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domenica, 8 Giugno, 2025
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M.O.,Mattarella riceve re Abdullah II: Italia sostiene mediazione Giordania

Roma, 17 mar. (askanews) – L’Italia “sostiene l’azione che la Giordania sta svolgendo con tanta importanza” nella regione mediorientale, “un’opera esemplare di raccordo, di mediazione, di collegamento”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accogliendo al Quirinale il re di Giordania, Abdullah II in visita ufficiale.

“La sua presenza a Roma, in questo momento di particolare difficoltà, per noi è molto importante per poter scambiare delle opinioni e poter analizzare insieme la complicata situazione in cui si muove il nostro comune vicinato”, ha aggiunto il capo dello Stato.

Gli Stati Generali di libert democrazia a Roma

Roma, 17 Mar. – In un contesto politico italiano caratterizzato da una crescente sfiducia nei confronti della classe politica, come evidenziato da un sondaggio Ipsos che mostra il 78% degli italiani convinti che i politici proteggono i propri interessi, emerge un nuovo movimento politico di centro. Questo partito, che si ispira alla dottrina sociale della Chiesa, mira a riportare i valori cattolici al centro del dibattito politico. Giancarlo Affatato, uno dei promotori del movimento, ha dichiarato: ‘La dottrina sociale cattolica il cuore del nostro impegno politico’. Il nuovo partito si propone di affrontare le sfide attuali con un approccio che combina tradizione e innovazione, cercando di coinvolgere sia le generazioni pi giovani che quelle pi esperte. ‘Abbiamo bisogno di unire l’esperienza dei nostri ‘nonni’ con l’energia e la modernit dei giovani’, ha affermato Affatato. Questo approccio mira a superare le divisioni politiche tradizionali e a creare un’alternativa che possa rispondere alle esigenze attuali della societ italiana. Affatato ha sottolineato l’importanza di concentrarsi su temi fondamentali come la sanit, l’istruzione e la sicurezza, piuttosto che su grandi opere infrastrutturali. ‘Dobbiamo focalizzarci su ci che rende grande l’Italia: sanit, istruzione e sicurezza’, ha detto. Questo nuovo movimento politico intende anche affrontare le difficolt economiche che molti giovani professionisti incontrano, come l’accesso al credito e le opportunit lavorative. ‘Vogliamo creare un ambiente in cui i giovani possano prosperare senza essere ostacolati da barriere economiche’, ha aggiunto. Le prospettive future per questo nuovo partito di centro sembrano promettenti, soprattutto in un periodo in cui la politica tradizionale fatica a rispondere alle esigenze dei cittadini. ‘Il nostro obiettivo costruire un futuro migliore per tutti, basato su valori solidi e una visione chiara’, ha concluso Affatato. Con gli Stati Generali del partito, avvenuti il 15 marzo, il movimento avvia ufficialmente la sua piattaforma politica e a coinvolgere un pubblico pi ampio.

Ocse, Pereira: finora Italia poco colpita ma se arrivano dazi rischia

Roma, 17 mar. (askanews) – “L’Italia è un paese che esporta molto, quindi se c’è più protezionismo commerciale sarà coinvolta”. Lo ha affermato il capo economista dell’Ocse, Alvaro Santos Pereira, rispondendo ad una domanda sulle ricadute per Italia ed Europa dai dazi dell’amministrazione Trump, durante la conferenza stampa di presentazione dell’Ecoomic Outlook di interim.

“Finora questi dazi non hanno avuto un grande impattato sull’Italia, all’Ocse non scontiamo al momento dazi supplementari anche se sappiamo che ci sono discussioni su questo e che potrebbero arrivare”. Nello studio, ha spiegato, l’ente parigino tiene conto solo delle misure effettivamente attuate.

“Finora non è successo nulla. Ma ovviamente l’Italia è un paese che esporta tanto e quindi, se c’è più protezionismo, sarà coinvolta. E’ molto probabile che questo avvenga, anche se continuiamo a sperare che non sia così”, ha concluso. (fonte immagine: OECD).

E’ morto a 91 anni il celebre storico Lucio Villari

Roma, 17 mar. (askanews) – Lo storico Lucio Villari è morto domenica sera all’età di 91 anni. Lo ha reso noto la figlia Anna. Nato nel 1933 a Bagnara Calabra, è stato un accademico di rilievo, titolare della cattedra di Storia Contemporanea all’Università di Roma Tre, e autore di numerosi saggi sul periodo tra il Settecento e il Novecento. Figura nota anche al pubblico televisivo, ha partecipato ai programmi Rai Il tempo e la storia e Passato e presente.

Insieme al fratello Rosario Villari, scrisse La società nella storia, manuale scolastico di ampia diffusione. Tra le sue opere più celebri figurano La rivoluzione francese raccontata da Lucio Villari e Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento. I suoi studi hanno analizzato in profondità il capitalismo e le dinamiche economiche del Novecento, con testi come Il capitalismo italiano del Novecento e L’economia della crisi.

Villari si è distinto anche per il suo impegno nella divulgazione teatrale e cinematografica, oltre che per il suo contributo alla riflessione storica contemporanea, come dimostrato dal suo recente sostegno alle dichiarazioni del Presidente Mattarella su Putin e la Russia. Tra i riconoscimenti ricevuti, spiccano il Premio Estense (2001) e il Premio Benedetto Croce (2011).

Unità Nazionale, Mattarella: rendere concreta la pace

Roma, 17 mar. (askanews) – “Il 17 marzo celebra la nascita dell’Italia e, con essa, l’unità conquistata a caro prezzo con il Risorgimento, insieme alla riappropriazione, con la lotta di Liberazione, della propria identità e unità dopo l’occupazione nazista e la rottura istituzionale operata con la nascita, nel Nord Italia, del regime della Repubblica Sociale. La ‘Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera’, richiama a ciascheduno i valori su cui si fonda la nostra comunità e le aspirazioni che la animano per la costruzione di una società sempre più coesa e inclusiva, che sappia guardare con fiducia al domani, nell’orizzonte europeo”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 164° anniversario della Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera.

“La ricorrenza del 17 marzo sollecita l’impegno di ogni cittadino per rendere sempre più effettiva la realizzazione degli ideali di libertà e giustizia della Repubblica, affrontando le sfide per rendere concreta la pace in un contesto internazionale ove sono prevalse spinte aggressive, in Ucraina come in Medio Oriente”, ha aggiunto. (Foto di repertorio).

L’Ocse ha tagliato le previsioni di crescita per l’Italia

Roma, 17 mar. (askanews) – L’Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica per l’Italia, in linea con i tagli effettuati su tutta l’economia globale. Ora per quest’anno l’organizzazione parigina pronostica un più 0,7% del Pil, cui dovrebbe seguire un più 0,9% nel 2026.

I dati, contenuti in un aggiornamento di interim dell’Economic Outlook risultano, rispettivamente, di 0,2 e 0,3 punti percentuali più bassi rispetto alle stime dello scorso dicembre. Anche le stime sull’inflazione nella Penisola sono state riviste al ribasso, all’1,7% sulla media di quest’anno e all’1,9% sul 2026.

Nello studio l’Ocse rileva che l’Italia, assieme alla Spagna, la Turchia e il Brasile, è tra i Paesi in cui gli attuali tassi di disoccupazione risultano particolarmente bassi, rispetto ai livelli del 2018-2019. Ma al tempo stesso a fine 2024 i livelli dei redditi reali nella Penisola non risultavano ancora pienamente tornati ai valori precedenti al Covid, così come per Francia, Giappone e Sudafrica.

Infine, nonostante le recenti debolezze delle Borse, i livelli dei mercati azionari dell’Italia, così come per Germania e Spagna, restano più elevati rispetto al novembre del 2024.

Unità Nazionale, Mattarella: impegno per ideali libertà e giustizia

Roma, 17 mar. (askanews) – “Il 17 marzo celebra la nascita dell’Italia e, con essa, l’unità conquistata a caro prezzo con il Risorgimento, insieme alla riappropriazione, con la lotta di Liberazione, della propria identità e unità dopo l’occupazione nazista e la rottura istituzionale operata con la nascita, nel Nord Italia, del regime della Repubblica Sociale. La ‘Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera’, richiama a ciascheduno i valori su cui si fonda la nostra comunità e le aspirazioni che la animano per la costruzione di una società sempre più coesa e inclusiva, che sappia guardare con fiducia al domani, nell’orizzonte europeo”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 164° anniversario della Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera.

“La ricorrenza del 17 marzo sollecita l’impegno di ogni cittadino per rendere sempre più effettiva la realizzazione degli ideali di libertà e giustizia della Repubblica, affrontando le sfide per rendere concreta la pace in un contesto internazionale ove sono prevalse spinte aggressive, in Ucraina come in Medio Oriente”, ha aggiunto.

Ocse taglia previsioni di crescita Italia, 2025 +0,7%, 2026 +0,9%

Roma, 17 mar. (askanews) – L’Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica per l’Italia, in linea con i tagli effettuati su tutta l’economia globale. Ora per quest’anno l’organizzazione parigina pronostica un più 0,7% del Pil, cui dovrebbe seguire un più 0,9% nel 2026.

I dati, contenuti in un aggiornamento di interim dell’Economic Outlook risultano, rispettivamente, di 0,2 e 0,3 punti percentuali più bassi rispetto alle stime dello scorso dicembre. Anche le stime sull’inflazione nella Penisola sono state riviste al ribasso, all’1,7% sulla media di quest’anno e all’1,9% sul 2026.

Nello studio l’Ocse rileva che l’Italia, assieme alla Spagna, la Turchia e il Brasile, è tra i Paesi in cui gli attuali tassi di disoccupazione risultano particolarmente bassi, rispetto ai livelli del 2018-2019. Ma al tempo stesso a fine 2024 i livelli dei redditi reali nella Penisola non risultavano ancora pienamente tornati ai valori precedenti al Covid, così come per Francia, Giappone e Sudafrica.

Infine, nonostante le recenti debolezze delle Borse, i livelli dei mercati azionari dell’Italia, così come per Germania e Spagna, restano più elevati rispetto al novembre del 2024.

Ocse: piano riarmo Ue "spinge i Paesi a dure scelte sulla spesa"

Roma, 17 mar. (askanews) – “La necessità di aumentare la spesa in difesa in molte economie europee sta già spingendo i Paesi a compiere dure scelte su tempi e la composizione dei piani di aggiustamento dei conti pubblici e sulla spesa”. Lo rileva l’Ocse nel suo aggiornamento di interim dell’Economic Outlook.

Secondo l’ente parigino, in generale la disciplina sui conti pubblici è necessaria per assicurare la sostenibilità dei debiti, mantenere la capacità di reagire a eventuali crisi future e gestire le pressioni sulla spesa pubblica, attuali e future.

L’Ocse raccomanda “azioni risolute” per garantire la sostenibilità dei debiti pubblici, tenendo conto delle ricadute dovute all’invecchiamento delle popolazioni, alle misure per mitigare i cambiamenti climatici e ai piani per rafforzare le spese in difesa, un altro chiaro riferimento, quest’ultimo, ai piani emanati dall’Unione europea (Rearm EU).

