggio al primo giugno 2025, torna a Roma ‘UnArchive Found Footage Fest’, giunto alla sua terza edizione. Diretto da Marco Bertozzi e Alina Marazzi e prodotto dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, il festival è un punto di riferimento internazionale dedicato alle pratiche di riuso creativo delle immagini d’archivio. L’ispirazione di quest’anno è la rigenerazione, intesa come capacità delle opere audiovisive di vivere molteplici esistenze attraverso il recupero, l’innovazione tecnologica e il gesto artistico. Il festival abbraccia l’idea che l’archivio non sia un contenitore statico, ma un organismo vivo che evolve e ispira.

In un immaginario fatto di fiori che si aprono e materia in trasformazione, UnArchive si presenta come una fioritura culturale che coinvolge una rete articolata di spazi nel cuore di Trastevere e oltre: dal Cinema Intrastevere alla Real Academia de España, dalla Casa Internazionale delle Donne all’Orto Botanico, dalla libreria Zalib allo Spazio Scena, dal Live Alcazar fino all’eccezionale sede dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Nasce così una vera e propria cittadella del riuso creativo.

Fulcro del festival è il Concorso Internazionale, che accoglie venti opere realizzate negli ultimi tre anni, dieci lungometraggi e dieci cortometraggi, tutte incentrate su forme libere e innovative di riuso d’archivio. I premi assegnati saranno tre: il riconoscimento generale UnArchive Award, il premio per il miglior lungometraggio e quello per il miglior cortometraggio. La giuria internazionale, composta da Federica Foglia, Costanza Quatriglio e Eyal Sivan, e la giuria studenti guidata dal regista Agostino Ferrente, assegneranno i premi valutando le opere non solo per la qualità artistica, ma anche per la forza del gesto di ri-significazione del materiale esistente.

Le opere in concorso raccontano un mondo variegato e profondamente connesso alla memoria collettiva. Tra i lungometraggi si segnalano il viaggio meditativo sui treni di Trains di Macie J. Drygas, la ricerca identitaria e intima di I’m Not Everything I Want to Be di Klára Tasovská, la potente operazione di recupero della memoria palestinese di A Fidai Film di Kamal Al Jafari, e l’ode al cinema perduto delle Filippine di Nitrate di Khavn. Si passa dall’analisi del linguaggio propagandistico in Eight Postcards from Utopia di Radu Jude al racconto sulla diaspora armena di My Armenian Phantoms di Tamara Stepanyan, fino alla riflessione storica e personale in A Year in the Life of a Country di Tomasz Wolski.

I cortometraggi propongono percorsi altrettanto ricchi e originali. In Razeh-del, Maryam Tafakory rievoca un “film immaginato” nell’Iran degli anni ’90. In Siluman di Paula Albuquerque, il cinema coloniale è messo in crisi dal punto di vista delle lavoratrici invisibili. L’immersione nella memoria familiare e culturale avviene in In the Flanders Field di Sachin, mentre il dilemma etico della rappresentazione digitale è affrontato in Man Number 4 di Miranda Pennell. Tra i grandi nomi in competizione tra i cortometraggi, Leos Carax che presenterà la sua riflessione artistica-personale It’s not me.

Accanto al concorso, tornano sezioni che hanno caratterizzato le passate edizioni. In Frontiere si ragiona sui limiti simbolici e geografici del found footage, con opere da Cina, Iran, Palestina, Algeria, Portogallo e Bosnia. In Panorami Italiani, trovano spazio autori nazionali come Parenti-D’Anolfi, Sara Fgaier e Samuele Rossi, quest’ultimo con un toccante lavoro sugli ultimi giorni di vita di Enrico Berlinguer. Una fiorente generazione di cineasti italiani è inoltre protagonista della selezione ‘short’, che dimostra l’attenzione crescente verso il riuso d’archivio come pratica artistica viva.

Tra gli ospiti attesi spicca il ritorno di Bill Morrison con il suo cineconcerto darker scritto assieme al premio oscar David Lang accompagnato da un ensemble di archi dell’Auditorium Parco della Musica diretto da Tonino Battista; mentre la sezione Eventi Speciali si apre con un omaggio a Andrei Ujica, che presenta il suo ultimo lavoro Twst – Things We Said Today, accompagnato dalla sua opera, Out Of the Present. A raccontare il lavoro di Ujica, anche lo spazio per una sua masterclass in collaborazione con CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, moderata dallo storico e critico del cinema Emiliano Morreale. Torna sullo schermo anche Eyal Sivan con la proiezione del suo film Jaffa – La meccanica dell’arancia, una riflessione sul conflitto israelo-palestinese e sul potere politico della memoria.

Tra le altre live la partecipazione di Federica Foglia, che porta i suoi innesti di film orfani in una versione espansa, in dialogo sonoro con il trio Faravelli-Malatesta-Ratti. Anche altri artisti animano le serate con progetti di cineperformance, come Luca Maria Baldini e Cosimo Terlizzi, Davide Minotti e Valeria Miracapillo, Rossella Catanese e Piero Fragola.

La nuova sezione Best of Fest propone una selezione di film presentati nei più importanti festival o premi internazionali dedicati al found footage, tra cui IDFA, Festival of (in)Appropriation, Memorimage.

Uno spazio d’onore è dedicato a Ken Jacobs, maestro del cinema d’avanguardia americano, con la proiezione di due sue opere fondamentali curata da Philippe-Alain Michaud, direttore del dipartimento di cinema sperimentale del Centre Pompidou: Tom, Tom, the Piper’s Son e Star Spangled to Death, che sarà presentato per la prima volta in Italia integralmente, con un intervento del regista in collegamento.

Al di fuori delle sale cinematografiche, la sezione Expanded porta il found footage negli spazi urbani e naturali, con installazioni site-specific di Virginia Eleuteri Serpieri, Ausra Lukosiuniene e un programma alla Real Academia de España che raccoglie lavori realizzati da artisti borsisti ed ex borsisti.

Non mancano i momenti di riflessione e approfondimento con panel e masterclass. Tra questi, “Animare gli archivi” analizza il rapporto tra animazione e materiali preesistenti, mentre “A.I. – Archive Intelligence” affronta le sfide poste dall’intelligenza artificiale al riuso delle immagini. Le masterclass (oltre ad Andrei Ujica anche Federica Foglia) offrono ancora agli studenti e al pubblico un’occasione unica di confronto diretto.

Una collaborazione con la Cinémathèque Québécoise porta a Roma la prima internazionale del programma “Les archives dans les mains des cinéastes”, in cui cinque artisti lavorano su materiali sovietici per dar loro nuova forma e senso attraverso il montaggio e la manipolazione.

In occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, il festival presenta in collaborazione con Home Movies il progetto La Liberazione, un film di famiglia, costruito con immagini amatoriali che raccontano la caduta del fascismo e i giorni della libertà.

Nasce infine una nuova rassegna autonoma e collaterale, Riuso di classe, spin-off delle precedenti edizioni, che raccoglie film prodotti in ambito universitario e accademico da autori under 35. Un segnale chiaro della vitalità e dell’interesse che il cinema d’archivio suscita tra le nuove generazioni.

La chiusura del festival, domenica primo giugno, sarà affidata all’opera di Edgar Reitz, autore fondamentale della memoria cinematografica europea, che insieme a Jörg Adolph presenta Subject: Filmmaking, un film costruito sui materiali dei laboratori scolastici da lui condotti. Un’opera, introdotta dallo storico del cinema Giovanni Spagnoletti, che riflette sul senso della vita, del tempo e del cinema, in perfetta sintonia con lo spirito trasformativo di UnArchive.

UnArchive Found Footage Fest è ideato e prodotto dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS (AAMOD), in collaborazione con Archivio Luce, CSC – Cineteca Nazionale, Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti del Comune di Roma, con il riconoscimento del MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma.

Con il sostegno di: Real Academia de España en Roma, Ambasciata Spagnola in Italia, American Academy in Roma, Delegazione del Québec a Roma, Istituto Polacco a Roma, Ambasciata del Portogallo a Roma, Camões – Instituto da cooperaçao e da língua Portugal.

Partner formativi: John Cabot University, Università IULM, NABA, Nuova Accademia di Belle Arti.

Festival Partner: IDFA – International Documentary Film Festival of Amsterdam, MUTA Festival Internacional de Apropiación Audiovisual, Family Film Project, Festival of (In)Appropriation, Memorimage International Film Festival.

Con la collaborazione di: Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Fondazione Musica per Roma, Ministero della Cultura, Direzione Generale Spettacolo, Scena, Spazio della Regione Lazio, Lazio Terra di Cinema, Lazio Crea, Zalib, Live Alcazar, moroni1art, Cinémathèque québécoise, Consulta Universitaria Cinema, Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo Sapienza Università di Roma, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società, Dipartimento Filosofia, Comunicazione e Spettacolo – Università degli Studi Roma Tre. DAMS – Università degli Studi Roma Tre, Accademia di Belle Arti di Roma, Università Iuav di Venezia, UNINT Università degli Studi Internazionali di Roma, RUFA Rome University of Fine Arts, SudTitles, Home Movies – Archivio Nazionale del film di Famiglia di Bologna.

Si ringraziano: Harry Smith Archives, Cineteca di Bologna, Archivio Aperto, Alpe Adria Cinema-Trieste Film Festival, Eye Filmmuseum Netherlands.

Partnership: InterContinental Rome Ambasciatori Palace

Media partner: RAI Radio Tre, RAI Cultura, Taxi Drivers.

Appello di Daniele Novara: Sì a referendum cittadinanza, è pedagogico

Roma, 19 mag. (askanews) – “Andiamo tutti a votare con determinazione e consapevolezza. In particolare, vi invito a votare sì al referendum che propone di ridurre da 10 a 5 anni il tempo necessario per ottenere la cittadinanza italiana. Si tratta di un gesto profondamente pedagogico”: lo afferma Daniele Novara, pedagogista e autore di best seller come “Litigare fa bene”.

“La cittadinanza è un’occasione straordinaria per garantire un senso di adesione profonda valori della nostra comunità nazionale e della nostra Costituzione. È ciò che permette ai bambini e alle bambine di sentirsi parte integrante della collettività in cui vivono, imparano, sognano. Negare la cittadinanza significa interrompere un percorso educativo, spezzare quel senso di appartenenza che nasce nella scuola, nello sport, nella vita quotidiana”, aggiunge.

“Votare a questo referendum è un atto pedagogico, civico e democratico. È un messaggio chiaro ai nostri figli, alle nostre figlie, agli studenti e alle studentesse: la democrazia vive della partecipazione e dell’inclusione. È un modo concreto per affermare che chi cresce insieme deve avere pari diritti – prosegue il pedagogista, sottolineando – I referendum rappresentano uno strumento straordinario di democrazia diretta. Teniamoci stretta questa possibilità, la democrazia è un bene prezioso e fragile, che può subire contraccolpi improvvisi e gravi. Partecipare attivamente significa proteggerla, rafforzarla e tramandarla alle nuove generazioni”.

“Per questo invito tutte e tutti a partecipare”, conclude Daniele Novara “a scegliere e a votare sì”.

