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lunedì, 9 Giugno, 2025
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Green Design, Morandini: soluzioni pi flessibili e sostenibili

Roma, 19 mar. – Chiara Morandini, Project LEAD presso Carlo Ratti Associati, ha raccontato durante il seminario “Green Design: tra efficienza ed estetica” di GBC Italia il loro approccio innovativo alla progettazione degli ambienti di lavoro, evidenziando la necessit di superare i modelli tradizionali in favore di soluzioni pi flessibili e sostenibili.

“Ci stato chiesto di fare un intervento per raccontare il nostro approccio verso la sostenibilit e il design – ha spiegato -. Ci piace partire dal concetto che sostenibile oggi tutto quello che rende la nostra vita pi piacevole, pi confortevole senza gravare sulle generazioni future. Quindi nel momento in cui dobbiamo ripensare un ambiente di lavoro partiamo cercando di scardinare la concezione del vecchio ufficio tradizionale con le postazioni di lavoro fisse e cerchiamo di immaginare uno spazio multiedrico in cui la molteplicit delle funzioni e delle cose che possono accadere al suo interno rende l’ambiente ricco e piacevole di per s”.

Green Design, Fadin: allargare tematica sostenibilit

Roma, 19 mar. – Massimiliano Fadin, Segretario del Chapter Piemonte di GBC Italia, intervenuto all’evento “Green Design: tra efficienza ed estetica” tenutosi oggi a Torino, sottolineando l’importanza del connubio tra design e sostenibilit.

“Siamo qui come Chapter Piemonte, in collaborazione con GBC Italia, e abbiamo deciso di organizzare questo importante evento per allargare la tematica della sostenibilit. Non solo portiamo il focus sulla prestazione dell’edificio, ma estendiamo il discorso al design degli edifici – ha spiegato -. Finalmente, anche nel nostro territorio piemontese, abbiamo realizzazioni che coniugano prestazione e bellezza estetica, perch l’estetica sempre stata un elemento trainante dell’innovazione. Il trend di sviluppo molto significativo: analizzando i dati dal 2023 al 2024, siamo passati da 30 a 60 edifici tra certificati e in corso di certificazione. Senza dubbio, lo sviluppo sostenibile certificato un trend in crescita e il territorio piemontese, oggi, pu affermare con orgoglio il proprio ruolo a livello nazionale”.

Ue, Schlein a Meloni: non si permetta più di oltraggiare memoria europea

Roma, 19 mar. (askanews) – “Giorgia Meloni non solo non ha il coraggio di difendere i valori su cui l’Unione è fondata dagli attacchi di Trump e di Musk, ma ha deciso in Aula di nascondere le divisioni del suo governo oltraggiando la memoria europea. Noi non accettiamo tentativi di riscrivere la storia”. Lo ha scritto su Facebook la segretaria del Pd Elly Schlein dopo la polemica seguita alle parole della premier sul Manifesto di Ventotene.

“Meloni – ha proseguito la leader dem – ha oltraggiato la memoria del Manifesto di Ventotene, riconosciuto da tutti come la base su cui si è fondata l’Unione europea, perché l’hanno scritto giovani mandati al confino dai fascisti che non risposero all’odio e alla privazione di libertà con altro odio e altra privazione di libertà ma con una visione che nell’Europa federale superasse i nazionalismi che nel nostro continente hanno prodotto soltanto guerre, anche oggi”.

“Non si permetta mai più – ha ammonito Schlein – di oltraggiare la memoria di Altiero Spinelli, Ursula Hirschmann, Ernesto e Ada Rossi, Eugenio Colorni, se siamo qui a discutere in un Parlamento democratico è grazie a persone come loro. Dice che quell’Europa non è la sua. E allora le chiedo se la sua Italia è quella della Costituzione perché sono gli stessi antifascisti che l’hanno scritta. E stiamo ancora aspettando che si dichiari antifascista pure lei”, ha concluso.

Poste, passaporti in uffici Milano, Napoli, Bergamo e Firenze

Roma, 19 mar. – Continua ad ampliarsi la diffusione del servizio di rilascio e rinnovo del passaporto negli uffici postali delle grandi citt. Sono dodici gli uffici gi attivi a Milano e Napoli, tre a Bergamo, mentre nella provincia di Firenze il servizio disponibile in quattro comuni. Il servizio del TG Poste

Claudia Conte a Terrazza Duomo Milano contro disagio giovanile

Roma, 19 mar. (askanews) – Il libro della giornalista e scrittrice Claudia Conte e’ l’occasione per affrontare il tema del disagio giovanile, della violenza e dell’isolamento sociale attraverso riflessioni di autorevoli ospiti appartenenti al mondo dello sport, della cultura, del sociale e dell’impresa.

A Milano, presso l’iconica Terrazza Duomo 21, la presentazione del libro La Voce di Iside, un’opera ambientata proprio nella capitale lombarda e che accende i riflettori sulla Generazione Z anche attraverso il potere salvifico dello sport e del volontariato.

L’evento, che si inserisce nel ciclo di appuntamenti in tutto il territorio nazionale organizzati da Claudia Conte di sensibilizzazione e dibattito sulle sfide delle nuove generazioni, e’ stato moderato dalla Direttrice di Prima Comunicazione Alessandra Ravetta.

Hanno preso parte il Presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli, il Presidente di Rothshild Alessandro Daffina, il magistrato Antonio Tanga, l’imprenditore Arturo Artom. Sono inoltre intervenuti Mariavittoria Rava, Presidente della Fondazione Francesca Rava che aiuta l’infanzia in condizioni di disagio in Italia e nel mondo e Mario Furlan, Presidente dell’associazione di volontariato City Angels con alcuni suoi giovani baschi blu, gli angeli della solidariet e della legalit.

Infine l’ex calciatore della Juventus Nicola Legrottaglie ha testimoniato come lo sport e la fede siano stati un faro per il suo percorso professionale e umano.

Il libro esplora come l’inclusione sociale, la pratica sportiva e il volontariato possano rappresentare strumenti fondamentali per orientare i giovani in quella che secondo la classifica del Sole24ore sull’indice di criminalit si attesta come la citt con pi reati in Italia, Milano.

L’incontro stato un’occasione per riflettere anche su come la comunit possa contribuire attivamente al benessere e alla crescita dei ragazzi e delle nuove generazioni.

Queste le parole del Presidente della Regione Attilio Fontana sull’iniziativa: “Apprendo con grande gioia della presentazione del libro “La Voce di Iside” a Milano. Il lavoro di Claudia Conte rappresenta una risposta concreta al bisogno di politiche giovanili fondate sulla partecipazione, cittadinanza attiva e responsabilit sociale.”

La Missione “Chi ha sete venga a me” di Riccione

Roma, 19 mar. – Il 18 marzo si tenuta una diretta streaming sul canale YouTube di PREGAUDIO per presentare la missione di evangelizzazione “Chi ha sete venga a me”, organizzata dalla Diocesi di Rimini in collaborazione con le realt del Punto Giovane, la comunit Nuovi Orizzonti, le Sentinelle del Mattino di Pasqua e Ra.Dio.Luce. L’evento, moderato da Simona Mulazzani, direttrice di Icaro TV, ha visto la partecipazione di S.E. Mons. Nicol Anselmi (Vescovo di Rimini), Don Franco Mastrolonardo, Don Davide Banzato, Don Gianni Castorani e Rachele Consolini. La missione si svolger dal 13 al 17 agosto 2025 a Riccione, in occasione del Santo Giubileo, e prevede attivit di evangelizzazione sia in spiaggia che per le strade della citt.

L’iniziativa nasce dalla crescente necessit di rispondere al disagio giovanile, fenomeno in aumento negli ultimi anni. Secondo recenti studi, nel 2024 oltre 16 milioni di italiani hanno manifestato disturbi psicologici di media e grave entit, con un incremento del 6% rispetto al 2022. In particolare, il 49,4% dei giovani tra i 18 e i 25 anni ha sofferto di ansia e depressione a causa dell’emergenza sanitaria. I dati del disagio sono in esponenziale aumento e coinvolge sempre ragazzi e ragazze in et adolescenziale.

In un video messaggio il Vescovo Anselmi ha sottolineato l’importanza di offrire ai giovani spazi di ascolto e condivisione: “Sono molto contento che, in questo anno giubilare, la nostra diocesi di Rimini ospiti nuovamente una missione giovanile. bello pensare ai giovani che, nelle nostre strade, piazze e spiagge, di giorno, di sera e persino di notte, incontrano altre persone, coetanei, famiglie, portando loro l’annuncio dell’amore di Dio, che si manifestato attraverso Ges. Oggi pi che mai abbiamo bisogno di parole di pace, fraternit e amore. Sono certo che questa missione porter frutti, prima di tutto in chi sceglier di viverla in prima persona. Sono felice che tante realt ecclesiali si uniscano in questo progetto, perch il bene seminato non si esaurisce nel momento dell’incontro, ma continua a germogliare nei giorni e nei mesi successivi, trasformando cuori, pensieri e atteggiamenti.”

In un periodo storico segnato da crescenti sfide per le nuove generazioni, la Diocesi di Rimini accoglie nuovamente le realt che hanno promosso questa speciale iniziativa pastorale che vanta una lunga tradizione nell’evangelizzazione di strada e di spiaggia. Fin dal suo esordio nel 2003, ha rappresentato un laboratorio permanente per la formazione di tanti giovani missionari provenienti da tutta Italia che sono poi tornati nelle proprie realt ecclesiali e diocesi potendo replicare iniziative missionarie e di ascolto verso i giovani. Non solo, come emerso dalle testimonianze durante la diretta, sono migliaia i giovani incontrati in questi 22 anni di missioni che si sono succedute e tanti di questi sono stati strappati da veri e propri inferni esistenziali uscendo da dipendenze o da problematiche complesse, grazie alle diverse realt che offrono un percorso concreto di post-missione. Come stato ricordato durante la diretta, in un periodo dove sembrano prevalere le divisioni e le conflittualit, la missione di Riccione da tanti anni un esempio straordinario di collaborazione tra diverse realt ecclesiali e carismi, puntando ad un’unit che non sia uniformit ma valorizzazione delle diversit per l’evangelizzazione e il servizio ai giovani e alla Chiesa diocesana. Papa Francesco ha pi volte sottolineato il ruolo centrale dei giovani nella missione. In una delle sue catechesi, ha affermato: “Andate – dice il Risorto -, non a indottrinare, non a fare proseliti, no, ma a fare discepoli, cio a dare a ognuno la possibilit di entrare in contatto con Ges, di conoscerlo e amarlo liberamente.” Questa esortazione risuona fortemente nell’iniziativa di Riccione, che mira a offrire ai giovani un’occasione di ascolto, di incontro e strumenti per vivere esperienze autentiche di spiritualit. Quest’anno, la missione assume un significato particolare, inserendosi nelle celebrazioni del Giubileo. Il programma della missione prevede momenti di formazione, catechesi, workshop e attivit di evangelizzazione sia diurna che notturna, come “La Luce nella Notte”. Le iscrizioni, aperte ai giovani dai 18 ai 35 anni, inizieranno il 19 marzo, in occasione della Solennit di San Giuseppe, e si chiuderanno il 31 maggio.

Durante la diretta stato annunciato che in preparazione alla missione, verranno realizzati dieci podcast disponibili su PREGAUDIO, curati da Don Davide, Don Gianni, Don Franco e Rachele, che tratteranno temi legati all’evangelizzazione e alla spiritualit.

La Diocesi di Rimini invita tutti i giovani interessati a partecipare a questa esperienza unica di fede e condivisione, per riscoprire insieme la bellezza dell’incontro con Cristo e portare un messaggio di speranza nelle strade e sulle spiagge di Riccione.

Green design, Capaccioli: coniugare efficienza ed estetica

Roma, 19 mar. – Fabrizio Capaccioli, Presidente di GBC Italia, ha evidenziato il ruolo chiave dell’estetica nella sostenibilit urbana, intervenendo all’evento “Green Design: tra efficienza ed estetica”, svoltosi oggi a Torino.

“Coniugare efficienza ed estetica, questo stato il cuore dell’evento che il Chapter Piemonte ha organizzato quest’oggi insieme all’Associazione Green Building Council Italia. Abbiamo voluto dare una enfasi al fatto che si pu e si deve guardare anche all’estetica e non solo alla performance dell’edificio, bisogna guardare alle citt nel loro complesso e la loro capacit di evolvere, tenendo conto che al 2050 il 70% della popolazione mondiale vivr all’interno delle citt – ha detto Capaccioli -. Saper ricucire i territori, le periferie, saper immaginare un’evoluzione della citt che tenga conto delle esigenze anche dell’essere umano, anche della bellezza e non solo della parte performante, per quanto importante, dell’edificio, per noi diventato centrale la qualit della vita dell’essere umano, la gestione delle risorse, la gestione delle risorse idriche, la qualit dell’aria, argomenti che oggi sono stati affrontati in maniera davvero profonda e con assoluta competenza e un discernimento rispetto al tema stesso che ha potuto dare alla platea dei collegati, 2500 persone, oltre alle persone presenti in platea davvero tante, un contributo fattivo, concreto di quello che Gbc Italia ogni giorno fa nella sua azione associativa nei confronti del mercato, del nostro saper fare made in Italy e dei soci di Gbc Italia che mettono un proprio contributo fattivo come successo quest’oggi nel portare avanti l’iniziativa dell’associazione”.