Nel frattempo le spese per interessi sui debiti pubblici stanno aumentando in molte economie, mentre giungono a scadenza titoli di Stato che erano stati emessi a tassi più bassi e ora vengono rimpiazzati con obbligazioni con rendimenti più elevati. Gli Stati potrebbero fronteggiare anche richieste di misure addizionali per contrastare l’impatto dei dazi commerciali.

I debiti pubblici già elevati potrebbero aumentare ulteriormente. L’Ocse raccomanda quindi sforzi per contenere la spesa e riallocarla in maniera studiata specificatamente per ogni Paese.

Andrea Zocchi nominato Managing Director di Deliveroo Italy

Roma, 17 mar. (askanews) – Andrea Zocchi è stato nominato Managing Director di Deliveroo Italia ed entra oggi nella sua nuova posizione. Sarà basato a Milano e guiderà il team che lavora nel mercato italiano.

“L’Italia rappresenta uno dei mercati più importanti per Deliveroo a livello di Gruppo: abbiamo una posizione di leadership, con consumatori e partner che amano il nostro brand. È un mercato che ha ancora un grande potenziale di crescita: ci sono opportunità di business e stiamo investendo molto per concretizzarle, contribuendo anche allo sviluppo dell’economia italiana. Sono molto contento che Andrea Zocchi abbia deciso di unirsi al nostro team: abbiamo un piano molto ambizioso per consolidare la nostra posizione e crescere nel mercato italiano. La sua esperienza nella consulenza, nel grocery e nel delivery lo rendono un pro?lo unico che rappresenta un vero punto di forza per Deliveroo Italia”, ha affermato Carlo Mocci, Chief Business O?cer del Gruppo Deliveroo.

Deliveroo Italia è stata lanciata nel 2015 e offre servizi in Redoltre 1800 comuni dove raggiunge oltre 40 milioni di consumatori potenziali.

“È un grande onore per me entrare a far parte di Deliveroo, un’azienda leader nel settore del food delivery con un grande potenziale ancora da sviluppare”, ha affermato Andrea Zocchi.

“L’Italia è un mercato molto importante per Deliveroo, raggiungiamo milioni di consumatori in tutte le principali città, abbiamo partnership con oltre 25.000 ristoranti e supermercati e migliaia di rider. Il team italiano è forte e siamo pronti a realizzare il nostro piano per il 2025, rafforzando la proposta commerciale per i consumatori e continuando il nostro percorso di crescita. Non vedo l’ora di contribuire a fornire un servizio eccezionale per i partner e per i consumatori”.

Andrea Zocchi è direttore emerito McKinsey & Company, dove ha trascorso 23 anni e dove ha guidato il settore del largo consumo per il Sud Europa. È stato direttore generale di Esselunga, fondatore e CEO di Digitail, la società che ha sviluppato il servizio di spesa online EasyCoop, e CEO di Everli. È consigliere di amministrazione di Bauli, GoVolt e Distillerie Fratelli Branca.

Mattarella ha deposto una corona di alloro all’Altare della Patria

Roma, 17 mar. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona d’alloro all’Altare della Patria, in occasione della Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera. Alla cerimonia erano presenti le più alte cariche istituzionali tra le quali, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Amoroso, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. La Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera è stata istituita nel 2012 per celebrare l’atto di nascita dell’Italia unita, grazie all’approvazione della legge 4671 il 17 marzo 1861 da parte del Parlamento a Torino.

La Cina ha varato un piano per aumentare i consumi interni

Roma, 17 mar. (askanews) – La Cina ha annunciato un piano speciale con l’obiettivo di aumentare i consumi interni della sua economia. L’iniziativa, annunciata ieri da un comitato centrale sulla programmazione economica, punta a fare leva su aumenti dei redditi e riduzione dei fardelli a carico delle famiglie.

A tarda seduta la borsa di Shanghai si attesta al più 0,21%, Hong Kong segna un più 0,975 mentre Shenzhen segna un meno 0,14%.

Nel frattempo, oggi i dati diffusi dall’amministrazione centrale cinese riportano che nei primi due mesi dell’anno le vendite del commercio al dettaglio in Cina sono cresciute del 4% su base annua. Dello stesso periodo la produzione industriale è aumentata del 5,9%, sempre su base annua.

NYTimes: gli Usa si ritirano dal team che indaga sull’aggresione all’Ucraina

Roma, 17 mar. (askanews) – Gli Stati Uniti hanno notificato silenziosamente ai loro partner europei il loro ritiro dal Centro internazionale per l’azione penale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina (ICPA), ha riportato il New York Times (NYT). “Secondo fonti vicine alla questione, la decisione dovrebbe essere annunciata lunedì tramite un’e-mail inviata al personale e ai membri dell’organizzazione madre del gruppo, l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale, meglio nota come Eurojust”, ha riportato il quotidiano. Le fonti attribuiscono questa decisione al desiderio di “ridistribuire le risorse”.

Secondo il quotidiano, gli Stati Uniti sono stati l’unico paese al di fuori dell’Europa a collaborare con il gruppo, inviando un procuratore di alto rango del Dipartimento di Giustizia all’Aia per collaborare con gli investigatori provenienti dall’Ucraina, dagli Stati baltici e dalla Romania.

Il gruppo è stato creato nel 2023 per perseguire i leader della Russia, insieme ai suoi alleati Bielorussia, Corea del Nord e Iran, per il presunto crimine di aggressione, che il diritto e i trattati internazionali definiscono come una violazione della sovranità di un altro Paese non avviata per legittima difesa. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti non ha ancora commentato il rapporto del New York Times.

Unità Nazionale, Mattarella depone corona alloro ad Altare Patria

Roma, 17 mar. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona d’alloro all’Altare della Patria, in occasione della Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera.

Alla cerimonia erano presenti le più alte cariche istituzionali tra le quali, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Amoroso, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

La Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera è stata istituita nel 2012 per celebrare l’atto di nascita dell’Italia unita, grazie all’approvazione della legge 4671 il 17 marzo 1861 da parte del Parlamento a Torino.

Trump ha detto che martedì parlerà con Putin

Roma, 17 mar. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato nella notte tra domenica e lunedì che domani avrà un colloquio con il suo omologo russo Vladimir Putin, nell’ambito del riavvicinamento tra Washington e Mosca per porre fine al conflitto in Ucraina.

“Parlerò con il presidente Putin martedì”, ha detto Trump ai giornalisti a bordo dell’aereo presidenziale, sottolineando che “è stato fatto molto lavoro”.

“Molte cose sono già state discusse con entrambe le parti, Ucraina e Russia. Stiamo parlando di questo, della condivisione di alcuni beni”, ha precisato, riferendosi a “territori” e “centrali elettriche”.

“Vogliamo vedere se possiamo mettere fine a questa guerra. Forse ci riusciremo, forse no, ma credo che abbiamo ottime possibilità”, ha dichiarato Trump ai cronisti a bordo dell’Air Force One.

Classifica Serie A, ora la sosta si riprende il 29 marzo

Roma, 16 mar. (askanews) – Ultima sosta per il campionato di serie A. In campo la Nazionale che affronterà nei quarti di finale di UEFA Nations League la Germania in una doppia sfida che rappresenta una vera e propria ‘sliding door’ sul futuro. I due match – in programma giovedì 20 marzo allo stadio ‘Giuseppe Meazza’ di Milano e domenica 23 marzo al BVB Stadion di Dortmund – non decideranno infatti solo la qualificazione alle Finals, che l’Italia vincendo ospiterebbe a giugno a Torino, ma anche il percorso verso il Mondiale del 2026. La serie A riprenderà il 29 marzo. Questi i risultati e la classifica:

29esima giornata Genoa-Lecce 2-1, Monza-Parma 1-1, Udinese-Verona 0-1, Milan-Como 2-1, Torino-Empoli 1-0, Venezia-Napoli 0-0, Bologna-Lazio 5-0, Roma-Cagliari 1-0, Fiorentina-Juventus 3-0, Atalanta-Inter 0-2.

Classifica: Inter 64, Napoli 61, Atalanta 58, Bologna 53, Juventus 52, Lazio 51, Roma 49, Fiorentina 48, Milan 47, Udinese 40, Torino 38, Genoa 35, Como, Verona 29, Cagliari 26, Lecce 25, Parma 25, Empoli 22, Venezia 20, Monza 15.

30esima giornata sabato 29 marzo ore 15 Como-Empoli, Venezia-Bologna, ore 18 Juventus-Genoa, ore 20.45 Lecce-Roma, domenica 30 marzo ore 12.30 Cagliari-Monza, ore 15 Fiorentina-Atalanta, ore 18 Inter-Udinese, ore 20.45 Napoli-Milan, lunedì 31 marzo ore 18.30 Verona-Parma, ore 20.45 Lazio-Torino.

Domani il colloquio Trump-Putin, Kiev in difficoltà nel Kursk

Roma, 17 mar. (askanews) – Nella notte tra domenica e lunedì 17 marzo 2025, Donald Trump ha dichiarato che avrebbe parlato con il suo omologo russo, Vladimir Putin, martedì nell’ambito del riavvicinamento tra Stati Uniti e Russia per porre fine alla guerra in Ucraina, riferendosi alla “condivisione” tra Mosca e Kiev.

Segui le notizie sulla guerra in Ucraina con l’app Figaro “Parlerò con il presidente Putin martedì”, ha detto ai giornalisti a bordo dell’aereo presidenziale, aggiungendo che “molte cose sono già state discusse con entrambe le parti, Ucraina e Russia”. Riferendosi a “terreni” e “impianti di produzione energetica”, ha sottolineato: “Stiamo parlando di questo, di condividere alcuni asset”.

L’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff, il cui paese sta facendo pressioni sulla Russia affinché accetti un cessate il fuoco con l’Ucraina, ha affermato domenica che Donald Trump e Vladimir Putin avrebbero avuto “una discussione davvero proficua e positiva questa settimana”. Mosca, Kiev e Washington “vogliono che tutto questo finisca”, ha detto il diplomatico alla CNN. Venerdì scorso il Cremlino ha affermato che Vladimir Putin aveva consegnato un messaggio all’inviato degli Stati Uniti a Donald Trump in merito alla sua proposta di una tregua di 30 giorni, approvata dall’Ucraina ma non dalla Russia.

Finora Vladimir Putin ha posto condizioni massimaliste per porre fine al conflitto, come la cessione da parte dell’Ucraina di cinque regioni annesse da Mosca, l’abbandono delle sue ambizioni di adesione alla NATO e lo smantellamento del governo ucraino. Sabato, durante un vertice virtuale organizzato da Londra, una trentina di leader di stati e organizzazioni che sostengono l’Ucraina hanno deciso di esercitare una “pressione collettiva” sulla Russia, che sospettano voglia continuare la guerra, per spingerla ad accettare una sospensione delle ostilità.

“La palla è nel campo della Russia”, che “prima o poi dovrà impegnarsi in discussioni serie”, ha affermato il primo ministro britannico Keir Starmer, secondo cui è Putin “quello che sta cercando di ritardare” le cose.