Tennis, Sinner 50esima da numero uno. Paolini torna numero 4

Roma, 19 mag. (askanews) – Carlos Alcaraz torna a essere il numero 2 nel ranking ATP. Il successo ottenuto agli Internazionali consente allo spagnolo di scavalcare nuovamente Alexander Zverev, out nei quarti da campione uscente, e di distanziare il tedesco di ben 1565 punti. Ora la vetta, occupata dal fuoriclasse altoatesino per la cinquantesima settimana consecutiva (a quota 10380), è a 1530 lunghezze. Nella Race, al momento, il murciano è nettamente avanti (3740 a 2650), ma, con l’approdo in finale, Sinner risale dal quarto al secondo posto, scavalcando Draper e Zverev. Da sottolineare come, da gennaio a oggi, Jannik abbia preso parte ad appena due eventi (Alcaraz ne conta otto, il britannico sette, il tedesco già undici). A Roma, oltre a Sinner, autore di un eccellente rientro dallo stop forzato, ha brillato anche Lorenzo Musetti, spintosi in semifinale dopo aver eliminato proprio Zverev. Il carrarino sottrae ‘ottava posizione ad Alex de Minaur (nono; – 1). ono sempre sette gli italiani tra i cinquanta. Dietro a Sinner e a Musetti Matteo Berrettini (28; + 2), Flavio Cobolli (35; – 1), Matteo Arnaldi (39; – 2), Lorenzo Sonego (44; 0) e Luciano Darderi (45; + 1). Seguono Mattia Bellucci (68; 0), Luca Nardi (94; + 1), Fabio Fognini (107; 0) Francesco Passaro (140; – 39), Matteo Gigante (167; – 3), Andrea Pellegrino (173; – 6) e Federico Arnaboldi (186; + 8). I top ten del ranking ATP: 1 Jannik Sinner, 2 Carlos Alcaraz (+ 1), 3 Alexander Zverev (- 1), 4 Taylor Fritz, 5 Jack Draper, 6 Novak Djokovic, 7 Casper Ruud, 8 Lorenzo Musetti (+ 1), 9 Alex de Minaur (- 1), 10 Holger Rune.

Buone notizie per il nostro tennis giungono anche dal ranking WTA, dove Jasmine Paolini, magnifica trionfatrice al Foro Italico, torna in quarta posizione (+ 1), eguagliando il career high stabilito lo scorso 28 ottobre. Si tratta del miglior piazzamento mai ottenuto da una giocatrice italiana, alla pari con Francesca Schiavone, che fu n. 4 il 31 gennaio di quattordici anni or sono. La toscana si mette alle spalle per 27 punti (5865 a 5838) niente meno che l’ex numero uno Iga Swiatek, la quale scende dal podio, dove figurava senza interruzioni dal marzo 2022. Da seconda che era, la polacca scivola direttamente al quinto posto (- 3). Davanti a Swiatek vanno anche le statunitensi Coco Gauff (seconda; + 1) e Jessica Pegula (terza; + 1), che, come Paolini, pareggiano i rispettivi primati personali. Subito dietro, a ritoccare il proprio best ranking è la diciottenne russa Mirra Andreeva (sesta; + 1), out nei quarti, che sorpassa Madison Keys (settima; – 1), eliminata al terzo turno. Tra le italiane, dopo Paolini troviamo Lucia Bronzetti (54; + 4), Elisabetta Cocciaretto (81; + 1), Lucrezia Stefanini (153; – 5), Martina Trevisan (163; – 3), Sara Errani (179; – 2) e Nuria Brancaccio (187; – 4). Le top ten del ranking WTA: 1 Aryna Sabalenka, 2 Coco Gauff (+ 1), 3 Jessica Pegula (+ 1), 4 Jasmine Paolini (+ 1), 5 Iga Swiatek (- 3), 6 Mirra Andreeva (+ 1), 7 Madison Keys (- 1), 8 Qinwen Zheng, 9 Emma Navarro, 10 Paula Badosa.

Borgo Pio, il rione del Papa raccontato dal postino Roberto

Roma, 19 mag. – Alla scoperta dello storico quartiere nel cuore di Roma che circonda il Vaticano tra storie di fede, tradizione e quotidianit. A raccontare il suo lavoro il portalettere di Poste Italiane Roberto, che ogni giorno percorre le vie del rione tra fedeli e turisti provenienti da tutto il mondo.

Servizio del TG Poste

"Milano per Gaber" in 5 spettacoli a giugno, al via con Edoardo Prati

Roma, 19 mag. (askanews) – Torna con cinque appuntamenti una nuova edizione di “Milano per Gaber”, la rassegna di spettacoli e incontri con i quali la Fondazione Giorgio Gaber approfondisce e ripropone al pubblico degli appassionati e alle nuove generazioni il vastissimo repertorio musicale e teatrale del Signor G. e il lascito del suo pensiero nella contemporaneità. Cinque importanti iniziative per l’edizione 2025 che si terrà dal 10 al 14 giugno al Teatro Studio Melato e al Teatro Lirico Giorgio Gaber.

Organizzata dalla Fondazione Giorgio Gaber, sostenuta da Comune di Milano con la collaborazione del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa e con il contributo di Fondazione Cariplo, la manifestazione affianca le proposte teatrali nel nome di Gaber a incontri per raccontare al pubblico lo straordinario lavoro di Gaber, la sua libertà di pensiero, il suo impegno civile e morale. In programma quest’anno l’incontro con Edoardo Prati, lo spettacolo Io quella volta lì avevo venticinque anni di Gaber e Luporini con Francesco Centorame, appuntamento con la stand up comedy e La visione di Gaber – Canzoni dell’appartenenza tra libertà e partecipazione, lo spettacolo firmato da Neri Marcorè con la Medit Orchestra diretta da Angelo Valori.

Si parte martedì 10 giugno alle 20.30 con Edoardo Prati, giovane appassionato di studi classici ed editorialista per La Repubblica, in scena al Teatro Studio Melato raccontando la sua straordinaria attività e dialogando con Lorenzo Luporini (attore e nipote di Giorgio Gaber).

Mercoledì 11 e giovedì 12 giugno 20.30 al Teatro Studio Melato tocca a “Io quella volta lì avevo 25 anni”, di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, con Francesco Centorame e Laura Baldassarre al pianoforte. È l’ultimo testo in prosa scritto da Giorgio Gaber e Sandro Luporini alla fine degli anni ’90: dopo un decennio interamente dedicato al Teatro Canzone, era infatti intenzione degli autori riprendere il loro “Teatro d’evocazione'” che negli anni Ottanta li aveva visti protagonisti della drammaturgia italiana.

A seguire, venerdì 13 giugno alle 20.30 al Teatro Lirico Giorgio Gaber è la volta di “La visione di Gaber – Canzoni dell’appartenenza tra libertà e partecipazione”, di Neri Marcorè e Medit Orchestra diretta da Angelo Valori.

Sabato 14 giugno 20.30 al Teatro Studio Melato va in scena “L’illogica allegria – Dal Teatro Canzone alla stand up comedy”, spettacolo dedicato alla stand up comedy e la sua relazione con il Teatro Canzone: sul palco si alterneranno quattro comici selezionati da BeComedy, la più importante realtà di divulgazione dello stand up comedy in Italia, con la collaborazione artistica dalla Fondazione Gaber.

Musica, Simona Molinari nel nuovo spettacolo "La Donna è Mobile"

Roma, 19 mag. (askanews) – “La Donna è Mobile” è il nuovo spettacolo di Simona Molinari, un viaggio teatral-musicale e un tributo alle donne dell’arte, che racconta la figura femminile attraverso la letteratura, la musica e le sue infinite sfumature. Scritto dalla stessa Molinari insieme alla giornalista e autrice Simona Orlando, prendendo spunto dall’aria del Rigoletto di Giuseppe Verdi, il nuovo spettacolo spazia fra le donne della musica e della letteratura, i cui riferimenti si alternano di volta in volta.

Dopo il successo della data zero al Teatro Sociale di Bellinzona lo spettacolo girerà l’Italia partendo da Pisa (per la rassegna Musica sotto la Torre) il 27 giugno. Sul palcoscenico con Simona Molinari una band tutta al femminile composta da: Sade Mangiaracina al pianoforte e backing vocals, Chiara Lucchini al sax, flauto e backing vocals, Francesca Remigi alla batteria ed Elisabetta Pasquale al basso e backing vocals.

Lo spettacolo vuole rappresentare la versatilità, la forza e la libertà espressiva delle donne come interpreti, compositrici e narratrici di emozioni, troppe volte dimenticate dal mondo e il cui valore molto spesso non è stato riconosciuto. “È dedicato a tutte quelle donne che in passato hanno lottato con indomito coraggio e che attraverso una silenziosa ma potente staffetta hanno reso possibile l’espressione artistica delle donne di oggi, e mi hanno permesso di arrivare fin qui” ha affermato l’artista. Il linguaggio de “La Donna è Mobile” è declinato in diversi registri: toni ironici e leggeri diventano man mano più decisi e riflessivi, in un crescendo di pathos. Ogni brano è una storia, ogni interpretazione una chiave per entrare nel mondo di una donna che si racconta e prende voce attraverso la musica. Da Natalia Ginzburg a Mary Shelley, da Dorothy Parker a George Eliot, da Lotte Lenya a Paola Pallottino, i riferimenti letterari si alternano a quelli musicali, spesso introducendoli, ricordando donne ammutolite, omesse nei crediti, costrette a nomi maschili per poter pubblicare un’opera, una canzone o per poter suonare uno strumento, ma che con le loro opere hanno contribuito ad arricchire la memoria collettiva e hanno profondamente segnato una strada.

Tra le donne omaggiate, Nina Simone (“I Put a Spell on You”), donna nera negli Stati Uniti della segregazione razziale e attivista per i diritti civili, Betty Jean Newsome che scrisse di un mondo di uomini per James Brown (“It’s a Man’s Man’s Man’s World”). Un fil rouge unisce la Maddalena di “I Don’t Know How To Love Him” in Jesus Christ Superstar, a Mina bandita dalla tv perché incinta di un uomo sposato. La “Bellissima” di Anna Magnani e “Bad Guy” di Billie Eilish sono accomunate dal coraggio di mostrare una femminilità alternativa ai cliché, mentre un ponte spirituale unisce Violeta Parra e Mercedes Sosa, alla cui figura la Molinari ha dedicato il suo ultimo album e spettacolo di teatro canzone “Hasta siempre Mercedes”.

“Perché secondo te è inferiore il numero di cantautrici di talento, autrici, compositrici, musiciste, produttrici e divulgatrici, rispetto ai loro colleghi uomini? È una domanda che mi rivolgono spesso i musicisti, i giornalisti o anche gli amici, con tono di sfida, per indagare l’origine di un fatto che sembra quasi naturale” ha raccontato Simona Molinari.”Nella mia testa il processo è chiaro e tutt’altro che naturale, ma spiegare una cosa così complessa non si può fare nel tempo di un’intervista, né con un post su Instagram, e neanche con una canzone. Perciò ho pensato di rispondere con uno spettacolo, alla fine del quale ognuno può tirare le sue somme e darsi una risposta. Spettacoli come questo servono prima a me che al pubblico. Ho chiesto a Simona Orlando di sviluppare il tema partendo dal titolo: ‘la donna è mobile’ e credo che nessuno avrebbe potuto approfondire l’argomento meglio di lei. Le musiciste sono incredibili e i tempi sono maturi. Non vedo l’ora”.