Stellantis, Elkann: spero che il bilancio Paese-azienda non sia più divisivo

Roma, 19 mar. (askanews) – “Spero che da oggi il bilancio dare/avere tra il Paese e l’azienda non sia più un tema divisivo, ma un’opportunità per continuare questo percorso virtuoso insieme che dura da 125 anni, orgogliosamente con l’Italia”. Così il presidente di Stellantis, John Elkann, nel corso di un’audizione informale nelle commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato. Poco prima aveva detto “abbiamo voluto quantificare l’apporto dato dall’azienda al Paese, chiedendo all’università Luiss Guido Carli di realizzare uno studio indipendente sulla storia del gruppo dal 2004 al 2023, anni che ho vissuto in prima persona. Ciò che emerge è che il contributo positivo alla crescita dell’economia italiana non è mai venuto meno. Lo studio evidenzia che dal 2004 al 2023 Stellantis ha prodotto in Italia 16,7 milioni di autovetture e veicoli commerciali, per un valore complessivo della produzione nazionale di quasi 700 miliardi di euro. Calcolando gli effetti sulla filiera e le ricadute sui consumi delle famiglie, il valore complessivo della produzione in Italia negli ultimi venti anni sale a 1.700 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 417 miliardi: per ogni euro di valore creato da Stellantis, se ne generano 9 nel resto dell’economia. Un fatto ancora più importante se si considera il contributo che i nostri poli industriali hanno dato e tuttora danno al Mezzogiorno, portando lavoro, investimenti, sviluppo imprenditoriale, crescita infrastrutturale. L’auto italiana ha unito il Paese riducendo i divari e creando opportunità”. E quindi Elkann aveva aggiunto che “negli ultimi 20 anni il mercato domestico è calato del 30%, mentre l’occupazione si è ridotta di circa il 20%. Questo significa che l’azienda ha difeso la produzione e l’occupazione degli stabilimenti del Paese grazie all’export dei marchi italiani, oltre alle Jeep prodotte in Basilicata, alle Dodge in Campania, ai van Citroen, Opel e Peugeot in Abruzzo e più recentemente alle DS a Melfi”. E quindi ha aggiunto: “Al tavolo Stellantis abbiamo preso una serie di impegni nei confronti di tutti gli attori del settore dell’auto. Questi impegni li stiamo realizzando puntualmente”

Uccisi 2 dipendenti Onu nell’attacco israeliano a Gaza

Roma, 19 mar. (askanews) – Due dipendenti delle Nazioni Unite sono rimasti uccisi in un raid che ha colpito un edificio delle Nazioni Unite a Deir El Balah, nella Striscia di Gaza centrale. Lo ha reso noto una fonte delle Nazioni Unite all’Afp. I due morti sono dipendenti dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi di progetto (Unops) e del Mine Action Service (Unmas), ha precisato la fonte. In precedenza Hamas aveva annunciato un morto e quattro feriti nello stesso attacco mentre le Idf avevano smentito di aver preso di mira l’edificio dell’Onu.

"Rearm Europe", le proposte della Commissione Ue per la difesa

Bruxelles, 19 mar. (askanews) – Le emissioni di debito che la Commissione europea farà sui mercati dei capitali per finanziare i prestiti agli Stati membri del nuovo Fondo “Safe”, fino a 150 miliardi di euro, per rafforzare le capacità dell’industria della difesa, avranno scadenza massima di 45 anni e un periodo di tolleranza di 10 anni per il rimborso del capitale. E’ quanto prevede la proposta di regolamento per il Safe (“Security Action for Europe”) che la Commissione ha presentato oggi a Bruxelles, nel quadro del piano “ReArm Europe” e del “Libro bianco sulla Difesa europea – preparazione per il 2030”.

I prestiti avranno i tassi d’interesse che saranno decisi sui mercato dei capitali per le emissioni di debito della Commissione, e che sono inferiori a quelli che possono scontare per i loro titoli di Stato una ventina di Stati membri (tra cui l’Italia). Sono stati esattamente 20 paesi membri che hanno usato i prestiti, di un altro fondo basato su emissioni di debito Ue durante la pandemia di Covid, il programma “Sure” da 100 miliardi di euro per il sostegno ai sistemi nazionali di cassa integrazione. I due strumenti sono basati su un modello molto simile, come ha ricordato il commissario europeo alla Difesa e allo Spazio Andrius Kubilius, durante la conferenza stampa di presentazione della proposta legislativa, oggi a Bruxelles.

I prestiti saranno decisi dalla domanda degli Stati membri, senza alcuna chiave di ripartizione prefissata. Gli Stati membri che desiderano ricevere i prestiti dovranno presentare alla Commissione, entro sei mesi, un piano di investimenti per l’industria europea della difesa. Il piano dovrà includere una descrizione delle attività, delle spese e delle misure per cui lo Stato membro richiede il prestito, i prodotti per la difesa che intende acquistare e, ove pertinente, il previsto coinvolgimento dell’Ucraina nelle attività pianificate.

La Commissione valuterà i piani, che includeranno l’entità del prestito e il prefinanziamento. Il prefinanziamento garantirà che il sostegno venga erogato già nel 2025, coprendo le esigenze più urgenti e costituirà fino al 15% del prestito totale. Di norma, gli Stati membri dovranno attuare i loro piani tramite appalti comuni che includano un altro paese dell’Ue o dell’Efta (l’Associazione europea di libero scambio), che include Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera, oppure l’Ucraina. Gli appalti dovrebbero riguardare fornitori di prodotti e servizi con sede nel territorio dell’Unione, dell’Ucraina e dei paesi dell’Efta.

Si sta lavorando alla possibilità di allargare anche al Regno Unito la partecipazione a questi appalti comuni, stabilendo un accordo di partenariato per la sicurezza e la difesa con Londra entro il summit Ue-Uk previsto a maggio. Altri possibili partenariati bilaterali, in particolare con i Paesi candidati all’adesione, non sono esclusi.

I prestiti potranno sostenere l’approvvigionamento comune di attrezzature e prodotti per la difesa, comprese le capacità di produzione e la preparazione delle infrastrutture. La Commissione ha individuato sette aree prioritarie di investimento, in linea con i gap di capacità che è più urgente colmare a livello Ue (e coerenti con il processo di pianificazione della difesa della Nato): 1) difesa aerea e missilistica; 2) sistemi di artiglieria; 3) missili e munizioni; 4) droni e sistemi anti-droni; 5) abilitatori strategici e protezione delle infrastrutture critiche, anche in relazione allo spazio (compresi i sistemi di osservazione satellitare); 6) mobilità militare; 3) sicurezza cibernetica, intelligenza artificiale e guerra elettronica.

Un altro elemento importante del piano “ReArm Europe” sta nell’invito che la Commissione ha rivolto agli Stati membri ad attivare la clausola di sospensione nazionale del Patto di stabilità, che potrà fornire loro un ulteriore spazio di bilancio per aumentare la spesa per la difesa, fino all’1,5% del Pil all’anno, per quattro anni, senza che l’aumento del debito pubblico faccia scattare le procedure Ue per deficit eccessivo per i paesi interessati.

Per salvaguardare la sostenibilità di bilancio, la deviazione dovrà essere limitata a un aumento della sola spesa per la difesa, prendendo come punto di partenza la categoria statistica “difesa” nella “Classificazione delle funzioni di governo” (“Cofog”).

Al termine dei quattro anni, quando scadrà la clausola di salvaguardia, le regole normali del Patto di stabilità torneranno ad applicarsi e il debito supplementare contratto dagli Stati membri per aumentare la spesa per la difesa dovrà rientrare entro il percorso di aggiustamento che sarà previsto per ciascun paese.

Ma, hanno chiarito oggi fonti della Commissione, gli Stati membri interessati potranno, se lo considereranno necessario, chiedere una proroga della sospensione. La richiesta dovrà essere rivolta alla Commissione, che ne valuterà le motivazioni e potrà quindi proporne l’approvazione al Consiglio Ue.

"ReArm Europe", le proposte della Commissione Ue per la difesa

Bruxelles, 19 mar. (askanews) – Le emissioni di debito che la Commissione europea farà sui mercati dei capitali per finanziare i prestiti agli Stati membri del nuovo Fondo “Safe”, fino a 150 miliardi di euro, per rafforzare le capacità dell’industria della difesa, avranno scadenza massima di 45 anni e un periodo di tolleranza di 10 anni per il rimborso del capitale. E’ quanto prevede la proposta di regolamento per il Safe (“Security Action for Europe”) che la Commissione ha presentato oggi a Bruxelles, nel quadro del piano “ReArm Europe” e del “Libro bianco sulla Difesa europea – preparazione per il 2030”.

I prestiti avranno i tassi d’interesse che saranno decisi sui mercato dei capitali per le emissioni di debito della Commissione, e che sono inferiori a quelli che possono scontare per i loro titoli di Stato una ventina di Stati membri (tra cui l’Italia). Sono stati esattamente 20 paesi membri che hanno usato i prestiti, di un altro fondo basato su emissioni di debito Ue durante la pandemia di Covid, il programma “Sure” da 100 miliardi di euro per il sostegno ai sistemi nazionali di cassa integrazione. I due strumenti sono basati su un modello molto simile, come ha ricordato il commissario europeo alla Difesa e allo Spazio Andrius Kubilius, durante la conferenza stampa di presentazione della proposta legislativa, oggi a Bruxelles.

I prestiti saranno decisi dalla domanda degli Stati membri, senza alcuna chiave di ripartizione prefissata. Gli Stati membri che desiderano ricevere i prestiti dovranno presentare alla Commissione, entro sei mesi, un piano di investimenti per l’industria europea della difesa. Il piano dovrà includere una descrizione delle attività, delle spese e delle misure per cui lo Stato membro richiede il prestito, i prodotti per la difesa che intende acquistare e, ove pertinente, il previsto coinvolgimento dell’Ucraina nelle attività pianificate.

La Commissione valuterà i piani, che includeranno l’entità del prestito e il prefinanziamento. Il prefinanziamento garantirà che il sostegno venga erogato già nel 2025, coprendo le esigenze più urgenti e costituirà fino al 15% del prestito totale. Di norma, gli Stati membri dovranno attuare i loro piani tramite appalti comuni che includano un altro paese dell’Ue o dell’Efta (l’Associazione europea di libero scambio), che include Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera, oppure l’Ucraina. Gli appalti dovrebbero riguardare fornitori di prodotti e servizi con sede nel territorio dell’Unione, dell’Ucraina e dei paesi dell’Efta.

Si sta lavorando alla possibilità di allargare anche al Regno Unito la partecipazione a questi appalti comuni, stabilendo un accordo di partenariato per la sicurezza e la difesa con Londra entro il summit Ue-Uk previsto a maggio. Altri possibili partenariati bilaterali, in particolare con i Paesi candidati all’adesione, non sono esclusi.

I prestiti potranno sostenere l’approvvigionamento comune di attrezzature e prodotti per la difesa, comprese le capacità di produzione e la preparazione delle infrastrutture. La Commissione ha individuato sette aree prioritarie di investimento, in linea con i gap di capacità che è più urgente colmare a livello Ue (e coerenti con il processo di pianificazione della difesa della Nato): 1) difesa aerea e missilistica; 2) sistemi di artiglieria; 3) missili e munizioni; 4) droni e sistemi anti-droni; 5) abilitatori strategici e protezione delle infrastrutture critiche, anche in relazione allo spazio (compresi i sistemi di osservazione satellitare); 6) mobilità militare; 3) sicurezza cibernetica, intelligenza artificiale e guerra elettronica.

Un altro elemento importante del piano “ReArm Europe” sta nell’invito che la Commissione ha rivolto agli Stati membri ad attivare la clausola di sospensione nazionale del Patto di stabilità, che potrà fornire loro un ulteriore spazio di bilancio per aumentare la spesa per la difesa, fino all’1,5% del Pil all’anno, per quattro anni, senza che l’aumento del debito pubblico faccia scattare le procedure Ue per deficit eccessivo per i paesi interessati.

Per salvaguardare la sostenibilità di bilancio, la deviazione dovrà essere limitata a un aumento della sola spesa per la difesa, prendendo come punto di partenza la categoria statistica “difesa” nella “Classificazione delle funzioni di governo” (“Cofog”).

Al termine dei quattro anni, quando scadrà la clausola di salvaguardia, le regole normali del Patto di stabilità torneranno ad applicarsi e il debito supplementare contratto dagli Stati membri per aumentare la spesa per la difesa dovrà rientrare entro il percorso di aggiustamento che sarà previsto per ciascun paese.

Ma, hanno chiarito oggi fonti della Commissione, gli Stati membri interessati potranno, se lo considereranno necessario, chiedere una proroga della sospensione. La richiesta dovrà essere rivolta alla Commissione, che ne valuterà le motivazioni e potrà quindi proporne l’approvazione al Consiglio Ue.

Ue adotta la strategia sulla "Unione di risparmi e investimenti"

Roma, 19 mar. (askanews) – La Commissione europea ha adottato la sua strategia battezzata “Unione di risparmi e investimenti”, iniziativa con cui afferma di voler migliorare l’afflusso di capitali verso gli investimenti produttivi. Con un comunicato, l’esecutivo comunitario sostiene che offrirà, su base volontaria, la possibilità ai cittadini di disporre di un maggiore accesso ai mercati dei capitali e al tempo stesso garantire così i migliori finanziamenti per le imprese.

Il piano si inserisce nell’ambito delle iniziative della Ue per rafforzare crescita e competitività.

Bruxelles rileva che nell’Unione si contano circa 10.000 miliardi di euro di risparmi nei depositi bancari, che sono “sicuri e di facile accesso, ma solitamente rendono meno degli investimenti sui mercati dei capitali. L’Unione di risparmi investimenti – si legge – può sostenere la ricchezza dei cittadini offrendo loro la scelta e l’opportunità di perseguire migliori rendimenti indirizzando i loro risparmi sui mercati dei capitali”..