Da due settimane, Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron cercano di formare una “coalizione di volenterosi” che invierebbe truppe in Ucraina se i combattimenti cessassero, per dissuadere la Russia da un nuovo attacco in seguito. Un dispiegamento di cui Mosca non vuole sentir parlare. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha sempre difeso l’integrità territoriale dell’Ucraina, ha assicurato domenica a Donald Trump il suo “sostegno” agli sforzi americani “diretti e decisivi” volti a porre fine a questa guerra.

Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha appena nominato una squadra di negoziatori per possibili colloqui di pace, la Russia sta attualmente cercando di stabilire una “posizione più solida” sul campo di battaglia. “Putin mente anche sul fatto che un cessate il fuoco sarebbe presumibilmente troppo complicato. “In realtà, tutto può essere controllato e ne abbiamo discusso con gli americani”, ha aggiunto.

Mentre l’esercito ucraino lotta in prima linea, l’attuale capo di stato maggiore, Anatoly Barguylevych, è stato licenziato e il suo incarico è stato affidato al generale Andriy Gnatov, secondo un decreto di Volodymyr Zelensky reso pubblico domenica.

La situazione è particolarmente delicata per i soldati ucraini nella regione russa di Kursk, occupata in parte da agosto e dove le unità russe stanno avanzando rapidamente. Questo fine settimana, il quartier generale militare ucraino ha diffuso delle mappe che mostrano come la città di Sudja, la loro principale roccaforte in questo settore di confine, non sia più nelle loro mani.

L’ombra lunga dell’agguato di via Fani

Il 16 marzo del 1978 veniva rapito Aldo Moro e massacrata la Sua scorta da parte delle Brigate Rosse. Abbattere gli uomini di scorta e prendere il presidente della Dc fu una operazione militare di altissimo livello. Sono stato sempre convinto che nel gruppo di fuoco ci fossero elementi stranieri.

Su questo aspetto ci si è soffermati molto poco. Il sistema sicurezza del Paese si trovò inadeguato malgrado il terrorismo avesse già versato il sangue di tanti onesti servitori dello Stato. Quel giorno iniziava l’agonia di Aldo Moro e della democrazia. Il terrorismo aveva colpito in alto.  Si entrava in una fase nuova che superava i riferimenti culturali su cui si era affermata la Repubblica.

Un ricordo struggente di quel giorno, una lacerazione profonda, uno strappo violento. Dopo il 16 marzo e l’epilogo del 9 maggio, vi è stata una svolta che avrebbe segnato il nostro futuro. In quei giorni il Paese prese consapevolezza. Le energie politiche, culturali, civili si ritrovarono a contrastare e sconfiggere il terrorismo.

Ma si era aperto un varco su cui negli anni successivi si sarebbero inseriti movimenti eversivi che, sfruttando le novità intervenute a livello internazionale come la crisi del comunismo con la caduta del muro di Berlino, hanno sostanzialmente dilapidato il patrimonio delle libertà democratiche, costituzionalmente garantite.

La politica messa in crisi, i partiti trasformati in aggregazioni personali, un Parlamento di nominati svuotato, un corollario di poteri e sottopoteri diffusi, veri centri decisionali senza nessun controllo popolare, sono i dati del declino. Dove non riuscirono i terroristi rossi e neri il sistema di garanzia democratico è stato smantellato da procuratori d’assalto, da apparati infedeli dello Stato, da una sinistra alla ricerca di un riscatto storico e realtà presenti in partiti democratici, vinti dal sogno del sol dell’avvenire per soddisfare le proprie ambizioni. 

Viviamo oggi in una realtà precaria: un vuoto. Questo era il disegno dei terroristi uccidendo, attraverso Moro e tanti servitori dello Stato, il sistema democratico. Ricordiamo le date come quella del 16 marzo 1978 non solo per una giusta commemorazione, ma per interrogarsi e agire ritrovando la fede nella libertà.

[Pubblicato sulla pagina Fb dell’autore]

Serra, Repubblica e la spartecipazione attiva

Malgrado l’enfasi del titolo dei giornali, la manifestazione Pro Europa che si è tenuta a Piazza del Popolo a Roma lascia un retrogusto di amarezza che va metabolizzato per andare oltre il già fatto o l’ormai fatto. 

La convocazione di massa è stata promossa da “Repubblica” e dal noto giornalista Michele Serra che al termine del raduno ha congedato i partecipanti con un “non perdiamoci di vista”, un “se vedemio” che è un monito più severo e di maggiore auspicio rispetto al più ruvido e liquidatorio “se semo visti” romano.

È stata un’iniziativa, armata di buona volontà, per dire a quella parte di mondo, eventualmente interessato, che è ora di trovare un po’ di compattezza e di amore per un Europa composta per adesso più di bandiere che di cuore e di idee. È un tempo in cui non siamo a Giochi senza Frontiere ma si deve far sul serio. 

Serra ha voluto serrare le fila di partiti, intellettuali, associazioni, sindacati, esponenti della cultura e dello spettacolo e dell’universo tutto per dire che si deve avere la forza di essere umili. 

Dall’alto il Monte Pincio con i suoi 61 metri di altezza ha ammirato lo spettacolo probabilmente compiacendo i 229 busti di personaggi celebri che lo presidiano e dicendo che è ora di smetterla che ciascuno smetta di coltivare il proprio horto pinciano, appartenenti nei secoli passati ai ricchi proprietari romani.  

Si deve stare, piaccia o no, tutti insieme appassionatamente, per mostrare che in fondo in fondo insieme si può fare qualcosa di meglio che dividersi e litigare. 

Al Pincio si arriva anche attraverso il Muro Torto, che si piega alle buone intenzioni degli uomini, e che non si torcono le budella nel darsi reciprocamente almeno per una volta la mano. Sembra, nell’assise, anche la militanza di 50 Sindaci italiani sul palco e 300 in platea, cifra non esaltante a fronte dei circa 8000 Comuni del nostro Paese.

Le cronache riportano di una piazza gremita, eppure resta qualche motivo di legittima perplessità. Gremito sta per folto, da non confondersi con saturo, indice di asfissia e di oppressione. Insomma presenze significative ma non da rendere zeppo uno spazio. 

Ciò premesso, la piazza non era serrata, chiusa all’accesso di chi volesse confluirvi, ma aperta ad ogni volontà di ingresso. Almeno all’apparenza questa volta non ci sono state visibili serrate di altri poteri a sanzionare l’iniziativa. 

Fossimo al gioco di calcoli e di numeri, sembra si possano contare una quarantina di noti sostenitori e promotori, ciascuno dei quali con la propria immagine e la propria presenza ha sollecitato la corrispondente adesione di un migliaio di aderenti provenienti da tutta Italia. Non molto. Ceneri sul capo, siamo in Quaresima, è bene smetterla almeno per una volta con i distingui e trovare i motivi di unità.

Considerando quanti “soggetti” si sono spesi sollecitando la partecipazione alla manifestazione, le 35.000 o le 50.000 presenze registrate, parlano di un primo passo ma non di un fatto per cui andare in giro a raccontarsela.

La realtà dice che c’è una capacità o un invito alla partecipazione che sembra essere perennemente sul crinale di una incombente smobilitazione, di uno sciogliere le fila perché al popolo poco importa della faccenda. Non si sa se esibire gli antichi ideali conservati nel mobile buono di famiglia, o se rottamarlo perché non più di moda.

L’apprensione non è più soltanto nella fatica delle sigle e delle personalità impegnate a richiamare ogni italiano a dare segno di sé e a far parte della grande ammucchiata per il vecchio Continente e la pace. Quando pure si è trovata la quadra, è ormai forse difficile svegliare dal letargo un popolo stordito dagli schiamazzi della politica e dall’enfasi di diatribe da avanspettacolo. 

Si corre il rischio di scoprire che, quando anche si sia ingranata finalmente una inversione di tendenza, il popolo ormai è scappato e forse non torna più.

Piazza del Popolo può contenere 65.000 persone e chi l’ha occupata ha avuto 320 centimetri quadrati a testa per metterci i piedi e calpestarla. Si era in densità ma siamo distanti, molti distanti dai numeri delle manifestazioni a cavallo degli anni ’70 e ‘80 che furono. 

Non c’è da essere compiaciuti, nella consapevolezza di quante macerie sono alle spalle a far da fardello alle migliori intenzioni. In altre piazze ci sono state, secondo rito, altre contro manifestazioni dove pure si sono spesi numeri di tutto compiacimento secondo la tifoseria di quella parte.

Per il futuro occorre essere attenti a non cadere involontariamente in una partecipazione funebre, ad un prendere parte a qualcosa che dietro le declamate apparenze suona a vuoto sia di effettiva facciata che di sostanza.

“Quattro cani per strada” canta De Gregori “Il primo è un cane di guerra, E nella bocca ossi non ha e nemmeno violenza… Il secondo è un bastardo, Che conosce la pace e la tranquillità, Ed il piede dell’uomo e la strada, E ogni volta che muore gli rinasce la coda…”.

L’adunata di Piazza del Popolo sembra abbia messo insieme sensibilità diverse, un bastardume di uomini e donne che non hanno voglia di morire e che, quando credi di averli sopraffatti, si ripropongono sulla scena armati di sacre speranze, velleitarie o no che siano. In ogni caso, commentare esultanti di bagni di folla, di sold out e di onda blu o chissà quale altro colore appare una esagerazione, il desiderio di illudersi oltre l’evidenza. 

Nel dipinto di blu ci sono mille bolle blu che volano e che scoppiano come sogni che non approdano a nulla. Si deve fare attenzione a che, onda su onda, la barca dell’Europa non porti alla deriva, in balia di una sorte bizzarra e cattiva.

All’Europa non può bastare il sangue blu dei nobili natali e della storia più o meno gloriosa dei paesi che la compongono. 

Bisogna avere il senso della misura. Non si tratta di spettacoli da portare in giro, da pompare o da collocare sul mercato degli eventi di stagione ma di un semplice primo passo. 

In questa o quella piazza, siamo di fronte, semmai, alla posa di un iniziale mattone su cui poggiarne altri, facendo ben attenzione a non inciamparci sopra. Il ruzzolone potrebbe essere fatale. L’asciutto De Gasperi, da solo, senza fanfare, muoveva saldamente assai di più.

Europa, la difficoltà della piazza a citare la Dc

È un vero peccato che la piazza progressista, “de sinistra” e alto borghese di Repubblica e di tutto il solito e collaudatissimo caravanserraglio di attori, artisti, cantanti, pseudo intellettuali e conduttori televisivi abbia dimenticato radicalmente – questo sì radicalmente – il magistero politico e di governo di Alcide De Gasperi e, con De Gasperi, dell’azione politica della Democrazia Cristiana. Eppure si parlava di Europa, di politica estera e, soprattutto e guarda caso, di “difesa comune europea”. 