Parallelamente al nuovo tour teatrale, Simona Molinari prosegue i concerti dal vivo in estate anche con il Kairos Tour, sia in quintetto sia con le Orchestre Sinfoniche. Il pubblico potrà ascoltare i brani più noti del suo repertorio quali Egocentrica, La Felicità, In cerca di te (sola me ne vò per la città), ma anche You’ll have to swing it (Mr Paganini) di Ella Fitzgerald, La Storia di Francesco De Gregori Caruso di Lucio Dalla, quest’ultimo contenuto in Hasta siempre Mercedes, album di cui presenta anche altri brani tra cui Gracias a la vida, Nu fil e voce (inedito di Bungaro), Cancion de la simples cosas (nella versione del disco con la presenza di Paolo Fresu). Sul palco con Simona Molinari: Claudio Filippini (pianoforte e tastiera), Egidio Marchitelli (chitarre), Nicola Di Camillo (basso elettrico) e Fabio Colella (batteria).

Informazioni su spettacoli e concerti e calendario aggiornato con tutte le date sul sito kinomusic.it e sui canali ufficiali dell’artista.

Von der Leyen, Starmer, Costa: a Gaza situazione inaccettabile

Bruxelles, 19 mag. (askanews) – “La situazione umanitaria a Gaza è inaccettabile: per due mesi nessun aiuto umanitario è entrato a Gaza. Gli aiuti devono raggiungere i civili che ne hanno bisogno immediatamente. Il blocco di Gaza deve essere tolto, ora. Perché gli aiuti umanitari non possono essere politicizzati”. Lo ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa con il premier britannico, Keir Starmer, e con il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, al termine del primo summit Ue-Regno Unito dopo la Brexit, oggi a Londra.

“Facciamo appello – ha continuato von der Leyen – per il ritorno al cessare il fuoco e un immediato rilascio degli ostaggi, in modo che finalmente possa essere conseguita la fine delle ostilità. Siamo convinti – ha sottolineato la presidente della Commissione – che la soluzione a due Stati sia la sola soluzione”.

“Questo significa, tra le altre cose, una Autorità nazionale palestinese funzionante. Noi siamo – ha ricordato von der Leyen – forti sostenitori e finanziatori dell’Autorità palestinese. Come Commissione presenteremo un pacchetto pluriennale da 1,6 miliardi di euro per il 2025, 2026 e 2027 per sostenere l’Autorità palestinese”.

Starmer, a sua volta, ha definito l’attuale situazione di Gaza “davvero seria, inaccettabile, intollerabile. E per questo – ha aggiunto – stiamo lavorando intensamente per coordinarci con altri leader per vedere come rispondere, perché – ha ribadito – è intollerabile e inaccettabile, e continuiamo a lavorare in questo senso”.

Costa, infine ha definito anche lui quanto sta avvenendo a Gaza “inaccettabile”, ma in più ha affermato chiaramente che “Israele deve fermarsi ora immediatamente”.

“Hamas – ha continuato il presidente del Consiglio europeo – deve liberare immediatamente tutti gli ostaggi, e noi dobbiamo tutti insieme, come comunità internazionale, contribuire al percorso della costruzione della soluzione a due Stati, la sola – ha concluso – che può assicurare a una pace durevole nella regione”.

Il governo ha impugnato la legge sul terzo mandato in Trentino

Roma, 19 mag. (askanews) – Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare la legge trentina sul terzo mandato. La Lega ha votato contro in Consiglio dei ministri sulla decisione. L’impugnativa è stata approvata.

L’impuganzione da parte del Consiglio dei ministri della legge trentina sul terzo mandato è “un atto istituzionale molto pesante contro le prerogative dell’autonomia trentina, con una chiara valenza politica, nel senso che le autonomie speciali, come la Corte costituzionale ha anche detto tra le righe nella sentenza sulla Campania, hanno potere legislativo oltreché esclusivo su questa materia, ecco che quindi riteniamo questo un atto contro il Trentino e contro l’autonomia del Trentino. Nei prossimi giorni valuteremo il da farsi”. Lo ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, a margine del Festival delle Regioni.

Ue-Gb, i nuovi accordi del vertice di Londra (il primo dopo la Brexit)

Bruxelles, 19 mag. (askanews) – Il primo vertice formale Ue-Regno Unito dopo la Brexit, svoltosi oggi a Londra, tra il premier britannico Keir Starmer e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, l’Alta Rappresentante per la Politica estera comune dell’Unione, Kaja Kallas, ha confermato l’accordo delle parti su tre testi: 1) una Dichiarazione congiunta Ue-Regno Unito; 2) un Partenariato in materia di sicurezza e difesa; 3) una Intesa comune tra la Commissione europea e il Regno Unito sulle relazioni future.

Inoltre, la Commissione e il Regno Unito hanno preso atto degli accordi politici che portano al pieno accesso reciproco alle acque per la pesca fino al 30 giugno 2038 e che estendono la cooperazione in campo energetico su base continuativa.

L’accordo di separazione (“Withdrawal Agreement”) nel quadro della Brexit, il “Windsor Framework” sulla gestione della frontiera tra Irlanda del Nord e Irlanda, e l’Accordo di commercio e cooperazione rimangono le basi delle relazioni Ue-Regno Unito e dello sviluppo della cooperazione in diversi settori, rileva la Commissione europea in un una nota pubblicata oggi a Bruxelles, aggiungendo che “in particolare, l’Accordo di commercio e cooperazione è l’accordo più ambizioso del suo genere che l’Ue abbia mai concluso con un paese terzo”, e “presenta un ulteriore potenziale significativo da sfruttare. Oggi l’Ue e il Regno Unito hanno rinnovato il loro impegno per la piena, fedele e tempestiva attuazione di questi accordi”.

In materia di pesca, nel quadro del consolidamento dell’Accordo di commercio e cooperazione, le due parti hanno raggiunto un accordo politico che prevede il pieno accesso reciproco alle rispettive acque territoriali oltre il 30 giugno 2026 (come previsto inizialmente dall’Accordo) e fino al 30 giugno 2038. L’obiettivo è garantire stabilità e prevedibilità per i pescatori su entrambe le sponde della Manica. La Commissione europea e il Regno Unito si sono impegnati ad adottare le misure necessarie per formalizzare questo accordo politico entro un mese.

In materia di energia, la Commissione europea e il Regno Unito hanno raggiunto un accordo politico per prorogare progressivamente l’applicazione dell’Accordo di commercio e cooperazione in questo settore, procedendo con la prima di queste proroghe fino al 31 marzo 2027 (oltre la scadenza inizialmente prevista al 30 giugno 2026), e successivamente con rinnovi su base annuale. Anche in questo caso, la Commissione europea e il Regno Unito si sono impegnati ad adottare le misure necessarie per formalizzare questo accordo politico entro un mese. L’Accordo prevede norme per agevolare gli scambi transfrontalieri di energia e materie prime, e una cooperazione in termini di sviluppo della rete e tra i gestori dei sistemi di trasmissione e delle autorità di regolamentazione. E’ stato inoltre concordato, nell’ambito dell’intesa comune, di valutare la partecipazione del Regno Unito al mercato interno dell’elettricità dell’Ue.’

Nuova edizione di Sail Camp per i pazienti onco-ematologici

Brescia, 19 mag. (askanews) – Presentato a Brescia a Palazzo Broletto la nuova edizione di Sail Camp il progetto di riabilitazione rivolto ai pazienti onco-ematologici di tutta Italia che si svolger nei prossimi mesi soprattutto attraverso la vela-terapia. Il progetto promosso dalla sezione di Brescia dell’Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma. La diagnosi di una malattia onco-ematologica rappresenta uno degli eventi pi impattanti e destabilizzanti che una persona possa sperimentare nell’arco della propria vita. Obiettivo principale di Sail Camp favorire un processo di riabilitazione dei pazienti onco-ematologici per tornare a stare bene nella quotidianit, rinforzando il senso di padronanza, autonomia ed autoefficacia. Abbiamo parlato con Giuseppe Navoni, Presidente AIL Brescia:

“Abbiamo il piacere di avere portato le novit nel Sail Camp che viene fatto nell’Alto Garda Bresciano, all’Univela Campione del Garda, dove ci sar uno dei cinque camp dedicato anche ai caregiver, che un’altra attenzione su cui noi vogliamo puntare la nostra attenzione, perch la sofferenza dei familiari molto forte. Per quanto riguarda il progetto ITEC, sono tante uscite sui laghi e al mare, quelle che gestiamo noi sui nostri laghi, permettono di portare centinaia di ammalati, metterli al timone, al timone dell’imbarcazione e quindi di conseguenza al timone della propria vita e tornare a navigare, provare emozioni, sensazioni che gli fanno tornare la voglia di vivere e aiutano a combattere la malattia e a dimenticarla per chi uscito dal percorso fisico, ma deve anche uscire dal percorso di sofferenza psicologica, che si portano questi gravi traumi di malattia oncomatologica”.

AIL Brescia da 24 anni assiste i Pazienti ematologici e i loro famigliari, supporta Ricerca Scientifica sui tumori del sangue e sensibilizza la societ civile su queste tematiche; oggi l’AIL di Brescia una realt forte e radicata, presente pi che mai nel cuore della gente e sul territorio. Una grande storia costruita giorno dopo giorno. Abbiamo parlato con Alessandra Tucci, Direttore Ematologia Ospedali Civici di Brescia:

“Sono ormai oltre 4 mila i pazienti che negli ultimi 15 anni noi abbiamo riaffidato al medico di medicina generale all’interno di un programma congiunto di stretta collaborazione con queste due figure professionali con cui ci scambiamo informazioni. C’ anche un help desk dedicato con un’infermiera che aiuta in questi contatti. Noi ci siamo sempre premoniti di gestire l’aspetto clinico in modo che non sfuggisse nulla, ma molto importante che un’associazione come Ail si prenda cura anche di tutti quegli aspetti psicologici che non sono meno importanti e che fanno parte del benessere completo e complessivo del paziente che esce da un trauma come quello che pu essere stata, che stata la sua malattia”.

Durante il Sail Camp da maggio a settembre ai pazienti ematologici di tutta Italia verranno proposte attivit di carattere sportivo e laboratoriale e sar organizzata un’uscita in barca a vela che consenta al paziente di riprendere metaforicamente il timone della propria vita e un percorso a piedi che gli permetta di rimettersi in cammino scegliendo il proprio personale ritmo di andatura.

“Viaggiare con leggerezza”: Gruppo FS premia i vincitori

Torino, 19 mag. (askanews) – Al Salone del Libro di Torino sono stati premiati i quattro vincitori del concorso letterario “A/R Andata e racconto. Viaggiare con leggerezza: istruzioni per l’uso organizzato”, lanciato dal Gruppo FS e dal Salone Internazionale del Libro di Torino e dedicato a scrittori e scrittrici esordienti. La cerimonia si svolta alla presenza di Annalena Benini e Silvio Viale, direttrice e presidente del Salone Internazionale del Libro, e di Alessandra Calise, Responsabile Comunicazione e Relazioni esterne del Gruppo FS.

“Abbiamo voluto lanciare un concorso che raccontasse la leggerezza del viaggio attraverso le parole; questo stato il fil rouge di tutti i racconti che ci sono arrivati – afferma Alessandra Calise -. Noi riteniamo che il Gruppo FS sia motore della libera circolazione delle idee e quindi ci facciamo promotori di spazi culturali come questo”.

La giuria, interamente composta da affermati scrittori, ha premiato come vincitore del primo posto “Mare More” di Maurizia Di Stefano, il racconto di un’infanzia felice in Bielorussia, interrotta dal disastro nucleare di Chernobyl che costringe la protagonista a lasciare la sua terra per l’Italia, dove recuperare salute e scoprire, nel viaggio, una felicit possibile.