Al tempo stesso questo consentirebbe di sostenere l’economia reale, la crescita e gli investimenti delle imprese, producendo così posti di lavoro e alimentando le retribuzioni dei lavoratori in tutti i settori. L’iniziativa tuttavia avviene mentre la Ue è alla ricerca di capitali anche per le sue per i suoi piani di riarmo e la Commissione europea non nasconde, anzi dichiara esplicitamente in comunicazioni separate che punta anche a far convergere finanziamenti sulla difesa partendo dal risparmio.

Ad ogni modo la strategia annunciata presenta quattro “pilastri” di impegni abbastanza generici, mentre non si ravvisano misure specifiche al momento. Il primo riguarda cittadini e risparmi in cui Bruxelles inserisce questo elemento di volontarietà (“se lo desiderano”, è il termine utilizzato) nell’impegnare fondi su poste che offrano maggiori rendimenti. Il secondo riguarda investimenti e finanziamenti in cui la Ue si impegna lanciare iniziative a favore di delle imprese.

Il terzo pilastro è sull’integrazione e le economie di scala, in cui Bruxelles afferma di voler ridurre la frammentazione anche a livello regolamentare e di vigilanza tra i Paesi. Il quarto pilastro è ancora più mirato sulla vigilanza nel mercato unico, non prevede la creazione di una autorità unica ma l’impegno a formulare “proposte e misure per assicurare che tutti i partecipanti di mercato ricevano trattamento paritetico indipendentemente da dove sono situati nella Ue”.

Durante una conferenza stampa di presentazione, la commissaria europea per i servizi finanziari, Maria Luís Albuquerque, ha però puntualizzato che su alcuni settori una vigilanza unica sarebbe migliore. La Commissione afferma che svilupperà ulteriormente queste proposte nel corso di un dialogo costante con tutte le parti interessate, con l’obiettivo di sostenere la competitività delle dell’economia Ue. Nel 2027 pubblicherà un rapporto di medio termine per analizzare i progressi fatti.

E’ morta Nadia Cassini, icona sexy della commedia all’italiana

Roma, 19 mar. (askanews) – Nadia Cassini, icona della commedia sexy all’italiana, è morta a 76 anni a Reggio Calabria dopo una lunga malattia. Nata Gianna Lou Muller negli Stati Uniti da genitori attori di vaudeville, aveva origini italo-tedesche. Il suo destino nel mondo dello spettacolo sembrava segnato fin dalla nascita, avvenuta durante una tournée dei genitori.

Nel 1968 si trasferì in Italia con il marito, il conte Igor Cassini, fratello dello stilista Oleg. La notorietà arrivò nel 1970 con “Il dio serpente” di Piero Vivarelli, un film scandalo in cui mostrava un nudo integrale. Tuttavia, fu nel filone della commedia erotica che divenne una vera star, recitando accanto a Lino Banfi e in pellicole di successo come “L’insegnante balla… con tutta la classe” (1979), “L’infermiera nella corsia dei militari” (1979) e “La dottoressa ci sta col colonnello” (1980).

Provocatoria e audace, Cassini fece parlare di sé anche in televisione: una sua apparizione accanto a Lando Buzzanca, in cui indossava solo un sottilissimo perizoma, scatenò polemiche e persino una denuncia per “simulazione di atto sessuale contro natura”. Con il declino della commedia sexy negli anni ’80, si dedicò alla TV commerciale, partecipando a programmi come “Ridiamoci sopra”, “Premiatissima”, “Drive In” e “Risatissima”, senza però ottenere lo stesso successo cinematografico.

La sua carriera subì un brusco stop a causa di un intervento di chirurgia plastica mal riuscito, che le causò deturpazioni al viso, inclusa la perdita parziale del padiglione auricolare destro. A ciò seguirono anni difficili segnati da abuso di droga e alcol, da cui riuscì a disintossicarsi, e da una vicenda di stalking con violenze subite. Nel 2009 fu anche coinvolta in un grave incidente stradale.

Nonostante le difficoltà, Nadia Cassini resta una figura emblematica del cinema italiano, ricordata per la sua bellezza, la sua sensualità e il suo spirito ribelle.

Meloni legge il manifesto di Ventotene alla Camera: non è la mia Europa

Roma, 19 mar. (askanews) – “Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo aver letto alcuni passaggi del manifesto di Ventotene in aula alla Camera chiudendo la replica al dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo che ha reso ieri.

“Non mi è chiarissima – ha proseguito – neanche l’idea di Europa alla quale si fa riferimento. Sono sempre contenta e ho grande rispetto per la partecipazione della manifestazione di piazza del Popolo sabato. È stato richiamato da moltissimi partecipanti il manifesto di Ventotene: spero tutte queste persone in realtà non l’abbiano mai letto perchè l’alternativa sarebbe spaventosa”.

Meloni ha citato “alcuni passi salienti”. Tra le citazioni: “La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria”, “Attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo stato, e intorno ad esso la nuova vera democrazia”.

Le chiusa di Meloni ha suscitato veementi proteste dell’opposizione anche durante il successivo intervento del ministro Tommaso Foti che aveva il compito di esprimere i pareri sulle risoluzioni tanto che il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha sospeso la seduta.

Ue, Meloni legge manifesto Ventotene in aula: non è la mia Europa

Roma, 19 mar. (askanews) – “Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo aver letto alcuni passaggi del manifesto di Ventotene in aula alla Camera chiudendo la replica al dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo che ha reso ieri.

“Non mi è chiarissima – ha proseguito – neanche l’idea di Europa alla quale si fa riferimento. Sono sempre contenta e ho grande rispetto per la partecipazione della manifestazione di piazza del Popolo sabato. È stato richiamato da moltissimi partecipanti il manifesto di Ventotene: spero tutte queste persone in realtà non l’abbiano mai letto perchè l’alternativa sarebbe spaventosa”.

Meloni ha citato “alcuni passi salienti”. Tra le citazioni: “La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria”, “Attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo stato, e intorno ad esso la nuova vera democrazia”.

Le chiusa di Meloni ha suscitato veementi proteste dell’opposizione anche durante il successivo intervento del ministro Tommaso Foti che aveva il compito di esprimere i pareri sulle risoluzioni tanto che il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha sospeso la seduta.

Migranti, Meloni: difficile rispettino regole se vanno risarciti

Roma, 19 mar. (askanews) – “Diceva la collega Carfagna che è importante che se” un migrante “rimane in Europa rispetti le nostre leggi una volta che entrato in Europa, ma questo è un problema che io cerco di porre da tempo nel senso il problema è che quando entri illegalmente già non le hai rispettate le nostre regole, e difficilmente possiamo spiegare a queste persone che entrano illegalmente in che vogliamo che vengano rispettate le nostre regole, quando addirittura siamo chiamati a risarcire chi entra illegalmente in Italia”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in sede di replica al dibattito nell’aula della Camera sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 20 e 21 marzo.

Meloni: Trump è un leader forte, può imporre una pace giusta in Ucraina

Roma, 19 mar. (askanews) – “Sosteniamo gli sforzi di Trump, è un leader forte e autorevole che può imporre le condizioni per una pace giusta e duratura. Credo non vedremo le scene di debolezza occidentale che abbiamo visto in Afghanistan, la questione si gioca sulle garanzie di sicurezza”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante le repliche alla Camera sulle comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 20-21 marzo. “Ieri c’è stata una lunga conversazione” tra Trump e Putin, “da quello che apprendiamo finora c’è una ipotesi di cessate il fuoco parziale limitato a infrastrutture strategiche, è un primissimo spiraglio nel senso di quanto concordato a monte tra Trump e Zelensky”, ha anche affermato, tra le altre cose, Meloni.

Ue, Meloni: ha voluto regolamentare tutto, oggi si corre a ripari

Roma, 19 mar. (askanews) – “Io continuo a ripetere ormai come un mantra in quest’aula da molto tempo, che ritengo che l’Europa debba occuparsi meglio di meno cose, che penso che si debba applicare il principio della sussidiarietà, penso che la pretesa di cedere all’Europa qualsiasi materia di riferimento, comprese le materie sulle quali gli stati nazionali, che sono più prossimi ai cittadini e che possono difendere le specificità che sono un valore aggiunto all’interno dell’Unione Europea, sia un errore”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in sede di replica al dibattito nell’aula della Camera sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 20 e 21 marzo.

“Penso – ha proseguito Meloni – che questa volontà di regolamentare tutto, di occuparsi di tutto, alla fine ci abbia impedito di occuparci delle questioni fondamentali sulle quali oggi, come si vede, si sta correndo ai ripari, ma se si fosse fatto prima probabilmente noi oggi avremmo degli Stati nazionali più forti che riescono a difendere meglio il loro valore aggiunto e un’Europa molto più efficace nelle risposte che deve dare rispetto ai tanti grandi competitor che ha oggi nel mondo, quindi il tema non è un tema che si taglia con l’accetta, è un tema sul quale si deve partire da quali sono le grandi materie sulle quali gli stati nazionali da soli non possono fare la differenza e invece la può fare la costruzione europea”.

DeepAgent, la rivoluzione AI per contattare i clienti

Roma, 19 Mar. – Nel panorama in rapida evoluzione delle tecnologie AI, DeepAgent si distingue come una soluzione innovativa che promette di rivoluzionare il modo in cui le aziende interagiscono con i clienti. Gli agenti vocali AI personalizzati, creati su misura per ogni categoria di mercato, rappresentano una risposta concreta alle esigenze di efficienza e personalizzazione che le imprese moderne richiedono. Fabio Massimo Nardella, fondatore di Oktagon, spiega: “Abbiamo iniziato a lavorare con pi software, li abbiamo integrati e attualmente stiamo creando agenti vocali specializzati su singole materie che svolgono operazioni per conto dell’azienda”. Questa innovazione non solo migliora l’efficienza operativa, ma offre anche un’esperienza utente altamente personalizzata, come dimostrato nel settore dell’e-commerce, dove gli agenti vocali AI hanno aumentato le conversioni.

L’adozione di agenti vocali AI destinata a crescere esponenzialmente. Secondo le previsioni, entro il 2025, oltre l’80% dei budget delle aziende leader sar destinato all’implementazione di tecnologie AI e Gen AI per la trasformazione aziendale. Inoltre, il 90% degli ospedali prevede di adottare agenti vocali AI per migliorare l’analisi predittiva e l’efficienza operativa. Nardella sottolinea: “Il nostro primo test riguarda la prequalifica delle lead che, per un nostro cliente che opera con cliniche dentali, abbiamo ridotto il tasso di non risposta dal 40% al 20%”. Questo dimostra come l’AI possa ottimizzare processi che altrimenti richiederebbero un notevole impiego di risorse umane.

“Stiamo assistendo a un cambio di paradigma”, continua Nardella. “I nostri agenti vocali non sono semplici strumenti di automazione – sono collaboratori digitali che elevano le capacit umane a nuovi livelli di eccellenza.”

DeepAgent non solo una suite di prodotti – una rivoluzione nell’automazione intelligente. Ogni agente specializzato in un settore specifico e dotato di una personalit unica. EVA l’esperta in eventi medicali che gestisce migliaia di partecipanti simultaneamente. CHARLES lo specialista HR che conduce screening preliminari con precisione chirurgica. LUNA la content creator che genera contenuti editoriali indistinguibili da quelli umani. SUS l’agente commerciale che qualifica lead con un’efficacia senza precedenti.

Le prospettive future per il mercato degli agenti vocali AI sono promettenti. Con l’aumento della domanda di soluzioni personalizzate, si prevede un’espansione delle opportunit lavorative nel settore tecnologico. Nardella afferma: “Stiamo lavorando per automatizzare processi ripetitivi, come la moderazione dei commenti online, che oggi richiedono un notevole impiego di risorse tecniche e di tempo”. Questo non solo riduce i costi operativi, ma libera risorse umane per attivit pi strategiche.

Tuttavia, l’implementazione di agenti vocali AI non priva di sfide. Come sottolinea Nardella, “se ti aspetti che l’agente funzioni perfettamente al primo tentativo, stai sbagliando. necessario un processo di fine-tuning per ottimizzare le performance”. Questo richiede un approccio strategico e una raccolta accurata dei dati primari, essenziali per il successo dell’AI.

“La vera innovazione di DeepAgent sta nella sua capacit di combinare un’intelligenza artificiale all’avanguardia con una profonda comprensione delle dinamiche di business”, conclude Nardella. “Non stiamo sostituendo gli umani – stiamo creando una sinergia che amplifica le capacit umane, permettendo alle aziende di raggiungere risultati prima impossibili.”

In definitiva, DeepAgent rappresenta un passo avanti significativo verso un futuro in cui l’AI non sostituisce l’uomo, ma ne potenzia le capacit, rendendo le aziende pi competitive e reattive alle esigenze del mercato.