Perché questa strana e singolare ma persistente dimenticanza? Semplice. Quella piazza, che è sempre la stessa e che si rinnova periodicamente, ha un pregiudizio politico e culturale ben chiaro e netto. Ovvero, la pregiudiziale anti democristiana, anti cattolica – sono ammessi solo quei cattolici funzionali alla “causa” – e anti occidentale. Tre pregiudizi politici ed ideologici che resistono nel tempo. Questi sì che resistono e in modo granitico. 

Ora, non stupisce affatto che la piazza di Repubblica, di Serra, dei circoli esclusivi e dell’intera sinistra in tutte le sue “100 sfumature di rosso”, abbia clamorosamente dimenticato, e per l’ennesima volta, il magistero degasperiano. Anche perché se si ricorda il De Gasperi della Ced si deve citare anche e soprattutto la lunga e ricca esperienza della Dc e della sua politica estera ed europeista arrivando sino a Moro, Fanfani, Donat-Cattin, Andreotti e Cossiga. Una sorta di atto blasfemo per Serra e compagnia cantante che non potrebbero mai spingersi sino a questo riconoscimento, peraltro oggettivo e storicamente indiscutibile. 

Eppure i leader europeisti di riferimento, secondo questa simpatica compagnia di giro, sono sempre altri. Al punto che la piazza progressista individua i suoi riferimenti simbolici in esponenti – seppur di rilievo e sinceramente europeisti – ma che non sono stati affatto protagonisti nel saper declinare concretamente e politicamente le ragioni originarie e fondanti del progetto eurispota, federalista e democratico. Altroché ‘piazza plurale’ ripetutamente evocata e richiamata dal radical chic Serra e dalla sua cerchia di Repubblica. 

Del resto, è sufficientemente noto che il palco di Piazza del Popolo di Roma, anche se si innova e si aggiorna con lo scorrere dei tempi, non rinnega le storiche costanti che hanno caratterizzato nei decenni quella precisa e determinata cultura politica. Un palco dove non trova cittadinanza il pensiero, la cultura, la tradizione e anche lo stile del cattolicesimo politico italiano, seppur nella sua versione democratica, popolare e sociale. Se non di quei segmenti che, appunto, sono funzionali a quella impostazione laicista, vagamente progressista, alto borghese, salottiera e che rivendica, da sempre, un netta superiorità morale rispetto agli avversari/nemici. Superiorità che è stata, e per l’ennesima volta, richiamata e sottolineata in molti interventi del palco di Piazza del Popolo. 

Ecco perché, al di là delle chiacchiere e della propaganda dei soliti cantori del progressismo alto borghese nostrano, la strutturale rimozione del pensiero e della cultura democratico cristiana quando si parla di Europa continua ad essere un vulnus per chi si erge, per l’ennesima volta e del tutto arbitrariamente, a paladino e custode della nuova Europa contro gli oscurantisti, gli anti europeisti e i soliti ignoranti che non sarebbero moralmente titolati a costruire le “magnifiche sorti e progressive” del futuro. Insomma, quando si parla di Europa e delle sue radici politiche e culturali, c’è ben altro rispetto a Serra, Littizzetto, Scurati, Augias, Vecchioni, Formigli, e la solita giostra. Una notizia nota, forse, alla stragrande maggioranza degli italiani che non erano, però, presenti al comizio di Piazza del Popolo.

David Sassoli, il testimone dell’Europa dei diritti e della responsabilità

foto IPP/imagostock bruxelles 31-01-2020 conferenza stampa delle principali carche istituzionali dell'unione europea nel giorno dell'uscita della gran bretagna dalla UE - brexit nella foto David Sassoli Presidente del parlamento europeo WARNING AVAILABLE ONLY FOR ITALIAN MARKET

In queste difficili giornate per l’Europa in molti abbiamo pensato al contributo che poteva venire da una persona come David Sassoli. E non solo per mera nostalgia, ma perché ricordiamo il suo sforzo da Presidente del Parlamento Europeo per umanizzare la risposta dell’UE durante la dolorosa vicenda della pandemia. L’Unione Europea era pronta a dare una risposta in perfetto stile tecnocratico, con la Presidente della BCE che annunciava l’incompetenza degli organismi europei rispetto alle vicende di carattere sanitario, perdendo completamente di vista che eravamo nel mezzo di un grave evento che stava cambiando la vita di intere comunità in tutto il pianeta. Quando le valutazioni prescindono dalla politica c’è esattamente questo rischio; dare delle risposte, regole alla mano, solo in termini formali senza porsi le questioni di carattere sostanziale, senza chiedersi come famiglie ed imprese possano affrontare le difficoltà derivanti da una pandemia o da una grave crisi economica che può lasciare molte persone senza lavoro.

David Sassoli con la sua sensibilità di cattolico democratico si è impegnato fortemente per rimettere la persona umana al centro delle scelte politiche, per superare quella linea di politica economica rigorista di Bruxelles che negli anni precedenti aveva prodotto in Europa degli effetti economici recessivi. Spese la sua indiscussa credibilità personale ed il peso politico del Parlamento che presiedeva per favorire il varo delle misure di sostegno del “Next Generation UE” con circa duecento miliardi di euro destinati all’Italia. Il fondo N.G.UE si è poi tradotto nell’ormai noto PNRR che nel nostro Paese – per ironia della sorte – viene oggi gestito dall’attuale governo, ovvero proprio da chi nell’aula parlamentare europea votò contro il provvedimento che istituiva quel piano di aiuto e solidarietà senza il quale le nostre economie si troverebbero in grande difficoltà. Oggi Sassoli ci ricorderebbe che la ragione fondativa dell’Unione Europea è la pace e che per riconquistarla ogni giorno è necessario superare divisioni ed egoismi, allontanando le tentazioni dei nazionalismi.

David per le sue idee e per il suo impegno fu inserito dal Cremlino nella lista degli “indesiderati” che non potevano recarsi in Russia. Fu per lui una medaglia, visto che di fatto è stato un implicito riconoscimento del segno che stava lasciando la sua convinta e convincente azione politica per la pace, per l’autonomia e l’autodeterminazione dei popoli. Ci manca David Sassoli con il suo sorriso accogliente, con la sua testimonianza attiva, con la sua pacata determinazione e la sua fermezza non urlata. Ci manca perché è riuscito ad essere un politico con una grande visione, ma anche l’uomo dei gesti semplici e concreti al tempo stesso; come quando decise di aprire le porte del palazzo istituzionale europeo per accogliere ed assistere centinaia di senza tetto.

Per Sassoli la speranza “siamo noi quando non ci voltiamo dall’altra parte di fronte ai bisogni del prossimo”. E nell’anno del Giubileo della Speranza la buona politica deve ripartire da questo insegnamento per non rimanere indifferente di fronte alla sofferenza.

Ucraina, Trump annuncia: domani avrà un colloquio con Putin

Roma, 17 mar. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato nella notte tra domenica e lunedì che domani avrà un colloquio con il suo omologo russo Vladimir Putin, nell’ambito del riavvicinamento tra Washington e Mosca per porre fine al conflitto in Ucraina.

“Parlerò con il presidente Putin martedì”, ha detto Trump ai giornalisti a bordo dell’aereo presidenziale, sottolineando che “è stato fatto molto lavoro”.

“Molte cose sono già state discusse con entrambe le parti, Ucraina e Russia. Stiamo parlando di questo, della condivisione di alcuni beni”, ha precisato, riferendosi a “territori” e “centrali elettriche”.

Classifica serie A, Juve fuori dalla Champions

Roma, 16 mar. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Fiorentina-Juventus 3-0

29esima giornata Genoa-Lecce 2-1, Monza-Parma 1-1, Udinese-Verona 0-1, Milan-Como 2-1, Torino-Empoli 1-0, Venezia-Napoli 0-0, Bologna-Lazio 5-0, Roma-Cagliari 1-0, Fiorentina-Juventus 3-0, ore 20.45 Atalanta-Inter.

Classifica: Inter 61, Napoli 61, Atalanta 58, Bologna 53, Juventus 52, Lazio 51, Roma 49, Fiorentina 48, Milan 47, Udinese 40, Torino 38, Genoa 35, Como, Verona 29, Cagliari 26, Lecce 25, Parma 25, Empoli 22, Venezia 20, Monza 15.

30esima giornata sabato 29 marzo ore 15 Como-Empoli, Venezia-Bologna, ore 18 Juventus-Genoa, ore 20.45 Lecce-Roma, domenica 30 marzo ore 12.30 Cagliari-Monza, ore 15 Fiorentina-Atalanta, ore 18 Inter-Udinese, ore 20.45 Napoli-Milan, lunedì 31 marzo ore 18.30 Verona-Parma, ore 20.45 Lazio-Torino.

Papa, diffusa prima foto del Pontefice in cappellina Gemelli

Città del Vaticano, 16 mar. (askanews) – La Sala stampa della Santa Sede ha diffuso oggi, via telegram, la prima immagine di Papa Francesco da quando il ponterice è stato ricoverato il 14 febbraio scorso al Policlinico Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale.

La foto ritrae il pontefice di spalle e con la stola mentre, di fronte all’altare della cappellina posta al decimo piano del policlinico Gemelli di Roma, si appresta questa mattina a concelebrare messa insieme ad altri sacerdoti. Il volto del pontefice che si intravede, appare dimagrito ma non particolarmente sofferente.

Papa, situazione resta stazionaria. Ha concelebrato messa

Città del Vaticano, 16 mar. (askanews) – Proseguono le cure per Papa Francesco giunto ad un mese di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma dove le sue condizioni restano “stabili”.

Lo affermano fonti vaticane che aggiungono che nella giornata ha continuato la fisioterapia, sia motoria che respiratoria e la terapia “traendone un certo giovamento soprattutto da quella motoria”. Fatto questo definito “positivo”.

Il pontefice è riuscito anche a lavorare un pò e stamattina ha concelebrato la messa nella cappellina con altri sacerdoti.

Classifica serie A, Roma settima vede l’Europa

Roma, 16 mar. (askanews) – Questi i risultati ed il programma di serie A Roma-Cagliari 1-0

29esima giornata Genoa-Lecce 2-1, Monza-Parma 1-1, Udinese-Verona 0-1, Milan-Como 2-1, Torino-Empoli 1-0, Venezia-Napoli 0-0, Bologna-Lazio 5-0, Roma-Cagliari 1-0, ore 18 Fiorentina-Juventus, ore 20.45 Atalanta-Inter

Classifica: Inter, Napoli 61, Atalanta 58, Bologna 53, Juventus 52, Lazio 51, Roma 49, Milan 47, Fiorentina 45, Udinese 40, Torino 38, Genoa 35, Como, Verona 29, Cagliari 26, Lecce 25, Parma 25, Empoli 22, Venezia 20, Monza 15.