“Quest’anno ha vinto un racconto che non leggero in apparenza, perch riguarda il racconto di una bambina che viaggia, scappando dal disastro nucleare di Chernobyl per respirare l’aria pulita del nostro paese – continua Calise -; questo ci fa capire che anche nella complessit del tempo in cui viviamo, il treno pu essere un luogo dove si animano riflessioni, e che la leggerezza si pu ritrovare nel ricordo dei momenti in cui siamo stati felici”.

“Il Segnalibro” di Franco Revello si aggiudicato il secondo posto, al terzo posto in ex aequo Riccardo Grasso con “Caporale Express” ed Edoardo Maresca con “L’uomo in fuga o L’inquietudine umana”. Infine, a margine della premiazione si tenuto il panel “Nuove narrative di viaggio”, con Ciro Fusco, fotoreporter ANSA, Bruno Pellegrini, CEO & founder di Loquis, Alessandra Calise, Responsabile Comunicazione e Relazioni esterne di FS, insieme al vicedirettore di Skytg24, Omar Schillaci. Un momento di riflessione sulle numerose possibilit di narrare, dalle forme tradizionali della scrittura a quelle pi moderne e contemporanee come i podcast o le pi avanzate tecniche di fotografia.

La Ue ha tagliato di mezzo punto la stima di crescita per l’Italia 2025 (+0,7%)

Roma, 19 mag. (askanews) – La Commissione europea ha consistentemente rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dei Paesi dell’Ue, tra cui l’Italia, prevalentemente a riflesso dei dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump e delle contromisure da essa stessa adottate. Per la Penisola la sforbiciata è stata di mezzo punto percentuale sulla espansione attesa quest’anno, ora ridimensionata allo 0,7%, cui dovrebbe seguire un più 0,9% del Pil nel 2026.

Nelle precedenti previsioni, che erano state pubblicate il primo febbraio, Bruxelles indicava una crescita del Pil italiano all’1,2% su quest’anno. La crescita media nell’area euro è stimata allo 0,9% quest’anno, cui dovrebbe seguire un più 1,4% nel 2026. Per la Germania l’Ue prevede crescita zero quest’anno e un più 1,1% il prossimo; sulla Francia +0,6% del Pil quest’anno e +1,3% il prossimo; sulla Spagna +2,6% quest’anno e +2% il prossimo.

“La nuova amministrazione Usa ha imposto dazi sui beni importanti da un crescente numero di Paesi e su beni specifici. L’imprevedibilità e apparente arbitrio degli annunci hanno portato l’incertezza a livelli che non si vedevano dai momenti più bui della Pandemia – ha affermato il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis nella conferenza stampa di presentazione -. E il dazio medio che gli Usa impongono è il più alto, oggi, dagli anni 30” del secolo scorso.

Tornando alla Penisola, Bruxelles (come in precedenza anche il Fondo monetario internazionale) prevede che l’Italia riconduca il prossimo anno il rapporto tra deficit di Bilancio e Pil sotto la soglia del 3%, prevista dal Patto di stabilità e di crescita, ma al tempo stesso si attende che l’incidenza del debito pubblico continui a salire a causa degli effetti dei crediti fiscali del “Superbonus” per l’edilizia.

Il deficit-Pil di quest’anno in Italia dovrebbe ridursi al 3,3%, un decimale in meno rispetto al 2024, in cui era più che dimezzato rispetto al 7,2% del 2023. Nel 2029 questa voce dovrebbe ridursi a 2,9%. Secondo l’Ue, invece, il debito italiano salirà al 136,7% del Pil quest’anno, dal 135,3% del 2024, e poi al 138,2% del 2026.

Più univocamente positive le attese sulla disoccupazione: per l’Italia è previsto un calo consistente al 5,9% quest’anno, dal 6,5% del 2024, e poi stabilità a questo valore anche nel 2026. L’inflazione nella Penisola è stimata all’1,8% quest’anno e in frenata all’1,5% nel 2026.

Proprio sull’inflazione va segnalato che l’Ue prevede un 2,1% per la media dell’area euro quest’anno ma 1,7% nel 2026: un valore inferiore a quello auspicato dalla Bce, che punta ad un caro vita al 2%. Se l’istituzione monetaria, che solitamente osserva attentamente le previsioni economiche della Commissione, dovesse condividere queste aspettative, potrebbe spianarsi la strada ad tagli più consistenti sui tassi di interesse, quantomeno una volta che la partita sui dazi con gli Usa sarà definita con cifre più stabili sul medio-lungo termine.

Il prossimo Consiglio direttivo Bce operativo sui tassi di interesse si svolgerà il 4 e 5 giugno. In quella occasione la Bce aggiornerà anche le sue previsioni economiche.

Interpellato sui recenti apprezzamenti dell’euro, Dombrovskis ha ricordato che proprio la Bce non ha un obiettivo sui cambi valutari. E la forza della valuta ha effetti positivi ma potrebbe influenzare negativamente le esportazioni. A metà giornata l’euro accelera la risalita a 1,1272 dollari. (fonte immagine: European Union, 2025).

Ue taglia di mezzo punto stima di crescita Italia 2025 (+0,7%)

Roma, 19 mag. (askanews) – La Commissione europea ha consistentemente rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dei Paesi dell’Ue, tra cui l’Italia, prevalentemente a riflesso dei dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump e delle contromisure da essa stessa adottate. Per la Penisola la sforbiciata è stata di mezzo punto percentuale sulla espansione attesa quest’anno, ora ridimensionata allo 0,7%, cui dovrebbe seguire un più 0,9% del Pil nel 2026.

Nelle precedenti previsioni, che erano state pubblicate il primo febbraio, Bruxelles indicava una crescita del Pil italiano all’1,2% su quest’anno. La crescita media nell’area euro è stimata allo 0,9% quest’anno, cui dovrebbe seguire un più 1,4% nel 2026. Per la Germania l’Ue prevede crescita zero quest’anno e un più 1,1% il prossimo; sulla Francia +0,6% del Pil quest’anno e +1,3% il prossimo; sulla Spagna +2,6% quest’anno e +2% il prossimo.

“La nuova amministrazione Usa ha imposto dazi sui beni importanti da un crescente numero di Paesi e su beni specifici. L’imprevedibilità e apparente arbitrio degli annunci hanno portato l’incertezza a livelli che non si vedevano dai momenti più bui della Pandemia – ha affermato il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis nella conferenza stampa di presentazione -. E il dazio medio che gli Usa impongono è il più alto, oggi, dagli anni 30” del secolo scorso.

Tornando alla Penisola, Bruxelles (come in precedenza anche il Fondo monetario internazionale) prevede che l’Italia riconduca il prossimo anno il rapporto tra deficit di Bilancio e Pil sotto la soglia del 3%, prevista dal Patto di stabilità e di crescita, ma al tempo stesso si attende che l’incidenza del debito pubblico continui a salire a causa degli effetti dei crediti fiscali del “Superbonus” per l’edilizia.

Il deficit-Pil di quest’anno in Italia dovrebbe ridursi al 3,3%, un decimale in meno rispetto al 2024, in cui era più che dimezzato rispetto al 7,2% del 2023. Nel 2029 questa voce dovrebbe ridursi a 2,9%. Secondo l’Ue, invece, il debito italiano salirà al 136,7% del Pil quest’anno, dal 135,3% del 2024, e poi al 138,2% del 2026.

Più univocamente positive le attese sulla disoccupazione: per l’Italia è previsto un calo consistente al 5,9% quest’anno, dal 6,5% del 2024, e poi stabilità a questo valore anche nel 2026. L’inflazione nella Penisola è stimata all’1,8% quest’anno e in frenata all’1,5% nel 2026.

Proprio sull’inflazione va segnalato che l’Ue prevede un 2,1% per la media dell’area euro quest’anno ma 1,7% nel 2026: un valore inferiore a quello auspicato dalla Bce, che punta ad un caro vita al 2%. Se l’istituzione monetaria, che solitamente osserva attentamente le previsioni economiche della Commissione, dovesse condividere queste aspettative, potrebbe spianarsi la strada ad tagli più consistenti sui tassi di interesse, quantomeno una volta che la partita sui dazi con gli Usa sarà definita con cifre più stabili sul medio-lungo termine.

Il prossimo Consiglio direttivo Bce operativo sui tassi di interesse si svolgerà il 4 e 5 giugno. In quella occasione la Bce aggiornerà anche le sue previsioni economiche.

Interpellato sui recenti apprezzamenti dell’euro, Dombrovskis ha ricordato che proprio la Bce non ha un obiettivo sui cambi valutari. E la forza della valuta ha effetti positivi ma potrebbe influenzare negativamente le esportazioni. A metà giornata l’euro accelera la risalita a 1,1272 dollari. (fonte immagine: European Union, 2025).

Tedros (Oms): "Due milioni di persone sono alla fame a Gaza"

Roma, 19 mag. (askanews) – “A due mesi dall’inizio dell’ultimo blocco, due milioni di persone soffrono la fame” nella Striscia di Gaza “mentre 116.000 tonnellate di cibo sono bloccate al confine, a pochi minuti di distanza”: lo ha detto oggi il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, aprendo i lavori della riunione annuale degli Stati membri a Ginevra.

“Il rischio di carestia a Gaza sta aumentando a causa del blocco deliberato degli aiuti umanitari”, ha rimarcato Tedros, denunciando al contempo “un sistema sanitario in ginocchio” e decessi “per malattie prevenibili”.

Sanità, Mattarella: superare gli intollerabili divari territoriali

Roma, 19 mag. (askanews) – “Una strategia unitaria e la collaborazione istituzionale” tra Stato e regioni “è necessaria per superare intollerabili divari e garantire una copertura universalistica e un accesso uniforme, obiettivo irrinunciabile per la sanità”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella parlando a Venezia al Festival delle Regioni.

Il capo dello Stato ha ricordato che nel settore della sanità incombono “costi crescenti, il problema delle risorse che sussiste da anni impone esigenze di razionalizzazione e riqualificazione per migliorare i servizi”.

Autonomia, Mattarella: va esercitata in rispetto limiti Costituzione

Roma, 19 mag. (askanews) – “L’autonomia va esercitata nel rispetto dei limiti posti dalla Costituzione e al riparo dallo sconfinamento altrui”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Venezia al Festival delle regioni.

“C’è la necessità di coltivare un rapporto tra i diversi livelli di governo per gestire le intersezioni tra competenze, una gestione che vede molteplici forme di intreccio tra Regioni e Stato e riveste un’importanza fondamentale per il buon esercizio dei rispettivi compiti nell’interesse dei cittadini”.

“La Meraviglia”, le Beabaleari in concerto all’Angelo Mai a Roma

Roma, 19 mag. (askanews) – Le Beabaleari, duo dream pop formato da Diana Tejera e Beatrice Tomassetti, hanno presentato ufficialmente venerd 16 maggio all’Angelo Mai a Roma il loro nuovo disco “Nei sogni non si muore”, pubblicato da Maqueta Records e distribuito da ADA Music.

Un live senza fronzoli, che ha richiamato un pubblico numeroso e coinvolto, puntando su qualit delle canzoni e intensit della performance, con special guest Barbara Eramo. Le Beabaleari sono attive dal 2021. Il progetto nasce dalla collaborazione tra Diana Tejera, cantautrice e produttrice con un passato nei Plastico (gruppo arrivato a Sanremo nel 2002), e Beatrice Tomassetti, autrice e musicista con esperienze nel teatro e nella produzione audiovisiva.

