Dibattito | Centrosinistra, Sardegna docet.

La costruzione di proposte di governo e amministrazione è sempre più agevole nelle aree centrali dello schieramento politico. In ogni caso, la Sardegna ha dimostrato che il centrosinistra può tornare a vincere.

Il voto sardo induce a qualche riflessione di carattere politico e metodologico a partire dal superamento dei tabù sulla presunta imbattibilità del centrodestra a trazione meloniana e sull’impossibilità che il centrosinistra possa vincere delle competizioni elettorali a turno unico. 

La costruzione di proposte di governo e amministrazione è sempre più agevole nelle aree centrali dello schieramento politico dove si possono generare spazi di mediazione, anziché in altre aree più estreme e ideologizzate

Ciò detto, se la Todde non avesse superato Truzzu (Trux per i suoi amici!) per quei pochi decimali di punto, oggi Meloni e la destra avrebbero dovuto senza dubbio ringraziare il “polo del rancore” ovvero quel polo che in modo confuso e velleitario ha messo insieme cose tra loro molto diverse (Azione e Italia Viva con Rifondazione Comunista) tenute insieme probabilmente solo da un risentimento verso ex compagni di strada, anziché da un’idea di governo e di amministrazione. Il risultato dell’improvvisato “polo” è stato fallimentare e solo per un soffio non ha causato gravi danni al centrosinistra ed alla Sardegna. Calenda plaude giustamente per il successo della Todde e per la frenata della destra omettendo però di dire che questo risultato non è stato raggiunto con il suo contributo, ma che anzi è stato messo fortemente a rischio proprio dalla scelta fatta da lui e dagli altri aspiranti “terzopolisti”.

La vicenda sarda dimostra per l’ennesima vota che non si può prescindere dalle regole del gioco immaginando che la scelta delle alleanze possa prescindere dai sistemi elettorali, ma ancor di più da una forma mentis bipolarizzata che si è consolidata nell’opinione pubblica e in un elettorato che ormai da trent’anni vota con sistemi maggioritari.

Se poi si osserva il risultato da un’altra angolazione si vedrà che questo esito è stato una sorpresa fino ad un certo punto. Basti pensare infatti che – nonostante l’insuccesso di Truzzu – il centrodestra ha aumentato la percentuale di consensi rispetto alle elezioni politiche del 2022, ma ha vinto il centrosinistra perché questa volta non si è presentato in modo frammentato; sempre nelle stesse elezioni politiche del 2022 la somma dei voti delle liste PD e Cinque Stelle arrivò al 48,8% (e addirittura al 53,4% sommando anche la lista Azione-Italia Viva) rispetto al 40,6% della coalizione di destra.

Il primo chiarimento che va fatto è quello di capire chi si ritrova nel perimetro del centrosinistra per poi convincersi che non si può giocare a calcio pensando di poter seguire le regole del basket, ovvero lavorare alla costruzione di un terzo polo in presenza di un sistema elettorale bipolarizzato che incentiva il cosiddetto “voto utile” polarizzando i consensi sulle due principali coalizioni. Nella competizione sarda le due prime coalizioni hanno infatti raccolto complessivamente circa il novanta per cento dei voti espressi, lasciando alla concorrenza ben poco da dividersi.

Il clima che si sta generando nel paese e che costringe il Presidente Mattarella ad intervenire sul Viminale per il disinvolto uso dei manganelli nelle strade, il tentativo di stravolgere l’impianto costituzionale con il premierato e l’appiattimento dell’informazione sugli slogan della compagine governativa, non consentono distrazioni con inutili e pericolosi personalismi. Quando si candida un personaggio con tanto di tatuaggio “TRUX” (che peraltro proprio a Cagliari dove è sindaco in carica prende circa il 20% in meno della Todde) il centrosinistra deve capire che è il momento di rinviare a tempi migliori il dibattito su alcune divergenze che non mettono però in discussione la condivisione dei riferimenti costituzionali.

Non va mai dimenticato che l’attuale compagine governativa, in considerazione della bassa percentuale di votanti, non è maggioritaria nel paese ed ha ottenuto la maggioranza dei parlamentari solo grazie ad un discutibile meccanismo elettorale ed alla divisione delle forze di opposizione. La Sardegna ci ha fatto vedere che il centrosinistra può tornare a vincere e che si può fare, a condizione che ci sia la capacità e soprattutto la maturità per recepire il messaggio.