30esima giornata sabato 29 marzo ore 15 Como-Empoli, Venezia-Bologna, ore 18 Juventus-Genoa, ore 20.45 Lecce-Roma, domenica 30 marzo ore 12.30 Cagliari-Monza, ore 15 Fiorentina-Atalanta, ore 18 Inter-Udinese, ore 20.45 Napoli-Milan, lunedì 31 marzo ore 18.30 Verona-Parma, ore 20.45 Lazio-Torino,

Calcio, Bologna batte la Lazio: 5-0

Roma, 16 mar. (askanews) – Quarto successo di fila della squadra di Italiano, che batte la Lazio 5-0 in casa e sorpassa sia i biancocelesti che la Juventus (impegnata a Firenze) prendendosi provvisoriamente il 4° posto dopo aver dominato lo scontro diretto. Inizio in salita dei biancocelesti, che perdono Tavares nel riscaldamento e incassano il gol di Odgaard servito da Miranda. Provedel nega il raddoppio a Orsolini. A inizio ripresa uno-due dei rossoblù in 94 secondi: segnano Orsolini e Ndoye. Palo di Zaccagni, poker di Castro e manita di Fabbian.

Classifica serie A, Il Bologna al quarto posto

Roma, 16 mar. (askanews) – Questo il programma di serie A dopo Bologna-Lazio 5-0

29esima giornata Genoa-Lecce 2-1, Monza-Parma 1-1, Udinese-Verona 0-1, Milan-Como 2-1, Torino-Empoli 1-0, Venezia-Napoli 0-0, ore 15 Bologna-Lazio, Roma-Cagliari, ore 18 Fiorentina-Juventus, ore 20.45 Atalanta-Inter

Classifica: Inter, Napoli 61, Atalanta 58, Bologna 53, Juventus 52, Lazio 51, Milan 47, Roma 46, Fiorentina 45, Udinese 40, Torino 38, Genoa 35, Como, Verona 29, Cagliari 26, Lecce 25, Parma 25, Empoli 22, Venezia 20, Monza 15.

30esima giornata sabato 29 marzo ore 15 Como-Empoli, Venezia-Bologna, ore 18 Juventus-Genoa, ore 20.45 Lecce-Roma, domenica 30 marzo ore 12.30 Cagliari-Monza, ore 15 Fiorentina-Atalanta, ore 18 Inter-Udinese, ore 20.45 Napoli-Milan, lunedì 31 marzo ore 18.30 Verona-Parma, ore 20.45 Lazio-Torino,

Ungheria, Orban: niente più tasse per madri con due o più figli

Milano, 16 mar. (askanews) – L’Ungheria “sta scrivendo la storia con il più grande taglio delle tasse in Europa e nell’intero mondo occidentale”. Lo ha annunciato il premier ungherese Viktor Orban. “Stiamo costruendo la prima economia al mondo incentrata sulla famiglia”, ha spiegato su X. “Le madri con un solo figlio sono esenti dall’imposta sul reddito fino al compimento dei 30 anni. Due o più figli? Niente tasse sul reddito per tutta la vita!”.

Obiettivo: “garantire il futuro delle famiglie ungheresi per i decenni a venire”, ha concluso Orban.

L’inviato speciale della Casa Bianca: il conflitto ucraino può risolversi in qualche settimana

Roma, 16 mar. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dovrebbe avere un colloquio telefonico con l’omologo russo Vladimir Putin la settimana prossima: lo ha dichiarato l’iniviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff, intervistato dalla Cnn. E l’Amministrazione Trump si aspetta che il conflitto ucraino possa risolversi nel giro di qualche settimana, ha dichiarato Witkoff, spiegando: “Il Presidente parla di un lasso di tempo di settimane, e non sono in disaccordo con lui. Spero davvero che vedremo qualche vero progresso”, ha spiegato.

Witkoff ha inoltre definito “positivo” il suo incontro a Mosca con il presidente russo Valdimir Putin, incentrato sulle possibili soluzioni alla crisi ucraina: “Stiamo colmando il divario fra le due parti”, ha concluso.

Classifica serie A, il Napoli aggancia l’Inter in testa

Roma, 16 mar. (askanews) – Questo il programma e la classifica di serie A dopo Venezia-Napoli 0-0

29esima giornata Genoa-Lecce 2-1, Monza-Parma 1-1, Udinese-Verona 0-1, Milan-Como 2-1, Torino-Empoli 1-0, Venezia-Napoli 0-0, ore 15 Bologna-Lazio, Roma-Cagliari, ore 18 Fiorentina-Juventus, ore 20.45 Atalanta-Inter

Classifica: Inter, Napoli 61, Atalanta 58, Juventus 52, Lazio 51, Bologna 50, Milan 47, Roma 46, Fiorentina 45, Udinese 40, Torino 38, Genoa 35, Como, Verona 29, Cagliari 26, Lecce 25, Parma 25, Empoli 22, Venezia 20, Monza 15.

30esima giornata sabato 29 marzo ore 15 Como-Empoli, Venezia-Bologna, ore 18 Juventus-Genoa, ore 20.45 Lecce-Roma, domenica 30 marzo ore 12.30 Cagliari-Monza, ore 15 Fiorentina-Atalanta, ore 18 Inter-Udinese, ore 20.45 Napoli-Milan, lunedì 31 marzo ore 18.30 Verona-Parma, ore 20.45 Lazio-Torino,

Venezia-Napoli 0-0, Conte manca il sorpasso

Roma, 16 mar. (askanews) – Finisce 0-0 tra Venezia e Napoli l’anticipo delle 12.30 di serie A. Gli azzurri di Antonio Conte mancano il sorpasso all’Inter che questa sera potrebbero allungare in caso di vittoria a Bergamo. Ma in caso di vittoria sull’Inter ci sarebbe un terzetto in testa con l’Atalanta. Partita ricca di colpi di scena, soprattutto nel primo tempo. In avvio un palo di Raspadori, poi due grandi parate di Radu sui colpi di testa da distanza ravvicinata di McTominay. Il portiere del Venezia si ripeterà anche su Lukaku al 45′. Poco prima anche una clamorosa doppia chance per il Venezia con Rrahmani che salva sulla linea un gol certo di Fila. Nella ripresa la partita non si sblocca e Conte ne cambia quattro in un colpo solo: Dentro Okafor, Juan Jesus, Olivera e Anguissa. Escono Raspadori, Rrahmani, Spinazzola e Gilmour. All’80’ palla gol del Venezia. Anguissa perde un velenoso pallone al lmite: Zerbin viene immediatamente innescato sulla destra dell’area e tenta il cross forte e teso sul secondo palo. Lì c’è Gytkjaer, che sfiora il pallone per quello che sarebbe stato l’1-0 Venezia. All’87’ Simeone per Lukaku è l’ultimo cambio di Conte. Simeone che al 92′ manca l’appoggio a rete su un cross di Okafor. Contropiede Venezia quattro contro due. Al 95′ il Venezia potrebbe passare. Alla fine è Nicolussi Caviglia ad andare al tiro con libertà dal limite centralmente: Meret vola in tuffo e salva tutto.

Adx

Classifica serie A, il Napoli aggancia l’Inter in testa

Roma, 16 mar. (askanews) – Questo il programma di serie A dopo Venezia-Napoli 0-0

29esima giornata Genoa-Lecce 2-1, Monza-Parma 1-1, Udinese-Verona 0-1, Milan-Como 2-1, Torino-Empoli 1-0, Venezia-Napoli 0-0, ore 15 Bologna-Lazio, Roma-Cagliari, ore 18 Fiorentina-Juventus, ore 20.45 Atalanta-Inter

Classifica: Inter, Napoli 61, Atalanta 58, Juventus 52, Lazio 51, Bologna 50, Milan 47, Roma 46, Fiorentina 45, Udinese 40, Torino 38, Genoa 35, Como, Verona 29, Cagliari 26, Lecce 25, Parma 25, Empoli 22, Venezia 20, Monza 15.

30esima giornata sabato 29 marzo ore 15 Como-Empoli, Venezia-Bologna, ore 18 Juventus-Genoa, ore 20.45 Lecce-Roma, domenica 30 marzo ore 12.30 Cagliari-Monza, ore 15 Fiorentina-Atalanta, ore 18 Inter-Udinese, ore 20.45 Napoli-Milan, lunedì 31 marzo ore 18.30 Verona-Parma, ore 20.45 Lazio-Torino,

Zelensky: centinaia di raid alle nostre città, continuare a fare pressioni perché la Russia si fermi

Roma, 16 mar. (askanews) – “Centinaia di attacchi alle nostre città e comunità questa settimana: regioni di Chernihiv, Kherson, Donetsk, Kharkiv, Dnipro, Odessa, Poltava, Kiev, Mykolaiv, Zaporizhzhia e Sumy. I russi hanno lanciato oltre 1.020 droni d’attacco, quasi 1.360 bombe aeree guidate e più di 10 missili di vario tipo. Chi vuole che la guerra finisca il prima possibile non agisce in questo modo”, lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, accompagnando il post con una sequenza di immagini degli attacchi russi, palazzi in fiamme, quartieri distrutti, soccorritori che cercano di salvare le vittime.

“Ecco perché – sottolinea Zelensky – dobbiamo continuare a fare pressione sulla Russia affinché ponga fine alla sua aggressione. Sono necessarie misure decisive, tra cui sanzioni che devono essere non solo mantenute, ma anche continuamente rafforzate”. “Ucraina, Europa, America e tutti coloro che nel mondo vogliono la pace: insieme possiamo garantire una pace giusta e duratura”, conclude il presidente ucraino.

(nella foto una delle immagini di un attacco russo nel Donetsk postate da Zelensky su X)

Macedonia, rogo in una discoteca a Kocani: decine di morti e feriti

Roma, 16 mar. (askanews) – È salito ad almeno 59 il numero dei morti nell’incendio scoppiato in una discoteca di Kocani, nella Macedonia del Nord: lo ha reso noto il ministro degli Interni macedone, Panche Toshkovski, aggiungendo che i feriti sono almeno un centinaio. Il Ministro ha inoltre annunciato che la polizia sta indagando sulle cause dell’incendio, e ha già emesso quattro mandati di arresto.

Le fiamme sono divampate alle 2.30, mentre nella discoteca era in corso un concerto hip-hop; stando alle prime ricostruzioni a causare l’incendio potrebbe essere stato causato dagli ordigni pirotecnici utilizzati per gli effetti di luce: le scintille avrebbero raggiunto il tetto del locale, ricoperto di materiale infiammabile.

Mosca prepara l’incontro Putin-Trump, ma per il Cremlino "la tregua serve alle truppe ucraine per riarmarsi"

Roma, 16 mar. (askanews) – Un incontro fra Vladimir Putin e Donald Trump “è in preparazione e sarà organizzato non appena ve ne sarà la necessità”: lo ha affermato il consigliere del Cremlino, Yury Ushakov, le cui dichiarazioni sono state riportate dalle agenzie di stampa russe.

Il consigliere del Cremlino ha anche dichiarato che la Russia ritiene la proposta di cessate il fuoco in Ucraina come un tentativo di dare alle forze armate di Kiev l’opportunità di riarmarsi: “Percepiamo le richieste di cessate il fuoco come un tentativo di concedere una tregua alle forze armate ucraine, di dare tempo per riarmarsi e riprendersi” in un momento in cui le forze russe stanno avanzando su tutti i fronti, ha concluso.

Ushakov ha inoltre confermato che le perplessità russe in merito alla proposta di cessate il fuoco di trenta giorni sono state trasmesse alla parte statunitense.