Tante le partecipazioni nel nuovo album, tra cui Pier Cortese (voce in Archeologie plastiche), Chiara Civello (co-autrice e corista in Polpo di Fulmine), Pietro Casadei (co-produttore di diversi brani), Fernando Pantini, Ersilia Prosperi, Raffaele Trapasso, Giampaolo Scatozza e Max Baldassarre. La masterizzazione stata affidata a Carmine Simeone, ai Forward Studios. Alcuni brani del disco, come Io non amo la fine, vedono la partecipazione di ospiti noti, in questo caso la cantante Angela Baraldi

Nelle immagini un estratto dei brani live de “La Meraviglia” e “Come l’acqua sulla luna”.

Primo vertice Ue-Gb dopo la Brexit per "voltare pagina"

Bruxelles, 19 mag. (askanews) – Primo vertice formale Ue-Regno Unito Unito dopo la Brexit, ospitato del premier britannico londra Keir Starmer, con la partecipazione del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, e dell’Alta Rappresentante per la Politica estera comune dell’Unione, Kaja Kallas.

Il vertice è stato preceduto da un intenso lavoro tecnico a Bruxelles da parte del Coreper (il Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Ue), che ha portato all’elaborazione di diversi testi (un Dichiarazione congiunta, un Accordo di intesa comune sulle relazioni future e un Partenariato per la difesa e la sicurezza).

I testi negoziati, a quanto si apprende a Bruxelles includono, in estrema sintesi: 1) pieno accesso reciproco alle acque per la pesca fino al 30 giugno 2038; 2) accordi sul riconoscimento delle norme sanitarie e fitosanitarie (Sps) senza limiti di tempo; 3) un Partenariato per la sicurezza e la difesa (che prevede, tra l’altro, la possibilità per il Regno Unito e per le sue imprese di partecipare agli appalti congiunti dei paesi Ue per il rafforzamento delle capacità di difesa); 4) un quadro per futuri accordi per la mobilità giovanile e degli studenti; 5) Accordi per la cooperazione energetica e la partecipazione del Regno Unito al mercato Ue dell’elettricità.

Questo summit, hanno affermato fonti Ue qualificate a Bruxelles, “dimostra che siamo entrati in una nuova fase nelle nostre relazioni con il Regno Unito: un vicino, un alleato e un partner globale. Il processo negoziale in vista di questo vertice si è protratto fino all’ultimo minuto”.

“Comunque – puntualizzano le fonti -, i negoziati si sono sempre svolti in buona fede da entrambe le parti e il risultato è molto positivo per entrambe. Nessuna delle ‘linee rosse’ (le concessioni considerate inaccettabili, per esempio per quanto riguarda l’integrità del mercato unico, da parte dell’Unione, ndr) è stata superata, né per quanto riguarda il Regno Unito né per quanto riguarda l’Ue”.

“Stiamo voltando pagina e ci stiamo muovendo verso un nuovo partenariato strategico. E lo stiamo facendo – sottolineano le fonti – non solo a parole, ma con risultati concreti: una dichiarazione congiunta che definisce la nostra futura cooperazione su questioni globali chiave, un partenariato per la sicurezza e la difesa che apre la strada alla partecipazione del Regno Unito ai programmi di difesa dell’Ue e un’intesa comune su un’agenda rinnovata per la cooperazione, che individua i settori in cui lavoreremo più strettamente insieme. Continueremo ora a collaborare per esplorare risultati reciprocamente vantaggiosi in questi settori”, concludono le fonti.

La danza torna protagonista ad "Amici", vince il ballerino Daniele

Milano, 19 mag. (askanews) – Ha impressionato il pubblico per le sue incredibili doti atletiche e interpretative, il vincitore assoluto della 24esima edizione di “Amici” è il ballerino Daniele. Diciotto anni, compiuti durante il programma, ballerino di modern, è nato ad Aversa e vive a Roma, come insegnate di riferimento ha avuto Alessandra Celentano. Nel suo percorso ha rischiato di uscire dal programma a causa di un infortunio, che lo ha costretto a uno stop, ma con determinazione è arrivato alla finale. Alzando la coppa che lo scorso anno era stata di Sarah Toscano, ha ringraziato la famiglia e ovviamente Maria De Filippi.

La danza dunque torna protagonista del talent di Maria De Filippi, l’ultima ad aggiudicarsi la vittoria nella danza era stata Giulia Stabile nel 2021. Il vincitore della categoria canto e secondo classificato è il cantante Trigno, 23 anni, nato ad Asti, che vive a Milano. Grande interprete, dotato di una notevole presenza scenica, il 23 maggio pubblicherà il suo primo EP. Amici segna il 27% di share pari a 3 milioni 786mila telespettatori e si aggiudica prima e seconda serata (nonostante la controprogrammazione calcistica).

Confindustria: incertezza e dazi frenano la crescita

Milano, 19 mag. (askanews) – Incertezza e dazi frenano export e investimenti, stando alla rilevazione del Centro studi di Confindustria che intravede “rischi per l’industria, che stava recuperando” e si attende una “frenata”. Il pil italiano, si legge nella congiuntura flash relativa al mese di maggio del centro studi Confidustria, è cresciuto più del previsto nel primo trimestre 2025 (+0,3%), con l’industria che ha interrotto il suo lungo calo. Nel secondo trimestre, però, i dazi e le alterne decisioni dell’amministrazione Trump tengono alta l’incertezza e bassa la fiducia, frenando principalmente export e investimenti.

Le minori attese di crescita, tuttavia, riducono il prezzo dell’energia, agevolando il taglio dei tassi in Europa.

Dombrovskis: dazi Usa record da anni ’30 e incertezza top da Covid

Roma, 19 mag. (askanews) – “La nuova amministrazione Usa ha imposto dazi sui beni importanti da un crescente numero di Paesi e su beni specifici. L’imprevedibilità e apparentemente arbitrio degli annunci hanno portato l’incertezza a livelli che non si vedevano dai momenti più bui della Pandemia. Il dazio medio che gli Usa impongono è il più alto, oggi, dagli anni 30” del secolo scorso. Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis nella conferenza stampa sulle nuove previsioni economiche. (fonte immagine: European Union).

Tv, su RaiPlay il dramedy svedese "Un giorno tutto questo sarà tuo"

Roma, 19 mag. (askanews) – Dal 24 maggio sarà disponibile in esclusiva su RaiPlay “Un giorno tutto questo sarà tuo” (titolo originale: “One Day All This Will Be Yours”), una commedia drammatica, eccentrica e toccante, diretta da Andreas Ohman. Il film, presentato in concorso alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione Progressive Cinema, vede protagonista Karin Franz Körlof nel ruolo di Lisa, affiancata da Peter Haber, Suzanne Reuter, Filip Berg, Liv Mjones e Arvin Kananian. La regia e la sceneggiatura sono di Andreas Ohman.

“Un giorno tutto questo sarà tuo” esplora le dinamiche familiari e le tensioni che emergono quando una famiglia si riunisce dopo anni di distanza. Protagonista della storia è Lisa, una fumettista di successo, che torna nella fattoria dei genitori, nel Nord della Svezia, insieme ai suoi fratelli, per la prima volta dopo oltre dieci anni. I genitori hanno deciso che solo uno di loro erediterà la foresta di famiglia, una proprietà tramandata da generazioni. Questa scelta fa riemergere vecchi conflitti e costringe ciascuno a confrontarsi con il proprio passato e le proprie scelte di vita.

Il regista adotta uno stile narrativo che mescola commedia e dramma, arricchito da inserti animati che rappresentano le fantasie e le insicurezze della protagonista. Questi elementi onirici, come bolle di sapone parlanti o alberi canterini, offrono uno sguardo ironico e profondo sulla psiche di Lisa, evidenziando il suo conflitto interiore tra desiderio di indipendenza e senso di appartenenza familiare.

Come racconta lo stesso regista: “Lisa, come è implicito nella dedica del film, è in parte basata su di me e in parte su mia sorella, che morì in un incidente quando aveva 12 anni. Ho preso la sua onestà e il suo umorismo, che erano notevoli, e poi ho aggiunto le mie esperienze personali. Parte di ciò che vediamo è realmente accaduto: qualche anno fa, i miei genitori ci chiamarono per parlare della segheria e del bosco, volevano discutere chi ne avrebbe preso il controllo. Quando ero a Los Angeles ho raccontato questo evento a una conoscente della FOX, che ha detto che sembrava una storia universale che avrebbe meritato un film”.

Bolzano passato al centrodestra, Corrarati sindaco. Crolla l’affluenza

Roma, 19 mag. (askanews) – Per la prima volta Bolzano avrà un sindaco di centrodestra: è Claudio Corrarati, l’imprenditore prestato alla politica, che vince con il 51,03% dei voti contro l’assessore uscente sostenuto dal centrosinistra Juri Andriollo, rimasto al 48,97%. Nella notte quando tutte le ottanta sezioni sono state scrutinate a dividerli ci sono appena 708 voti, un margine più stretto del primo turno che aveva visto Corrarati avanti di nove punti percentuali su Andriollo, ma sufficiente a strappare al centrosinistra la guida della città. A Corrarati ha telefonato la premier Giorgia Meloni per congratularsi della vittoria.

A Merano, invece, la nuova sindaca è, con il 55% dei voti, Katharina Zeller, vice sindaca uscente e figlia della senatrice Svp Julia Unterberger, con cui la Svp riconquista il Comune che era passato in mani italiane con Dario Dal Medico, civico di centrodestra, a questa elezione rimasto al 45%.

A Cles la nuova sindaca è Stella Menapace, sostenuta dal Patt e da due liste civiche, che batte Paola Demagri (centrosinistra) per una manciata di voti, mentre a Riva del Garda vince il candidato del centrosinistra Alessio Zanoni con il 60,8% contro la candidata del centrosinistra Silvia Betta (39,1%). Per una quarantina di voti Pergine Valsugana va al centrodestra con Marco Morelli (59,2%) contro Carlo Pintarelli (49,7%), sostenuto da una serie di liste civiche; ad Arco, invece, la candidata ambientalista Arianna Fiorio si impone con il 62,5% su Alessandro Amistadi (37,4%) sostenuto dal centrodestra.

Ma il dato che salta agli occhi è quello della bassa affluenza alle urne nei tredici Comuni (undici in Trentino e due in Alto Adige) che ieri sono andati al ballottaggio. Il dato definitivo sull’affluenza a Bolzano restituisce un quadro di forte disaffezione: ha votato il 42,7% degli aventi diritto, vale a dire 34.977 persone. In occasione del primo turno di due settimane fa, l’affluenza nel capoluogo era stata del 52,2%.

Alla chiusura dei seggi a Merano ha votato il 41,4% degli aventi diritto in calo di 8 punti percentuali rispetto al primo turno e in ulteriore calo di 5 punti percentuali rispetto al ballottaggio del 2021. Non è andata molto meglio a Pergine (49,08%), ad Arco (48,33%), a Riva del Garda (44,17%).

Ue: deficit-Pil Italia sotto 3% in 2026 ma debito continua a salire

Roma, 19 mag. (askanews) – La Commissione europea prevede che l’Italia riconduca il prossimo anno il rapporto tra deficit di Bilancio e Pil sotto la soglia del 3%, prevista dal Patto di stabilità e di crescita, ma al tempo stesso si attende che l’incidenza del debito pubblico continui a salire a causa degli effetti dei crediti fiscali del “Superbonus” per l’edilizia.