Zelensky: non accetteremo il riconoscimento dei territori occupati

Roma, 19 mar. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha precisato oggi, in una conferenza stampa congiunta con l’omologo finlandese Alex Stubb a Helsinki, che la linea rossa dell’Ucraina per un accordo di pace con Mosca è il riconoscimento dei territori ucraini occupati come russi. “Non accetteremo questo”, ha sottolineato.  Zelensky ha spiegato che le aree dell’Ucraina occupate dai russi “sono temporaneamente occupate e non saranno mai russe”. Quindi ha sottolineato: “la cosa fondamentale è non perdere l’indipendenza, la sovranità del nostro stato e che la Russia non abbia mai, mai un impatto sull’indipendenza degli ucraini”. Secondo il presidente ucraino, questioni come il ruolo e le dimensioni dell’esercito di Kiev non sono qualcosa di cui
discutere, così come le garanzie economiche. Da parte sua, Stubb ha sostenuto che “è solo l’Ucraina a definire le sue linee rosse e la sua posizione negoziale”, mentre ha sottolineato che Kiev “dovrebbe avere il diritto di scegliere il proprio futuro, il proprio destino”, incluso se vuole entrare nell’Unione europea e nella Nato. Quanto a Trump, ha spiegato Stubb, è “un negoziatore esperto” che cerca di “fermare le uccisioni, stabilire un cessate il fuoco”, per aprire lo spazio per ulteriori colloqui di pace. “Penso che la chiave di tutto questo sia che la Russia non dovrebbe mai più essere in grado di farlo. E questa è una linea rossa… sulla sicurezza europea”, ha commentato. Inoltre, ha sottolineato Zelensky,  l’Ucraina non accetterà alcun compromesso per quanto riguarda gli aiuti militari e la
condivisione di intelligence da parte degli alleati: “Nessuno può condizionare gli Stati Uniti o altri Paesi per gli aiuti all’Ucraina”, ha insistito Zelensky: “Secondo me la Russia vorrà che i nostri partner smettano di aiutarci, perché ciò significherebbe indebolire le posizioni ucraine”. “Se non hai intenzione di continuare a fare la guerra e vuoi veramente la pace, e ora sto parlando di Putin, allora perché dovresti temere l’esercito ucraino? Perché fare di tutto per indebolire il nostro esercito o per indebolire la protezione del nostro popolo?”, ha proseguito. “Credo che non ci debbano essere compromessi negli aiuti all’Ucraina; al contrario, vanno rafforzati perché questo è un segnale che l’Ucraina è pronta a qualsiasi sorpresa da parte dei russi”, ha concluso.

Il presidente ucraino ha spiegato la sua intenzione di sentire al più presto, già oggi, il presidente Usa Donald Trump: “I prossimi passi non possono essere fatti senza di noi”, ha detto Zelensky a proposito dei colloqui per un cessate il fuoco in Ucraina. “Abbiamo avuto un incontro davvero positivo a Gedda tra i nostri team e penso che tutto sia stato sulla strada giusta, tranne gli sforzi della Russia”, ha commentato, aggiungendo che “discuterà alcuni dettagli dei prossimi passi con lui (Trump, ndr)”. “Penso di poter sentire i dettagli della sua conversazione con Putin”, ha precisato.

In ogni caso, l’Ucraina è pronta a “inviare” a Gedda “il suo team tecnico per discutere i prossimi passi” di un eventuale accordo di cessate il fuoco con la Russia: “Quando si terrà questo incontro e quale sarà il suo formato, sarò in grado di dirlo un po’ più tardi”, ha dichiarato Zelensky, precisando
di poter entrare nei dettagli solo dopo aver parlato con Trump.  Secondo l’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Steve Witkoff, il segretario di Stato americano
Marco Rubio e il consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz torneranno in Arabia Saudita la prossima settimana per colloqui su un cessate il fuoco che dovrebbero iniziare domenica prossima a Gedda.

Ue, Fratoianni in aula: piano Ursula Bomber Leyen è suicidio Unione

Roma, 19 mar. (askanews) – “L’Europa si suicida con il piano” di riarmo proposto da “Ursula Bomber Leyen da 800 miliardi di euro”. Lo ha affermato il deputato di Avs Nicola Fratoianni, storpiando il nome della presidente della Commissione Ue, nel corso del dibattito in aula sulle comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio Ue del 20 e 21 marzo. “Le è piaciuta” la battuta, “ho visto, e forse è anche d’accordo, so che non lo può dire, ma lo dica se vuole”, ha aggiunto Fratoianni rivolgendosi alla premier Meloni, presente in aula.

“800 miliardi di euro – ha continuato Fratoianni – per aumentare la spesa in armamenti nazionale. Di questo si tratta. Lasciamo stare la discussione. Siamo tutti per la difesa comune. Noi ce l’abbiamo nel programma, siamo anche per l’esercito comune. Ma non è questa la discussione”, perché nel piano “c’è qualche timida raccomandazione a fare qualche acquisto insieme, ma per il resto nulla. Non è un caso che Trump, Putin e le destre nazionaliste populiste odiano l’Europa, la odiano perché l’Europa è il continente delle libertà ma è anche quello che ha fondato la sua coesione su un welfare inclusivo, sui diritti del lavoro, sui salari, sulle pensioni, sul diritto alla salute per tutti. Quegli 800 miliardi, checché ne dica lei o il ministro Giorgetti, saranno soldi tolti ad altri investimenti”, ha concluso il leader di SI.

Kallas (Ue): la Russia non vuole fare alcuna concessione

Roma, 19 mar. (askanews) – L’alto rappresentante Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, ha affermato oggi che non ci si può fidare di Mosca, dopo che una telefonata tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il russo Vladimir Putin ha portato a un accordo per interrompere temporaneamente gli attacchi alle strutture energetiche dell’Ucraina. “Se si leggono i due resoconti della chiamata, è chiaro che … la Russia non vuole davvero fare alcun tipo di concessione”, ha detto Kallas ai giornalisti a Bruxelles, secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters.

Meloni alla Camera per il dibattito sul Consiglio Ue, assenti i ministri leghisti. Pd: governo lacerato

Roma, 19 mar. (askanews) – In aula alla Camera la discussione generale sulle comunicazioni rese ieri dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del consiglio europeo di domani e dopodomani. La premier è presente. Gli iscritti a parlare sono 18, il dibattito andrà avanti per due ore quindi ci sarà la replica di Meloni e a seguire le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni (90 minuti circa) e il voto. A differenza di quanto avvenuto in Senato, dove l’approvazione della risoluzione di maggioranza ha precluso il voto sulle altre, l’assemblea di Montecitorio voterà su tutti i documenti presentati.

Sono presenti anche diversi ministri in aula alla Camera tra i banchi del governo insieme alla premier Giorgia Meloni. Ad ascoltare il dibattito sulle comunicazioni rese ieri dalla presidente del Consiglio in vista del consiglio Ue di domani e dopodomani, ci sono il ministro della Difesa, Guido Crosetto, il ministro per gli Affari Europei, Tommaso Foti, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, il ministro dell’ambiente Pichetto Fratin. In apertura di seduta è stato presente anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Il Pd ha subito sottolineato le divisioni in maggioranza: “Potete star sicuri presidente Meloni che in quest’aula continueremo a far parlare la realtà invece delle vostre favolette…. il suo governo è diviso, anzi lacerato sulla politica estera”, ha detto la deputata del Pd Anna Ascani, prendendo la parola nell’aula della Camera per la discussione sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni sul Consiglio Ue. “Il vice premier Salvini anche lui assente oggi ha pronunciato lo slogan ‘meno Europa più libertà… Capiamo il desiderio di Meloni di evitare di mettere in piazza le differenze all’interno del governo” ma “prenda posizione, ritrovi il coraggio che aveva, invece di vederla ora alternare silenzi e mezze parole nei consessi internazionali”, ha concluso Ascani.

“Consegnare una cambiale in bianco a Commissione europea che ha dimostrato la sua incapacità non andava per noi, la Lega è quell’anima scomoda che dice quando le cose non vanno, avendone consapevolezza. Presidente Meloni dobbiamo essere consapevoli del nostro ruolo di ponte tra Europa e Stati Uniti”, ha detto, prendendo la parola nell’aula della Camera per la discussione sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni sul Consiglio Ue, il deputato della Lega Stefano Candiani. “Non siamo noi a mettere in crisi l’Europa ma è l’Ue che si mette in crisi per i suoi attori” ha aggiunto Candiani ribadendo che “indicare i problemi significa essere più europeisti di quelli che poi prendono i fondi da Soros”. “Abbiamo – ha infine sottolineato Candiani – una sola risoluzione di maggioranza condivisa e l’opposizione ne ha cinque tutte diverse, quindi respingiamo la narrazione delle divisioni nella maggioranza e anche quella delle assenze e delle presenze”.

Assenti in un primo momento in aula i ministri leghisti, durante il dibattito è arrivato in aula il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Meloni alla Camera per il dibattito sul Consiglio Ue, assenti i ministri leghisti. Pd: governo lacerato

Roma, 19 mar. (askanews) – In aula alla Camera la discussione generale sulle comunicazioni rese ieri dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del consiglio europeo di domani e dopodomani. La premier è presente. Gli iscritti a parlare sono 18, il dibattito andrà avanti per due ore quindi ci sarà la replica di Meloni e a seguire le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni (90 minuti circa) e il voto. A differenza di quanto avvenuto in Senato, dove l’approvazione della risoluzione di maggioranza ha precluso il voto sulle altre, l’assemblea di Montecitorio voterà su tutti i documenti presentati.

Sono presenti anche diversi ministri in aula alla Camera tra i banchi del governo insieme alla premier Giorgia Meloni. Ad ascoltare il dibattito sulle comunicazioni rese ieri dalla presidente del Consiglio in vista del consiglio Ue di domani e dopodomani, ci sono il ministro della Difesa, Guido Crosetto, il ministro per gli Affari Europei, Tommaso Foti, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, il ministro dell’ambiente Pichetto Fratin. In apertura di seduta è stato presente anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Assenti i ministri leghisti.

Il Pd ha subito sottolineato le divisioni in maggioranza: “Potete star sicuri presidente Meloni che in quest’aula continueremo a far parlare la realtà invece delle vostre favolette…. il suo governo è diviso, anzi lacerato sulla politica estera”, ha detto la deputata del Pd Anna Ascani, prendendo la parola nell’aula della Camera per la discussione sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni sul Consiglio Ue. “Il vice premier Salvini anche lui assente oggi ha pronunciato lo slogan ‘meno europa più libertà… Capiamo il desiderio di Meloni di evitare di mettere in piazza le differenze all’interno del governo” ma “prenda posizione, ritrovi il coraggio che aveva, invece di vederla ora alternare silenzi e mezze parole nei consessi internazionali”, ha concluso Ascani.

“Consegnare una cambiale in bianco a Commissione europea che ha dimostrato la sua incapacità non andava per noi, la Lega è quell’anima scomoda che dice quando le cose non vanno, avendone consapevolezza. Presidente Meloni dobbiamo essere consapevoli del nostro ruolo di ponte tra Europa e Stati Uniti”, ha detto, prendendo la parola nell’aula della Camera per la discussione sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni sul Consiglio Ue, il deputato della Lega Stefano Candiani. “Non siamo noi a mettere in crisi l’Europa ma è l’Ue che si mette in crisi per i suoi attori” ha aggiunto Candiani ribadendo che “indicare i problemi significa essere più europeisti di quelli che poi prendono i fondi da Soros”. “Abbiamo – ha infine sottolineato Candiani – una sola risoluzione di maggioranza convidisa e l’opposizione ne ha cinque tutte diverse, quindi respingiamo la narrazione delle divisioni nella maggioranza e anche quella delle assenze e delle presenze”.

Esce a sorpresa "Una parte di me" singolo inedito di Pino Daniele

Milano, 19 mar. (askanews) – A sorpresa oggi, mercoledì 19 marzo, giorno del 70° compleanno, del suo onomastico e della Festa del Papà, esce in digitale “Una parte di me” (Warner Music Italy), brano inedito di Pino Daniele(https://bio.to/PinoDaniele_Unapartedime).

“Una parte di me” è una toccante dedica di Pino Daniele a Francesco, il suo figlio più piccolo.

Nella foto di copertina, scattata dal secondogenito Alessandro, sono ritratti Pino e Francesco che si guardano negli occhi. Con un gesto che sottolinea ancora una volta l’intimità del brano, è stato lo stesso Francesco a scrivere il titolo della canzone nella cover.

Il brano è stato composto nel 2009, in un periodo di passaggio tra la produzione di un disco acustico e l’idea di un album di remake arricchito con qualche inedito. Pino Daniele produsse l’accompagnamento di chitarra, registrando anche un paio di take di voce. Successivamente provò a incidere una chitarra solista che, però, non venne mai completata. Per motivi discografici, il pezzo fu messo momentaneamente da parte.

Oggi il brano è stato recuperato, grazie al ritrovamento dei multitraccia, e portato a termine attraverso un delicato lavoro di coproduzione che ha rispettato in pieno le intenzioni di Pino Daniele: in particolare, desiderava che il M° Gianluca Podio scrivesse un arrangiamento per organico orchestrale, idea che è stata ripresa e concretizzata nella produzione definitiva.

Prodotto dallo stesso Pino Daniele, autore del testo e della musica, e co-prodotto da Alessandro Daniele e Fabrizio Bianco, “Una parte di me” è stato suonato da Pino Daniele (chitarre e voci), Alfredo Golino (batteria e percussioni), Fabrizio Bianco (basso), Prisca Amori (1° violino), Mariana Dudnic (2° violino), Gisella Horvat (viola) e Rossella Zampiron (violoncello). Gli archi, arrangiati e diretti dal M° Gianluca Podio, sono stati registrati presso il Mob Studios di Roma. Fonico di ripresa e supervisione tecnica a cura di Jurij Gianluca Ricotti.

Il brano è stato mixato e masterizzato da Pino “Pinaxa” Pischetola.

L’inedito porta il sigillo del “70/10 Anniversary”, il marchio distintivo ideato dalla Fondazione Pino Daniele, che garantisce l’autenticità e l’ufficialità delle iniziative dedicate a Pino Daniele, in occasione dei 10 anni dalla sua scomparsa e dei 70 anni dalla sua nascita.

Corte blocca ordine esecutivo Trump contro transgender nell’esercito

Roma, 19 mar. (askanews) – Una corte di Washington, DC ha bloccato l’ordine esecutivo del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che vieta alle persone transgender di prestare servizio nelle forze armate statunitensi, definendolo discriminatorio e violando i diritti di pari protezione.