Il Papa: sto affrontando un periodo prova, ma c’è tanta luce negli ospedali. Grazie per le preghiere

Città del Vaticano, 16 mar. (askanews) – Papa Francesco, nel testo dell’Angelus domenicale, consegnato oggi per la quinta volta da quando, il 14 febbraio scorso, è ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale, scrive di voler condividere le sue riflessioni sul Vangelo (quello della Trasfigurazione di Gesù, proposto dalla liturgia odierna, ndr) con i fedeli “mentre – sottolinea – sto affrontando un periodo di prova”. Il pontefice si unisce, quindi, “a tanti fratelli e sorelle malati: fragili, in questo momento, come me”, aggiunge nel testo consegnato alla lettura. “Il nostro fisico è debole ma, – prosegue Papa Francesco – anche così, niente può impedirci di amare, di pregare, di donare noi stessi, di essere l’uno per l’altro, nella fede, segni luminosi di speranza”.

Un pensiero, il Papa lo ha voluto rivolgere anche a quanti lavorano negli ospedali per lenire le sofferenze dei malati. “Quanta luce risplende, in questo senso, negli ospedali e nei luoghi di cura! – scrive infatti – Quanta attenzione amorevole rischiara le stanze, i corridoi, gli ambulatori, i posti dove si svolgono i servizi più umili! Perciò vorrei invitarvi, oggi, a dare con me lode al Signore, che mai ci abbandona e che nei momenti di dolore – conclude – ci mette accanto persone che riflettono un raggio del suo amore”. “Vi ringrazio tutti per le vostre preghiere, e ringrazio coloro che mi assistono con tanta dedizione”, scrive ancora Papa Francesco nel testo dell’Angelus domenicale. “So che pregano per me tanti bambini; – aggiunge il pontefice – alcuni di loro oggi sono venuti qui al ‘Gemelli’ in segno di vicinanza. Grazie, carissimi bambini! Il Papa vi vuole bene e aspetta sempre di incontrarvi”, ha aggiunto ringraziando un gruppo di bambini che oggi si è recato nel nosocomio romano per portare vicinanza e preghiera al pontefice malato. E – conclude – “continuiamo a pregare per la pace, specialmente nei Paesi feriti dalla guerra: nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo”.

La capsula "Dragon" di Space X è attraccata sulla Iss: ritornano sulla Terra astronauti bloccati da mesi

Roma, 16 mar. (askanews) – La capsula Dragon, lanciata venerdì con quattro persone a bordo, è attraccata con successo sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) alle 6.06 ora italiana : lo ha annunciato la Space X. La missione Crew-10 è formata dagli astronauti statunitensi Anne McClain e Nichole Ayers, dal giapponese Takuya Onishi e dal cosmonauta russo Kirill Peskov.

L’arrivo della capsula permetterà anche il rientro dell’equipaggio della missione Crew-9, l’astronauta Nick Hague e il cosmonauta Aleksandr Gorbunov, a cui si aggiungeranno i due astronauti Butch Wilmore e Sunita Williams, bloccati sulla Iss da oltre 9 mesi per un’avaria alla capsula “Starliner”.

Bombardamenti Usa in Yemen contro le posizioni Houthi, almeno trenta i morti

Roma, 16 mar. (askanews) – È di almeno trenta morti e 101 feriti il bilancio delle vittime dei bombardamenti statunitensi condotti nella serata di sabato contro le posizioni dei ribelli yemeniti degli Houthi: lo ha reso noto il Ministero della Sanità yemenita in un messaggio diffuso su X.

Dopo le incursioni americane nello Yemen, il comandante dei Guardiani della Rivoluzione (pasdaran) iraniani, generale Hossein Salami, ha dichiarato che l’Iran risponderà a qualsiasi attacco da parte degli Stati Uniti. “L’Iran non cerca la guerra, ma se qualcuno lo minaccia, darà risposte appropriate, risolute e definitive” a qualsiasi attacco, ha concluso. Gli Stati Uniti “non hanno alcun diritto di dettare la politica estera dell’Iran”, ha commentato da parte sua il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, in un messaggio diffuso su X.

Usa-Russia, colloquio Lavrov-Rubio: "Discussi anche aspetti specifici" degli accordi di Riad

Roma, 16 mar. (askanews) – Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il Segretario di Stato americano Marco Rubio hanno avuto un colloquio telefonico in cui hanno discusso alcuni aspetti specifici dell’applicazione degli accordi raggiunti a Riad: lo ha reso noto il Ministero degli Esteri di Mosca. “Sono stati discussi anche aspetti specifici dell’attuazione delle intese reciproche raggiunte durante l’incontro tra alti funzionari russi e statunitensi il 18 febbraio a Riyadh. Sergey Lavrov e Marco Rubio hanno concordato di rimanere in contatto” si legge nella nota del Ministero, che ha precisato come il colloquio si sia tenuto su iniziativa di Washington.

Una settimana dopo l’incontro di Riad, in cui sono state discusse questioni come la ripresa delle relazioni bilaterali e il conflitto ucraino, le delegazioni si sono riunite di nuovo a Istanbul per trattare il finanziamento delle rispettive attività missioni diplomatiche.

Papa: sto affrontando periodo prova, ma tanta luce negli ospedali

Città del Vaticano, 16 mar. (askanews) – Papa Francesco, nel testo dell’Angelus domenicale, consegnato oggi per la quinta volta da quando è ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale, scrive di voler condividere le sue riflessioni sul Vangelo (quello della Trasfigurazione di Gesù, proposto dalla liturgia odierna, ndr) con i fedeli “mentre – sottolinea – sto affrontando un periodo di prova”. Il pontefice si unisce, quindi, “a tanti fratelli e sorelle malati: fragili, in questo momento, come me”, aggiunge nel testo consegnato alla lettura. “Il nostro fisico è debole ma, – prosegue Papa Francesco – anche così, niente può impedirci di amare, di pregare, di donare noi stessi, di essere l’uno per l’altro, nella fede, segni luminosi di speranza”.

Un pensiero, il Papa lo ha voluto rivolgere anche a quanti lavorano negli ospedali per lenire le sofferenze dei malati. “Quanta luce risplende, in questo senso, negli ospedali e nei luoghi di cura! – scrive infatti – Quanta attenzione amorevole rischiara le stanze, i corridoi, gli ambulatori, i posti dove si svolgono i servizi più umili! Perciò vorrei invitarvi, oggi, a dare con me lode al Signore, che mai ci abbandona e che nei momenti di dolore – conclude – ci mette accanto persone che riflettono un raggio del suo amore”.

Classifica serie A, Oggi Venezia-Napoli e Atalanta-Inter

Roma, 15 mar. (askanews) – Successo del Torino, 1-0 sull’Empoli nel match del sabato sera di serie A Vlasic firma un’altra magia: il Toro abbatte il muro dell’Empoli e vince ancora. Questo il programma di oggi e la classifica:

29esima giornata Genoa-Lecce 2-1, Monza-Parma 1-1, Udinese-Verona 0-1, Milan-Como 2-1, Torino-Empoli 1-0, domenica 16 marzo ore 12.30 Venezia-Napoli, ore 15 Bologna-Lazio, Roma-Cagliari, ore 18 Fiorentina-Juventus, ore 20.45 Atalanta-Inter

Classifica: Inter 61, Napoli 60, Atalanta 58, Juventus 52, Lazio 51, Bologna 50, Milan 47, Roma 46, Fiorentina 45, Udinese 40, Torino 38, Genoa 35, Como, Verona 29, Cagliari 26, Lecce 25, Parma 25, Empoli 22, Venezia 19, Monza 15.

30esima giornata sabato 29 marzo ore 15 Como-Empoli, Venezia-Bologna, ore 18 Juventus-Genoa, ore 20.45 Lecce-Roma, domenica 30 marzo ore 12.30 Cagliari-Monza, ore 15 Fiorentina-Atalanta, ore 18 Inter-Udinese, ore 20.45 Napoli-Milan, lunedì 31 marzo ore 18.30 Verona-Parma, ore 20.45 Lazio-Torino,

Piazza del Popolo, il day after non può soddisfare i cattolici democratici

Sarebbe stato un errore disertare la piazza convocata per dare nuovo slancio all’Europa. Non dimentichiamo l’innesco del messaggio di Michele Serra, quando e come ha preso forma come appello alla società civile. Vigoreggiava lo sgomento per gli assalti che venivano dalla Casa Bianca – in primis con l’umiliazione inferta a Zelensky – come se l’Europa fosse fuori dall’orizzonte storico, culturale e politico dell’America di Trump. Era necessario reagire. All’inizio sembrava chiaro che l’iniziativa dovesse sostenere la scelta per un’Europa più coesa e più forte, anche attraverso un impegno straordinario per la difesa comune. Successivamente il tono si è fatto più sfumato, per vedere anzitutto se Conte poteva essere della partita. Ciò non è avvenuto e però, a danno della chiarezza, il tono è rimasto svolazzante: un po’ di qua e un po’ di là, fino a restare in equilibrio tra la determinazione della von der Leyen e l’ambiguità di Elly Schlein.

In ogni caso, sarebbe stato un errore lasciare che un soprassalto di europeismo fosse ignorato o respinto da tutti coloro che conservano la memoria del più autentico e concreto europeismo, quello eminentemente rappresentato, dopo la seconda guerra mondiale, dalla classe dirigente di matrice democristiana. Da più parti è sopraggiunta la disponibilità dei “democristiani” a sentirsi parte di questo sforzo collettivo nel nome e nel segno della nostra “Patria Europa” (v. link a fondo pagina). Qualcosa si è mosso nel sentire comune di sparute e pur vive élite “democratiche e cristiane”, spesso a disagio di fronte alla generosa vacuità politica di gruppi, associazioni e singole personalità, tutti e tutte, a vario titolo, riconducibili all’universo del cattolicesimo italiano. È un fatto e, come sempre, ai fatti va riservata la giusta attenzione.

Con questo spirito guardiamo al day after di Piazza del Popolo. Si può essere soddisfatti? No, purtroppo no. Malgrado l’ossequio al pluralismo, la direzione impressa al pomeriggio di testimonianze è stata inadatta a concepire un realistico equilibrio tra le diverse anime dell’europeismo. La regia di “Repubblica” ha cancellato l’evidenza, ovvero che non staremmo qui a parlare di un nuovo destino dell’Europa se all’origine della scelta per l’integrazione del Vecchio Continente non ci fosse stato, molto più dello spirito di Ventotene, l’animo industre e audace di De Gasperi. Non si tratta di un’inutile comparazione, ma di una necessaria ed onesta precisazione da cui discende la capacità di costruire l’avvenire sulla consistenza morale e politica di un passato incancellabile.

