Conta il futuro del Centro, non le polemiche a sfondo personalistico.

Cosa ci può riguardare o coinvolgere? Non la suggestione del Terzo Polo, subito appassita, ma la prospettiva del “Centro dinamico”, per dirla con Bodrato, uno degli ultimi grandi leader della Dc.

Diciamoci la verità. Quello che oggi è importante, quando si parla di rideclinare una “politica di centro” nel nostro paese, non è interrogarsi sulla prospettiva dell’ormai ex “terzo polo” ma, al contrario, lavorare per ricostruire un partito centrista, democratico, riformista e di governo. Un “Centro dinamico” per dirla con Guido Bodrato, uno degli ultimi grandi leader e statisti della Democrazia Cristiana.

 

Ora, gli ultimi accadimenti che hanno caratterizzato, e momentaneamente spento, le potenzialità di un luogo politico che coltivava l’obiettivo di ricostruire il Centro, non richiedono altre osservazioni ed approfondimenti dopo lo spettacolo inguardabile ed incommentabile offerto alla pubblica opinione. Ma quello che, al riguardo, vale la pena rilevare non è, come ovvio e scontato, la prospettiva del “terzo polo” e, men che meno, il destino politico di Carlo Calenda, cioè di un politico che recentemente si è contraddistinto per il suo furore polemico carico di insulti e di invettive contro Renzi e molti altri esponenti di Italia Viva oltre ad una ‘mobilità’ politica nel tempo alquanto singolare…. E, al riguardo, non si può non condividere la recente riflessione di Matteo Renzi secondo la quale il progetto per ricostruire un luogo politico centrista e riformista deve proseguire al di là e al di fuori di chi concepisce la politica secondo la logica delle pregiudiziali personali e delle pregiudiziali ideologiche.

 

Del resto, è abbastanza evidente che, al di là delle polemiche interessate e strumentali legate alla celebrazione del 25 aprile, il “bipolarismo selvaggio” difficilmente è destinato a tramontare nel nostro paese nell’arco di poco tempo. Anzi, il rischio concreto è che degeneri sempre più nella logica degli “opposti estremismi”. Ed è proprio lungo questo solco che si inserisce il ruolo decisivo e peculiare della cultura cattolico popolare e sociale. Anche perchè non si può chiedere o pretendere dall’alfiere della radicalizzazione della lotta politica, della delegittimazione morale prima e della criminalizzazione politica poi dell’avversario/nemico – cioè la Schlein – di farsi portatrice di una “politica di centro”. Come, del resto – e purtroppo – specularmente non tutta la destra è Giorgia Meloni…

 

Ecco perchè in un clima del genere, o c’è la forza, l’intelligenza e la volontà di ricostruire un luogo politico che nel nostro paese è stato storicamente decisivo per le sorti stesse della nostra democrazia oppure dovremo rassegnarci irreversibilmente ad uno scenario sempre più cupo e decadente. Ma questa sfida la si vince e la si affronta solo attraverso le leggi e le dinamiche concrete della politica. E chi pensa di anteporre logiche personali, deliri comportamentali e derive insultanti, forse sarebbe consigliabile prendersi una salutare pausa di riflessione. Per tutti costoro, la politica è una scienza estranea.