La giudice Ana Reyes, nominata dall’ex presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha definito l’ordine esecutivo del presidente incostituzionale, discriminatorio e in violazione del diritto costituzionale alla pari protezione.

“Considerando il verbale completo e per le ragioni sopra esposte, la Corte ACCETTA la nuova domanda di ingiunzione preliminare dei querelanti. La Corte specifica la portata dell’ingiunzione nell’ordinanza che accompagna questa opinione. Di sua iniziativa, la Corte sospende questa ingiunzione fino al 21 marzo 2025 per dare ai convenuti il tempo di considerare la presentazione di una mozione per una sospensione di emergenza nel circuito di D.C.”, si legge nella sentenza.

Secondo il documento, l’ordine esecutivo 14183, firmato da Trump il 27 gennaio 2025, e la direttiva del Segretario alla Difesa Pete Hegseth che vieta ai membri transgender del servizio senza eccezioni, sono stati approvati senza consultare l’esercito o analizzare i dati.

La sentenza ha aggiunto che l’amministrazione Trump non è riuscita a fornire una ragione legittima per vietare tutte le truppe transgender o “alcuni studi o dichiarazioni che spieghino perché mantenere lo status quo in attesa di contenzioso graverebbe ingiustamente sull’esercito”.

In base alla sentenza, ai querelanti è stata concessa una nuova richiesta di ingiunzione preliminare.

A gennaio, poco dopo il suo insediamento, Trump ha emesso un ordine esecutivo che vietava alle truppe transgender di prestare servizio apertamente nell’esercito. La prima causa da parte di persone transgender per annullare l’ordine è stata presentata quasi immediatamente dopo la firma dell’ordine. I repubblicani hanno emesso per la prima volta una direttiva per vietare il servizio militare transgender durante il primo mandato presidenziale di Trump nel 2016-2020. Tuttavia, Joe Biden l’ha revocata quando è entrato in carica.

Il messaggio di Mattarella a Papa Francesco: grazie per il servizio costante a tutta l’umanità

Roma, 19 mar. (askanews) – “Santità, è con sentimenti di particolare, affettuosa vicinanza che mi dirigo a Lei per porgerLe i migliori auguri nella lieta ricorrenza del solenne inizio del Pontificato. Insieme a me, il popolo italiano Le è riconoscente per questi dodici anni nei quali ha offerto la più autentica testimonianza dei valori evangelici, in un servizio costante non soltanto alla Chiesa cattolica ma all’Umanità tutta”. E’ quanto scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in un messaggio inviato a sua santità Papa Francesco.

“Di questo afflato – sottolinea Mattarella – la lettera enciclica Dilexit nos offre un esempio luminoso, con l’invito a ogni donna e ogni uomo e di buona volontà a varcare i confini del personale tornaconto e a riconoscersi legati agli altri da quel vincolo di umana fratellanza che prescinde da considerazioni di prossimità geografica o di affinità culturale”. “Mentre al livello internazionale
sembrano affievolirsi le ragioni del Diritto e di una corretta articolazione della convivenza tra gli Stati, la Sua voce è e resta più che mai necessaria”, sottolinea il presidente della Repubblica nel messaggio inviato al Papa. “Desidero richiamare gli spunti inediti di riflessione che il Suo alto Magistero ha posto al centro del dibattito in seno a importanti consessi multilaterali: alla Conferenza delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, al Vertice G7 presieduto dall`Italia, al G20, Vostra Santità ha portato un vibrante richiamo alla riscoperta della speranza, all`accantonamento di logiche di forza e di prevaricazione, a quelle istanze di rinnovamento dischiuse da un uso etico delle nuove tecnologie” ha ricordato Mattarella nel suo messaggio a Papa Francesco.  “L`apertura della Porta Santa presso il carcere romano di Rebibbia all`inizio dell`anno giubilare, nonché la decisione di innalzare nei prossimi mesi agli onori degli altari Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati – figure molto amate, anche dalle giovani generazioni – ispirano nei miei concittadini viva gratitudine nei confronti del Vescovo di Roma, di cui tutti avvertiamo la particolare sollecitudine per l`Italia – ha concluso -. In questo spirito, Padre Santo, Le rinnovo sinceri auguri di ogni benessere nella prosecuzione del Pontificato cui aggiungo quelli – vieppiù sentiti – di pronto ristabilimento”.

(foto archivio)

Mattarella a Papa Francesco: grazie per servizio costante a Chiesa ma a tutta l’ umanità

Roma, 19 mar. (askanews) – “Santità, è con sentimenti di particolare, affettuosa vicinanza che mi dirigo a Lei per porgerLe i migliori auguri nella lieta ricorrenza del solenne inizio del Pontificato. Insieme a me, il popolo italiano Le è riconoscente per questi dodici anni nei quali ha offerto la più autentica testimonianza dei valori evangelici, in un servizio costante non soltanto alla Chiesa cattolica ma all’Umanità tutta”. E’ quanto scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in un messaggio inviato a sua santità Papa Francesco.

“Di questo afflato la lettera enciclica Dilexit nos offre un esempio luminoso, con l’invito a ogni donna e ogni uomo e di buona volontà a varcare i confini del personale tornaconto e a riconoscersi legati agli altri da quel vincolo di umana fratellanza che prescinde da considerazioni di prossimità geografica o di affinità culturale”.

Ue, al via discussione Camera su comunicazioni Meloni, premier in aula

Roma, 19 mar. (askanews) – E’ iniziata in aula alla Camera la discussione generale sulle comunicazioni rese ieri dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del consiglio europeo di domani e dopodomani. La premier è in aula. Gli iscritti a parlare sono 18, il dibattito andrà avanti per due ore quindi ci sarà la replica di Meloni e a seguire le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni (90 minuti circa) e il voto. A differenza di quanto avvenuto in Senato, dove l’approvazione della risoluzione di maggioranza ha precluso il voto sulle altre, l’assemblea di Montecitorio voterà su tutti i documenti presentati.

Crosetto: assurda richiesta di Putin di fermare gli aiuti all’Ucraina mentre la bombarda

Roma, 19 mar. (askanews) – Dopo la telefonata tra Putin e Trump “c’è un po’ più di acqua nel bicchiere rispetto al giorno precedente. Accontentiamoci di questo. Il punto di arrivo è il bicchiere pieno, questo è un piccolissimo passo avanti”. Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervistato a Mattino 5 su Canale 5. “Almeno le infrastrutture energetiche – ha aggiunto il ministro – non dovrebbero più colpirle, anche se nella notte le hanno colpite. Ma noi dovremmo arrivare al giorno in cui non cadrà più una bomba in nessuna parte dell’Ucraina, anche in quelle civili, non solo quelle energetiche”.

Ma – sottolinea il ministro – “smettere di aiutare l’Ucraina finche lui (Putin ndr) non smette di bombardarla mi pare una richiesta assurda in questo momento. Il giorno in cui lui smette di bombardare può chiedere anche che dall’altra parte si smetta di aiutare l’Ucraina e si inizi a ricostruirla”. Riguardo gli esiti del colloqui di ieri fra Putin e Trump, ha detto Crosetto, “Giudico i fatti – ha detto il ministro – Dai frutti lo riconosceremo. Se ci sarà la tregua, se smetterà di attaccare allora saremo tutti contenti”.

Diritto allo studio, all’Italia la vicepresidenza di ECSTA

Roma, 19 mar. (askanews) – Emilio Di Marzio, Presidente pro tempore di Andisu, l’associazione che riunisce gli organismi per il diritto allo studio in Italia, è stato eletto ieri sera, per i prossimi due anni, Vice Presidente di ECSTA (European Council For Student Affairs), l’organizzazione che coordina e rappresenta le diverse realtà dei servizi studenteschi di tutti i paesi europei, inclusa la Turchia.

“Si tratta di un ruolo strategico per l’Italia, grazie al quale promuovere la dimensione sociale dell’istruzione superiore in Europa, migliorare la comprensione delle differenze di servizi tra i Paesi, incentivare lo scambio di buone pratiche e la mobilità tra studenti e professionisti nel quadro del processo di Bologna, concepito per rendere più coerenti i sistemi di istruzione superiore in Europa”, dichiara Di Marzio.

“Ampliare e migliorare residenze e servizi di ristorazione, sostenere adeguatamente le borse di studio, ampliare i servizi di consulenza sociale e psicologica sono alcuni degli assi fondamentali per creare un ambiente più giusto per gli studenti europei, soprattutto gli studenti svantaggiati. E su questi temi dovremo tenere un confronto continuo con la Commissione europea. Sono pertanto molto grato ai miei colleghi per questa opportunità e i miei migliori auguri al presidente eletto di ECSTA Matthias Anbuhl (Presidente di Deutsches Studierendenwerk) e a tutti gli altri colleghi membri dell’Assemblea e del Board”, conclude Di Marzio.

Arrestato il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, uno dei principali rivali di Erdogan

Roma, 19 mar. (askanews) – Il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, è stato arrestato dopo una perquisizione nella sua abitazione. Secondo quanto riportato da Ntv, le autorità avrebbero compiuto indagini su Imamoglu per presunti casi di terrorismo e corruzione.

“Centinaia di agenti di polizia sono arrivati alla mia porta. Faccio affidamento sulla mia nazione. La polizia ha fatto irruzione in casa mia e ha bussato alla mia porta”, ha detto Imamoglu sul suo canale X in un video messaggio.

Il sindaco, esponente di spicco del centrosinistra turco, è uno dei principali rivali del presidente Recep Tayyip Erdogan. L’inchiesta in corso avrebbe coinvolto un centinaio di persone oltre il sindaco. “La procura”, secondo Ntv, “sta conducendo due indagini distinte”. Un primo filone d’indagine riguarderebbe “Imamoglu e altri imputati”, “accusati di avere agito congiuntamente con il Pkk e di avere collocato membri del Pkk in posti chiave”.

“Una seconda indagine”, ha spiegato la stessa fonte, starebbe “accertando casi di corruzione e tangenti”. In particolare, il mandato d’arresto contro Imamoglu sarebbe stato emesso per presunti “legami con gruppi terroristici”.

Intanto, dopo l’arresto di Imamoglu, la prefettura di Istanbul ha vietato fino al 23 marzo manifestazioni politiche e letture in pubblico di comunicati stampa.

(nella foto un frame del videomessaggio di Imamoglu su X, prima di essere arrestato)

Ucraina, Witkoff: i colloqui su un accordo di cessate il fuoco iniziano domenica a Gedda

Roma, 19 mar. (askanews) – Il segretario di Stato americano Marco Rubio e il consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz torneranno in Arabia Saudita la prossima settimana per colloqui su un cessate il fuoco nella guerra della Russia con l’Ucraina, ha detto a Fox News l’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Steve Witkoff.

Parlando ore dopo che Trump ha tenuto una lunga telefonata con il presidente russo Vladimir Putin, Witkoff ha detto che i colloqui su un accordo di cessate il fuoco “inizieranno domenica a Gedda”.

Riferendosi a un cessate il fuoco sulle infrastrutture energetiche e sugli obiettivi nel Mar Nero, Witkoff ha detto: “Penso che entrambi siano stati concordati dai russi. Sono certamente fiducioso che gli ucraini saranno d’accordo”. L’inviato Usa ha quindi aggiunto che “da lì a un cessate il fuoco completo c’è una distanza relativamente breve”.

L’Ucraina ha accusato la Russia di avere effettivamente respinto la proposta di cessate il fuoco sostenuta dagli Stati Uniti, segnalando una raffica di attacchi alle infrastrutture civili ore dopo che Mosca aveva accettato di sospendere gli attacchi alla rete energetica del Paese.

La Russia da parte sua ha affermato che un attacco di droni ucraini ha causato un piccolo incendio durante la notte in un deposito di petrolio situato vicino al villaggio di Kavkazskaya, nella regione di Krasnodar.

Witkoff ha ribadito che il cessate il fuoco proposto include “energia e infrastrutture in generale” ed ha elogiato il presidente russo Putin “per tutto ciò che ha fatto durante la chiamata per avvicinare il suo paese a un accordo di pace definitivo”.

Usa, pubblicati gli ultimi documenti riservati sull’assassinio di John F. Kennedy

Roma, 19 mar. (askanews) – I restanti documenti del governo statunitense sull’assassinio del presidente John F. Kennedy, avvenuto nel 1963, che sconvolse gli Stati Uniti e il mondo e diede origine a numerose teorie e speculazioni, sono stati resi pubblici ieri dall’amministrazione Trump. La decisione segue un ordine esecutivo firmato dal presidente a gennaio, che dispone la pubblicazione dei documenti rimanenti sugli assassinii di JFK, nonché di suo fratello Robert F. Kennedy e del leader per i diritti civili Martin Luther King. “Tutti i documenti trattenuti per motivi di riservatezza” sull’assassinio del presidente Kennedy sono “resi pubblici”, hanno annunciato gli Archivi nazionali degli Stati Uniti in una nota.

Negli ultimi decenni sono già state pubblicate milioni di pagine di documenti relativi a questo importante evento della storia americana. La CIA e l’FBI ne hanno vietato la pubblicazione adducendo motivi di sicurezza nazionale. La Commissione Warren, che ha indagato sull’assassinio del carismatico presidente democratico di 46 anni, ha concluso che l’omicidio è stato compiuto da un ex cecchino dei Marine, Lee Harvey Oswald, che ha agito da solo. Ma questa conclusione ufficiale non è bastata a placare le speculazioni secondo cui dietro l’assassinio del presidente Kennedy a Dallas, in Texas, ci fosse un complotto. E la lenta pubblicazione dei fascicoli da parte dello Stato ha alimentato varie teorie cospirative.