Tutto ciò allontana un certo mondo cattolico democratico dal perimetro di una sinistra orgogliosa della sua controstoria. 

https://ildomaniditalia.eu/DeGasperiPatriaEuropa.pdf

Europa ed europeismo, dalla piazza non viene un esempio costruttivo

Premessa. Ogniqualvolta si scende in piazza democraticamente e pacificamente è sempre un momento da incoraggiare e da valorizzare. Certo, quella di Piazza del Popolo di Roma è stata una manifestazione chiara sin dall’inizio. Anche perché è stata organizzata e promossa da una gloriosa testata giornalistica politicamente e da sempre ben schierata. E non è un caso che alcuni l’hanno definita, pur senza particolare originalità, come ‘le cento sfumature di rosso’, altri come ‘la piazza del tutto e del contrario di tutto’, altri ancora come una ‘bella scampagnata’ di tutto ciò che è riconducibile alla sinistra italiana. Sinistra riformista, radicale, massimalista, estremista, televisiva, editoriale, accademica, giornalistica, comica, artistica e cinematografica. Ma sempre di sinistra si tratta, com’era ovvio ed evidente sin dall’inizio. 

Una bella e solare iniziativa accompagnata da alcuni nemici giurati: Giorgia Meloni, la coalizione di centro destra, la nuova leadership politica americana e, soprattutto, il progetto della von der Leyen. Cioè la risoluzione votata recentemente a larga maggioranza per rafforzare ed affinare la nuova “difesa comune europea”. Questi i nemici giurati della manifestazione che si è svolta in Piazza del Popolo a Roma.

Ora, che si trattasse di una manifestazione organizzata quasi se non esclusivamente ‘contro’ il centro destra di governo non c’era alcun dubbio. Come hanno confermato i vari interventi dal palco allestito in piazza. E questo a prescindere dalle concrete scelte fatte da quei partiti e, nello specifico, al di là di quello che hanno votato nel Parlamento Europeo.

Ma è proprio di fronte a questo scenario che si pone, adesso, il vero problema politico e forse anche culturale. E cioè, com’è possibile, secondo il minestrone rosso di Piazza del Popolo, costruire un vero ‘spirito europeo’, al di là delle chiacchiere e della solita propaganda, demonizzando e detestando scientificamente il nemico politico? Perché, alla fine, questo è il vero punto debole di manifestazioni che invocano giustamente un rinnovato ed aggiornato ‘spirito europeo’ e poi, come da copione, a livello nazionale hanno un nemico politico da combattere senza scrupoli e senza tregua. Che, nel caso specifico, è la maggioranza che governa il paese.

Ovvero, è una contraddizione plateale se proprio uno dei capisaldi essenziali e decisivi di una politica democratica e di pace – ossia il rilancio e la riscoperta delle ragioni originarie dell’Europa – si trasforma, al contempo, in una contrapposizione frontale e senza sconti con la parte politica sgradita.

Per queste ragioni, semplici ma oggettive, le ‘cento sfumature di rosso’ scese in piazza a Roma difficilmente riusciranno ad innescare una sorta di “solidarietà nazionale” attorno al futuro e alla prospettiva di un’Europa democratica, liberale, costituzionale, sicura e pacifica. Altro che richiamo al patrimonio e all’esperienza dei padri costituenti di un’Europa federale, democratica e unita attorno a valori comuni e, soprattutto, condivisi! Perché, appunto, se da un lato la partecipazione democratica è sempre da incoraggiare, è altrettanto vero che l’unità europea e lo spirito comune europeo non possono decollare se poi a livello nazionale si coltiva un odio implacabile nei confronti del nemico politico. Un atteggiamento, questo, che rischia solo di ingessare la situazione e, purtroppo, di indebolire indirettamente lo stesso ‘spirito europeo’ che viene predicato negli articoli, nei salotti televisivi e negli interventi dal palco delle piazze ‘amiche’.

italiani | In Europa vanno a pezzi maggioranza e opposizione

Quando si tratta di prendere posizione la politica italiana sa sempre come cavarsela. Se la metti all’angolo, ricorre ad espediente assai più raffinato di un compromesso, dove comunque devi lasciare un pezzo di te da qualche parte insieme a quello di un altro.

Il voto in Europa sia sul riarmo che sul sostegno a Kiev ha sbaragliato maggioranza ed opposizione mischiando le carte fino a scolorire il biglietto da visita di ciascuno. Poco importa, perché sono in pochi quelli che lo conservano in tasca ormai con attenzione. 

Il fatto lascia strascichi dolorosi più a sinistra che a destra. Chi è in sella, comunque ci resta perché il potere fa da adesivo ad una monta sia pure per qualche tratto incerta. Chi desidera disarcionare l’avversario ha il dovere di far massa in un punto altrimenti fallirà nel risultato.

La risoluzione sul libro bianco e sul piano di riarmo della Von Der Leyen ha spaccato il PD, metà del partito ha votato a favore e l’altra parte si è astenuta.  Si chiamano i distinguo sui piani di riarmo dei singoli Stati e quello di difesa europea ma la lacerazione all’interno del partito è netta. Non proprio quisquile. Quando si gioca a braccio di ferro con se stessi, la situazione è grave e ridicola all’un tempo. 

Sull’altro fronte, per l’impegno alla difesa Fratelli d’Italia e Forza Italia votano a favore e la Lega contro. Quanto al sostegno all’Ucraina, Fratelli d’Italia si astiene, Forza Italia vota a favore e la Lega contro.

Siamo ai soliti precari equilibrismi della politica che tenta di tenersi in bilico per come possibile rispetto alle circostanze impegnative dove emerge se siamo di fronte a “classe” o “acqua”. Non siamo di fronte ad un carro che trascina la politica fuori dalle secche ma a scelte per mantenersi su una linea di sopravvivenza accettabile.

In democrazia, il popolo elegge chi è demandato a rappresentarlo nelle sedi istituzionali perché studi le questioni e voti in un senso o nell’altro, in aderenza all’identità del partito cui si appartiene.

L’astensionismo è quel diavoletto tentatore che ti tira fuori dai guai appena l’aria si fa torbida se proprio non ce la fai da solo a cavartela per uscire dagli impicci. Si astiene il cittadino dal voto e la politica non è da meno. Forse essere astemi e non bere di questi calici potrebbe essere d’istinto la cosa da fare. Il PD è affetto da un astigmatismo ne devia la messa a fuoco della sostanza. Almeno in politica estera, avrebbe bisogno del coraggio di Berlinguer o di sapersi avvalere dei consigli di Berlicche, il diavolo esperto che istruiva il meno capace Malacoda. Così continuando, il PD ci rimette se non la coda ma buona parte delle penne.

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https://www.italiani.net/2025/03/13/leuropa-il-pd-e-larte-dellastenisonismo/

L’odissea di Follini racconta la storia di Vittorio e la parabola del Paese

Libro nel libro, la cosiddetta “Telemachia” è quella parte dell’Odissea, i primi quattro libri, in cui si racconta l’assenza di Ulisse da Itaca vista e vissuta dal figlio Telemaco, il «figlio di colui che combatte lontano». Figlio di un padre mai conosciuto, il giovane principe si mette alla ricerca di tracce paterne e parte per andare a parlare con i vecchi amici del padre, da Nestore a Menelao. È questa la prima suggestione che penetra nell’animo del lettore mentre si immerge nella decifrazione del nuovo romanzo di Marco Follini Beneficio d’inventario (Milano, Neri Pozza, 2025, pagine 191, euro 18): la storia qui raccontata assomiglia infatti proprio ad una “Telemachia”. Il protagonista quindi non è Marco/Telemaco ma il padre Vittorio che, proprio come Ulisse, ad un certo punto viene risucchiato suo malgrado in una guerra e si trova costretto ad imbracciare il fucile e a salire sulle montagne per unirsi alla Resistenza.

In un sistema di scatole cinesi anche il riluttante Vittorio è a sua volta figlio di un militare che è stato catturato e imprigionato in Texas e tornerà dagli Usa solo al termine della guerra e qui spunta l’altro grande protagonista del romanzo, oltre al duo padre/figlio: l’America. Per il partigiano Vittorio l’America è la nazione che sacrificando i suoi figli è venuta a liberare Paesi lontani, anche molto lontani come l’Italia. Agli italiani di quella generazione, schiacciati dal passato, l’America affascina perché appare come portatrice di futuro: «L’America incarnava soprattutto, almeno agli occhi di mio padre, un’idea di futuro. Sembrava (ed era) sempre un passo più avanti. Ci sollecitava a correre, anticipava le nostre tendenze, ci dava appuntamento a un crocevia più lontano. In una parola, era il progresso» (pagina 57).

Nell’ultima pagina del libro c’è scritto, come in ogni volume che viene pubblicato, che «il presente libro è stato stampato nel mese di febbraio 2025» e viene automatico da chiedersi cosa pensava l’autore mentre finiva di scrivere queste pagine di fronte agli ultimi stravolgimenti che stanno agitando le istituzioni statunitensi e quindi quelle mondiali; se insomma l’evoluzione convulsa che da anni il popolo e la politica Usa stanno vivendo ha in qualche modo condizionato la scrittura del romanzo. Perché per certi versi questo romanzo è anche una dichiarazione d’amore per il Paese americano, un amore che però si avverte (da Marco soprattutto, perché invece Vittorio il sentimento verso l’America non lo ha mai messo in discussione) come un amore ferito, tradito. Il punto di massima crisi del rapporto tra gli Usa e l’Italia coincide senz’altro con il dramma del rapimento, sequestro e poi uccisione di Aldo Moro, uno dei personaggi principali che si muovono dentro la vicenda raccontata, con mano sapiente e raffinata, dal politico e giornalista Marco Follini.

Narrando la storia di papà Vittorio, l’autore racconta tutta la parabola del Paese concentrandosi inevitabilmente su quella che fu chiamata la cosiddetta “Prima Repubblica”. Ma per farlo deve partire dagli anni della guerra. Follini, Marco, classe ‘54, fa come quel bambino de L’albero della vita di Terrence Malick che chiede alla mamma che lo sta mettendo a letto: «Mi racconti qualcosa di prima dei ricordi?». C’è qualcosa infatti, che non riveleremo perché questo libro è a suo modo anche un giallo, che spinge Marco/Telemaco sulle tracce del padre per decifrare un mistero, scandagliando e così rivedendo con attenzione la vicenda umana di Vittorio/Ulisse che si concluderà nell’estate del 2003, circa un decennio dopo il drammatico passaggio ad una nuova fase della storia repubblicana che non avverrà con dolce gradualità ma con bruschi strattonamenti come sottolinea nitidamente Follini: «La sua generazione aveva pensato di passare il testimone come fosse una nobile concessione verso giovani a cui veniva insegnato come stare al mondo. E invece quel testimone veniva ora strappato dai figli con poco garbo in nome di un progresso che concedeva ben poco all’istinto conservatorio e alle buone maniere dei loro padri. In quella accelerazione della storia mio padre sembrava trovarsi a disagio» (pagina 177).