Secondo le previsioni di primavera, il deficit-Pil di quest’anno in Italia dovrebbe ridursi al 3,3%, un decimale in meno rispetto al 2024, in cui era più che dimezzato rispetto al 7,2% del 2023. Nel 2029 questa voce dovrebbe ridursi a 2,9%. Secondo l’Ue, invece, il debito italiano salirà al 136,7% del Pil quest’anno, dal 135,3% del 2024, e poi al 138,2% del 2026.

Ue taglia stime di crescita Pil Italia 2025 al +0,7%, 2026 +0,9%

Roma, 19 mag. (askanews) – La Commissione europea ha consistentemente rivisto al ribasso – di mezzo punto percentuale – la previsione di crescita economica dell’Italia di quest’anno, stimandola ora allo 0,7%, cui dovrebbe seguire un più 0,9% del Pil nel 2026. I dati sono contenuti nelle previsioni di primavera e il taglio riflette prevalentemente l’effetto dei dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump e delle rappresaglie adottate dalla Ue.

Nelle precedenti previsioni, che erano state pubblicate il primo febbraio, Bruxelles indicava una crescita del Pil per l’Italia all’1,2% su quest’anno.

Meloni con Starmer, Macron e Merz al telefono con Trump per la pace in Ucraina

Roma, 19 mag. (askanews) – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto nella tarda serata di ieri una conversazione telefonica con il Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald J. Trump, insieme ai Leader di Regno Unito, Keir Starmer, Francia, Emmanuel Macron, e Germania, Friedrich Merz, per consultazioni prima dell’annunciata telefonata che il Presidente Trump avrà oggi con il Presidente Putin.

La presidente del Consiglio ha innanzitutto ribadito il sostegno dell’Italia, insieme ai partner europei e occidentali, agli sforzi del Presidente Trump per una pace giusta e duratura in Ucraina, sottolineando l’importanza di un cessate il fuoco immediato e incondizionato.

La presidente del Consiglio ha infine espresso apprezzamento per la disponibilità dimostrata ancora una volta da parte ucraina a favore del dialogo e ha reiterato l’auspicio che Mosca si impegni seriamente attraverso contatti diretti tra Leader in un negoziato che conduca alla pace.

Nicușor Dan vince al centro: dalla Romania un messaggio anti Schlein

Il 18 maggio 2025, la Romania ha vissuto un momento storico: Nicușor Dan, sindaco di Bucarest e candidato indipendente di orientamento centrista e pro-europeo, ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali con oltre il 54% dei voti, superando il leader dell’estrema destra George Simion, che aveva primeggiato al primo turno .

 

Un profilo politico centrato su riformismo e moderazione

Nicușor Dan, 55 anni, è un matematico e attivista civico noto per il suo impegno nella tutela del patrimonio architettonico di Bucarest. Fondatore dell’associazione “Salvate Bucarest”, ha poi dato vita al partito Unione Salvate la Romania (USR), lanciando una nuova sfida.

La sua candidatura presidenziale si è basata su un programma riformista ed europeista, mirato ad unire progressisti e moderati attorno a valori comuni come l’onestà, la trasparenza e, soprattutto, l’apertura all’integrazione europea. Dan ha enfatizzato la necessità di riforme istituzionali, la lotta alla corruzione e il rafforzamento dello stato di diritto, proponendosi come alternativa credibile sia all’estrema destra nazionalista sia ai partiti tradizionali.

 

Una vittoria costruita sull’unità e la partecipazione

Nonostante un iniziale svantaggio al primo turno, il sindaco di Bucarest ha saputo mobilitare un ampio fronte di elettori, inclusi giovani, cittadini urbani e la diaspora rumena, preoccupati per le ingerenze straniere (ovvero della Russia fi Putin) e desiderosi di un futuro ancorato all’Unione Europea e ai valori democratici. La sua capacità di aggregare diverse sensibilità politiche attorno a un progetto comune ha rappresentato la chiave del successo.

 

Una lezione per il centro italiano

La vittoria di Nicușor Dan offre spunti di riflessione anche per il panorama politico italiano. In un contesto europeo segnato dalla polarizzazione e dall’avanzata di forze populiste e sovraniste, l’esperienza rumena dimostra che esiste spazio per un’offerta politica centrista, riformista e pro-europea, capace di attrarre elettori sia moderati che progressisti.

Mentre in Italia il Partito Democratico, sotto la guida di Elly Schlein, sembra orientarsi verso una strategia di contrapposizione netta alla destra, puntando su opzioni e messaggi radicali, l’esempio di Dan suggerisce l’efficacia di un approccio inclusivo e pragmatico. Una proposta politica che valorizzi la competenza, la trasparenza e l’impegno civico può rappresentare un’alternativa credibile e vincente, capace cioè di rispondere alle esigenze di una società sempre più insofferente nei riguardi della politica del muro contro muro.

In conclusione, il successo di Nicușor Dan evidenzia l’importanza di costruire ponti tra diverse culture politiche, superando le divisioni ideologiche in favore di un progetto comune basato su valori condivisi. Una strategia che potrebbe rivelarsi vincente anche in Italia, rilanciando il ruolo del centro come forza propulsiva per il rinnovamento democratico e l’integrazione europea.

Calcio, Risultati e classifica serie A

Roma, 19 mag. (askanews) – Questi i risultati e la classifica dopo la 37esima giornata di serie A:

Cagliari-Venezia 3-0, Fiorentina-Bologna 3-2, Genoa-Atalanta 2-3, Hellas Verona-Como 1-1, Inter-Lazio 2-2, Juventus-Udinese 2-0, Lecce-Torino 1-0, Monza-Empoli 1-3, Parma-Napoli 0-0, Roma-Milan 3-1.

Classifica: Napoli 79, Inter 78, Atalanta 74, Juventus 67, Roma 66, Lazio 65, Bologna, Fiorentina 62, Milan 60, Como 49, Torino, Udinese 44, Genoa 40, Cagliari 36, Verona 34, Parma 33, Lecce, Empoli 31, Venezia 29, Monza 18.

38esima giornata Atalanta-Parma, Bologna-Genoa, Como-Inter, Empoli-Verona, Lazio-Lecce, Milan-Monza, Napoli-Cagliari, Torino-Roma, Udinese-Fiorentina, Venezia-Juventus.

Rating, debito e democrazia: il pluralismo è un bene comune

Quel Proteo che ha il nome di capitalismo s’adatta alla storia ma pretende anche di modificarla e subito dopo, avendola modificata, vi si conforma. È un movimento che non conosce tregua, ma esige comunque una fonte di regolazione. Difficile accorgersene, tuttavia è così.

Con il declassamento deciso da Moody’s, gli Stati Uniti perdono anche l’ultima tripla A rimasta in piedi dopo che anche Standar & Poor’s e Fitch avevano provveduto a farlo. Ma la notizia è meno tecnica di quanto sembri. In gioco non c’è solo il livello del deficit o la traiettoria del debito, bensì anche la credibilità dello Stato. Il mercato – e Moody’s lo dice apertamente – non teme tanto la spesa pubblica in sé, quanto l’indebolimento dei presìdi che garantiscono la trasparenza e la correttezza nella sua gestione.

È questo il punto più interessante messo in evidenza da Federico Fubini sul Corriere della Sera di ieri (Con l’addio alla tripla A la leadership americana ora rischia di indebolirsi). Egli riporta il giudizio della prestigiosa agenzia di rating sulla solidità del sistema americano: esso “tiene conto delle caratteristiche istituzionali, inclusa la separazione dei poteri tra le tre branche del governo (esecutivo, legislativo e giudiziario) che contribuisce all’efficacia delle politiche”. 

È un passaggio che suona come un monito. Moody’s riconosce che il deficit Usa è frutto di scelte trasversali a più amministrazioni o poteri pubblici, ma esprime preoccupazione per la curvatura autoritaria in corso, avvertendo che eventuali forzature di Trump, pure con lo svilimento del ruolo del Congresso, potrebbero determinare ulteriori declassamenti.

Il messaggio è chiaro: il pluralismo istituzionale non è un ostacolo, ma un asset politico. È la cornice che rende credibile, agli occhi del mondo, la capacità di un Paese di onorare i propri impegni. Dove mancano contrappesi e organi indipendenti, anche la più ambiziosa politica di bilancio perde un che di legittimità. Il capitalismo, se inteso come sistema produttivo e finanziario globale, non si regge solo sul profitto ma su un minimo di ordine razionale e di equilibrio tra le parti.

Solo quando esiste un rispetto per la funzione regolatoria e di vigilanza, l’economia trova il giusto puntello e il debito pubblico mantiene un adeguato livello di trasparenza. Quando invece prevalgono modelli o tendenze di tipo autoritario, l’accentramento porta con sé opacità, incertezza, arbitrarietà. Il mercato, allora, si ritrae.

La lezione che viene dagli Stati Uniti interpella l’Europa. Difendere la democrazia non è solo un dovere civile e morale: è una condizione per rendere le politiche economiche credibili e sostenibili. In questo senso, tutto il complesso dei checks and balances non è un sovrappiù generato da un pensiero politico astratto. Piuttosto, a guardar bene, è vera garanzia di libertà e presidio del bene comune. Lo dice anche il rating.

Papa Prevost, l’amore e noi

Le parole del Santo Padre nella sua omelia in occasione della messa d’inizio pontificato sono note ma vale la pena provare una riflessione. Il Santo Padre ha confermato la sua forma espressiva composta di semplicità e determinazione. A condimento ha messo anche una quota di emozione che non ha saputo e neppure voluto mascherare perché sta a mostrare, oltre i sentimenti che ti ballano nel cuore, anche la dimensione della responsabilità che assumi di governare e che il mondo deve aver chiaro ti carichi sulle spalle. 

Gli è stato infilato l’anello del “pescatore” e per un attimo i ruoli si sono ribaltati. E’ stato preso all’amo dal suo Dio che gli ha detto che ora tocca a lui il governo della Chiesa e deve badare subito a fare esperienza per prendere al laccio una umanità smarrita per ogni dove. La prima vittima di Dio è stata Papa Prevost e da qui non si torna indietro. 

Quella del Santo Padre sono state parole di particolare violenza, sbattendo in faccia al mondo una realtà con cui fare i conti e per la quale c’è poco da fare orecchie da mercante.

Ha invocato una pace alla quale i Grandi della terra, per non essere soppiantati, dovrebbero trovare urgente attuazione, magari imbeccati dal verso che recita: “Una pace che neutralizza / E un discredito medio / Sono onore a scoprirsi / Per altri dopo”.

Ha parlato dell’Amore e di nuovo gli ha dato timbro di un fatto straordinario, come per la prima volta sulla scena dell’umano. La qualità di questo Papa è nel rendere nuovo e inaudito ciò che per secoli è già stato detto. 

Sua Santità ha ammesso di aver provato “timore e tremore” al momento della sua elezione. Si è ispirato evidentemente ai suoi studi su Kierkegaard e si riferiva al Salmo 55 in cui l’uomo affida le sue speranze al Creatore consapevole della esiguità dei suoi poveri mezzi. 

“Timore e tremore mi invadono e lo sgomento mi opprime” è la condizione dell’uomo di oggi e si contrappone è alla gioia di Paolo che si compiace per la conversione dei Corinzi che hanno accolto il suo inviato Tito con quei sentimenti di rispetto e di ansia. 

Timore e tremore sono per il filosofo danese lo stato d’animo relativo alla obbedienza di Abramo nel sacrificare il figlio Isacco a Dio e lo è ancor più quello dell’umanità che invece stenta a rassegnarsi al loro bene, schiva a pagare anche il minimo dazio alla salvezza.