Molti esperti ritengono improbabile che i documenti ancora in possesso dell’Archivio contengano rivelazioni rivoluzionarie o mettano fine alle diffuse teorie cospirative che circondano l’assassinio del 35° presidente degli Stati Uniti. Lee Harvey Oswald venne ucciso a colpi d’arma da fuoco dal proprietario di uno strip club, Jack Ruby, il 24 novembre 1963, due giorni dopo l’assassinio di Kennedy, mentre veniva trasportato in prigione. Finora, gran parte del materiale già diffuso conteneva informazioni puramente fattuali, tra cui decine di rapporti di agenti dell’FBI che hanno seguito piste che non hanno portato da nessuna parte. Molte di queste informazioni erano già note, come il fatto che la CIA, all’epoca ossessionata dal comunismo, aveva ordito diversi piani ridicoli per assassinare il leader cubano Fidel Castro.

Continuano i raid israeliani, almeno 10 morti in attacchi notturni a Gaza

Roma, 19 mar. (askanews) – Israele ha condotto attacchi aerei notturni su diverse aree della Striscia di Gaza, provocando almeno 14 morti. Lo riferisce la stampa locale, spiegando che l’esercito israeliano ha colpito anche a Rafah dopo che l’aeronautica militare delle Forze di difesa israeliane ha condotto raid a Gaza City e contro il campo profughi di Bureij, nel centro della Striscia.

Attacchi da parte di aerei israeliani sono stati segnalati anche intorno a Khan Younis, nel sud di Gaza.

Quds news, un’agenzia di stampa di Gaza collegata ad Hamas, ha riferito che il bilancio delle vittime nella rinnovata offensiva israeliana nell’enclave palestinese è salito a 429. Le autorità sanitarie controllate da Hamas avevano precedentemente stimato il bilancio delle vittime a 408.

Continuano i raid israeliani, almeno 10 morti in attacchi notturni a Gaza

Roma, 19 mar. (askanews) – Israele ha condotto attacchi aerei notturni su diverse aree della Striscia di Gaza, provocando almeno dieci morti. Lo riferisce la stampa locale, spiegando che l’esercito israeliano ha colpito anche a Rafah dopo che l’aeronautica militare delle Forze di difesa israeliane ha condotto raid a Gaza City e contro il campo profughi di Bureij, nel centro della Striscia.

Attacchi da parte di aerei israeliani sono stati segnalati anche intorno a Khan Younis, nel sud di Gaza.

Quds news, un’agenzia di stampa di Gaza collegata ad Hamas, ha riferito che il bilancio delle vittime nella rinnovata offensiva israeliana nell’enclave palestinese è salito a 429. Le autorità sanitarie controllate da Hamas avevano precedentemente stimato il bilancio delle vittime a 408.

Naufragio nel Mediterraneo: salvati 10 migranti, recuperati 6 cadaveri a Lampedusa

Roma, 19 mar. (askanews) – Nuovo naufragio di migranti. La guardia costiera e la guardia di finanza hanno recuperato al largo dell’isolotto di Lampione a Lampedusa sei cadaveri e dieci superstiti (tra cui quattro donne) da un gommone trovato semi affondato.

Dopo essere stati visitati e rifocillati, i naufraghi sono stati accompagnati nell’hotspot dell’Isola, dove hanno ricostruito alle forze dell’ordine di essersi imbarcati domenica notte in 56 nella zona di Sfax, in Tunisia. Molti dei migranti sarebbero finiti in acqua durante il viaggio, prima che il gommone venisse intercettato dalle motovedette italiane.

Trump, sessanta giorni di furore

Dunque, vogliamo riassumere? Giusto per ricapitolare e cercare di individuare la logica intrinseca del dinamismo trumpiano nei suoi primi due mesi di secondo mandato presidenziale.

La raffica di ordini esecutivi, di affermazioni via social, di interviste televisive ha tradotto in atti ciò che The Donald aveva promesso in campagna elettorale e che poi aveva subito ribadito all’indomani del voto, fino al davvero poco – anzi, per nulla – diplomatico discorso di insediamento, che fu un comizio irriverente nei confronti del Presidente uscente: una cosa mai vista prima di allora. La cerimonia inaugurale è stata sempre un’occasione per celebrare l’unità della nazione, non certo per proseguire con tono indurito i comizi elettorali. Con Trump ha cambiato tono, radicalmente.

In politica estera ha avviato un riavvicinamento a Putin con l’obiettivo immediato di raggiungere un accordo di pace fra Russia e Ucraina facendo pagare a quest’ultima un prezzo assai esoso, in termini territoriali e economici; ha insultato l’Unione Europea, “sorta solo per fregarci”, avvertendola che non dovrà più fare affidamento sulla protezione statunitense e lasciando intendere d’essere disposto a lasciare la NATO, per la cui sopravvivenza chiede comunque ai paesi aderenti un raddoppio, e di più, dei contributi economici per i suoi costi; ha minacciato il Canada, che dovrà divenire il 51mo stato USA;  ha dichiarato di voler acquisire “in un modo o nell’altro” la Groenlandia; ha sostenuto che il Canale di Panama dovrà tornare in possesso degli Stati Uniti e si è già mosso concretamente in questo senso; ha ridenominato Golfo d’America il Golfo del Messico. Ha affrontato il dramma di Gaza in maniera gravemente offensiva per le decine di migliaia di morti e per i suoi cittadini costretti a sopravvivere in condizioni terribili; ha dato mano libera a Netanyahu per agire come crede nei territori palestinesi della Cisgiordania; ora sta bombardando in Yemen gli Houthy, proxy iraniani, per inviare un messaggio preciso a Teheran, minaccioso quanto basta.

Ha avviato espulsioni di massa dei migranti irregolari, al momento più come effetto-show con poveracci tradotti in catene che per effettiva consistenza numerica dei rimpatri. 

È inoltre uscito da consolidati consessi multilaterali, come l’Accordo sul clima di Parigi, rivendicando il proprio negazionismo sul cambiamento climatico e anzi esaltando la necessità di un più intenso sfruttamento del sottosuolo (“drill, baby, drill”) ovunque in America, soprattutto in Alaska ma anche in futuro in Groenlandia, e non solo. E’ altresì uscito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dando fiato e spazio ai negazionisti vaccinali, e attaccando la ricerca scientifica a suo dire poco efficiente (come se essa sia valutabile con la medesima misurazione valida per un ROI aziendale), prospettando un consistente taglio dei fondi ad essa dedicati. Ha tagliato UsAid, l’agenzia del Dipartimento di Stato dedicata a erogare fondi per gli aiuti umanitari e allo sviluppo in numerosi paesi del mondo.

Con l’istituzione del Department of Government Efficiency (DOGE) affidato all’eccentrico e spietato Elon Musk sta provando a smantellare la pubblica amministrazione, un covo a suo dire di burocrati che rubano lo stipendio e impediscono il libero fluire dello spirito imprenditoriale che è alla base del successo americano nel mondo. In realtà uno strumento per abbattere nemici e avversari, indebolendoli laddove si amministra la società. E per terrorizzare i dipendenti di ogni agenzia federale, in modo che nessuno abbia più il coraggio di mettergli i bastoni fra le ruote, come avvenuto a suo dire durante il suo primo mandato.

Prodromo di quanto fatto ai vertici di Agenzie quali CIA e FBI, ora presiedute da persone incompetenti ma a lui totalmente fedeli e per lo più ideologicamente ostili alle medesime agenzie che ora sono andate a dirigere. Avviando al contempo una serie di vendette ai danni di quanti lo hanno criticato durante gli anni della presidenza Biden o non lo hanno sostenuto nella recente campagna elettorale.

Per contro ha amnistiato gli assaltatori di Capitol Hill del 6 gennaio 2021, che del resto non aveva mai condannato e al contrario aveva giustificato, non avendo mai riconosciuto la vittoria di Biden nel novembre 2020.

E infine (ma l’elenco sintetico qui proposto non è certamente esaustivo di tutta la torrenziale e bulimica azione trumpiana di questi due mesi) ha abolito ogni programma federale inerente diversità, equità, inclusione.

Adesso ha pure deciso di chiudere Radio Free Europe e Voice of America, come volesse cancellare tutto quello che gli Stati Uniti hanno fatto nel tempo per rafforzare il proprio soft power ovunque nel pianeta. 

Cosa ci attende ancora? Il tempo ce lo dirà, ma nell’immediato occorre realisticamente prendere atto che il mondo è cambiato. Che l’Occidente non è più lo stesso. Per ora. Ma l’impressione è che davvero siamo innanzi a un crinale della Storia e che una nuova visione imperiale (americana, russa, cinese) stia prendendo il sopravvento. Un tema con il quale la vecchia Europa è ora costretta a confrontarsi. 

Ciò che però colpisce – e inquieta – è il fatto che Trump vuole far credere (non penso lo ritenga davvero ma gli conviene così) alla massa dei suoi supporter, che infatti lo credono, di essere sopravvissuto all’attentato subìto in Pennsylvania e anche a un secondo (sventato) perché Dio stesso lo ha prescelto per cambiare il suo Paese e, con esso, il mondo. Insomma, è “in missione per conto di Dio” (cit.). 

Questo utilizzo spregiudicato della religione mostra più di ogni altro atto quanto Donald Trump (e i fanatici MAGA che lo attorniano) sia ambiziosamente ansioso di portare a compimento una rivoluzione. La sua, per avere un potere senza limiti.

Il problema della eredità degasperiana

La stampa progressista, anti governativa, radical chic e anti von der Leyen continua a parlare di “spirito unitario europeo” e, al contempo, si continua a rimuovere l’azione politica e culturale – decisiva e determinante – di chi quello spirito europeista lo ha declinato sin dall’immediato secondo dopoguerra. E cioè, Alcide De Gasperi, Robert Schuman e Konrad Adenauer. Statisti e leader politici riconducibili alla tradizione della Democrazia Cristiana, italiana ed europea.

Francamente è un mistero. Ma se poi si indaga anche solo leggermente su questa distrazione, la spiegazione è persin troppo semplice da descrivere. Ovvero, il tarlo persistente dei circoli progressisti, laicisti e radical chic nostrani, e storicamente, non hanno mai digerito l’apporto del pensiero, della tradizione e della cultura del cattolicesimo politico italiano nel declinare un vero e credibile progetto europeista. Chi avesse ancora qualche dubbio al riguardo è appena il caso di riascoltare qualche sprazzo degli interventi sul palco della manifestazione di Piazza del Popolo di Roma per rendersene conto. La solita giostra di attori, comici, presunti intellettuali, conduttori televisivi e giornalisti che tutto possono dire e fare tranne uscire dal recinto culturale della solita sinistra salottiera, spocchiosa, aristocratica, moralmente superiore, milionaria ed ovviamente progressista. Insomma, in un’area persin troppo nota da essere ancora una volta ricordata e descritta. Area che tollera anche la presenza dei cattolici che, però, siano organicamente funzionali alla “causa”. Come, appunto, il palco di Piazza del Popolo ha platealmente confermato.

Ora, e al di là del giro di Repubblica e di tutto ciò che lo caratterizza – noto e conosciutissimo da svariati lustri – quello che francamente stupisce ed addolora è la sostanziale rimozione del magistero politico, istituzionale, culturale e anche etico di De Gasperi e di tutta quella classe dirigente cattolica che era, e resta, la più titolata ad essere ricordata e citata quando si parla di radici ideali dell’Europa e di un credibile progetto europeista. Eppure, come noto ed evidente, quella citazione manca. Anzi, è addirittura rinnegata perchè sono sempre e solo altri – altrettanto autorevoli ma politicamente molto meno titolati – ad essere osannati e stracitati quando si parla di riscoprire uno “spirito unitario europeo” e, addirittura, una “difesa comune europea”.

Perché tutto ciò? Forse, e senza ridicole pregiudiziali politiche, ideologiche e personali, è il caso di guardare in faccia la realtà e prendere atto chi ha il coraggio, e la coerenza, oggi di continuare a rifarsi al pensiero degasperiano anche e soprattutto nella concreta declinazione di un progetto europeista nella società contemporanea. E nel contesto reale con cui dobbiamo fare i conti dopo l’avvento della nuova amministrazione americana da un lato e il conflitto russo/ucraino dall’altro. Nella maggioranza di governo, piaccia o non piaccia, Forza Italia è l’unico partito che persegue concretamente quella politica e quei valori. Nel campo largo o ex campo largo che sia, coerente e e coraggiosa è la posizione espressa da Carlo Calenda anche se il suo partito è, del tutto legittimamente, radicalmente estraneo alla cultura, al pensiero e alla tradizione del cattolicesimo politico, popolare e sociale. Il resto, come ovvio, non è pervenuto. O meglio, e per essere onesti intellettualmente, prescinde da tutto ciò che è seppur solo lontanamente riconducibile al pensiero degasperiano.

Ecco perché, parlando proprio delle radici culturali, politiche ed anche etiche dell’Europa, se c’è un’iniziativa urgente e necessaria che oggi si deve assumere è quella di rileggere e riattualizzare il magistero politico di Alcide De Gasperi. Un’iniziativa che può essere assunta solo da coloro che continuano a credere in quei valori e, soprattutto, a riconoscersi in quel magistero politico e civile.

Cioè i cattolici democratici, popolari e sociali. Certo, non possiamo aspettare – e anche comprensibilmente – che siano i circoli elitari di Repubblica e tutto il caravanserraglio che li attornia, i radicali/estremisti di Schlein, Fratoianni e Bonelli o i populisti di Conte e Salvini i promotori di questa iniziativa politica. Al riguardo, verrebbe proprio da dire, mutuando un vecchio slogan del movimento femminista, “se non ora quando”?