Un omaggio al padre e alla sua generazione che si affacciava nel mondo, dopo l’orrore della guerra, in un periodo storico contraddistinto da molto illusioni e da qualche ingenuità, «un tempo da cui l’indiscrezione sembrava messa al bando (…) non era ancora il tempo di tutte le esibizioni, ostentazioni, esagerazioni che sarebbero state in un certo senso la colonna sonora degli anni seguenti» (pagina 48). Dopo gli anni eccessivi del fascismo e prima di quelli esagerati della seconda e terza repubblica quella di Vittorio è stata l’epoca della discrezione, del garbo, in una parola, della misura. Che non era solo una posa ma la capacità, di quella generazione, di incarnare «un certo spirito del tempo. Non fosse altro per aver sfiorato in gioventù stagioni assai più inclementi di quelle che stavano predisponendo a vantaggio dei propri figli» (pagina 85).

La mitezza, il modo defilato e dimesso con cui Vittorio, contestato in questo dal figlio, viveva il suo impegno politico nasceva dal «debito che quella generazione aveva con la sua storia. Il regime e poi la guerra s’erano presi i loro anni migliori». La misura scaturiva da quelle ferite ma non solo, c’era anche un motivo positivo legato al primato della politica: erano quelli gli anni della «religione della politica» scrive Follini, e chi si impegnava erano per lo più «persone lontane da ogni forma di fanatismo, da ogni culto dogmatico delle proprie ragioni. Erano tutti figli del primato della politica» (pagina 78). Una politica intesa come fatto umano, cioè complesso, in cui inevitabilmente «il bene e il male risultano sempre strettamente intrecciati», un mondo che «mescola il grano e il loglio e non si prova neppure a cercare di separarli con un taglio troppo netto. Così accade spesso che le cause migliori si facciano largo attraverso espedienti, complicità, perfino patti scellerati. E che il patto col diavolo risulti a volte l’unico modo per far progredire una causa che si pretende angelica o quasi. Paradossi di quella stagione, e forse di tutte le altre. Ma questa, per l’appunto, è la politica» (pagina 84).

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https://www.osservatoreromano.va/it/news/2025-03/quo-060/l-italia-prima-del-narcisismo.html

Risultati e classifica serie A, Milan settimo

Roma, 15 mar. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Milan-Como 2-1

29esima giornata Genoa-Lecce 2-1, Monza-Parma 1-1, Udinese-Verona 0-1, Milan-Como 2-1, ore 20.45 Torino-Empoli, domenica 16 marzo ore 12.30 Venezia-Napoli, ore 15 Bologna-Lazio, Roma-Cagliari, ore 18 Fiorentina-Juventus, ore 20.45 Atalanta-Inter

Classifica: Inter 61, Napoli 60, Atalanta 58, Juventus 52, Lazio 51, Bologna 50, Milan 47, Roma 46, Fiorentina 45, Udinese 40, Torino, Genoa 35, Como, Verona 29, Cagliari 26, Lecce 25, Parma 25, Empoli 22, Venezia 19, Monza 15.

30esima giornata sabato 29 marzo ore 15 Como-Empoli, Venezia-Bologna, ore 18 Juventus-Genoa, ore 20.45 Lecce-Roma, domenica 30 marzo ore 12.30 Cagliari-Monza, ore 15 Fiorentina-Atalanta, ore 18 Inter-Udinese, ore 20.45 Napoli-Milan, lunedì 31 marzo ore 18.30 Verona-Parma, ore 20.45 Lazio-Torino,

Un successo la piazza per l’Europa, ma restano distanze opposizioni

Roma, 15 mar. (askanews) – La manifestazione convocata dal giornalista di Repubblica Michele Serra “per l’Europa” è stata un successo, su questo non ci sono dubbi. Piazza del Popolo era gremita, così come le vie adiacenti, tanto che a un certo punto si è resa necessaria la chiusura delle stazioni della metropolitana Flaminio e Spagna e sono stati bloccati gli accessi alla piazza. Sotto la marea di bandiere blu dell’Unione europea, però, a dividere è la guerra, tema drammaticamente di attualità, sul quale chi è sceso oggi in piazza ha idee diverse che oscillano tra il ReArm Europe, lanciato dalla presidente della commissione Europea Ursula von der Leyen, e il Disarm.

È una divisione che attraversa la politica, il Pd e le opposizioni che hanno aderito alla manifestazione (tutte tranne M5s), senza bandiere, rimanendo ai piedi del palco, ma anche quanti – circa 50 – prendono la parola dal palco: intellettuali, artisti, comici, cantanti, sindaci. “In un mondo che sembra in frantumi, una piazza che unisce persone e idee diverse è uno scandalo”, dice Michele Serra aprendo la maratona oratoria che andrà avanti per quattro ore. In piazza “siamo 50mila”. A prevalere sono le bandiere dell’Unione Europea che vengono distribuite in diversi punti. Ma subito dopo ci sono quelle arcobaleno della pace. Diverse bandiere dell’Ucraina, qualcuna della Georgia, un paio della Palestina. Un fantoccio di Trump in cartapesta che sputa dollari. Qualche manifestante indossa la kefiah e non sono pochi i cartelli con la scritta Disarm Europe. Il contrario del piano von der Leyen su cui si è diviso il Pd nel voto al Parlamento Europeo.

“Oggi non facciamo polemiche ci godiamo questa meravigliosa manifestazione per un’Europa federale. Per l’Europa federale siamo tutti qui”, si schermisce la segretaria Elly Schlein di fronte alle domande dei cronisti che le chiedono delle divisioni nel partito e dell’assenza dei 5 stelle. Schlein si gode il bagno di folla, gli applausi, gli incoraggiamenti ad andare avanti di quanti si fanno firmare la bandiera europea. Isolata la critica di un signore che le dice: “Viva la Picierno, cerca di votare non di astenerti”. Anche la segretaria porta con sé la bandiera dell’Ue ma sceglie di passare sotto alla lunghissima bandiera arcobaleno portata in piazza dagli uomini e dalle donne della Tavola per la Pace che va a salutare calorosamente.

Di segno opposto le dichiarazioni del leader di Azione Carlo Calenda: “La pace deve essere garantita da un’Europa forte e forte vuol dire esserlo anche militarmente”. Calenda entra in piazza dal lato opposto rispetto al Pd, così come il segretario di Più Europa Riccardo Magi. Il leader di Azione si tiene a distanza dal retropalco dove invece si ritrovano i sindaci guidati dal presidente Anci e primo cittadino di Napoli Manfredi, il Pd e anche Avs con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: “La mia identità – dice Fratoianni – è piuttosto solida. Sono stato il primo, persino da solo a votare contro l’invio delle armi all’Ucraina all’inizio della guerra, quando tutti, anche quando M5S, votavano a favore non ho mai cambiato idea, non la cambierò oggi perché c’è Calenda”. Fratoianni che giustifica l’assenza del leader M5s: “La scelta di Giuseppe Conte è legittima e la rispetto. La coerenza è una cosa molto seria e si misura negli atti”. In piazza c’è anche Italia Viva con Maria Elena Boschi, Luciano Nobili, Ivan Scalfarotto. Matteo Renzi plaude a distanza sui social: “Si torna a parlare oggi, finalmente, di Stati Uniti d’Europa. È un sogno difficile, certo. Ma sognare in grande oggi è più urgente che mai. Ed è l’unica risposta ai populisti di casa nostra e di oltre Oceano. Noi ci siamo”.

In piazza sono scesi anche i leader dei tre sindacati Cgil, Cisl e Uil, da tempo assenti insieme ad una manifestazione. “Noi lanciamo la proposta di convocare per il 29 marzo una grande assemblea per essere in grado di discutere di pace, di disarmo, ma anche di lavoro, di politica industriale, di investimenti, per cogliere il senso della giornata di oggi – dice il segretario della Cgil, Maurizio Landini -. Dobbiamo provare insieme a costruire un punto di vista europeo che, per quanto ci riguarda, parta dalle condizioni di chi ha bisogno di lavorare per vivere”.

Corrado Augias, uno dei più applauditi, si spinge a dire che “oggi questa piazza è di nuovo Ventotene”. Un cartello gli fa eco con un gioco di parole “Ventotene soffia ancora”. Ma, come si diceva, anche sul palco il posizionamento rispetto al tema della difesa europea non è univoco: “Ripudiare la guerra non significa essere arresi, inerti. Essere contro la guerra non significa rinunciare a lottare, lottare significa lottare contro la guerra, la democrazia è sempre lotta per la democrazia”, dice Antonio Scurati. L’ultimo messaggio dal palco è affidato alla senatrice a vita Liliana Segre che esorta a “fare dell’Ue la nostra patria”. Quindi tocca all’ideatore dell’evento insieme al sindaco di Roma Roberto Gualtieri chiudere: “Il sindaco – dice Michele Serra – mi autorizza a dire che eravamo 50mila veri, un numero enorme, 50mila cittadini europei. Non perdiamoci di vista”.

Papa, "ulteriori miglioramenti. Di notte ridotta la ventilazione meccanica"

Città del Vaticano, 15 mar. (askanews) – Le condizioni cliniche di Papa Francesco “sono rimaste stabili, confermando i progressi evidenziati nell’ultima settimana. Prosegue l’ossigenoterapia ad alti flussi, riducendo progressivamente la necessità di ventilazione meccanica non invasiva nelle ore notturne. Il Santo Padre necessita ancora di terapia medica ospedaliera, di fisioterapia motoria e respiratoria; tali terapie, allo stato, fanno registrare ulteriori, graduali miglioramenti”. È quanto si legge nel bollettino medico di oggi sulle condizioni di Bergoglio, diffuso dalla Sala stampa Vaticana.

Fonti vaticane precisano che la giornata di Francesco oggi “è passata come nei giorni scorsi”, ovvero una “parte significativa è stata dedicata alla fisioterapia, poi alla preghiera, al riposo e anche a un po’ di lavoro”.

Il quadro clinico di Bergoglio, ribadiscono le fonti, resta come nei giorni scorsi “complesso ma stabile, in attesa di un recupero” e, come si evince dal bollettino medico, “migliorano gli scambi gassosi legati all’ossigenazione e la parte motoria”.

Di notte, si spiega, “si tenta di fare in modo che ci sia più ossigenoterapia tramite i naselli ad alti flussi, riducendo la ventilazione meccanica con la maschera. E questo perchè l’ossigenoterapia ad alti flussi lascia che i polmoni lavorino” autonomamente.

L’Angelus di domani di Papa Francesco si svolgerà “nelle modalità delle scorse settimane”, ovvero con un testo scritto che sarà diffuso dal Vaticano, mentre il prossimo bollettino dei medici sulla situazione di Bergoglio sarà emanato dai medici del Gemelli “non prima di martedì o mercoledì prossimo”.

Augias: “Se Europa unita non riprende cammino futuro non garantito”

Roma, 15 mar. (askanews) – “Siamo qui in piazza e abbiamo fatto il primo passo. Non credete a chi vi dir che questa piazza non serve a niente. Ci sono sicuramente dei professionisti della politica che guardano oltre, ma noi, molti come me e come la maggior parte di voi cittadini comuni, siamo consapevoli che se un’Europa unita non riprende il suo cammino il nostro destino futuro e quello dei nostri figli non sar garantito perch in corso uno scontro globale”. Lo ha detto Corrado Augias parlando dal palco della manifestazione per l’Europa a piazza del Popolo a Roma.