Papa Prevost non si è accontentato di esprimere lo stato d’animo che ha provato al momento della sua elezione e che tutt’ora lo segna. Ha richiamato l’auspicio per l’unità dei cristiani che ora appare inconcepibilmente non ancora nei fatti, una posizione del tutto fuori dalla attualità, una sbavatura a cui occorre porre subito riparo senza altre esitazioni.

C’è un altro punto che il Pontefice ha posto in evidenza è che ha l’impatto di una martellata nella coscienza di ciascun uomo della terra. Ha avuto l’azzardo addirittura di parlare di amore, dicendo che è giunta l’ora dell’amore.

Per chi ha memoria “L’ora dell’amore” è il titolo di una vecchia canzone del gruppo dei Camaleonti che ne fecero un cavallo di battaglia dei loro tempi. Allo stesso modo l’umanità dovrebbe cambiare pelle e intuire che la sola strada da intraprendere è fare pratica dell’amore che è assai più faticosa che nutrire eserciti per la guerra. 

Si tratterebbe di gettare il cuore oltre l’ostacolo o meglio ancora oltre le trincee e sperimentare il vantaggio e la convenienza di sostituire il bene alla polvere da sparo.

È una operazione culturale di enorme portata che potrebbe segnare almeno un periodo del terzo millennio per cui si potrebbe dire che per un tempo gli uomini si amarono e non si armarono. Eppure tutto questo ancora non sarebbe sufficiente. 

Si tratterebbe di ribaltare il pensiero del poeta che dice che la Storia è fatta di quanto c’è in noi di criminale e la bontà è invece senza tempo, ragion per cui “se il sentimento di equità è restio, quello che ama di più voglio essere io”.

Ci sarebbe una tappa assai più impegnativa da raggiungere spingendosi più in là nelle ambizioni. Come già detto in altra precedente pagina “Non dignitas imaginis sed amor ergo sum”, in quanto sono stato capace di farmi amare allora ho ragione di riconoscermi e di accreditarmi di valore.

Vorrebbe dire che ci si è condotti in modo tale da poter essere oggetto di amore del prossimo. Messe le cose in questo modo sembrerebbe allora che i problemi potrebbero finalmente trovare soluzione nel miglior modo.

Dunque, “Ama e fa ciò che vuoi” di S. Agostino non è sufficiente ma neanche ci si può accontentare del richiamo a fare in maniera di essere amati.

Resta invece un terzo ostacolo forse impossibile su cui cimentarsi. L’opera grandiosa e forse ancor più insormontabile è quella di imparare ad accettare ed apprezzare l’amore che ci viene dal prossimo, di farlo proprio e di considerarlo un dono da accogliere con ogni gioia e senza alcuna ombra di reticenza. “Timeo Danaos et dona ferentes”, temi i Greci e i loro doni è un monito ormai da distogliersi di dosso.

Secondo Auden “…l’amore è insicuro, dà meno delle attese. Non sa se è seme che si mostrerà per tempo Con profusione splendida di frutti O se è solo un degenerato avanzo Di un che d’immenso nel passato che ora sopravvive però come contagio O nella caricatura maligna dell’ebbrezza….”.

Ci vorrebbe un uomo nuovo, che imponga alla storia di aggiornarsi suo malgrado e che alteri la sua piega sgualcendola finalmente al dritto e che non faccia dell’amore uno scarto.

“Io, al passo con le stagioni, mi muovo, Diverso o con un diverso amore. Né sto tanto a preoccuparmi dell’assenso, Del sorriso di pietra di questo dio rurale Che non fu mai più reticente, sempre Timoroso di dir più del voluto”.

Se Dio è misurato nelle parole, in attesa che gli uomini sappiano davvero ascoltare, Papa Prevost ha confessato timore e tremore ma anche nessuna esitazione. A noi resta soltanto prenderne atto.

Popolari, adesso non si può non ripartire

Al di là delle singole e del tutto legittime opinioni, un dato è sufficientemente certo e quasi oggettivo. Ovvero, l’area cattolico popolare e sociale nel nostro paese è radicalmente sbandata, disorientata, quasi impotente. È inutile girarci attorno. Purtroppo, questa, è la concreta realtà dei fatti.

E, forse, è quasi inutile citarlo se non per ricordare a noi stessi qual è “lo stato dei fatti”, per citare una bella espressione di Carlo Donat-Cattin durante un indimenticabile congresso della Dc.

E cioè, sul versante della sinistra – mi riferisco, come ovvio, al Pd – la presenza di ciò che resta del

mondo Popolare è ormai simile, per non dire uguale, ai “cattolici indipendenti del Pci” che venivano eletti in quel grande partito negli anni ‘70 e ‘80. Ormai lo dicono tutti, anche e soprattutto i supporter e i vari tifosi del ‘nuovo corso’ del Partito democratico targato Elly Schlein.

Per dirla in termini più comprensibili, una manciata di seggi parlamentari regalati ai Popolari di vario conio per confermare la natura plurale del partito. Ad una condizione, però: la guida politica e il programma del partito, e quindi della coalizione, resta saldamente nelle mani della sinistra radicale, della sinistra populista e della sinistra estremista ed ideologica.

Sul partito personale di Renzi è inutile persin parlarne. Da qui alle prossime elezioni il suo capo è costretto ad insultare pesantemente a giorni alterni il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per accreditarsi politicamente presso i capi della sinistra. E non è detto che l’operazione riesca. Per il mondo Popolare da quelle parti, per usare una metafora calcistica, è come ospitare la tifoseria granata nella curva iuventina durante il derby della Mole a Torino. Non perdiamo tempo.

Nel campo del centro destra, Forza Italia è oggi, potenzialmente, il soggetto politico più funzionale affinchè la cultura politica del cattolicesimo popolare e sociale possa declinare sino infondo la sua

originalità. Ma ci sono alcune domande di fondo a cui occorre, prima o poi, dare una risposta precisa. E cioè, il partito si apre politicamente, e realmente, al mondo Popolare? Marca con forza e determinazione il distacco politico dall’estremismo leghista, in particolare è maggior ragione dopo la nomina a vice segretario nazionale del gen. Vannacci? E, in ultimo, ha il coraggio di porsi come perno e fulcro di un raggruppamento centrista, popolare, europeista e di governo che poi, come ovvio e anche scontato, si allea? Le intenzioni del segretario Tajani sono incoraggianti ma saranno i fatti concreti che lo confermeranno o meno.

Per quanto riguarda il primo partito italiano, Fratelli d’Italia – al di là delle indubbie capacità politiche e di governo del Presidente del Consiglio e al netto dei pregiudizi ideologici e personali di chicchessia – è abbastanza evidente che, ad oggi, la cultura cattolico popolare e sociale da quelle parti è sostanzialmente un corpo estraneo.

Ecco perchè, e sempre al di là delle operazioni interessate e giustificazioniste, è arrivato il momento per attivare una sola iniziativa. Nè polemica e nè meramente testimoniale. Ovvero, convocare gli “Stati generali” dei Popolari. Aperti a tutti. Iscritti a partiti, non iscritti a nessun partito, militanti di partiti del passato, realtà culturali, intellettuali, gruppi e movimenti del volontariato riconducibili a quest’area culturale, elettori che non si recano più ai seggi perchè non intravedono un’offerta politica adeguata e coerente. Insomma, quell’area cattolico popolare e cattolico sociale che oggi, appunto, è disorientata e dispersa. E quindi, e di conseguenza, ai margini della vita pubblica del nostro paese.

Una iniziativa che quasi si impone per non continuare ad essere complici, e vittime, di una frammentazione impotente che ormai non è più sopportabile nè tollerabile. Senza esclusioni pregiudiziali, senza protagonismi ridicoli e, soprattutto, senza auto investiture grottesche e anche un po’ comiche. Nessuno, ma proprio nessuno, ha oggi il monopolio esclusivo e, men che meno, totalizzante della rappresentanza politica, culturale e valoriale del cattolicesimo popolare e sociale. Non ci sono, cioè, i Popolari di serie A e i Popolari di serie B. Adesso, però, almeno proviamoci.

Radicalità mite e cultura democratica: una sfida da rilanciare

In un tempo in cui la politica oscilla tra radicalismo ideologico e opportunismo pragmatico, c’è un’eredità culturale che rischia di restare silente: quella del cattolicesimo democratico. Non è un lascito di militanza confessionale, ma una visione integrale della persona e della società. Oggi, quella visione merita di essere ripensata e incarnata.

Il Circolo Matteotti: un segnale da cogliere

L’iniziativa del Circolo Matteotti a Milano ha segnato un momento simbolico e concreto per il mondo riformista e centrista. Tra esponenti del PD, di Azione, Italia Viva e +Europa, si è colta la volontà comune di ridare dignità a una cultura politica marginalizzata. Ma resta aperta la domanda: correggere il PD o superarlo? La crisi non è solo di rappresentanza, è di orizzonte.

Il filo di una tradizione che tiene insieme

Il patrimonio del cattolicesimo democratico, radicato nella Rerum Novarum e nell’azione di Sturzo, De Gasperi e Moro, è una delle poche visioni capaci di tenere insieme valori, istituzioni e popolo. Non è nostalgia: è un progetto che può aiutare a rispondere alla crisi della rappresentanza, dell’Europa, della democrazia stessa.

Senza centro non c’è alternativa

Occorre coraggio per dire che senza un centro riformista non c’è alternativa credibile al centrodestra. Le elezioni in Basilicata e Liguria lo confermano. Una sinistra che marginalizza i riformisti, che accetta ogni compromesso con 5 Stelle e Verdi ma respinge i suoi ex compagni di strada, si isola in una narrazione autoreferenziale.

Da laboratorio a progetto nazionale

Ben venga il Circolo Matteotti, ma non sia solo testimonianza: diventi laboratorio operativo. Un’infrastruttura culturale e politica che unisca laici e popolari in un progetto comune. Perché Matteotti non è solo della sinistra, come Sturzo non è solo dei cattolici. Entrambi sono coscienze della stessa democrazia.

Una politica che torni adulta

La sfida è rilanciare un pensiero che non fugge la complessità, ma la affronta con radicalità mite. Serve una cultura della responsabilità, una nuova classe dirigente che si senta erede viva di una storia che ha costruito, e può ancora costruire, la nostra democrazia.

Ucraina: Zelensky vede Vance e invia una lettera a Trump

Milano, 18 mag. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha consegnato una lettera per il suo omologo americano Donald Trump contenente proposte di cooperazione. Lo ha annunciato l’ufficio del presidente ucraino dopo l’incontro del leader ucraino con il vicepresidente statunitense J.D. Vance e il segretario di Stato Marco Rubio a Roma.

Come è noto, si è parlato dei negoziati di Istanbul, della questione del cessate il fuoco e di ulteriori passi che potrebbero incidere sulla situazione, tra cui le sanzioni contro la Federazione Russa.

Particolare attenzione è stata dedicata all’attuazione dell’accordo di partenariato economico tra Ucraina e Stati Uniti. “Il capo dello Stato ha dichiarato di aver inviato al presidente Trump una lettera contenente nuove proposte di cooperazione nei settori della difesa, dell’industria e del commercio”, ha affermato l’ufficio stampa ucraino.

Tennis, Sinner battuto, Alcaraz vince gli Internazionali a Roma

Roma, 18 mag. (askanews) – È Carlos Alcaraz il nuovo campione degli Internazionali d’Italia. Lo spagnolo vince per la prima volta in carriera a Roma, battendo in finale Jannik Sinner con il punteggio di 7-6, 6-1 in un’ora e 43 minuti.