Stop alle sovvenzioni, anche Radio Free Asia sotto la scure di Trump

La scure dei tagli a colpi di ordini esecutivi impressa dal presidente statunitense Donald Trump rischia di affossare, forse in maniera definitiva, anche le voci del giornalismo libero in Asia e i pochi organi di informazione “non allineati” ai dettami governativi. Fra questi vi sono siti internet e portali che, per anni, sono riusciti a veicolare informazioni e denunce sulle violazioni ai diritti umani in nazioni come la Cina, in cui vi è uno stretto controllo dei media e una repressione sistematica dei giornalisti e dei quotidiani indipendenti. Fra quanti rischiano la chiusura vi sono oggi anche Radio Free Asia (Rfa), una delle poche realtà autonome e autorevoli nel continente, assieme a Voice of America (Voa) e Radio Free Europe/Radio Liberty (Rfe/Rl), che ricevono finanziamenti dal governo americano.

Le sovvenzioni federali che finanziano Rfa e le reti partner sono state revocate il 15 marzo scorso, secondo un avviso di cessazione delle sovvenzioni ricevuto dalla stessa agenzia di informazione in base ad un ordine esecutivo emesso da Trump il giorno precedente. Esso prevede infatti la riduzione dei componenti non statutari della United States Agency for Global Media (Usagm), l’agenzia federale che finanzia oltre a Radio Free Asia anche diverse altre organizzazioni giornalistiche globali indipendenti nel mondo.

La lettera inviata al presidente Rfa e firmata dal consigliere speciale Usagm Kari Lake, intitolata “Senior Advisor to the Acting Ceo with Authorities Delegated by Acting Ceo”, segnala che la sovvenzione federale dell’agenzia è stata interrotta. Inoltre, la stessa Rfa è obbligata a “rimborsare prontamente tutti i fondi non utilizzati”, mentre resta valida la possibilità di presentare ricorso entro i prossimi 30 giorni. Al momento non è chiaro come e quando le operazioni dovrebbero cessare, ma va detto che l’organi di informazione è finanziato quasi in esclusiva attraverso sovvenzioni federali.

In una dichiarazione il presidente Rfa Bay Fang ha affermato che l’azienda intende impugnare l’ordine. “La cessazione della sovvenzione è una ricompensa per i dittatori e i despoti, compreso il Partito comunista cinese, che non desiderano altro che la loro influenza sia incontrollata nello spazio dell’informazione” spiega la nota. “L’avviso odierno – prosegue – non solo priva di diritti i quasi 60 milioni di persone che settimanalmente si rivolgono ai servizi di Rfa per conoscere la verità, ma avvantaggia anche gli avversari dell’America”.

Agenzia di stampa indipendente finanziata da una legge del Congresso, Radio Free Asia ha iniziato le sue prime trasmissioni in cinese mandarino nel 1996, espandendosi negli anni successivi a un totale di nove servizi linguistici: cantonese, uiguro, tibetano, coreano, khmer, vietnamita, birmano e laotiano. I notiziari vengono diffusi attraverso radio, televisione, social media e web in Paesi in cui la stampa libera è scarsa o inesistente, diventando spesso l’unica fonte di notizie non censurate e non propagandistiche. Inoltre, coprendo Paesi e regioni chiuse come Corea del Nord, Tibet e Xinjiang, le sue traduzioni in lingua inglese rimangono la fonte primaria di informazioni. 

In un post su Facebook il direttore di Voa Michael Abramowitz conferma che “l’intero staff di Voice of America – più di 1300 giornalisti, produttori e personale di supporto – è stato messo in congedo amministrativo”. In risposta il direttore del programma del Committee to Protect Journalists, Carlos Martinez de la Serna, ha esortato il Congresso statunitense a ripristinare i fondi per garantire “notizie non censurate in Paesi in cui la stampa è limitata”. Esperti e studiosi della Cina aggiungono che i tagli a Rfa in particolare potrebbero avere un impatto sulla capacità di Washington di contrastare Pechino. L’ex ambasciatore Usa in Russia Michael McFaul ha definito lo smantellamento di Rfa e delle sue pubblicazioni gemelle “un gigantesco regalo alla Cina”.

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https://www.asianews.it/notizie-it/La-Casa-Bianca-taglia-anche-l’informazione-libera-in-Asia-62700.html

Da Milano a Sanremo, 289 km di emozioni in bicicletta

La “Classicissima di Primavera”, uno degli appuntamenti più iconici del calendario ciclistico mondiale, è pronta a incantare milioni di appassionati. Sabato 22 marzo, alle 10:15, prenderà il via un’edizione carica di aspettative, con un percorso di 289 chilometri che promette emozioni e colpi di scena fino all’ultimo metro.

Quest’anno, la corsa non è solo una celebrazione del ciclismo, ma anche un’occasione storica per i corridori italiani, che potrebbero finalmente interrompere un lungo digiuno di vittorie. Con un percorso che si snoda tra Lombardia e Liguria, passando per paesaggi mozzafiato e salite leggendarie, la Classicissima si conferma una delle prove più ambite e spettacolari dell’anno.

La partenza da Piazza della Vittoria a Milano segna l’inizio di un viaggio epico. I ciclisti si dirigeranno verso nord, attraversando la Certosa di Pavia, primo punto di riferimento del percorso. Da qui, la carovana virerà a sud, in direzione della Liguria, con un tracciato che include i celebri capisaldi della corsa: il Passo del Turchino, Capo Mele, Capo Cervo e Capo Berta, prima del gran finale in via Roma a Sanremo.

Quest’anno, il percorso presenta alcune novità tecniche che potrebbero influenzare l’esito della gara. Le condizioni meteorologiche, spesso variabili in questa stagione, aggiungeranno un ulteriore elemento di imprevedibilità, mettendo alla prova resistenza e strategia dei partecipanti.

Alla partenza si schiereranno 25 squadre maschili, ciascuna composta da 7 corridori, e 24 squadre femminili, con 6 cicliste ciascuna. La presenza della versione femminile della gara rappresenta un passo significativo verso la parità di genere nel ciclismo professionistico, sottolineando l’importanza di dare visibilità e opportunità alle atlete.

Tra i big della corsa, spiccano nomi del calibro di Jasper Philipsen, che indosserà il numero 1, e il suo capitano Mathieu van der Poel, vincitore dell’edizione 2023. Tadej Pogacar, sempre in cerca di nuovi trionfi, sarà un altro protagonista da tenere d’occhio.

Tuttavia, l’attenzione è tutta per i corridori italiani, che quest’anno sembrano avere tutte le carte in regola per riportare la vittoria in patria. Filippo Ganna, già secondo due anni fa, e Jonathan Milan, fresco di successi alla Tirreno-Adriatico, sono i grandi favoriti. La loro forma fisica e la determinazione potrebbero finalmente porre fine a un’attesa che dura da troppo tempo.

Ma questa classicissima non è solo una gara, ma un evento che unisce generazioni di appassionati, pronti a tifare per i propri beniamini e a vivere ogni momento con il fiato sospeso. La speranza è che, dopo anni di delusioni, un italiano possa tagliare per primo il traguardo in via Roma, regalando un momento indimenticabile al ciclismo nazionale.

Non resta che attendere il via ufficiale per scoprire chi scriverà il proprio nome nella storia della Milano Sanremo. Che sia Filippo Ganna, Jonathan Milan o un altro talento, l’importante è che la corsa regali emozioni e ricordi indelebili, confermandosi come uno degli eventi più affascinanti del mondo dello sport.

La SpaceX rientra sulla terra: Williams e Wilmore finalmente a casa

Milano, 18 mar. (askanews) – Sono finalmente tornati sulla terra, dopo oltre nove mesi, gli astronauti statunitensi Suni Williams e Barry “Butch” Wilmore. Si è infatti appena concluso al largo della costa della Florida l’ammaraggio della capsula Crew Dragon di SpaceX di proprietà di Elon Musk, con a bordo anche il loro collega della Nasa, Nick Hague, e il cosmonauta di Roscosmos, Aleksandr Gorbunov che li hanno recuperati sulla Stazione spaziale internazionale (ISS).

Il viaggio di rientro è durato 17 ore. Williams e Wilmore erano rimasti bloccati sulla ISS a causa di problemi tecnici alla Starliner, la navetta con la quale erano arrivati sulla Stazione spaziale il 6 giugno 2024.

Gaza, Netanyahu ad Hamas: questo è solo l’inizio. Negoziati sotto il fuoco

Roma, 18 mar. (askanews) – Israele colpirà con “intensità crescente” Hamas a Gaza. L’ha detto oggi il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un discorso in diretta dopo la ripresa degli attacchi contro la Striscia, che ha provocato oltre 400 morti palestinesi, anche bambini. Il capo del governo israliano ha anche affermato che “questo è solo l’inizio”.

Netanyahu ha dichiarato che Israele “agirà contro Hamas con intensità crescente” a ha aggiunto che ulteriori negoziazioni avranno luogo “sotto il fuoco” d’ora in poi. La decisione di riprendere i combattimenti, ha detto ancora il premier israeliano è stata presa dopo che Hamas ha ripetutamente respinto ogni proposta. “Ve l’ho promesso più volte: se Hamas insiste nel rifiuto e non libera i nostri ostaggi, torneremo a combattere” ha detto. “E infatti, siamo tornati a combattere, siamo tornati a combattere con intensità”.

Hamas – ha detto ancora Netanyahu – “ha già sentito la nostra forza nelle ultime 24 ore, e voglio assicurarvi e dirlo a loro: questo è solo l’inizio”.

Zelensky: Putin non è pronto a metter fine alla guerra. Allarme antiaereo ed esplosioni a Kiev

Roma, 18 mar. (askanews) – Le condizioni poste dal presidente russo Vladimir Putin nella telefonata odierna con il presidente Usa Donald Trump mostrano che il leader di Mosca non è pronto “a metter fine alla guerra”. L’ha stimato il leader ucraino Volodymyr Zelensky, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa France Presse.

Intanto, dopo la telefonata tra il presidente russo Vladimir Putin e quello statunitense Donald Trump, sirene d’allarme ed esplosioni si sono sentite in serata nella capitale ucraina, Kiev, lo afferma l’agenzia di stampa France Presse. Le autorità di Kiev hanno invitato i cittadini a mettersi al riparo a causa del rischio di un attacco aereo russo.

Meloni sostiene Trump su Ucraina. E no a rappresaglie su dazi. "Manovra esclusa"

Roma, 18 mar. (askanews) – Sostegno agli “sforzi” di Donald Trump per una soluzione del conflitto in Ucraina; no a “rappresaglie” o reazioni “di istinto” sui dazi; sì a un aumento delle spese in difesa, ma senza “distogliere un solo euro dai fondi della coesione”. Queste le posizioni esposte nell’Aula del Senato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che esclude anche una “manovra correttiva”, che non è nei “radar” dell’esecutivo.

La premier tiene le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo proprio mentre è in corso la lunga telefonata tra il presidente americano e Vladimir Putin. Conferma il suo appoggio all’iniziativa del tycoon e allo stesso tempo ribadisce che “il sostegno al popolo ucraino non è mai stato in discussione”, una posizione comune, ha assicurato, a tutta la coalizione. Però l’invio di truppe “non è mai stato all’ordine del giorno” e la proposta di Gran Bretagna e Francia è “molto complessa, rischiosa e poco efficace” perchè è “ingenuo” se non “folle” pensare di fare a meno della Nato. E chi “ripete ossessivamente che l’Italia dovrebbe scegliere tra Europa e Usa, lo fa strumentalmente per ragioni di polemica domestica o perché non si è accorto che la campagna elettorale americana è finita”.

Piuttosto, questo sì per Meloni, l’Europa deve attrezzarsi per costruire il secondo “pilastro” della Nato e l’Italia farà la sua parte ma senza “tagliare i servizi, la scuola, le infrastrutture, la sanità o il welfare” o usare i fondi di coesione. Spetta all’Ue, dopo l’annuncio “roboante” di un piano da 800 miliardi che non prevede però “nuove risorse” di Bruxelles, trovare le modalità di finanziamento. Da parte sua l’Italia suggerisce “soluzioni alternative alla semplice creazione di nuovo debito ed è per questo che con il ministro Giorgetti abbiamo proposto un meccanismo di garanzie pubbliche europee”.

La premier sorvola sulle tensioni dei giorni scorsi con la Lega, assicura la “compattezza” della maggioranza, ironizzando invece sulle divisioni nelle opposizioni, e al Carroccio strizza l’occhio – oltre che nelle aperture a Trump – anche quando assicura di non essere “d’accordo sulla maggiore cessione di sovranità” all’Ue, che deve “occuparsi di meno materie”. D’altro canto, però, la premier sembra punzecchiare senza nominarlo Matteo Salvini (oggi a Varsavia, assente giustificato) quando ricorda che la maggiore spesa nella difesa per la costituzione del pilastro europeo della Nato è “consacrato anche nel programma con il quale” la coalizione “si è presentata agli italiani” e che anche se sono “scelte difficili” è “il nostro lavoro mettere il destino degli italiani prima del nostro, la coscienza prima dei sondaggi, ciò che è necessario prima di ciò che è conveniente”.

Sul tema la premier attacca anche le opposizioni e in particolare quel M5s che la accusa di deriva bellicista, mentre è stato Giuseppe Conte, da presidente del Consiglio, a sottoscrivere “l’impegno di arrivare al 2% del Pil in difesa” ma “se non eravate d’accordo perché lo avete sottoscritto? Per compiacere qualcuno?” Critica estesa anche a chi “oggi sventola le bandiere della pace contro le spese per la difesa” ma “si lamenta anche di una eccessiva ingerenza americana nelle nostre vicende” ignorando che “le due cose non stanno insieme”.