È stata una partita con due copioni diversi: il primo set lottato ed equilibrato, risolto al tiebreak da Alcaraz dopo aver annullato due set point a Sinner sul 6-5. Nel secondo set Jannik ha accusato un po’ di stanchezza e lo spagnolo ha preso il controllo, esprimendo un tennis di altissimo livello.

Quello di Sinner resta comunque un torneo straordinario: rientrato a Roma dopo i tre mesi di sospensione per il caso clostebol, Jannik è arrivato in finale vincento cinque partite e diventando il primo azzurro in finale al Foro Italico dopo 47 anni.

Un punto di ripartenza in vista del Roland Garros che inizierà tra una settimana sulla terra rossa di Parigi. Per Alcaraz, invece, è il 19esimo titolo Atp in carriera, il terzo dell’anno dopo Rotterdam e Monte-Carlo.

Super Sunday in Europa: si vota in Polonia, Portogallo e Romania

Milano, 18 mag. (askanews) – È Super Sunday elettorale nel Vecchio continente: urne aperte in Polonia, Portogallo e Romania, ovvero due Paesi dell’ex Patto di Varsavia alle prese con un presente complesso e una Lisbona centrista che dovrebbe rimanere tale. Ma in una Europa dove si è registrato un crescente sostegno ai partiti di destra, con molte idee che si dice siano in linea con quelle degli Stati Uniti d’America, l’esito delle tre votazioni potrebbe far oscillare l’ago della bilancia ulteriormente.

Le elezioni di fatto si svolgono in un contesto di forti tensioni geopolitiche, commerciali ed economiche nel continente, dovute alla minaccia russa e alla guerra commerciale dichiarata dal presidente Usa Donald Trump.

Bruxelles rimane in ansia, soprattutto per vedere se Bucarest si sposterà all’estrema destra. Intanto si vota.

In Romania i seggi elettorali sono stati aperti alle 6 del mattino italiane e chiuderanno alle 20. In Polonia e Portogallo è tutto spostato un’ora in avanti.

ROMANIA, UN TRAVAGLIATO BALLOTTAGGIO

Oggi la Romania sceglie la propria direzione. Gli elettori sono tornati alle urne per il ballottaggio presidenziale tra il sindaco centrista di Bucarest Nicusor Dan e il populista di estrema destra George Simion, leader dell’Alleanza per l’Unità dei Romeni (AUR).

L’attenzione internazionale è stata attirata dalle elezioni rumene quando il Paese ha annullato i risultati del primo turno delle presidenziali a causa di una sospetta ingerenza russa nelle elezioni: sarebbero state vinte dal filorusso Calin Georgescu, che era venuto quasi dal nulla e la sua popolarità si basava in gran parte su una campagna orchestrata su Tiktok. La candidatura di Georgescu venne successivamente ritirata.

Nel pomeriggio di oggi, in tutta la Romania sono stati espressi più voti rispetto al primo turno di due settimane fa. Si stima che un’elevata affluenza alle urne favorirebbe Dan, mentre Simion trarrebbe vantaggio da una bassa affluenza alle urne. Alle ore 16.30 è stata del 53,39% degli iscritti alle liste elettorali, secondo i dati forniti in tempo reale dall’Autorità elettorale permanente. Così è stata superata l’affluenza alle urne registrata al termine del primo turno delle elezioni presidenziali, tenutosi il 4 maggio, quando si recarono alle urne 9.571.740 elettori (53,21%).

Simion, che si candida con un programma nazionalista e anti-UE, ha guadagnato consensi, in particolare tra la diaspora rumena, dove Dan, un tecnocrate filoeuropeo, conta sull’elevata affluenza alle urne all’estero per assicurarsi la vittoria.

La Romania ha una popolazione di oltre 19 milioni di abitanti.

POLONIA AL VOTO, ABORTO CRUCIALE

I polacchi stanno votando per il primo turno delle elezioni presidenziali e il voto si preannuncia decisivo per il futuro dell’attuale governo filoeuropeo, nonché per la legge sull’aborto e i diritti delle minoranze di genere. Secondo i sondaggi, il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski, da tempo politico pro-UE, dovrebbe ottenere il 30% dei voti, davanti allo storico nazionalista Karol Nawrocki con il 25%.

Se queste proiezioni si concretizzassero, i due candidati si affronterebbero al secondo turno previsto per il primo giugno, in un momento delicato per l’Europa, a causa della guerra in corso in Ucraina, dell’ascesa dei partiti di estrema destra e dei rapporti tesi con Washington.

In totale sono 13 i candidati in lizza e i risultati definitivi non sono attesi prima di lunedì.

Da quando la coalizione dell’ex leader dell’UE Donald Tusk è salita al potere nel 2023, le principali iniziative governative sono state spesso bloccate dal veto del presidente conservatore uscente Andrzej Duda, oggi si trovava a Roma per l’inaugurazione del pontificato di Leone XIV e che da Roma ha votato.

La campagna elettorale è stata in gran parte dominata dalla politica internazionale, in particolare dalla questione della posizione di Varsavia tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, e ha evidenziato uno scontro tra due concezioni distinte.

Hanno diritto al voto circa 29 milioni di elettori. Si può votare in oltre 32 mila sedi di seggi elettorali nel Paese, e ci sono anche 511 circoscrizioni elettorali all’estero.

La Polonia ha una popolazione di oltre 38 milioni di abitanti.

PUNTO DI DOMANDA IN PORTOGALLO

Seggi elettorali aperti anche in Portogallo: terza volta in tre anni per le elezioni legislative. In questo caso elezioni anticipate, che il primo ministro di centro-destra Luis Montenegro dovrebbe vincere, senza però alcuna garanzia che possa formare un governo più stabile.

Le elezioni sono state indette dopo che Montenegro, un avvocato di 52 anni, ha perso il voto di fiducia parlamentare a marzo, in seguito ad accuse di conflitto di interessi derivanti dall’attività della sua società di consulenza. Montenegro ha negato ogni addebito.

Negli ultimi 50 anni, due partiti hanno dominato la politica in Portogallo: i Socialdemocratici di centrodestra e il Partito Socialista di centrosinistra, alternati al potere. Ma la frustrazione pubblica per il loro operato al governo ha alimentato la crescita di nuove alternative negli ultimi anni. Ciò ha negato ai partiti più grandi un numero sufficiente di seggi in parlamento per ottenere la maggioranza necessaria a garantire loro un mandato completo di quattro anni.

I seggi si sono aperti alle 9 italiane (ore 8 nel Portogallo continentale e a Madeira) e chiuderanno alle 20.

Il Portogallo ha una popolazione di oltre 10 milioni di abitanti.

(Di Cristina Giuliano)

La mossa Meloni per riprendersi la scena, mette al tavolo Vance e von der Leyen

Roma, 18 mag. (askanews) – Messa nell’angolo a Tirana dai “volenterosi”, Giorgia Meloni tira fuori dal cilindro una mossa a sorpresa. Dopo la cerimonia di insediamento di Leone XIV la premier accoglie a Palazzo Chigi, alle 15.30, il vice presidente americano J.D. Vance e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e la foto certifica, almeno mediaticamente, quel ruolo di “pontiera” tra le due sponde dell’Atlantico che era il suo obiettivo fin dall’insediamento di Donald Trump.

Nel salottino adiacente al suo studio, sullo sfondo le bandiere degli Usa, dell’Italia e dell’Unione europea, per la prima volta i ‘contendenti’ della partita sui dazi si incontrano faccia a faccia – per oltre un’ora – e la premier, nelle dichiarazioni iniziali, non nasconde la soddisfazione. “Quando un mese fa ero stata ospite di Donald Trump alla Casa Bianca avevo proposto un incontro tra Unione europea e Usa”, ricorda, ringraziando Vance e von der Leyen “per aver offerto questa occasione”. Certo, ammette, tra Unione europea e Usa “ci sono molte questioni da discutere, dei problemi che vanno superati ma sappiamo soprattutto quanto le relazioni tra Ue e Usa siano fondamentali nell’ambito di un Occidente che vuole mantenere la sua unità, la sua forza, essere ancora in grado di disegnare la rotta” e “spero che la giornata di oggi possa essere un primo incontro e un nuovo inizio”. Per quanto riguarda in particolare la questione dei dazi, la premier si prende cura di chiarire che “la competenza in Europa è della Commissione, il ruolo dell’Italia è legato alla necessità e alla voglia di favorire il dialogo”. Un dialogo che deve essere “franco e aperto” ma senza mai dimenticare “quanto siamo importanti gli uni per gli altri”.

Da Vance (che la definisce “una buona amica”), la premier incassa il riconoscimento di un ruolo: si è “offerta di essere un costruttore di ponti tra l’Europa e gli Stati Uniti e naturalmente il presidente Trump, e io siamo entusiasti di accettare”. Certo l’incontro di oggi non sarà decisivo e Vance (accompagnato dal segretario di Stato Marco Rubio) lo chiarisce nel suo intervento: “Ho ripetuto più volte – dice – che ritengo l’Europa un alleato importante degli Stati Uniti. I singoli paesi all’interno dell’Europa sono importanti alleati degli Stati Uniti. Ma naturalmente, abbiamo alcuni punti di disaccordo, come a volte accade tra amici su questioni come il commercio. E abbiamo anche molti accordi e molte cose su cui possiamo lavorare insieme. Auspico che questo sia l’inizio di negoziati commerciali di lungo termine, per vantaggi commerciali a lungo termine tra Usa e Ue”.

Cauta Ursula von der Leyen, consapevole che i negoziati, fino a ora, non hanno prodotto risultati concreti significativi. Con gli Usa, sottolinea, “abbiamo una relazione speciale e molto stretta, in particolare abbiamo la più ampia relazione commerciale al mondo con oltre 1,5 trilioni di dollari l’anno. E’ importante ora esserci scambiati delle proposte che i nostri esperti stanno valutando a fondo, perché sappiamo che il diavolo è nei dettagli, ma alla fine vogliamo raggiungere un buon accordo per entrambe le parti”. La presidente della Commissione mette sul tavolo anche la guerra in Ucraina (“La prossima settimana sarà cruciale”) e la questione delle spese per la difesa, a poco più di un mese dal summit Nato in programma all’Aja dal 24 al 26 giugno. “So – sottolinea – che gli Stati membri europei devono aumentare gli investimenti nella difesa. Per questo, come Commissione, abbiamo autorizzato l’utilizzo di 800 miliardi di euro nei prossimi quattro anni per gli investimenti nella difesa. E questo, naturalmente, rafforzerà l’Unione Europea, ma sappiamo cosa significa un’Europa forte, e anche una Nato forte”.

Al termine della riunione, su X, Meloni si rallegra per un “confronto costruttivo” che segna un “passo in avanti per l’unita’ dell’Occidente”. L’Italia, assicura, “intende fare la sua parte per rilanciare il dialogo tra Unione Europea e Stati Uniti”.

Intanto, tornando ai “volenterosi”, da Roma il cancelliere tedesco Friedrich Merz annuncia di voler parlare, assieme ai leader di Regno Unito, Francia e Polonia, di nuovo con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump prima del suo colloquio con Vladimir Putin. “Possiamo solo sperare che ci saranno ulteriori progressi”, ha auspicato Merz, che ieri pomeriggio aveva incontrato Meloni a Palazzo Chigi. Non si sa, però, se questa volta la presidente del Consiglio italiana sarà coinvolta.