Tra i temi al centro dell’intervento di Meloni, pur se non all’ordine del giorno del Consiglio europeo, la questione dei dazi. Su questo, appare critica rispetto alla reazione dell’Unione europea, e invita a maggior cautela perchè “non sarebbe saggio cadere nella tentazione di rappresaglie che diventano circolo vizioso” e “in cui tutti perdono”. Non serve, per lei, una “reazione d’istinto” ma piuttosto “pragmatismo” per “cercare un possibile terreno di intesa”.

Tra i temi al centro del summit ci saranno invece la competitività e i migranti. Sul primo punto la presidente del Consiglio chiede – tra le altre cose – “misure immediate” contro il caro energia, il completamento dell’unione del mercato di capitali, per evitare la ‘fuga’ fuori dall’Ue di 300 miliardi di investimenti, e un nuovo bilancio pluriennale in grado di “indirizzare meglio le risorse”. Sui migranti, garantisce che il governo “è determinato a portare avanti” il protocollo con l’Albania, su cui l’Italia è “apripista” in Europa e chiede di “anticipare il più possibile l’entrata in vigore di quanto previsto dal nuovo Patto migrazione e asilo” sull’indicazione dei Paesi sicuri.

Domani si replica alla Camera. Poi, dopo il consueto pranzo al Quirinale, Meloni partirà per Bruxelles, dove domani sera dovrebbe riunire a cena la pattuglia di Fratelli d’Italia.

Pd, Schlein tiene il punto su ‘Rearm Eu’, minoranza non la sfida

Roma, 18 mar. (askanews) – Elly Schlein tiene il punto, nella risoluzione Pd viene inserito il giudizio fortemente critico sul piano di riarmo presentato da Ursula von der Leyen e la minoranza dà l’ok al testo, rivendicando i passaggi in cui si esprime però apprezzamento per il ‘Libro bianco’ sulla difesa della Commissione Ue. Il Pd stavolta riesce a trovare un punto di equilibrio con un documento in cui si dice un po’ di tutto ma che – appunto – tiene fermo il giudizio negativo su ‘Rearm Eu’ su cui si è schierata la leader democratica.

Non va in scena il ‘bis’ dello strappo avvenuto in Europa, col partito spaccato in due e la leader Pd che per un solo voto non è finita in minoranza, una ‘ferita’ che Schlein e i suoi fedelissimi hanno voluto sanare inserendo nella risoluzione il cuore dell’intervento che la segretaria aveva tenuto alla direzione Pd del 27 febbraio: “Sì alla difesa europea, no al riarmo dei singoli Stati” e, appunto, quel piano di riarmo da cambiare “radicalmente”.

Il livello di scontro raggiunto nei giorni scorsi ha pesato, l’evocazione di un congresso anticipato ha probabilmente convinto la minoranza a non cercare un’altra rottura, che a questo punto rischiava di essere non sanabile. Tanto più che Antonio Decaro, il possibile candidato da opporre a Schlein, ieri sera è uscito con una dichiarazione in cui l’ha definita “segretaria autorevole, pienamente titolata a terminare il suo mandato”. Una precisazione, ha voluto chiarire, necessaria “perché da qualche giorno, come è successo in altre occasioni, si fa il mio nome come possibile candidato alla segreteria del partito”.

Fatto sta che la minoranza stavolta preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno, valorizza gli apprezzamenti al ‘Libro bianco’, come pure la sostanziale presa d’atto che ci saranno “aumenti” della spesa militare – nel passaggio in cui si precisa che i fondi di coesione non possono essere usati per questo scopo. E sul quel piano di riarmo da cambiare “radicalmente” si sorvola: “Un avverbio non si nega a nessuno”, minimizza un dirigente della minoranza. “Però non c’è scritto che impegniamo il governo a dire no”, aggiunge un altro. Qualcuno, a microfoni spenti, non nasconde l’insofferenza: “Abbiamo fatto quella sparata a Bruxelles e ora ci accontentiamo di questoà”, si sfoga un parlamentare.

La maggioranza è soddisfatta, perché anche se il documento contiene un po’ di tutto alla fine la segretaria può rivendicare di avere mantenuto il passaggio che le stava più a cuore. “Per noi va bene. La minoranza ha capito che eravamo a un centimetro dalla rottura…”, commenta un esponente della maggioranza.

Si vedrà quanto reggerà la tregua. Resta il nodo della linea da tenere sulle mozioni degli altri partiti di opposizione. Il Pd darà indicazione di astenersi, ma diversi già fanno sapere che le cose non sono così semplici: tra i riformisti molti potrebbero votare no almeno su qualche passaggio del documento M5s e lo stesso potrebbe accadere tra le file della maggioranza sui testi di Azione e Iv.

Colloquio Trump-Putin, Casa Bianca: cessate il fuoco e pace in Ucraina, negoziati inizeranno "immediatamente"

Roma, 18 mar. (askanews) – Donald Trump e Vladimir Putin hanno sottolineato la “necessità di pace e di un cessate il fuoco nella guerra in Ucraina”, con dei negoziati che inizieranno “immediatamente” in Medio Oriente: è quanto si legge nel comunicato ufficiale diffuso dalla Casa Bianca al termine del colloquio telefonico fra i due Presidenti.

Entrambi i leader si sono detti d’accordo sul fatto che il conflitto “deve concludersi con una pace duratura”, sottolineando anche la necessità di “migliorare le relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Russia”.

“Il sangue e le risorse che sia l’Ucraina che la Russia hanno speso in questa guerra sarebbero stati meglio spesi per le esigenze dei loro popoli” prosegue il comunicato, ribadendo che il conflitto “non avrebbe mai dovuto iniziare e avrebbe dovuto concludersi molto tempo fa con un sincero sforzo di pace”.

I due Presidenti hanno concordato che le iniziative miranti al raggiungimento di un accordo dovranno avere inizio “con un cessate il fuoco per quanto riguarda gli obbiettivi energetici e infrastrutturali, nonché con dei negoziati tecnici sull’attuazione di un cessate il fuoco marittimo nel Mar Nero” per arrivare infine a “un cessate il fuoco completo e una pace permanente”; queste trattative inizieranno “immediatamente” in Medio Oriente.

Infine, Trump e Putin hanno concordato che un futuro in cui i rapporti tra Stati Uniti e Russia venissero ristabiliti ha “enormi vantaggi, fra cui accordi economici e stabilità geopolitica quando la pace sarà raggiunta”.

Ucraina, Cremlino accetta proposta Trump: stop di 30 giorni attacchi alle infrastrutture energetiche a

Roma, 18 mar. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin, durante la sua odierna conversazione telefonica con il presidente Usa Donald Trump, ha accettato la proposta di una cessazione degli attacchi alle infrastrutture energetiche in Ucraina per 30 giorni. Lo ha dichiarato il Cremlino, al termine del colloquio.

“Durante la conversazione, Donald Trump ha avanzato una proposta affinché le parti in conflitto rinuncino reciprocamente agli attacchi alle infrastrutture energetiche per 30 giorni. Vladimir Putin ha accettato questa iniziativa e ha immediatamente impartito all’esercito russo l’ordine corrispondente”, si legge nel comunicato del Cremlino.

Papa, Sala Stampa: notte scorsa non ha fatto uso ventilazione meccanica

Città del Vaticano, 18 mar. (askanews) – Sembrano proseguire i piccoli miglioramenti nella salute di Papa Francesco. Secondo quanto riferito dalla Sala stampa del Vaticano, in assenza di un bollettino medico dal Gemelli che verrà, invece, reso noto domani pomeriggio intorno alle 19, nel corso della notte appena trascorsa il Papa non ha fatto uso della ventilazione meccanica che lo aveva aiutato in questi ultimi giorni. Ma ciò, si specifica subito, va inserito in un quadro di “prudenza” perchè, si specifica, “non significa che non se ne faccia uso nei giorni prossimi ma certamente che, pian piano, se ne fa meno uso”.

Insomma, resta “la grande prudenza da parte dell’equipe medica” che ha in cura il Pontefice dal 14 febbraio scorso per una polmonite bilaterale.

Oggi, intanto, la giornata di Francesco è trascorsa tra le cure farmacologiche e la fisioterapia, respiratoria alternata e quella motoria. Il Papa viene alimentato “con una dieta preparata dai medici per queste situazioni e che comprende anche l’assunzione di cibo solido”. Per quanto riguarda, invece, le possibili dimissioni dall’ospedale, i medici che hanno in cura il pontefcie, proseguono a non fare previzsioni e men che meno a diffondere possibili date.

Diabete tipo 2, approvata rimborsabilit di tirzepatide di Lilly

Roma, 18 mar. (askanews) – Il diabete di tipo 2 una patologia cronica e complessa che rappresenta un’importante sfida terapeutica dei nostri giorni: la gestione della malattia coinvolge il sistema sanitario, pazienti e caregiver in un percorso che dovr essere necessariamente sempre pi personalizzato e multidisciplinare per evitare ripercussioni sulla salute pubblica, sulla qualit e sull’aspettativa di vita. Il diabete di tipo 2, infatti, pu portare a complicanze acute e croniche che si sviluppano negli anni e che, se non prevenute o trattate in modo adeguato e tempestivo, determinano disabilit gravi e mortalit prematura.

Gianluca Aimaretti, Presidente Societ Italiana di Endocrinologia, ha dichiarato: “Le principali conseguenze del diabete di tipo 2 sono quelle croniche, dovute al prolungato mantenimento negli anni di elevati valori della glicemia e della tossicit legata agli zuccheri nel sangue. Le principali riguardano il rene, l’occhio, il sistema nervoso centrale e periferico, micro- e macro-circolo, con danni importanti che nel tempo aumentano il rischio di infarto, ictus, e problemi anche a livello epatico, della sfera genitale e del cavo orale. necessario diagnosticare il pi precocemente possibile la malattia diabetica per intervenire con adeguati trattamenti, solo cos possibile rallentare o in qualche caso prevenire le complicanze che talvolta insorgono quando ancora il paziente non sa di essere diabetico e non ha disturbi. Inoltre, gli studi dimostrano che le complicanze possono portare negli anni a gravi disabilit e ridurre l’aspettativa di vita in media di 6-7 anni”.

Un’innovazione importante per le esigenze dei pazienti e degli specialisti arrivata dall’innovazione terapeutica: AIFA ha infatti approvato da poco la rimborsabilit di tirzepatide di Lilly, il primo e, fino ad oggi, unico farmaco di una nuova classe terapeutica agonista recettoriale di GIP e GLP-1. Il farmaco, inserito in Nota 100, pu essere prescritto dagli specialisti e dai medici di medicina generale e rappresenta un importante passo avanti nella terapia del diabete di tipo 2, con un miglioramento del profilo di cura, personalizzazione della terapia e minor ricorso a terapie pi complesse e pronto soccorso.

“I dati degli Annali di AMD rilevano che solo il 56% delle persone con diabete di tipo 2 raggiunge un valore di emoglobina glicata sotto il 7%, che il primo grande obiettivo target nel controllo glicemico – dichiara Riccardo Candido, Presidente AMD-Associazione Medici Diabetologi – I motivi sono molteplici: diagnosi tardiva e inizio del trattamento non tempestivo; inerzia terapeutica da parte dei professionisti che non intervengono in maniera precoce e incisiva nelle modifiche delle terapie qualora il diabete non sia sufficientemente controllato; difficolt da parte dei pazienti a mantenere adeguati stili di vita in termini alimentazione e attivit fisica; utilizzo di terapie fino a qualche tempo fa non del tutto efficaci e gravate dal rischio di ipoglicemia; ridotta aderenza dei pazienti alle terapie; difficolt a livello regionale di mettere a disposizione rapidamente le innovazioni terapeutiche che oggi sono pi efficaci, come tirzepatide; da ultimo, la disequit di accesso alle nuove opportunit terapeutiche e tecnologiche”.

“Non bisogna pi sottovalutare la malattia diabetica come stato fatto fino ad oggi, i numeri ci dicono che la strategia comunicativa adottata in questi anni, che era ed ancora orientata a non drammatizzare la patologia, stata ed decisamente insufficiente, se non addirittura inadeguata – sottolinea Manuela Bertaggia, Vice Presidente FAND – Associazione Italiana Diabetici ODV – una comunicazione poco incisiva rispetto ad una malattia che richiede cure e assistenza per tutta la vita, non riesce a coinvolgere i pazienti e a creare consapevolezza. Il fatto che lo stesso diabetologo tenda a non parlare di fattori di rischio non ha aiutato a responsabilizzare le persone con diabete di tipo 2 che, invece, vanno educate su quelli che possono essere i pericoli derivati da certe cattive abitudini e comportamenti errati. Necessaria la prevenzione primaria, attivando campagne di sensibilizzazione che raggiungano la popolazione generale, i pazienti diagnosticati e le persone che magari convivono con la malattia ma non ne sono a conoscenza, e bisogna andare nelle scuole. Attraverso i bambini e gli adolescenti si agganciano genitori e nonni .

L’accesso alla rimborsabilit di tirzepatide dunque un segnale importante nella lotta al diabete, ma nella conferenza stampa organizzata sul tema da Lilly emerso anche quanto sia centrale nella sfida alla patologia la sensibilizzazione verso una diagnosi precoce, cos come l’abbattimento delle barriere che ostacolano l’innovazione e la promozione di un sistema di equo e rapido accesso ai nuovi farmaci, per ottenere risultati terapeutici, risparmiare sui costi e contribuire alla sostenibilit dei servizi sanitari nazionale e regionali.